Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Monarchie e impero tra XV-XVI sec, Schemi e mappe concettuali di Storia Moderna

Il periodo delle guerre d’Italia e la rivoluzione militare che ha favorito l’affermazione delle grandi monarchie europee. Vengono descritte le guerre d’Italia, l’espansione della potenza ottomana, le caratteristiche delle civiltà islamica e africana, le civiltà dell’America centrale e i viaggi di esplorazione. Vengono inoltre descritte le caratteristiche delle monarchie di Francia, Spagna, Inghilterra e Impero Germanico.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2022/2023

In vendita dal 13/10/2023

eleoboram
eleoboram 🇮🇹

5

(11)

29 documenti

1 / 17

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Monarchie e impero tra XV-XVI sec e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! Monarchie e impero tra XV-XVI sec La rivoluzione militare: periodo delle guerre d’Italia, lo sviluppo dell’artiglieria, dell’aumento degli eserciti e delle nuove tecniche costruttive hanno favorito l’affermazione delle grandi monarchie europee in grado di sostenere costi di guerra ed eserciti permanenti. Fanteria protagonista dei campi di battaglia, la guerra non è più appannaggio della classe dei milites legato all’ethos cavalleresco, ma è rappresentazione di un potere statale in grado di abbattere gli altri. LE GUERRE D’ITALIA o 1454, Pace di Lodi: tra Milano e Venezia, 40 anni di pace. o 1492: morti di Papa Innocenzo VII e Lorenzo de Medici. Mire espansionistiche della repubblica di Venezia e di Ludovico Sforza (il Moro), signore di Milano. Invocano l’aiuto delle potenze straniere, che però erano interessate solo a conquistare territori. o 1494: re di Francia Carlo VIII entra a Napoli. Lega antifrancese degli stati italiani prova a fermarlo. Ferdinando II d’Aragona recupera il Regno di Napoli. o 1498: la repubblica di Venezia firma un’alleanza con Luigi XII re di Francia. Papa Giulio II prima fa un’alleanza anti-veneziana: Lega di Cambrai (con Francia, Spagna, Impero germanico). Poi fa la Lega Santa contro la Francia (con Inghilterra, Spagna e Svizzera). o 1515: re di Francia Francesco I Valois per liberare Milano. o 1516: Pace di Noyon: la Francia con Francesco I ha il ducato di Milano, la Spagna ha regno di Napoli, Sicilia e Sardegna. Intanto in Spagna muore Ferdinando d’Aragona. Sale al trono Carlo V d’Asburgo: candidato per la dignità imperiale. In spagna scoppia la rivolta dei comuneros. o 1524: Francesco I rientra a Milano e assedia Pavia ma viene catturato. 1526: Trattato di Madrid (rinuncia a Milano e Borgogna). Francesco stipula a Cognac una lega difensiva con il nuovo papa Clemente VII (Medici), Firenze e Venezia. 1527: 12mila lanzichenecchi al servizio di Carlo V entrarono in Italia, arrivati a Roma la saccheggiarono costringendo il papa a rifugiarsi a Castel Sant’Angelo. o 1529: A Cambrai si riconcilia con Francesco I che rinunciava ai domini italiani. Carlo viene incoronato imperatore. o 1559, pace di Cateau-Cambresis: conferma l’egemonia spagnola in Italia L’espansione della potenza ottomana o L’espansione ottomana a oriente viene contrastata dall’espansione dell’impero persiano a opera della dinastia Safavide, di fede sciita, guidata da Ismail. Il sultano ottomano Selim I riportò una grande vittoria a Cialdiran. o Selim I rivolse poi la sua attenzione al Mediterraneo: sottomise Siria ed Egitto (porti strategici e poli religiosi di Medina e la Mecca). Il sultano divenne capo di tutto l’Islam sunnita. o 1526: avanzata dei turchi nei Balcani riprende e Solimano II il Magnifico risale il Danubio penetrando le terre ungheresi o Minaccia ottomana nel Mediterraneo: teatro delle scorrerie dei pirati barbareschi, Barbarossa, signore di Algeri. Quando anche Tunisi cadde sotto le mani di Barbarossa, Carlo V giudò una spedizione che portò alla sua riconquista. Nel 1538 gli ottomani sconfissero a Preveda spagnoli e veneziani. Caratteristica della civiltà islamica → pacifica convivenza di razze e religioni diverse (cristiani, musulmani, ebrei). Gli aspetti dispotici del sistema di governo ottomano non incidevano sulla vita della massa dei sudditi. FRANCIA Carlo VII (+ successori Luigi XII e Francesco I). Tendenza all’accentramento del potere nelle mani del re. Amministrazione finanziaria: imposte, circoscrizioni finanziarie. Ambito giudiziario: Gran consiglio, parlamenti. La monarchia non esercita un’autorità uniforme su tutto il territorio nazionale: ci sono grandi feudatari e le province di recente annessione che hanno privilegi e autonomie. SPAGNA Matrimonio tra Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona per la costruzione di un regno congiunto. 