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Cronologia delle principali guerre in Europa (1469-1789) - Prof. Vanni, Schemi e mappe concettuali di Storia Moderna

Una cronologia dettagliata delle principali guerre in europa dal 1469 al 1789. Il testo copre la prima e seconda fase delle guerre d'italia, la guerra dei contadini, la guerra dei trent'anni, la guerra di successione spagnola, la guerra di successione polacca e la guerra di successione austriaca. Vengono trattati eventi importanti come la pace di cambrai, la pace di augusta, la pace di cateau cambrèsis, la pace di westfalia e la pace di vienna. Il documento illustra la dinamica politica e militare in europa durante questo periodo, con l'ascesa e la caduta di potenti monarchi e la formazione di nuove nazioni.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2022/2023

Caricato il 28/12/2023

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Scarica Cronologia delle principali guerre in Europa (1469-1789) - Prof. Vanni e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! STORIA MODERNA 1492-1848 (Carlo Capra) Processi lunga durata (cap. 1-6) Prima età moderna o Antico Regime (1492-1750, cap. 7-17)  Periodo di transizione: illuminismo e rivoluzione industriale (cap. 18-19)  Età delle rivoluzioni (cap. 20-30). Congresso di Vienna 1815 termine convenzionale Storia Moderna. Altri preferiscono indicare le due rivoluzioni di fine 700: quella industriale (175° ca) e quella francese (1789) per il loro carattere di rottura. La popolazione e le strutture familiari (cap. 1, pag. 3) Malthus: popolazione cresce in progressione geometrica, mentre le risorse in progressione aritmetica  intervengono quindi dei freni repressivi (carestia, epidemie, guerre) o preventivi (limitazione nascite), che riguardano sempre gli strati più poveri della società. Popolazione mondiale era di 375 mil nel 1440 e di 1,2 mld nel 1850, più della metà in Asia. Tassi di incremento annuo 0,5% (adesso il 3% nei Paesi in via sviluppo). Cause: mortalità infantile, età avanzata delle spose, allattamento (induce sterilità), morte di un coniuge. Vari tipi di famiglia: nucleare, estesa, multipla, senza struttura, solitari. Meccanismi ereditari sulla struttura familiare contadine (unità di produzione, legata a dimensione del fondo) o nobili (maggiorascato). L’economia dell’Europa preindustriale (cap. 2, pag. 14) Agricoltura: risposta dell’agricoltura all’incremento demografico tra 1450-1750: risposta estensiva (soprattutto nel 500) e risposta intensiva (a partire dal 600 soprattutto in GB, NL e pianura padana, grazie a abbondanza acqua e concime degli allevamenti). Inizialmente i ¾ della popolazione vivono di agricoltura. A seguito della disgregazione della feudalità si forma una piccola proprietà contadina, che in alcuni casi (F, D) possiede il 50% dei suoli coltivabili. Nel 500 e poi nell’800 l’incremento demografico porterà a una “proletarizzazione” dei contadini, a vantaggio di medi/grandi proprietari che hanno i mezzi per effettuare investimenti  rivolte contadine (1520-1620- 1770) Diversa situazione in Europa orientale: debolezza comunità di villaggio e statali, latifondi signorili, servitù della gleba  rivolte contadine Economia urbana: prevale la bottega (corporazioni), rari i casi di grandi concentrazioni di operai (Arsenale VE, miniere, siderurgia). Settori predominanti: tessile, lavorazione cuoio e pellami, legno, metalli, edilizia. Tra 500 e 700 si sviluppa industria a domicilio (proto industria), imperniata sulla figura di mercante- imprenditore. Commerci: progressi nella navigazione (caravella, fluyt, buizen). Scambi si spostano da Mediterraneo/Baltico ad Africa/Oriente, viene saltata l’intermediazione genovese e veneziana  nascono corporazioni di mercanti e compagnie privilegiate (delle Indie, nazionali). Mercantilismo di A. Smith: ricchezza è quantità statica, va sottratta agli altri competitori (ostacolare importazioni, favorire commerci esteri, con trattati o con la guerra) Tra 500 e 700 economia monetaria è universalmente diffusa. Bimetallismo e moneta di conto, inflazione. Ceti e gruppi sociali (cap. 3, pag. 32) 1 Diritti non del singolo ma della comunità o corpo a cui appartiene. Visione della società corporativa e gerarchica, disuguaglianza è riflesso della gerarchia naturale tra le creature: bellatores, oratores e laboratores  3 stati della nazione. Meglio parlare di “ceto” che non di “classe”, perché non c’entra il processo economico quanto la nascita e il ruolo ricoperto nella vita pubblica. Nell’ambito della nobiltà ci sono diversi livelli di ricchezza (minore tanto sono più numerosi i nobili: Polonia, Spagna) e prestigio [Otto Brunner, “Vita nobiliare e cultura europea”]. Rapporto tra nobili e potere politico varia tra i paesi: repubbliche aristocratiche (VE, GE), monarchie assolute (F Luigi XIV), monarchie parlamentari (GB Gloriosa rivoluzione). Con Illuminismo si affermano ideali razionalistici e ugualitari e inizia ad affermarsi la borghesia urbana (ceto, non classe). Povertà strutturale e congiunturale, può arrivare a 2/3 popolazione. Povero da controfigura Cristo a delinquente potenziale: misure repressive (grande reclusione Focault, “Sorvegliare e punire” [Arlette Farge- Jacques Revel, “La logica della folla(...)]) e assistenziali (Invalides). Processi di proletarizzazione tra il 500 e il 700, che nell’800 con la rivoluzione industriale diventerà Lumpenproletariat. Condizione di subalternità femminile, anche dal punto di vista legale, giustificata su base teologica (costola di Adamo). Dal Rinascimento alla “grande segregazione” della Controriforma ai “salotti” illuministi. [Natalie Zemon Davis, “Donne ai margini. Tre vite del XVII secolo”] Le forme di organizzazione del potere (cap. 4, pag. 43) Nell’età moderna assistiamo alla progressiva affermazione del potere dello Stato, che si proclama superiore a tutti gli altri poteri (individuali e dei corpi sociali) che rientrano nella sua sfera di influenza. Lo Stato si incarna inizialmente in un individuo (il monarca, che si emancipa da ogni autorità esterna, papato o imperatore) per poi spersonalizzarsi in un’entità a sé stante (con la Rivoluzione francese e lo stato liberale). Caratteristiche Stato: territorio, popolo, potere sovrano (all’interno – monopolio della forza – e all’esterno – indipendenza da altre istanze)  critiche a questa visione totalizzante e limiti della sovranità: legge divina (e leggi naturali che ne conseguono) e leggi fondamentali (costituzione, rapporto con corpi preesistenti al potere sovrano quali città, assemblee). Dalla monarchia “composita” (Stati rinascimentali, Carlo V) a quella “assoluta” (Luigi XVI). Gli stati del 600 sono multietnici (E, A), bisognerà aspettare la Rivoluzione francese per gli stati nazionali. Evoluzione dei criteri di legittimazione: dalla monarchia di diritto divino al contratto sociale, con il quale il popolo delega i poteri al monarca per uscire da una condizione di conflittualità permanente, ma la delega postula limiti e vincoli alla volontà del monarca (Hobbes, Leviatano, 1651)  sulla stessa linea Locke (1690, diritti fondamentali alla vita, libertà e proprietà) e illuministi (separazione poteri, cfr cap. 19). I poteri dello Stato inizialmente si limitano alla difesa del territorio (diplomazia e guerra) e al mantenimento dell’ordine interno (amministrazione giustizia e monopolio violenza legale). Fino al 700 altre materie come polizia, istruzione sanità, assistenza ecc. sono delegate a comunità locali, chiese, associazioni professionali. Inizialmente il re è coadiuvato solo da segretari (futuri ministri) e Consigli (la corte) e fatica a controllare il territorio per la strenua difesa delle autonomie dei corpi intermedi (Cortes, città). A partire dal 700, la professionalizzazione degli eserciti impone una fiscalità permanente e lo svilupparsi della burocrazia regia. Nella legislazione, passaggio dal diritto consuetudinario e romano alle codificazioni del 700/800, common law in GB. Passaggio da molteplicità di giurisdizioni a rete di giudici regi (oltre ad avocazione/appello al re). 2 Africa: regni sudanesi, impero etiope, regno Benin, regno Congo, città stato sulla costa orientale. 