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Schemi Guerre d'Italia, Dispense di Storia Moderna

Guerre d'Italia Riassunte e Schematizzate

Tipologia: Dispense

2017/2018

Caricato il 02/08/2018

Gio777
Gio777 🇮🇹

4.5

(4)

9 documenti

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Scarica Schemi Guerre d'Italia e più Dispense in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! LA PRIMA META’ DEL CINQUECENTO LE MONARCHIE EUROPEE E LE «GUERRE D’ITALIA» MONARCHIE «NUOVE» E IMPERI «TRADIZIONALI» Massimiliano d’Asburgo, la moglie Maria di Borgogna, il figlio Filippo e il nipote Carlo, futuro imperatore IL SOVRANO NON TOLLERA ALTRI POTERI  Le conseguenze di questa affermazione di potenza sono due  1. i sovrani rifiutano che all’interno dei propri regni esistano poteri concorrenti e condizionanti rispetto al loro: grandi feudatari o città autonome  2. i sovrani ritengono che il loro potere non dipenda da alcuna autorità esterna ma derivi direttamente da Dio, senza mediazioni né da parte dell’imperatore, né soprattutto da parte del papa  Come effetto del punto 2., i sovrani tentano e spesso riescono a mettere sotto il loro controllo vescovi e abati (indirizzando la loro nomina) LA MONARCHIA FRANCESE: L’AZIONE DI LUIGI XI (1451-83)  La monarchia francese ottenne effetti positivi dalla guerra dei Cent’anni  A. i sudditi del regno di Francia si strinsero maggiormente al sovrano per difendere il loro territorio dagli inglesi e crebbe lo spirito nazionale  B. i sovrani Valois approfittarono del conflitto per eliminare i domini feudali autonomi, che avrebbero tolto stabilità alla monarchia e li inglobarono progressivamente tra i loro territori  1477: Luigi XI, re di Francia, sconfisse Carlo il Temerario, duca di Borgogna e disintegrò territorialmente il ducato  Negli anni successivi lo stesso Luigi XI annesse al regno di Francia Anjou, Maine e Provence Luigi XI, re di Francia CARLO VIII: IL RAFFORZAMENTO TERRITORIALE, FISCALE, AMMINISTRATIVO E MILITARE DELLA MONARCHIA FRANCESE  Carlo VIII, successore di Luigi XI, sposò Anna di Bretagna e annesse al suo regno anche questo ampio territorio  Nuove tasse da versare alla corona: la taille, un’imposta annuale che doveva essere pagata da ogni focolare domestico; le aides, imposte sui beni di consumo; imposta sul sale  Il denaro ricavato dalle tasse permise tra l’altro ai sovrani di rafforzare l’esercito  Altre innovazioni significative: controllo sulla Chiesa francese; creazione di una burocrazia stabile; riorganizzazione degli uffici giudiziari Carlo VIII e Anna di Bretagna IL REGNO DI SPAGNA/1: L’AZIONE POLITICA DI FERDINANDO D’ARAGONA E ISABELLA DI CASTIGLIA  1469: Ferdinando, erede al trono d’Aragona, sposa Isabella, erede al trono di Castiglia (seppure contestata)  1479: Isabella e Ferdinando, rispettivamente regina di Castiglia e Leon e re di Aragona, Catalunya e Valencia, congiungono i loro regni. La congiunzione si svolge in modo che ognuno dei due sovrani sia principe consorte dell’altro nel regno del rispettivo coniuge. I due regni mantengono istituzioni e leggi separate per molto tempo, oltre che avere tradizioni e lingua diverse. Ferdinando I d’Aragona Isabella di Castiglia IL REGNO DI SPAGNA/2:LA POLITICA DEI «RE CATTOLICI»  La Castiglia era più ricca e popolosa dell’Aragona e fu curata dai due sovrani con maggiore attenzione della seconda  Furono repressi anarchia feudale e banditismo  Il governo della città fu affidato a corregidores (funzionari regi)  Le cortes, che rappresentavano nobiltà, clero e città, furono convocate raramente e indotte a votare a favore delle richieste finanziarie dei sovrani, attraverso trattative fatte di concessioni fiscali e commerciali  Ferdinando ottenne dal papa il privilegio di conferire seggi episcopali e benefici ecclesiastici: in questo modo da concederli alle famiglie nobili e di controllarle meglio perché non mettessero in discussione il potere dei sovrani  La Mesta, la corporazione che univa i grandi allevatori di pecore della Castiglia, in buona parte grandi aristocratici, fu protetta e favorita dai sovrani, spesso contro gli interessi degli agricoltori.  