3 componenti del regno d’Aragona (Aragona, Catalogna, Valenza) mantengono privilegi e autonomie. La morte di Isabella apre una crisi dinastica. INGHILTERRA Enrico VII Tudor (vincitore della Guerra delle Due Rose (Lancaster vs York). Rafforzamento del potere centrale: Consiglio della corona + consigli del nord e del Galles. Il figlio Enrico VIII continua con l’indirizzo assolutistico, distacco dalla Chiesa di Roma. IMPERO GERMANICO Federico II d’Asburgo: alla sua morte il territorio dell’impero germanico era vasto e ingovernabile tra stati territoriali, principati ecclesiastici, città libere, popoli e lingue diverse. Duplice qualità del sovrano: reggeva a titolo ereditario gli stati delle case d’Asburgo. Doveva la dignità imperiale alla designazione della Dieta Ristretta (7 grandi elettori: 3 ecclesiastici e 4 laici). I nuovi orizzonti geografici Rapporti degli europei con gli altri continenti limitati a scambi economici e culturali tra le sponde del Mediterraneo. Le nozioni geografiche erano assai vaghe e imprecise. Si era imposta grazie all’autorità di Tolomeo la concezione sferica della Terra. Ma il continente africano si pensava più corto, questi errori incoraggiarono le esplorazioni di portoghesi e spagnoli. Un effetto analogo ebbero le fantasie circa le ricchezze delle Indie. AFRICA La popolazione dell’Africa nera era in lenta ma costante crescita, vario sviluppo economico che alternava allevamento e agricoltura, produzione di tessuti, ceramiche e utensili. Fioritura di formazioni statali complesse. AMERICA Civiltà più evolute dell’America centrale lungo le Ande, agricoltura sedentaria, attività artigianali, opere pubbliche, di pubblica utilità e di culto. L’eredità spirituale dei maya era stata raccolta da popolazioni guerriere provenienti dal Nord: Aztechi e Inca. VIAGGI DI ESPLORAZIONE Il primo paese a intraprendere l’esplorazione dei nuovi mondi fu il Portogallo grazie a: posizione geografica, interesse per le esplorazioni, utilizzo della caravella, progressi tecnologici, dopo le prime esplorazioni tornarono navi piene di schiavi e oro che finanziarono le future spedizioni. o 1415, presa di Ceuta (a sud dello Stretto di Gibilterra) e scoperta delle isole del Capo Verde e del Golfo di Nuova Guinea del Portogallo. o Il re Giovanni II pose l’obiettivo di circumnavigare l’Africa. o 1487, Bartolomeo Diaz: doppiò l’estremità meridionale dell’Africa (Capo di Buona Speranza). o Colombo: obiettivo di circumnavigare l’Africa per raggiungere l’Oriente, ma lo scetticismo portoghese portò Colombo a chiedere finanziamenti alla Spagna. Ottenne le “Capitolazioni di Santa Fe”. 1492: Colombo arrivò con tre velieri nelle Bahamas, battezzate San Salvador, ma era convinto che erano propaggini dell’Asia. o L’eco della scoperta di Colombo aveva stimolato nuove iniziative: ricognizione di quasi tutta la costa Atlantica dell’America meridionale compiuta da Amerigo Vespucci, al servizio prima della Spagna e poi del Portogallo. Lui capì che si trattava di un nuovo continente. Conseguenza del viaggio di Colombo: disputa tra Spagna e Portogallo circa l’appartenenza dei territori scoperti → Trattato di Tordesillas. o Spedizione portoghese verso le Indie di Vasco da Gama che raggiunse Calicut. o 1520, Ferdinando Magellano: portoghese al servizio della Spagna per trovare un passaggio che permetesse, oltrepassando l’America, di raggiungere l’Asia via mare (Stretto di Magellano). PORTOGALLO Per controllare i territori decisero di costruire fortezze ed empori commerciali, stipulare accordi con i sovrani locali, lottare contro i concorrenti. Commercio controllato dalla corona. SPAGNA o 1517, esplorazione della terra ferma a opera dei conquistadores, soldati nobili ispirati alla virtù cavalleresca. o 1519-1521 hidalgo Hernan Cortes conquista la capitale Azteca, costruendo Città del Messico. Il resto dell’impero viene sottomesso nel 1522. Un editto di Carlo V lo nominava governatore e capitano supremo della Nuova Spagna. Strumenti della colonizzazione: fondazione di città ed encomienda (assegnazione a un conquistador spagnolo di una circoscrizione territoriale in suo potere). Conseguenze in Europa: afflusso dei metalli preziosi fu considerato causa della rivoluzione dei prezzi, ma in realtà è stato determinante l’incremento demografico. Si delinearono i contorni di un’economia globale in cui i paesi più progrediti del vecchio continente sono il centro delle attività commerciali e finanziarie, mentre i territori colonizzati i fornitori di materie prime e forza lavoro. Cambiano le abitudini alimentari. Scoperte geografiche e scientifiche. L’Europa nell’età di Filippo II REGNI IBERICI Tra il 1555-1556 Carlo V abdicò e rese effettiva la divisione dei suoi domini: - Fratello Ferdinando diventa imperatore ed eredita stati asburgici, Boemia e Ungheria - Figlio Filippo II eredita Spagna con i suoi immensi possedimenti nel Nuovo Mondo e in Europa Filippo II: religiosità intensa e intollerante, tratto tipico castigliano (frutto della storica Reconquista), per cui vengono rafforzata l’inquisizione, colpite le comunità protestanti di Valladolid e Siviglia e i moriscos dell’Andalusia. Secolo d’oro di Cervantes, De Vega e Velázquez. Non si spinse mai verso una centralizzazione assolutistica del potere: ogni paese manteneva individualità, propri ordinamenti, unito agli altri solo nella persona del sovrano. Venne esteso e perfezionato il sistema dei Consigli: consiglio di Stato (politica estera), consiglio dell’inquisizione, consiglio di azienda (finanze), consigli preposti ai complessi territoriali con i propri rappresentanti. In ambito economico la corona grava sui sudditi attraverso un sistema tributario penalizzante. Decadenza di attività industriali e commercio, pestilenze, carestie. EGEMONIA SPAGNOLA IN ITALIA La pace di Cateau-Cambresis sancì l’egemonia spagnola destinata a durare fino al 700: - Filippo controlla Regni di Napoli, Sicilia, Sardegna, ducato di Milano, Stato dei Presidi - I sovrani di Savoia e Toscana devono i propri titoli alla corona - Genova è legata a Madrid da interessi finanziari - I ducati padani sono piccoli e non contano sulla scena politica - Lo stato pontificio è legato alla corona finanziariamente e come entità universale del cattolicesimo - Solo Venezia è indipendente La stabilizzazione politica successiva alla vittoria spagnola sulla Francia favorì la ripresa economica e demografica. Toscana: evoluzione assolutistica dei Medici. 