1415 Ceuta, 1487 Diaz doppia Capo Buona Speranza, 1498 V. de Gama arriva in India, 1500 Cabral rivendica il Brasile (in forza del Trattato Tordesillas del 1494). Sistema dei forti e dei prazos. Asia: portoghesi aprono empori commerciali a Ceylon, Molucche, coste Cina (Macao). Casa da India. Economia coloniale: oro e argento, canna da zucchero (nei Caraibi), olivo e vite, allevamento (ranchos)  materie prime dalle colonie, manifattura e centro finanza/commercio in Europa. Inflazione e aumento prezzi Trasformazione abitudini alimentari (mais, patata, pomodoro, zucchero), definizione identità europea (superiorità) e mito “buon selvaggio”, tramonto mito degli antichi. [Box 2: America spagnola e America britannica: impero “di conquista” vs impero “commerciale”, giustificato da distanza di quasi 100 anni dall’inizio delle colonizzazioni. Dominio sugli uomini (anche per obbligo di evangelizzare i nativi imposto dal Papa) vs dominio sul territorio. Meticciato vs separazione razziale] I nuovi orizzonti spirituali: Rinascimento e Riforma (cap. 9, pag. 109) Rinascimento inizia nel 1400 e termina all’incirca nel 1530, con le guerre d’Italia che segnano la fine degli stati rinascimentali italiani ad opera delle potenze straniere. Nel 400 il primato è di FI, nel 500 passa ad altre corti: papato, Sforza a MI, Gonzaga a MA, Este a FE, VE. Ritorno ai valori e ai modelli dell’età classica (in ambito filosofico e letterario parliamo di Umanesimo). Valori laici e terreni, indifferente a dispute religiose. Umanesimo influisce su nascita Protestantesimo per la volontà di ristabilire autenticità messaggio cristiano attraverso lo studio diretto dei testi sacri  Erasmo Rotterdam (1516, edizione critica Nuovo Testamento, umanesimo cristiano, desacralizzazione)  Lutero: Sola Fide (non servono le azioni per la grazia, contrasto con Erasmo)-Sola Scriptura, cancella il magistero della Chiesa, sacerdozio universale dei credenti, battesimo e comunione come unici sacramenti – 1517, 95 tesi contro la vendita delle indulgenze  1521 Dieta Worms, Carlo V bandisce Lutero (protetto da Federico Sassonia, oltre che da principi Sassonia, Palatinato, Assia) In D, anticlericalismo diffuso e diffusione pensiero di Lutero, soprattutto tra principi territoriali (espropriazione beni ecclesiastici), piccoli feudatari e città imperiali  protonazionalismo germanico. Nelle campagne il movimento luterano aizza le masse non solo contro il clero ma contro ogni forma di ingiustizia. T. Muntzer e la Guerra dei contadini (1525), cui fa seguito il movimento anabattista (1535) Lega Smalcalda (1530) tra i principi protestanti (appoggiati da re F Enrico II) e guerra con l’Impero  Pace di Augusta (1555) riconosce l’esistenza in D di due fedi religiose (che coesistono nelle città imperiali) 1556 Carlo V abdica e spartisce l’impero tra fratello Ferdinando (imperatore SRI+AUS e H) e il figlio Filippo II (E, NL, MI, NA, Sicilia e Sardegna) Zwingli e Calvino: la vocazione e l’impronta attivistica del Calvinismo come motore del nascente capitalismo (M. Weber). Chiesa visibile vs chiesa invisibile luterana. Riorganizzazione chiesa di Ginevra nel 1541 (repubblica dei santi) Da Ginevra il Calvinismo si irradia in F, NL, GB e Europa orientale. Enrico VIII nel 1534 approva Atto supremazia che lo dichiara capo della chiesa anglicana e incamera beni ecclesiastici, venduti poi alla “gentry” 5 Diffusione luteranesimo nei paesi scandinavi [Box 3: le utopie nell’Europa moderna] 1517 95 tesi di Lutero contro la vendita delle indulgenze 1521 Dieta Worms, Carlo V bandisce Lutero 1525 T. Muntzer e la Guerra dei contadini in Turingia, cui fa seguito il movimento anabattista 1534 Enrico VIII approva Atto supremazia che lo dichiara capo della chiesa anglicana 1541 Riorganizzazione chiesa di Ginevra e la “repubblica dei santi” di Calvino 1555 Pace di Augusta riconosce l’esistenza in D di due fedi religiose 1556 Carlo V abdica e spartisce l’impero tra il fratello Ferdinando e il figlio Filippo II La controriforma e l’Italia del pieno e tardo Cinquecento (cap. 10, pag. 128) Differenza tra Riforma cattolica (movimento di rinnovamento interno alla Chiesa) e Controriforma (lotta al protestantesimo, caratterizzata da aspetto dogmatico e repressivo). Idee Erasmo R. circolano in I. Istanze di rinnovamento portano a creazione nuovi ordini: cappuccini, orsoline e gesuiti, attività missionaria 1542 Concilio di Trento, finirà nel 1563 e segna l’inizio della Controriforma: rottura definitiva con protestanti, riaffermato carattere monarchico Chiesa, definite questioni dogmatiche e formazione e doveri del clero. 1542 istituzione Sant’Uffizio e 1559 Indice dei libri proibiti, che comprende tutta l’opera di Erasmo R. Accentramento poteri del papa (Sisto V e Clemente VIII, periodo 1585-1605), abbellimento Roma, lotta al brigantaggio. Carlo Borromeo a MI (1538-1584). [Federico Chabod, “Lo stato e la vita religiosa a Milano nell’epoca di Carlo V”] Dopo la pace di Combrai (1529) e l’abdicazione Carlo V (1556) egemonia spagnola in Italia, o direttamente (MI, NA, Sicilia, Sardegna), o tramite alleanze obbligate (SPONT e FI, Stato Sabaudo). Governa tramite vicerè/governatori che si appoggiano a nobiltà locale organizzata in Consigli. Consiglio d’Italia a Madrid. Solo VE e GE mantengono indipendenza: scontri tra fazioni nobiliari “vecchi” e “giovani” [Box 4: L’Inquisizione in Italia: può proceder anche contro autorità laiche, soprattutto in I. Combatte dissenso teologico, poi pensiero non ortodosso (G. Bruno, Galileo), infine la morale. Al controllo delle coscienze si accompagna quello della cultura: 1572 Congregazione dell’Indice] 1542 Paolo III indice Concilio di Trento, finirà nel 1563 e segna l’inizio della Controriforma 1542 Istituzione Congregazione del Sant’Uffizio (Inquisizione romana) 1585-1605 Pontificati Sisto V e Clemente VII: accentramento poteri, lotta brigantaggio L’Europa nell’età di Filippo II (cap. 11, pag. 143) Spagna: dopo la pace di Cateau Cambrèsis (sancisce egemonia E in I e controllo NL), la E di Filippo II domina dalle Americhe all’Europa, grazie alle materie prime delle colonie, il controllo delle aree più ricche d’Europa (NL, MI), la forza militare (tercios). Eredita anche corona e colonie PG. Inquisizione e intransigenza religiosa, limpieza de sangre. Siglo de Oro. Sistema dei Consigli, accentramento ma al contempo autonomia magistrature locali. Separatismo catalano. Sistema tributario inefficiente, spese militari, allevamento a scapito agricoltura, carestie e pestilenze  bancarotta 1575 per le spese della guerra Fiandre 6 Battaglia di Lepanto (1571, ultima con abbordaggio e navi a remi) argine a ottomani (Lega Santa tra VE, GE, Savoia e E), mediterraneo crocevia di scambi (anche GB e NL) e pirateria (non solo barbaresca). Insurrezione dei Paesi Bassi (1566), calvinisti (prima rivoluzione borghese). Causata da tre fattori: religioso, politico (rafforzamento Inquisizione e scarso rispetto per autonomie) e economico (crisi Anversa). Duca d’Alba vs Guglielmo Orange (appoggiato da ugonotti francesi e protestanti inglesi/tedeschi). Si chiude nel 1579 con separazione tra 10 province meridionali (B) e 7 settentrionali (NL). Inghilterra: 1558 sale al trono Elisabetta, figlia di Enrico VIII e Anna Bolena: inizia era elisabettiana. Questione religiosa (contrasto con puritani) e problema della successione. Esecuzione Maria Stuart, erede legittima di Enrico VII, mentre E. è figlia di Enrico VIII e Anna Bolena (1587). Il figlio sarà Giacomo I. Crescita demografica, rafforzamento ceti intermedi (gentry), industria laniera e carbonifera. Soprattutto, sviluppo commercio e navigazione (Compagnie, corsari, colonizzazione Virginia). Appoggio ai Paesi Bassi e esecuzione M. Stuart causano la guerra con la E (1588-1604, Invincibile Armata) Francia: successione a Enrico II (Caterina de’ Medici) apre periodo guerre religione (1562 editto S. Germano fa concessioni agli ugonotti, 1572 notte S. Bartolomeo). Guisa cattolici (Parigi, Lega santa), Borbone ugonotti (Sudovest F), Montmorency calvinisti  guerra dei 3 Enrichi, termina con Enrico IV Borbone re F e, dopo un fallito tentativo di intervento E a fianco Lega Cattolica dei Guisa, pace Vervins e editto Nantes (1598),. Conversione al cattolicesimo. Polonia e Russia: Polonia oasi libertà religiosa in Europa dilaniata da guerre di religione. Nobiltà 8% popolazione, asservimento contadini, monarchia elettiva (in pratica una repubblica aristocratica). Russia ha condizioni economico-sociali simili a PL, ma evoluzione politica opposta: concentrazione dei poteri nelle mani dello zar, alleanza con ceti inferiori in funzione antinobiliare. Ivan il terribile (1533-1584), successiva