Le tre provincie che formavano il regno d’Aragona avevano privilegi a autonomie che mantennero intoccabili grazie alle proprie Cortes, che erano più agguerrite di quelle castigliane La Spagna al termine della Reconquista IL REGNO DI SPAGNA/3:LA RELIGIONE CEMENTO DEL REGNI CONGIUNTI  I due regni erano unificati da dinamiche legate alla religione cattolica  1. la tradizione secolare della Reconquista del territorio spagnolo nei confronti dei musulmani  2. la difesa dell’ortodossia religiosa contro gli «Infedeli», musulmani e ebrei  Nel 1478 alla Spagna, per combattere fino in fondo contro gli infedeli, fu concesso da parte del papa di avere un proprio Tribunale dell’Inquisizione che era sottoposto all’autorità dei sovrani  Le due dinamiche ebbero un esito positivo nel 1492 con la conquista di Granada, ultimo califfato musulmano. Inoltre in questa data furono espulsi anche gli ebrei. Qualche tempo dopo furono espulsi anche i musulmani che non vollero convertirsi al cattolicesimo  Nel 1494 Isabella e Ferdinando furono nominati «re cattolici» dal papa GLI ASBURGO: UNA STRATEGIA DINASTICA EUROPEA  A partire dal 1438 l’imperatore proviene sempre dalla medesima dinastia: gli Asburgo, che detengono un ampio potere nell’area austriaca e hanno una parte significativa della Borgogna, per merito di Massimiliano d’Asburgo che aveva sposato l’ultima erede del ducato borgognone, Margherita.  Durante il Quattrocento gli Asburgo si pongono e realizzano due obiettivi interconnessi  A. mantenere il potere imperiale all’interno della propria famiglia e rendere il potere imperiale di coordinamento dei territori autonomi e sempre più forte  B. ampliare i loro domini diretti e controllare i propri territori tanto strettamente da avere le risorse per rafforzare l’autorità imperiale.  Gli Asburgo acquisiranno, con Carlo V, anche le corone di Boemia e Ungheria nel 1526. In questo modo costituiscono un doppio argine nell’Europa orientale contro l’avanzata militare e territoriale dell’impero ottomano e contro il potere economico e politico della Repubblica di Venezia Massimiliano d’Asburgo L’IMPERO OTTOMANO: MULTIETNICO E MULTIRELIGIOSO  L’impero ottomano aveva il suo centro nell’attuale Turchia  Guidato da un sultano, l’impero era composto da molte province e potentati che mantenevano autonomia politica, ma dovevano pagare imposte al sultano e fornire uomini e mezzi in occasione delle numerose spedizioni militari con le quali gli ottomani si espansero nel bacino del Mediterraneo.  All’interno dell’impero la religione ufficiale era l’Islam, ma venivano tollerati i sudditi di religione diversa che potevano, entro determinati limiti, professare i propri culti: dovevano pagare una tassa speciale per la loro diversità religiosa  L’impero era composto da ampi territori, talvolta reciprocamente lontani, abitati da etnìe diverse che differivano per lingua, cultura, fede religiosa.  