2 consigli formati dagli esponenti delle famiglie più importanti, Consiglio dei Duecento e Consiglio dei 48 (senato). Cosimo I si muove verso l’assolutismo svuotando questi organi di potere e governando attraverso la pratica segreta, un consiglio di segretari fidati. Stato Sabaudo: ricostruito dal duca Emanuele Filiberto, capitale a Torino, soppresse le autonomie locali, centralizzò il controllo finanziario, costruì un piccolo esercito permanente. Le iniziative espansionistiche del successore Carlo Emanuele saranno fallimentari. Genova: 1575 i tradizionali contrasti tra vecchia e nuova nobiltà sfociano in gravi disordini. Venezia: i contrasti inducono una nobiltà giovane a ribellarsi contro l’oligarchia del Consiglio dei Dieci, si spingerà per una politica estera più energica e indipendente sia dalla potenza spagnola sia dalla chiesa. ->Gli interlocutori principali del potere sovrano sono i nobili, che in questo periodo andavano riqualificandosi: nelle aree centro-settentrionali primeggiavano patrizi, ceto urbano di origine mercantile, mentre nel mezzogiorno spadroneggiava un’aristocrazia di tipo feudale. CONFLITTI NEL MEDITERRANEO I possedimenti di Filippo II lo rendevano più esposto agli attacchi dei corsari barbareschi e della potenza ottomana. o 1570: la flotta ottomana comandata da Solimano Il Magnifico sferrò un attacco contro l’isola di Cipro (veneziana). Nello stesso tempo Tunisi cadeva sotto le mani del bey di Algeri, vassallo del sultano. Per iniziativa di papa Pio V si costituì una nuova Lega Santa (con Venezia, Genova, savoia, Malta). o 7 ottobre 1571: la flotta cristiana comandata da Don Giovanni d’Austria (figlio di Carlo) sbaragliò quella ottomana nei pressi di Lepanto. Venezia preferì rinunciare ai suoi possedimenti nel mediterraneo RIVOLTA DEI PAESI BASSI All’origine dell’insurrezione olandese contro la Spagna di Filippo II vi furono 3 fattori: I. Religioso: i Paesi Bassi erano terra fertile per la diffusione di dottrine riformate, calvinismo. II. Politico: Filippo aveva affidato il governo alla sorella Margherita, ma al fianco aveva posto il cardinale di Granvelle che aveva suscitato l’opposizione di nobili e patrizi che nel 1566 invasero in armi il palazzo pretendendo l’abolizione dell’inquisizione e la mitigazione delle leggi contro i protestanti. III. Economico: la crisi colpì i centri urbani, soprattutto Anversa, a causa del trasferimento ad Amburgo del fondaco e della temporanea chiusura del Baltico. o 1566: i rivoltosi calvinisti si diedero alla devastazione di chiese e immagini sacre, Filippo inviò un esercito comandato dal terribile Duca d’Alba i cui metodi suscitarono malcontento. Il principe Guglielmo di Orange, aristocratico sfuggito alle angherie del Duca, allestì una flotta per invadere le province settentrionali facendosi proclamare stateholder (governatore militare) delle province di Olanda, Zelanda nel 1572 convertendosi al calvinismo. I rivoltosi chiamati pezzenti dagli spagnoli, riuscirono a resistere grazie al supporto degli ugonotti francesi e dei protestanti inglesi e tedeschi. Filippo fece bancarotta, i soldati si ammutinarono e saccheggiarono Anversa. o 1579: scissione del paese, le province settentrionali, tra cui l’Olanda, arrivarono all’indipendenza. INGHILTERRA ELISABETTIANA Elisabetta (figlia di Enrico VIII e Amma Bolena) salì al trono dopo la morte di Maria Tudor nel 1558. Concentrazione dei poteri nelle mani del Consiglio privato della corona. In ambito religioso adottò un sistema di compromesso: il dissenso fu ampiamente tollerato suscitando l’insoddisfazione dei calvinisti più intransigenti (puritani) che costituiranno una vera forza di opposizione alla monarchia. Il rifiuto di Elisabetta di concedere la mano a numerosi pretendenti faceva temere una ripresa delle guerre civili dopo la sua morte. Veniva accusata di essere figlia illegittima e dunque si reclamava come regina legittima Maria Stuart di Scozia, di fede cattolica. o 1587: Elisabetta firma la condanna a morte di Maria Stuart. Questo apre alla guerra con la spagna. Espansione dell’economia e della società: rafforzamento dei ceti intermedi, ovvero piccoli e medi proprietari terrieri (gentry), gruppi mercantili, uomini di legge acquistarono terre sparse dalla corona, li accorparono e recintarono e si dedicarono al commercio dei propri prodotti. L’uso collettivo delle terre scomparve. I contadini esclusi dalle terre, notevolmente impoveriti, spinsero Elisabetta a promulgare le prime leggi a favore dei poveri. Elisabetta appoggiò la rivolta nei Paesi Bassi e 2 anni dopo giustiziò Maria Stuart. L’attacco della flotta spagnola (invencible armada) fu sbaragliato nella Manica. Nascita della potenza inglese. GUERRE DI RELIGIONE IN FRANCIA Alla morte di Enrico II e del suo primogenito toccò alla vedova Caterina de Medici il compito di reggere lo Stato. I periodi di reggenza sono momenti di debolezza istituzionale nei quali è difficile tenere sotto controllo i nobili. A capo delle fazioni in lotta per la religione troviamo 3 grandi casate: 1. I Guisa, capi dei cattolici intransigenti 2. I Borbone, esponenti del partito ugonotto con a capo Enrico re di Navarra 3. I Montmorency-Chatillon, calvinisti/ugonotti guidati dall’ammiraglio Coligny Caterina compie