epoca dei torbidi (1605-1613), che termina con la dinastia dei Romanov. [Box 5: le pubbliche finanze nell’Europa preindustriale. Passaggio da stato demaniale (entrate del patrimonio del re) a stato fiscale (entrate da tributi) per finanziare le spese, soprattutto militari. Frequente ricorso (i) al credito da parte dei governi: debito fluttuante e consolidato  bancarotte frequenti in E e F; (ii) vendita cariche pubbliche. In GB, gestione più moderna e efficiente delle finanze pubbliche] 1558 sale al trono Elisabetta, figlia di Enrico VIII e Anna Bolena: inizia era elisabettiana 1559 pace di Cateau Cambrèsis tra E (Filippo II) e F (Enrico II), che segue la battaglia S. Quintino 1562 editto S. Germano e inizio guerre di religione in F 1571 battaglia di Lepanto 1572 notte S. Bartolomeo (massacro ugonotti) 1566-1584 rivolta dei Paesi Bassi, che si chiude con separazione tra B e NL 1580 Filippo II re Portogallo, dominio spagnolo si estende a colonie portoghesi 1587 Esecuzione M. Stuart e appoggio GB a rivolta Paesi Bassi 1588-1604 Guerra tra E e GB (Invincibile armata) 1593 Enrico IV Borbone re F 1598 editto Nantes pone fine a guerre di religione in F L’Europa nella guerra del Trent’anni (cap. 12, pag. 161) 600 caratterizzato da fine crescita demografica, Piccola Glaciazione, diminuzione prezzi, redistribuzione risorse da mediterraneo/area germanica a paesi affacciati sull’Atlantico. Rivoluzione scientifica e filosofica 7 Regge meglio il confronto l’agricoltura, che sostituisce cereali (a causa calo demografico) con vite, riso, gelso. Inoltre abbiamo attività industriali nelle campagne: produzione tessuti ordinari, chiodi e attrezzi in ferro. Adesione massiccia all’ortodossia cattolica, chiesa garante ordine sociale e sbocco per figli/e cadetti  la vigilanza della Chiesa sul pensiero causa conformismo e impoverimento culturale, decadenza università. Fanno eccezione le arti figurative e l’architettura (Caravaggio, Bernini, Borromini) e musica (Monteverdi). L’egemonia spagnola in I è messa in crisi dalla guerra 30 Anni (fase italiana si combatte a MN e nel Monferrato, 1628-1631), aggravata dalla peste (MI 1630), accresciuto fiscalismo e crisi economica. Le conseguenze della crisi sono peggiori nel Mezzogiorno che non al Nord: estensione potere feudale, contrasto nobiltà e ceto civile  1647 rivolte di PA, NA (Masaniello, Real Repubblica), ME, soffocate da E. Situazione Ducato Savoia (radicamento in I, iniziative mercantiliste), Granducato Toscana (si appoggia a nobiltà fiorentina e S. Sede, declino città, importanza Livorno), Repubblica VE (aggregazione al patriziato famiglie terraferma, porto regionale) e Stato Pontificio (annette Ferrara e Urbino, mezzadria e latifondo) [Box 8: gli ebrei nell’età moderna: nel 600 pogrom e ghetti, attenuati dove gli indirizzi mercantilistici si avvalgono della finanza ebrea (Amsterdam, Livorno). Peggiore la situazione a est. Chassidismo e haskalah (versione ebraica Illuminismo)] 1628 guerra Mantova e Monferrato (fase italiana Guerra 30 Anni) 1630 Peste di Milano 1647 Rivolte PA, NA (Masaniello, Real Repubblica), ME, soffocate da E Imperi e civiltà dell’Asia tra XVI e XVIII secolo (cap. 15, pag. 211) Cina: nel 1644 alla dinastia Ming (confucianesimo e letterati burocrati selezionati per concorso) succede quella Qing (Manciuria  manciù), che regnerà fino al 1911 Giappone: nel 1603 inizia l’era Tokugawa, che durerà fino al 1867. Scintoismo. Struttura feudale (daimyo) e accentramento potere. Chiusura delle frontiere. Crescita borghesia, condizione per sviluppo capitalistico India: induismo e islamismo causano frammentazione (sultanato turco a Dehli, impero nel Deccan + 12 stati minori)  inizio 600 Akbar (afgano) getta le basi dell’impero Moghul, che durerà fino al 1712 (morte Aurangzeb). Caste e arretratezza villaggi. In seguito, invasioni persiane e afgane e colonialismo GB Impero ottomano: (sunnita) si contrappone alla Persia (sciita). Nel 600 fine dell’espansionismo ottomano, mutamento sistema successione, gran visir e ulema. Superiorità europea negli armamenti e tattica militare Fino all’800 l’Asia è esportatore netto di prodotti (pagati in argento) ma anche di modelli politici (impero cinese) che ispirano il dispotismo illuminato del 700. Missionari e mercanti europei sono tenuti ai margini, fino allo sviluppo delle Compagnie mercantili nazionali nel 600/700 (NL in Indonesia e J, GB e F in India) [Box 9: dalla “storia universale” alla “world history”: la prima è lineare ed eurocentrica, la seconda sostituisce allo stato nazione i sistemi-mondo. Anche connected history, area studies (es. genere [Natalie Zemon Davis, “Donne ai margini. Tre vite del XVII secolo”], subaltern studies] 1600 In India, Akbar getta le basi dell’impero Moghul, che durerà fino al 1712 1603 In Giappone inizia l’era Tokugawa, che durerà fino al 1867 1606 La fine della guerra con Austria determina la fine dell’espansionismo ottomano 1644 In Cina alla dinastia Ming succede quella Qing, che regnerà fino al 1911 10 L’apogeo dell’assolutismo: la Francia di Luigi XIV (cap. 16, pag. 228) Assolutismo vs monarchia costituzionale GB. Nel sovrano si sommano le tre funzioni: esecutiva, legislativa e giurisdizionale. Non può comunque governare senza l’ausilio e senza tener conto dei corpi intermedi (nobiltà, clero, città). Diverse tesi di Hobbes e Locke: per il primo, la sovranità non è soggetta a limiti, per il secondo è delegata e la delega può essere ritirata dal parlamento (vedi Gloriosa Rivoluzione) [Focus] Alla morte di Mazzarino (1643) Luigi XIV regna direttamente, fino al 1715  apogeo dell’assolutismo monarchico, che si esprime attraverso ministri di nascita modesta (Colbert), intendenti preposti a 30 gèneralitès (scelti tra i nobili) e 40.000 officiers (cariche venali e ereditarie, costituiscono un ceto a sé stante). Tra prelievo feudale, statale e decime, tasse oscillano tra 20/ 60% Colbert e gli interventi per il risanamento finanziario: (i) risanamento finanziario e persecuzione illeciti arricchimenti; (ii) interventi statali soprattutto nella manifattura (manifatture regie, dazi) e meno nell’agricoltura (scarsamente produttiva); (iii) compagnie privilegiate e sviluppo marina/infrastrutture. Problemi religiosi: giansenismo (opposizione centralismo papale), contrasto con Chiesa per la règale e i 4 articoli gallicani, questione ugonotta (Editto Fontainebleau 1685 rende obbligatoria religione cattolica  esilio ugonotti) Disegno egemonico sull’EU  riorganizzazione dell’esercito (da 65 a 400k uomini, milizia, fortificazioni), oltre 50% bilancio destinato a spese militari, 37 anni di guerra su 54 di regno. Guerra di Devoluzione (F vs NL e GB) per la rivendicazione delle Fiandre (eredità moglie Luigi XiV, Maria Teresa figlia re di Spagna) e Pace di Aquisgrana (1668) Guerra d’Olanda (F, GB e SW vs NL e poi E, D) e pace di Nimega (1678, E cede Franca Contea e parte Fiandre) Lega Augusta (NL, E, D, SW e poi GB e Savoia) vs F e pace Ryswick (1697) Al termine di questi 30 anni di guerra, le spese, nuove imposte, carestie fanno aumentare l’opposizione verso Luigi XIV, fino alla sua morte nel 1715 [Box 10: la fabbrica del Re Sole: glorificazione e sistema mediatico per promuovere l’immagine del Re, cui fa da contraltare una pubblicistica contraria] 1643 Alla morte di Mazzarino, Luigi XIV (Re Sole) regna direttamente, fino al 1715 1668 Guerra di Devoluzione (F vs NL e GB) e Pace di Aquisgrana 1678 Guerra d’Olanda (F, GB e SW vs NL e poi E, D) e pace di Nimega (1678) 1685 Editto Fontainebleau rende obbligatoria la religione cattolica in F 1697 Lega Augusta (NL, E, D, SW e poi GB e Savoia) vs F e pace Ryswick I nuovi equilibri europei fra Sei e Settecento (cap. 17, pag. 242) Inghilterra: Tories (gentry, monarchici) e whigs (ceti urbani, parlamentaristi), che si uniscono per Gloriosa Rivoluzione (1688-89), che sostituisce agli Stuart (filocattolici, assolutisti e in contrasto con il Parlamento) G. Orange/Maria Stuart (protestanti). Test Act (1673), Dichiarazione dei diritti (1689), Triennal Act (1694, obbligo eleggere Parlamento) e Act of Settlement (Atto di Successione, 1701, esclude cattolici da successione) pongono le basi della monarchia costituzionale. GB entra a far parte della Lega Augusta contro la F (cfr pag. 236) e successivamente partecipa alla Guerra di Successione spagnola in funzione antifrancese. Spese militari impongono la formazione di una burocrazia statale 11 Austria: espansione della monarchia austriaca (cattolica) a danno impero ottomano. Pace Carlowitz (1699) riconosce ad A l’Ungheria e la Transilvania. Rafforzamento organi centrali e forte esercito permanente Germania: dopo Pace Vestfalia, il Brandeburgo e i territori vicini costituiscono il primo nucleo dello stato prussiano  1701 F. Hoenzollern nominato re di Prussia nell’ambito della Guerra Successione. Esercito permanente 80k uomini, coscrizione obbligatoria (F. Guglielmo re sergente). Ruolo Junker e della burocrazia Guerra di Successione spagnola (1702, F e E vs Grande Alleanza A, GB, NL, poi DK, Prussia), termina con paci di Utrecht (con GB, NL) e Rastatt (con A) (1714) (cfr pag 246)  nasce un nuovo equilibrio europeo: F. Angiò rimane re E ma ribadita incompatibilità tra corona E e F; come contropartita, possedimenti E in I passano ad A (Lombardo Veneto, regno NA, Sicilia); affermazione definitiva supremazia commerciale e marittima GB Russia: nel 1689 zar Pietro il Grande (Romanov), tentativo di modernizzare il Paese. 