Nel 1530 gli abitanti erano circa 30 milioni, buona parte dei quali erano cristiani e ebrei  Governare una struttura politico-territoriale con queste caratteristiche era complesso e in realtà questa diversificazione estrema contribuì con il tempo a indebolire l’impero. DENTRO L’IMPERO OTTOMANO: GIANNIZZERI, ESERCITO, ECONOMIA,ISTITUZIONI  I sudditi cristiani ebbero un ruolo importante per l’affermazione dell’impero ottomano  Periodicamente l’impero compiva una leva obbligatoria di bambini cristiani, scelti per le loro qualità: essi venivano sottratti alle proprie famiglie e educati nella fede musulmana. Essi erano preparati per diventare o paggi di corte o soldati di una fanteria d’elite, i «giannizzeri», che costituiva il corpo militare migliore in Europa  L’esercito era il punto di forza degli ottomani, che contribuì in modo decisivo all’espansione territoriale della «Sublime Porta».  Il fondamento economico dell’impero ottomano era la terra, che apparteneva al sultano, il quale esercitava un’autorità assoluta e sovente dispotica  La vita della maggioranza dei sudditi non era tuttavia peggiore sotto il dominio ottomano rispetto alle monarchie europee: non c’era la servitù della gleba (cioè il contadino non era vincolato alla terra che coltivava in condizione giuridica di sostanziale schiavitù); i prelievi forzosi che i contadini subivano dagli alti ufficiali dell’esercito, detentori di concessioni di terre, e dall’impero erano pesanti ma non quanto accadeva ad esempio in Spagna o Francia; il sistema giuridico era impostato sulla legge islamica, ma la giustizia era pronta e imparziale; commercianti e artigiani costituivano corporazioni di tipo religioso, protette dallo Stato I «giannizzeri» La «Sublime porta» a Istanbul, simbolo del potere ottomano I DOMINI DI CARLO V Padre, Filippo il Bello eredità austriaca e borgognona (dal 1506) Madre, Juana «la Loca» eredità castigliana e aragonese (dal 1516) Nonno, Massimiliano I d’Asburgo, titolo imperiale (dal 1519) La Francia si trovava circondata dai domini di Carlo V. Punti di forza e di debolezza dei domini di Carlo V  Eredità spagnola: ampia flotta e robusta fanteria – oro e argento dalle colonie americane – commercio di grano siciliano  Eredità imperiale: truppe mercenarie di lanzichenecchi  Eredità borgognona: commerci e manifatture tessili dei Paesi Bassi e delle Fiandre  Diversità territoriale, culturale e linguistica dei territori che avevano interessi economici e politici spesso divergenti  Ostilità francese: timore di accerchiamento e rivalità per Paesi Bassi, Spagna, Napoli e Milano  Ostilità di alcuni papi per i progetti universalistici di Carlo V  Pressione degli ottomani sui confini orientali Carlo I in Spagna: dai comuneros al rispetto  Carlo dal 1517 al 1520 rimase in Spagna per esercitare il suo ruolo di sovrano, con il nome di Carlos I, ma con risultati non positivi  Scontentò gli aristocratici spagnoli attribuendo a gentiluomini fiamminghi e borgognoni di sua fiducia cariche ecclesiastiche e funzioni superiori nell’amministrazione regia  Cercò di imporre tasse agli spagnoli per pagare le spese della sua incoronazione imperiale  Nel 1520, poco dopo che il nuovo re si era allontanato dalla Spagna per andare in Germania, scoppiò in Castiglia una dura rivolta, chiamata dei comuneros perché guidata da una coalizione di città che rivendicavano le proprie autonomie.  