delle scelte non legate all’adesione religiosa, ma alla necessità politica di mantenere un equilibrio tra le forza in campo. o 1570, pace di San Germano: per reagire alla strapotenza dei Guisa, Caterina fu indotta a fare concessioni agli ugonotti, ma i partecipanti ad una riunione protestante furono massacrati dai seguaci del duca di Guisa. Questa prima fase di guerre civili si concluse con la seconda pace di San Germano. Divenne dominante a corte l’autorità dell’ammiraglio Coligny che riuscì a ottenere per l’amico Enrico di Borbone (re di Navarra, calvinista) la mano della sorella del re, Margherita di Valois. o 23-24 agosto 1572, Notte di San Bartolomeo: durante i festeggiamenti per le nozze Caterina, preoccupata per Coligny, diede mano libera ai Guisa e alla plebe parigina violentemente antiprotestante. Tantissimi ugonotti (tra i quali Coligny) furono uccisi. Molti calvinisti fuggirono e lo stesso Enrico di Borbone riuscì a raggiungere la regione sud-occidentale che aveva riaffermato la propria fede protestante dichiarandosi indipendente dalla regina. A questi ultimi si oppose la Lega Santa, capeggiata dai Guisa e sostenuta dalla nobiltà cattolica e dalla città di Parigi. →Morte del duca d’Angiò, ultimo figlio di Enrico II, per cui Enrico di Borbone divenne erede al trono. Si aprì la guerra dei tre Enrichi: a) Re Enrico III, figlio di Enrico II e Caterina b) Enrico di Borbone c) Duca Enrico di Guisa, capo della Lega Cattolica Duca di Guisa viene assassinato. Enrico III si allea con Enrico Borbone, ma viene ucciso da un frate fanatico. Enrico di Borbone divenne re Enrico IV. Ben presto gli spagnoli entrarono in Francia reclamando il trono per la principessa spagnola Isabella. Questa situazione permette a Enrico di presentarsi come difensore della Francia dal nemico e quindi di ottenere molto consenso. Guerra tra Francia e Spagna. o 1593: conversione al cattolicesimo del sovrano, ingresso trionfale a Parigi, assoluzione da parte del Papa Clemente. o 1598, pace di Vervis: Filippo II ormai mortalmente infermo riconosce la sua sconfitta. o 1598, Editto di Nantes: Enrico sancisce la pace religiosa per cui il cattolicesimo diventa religione di Stato, ma agli ugonotti era riconosciuta libertà di culto. Nel 1610 Enrico IV viene assassinato da un fanatico cattolico. EUROPA ORIENTALE Polonia un’oasi in Europa dominata dall’intolleranza. L’Europa del 600 Il 600, secolo di crisi Nel 600 una serie di moti rivoluzionari e crisi politiche si verificò simultaneamente in diverse parti del mondo. Guerre devastanti (Guerra dei Trent’anni), rivoluzioni (Rivoluzione inglese) e rivolte (Fronda in Francia, rivolte di Catalogna e Portogallo, rivolta di Masaniello a Napoli). Gli storici marxisti videro in questi moti di riflesso di una fase acuta di transizione dal feudalesimo al capitalismo. Altri parlano di multifattorialità: inasprimenti fiscali (crescenti spese militari), squilibrio tra crescita demografica e risorse alimentari + piccola glaciazione, tendenza all’aumento dei prezzi. Culturalmente mentre in Spagna tramontava il siglo de oro, in Francia si avviava una vera rivoluzione scientifica e filosofica, paradossalmente proprio a un periodo di oscuramento inquisitorio. PROSPERITA’ DELL’OLANDA 1609: la Spagna riconosce l’indipendenza delle Province Unite. Spettacolare sviluppo economico che ne fece la prima potenza marittima e commerciale d’Europa. - Fattori geografici: area nevralgica d’Europa per traffici e scambi - Fattori economici: emporio e centro finanziario - Acqua: padroni dei trasporti via acqua e pesca delle aringhe - Conquiste - Istituzioni finanziarie: Banca dei Cambi di Amsterdam, 1609 - Libertà religiosa e civile: ciascuna delle 7 province aveva i propri “Stati” dominati dai rappresentanti delle città e presieduti da un Gran pensionario. Gli Stati generali, comprendenti i deputati delle 7 province (stateholder) si riunivano all’Aja ma avevano poteri limitati e dovevano prendere decisioni all’unanimità, ma lo stateholder dell’Olanda, membro della famiglia d’Orange, aveva un peso maggiore nelle decisioni e poteva assumere tratti monarchici. MONARCHIA FRANCESE (da ENRICO IV a RICHELIEU) La Francia sotto la guida di Enrico IV riguadagnò una posizione dominante sulla scena europea. La grande nobiltà fu blandita con una politica di favori ed elargizioni, ma anche posta sotto maggior controllo. Nel 1610 Enrico IV muore, l’erede Luigi XIII era piccolo quindi la reggenza fu assunta dalla moglie Maria de Medici. La politica filospagnola e l’introduzione di favoriti toscani a corte generarono il risentimento tra i nobili. A mediare interverrà un giovane vescovo, già portavoce del clero durante gli Stati generali, il duca Richelieu che in poco tempo assunse una posizione dominante nel consiglio della corona. SPAGNA (da FILIPPO IIII a DUCA DI OLIVARES) Con l’inetto Filippo III si inaugura l’era dei privados/validos, favoriti onnipotenti a cui sovrani incapaci delegano il comando. Il suo fu Francisco Gomez, duca di Lerma, avido e incompetente espulse nel 1604 i moriscos che erano sudditi convertiti di origine araba che costituivano indispensabile manodopera. Anche con il nuovo sovrano Filippo IV si affermò l’onnipotente figura di Gaspar de Guzman, conte di Olivares, che diede nuovamente avvio alle guerre convinto della necessità di difendere la cristianità dall’offensiva protestante. Per non gravare sull’economia castigliana propose il progetto Union de armas, un