1700 Grande Guerra Nord a fianco DK e PL, fondazione Pietroburgo e fine dominio SW sul Baltico. Pace Nystdat (1721): i territori “europei” SW sono spartiti tra Russia, PL e Prussia. Esercito di 200k soldati, sviluppo metallurgia, cantieristica navale. Riorganizzazione organi governo (senato e sinodo, anziché Duma e patriarca) e nobiltà. [Marc Raeff, “La Russia degli zar”] [Box 11: La guerra e gli eserciti nel Settecento. Eserciti permanenti di oltre 100k soldati, necessitano di addestramento. Schieramento in linea (e non più a falange), moschetto a pietra focaia, baionetta. Coscrizione obbligatoria. Guerra di logoramento, non ancora guerra totale e delle nazioni dell’era napoleonica] 1688-1689 In GB la Gloriosa Rivoluzione sostituisce agli Stuart Guglielmo Orange/Maria Stuart 1699 Pace Carlowitz: impero ottomano riconosce ad Austria l’Ungheria e la Transilvania. 1701 Federico Hoenzollern viene nominato primo re di Prussia 1702-1714 Guerra di Successione spagnola (F e E vs Grande Alleanza GB, NL, DK, Prussia) 1700-1721 Grande Guerra Nord di Russia (a fianco DK e PL) contro SW 1713-1714 Paci di Utrecht e Rastatt pongono fine alla guerra di Successione spagnola 1721 Pace Nystadt pone fine alla Grande Guerra del Nord Una nuova epoca di espansione (cap. 18, pag. 261) Tra fine 600 e 1740 terminano fenomeni di ristagno della popolazione e dell’economia europea, inizia un moto espansivo in tutti i settori: demografia (+64%, soprattutto in aree meno popolate; generato da aumento nascite più che da diminuzione mortalità), produzione agricola e industriale, commercio (soprattutto coloniale)  carattere irreversibile di questa espansione (al contrario del 500). Agricoltura: introduzione di nuove piante (mais, patata, grano saraceno). In zone ricche d’acqua (Lombardia, Paesi Bassi, DK) si pratica agricoltura intensiva e allevamento, eliminando il maggese. Accorpamento terreni (Enclosure Act in GB), investimenti e nuove attrezzature rendono agricoltura più produttiva  diminuiscono addetti all’agricoltura (-50% in GB), che potranno essere destinati all’industria  inurbamento Commercio: sviluppo agevolato da miglioramento trasporti e comunicazioni (strade, stazioni posta, canali, navi). Inoltre, si diffondono le banconote, anche se aumento massa monetaria per argento/oro dalle colonie causa inflazione e aumento dei prezzi, che impoveriscono e proletarizzano vasti strati sociali (piccoli coltivatori, salariati). Boom del commercio coloniale con Americhe e Africa, ma anche nel Mediterraneo 12 La politica riformatrice comporta la volontà di affermare l’autorità dello Stato sulla Chiesa (giurisdizionalismo) e quindi scontri con essa per immunità clero, diritto di asilo, manomorta. In alcuni casi (A, RU), incamerati i beni ecclesiastici. Anche nella Chiesa abbiamo correnti rinnovatrici (giansenismo e anticurialismo), disponibili a un compromesso con le nuove correnti politiche  concordati con E, R. Sardegna per tassazione clero ecc. Riforme fiscali rappresentano l’aspetto più importante dell’assolutismo: si passa da tasse concordate dai ceti a catasto parcellare, che tassa la ricchezza in maniera “automatica”. Principio del “no tax without representation”, che è alla base di tutte le costituzioni moderne. Diritto alla felicità, intesa come somma felicità “individuali” (USA) o felicità collettiva, perseguita dal sovrano “illuminato” (EU) [Focus]. Prussia: Federico II (1740-1786) amico Voltaire. Successi militari nelle guerre di successione. Riforme amministrative (burocrazia) e giudiziarie. Istruzione obbligatoria Austria: M. Teresa (1740-1780) e Giuseppe II (1780-1790) e monarchia “illuminata”/giuseppinismo. Riforme amministrative e finanziarie. Incameramento dei beni chiesa e giurisdizionalismo. Abolizione dazi e corporazioni. Promulgazione Codice penale. Istruzione obbligatoria  con Francesco II (1792) termina questo periodo e ne inizia uno di immobilismo e sorveglianza poliziesca (“prigione dei popoli”) Russia: Caterina II (1762-1796, principessa tedesca), apertura a EU e scontro con Chiesa ortodossa. Riforma amministrazione, istruzione pubblica. Commissione legislativa per un nuovo codice. Rivolte contadine (Pugacev) rallentano le riforme. Guerra russo-turca (1768-1774) e spartizione PL. Polonia: il “libero veto” dei nobili impedisce l’instaurarsi di un assolutismo illuminato. Conseguenza le tre spartizioni (1772, 1793 e 1795) a favore di PR, A e RU, che la fanno sparire dalla carta geografica Scandinavia: sia in SW (Gustavo II) che DK (Cristiano VII) esperienze di assolutismo illuminato Regni iberici: PG e riforme Pombal (1759). In E Carlo III (1759-1788) e riforme ispirate da ministri illuministi: espulsione gesuiti, limitazioni immunità e Inquisizione, liberalizzazione commercio, sviluppo colonie [Box 15: La formazione della burocrazia moderna. Si espande per l’allargamento della sfera di intervento statale (istruzione, assistenza, sanità). Ufficio non è più un bene patrimoniale trasmissibile, ma un servizio.] 1772 Prima spartizione della PL 1793-1795 Seconda e terza spartizione della PL L’Italia del Settecento (cap. 22, pag. 323) Come conseguenza delle Guerre di Successione, a inizio 700 l’A ha sostituito la E nel Nord Italia, alla E restano regno di Napoli e Sicilia (C. Borbone, dopo la guerre successione polacca) mentre la Sardegna va al regno sabaudo (V.Amedeo II e C. Emanuele III). Quasi tutte le zone sono interessate da programmi di riforme “illuminate”: catasto, eliminazione dazi, liberismo, giurisdizionalismo. L’influenza della Chiesa si indebolisce, processo di laicizzazione della società, almeno per quanto riguarda il ceto medio (mentre le masse ne rimangono escluse). Arretratezza rispetto a nazione come F, GB e NL: per gli inglesi, in Italia c’è troppa Spagna e troppa Chiesa, paese decadente, va bene solo per studiare l’antichità. La lingua italiana non conosce la modernità [Focus] Lombardia austriaca è oggetto di molte riforme sotto M. Antonietta e poi Giuseppe II: riordino amm. finanziaria (fine degli appalti), nuovo catasto, riforma magistrature, intendenti provinciali, istruzione pubblica. MI diventa centro illuminismo (“Caffè” di P. Verri, C. Beccaria). 15 F. Stefano (marito M. Antonietta) è, oltre che imperatore SRI, anche Granduca Toscana: liberismo e programma fisiocratico, soppressione corporazioni e dogane interne, bonifiche, “livello” ai coldiretti, codice penale, riforma Chiesa: legislazione leopoldina rappresenta il più coerente programma di riforme del 700. Regno Napoli intellettualmente vivo ma zavorrato dalla feudalità, che rende vani i tentativi di riforma di C. Borbone: limitazione giurisdizioni baronali, giurisdizionalismo, catastazione, riforma università. Tentativi di riforme anche nello Stato pontificio: bonifica pianura pontina, catasto, eliminazione dazi. Venezia ha perso la sua centralità, resta neutrale in tutte le guerre. Conservatorismo in politica interna, ma vivacità vita culturale e artistica (Tiepolo, Vivaldi). Sviluppo attività proto-industriali nell’arco prealpino. Genova: rivolta antiaustriaca (Balilla, 1746), ma l’assemblea popolo è subito disinnescata dal ceto patrizio. [Box 16: Cicisbei] Nascita di una nazione: gli Stati Uniti d’America (cap. 23, pag. 338) Distinzione tra le colonie a metà 700: colonie Nord (4, New England, puritane, piccoli proprietari, commercio Antille), colonie centrali (3: NY, NJ e Pennsylvania, maggiormente urbanizzate, etnicamente diversificate, attività finanziarie), colonie Sud (6, latifondo basato su schiavitù, commercio soprattutto con GB). Istituzioni politiche colonie: governatore (nominato dal re), consiglio, assemblea (potere legislativo) F ha colonie in Canada, Ohio e al sud (Louisiana), da dove può bloccare espansione coloni GB verso ovest, grazie anche all’alleanza con nazioni indiane. Durante la Guerra 7 Anni le colonie appoggiano GB fino all’eliminazione della presenza F in Nordamerica. Si forma una coscienza di popolo che confligge con gli interessi GB (imposizione nuove imposte e istituzione riserva indiana) e porta prima al boicottaggio, poi alla guerra (1776 Dichiarazione Indipendenza). Vittorie coloni (appoggiati F) a Saratoga e Yorktown  trattato Versailles (1783) riconosce indipendenza. 