La rivolta si estese a tutta la regione, con ampio sostegno da parte dei contadini che speravano di mutare i rapporti di forza economica e sociale nelle campagne, in cui permanevano diritti feudali che li assoggettavano  Gli aristocratici inizialmente sostennero i comuneros, ma poi si opposero a essi perché temevano di perdere le proprie terre e i diritti feudali consuetudinari nelle campagne  La rivolta si concluse nel 1522 a Toledo, con un assedio al termine del quale l’esercito di Carlo sostenuto anche dagli aristocratici spagnoli, espugnò la città occupata dai comuneros, che ne avevano fatto una roccaforte  Carlo imparò dalla rivolta dei comuneros a trattare la Spagna con maggiore attenzione e rispetto: soggiornò in Spagna per diversi anni e scelse tra gli aristocratici spagnoli capi militari e consiglieri  Nel 1526 sposò Isabella, infanta del Portogallo: alla moglie affidò la reggenza quando era lontano dalla Spagna L’ITALIA DAL 1454 (pace di Lodi) AL 1494: UN INSIEME DI ENTITÀ POLITICHE E TERRITORIALI I contendenti delle guerre d’Italia, 1494 - 1554 L’Italia diventa nel periodo 1494 – 1554 un vero e proprio campo di battaglia, in cui si combattono tutte le entità politico territoriali italiane tra loro e alcune tra le “vecchie” e “nuove” monarchie europee  Ducato di Milano  Ducato di Savoia  Repubblica di Venezia  Repubblica di Firenze  Stato della Chiesa  Francia  Impero di Carlo V: Spagna, domini asburgici, principati tedeschi, regno di Napoli  Inghilterra Le guerre d’Italia come guerre europee. Le guerre d’Italia sono ritenute vere e proprie guerre europee cioè conflitti nei quali si viene creando un sistema diplomatico continentale, attraverso un gioco di alleanze e schieramenti sempre diversi. Fattori di instabilità in Italia, 1: il ducato di Milano e Ludovico “il Moro”. Ludovico Sforza, “Il Moro”  A Milano, Gian Galeazzo Sforza era stato imprigionato dallo zio, Ludovico, detto “il Moro”, morendo misteriosamente.  Nel 1494 Ludovico era diventato duca di Milano.  Ludovico temeva l’ostilità sia dentro la sua famiglia, sia da parte degli altri potentati italiani Fattori di instabilità in Italia, 1: la discesa in Italia di Carlo VIII, il regno di Napoli. Carlo VIII, re di Francia  Ludovico chiama in aiuto per avere sostegno contro i suoi avversari, il re di Francia, Carlo VIII, che intendeva conquistare il regno di Napoli, già appartenuto alla casata francese degli Angiò nel XIV secolo, e ora spagnolo.  Carlo VIII prosegue da Milano verso Napoli, insieme a un grande esercito armato di cannoni, e non trova avversari.  Occupa Napoli nel 1495 senza fatica. Fattori di instabilità in Italia, 1: alleanza contro Carlo VIII e sua ritirata.  Il papa Alessandro VI Borgia raduna una alleanza con Venezia, Milano, l’imperatore Massililiano d’Asburgo e i re cattolici.  Questa alleanza costringe Carlo VIII a ritirarsi. Papa Alessandro VI Fattori di instabilità in Italia, 3: nascita e morte della “repubblica dei santi” di Girolamo Savonarola a Firenze. Girolamo Savonarola  Savonarola predicava il ritorno allo spirito del Vangelo, la purificazione dei peccati della Chiesa corrotta, e di una città rovinata dai semipagani de’ Medici e dalle lotte politiche.  Le autorità civili per qualche tempo sostennero l’azione “purificatrice” di Savonarola, che fu puntellata anche da Carlo VIII di Francia.  Ma il pontefice Alessandro VI, contro cui Savonarola si scagliò più volte, lo scomunicò. Questo fatto, unito alla ritirata di Carlo VIII, portò alla condanna al rogo del frate, ormai isolato, nel 1498. La Spagna riconquista il regno di Napoli: 1504  Luigi XII, successore di Carlo VIII, occupa Milano nel 1499.  Nel 1500 firma un trattato di spartizione del regno di Napoli con Ferdinando I, re di Spagna.  L’accordo però non verrà rispettato e i due stati si scontreranno nel 1504 nella battaglia di Marignano (Melegnano): vince la Spagna, che da allora deterrà il ducato di Milano fino al 1516 e poi dal 1526 per due secoli Luigi XII di Francia Ferdinando I di Spagna Le due leghe di Giulio II: Cambrai (1508) e Lega Santa (1512)  Papa Giulio II intendeva rafforzare il controllo di territori dello Stato pontificio molto instabili, in particolare la Romagna, contesa da Venezia. Per questo organizzò due alleanze con potentati italiani e grandi monarchie europee.  