sistema di reclutamento che coinvolgeva diverse province. Questo genererà una serie inarrestabile di rivolte. IMPERO GERMANICO E ASCESA DELLA SVEZIA Alla morte di Ferdinando I la dignità imperiale passerà al figlio Massimiliano II e poi a Rodolfo II. Quest’ultimo, rigido assertore del cattolicesimo, dovette far fronte alla larghissima diffusione del luteranesimo. o 1609, Lettera di maestà: i nobili boemi costringono Rodolfo II a firmare la lettera in cui concedeva piena libertà religiosa. Pochi anni dopo venne deposto dalla corona e salì il fratello Mattia. I principi luterani e calvinisti strinsero un’alleanza difensiva (Unione Evangelica). Quando Sigismondo Vasa, re di Polonia, eredità anche la corona della Svezia si creò un’aggregazione territoriale vasta e popolata ricca di giacimenti di rame e ferro e dunque grande esportatrice e maestra nell’arte della produzione di armamenti. Gustavo Adolfo, nuovo re, compie grandi imprese imponendo la supremazia svedese su tutto il Baltico grazie ad un potente esercito e una flotta ben armata. L’Italia del 600 POPOLAZIONE E ATTIVITA’ ECONOMICHE La prosperità di molte città del Nord Italia era basata sulla produzione di articoli di lusso (tessuti) e sulla loro esportazione. Queste attività furono colpite dalla crisi del 600, il settore laniero sub’ declino, mentre l’industria serica restò vigorosa solo a Firenze. L’Italia era divenuta un paese sottosviluppato, prevalentemente importatore di manufatti e servizi ed esportatore di materie prime a causa della concorrenza da parte dei produttori dell’Europa nord-occidentale (new draperies), alla tassazione alla Guerra dei Trent’anni e alle pestilenze. VITA SOCIALE E CULTURA L’involuzione economica acuì il distacco tra i detentori della ricchezza fondiaria (nobiltà e clero) e le classi subalterne dedite al lavoro manuale. Chi riusciva ad accumulare ricchezze le investiva nell’acquisto di nuove terre che assicuravano solidità e prestigio. La preferenza verso l’investimento fondiario rifletteva una mentalità aristocratica tipica della corte spagnola, che considerava disonoranti il lavoro manuale e le attività tese al profitto. La concezione gerarchica e conservatrice era inculcata dai rappresentanti della Chiesa. L’autorità e il prestigio del clero erano frutto di un’adesione massiccia degli italiani all’ortodossia cattolica. Alla marginalizzazione economica e politica e alla soffocante vigilanza delta chiesa su ogni manifestazione di pensiero e dell’arte è legato l’impoverimento culturale del periodo. Quasi tutte le università decedettero sostituite da scuole di gesuiti, barnabiti e somaschi. I DOMINI SPAGNOLI: MILANO, NAPOLI E LE ISOLE A partire dal 1620 l’impegno della Spagna nella guerra dei Trent’anni portò a Milano e Napoli un forte aggravamento della pressione tributaria. Le classi dominanti approfittarono del malcontento generale per riaffermare il proprio controllo sulle istituzioni locali. Stato di Milano: colpito duramente dalla peste, più volte trasformato in campo di battaglia, però la sua importanza strategica indusse la corte spagnola a trattare i sudditi con un certo riguardo. Regno di Sicilia: principali centri erano Palermo e Messina, ruolo fondamentale aveva il parlamento formato da 3 bracci, feudale, demaniale e ecclesiastico. o Una grave carestia e il malcontento creato dal fiscalismo spagnolo furono all’orig ine del fermento popolare a Palermo, che si espresse nel maggio 1647 con saccheggi e incendi. Regno di Napoli: al di fuori di Napoli, che era la metropoli più grande d’Europa, il resto del regno era costituito da sole campagne infeudate, a Napoli l’egemonia della nobiltà era contrastata dalla presenza di un forte cero di origine borghese che attraverso le magistrature mirava a costruire una nuova classe dirigente e che non esitava a fomentare il malcontento generale. o 1647, rivolta di Masaniello: la causa della rivolta fu una nuova gabella che colpiva la vendita della frutta. Alla testa della rivolta il pescivendolo Masaniello. In ottobre gli insorti proclamarono la repubblica e invocarono la protezione del re di Francia, ma il cardinale Mazzarino era restio e si limitò ad appoggiare l’iniziativa di Enrico di Guisa che era interessato al territorio. I contrasti con i Guisa e l’arrivo della flotta spagnola fecero capitolare la neonata repubblica, ma la situazione migliorò e Napoli divenne un vivace centro culturale. I PRINCIPATI INDIGENI: SAVOIA E TOSCANA Savoia: il lungo regno di Carlo Emanuele I aveva reso il Piemonte protagonista della scena internazionale. Il ducato sabaudo dei Savoia ampliava il proprio potere in Italia. Alla crisi economica che seguì le guerre per conquistare il Monferrato (dei Gonzaga di Mantova) ne seguì una dinastica. Ne approfitterà la feudalità per estendere i suoi poteri e privilegi. La situazione si tranquillizzerà con Carlo Emanuele II. Granducato di Toscana: i progressi compiuti in direzione dello stato moderno sotto Cosimo I e i suoi due figli si arrestarono sotto i successori che si appoggiarono alle vecchie famiglie della nobiltà fiorentina e ai tradizionali legami della casa medicea con la santa sede. LE REPUBBLICHE OLIGARCHICHE E LO STATO DELLA CHIESA Venezia: gli indirizzi di politica interna ed estera adottati dalla repubblica di Venezia determinarono una tensione crescente con la santa sede. L’arresto di due religiosi colpevoli di reati comuni attirò sulla rep di Venezia i fulmini del nuovo papa Paolo V, il