1777 Articoli Confederazione  1787 Conv. Filadelfia e Costituzione USA  1791 dieci emendamenti Nuovi Stati a spese indiani. Uno stato e due economie. Nascita partito federalista (G. Washington, 1789) e repubblicano (al Sud, Jefferson presidente 1800, fautore riavvicinamento a GB prima e a Napoleone poi) [Box 17: L’”istituzione peculiare”: la schiavitù dei neri ed il commercio triangolare] 1776-1781 Dichiarazione di indipendenza e successiva guerra tra colonie USA (+F) e GB 1783 Trattato Versailles riconosce indipendenza colonie USA + riconoscimenti territoriali a F e E 1787 Convenzione di Filadelfia e Costituzione USA La Rivoluzione francese: dall’Antico Regime alla monarchia costituzionale (cap. 24, pag. 350) Sotto Luigi XVI (1774) inizia un periodo di difficoltà economica in F: mancano condizioni per sviluppo industria, agricoltura arretrata (a causa diritti feudali e decime), aumento dei prezzi  questo provoca (anche grazie alle idee illuministe) una scristianizzazione delle masse e frustrazione tra i borghesi. Inoltre, forte crisi finanziaria, cui tentano invano di porre un freno 19 ministri finanze, tra cui Turgot (fisiocratico, incremento entrate) e Necker (riduzione spese). Per l’istituzione di una nuova imposta fondiaria che riguardi tutti è necessario convocare gli Stati Generali (1789). 16 Riunione Stati Generali (5.5.89) e problema della votazione: per ordine o per testa? Secessione dei deputati Terzo Stato nell’Assemblea Nazionale (17.6.89), a cui si aggiungono clero e parte nobiltà, diventando così Ass. Costituente  affluiscono reggimenti mercenari, rivolta popolare, presa Bastiglia (14.7.89) Si costituiscono organismi municipali fedeli all’Ass. Nazionale e si crea la Guardia Nazionale  Grande Paura Ass. Naz. abolisce i diritti feudali (4.8.89) e vota la Dich. diritti dell’uomo e del cittadino (26.8.89). I decreti dell’AN non ricevono la sanzione del re, che viene tradotto con la forza da Versailles alle Tuileries (6.10.89) Composizione AN: nobili liberali (Lafayette), giacobini (Robespierre), cordiglieri (Desmoulins, Danton). Questioni dibattute nei circoli o club. Politicizzazione delle masse: i sanculotti. Riforma ordinamento amm. (83 dipartimenti), giudiziaria (abolizione Parlamenti e elezione popolare dei giudici, separazione potere giudiziario), finanziaria (confisca beni Chiesa, riforma fiscale, liberismo economico), ecclesiastica (vescovi e parroci eletti, giuramento fedeltà, clero “refrattario”). In tutto questo, Luigi XVI mantiene atteggiamento ambiguo e confida in intervento armato potenze straniere. 1791 fuga del re (21.6) e prima Costituzione (monarchia, cittadini attivi e passivi, ass. legislativa). Nell’Ass. legislativa (che sostituisce quella Cotituente) si affermano i giacobini e i “brissottini” (poi girondini) sui foglianti. 1792 guerra all’Austria. Comune insurrezionale e Ass. legislativa vota la deposizione del re e crea Consiglio esecutivo provvisorio (10.8)  inizia confronto tra potere legale e quello effettivo dei sanculotti [Box 18: il dibattito sulla Rivoluzione francese. Teoria marxista: rivoluzione conseguenza incompatibilità tra sviluppo capitalismo borghese e regime assolutistico-feudale (lotta di classe). Critica “revisionista” a questa impostazione: non lotta di classe (omogeneità borghesia-nobiltà) ma per il potere.] 1789 Secessione Ass. Nazionale (17.6) e presa della Bastiglia (14.7): inizia la Rivoluzione francese 1791 fuga del re (21.6) e prima Costituzione 1792 guerra all’Austria. Comune insurrezionale e ass. legislativa vota la deposizione del re Dalla Repubblica giacobina al Direttorio (cap. 25, pag. 368) Dopo la Comune e la deposizione del re, viene eletta la Convenzione, con il compito di redigere la nuova Costituzione (Ass. Nazionale Ass. Legislativa Convenione). Nella Convenzione sono pressoché spariti i foglianti; la sx si divide tra Montagna (Robespierre), girondini (Danton) e Palude; ancora più a sx gli hebertisti. Convenzione abolisce la monarchia e condanna a morte il re: il 21.1.1793 Luigi XVI viene ghigliottinato. Prima coalizione antifrancese e rivolta della Vandea. Agitazioni per il carovita e introduzione maximum per grani e farine, poi esteso a generi prima necessità e salari. Scontro tra girondini e montagnardi: il Terrore (estate 1793). Nuova Costituzione (cd Anno II: dichiarazione diritti più estesa, una sola assemblea; non entrerà mai in vigore) e creazione del Comitato Salute Pubblica, che vigila sul Consiglio esecutivo. Nel 1794 taglio delle ali, Hebert e Danton alla ghigliottina. 1794 colpo di stato di Termidoro ed esecuzione Robespierre  Terrore bianco, abolizione maximum, nuova Costituzione (cd Anno III: dichiarazione dei doveri oltre che dei diritti, due consigli e Direttorio 5 membri) 17 Aumento demografico sostenuto da sviluppo agricoltura (concimi chimici, macchine agricole), industria (dal cotone al ferro, macchine a vapore), trasporti (ferrovie, piroscafi). La rivoluzione industriale (e i problemi che ne derivano: socialismo utopistico di Fourier, Proudhon) si espande da GB a D, F, B. Tra i popoli si sviluppa il concetto di nazione, percepita come unitaria soprattutto dalle élite culturali ma che fatica a diffondersi tra le masse. Il popolo nazione, fonte della sovranità, diventa la chiave di tutte le istanze di emancipazione politica durante la Restaurazione  le prime rivoluzioni nazionali si verificano in E (1820, per ristabilire Cost. Cadice, stroncata da intervento S. Alleanza), stati balcanici e Grecia (1822, a seguito crisi impero ottomano. Potenze europee intervengono a fianco Grecia, pace Adrianopoli) [Box 21: nazioni e nazionalismi. Nazionalismi 800 (cfr Ass. Nazionale della Rivoluzione, popolo-nazione fonte di sovranità) anticipano la successiva degenerazione in colonialismo e imperialismo] 1815 Termina Congresso Vienna. Stipulate Santa Alleanza (RU, PR, A e in seguito la F) e la Quadruplice Alleanza (RU, PR, A, GB) 1820 Rivoluzione in E tra liberali e carlisti, stroncata da intervento Santa Alleanza 1822 Proclamazione indipendenza Grecia e guerra potenze europee contro impero ottomano I maggiori Paesi europei tra 1815 e 1848 (cap. 28, pag. 421) Inghilterra: dopo guerre napoleoniche, disoccupazione e proteste lavoratori (1819 massacro Peterloo, riconoscimento sindacati nel 1824, movimento cartista e lega contro le leggi sul grano, romanzi Dickens). Reform Act (1832) riforma le circoscrizioni elettorali. Abolizione della schiavitù (1833). Politica estera espansionista di Palmerston (invasione Afghanistan, guerra dell’oppio, 1839-42). Regina Vittoria (1837- 1901) Francia: Luigi XVIII e la Costituzione “octroyée” del 1814. Elezioni danno maggioranza agli ultrarealisti. Carlo X è costretto a fuggire dopo l’insurrezione di Parigi del 1830, causata dal tentativo di sciogliere le Camere. Gli succede L. Filippo Orleans  allargamento diritti cost., politica estera d’intesa con GB (occupazione Algeria 1840) e successivo riavvicinamento all’A di Metternich. Prussia: rivale A nella Confederazione germanica. Unione doganale (Zollverein) solo tra stati tedeschi Austria: dopo le riforme di M. Antonietta e Giuseppe II, immobilismo politico incarnato da Metternich. Monarchia multinazionale (tenuta assieme da burocrazia e religione) e aspirazioni delle minoranze etniche Russia: abbandono tendenze riformatrici da parte di Alessandro I. Fallimento del tentativo rivoluzionario decabrista (1825). Repressione insurrezione polacca (1831). Contrasto occidentalisti e slavofili nelle èlite [Box 22: costituzionalismo e democrazia] 1825 In RU fallimento del tentativo rivoluzionario decabrista 1830 In F insurrezione di Parigi