La lega di Cambrai, con la Spagna e l’imperatore Massimiliano e Napoli, sconfisse i veneziani a Agnadello (1508)  La Lega Santa, che raduna tutti i potentati italiani e gli Stati europei, Asburgo, Inghilterra, Spagna e Venezia, più importanti contro la Francia, scaccia Luigi XII dall’Italia (1512) La battaglia di Agnadello Il sito della battaglia di Agnadello La reazione di Carlo V contro la lega di Cognac: il “sacco di Roma”, 1527  Carlo V reagisce alla Lega di Cognac percorrendo l’Italia e puntando su Roma per invaderla.  Il papa si chiude a Castel S. Angelo  La città viene invasa dall’esercito imperiale, ma i soldati più agguerriti, i “lanzichenecchi”, di fede protestante, non ricevendo il soldo pattuito, saccheggiano e devastano Roma.  L’episodio rappresentò uno shock per tutta l’opinione pubblica e l’intellettualità europea, che spesso lo paragonò al ritorno dei barbari a Roma.  La propaganda imperiale lo presentò come un giudizio di Dio contro la chiesa corrotta. I lanzichenecchi e il “sacco” di Roma La pace di Cambrai, 1529. L’incoronazione imperiale di Carlo V.  A Barcellona, nel 1529, il papa e Carlo V firmarono la fine delle ostilità, che Carlo desiderava per le difficoltà finanziarie e il riaprirsi a est del pericolo ottomano  A Cambrai, nello stesso anno , Francesco I di Francia deve firmare una pace con cui accetta il ritorno di Milano al duca Francesco II Sforza, uomo di Carlo V.  Carlo V ottiene definitivamente il regno di Napoli, Fiandre e Artois.  La Spagna è la nuova padrona d’Italia.  Nel 1530 Carlo V viene incoronato imperatore del Sacro romano impero da Clemente VII a Bologna. IL PROGETTO IMPERIALE DI CARLO V: DAL SOGNO ALL’ABDICAZIONE L’impero ottomano nel cuore del XVI secolo [ESS] Impero ottomano nel 1355 Espansione prima del 1680 [2A Espansione prima del 1453 ——? Direttrice dell'attacco turco all’Europa Espansione prima del 1520 ca. Due tentativi francesi di riaprire il conflitto  Francesco I, che si era alleato con gli ottomani, cercò di approfittare delle difficoltà di Carlo V  1535-37: alla morte di Francesco II Sforza, signore di Milano sostenuto da Carlo V, la città fu annessa ai domini imperiali. I francesi, sostenuti da Enrico VIII, come risposta occuparono la Savoia, i cui duchi erano legati a Carlo V, e Carlo V fece occupare la Provenza.  Si giunse a una pace non risolutiva  1542: Francesco I riapre la guerra contro Carlo V, impegnato a Algeri. Enrico VIII si schiera con l’imperatore e lo aiuta a respingere l’attacco francese.  Al termine di queste due contese, la situazione dei domini territoriali non si modificò La questione religiosa: la Riforma e la lega di Smalcalda  Carlo V voleva creare un ordine imperiale europeo: i modelli erano la Roma imperiale e l’impero di Carlo Magno uniti dalla dinastia Asburgo, che aveva la missione universale di unire il mondo per volontà di Dio.  La rottura religiosa determinata dallo scisma protestante nei territori imperiali rendeva il progetto di impero universale impossibile da realizzare, visto che la religione era componente essenziale delle aspirazioni universalistiche di Carlo.  