pontefice procedette alla scomunica e scaglio l’interdetto (impedì che venissero celebrate funzioni religiose in terra veneta). Il clero veneto non obbedì e la repubblica trovò come difensore il frate Paolo Sarpi. L’intervento nella controversia delle maggiori potenze cattoliche, Spagna e Francia, portò a una soluzione di compromesso. Stato pontificio: annessione di Ferrara e di Urbino. Nella maggior parte del lazio si estendevano enormi latifondi appartenenti alle grandi casate romane (splendore della capitale). Nella seconda metà del 600 l’attenuarsi del rigore controriformistico e il prestigio internazioanle del papa cominciarono a declinare e apparvero sempre più evidenti i difetti di un governo temporale caratterizzato al tempo stesso dall’accentramento del potere nel sovrano e dalla mancanza di continuità dinastica. Assolutismo: la Francia di Luigi XIV LUIGI XIV Il lungo regno di Luigi XIV iniziò nel 1643, quando aveva 5 anni. Dovette attendere la morte di Mazzarino nel 1661 per esercitare da solo il “mestiere del re”. Da quel momento sarà saldamente alla guida della Francia che toccherà in 72 anni l’apogeo dell’assolutismo e fu vicina ad esercitare una supremazia in Europa. Luigi XIV si servì sempre di ministri di nascita modesta (la direzione della finanza fu affidata a Colbert). Era coadiuvati di consigli: - Consiglio superiore: ministri della guerra, degli affari esteri, delle finanze e presieduto dal re - Consiglio dei dispacci: maestri delle questioni che ricevevano lamentele indirizzate al re - Consiglio delle parti: questioni giuridiche - Consiglio delle finanze Gli officiers dovevano la loro legittimazione alla monarchia, ma allo stesso tempo traevano prestigio e autonomia dalla loro carica, fu essenziale assicurarsi la loro fedeltà. IMPORTANZA STRATEGICA DELLA CORTE A partire dai primi anni 1680 la corte si trasferì a Versailles. Una rigida etichetta regolava la vita di corte che ruotava intorno alla figura del sovrano (vivere cortigiano). Il soggiorno a Versailles si trasformava per i nobili in una prigione dorata: costringendoli a vivere sotto gli occhi del re e allentando i suoi legami con i territori di origine ne riduceva indipendenza e possibilità di azione politica. La corte era anche il centro della letteratura, dell’arte e delle scienze. Al di fuori della corte si estendeva il paese -> agricoltura poco produttiva, feudalesimo, la maggioranza dei contadini viveva al limite della sussistenza, assai tenui furono i benefici dello sfarzo e della gloria del re sole per la popolazione. ECONOMIA Due obiettivi di Colbert e del controllo delle finanze: ✓ Rimediare al grave dissesto dei conti pubblici: creazione di una camera di giustizia straordinaria per indagare sugli illeciti arricchimenti dei finanzieri. ✓ Rilanciare la stagnante economia nazionale: intervento dello stato a sostegno dell’economia che però non diede importanza al settore agricolo, ma alla produzione di manufatturiera e all’esportazione. Nell’immediato non si registrarono successi a causa delle guerre, delle condizioni avverse dell’economia e della morte di Colbert, ma molte delle sue iniziative avrebbero fruttato sul lungo termine. RELIGIONE Il regno di Luigi XIV è caratterizzato in ogni campo dallo sfarzo, vano, di imporre ordine e uniformità: a tale scopo dovevano servire le varie accademie reali istituite in questo periodo, così come i precetti e i divieti riguardanti la stampa e l’insegnamento. 3 ordini di problemi in ambito religioso: 1) La diffusione del giansenismo: i giansenisti ponevano l’accento sull’interiorità della fede e svalutavano l’apparato delle devozioni esteriori del cattolicesimo. Nel 1711 fu pronunciata la condanna del movimento da parte della santa sede, ma esso era ormai diffuso soprattutto tra basso clero e nobiltà e borghesia togate, trasformandosi in movimento di opposizione al centralismo papale e rivendicazione di autonomia. 2) I contrasti con Roma: il conflitto riguardò le regalie (diritto regio sancito nel 1516 di percepire le rendite dei seggi vescovili vacanti e conferire i benefici ecclesiastici fino all’avvento del successore). Luigi estese questo diritto a tutte le diocesi nuove e affermò la superiorità del concilio gallicano sul pontefice suscitando la reazione della santa sede. La controversia si risolverà solo 10 anni dopo con il riconoscimento delle regalie. 3) La questione ugonotta: i calvinisti in alcune città costituivano la maggioranza della popolazione. L’editto di Nantes (libertà religiosa) fu annullato dall’editto di Fontainebleau che obbligava all’osservanza del culto cattolico. GLORIA MILITARE Il fine ultimo della politica era l’attuazione di un disegno egemonico. Massicce furono le spese militari, i soldat i vestiti dio uniformi e ben equipaggiati ora potevano contare su efficienti servizi logistici. -Guerra di devoluzione contro la Spagna (rivendicazione da parte di Luigi XIV dell’eredità spagnola in nome della moglie). -Guerra contro l’Olanda: Inghilterra, Francia, Svezia dichiarano guerra alle Province Unite che rispondono sotto la guida di Guglielmo d’Orange. L’entrata in guerra di Spagna e Impero, la sconfitta della svezia e la resa dell’Inghilterra costringono Luigi alla pace di Nimega (1678). -Francia in guerra contro l’impero e contro la Spagna: si forma una nuova coalizione tra Spagna, Impero, Svezia e Olanda che costituiscono la Lega di Augusta. -Guerra contro l’Inghilterra. TRAMONTO DEL RE SOLE Il peso della guerra