depone Carlo X. Gli succede Luigi Filippo Orleans 1832 In GB Reform Act riforma le circoscrizioni elettorali 1837 In GB sale al trono la regina Vittoria e inizia l’età vittoriana L’Italia dalla Restaurazione al Risorgimento (cap. 29, pag. 435) Regno Lombardo-Veneto: governi distinti a MI e VE, accentrata a Vienna organizzazione polizia. Amministrazione efficiente e sviluppo economico. Malcontento tra le élite (idee liberali e patriottiche) per prelievo fiscale a beneficio casse imperiali. Interventi repressivi A nel 1821 contro i Carbonari (Pellico) 20 Regno Sardegna: con Restaurazione torna assolutismo regio e cariche assegnate a nobili fedeli. Con Carlo Alberto (1831-1849) cauto riformismo. Alla vigilia del 1848 si porrà alla guida dei moti di unificazione. Moti popolari 1821 in appoggio a Regno 2 Sicilie, repressi dall’A Stato Pontificio: ritorno Pio VII, coadiuvato da cardinal Consalvi. Differenze tra regioni centrali e Lazio. Insurrezione 1831 nei ducati padani (Menotti) e nello Stato Pontificio, repressi da A. Pio IX e il neoguelfismo (1846) Regno Due Sicilie: Ferdinando I e la continuità con gli ordinamenti napoleonici (unico in I). abolizione della feudalità in Sicilia (vini pregiati, zolfo) e introduzione Codice napoleonica (già vigente a NA). Rivoluzione 1820 (G. Pepe), Ferdinando I chiede l’intervento della Santa Alleanza. Nella prima metà 800 si accentua il divario tra Nord e Sud penisola, per sviluppo agricolo e industriale, infrastrutture, livelli di alfabetizzazione  preannuncio questione meridionale. Sviluppo società segrete in I: la Carboneria. Dopo il fallimento dei moti del 1820, Mazzini (1805-72) e la Giovine Italia (e Giovine Europa)  necessità coinvolgimento masse popolari, guerra per bande. Dopo il 1840, si sviluppa il neoguelfismo, che ripudia iniziative insurrezionali e propone programma liberal- moderato: alleanza liberalismo e papato nell’interesse nazionale (Manzoni, Rosmini, Gioberti, Cattaneo, nella musica Verdi). Speranze nel pontificato Pio IX. Tutti i moti popolari del decennio 1820-30 saranno repressi dall’intervento dell’A (Santa Alleanza) [Box 23: nuovi orientamenti storiografici sul Risorgimento] 1820-1821 Moti popolari nel Regno 2 Sicilie, Piemonte, Lombardo Veneto, repressi da A 1831 Moti popolari nei ducati padani (Menotti) e nello Stato Pontificio, repressi da A Il mondo extraeuropeo nella prima metà dell’Ottocento (cap. 30, pag. 451) Sud America: nei 4 vicereami spagnoli si rafforza la classe dirigente creola, che crea propri “regimientos”. Circolano nuove idee rivoluzionarie e liberali e iniziano moti insurrezionali e indipendentisti (San Martin, Bolivar). Fallimento del progetto federale e frazionamento in stati. Brasile indipendente dal 1807 Nord America: dopo l’indipendenza, espansione a ovest e guerra contro il Messico (Texas, California). Dottrina Monroe (America agli americani). Presidenza Jackson (democratico, 1829-37) e riforme Africa: impero ottomano e Egitto di Mehmet Alì al nord. Penetrazione economica anglo-francese. Regni Ashanti e Zulu. Occupazione britannica del Sudafrica  inizia la colonizzazione dell’Africa Oceania: insediamenti GB in Australia e N. Zelanda. Saranno i primi dominion del Commonwealth Giappone: crisi shogunato Tokugawa e penetrazione commerciale russa e europea, imposta con le cannoniere. Trattati ineguali e condizione semicoloniale. 1868 restaurazione Meiji e modernizzazione Cina: a inizio 800 crescita economica e esplosione demografica causano circolo malthusiano che aggrava povertà. Le Triadi. Commercio triangolare tra GB, India e Cina e il divieto di importazione oppio causano guerra con GB  Trattato di Nanchino (1842) e clausola “nazione più favorita”. Condizione semicoloniale India: divisioni etniche e religiose favoriscono il passaggio della GB da supremazia commerciale a supremazia politica. Regulating Act 1773 stabilisce confini tra Compagnia Indie e governatore. Dopo rivolta sepoys (1857), la Compagnia e sciolta e GB assume dierttamente potere politico. Regina Vittoria imperatrice India (1877) 21 [Box 24: L’impero britannico. Indipendenza USA 1783 e spostamento interessi su Asia e continente indiano. Dopo rivolta sepoys 1857 scioglimento Compagnia Indie e assunzione diretta potere politico. Espansione in Africa, partendo da colonia del Capo fino a Egitto. Popolamento Canada, Australia e N. Zelanda] 1842 Trattato di Nanchino pone fine alla Guerra dell’oppio tra GB e Cina 1857 In India, dopo la rivolta dei sepoys, GB scioglie Compagnia Indie e assume potere politico 1868 In JAP, fine shogunato Tokugawa, trattati ineguali e restaurazione Meiji 22 1800 vittoria contro seconda coalizione (Marengo): in I viene ristabilito il controllo francese 1802 N viene nominato prima console a vita e successivamente imperatore (1804) 1805-1807 terza coalizione (sconfitta navale Trafalgar, Austerlitz) e quarta coalizione (Jena) 1809 dopo blocco continentale a GB, quinta coalizione (Wagram), apogeo dell’impero 1813-1814 Campagna RU, sesta coalizione (sconfitta Lipsia) – abdicazione di N all’Elba 1815 I 100 giorni, settima coalizione (sconfitta Waterloo), esilio a S. Elena (muore 1821) 1815 Termina Congresso Vienna. Stipulate Santa Alleanza (RU, PR, A e in seguito la F) e la Quadruplice Alleanza (RU, PR, A, GB) 1820 Rivoluzione in E tra liberali e carlisti, stroncata da intervento Santa Alleanza 1820-1821 Moti popolari nel Regno 2 Sicilie, Piemonte, Lombardo Veneto, repressi da A 1822 Proclamazione indipendenza Grecia e guerra potenze europee contro impero ottomano 1825 In RU fallimento del tentativo rivoluzionario decabrista 1830 In F insurrezione di Parigi depone Carlo X. Gli succede Luigi Filippo Orleans 1831 Moti popolari nei ducati padani (Menotti) e nello Stato Pontificio, repressi da A 1832 In GB Reform Act riforma le circoscrizioni elettorali 1837 In GB sale al trono la regina Vittoria e inizia l’età vittoriana 1842 Trattato di Nanchino pone fine alla Guerra dell’oppio tra GB e Cina 1857 In India, dopo la rivolta dei sepoys, GB scioglie Compagnia Indie e assume potere politico 1868 In JAP, fine shogunato Tokugawa, trattati ineguali e restaurazione Meiji 25 GUIDA ALLO STUDIO DELLA STORIA MODERNA (Roberto Bizzocchi) [In rosso i riferimenti alle opere trattate nel Capitolo 4] Concetto, periodizzazione, problemi (cap. 1, pag. 3) Concezione classica della storia (liberal-progressista) è improntata a un’idea di progresso: visione interpretativa del flusso della storia in cui si sottolinea nel passato ciò che sembra condurre al traguardo attuale, assunto come positivo. Superamento della concezione cristiana della storia, intesa come cammino dell’umanità verso la Salvezza  avviene grazie a Voltaire e Illuminismo, che attaccano il preteso valore assoluto della Bibbia e rileggono la storia in base a fattori non religiosi ma mondani e umani (civiltà e progresso). In quest’ottica (comunque eurocentrica) l’età moderna è salutata come la fine del vecchio e l’inizio del nuovo, la fine della stagnazione e l’inizio dello sviluppo, fine superstizione e inizio era della ragione. L’aggettivo “moderna” (al contrario di “medievale”) rivela una valutazione intrinsecamente positiva di questo periodo storico: dinamico, al passo con i tempi, volto in avanti. Crisi della concezione classica arriva con il 900: dopo due guerre mondiali e i totalitarismi, è difficile mantenere l’ottimismo progressista che aveva animato gli storici liberali e borghesi dell’800. Le scienze sociali che si affermano in questo periodo negano la possibilità di pensare il mondo in termini di “evoluzione” storica e spingono a guardarlo in tutta la sua complessità. Incontro tra storia e scienze sociali (sociologia, antropologia, economia, geografia): lo studio della storia si arricchisce di nuovi campi di ricerca a scapito di quelli “classici” incentrati su avvenimenti politici e culturali. Secondo Braudel, la storia delle date e dei fatti singoli (evenementale) va letta sullo sfondo della storia sociale dei gruppi umani (sociologia), e entrambe queste storie sono condizionate dalle relazioni dell’uomo con l’ambiente che lo circonda (geografia). Impatto sulla periodizzazione: l’incontro tra storia e scienze sociali impatta sulla periodizzazione, soprattutto per quanto riguarda l’inizio della storia moderna: ad esempio, da un punto di vista demografico i punti di svolta sono la peste del 300 e la metà del 600, quando guerre e carestie interrompono crescita