L’imperatore avrebbe voluto risolvere la questione della Riforma con un Concilio universale e non con l’uso della forza  1530: la Dieta di Augusta convocata dall’imperatore per porre rimedio allo scisma fallì nonostante il tentativo di mediazione di Melantone condotto attraverso la confessio augustana che affermava i principi fondamentali della Riforma luterana in termini moderati. A essa aderirono buona parte di città e principi riformati, ma contro di essa si schierarono i teologi cattolici che spinsero Carlo a rifiutarla e a ordinare ai riformati di sottomettersi  Essi costituirono invece un’alleanza militare, la Lega di Smalcalda:. i membri giurarono di difendersi reciprocamente se i loro territori fossero stati attaccati da Carlo V La riunione dei riformati a Augusta ricordata come confessio augustana L’area di Smalcalda, da cui prese nome la Lega dei riformati L’Europa religiosa nel cuore del ‘500 ir" 39955 Cattolici Luterani Calvinisti 1517:Lutero espone ssa Anglicani le sue tesi OnITo Eee chiesa di Roma P ts A Ortodossi o > i - de i , Musulmani 1534: Enrico VIII 5 shAi = ; fa approvare 1 2: l'atto di Supremazia a Po: i il | 1555:firmatalapace | gi pone fine alla guerra tra Lu e Cattolici ee 1545-1563 Concilio Ecumeni Cattolico isbona 154 idee riformatrici di Calvino si affermano in Svizzera Il significato della pace di Augusta: fine dei sogni universalistici di Carlo V  La pace di Augusta certificò l’esistenza nell’area tedesca di due confessioni religiose  I principi sia luterani, sia cattolici che ottennero dalla cuius regio, eius religio un rafforzamento del loro potere all’interno dei propri stati  Anche Ferdinando, fratello di Carlo V, rafforzò la monarchia asburgica, che deteneva per conto del fratello: creò organi comuni ai vari regni e ducati che facevano parte dei territori che controllava  Carlo V era lo sconfitto: doveva rinunciare definitivamente al sogno di rifondare l’impero cristiano di Carlo Magno  I domini imperiali erano divisi in due credi religiosi  Gli ottomani incombevano sull’Europa orientale, che occupavano in parte  I francesi avevano resistito all’accerchiamento asburgico alleandosi con gli avversari di Carlo, protestanti e ottomani e ne erano usciti con alcune parziali conquiste territoriali Il ritiro di Carlo V  Carlo V aveva progettato di far proseguire al figlio Filippo il suo progetto imperiale non realizzato, lasciandogli in eredità tutti i suoi domini.  Gli si opposero sia il fratello Ferdinando, a cui aveva promesso la successione imperiale; sia i principi tedeschi di entrambe le confessioni, che non volevano un imperatore troppo potente  Carlo si convinse che l’impossibilità di realizzare il suo progetto imperiale nascesse dalla volontà divina  «Questo produce in lui prima un turbamento profondo e poi una vera e propria crisi spirituale» che lo spinse a abdicare e poi a ritirarsi in un oscuro monastero a Yuste, in Spagna (F.Benigno)  Qui morì nel 1558 Carlo V ritratto da anonimo nel 1550, qualche anno prima di abdicare La pace di Cateau Cambresis  Filippo II firmò nel 1559 la pace di Cateau Cambrésis che pose fine al conflitto tra Asburgo e Francia, sconfitta in modo decisivo a S.Quentin nel 1557  Spagna e Francia erano sull’orlo del collasso finanziario per le spese del lungo conflitto  La Spagna ottenne la conferma definitiva della supremazia sull’Italia  La Francia ottenne il riconoscimento del possesso di Metz, Toul e Verdun e acquisì Calais, ultimo avamposto inglese sul continente europeo. L’Europa al tempo della pace di Cateau Cambresis, 1559 http://keynes.scuole.bo.it/sitididattici/farestoria/cartografia/c04_02.html Bibliografia  F.Benigno, L’età moderna, Roma-Bari, Laterza  Carlo Capra, L’età moderna, Firenze, Le Monnier  Ruggero Romano, Età moderna, Casale M., Marietti Scuola
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