divenne per i sudditi sempre più intollerante a causa di nuove imposte: la capitazione, il decimo. Inoltre, si assiste all’incupirsi della vita di corte dove il re sole cadde sotto l’influenza della seconda moglie, la bigotta madame D’Aubigine de Maintennone di confessione gesuita. L’opposizione contro l’assolutismo di Luigi XIV si manifestò con sommosse popolari fino alla sua morte. Il successore era il bambino Luigi d’Angiò. Europa tra 600-700 GLORIOSA RIVOLUZIONE INGLESE Nel 1660 in Inghilterra la monarchia Stuart era stata restaurata, Carlo poté godere di una certa libertà di manovra. Ma l’evidente inclinazione filocattolica del monarca suscitò ben presto i sospetti dell’opinione pubblica. In risposta il Parlamento votò un Test Act che subordinava l’assunzione di cariche pubbliche alla professione di fede anglicana. Formazione di due schieramenti politici: a) I Tories, rappresentanti degli interessi agrari della gentry, fautori della monarchia di diritto divino, del legittimismo dinastico e della superiorità della Chiesa anglicana sulle sette. b) I Whigs, rappresentanti degli interessi dei ceti commerciali e urbani, sostenitori del Parlamento e di un più vasto fronte protestante comprendente le sette dissenzienti dalla Chiesa d’Inghilterra (più libertà religiosa). Con il regno di Giacomo II, la politica regia si sviluppò in senso assolutistico: il Parlamento fu ripetutamente sciolto per impedire l’approvazione di una legge che escludeva i cattolici dalla successione al trono e il Test act fu annullato. Quando a Giacomo nacque un figlio maschio, le preoccupazioni di chi temeva il radicamento di una dinastia cattolica presero corpo: i maggiori esponenti whig e tory si accordarono per rivolgere un appello allo stateholder d’Olanda Guglielmo III, che aveva sposato una figlia di Giacomo II, Maria Stuart. Guglielmo organizzò una spedizione militare e Giacomo II fuggì in Francia, atto equiparato dal Parlamento ad un’abdicazione. La corona fu offerta a Guglielmo e Maria che s'impegnarono a osservare una Dichiarazione dei diritti che impediva al sovrano di promulgare leggi senza l’autorizzazione del Parlamento. Atto di Tolleranza (abrogò le pene al dissenso religioso, non quelle contro i cattolici, e la censura di stampa), Triennal Act (imponeva l'elezione di un Parlamento almeno ogni tre anni), Act of Settlement (fissava l'ordine di successione sul trono in modo da escluderne i cattolici). Questa “Gloriosa rivoluzione” costituì una svolta decisiva nella storia politica dell’Inghilterra, che sbarrò per sempre la strada dell’assolutismo e aprì la via verso un governo di tipo parlamentare. In politica estera l’Inghilterra si unirà alla coalizione contro Luigi XIV. L’espansione senza precedenti delle spese militari contribuì a determinare una serie di importanti novità in campo fiscale e amministrativo: l’estensione dell’accisa, la fondazione della Banca d’Inghilterra e la creazione di una burocrazia statale centrale e periferica. ESPANSIONE DELLA MONARCHIA AUSTRIACA La sottomissione dei ceti nei ducati austriaci e nel regno di Boemia aveva dato una nuova compattezza agli Stati ereditari asburgici, basata sulla fedeltà alla dinastia e sul sentimento religioso della Controriforma (nuovo senso di unità). Da questa unione politico-culturale rimaneva esclusa l’Ungheria: essa era soggetta per due terzi al dominio ottomano, ma anche la parte “imperiale”, asburgica, rivendicava la propria libertà, fondata sullo jus resistendi, il diritto di sollevarsi contro il proprio sovrano qualora avesse violato le leggi fondamentali del Paese. Una vasta ribellione scoppiò nel 1678: i rivoltosi ottennero l'aiuto dell’Impero ottomano, mentre gli Asburgo poterono contare sulla forza austro-polacca (incoraggiata dal Papa) che riconquistò tutta la pianura ungherese. L’ascesa della monarchia austriaca al rango di grande potenza fu completata, dopo la guerra di Successione spagnola, con l’acquisizione dei possedimenti spagnoli in Italia e in Belgio. Vienna assunse così il volto di una grande capitale, ma dietro questa facciata di potenza e di splendore, persisteva l’arretratezza dell’economia, ancora legata ad un’agricoltura di sussistenza. GUERRA DI SUCCESSIONE SPAGNOLA Il primo novembre 1700 moriva l'ultimo Asburgo della linea spagnola Carlo II. Un accordo, stipulato fra le maggiori potenze, assegnava: ➢ A Carlo, figlio di Leopoldo I: corona di Spagna, Paesi Bassi e colonie americane ➢ A Filippo d'Angiò, nipote di Luigi XIV: domini italiani L’idea di una spartizione dell’eredità suscitava forti ostilità nella capitale spagnola: Carlo II si lasciò convincere a redigere un testamento che proclamava erede universale il duca d'Angiò, a condizione che rinunciasse ai diritti di successione sul trono francese, Filippo accettò e assunse il titolo di Filippo V re di Spagna. L’imperatore Leopoldo I, l’Inghilterra e l’Olanda preoccupate per la Francia stipularono una nuova Grande Alleanza. La guerra venne formalmente dichiarata nel maggio 1702. Le operazioni militari volsero a favore della Grande alleanza grazie alla superiorità marittima anglo-olandese, alle risorse finanziarie di Londra e Amsterdam, alle capacità militari del comandante inglese Churchill. Gli anglo-olandesi firmarono la pace con la Francia ad Utrecht (1713). Poco dopo anche la monarchia austriaca firmò la pace a Rastatt. I due trattati sancivano un nuovo ordine europeo: ➢ Filippo d’Angiò: rimaneva re di Spagna col titolo di