demografica. Dal punto di vista dell’antropologia (Bloch, gli Annales), invece, si evidenziano nell’età moderna alcuni caratteri – la sacralità del re e i re taumaturghi, l’onore del sangue nobile – che moderni (in senso di razionali) non sono e che imporrebbero un ripensamento sull’inizio dell’età moderna, in quanto non c’è una cesura netta ma sostanziali elementi di continuità tra le due epoche. Diverso discorso per la fine dell’era moderna, dove le tre rivoluzioni - industriale, americana e francese – sono eventi talmente radicali da togliere ogni dubbio sul fatto che chiudono un’epoca per aprirne un’altra. Esaminiamole nel dettaglio (la prima è una rivoluzione economica, le altre due politiche): - Rivoluzione industriale: anche se alcuni storici ne negano il carattere “rivoluzionario”, trattandosi piuttosto di un’”evoluzione”, quello che è innegabile sono l’impatto e le conseguenze sociali della Rivoluzione industriale: distruzione del modo di produzione feudale; soggiogamento delle forze naturali da parte delle macchine (grazie a rivoluzione scientifica 600); incremento demografico che rompe il circolo vizioso malthusiano e libera braccia dall’agricoltura all’industria; urbanizzazione e 1 conseguente formarsi della famiglia nucleare e venir meno del controllo della comunità sulla vita delle persone (Marx, Il Manifesto). - Rivoluzione americana fa valere il principio “no tax without representation” ed è la base della democrazia rappresentativa. Inoltre, crea una società meno gerarchizzata e con maggiore mobilità sociale. - Rivoluzione francese è maggiormente innovativa dal punto di vista politico: la sovranità del potere risiede nel popolo (e non più nella grazia divina), che deve esprimere direttamente la sua volontà (senza neppure la mediazione della rappresentanza di tradizione anglosassone)  nell’ideale giacobino affonda le radici il totalitarismo del 900 (soprattutto comunista), che pensano di governare il mondo secondo i principi della ragione astratta e universale. La Dichiarazione dei diritti dell’uomo riconosce anche diritti attivi e possibilità di piena partecipazione alla vita politica (laddove il sistema anglosassone si limitava a riconoscere garanzie e sicurezze personali). La Rivoluzione francese ha anche una linea di continuità con l’Antico Regime: l’accentramento amministrativo La crisi della concezione classica della storia spinge gli storici a interpretare il processo storico di modernizzazione non più come un fenomeno di liberazione e progresso, quanto di coercizione e rinuncia. Questa tendenza la possiamo rilevare nell’opera di diversi autori a cavallo del 900, anche in campi diversi. - Marx (1844) pone la questione della modernizzazione economica come perdita di spazi di libertà: è il concetto di alienazione e sfruttamento del lavoratore. Critica degli aspetti oppressivi della modernizzazione - Freud (1929) esamina il rapporto tra civilizzazione e repressione degli istinti della violenza e del sesso. Il senso di colpa è alla base dell’autocontrollo delle pulsioni, che genera infelicità e nevrosi - Marcuse (1968) cercherà di coniugare Marx e Freud, in una denuncia del carattere repressivo del mondo borghese contemporaneo - Foucault (1970) approfondisce il “disciplinamento” che è tipico dell’età moderna dove, al contrario che nel ME, autorità laiche e religiose intendono regolare ambiti sempre più vasti della vita delle popolazioni. Modernità come riduzione di libertà per gli individui, come volontà di ridurre il più possibile aspetti devianti (follia, vagabondaggio  grande internamento del 600). Tentativo di imporre, attraverso la scuola, la fabbrica, il carcere – un atteggiamento di vita adeguato, conforme e “normale” (Sorvegliare e punire, 1975) Le grandi questioni [dell’età moderna] (cap. 2, pag. 37) La Cristianità divisa e la libertà religiosa (2.1, pag. 37) La divisione fra Cattolicesimo e Protestantesimo è un episodio fondamentale della storia moderna d’Europa. In età moderna il potere civile dello Stato si estende e viene meno la funzione della Chiesa, che era quello di mantenere la pace all’interno della comunità in assenza della forza di costrizione del potere civile. Le politiche di Stato e Chiesa (sia cattolica che protestante) diventano complementari e puntano a un forte disciplinamento sociale (i Dieci Comandamenti soppiantano per importanza i sette peccati capitali). Allo stesso tempo, la dimensione religiosa garantisce l’esistenza di una dimensione etica non confusa con le leggi dello stato, diventa una risorsa di libertà e una difesa dall’integralismo. Nell’età moderna va persa la dimensione comunitaria tipica dell’esperienza religiosa del ME (vedi confessionale chiuso). Anche questo apre la strada all’”individualismo” del Protestantesimo. 2 Il passo successivo verso l’individualismo è fornito dal pensiero liberale del 600, che teorizza l’esistenza di uno stato di natura, precedente alla vita sociale e politica, i cui diritti sono innati e ineriscono all’uomo come individuo  Dichiarazione dei diritti dell’uomo delle rivoluzioni americana e francese, Robinson Crusoe. La rivendicazione dei diritti individuali esercita un effetto riformatore per la famiglia, perché viene a sostituire la logica dell’individuo a quella del “gruppo” familiare: questo comporterà la riforma dei sistemi di trasmissione del patrimonio familiare (maggiorascato), una liberalizzazione dell’accesso al mercato matrimoniale, la modificazione dei rapporti fra genitori e figli e mogli e mariti, fenomeni che saranno accelerati dalla legislazione napoleonica dell’800. Ma il vero cambiamento avverrà non tanto per effetto della legislazione quanto dell’economia, e non a caso investirà prima l’Inghilterra della Rivoluzione industriale: l’inurbamento delle masse proletarie porterà al formarsi della famiglia nucleare. Allo stesso tempo tra i nobili si forma un modello di famiglia più attento al riconoscimento dei diritti degli individui (cd “domesticity”), che si accompagna a una maggior tasso di sentimentalismo nella cultura europea (Ewrther di Goethe, Ortis di Foscolo, Giulia/Nuova Eloisa di Rousseau). Ciò nonostante, la famiglia nucleare “moderna” basata sui diritti dell’individuo presenta anche un’altra faccia della medaglia, costituita da una pesante pressione verso la regolamentazione e standardizzazione dei comportamenti. La famiglia borghese, che si avvia a diventare il modello “naturale” di strutturazione della vita familiare, è un luogo di obblighi, limitazioni e rinunce non meno che di affetti. Le fonti (cap. 3, pag. 83) L’esigenza per lo storico di lavorare sulle fonti nasce nell’800. La premessa è il lavoro filologico degli Umanisti, che comporta uno studio sui testi autentici per liberarli delle interpolazioni dei copisti (cfr Lorenzo Valla, 1440 e la Costituto Costantino, oppure la traduzione della Bibbia dal greco di Erasmo da Rotterdam). La rivoluzione scientifica del 600 (Cartesio), poi, impone anche agli storici un atteggiamento più attento verso la ricerca di fonti a sostegno delle proprie affermazioni. Distinzione tra fonti primarie (attestazioni immediate, fonti documentarie: problema dei falsi) e secondarie (testimonianze indirette e rielaborazioni letterarie, subordinate alle fonti primarie). Anche basandosi sulle fonti (e non più sull’autorità indiscussa della tradizione, sull’”ipse dixit”), però, la ricostruzione oggettiva del passato incontra comunque dei limiti: il primo, riguarda la soggettività dello storico, che svolge comunque un lavoro di tipo letterario. Inoltre, spesso sono le stesse fonti a non rendere possibile una riproduzione oggettiva del passato. I motivi possono essere molteplici: distruzione e dispersione dei documenti (o per incuria o deliberatamente); lacunosità delle fonti, che spesso non riguardano aspetti della vita “minima”, concentrandosi solo su grandi eventi politici e militari; tendenziosità di una fonte, perché porta comunque l’impronta della ragione per cui è stata prodotta e del modo in cui è confezionata (si pensi allo stesso fatto raccontato in una lettera o in un verbale di polizia). Esaminiamo ora nel dettaglio le principali fonti di cui si avvale lo storico: Fonti archivistiche: sono prevalentemente fonti primarie, ma non bisogna esagerarne la loro oggettività per il motivo spiegato in precedenza. Si differenziano in fonti a stampa e non a stampa. Il luogo di elezione per la ricerca sono gli archivi (Guida agli Archivi di Stato, archivi degli enti ecclesiastici che sono “archivi del 5 mondo”). Le fonti archivistiche aumentano a partire dal 500, in quanto documentano il controllo e governo del territorio sia da parte dello Stato che della Chiesa. Negli ultimi anni, contributo dell’informatica nella ricerca archivistica. [Federico Chabod, “Lo stato e la vita religiosa a Milano nell’epoca di Carlo V”] Fonti a stampa: nell’età moderna, è nota l’importanza fra fonti a stampa (fogli volanti con silografia caricaturale del Papa) e Riforma luterana; anche la Controriforma colse le potenzialità della stampa (manualetti di devozione, vite di santi). La stampa sarà poi il metodo fondamentale di diffusione delle idee dell’Illuminismo, tramite i giornali (gazzette e giornali d’opinione). Inoltre, ci sono alcune collane di libri a basso prezzo che documentano la cultura popolar dell’epoca (Bibliotèque bleue, 600 in Francia) [Otto Brunner, “Vita nobiliare e cultura europea”]. Fonti diplomatiche e amministrative: le fonti diplomatiche si sviluppano soprattutto nell’età moderna, quando la politica estera è affidata a uffici stabili che diventano produttori di una gran mole di documenti. In politica interna, lo sforzo dello Stato di controllare sempre più aspetti della vita dei sudditi comporta la produzione di documenti amministrativi; anche l’attività della Chiesa è documentata dalla visita pastorale [Federico Chabod, “Lo stato e la vita religiosa a Milano nell’epoca di Carlo V”] . Inoltre, gli atti notarili consentono di ricostruire la “microstoria”, soprattutto se incrociati con visite pastorali. Fonti non scritte: servono ad integrare i risultati dell’analisi delle fonti scritte. Si pensi alle modifiche nel linguaggio, a fonti di tipo folklorico come canti e danze [Edward Thompson, “Società patrizia, cultura plebea. Otto saggi di antropologia storica sull’Inghilterra del Settecento”] o alla modifica dell’insieme del paesaggio (oggetto di studio della geografia, che sempre di più si interseca con il lavoro dello storico) [Emilio Sereni, “Storia del paesaggio agrario italiano”]. Fonti figurative e letterarie: si tratta di fonti che presentano particolari problemi di attendibilità per lo storico, perché l’artista è influenzato dalla sua soggettività, le sue opere – anche laddove caratterizzate dal realismo – non possono essere viste come un mero specchio della realtà (sarebbe una limitazione anche per lo studioso di arti figurative o letterarie). È importante che tali fonti siano valutate criticamente, in accoppiamento con l’uso di fonti di altra natura. Fonti private: si tratta di carte di amministrazione dei beni, ma anche di diari e lettere ritrovati negli archivi familiari. Valgono le stesse cautele nel loro uso che abbiamo visto per le fonti figurative e letterarie. Normalmente, riguardano solo i ceti più elevati: quando si rinvengono fonti private di ceti più modesti (autobiografie vetraio parigino e operaio rurale dl Maine), vengono esaminate con particolare interesse. [Robert Darnton, “I lettori rispondono a Rousseau: la costruzione della sensibilità romantica”; Edward Thompson, “Società patrizia, cultura plebea. Otto saggi di antropologia storica sull’Inghilterra del Settecento”; Natalie Zemon Davis, “Donne ai margini. Tre vite del XVII secolo”] Fonti giudiziarie: si tratta spesso delle uniche fonti per ricostruire la vita dei ceti più modesti della società: inchieste di polizia, verbali di interrogatori, atti di processi. Gli atti dei processi matrimoniali consento allo storico di studiare i rapporti tra i sessi e la vita privata. [Arlette Farge-Jacques Revel, “La logica della folla. Il caso dei rapimenti di bambini nella Parigi del 1750”] Fonti della storia non europea: per alcune aree geografiche extraeuropee che utilizzavano la scrittura – Islam, Cina, Giappone, India -, disponiamo di fonti scritte analoghe a quelle europee. Per l’Africa, invece (ma anche per la civiltà Inca), dove non si utilizzava la scrittura, c’è il pregiudizio hegeliano di “società senza storia”. L’unico modo per ricostruire la storia di queste aree in epoca premoderna è la collaborazione tra antropologia e storia (etnostoria); a partire dall’epoca moderna, invece, anche per queste aree disponiamo di fonti scritte, per quanto prodotte dagli europei (conquistatori, missionari, compagnie di affari). [Nathan Wachtel, “La visione dei vinti. Gli indios del Perù di fronte alla conquista spagnola”; Karl Polanyi, “Il Dahomey e la tratta degli schiavi. Analisi di un’economia arcaica”] 6 Infine, in alcuni casi il lavoro dello storico, soprattutto nel campo della “global history”, si basa sulle pubblicazioni di altri storici e consiste in una rielaborazione concettuale del loro contenuto per giungere a risultati originali o di sistemazione. [Karl Polanyi, “Il Dahomey e la tratta degli schiavi. Analisi di un’economia arcaica”, Marc Raeff, “La Russia degli zar”] Lo storico al lavoro (cap. 4, pag. 123) Si tratta di dieci schede di letture che permettono di tornare sui grandi temi dei primi due capitoli e insieme di vedere il concreto il lavoro sulle fonti illustrate nel terzo capitolo. [Federico Chabod, “Lo stato e la vita religiosa a Milano nell’epoca di Carlo V”, 1938 – fonte prevalente sono documenti amministrativi della burocrazia statale e, da parte ecclesiastica, le visite pastorali e le lettere papali. Emerge il disordine morale del clero durante le Guerre d’Italia del 500, che sarà poi causa della Riforma luterana. Emerge anche la collaborazione tra potere ecclesiastico e civile nel costruire la società italiana nel segno dell’uniformità e dell’obbedienza.] [Nathan Wachtel, “La visione dei vinti. Gli indios del Perù di fronte alla conquista spagnola”, 1971 – fonte prevalente è quella dell’attuale folklore centro-sud americano. Assume un punto di vista rovesciato, quello dei nativi americani, per i quali la conquista europea non è l’inizio di una nuova era ma la fine traumatica di una civiltà. In un contesto di sopraffazione, le due culture non trovarono una fusione armonica, ma restarono l’una subordinata all’altra.] [Natalie Zemon Davis, “Donne ai margini. Tre vite del XVII secolo”, 1995 – studio di genere (viene abbandonata l’ottica maschile), tre biografie di donne che si sono trasferite, il tema centrale è l’incontro di culture nell’ottica dell’esperienza femminile.] [Otto Brunner, “Vita nobiliare e cultura europea”, 1949 – esamina la cultura nobiliare dal punto di vista di due nobili assai diversi tra loro, un piccolo nobile di provincia (autore di “La vita nobiliare in campagna”) e il principe von Liechtenstein: ciò che li accomuna, dal punto di vista culturale, è il rapporto legittimante con la terra. Si intravede la fine di questa cultura “fondiaria”, messa in crisi dallo sviluppo economico borghese che ridimensiona il ruolo della rendita fondiaria e dalle idee illuministe che contestano il privilegio ereditario.] [Emilio Sereni, “Storia del paesaggio agrario italiano”, 1961 – utilizza fonti figurative (mappe, topografie, opere d’arte) accanto a fonti scritti (dati catastali, tabelle, statistiche). Riguarda fenomeni storici di lunga durata, che richiedono un’analisi diversa da quella che riguarda i tempi concentratati degli eventi politici. Importanza ambiente come argomento storico.] [Karl Polanyi, “Il Dahomey e la tratta degli schiavi. Analisi di un’economia arcaica”, 1966 – monografia costruita sulla rielaborazione concettuale di ricerche altrui. Intersezione tra antropologia e storia. Indagine sul contatto fra una realtà arretrata e tradizionale e l’economia europea in pieno sviluppo: l’analisi del socialista Polanyi è dimostrare che – pur rappresentando il Dahomey un’eccezione – non necessariamente la logica del mercato riesce a modificare un sistema arcaico, ancora basato sul baratto in un contesto di sostanziale fissazione d’autorità del prezzo da parte del potere politico per ragioni non economiche.] [Arlette Farge-Jacques Revel, “La logica della folla. Il caso dei rapimenti di bambini nella Parigi del 1750”, 1988 – utilizzo di fonti giudiziarie. Esaminando le rivolte nata dalle sparizioni di bambini, tratta dell’affermazione del modello nuovo e impersonale del moderno Stato di polizia, incarnato dai nuovi ispettori che hanno sostituito i commissari di quartiere. Passaggio dallo Stato sacrale e paternalistico dell’Antico Regime a quello repressivo della modernità.] 7
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