Filippo V (incompatibilità di questa corona con quella di Francia) ➢ Carlo d’Asburgo: divenuto imperatore, domini spagnoli nei Paesi Bassi e in Italia, ad eccezione della Sicilia. ➢ Vittorio Amedeo II di Savoia: Sicilia, Monferrato, province milanesi di Alessandria, Valenza e la Lomellina) ➢ Olanda: serie di piazzeforti lungo la frontiera tra Paesi Bassi belgi e Francia. ➢ Inghilterra: Minorca e Gibilterra dalla Spagna, Terranova e Nuova Scozia dalla Francia. Inoltre, dalla Spagna ebbe una serie di privilegi quali l’asiento e il ‘vascello di permissione’. Risultati → la sostituzione dell’egemonia austriaca all’egemonia spagnola in Italia, l’affermazione definitiva della supremazia marittima e commerciale inglese su quella spagnola. Il regno di Filippo V, che inaugurerà la dinastia Borbone in Spagna, fu contrassegnato da una notevole attività riformatrice. Assolutismo illuminato Despota illuminato → sovrani europei che dichiaravano di volersi servire del potere per il bene dei loro sudditi e che si professavano amici e discepoli dei philosophes (che non erano contrari al potere monarchico, anzi lo riconoscevano come unica arma in grado di garantire unità, uguaglianza e promuovere le riforme). Assolutismo illuminato → stagione di riformismo che coinvolse i philosophes. PRUSSIA DI FEDERICO II Re di Prussia Federico il Grande: il re è solo il primo servitore dello Stato, obbligato a operare con onestà, saggezza e abnegazione. Guerra di successione austriaca e guerra dei 7 anni: la Prussia resistette strenuamente. La popolazione in questi anni triplicò: intelligente politica di ripopolamento delle terre orientali, forte immigrazione, tolleranza religiosa. In ambito amministrativo la Prussia diviene il paese più avanzato d’Europa: preparazione di quadri burocratici. Riforme nel settore giudiziario: abolizione della tortura, limitazione della pena di morte, basi per la creazione del Codice civile Prussiano. Estensione della libertà di stampa, progressi compiuti dall’istruzione elementare resa obbligatoria per tutti. MONARCHIA AUSTRIACA SOTTO MARIA TERESA E GIUSEPPE II Austria: potenziamento dell’apparato militare, mutamenti nelle strutture amministrative e finanziarie (votazione delle imposte, unico direttorio, nobiltà per accedere accademia, pubblica felicità di primaria importanza). Nel 1780 morì improvvisamente Francesco I, marito di Maria Teresa e imperatore del Sacro Romano Impero, gli succedette il figlio Giuseppe II: reggenza di Maria Teresa, Giuseppe e Kaunitz. A partire dal 1780 Giuseppe reggerà da solo le sorti della monarchia e lo stile di governo diventa più dispotico e intransigente: la sua politica religiosa “giuseppinismo” affermò l’autorità dello Stato sul clero nazionale, le pratiche religiose vennero disciplinate seguendo i canoni della “regolata devozione” di Muratori, promulgò la patente di tolleranza, che rendeva legittimo il culto per le confessioni protestanti e greco-ortodossa ed eliminava le discriminazioni ci cui soffrivano gli ebrei. 1774: legge che introduce l’obbligo scolastico 1787: Codice penale giuseppiniano, pur mantenendo in vigore pene di grande durezza, accoglieva i principi della legalità della pena e della parità dei sudditi di fronte alla legge. In ambito economico favorì la manifattura locale, il commercio, l’agricoltura, abolendo la schiavitù personale. Molte di queste riforme suscitarono malcontento soprattutto in Ungheria e Belgio che proclamarono l’indipendenza. Con il successore Francesco II si chiuderà l’era dell’assolutismo illuminato, lasciando il posto a un clima di immobilismo e sorveglianza poliziesca che ne farà la prigione dei popoli. RUSSIA DI CATERINA II Eredità di Pietro il Grande raccolta dalla figlia Elisabetta. Il successore Pietro III fu deposto nel 1762 in seguito ad un colpo di stato organizzato dalla moglie Caterina che si fece proclamare autocrate di tutte le Russie. Il lungo regno di Caterina costituì una tappa fondamentale della storia russa. La regina era amica dei philosophes e fece il possibile per aprire la Russia all’influenza europea, soprattutto francese. Il primo bersaglio della volontà riformatrice della zarina fu la Chiesa ortodossa: confisca le proprietà ecclesiastiche, conventi soppressi. Gli inasprimenti fiscali provocati dalle guerre e carestie acuirono il malcontento delle campagne dove nel settembre 1773 Purgacev incita un’insurrezione che fu fermata solo con la sua condanna a morte. Il timore dell’anarchia indusse la zarina ad abbandonare qualsiasi velleità di intervento a favore delle masse rurali. Si dedicò alla riorganizzazione amministrativa e scolastica. Successi in politica estera. CRISI DEL PAPATO E REGNI IBERICI In tutti i paesi cattolici il rafforzamento dei poteri statali e l’attuazione di una politica riformatrice comportavano uno scontro con la Chiesa di Roma, soprattutto a causa del giurisdizionismo, ovvero la volontà di affermare l’autorità dello stato sul clero nazionale. Tuttavia, anche la chiesa e le sue gerarchie furono percorse da correnti innovatrici. I pontefici Clemente XII e benedetto XIV furono disponibili a compromessi con le nuove correnti politiche e culturali, mentre con il rigido pontificato di Clemente XIII i rapporti tra Roma e le potenze cattoliche peggioreranno di nuovo. Negli stessi anni si svilupperà la violenta campagna antireligiosa dei philosophes. ->Portogallo: arretratezza dell’economia, immobilismo in campo culturale. Sotto Giuseppe I, ad opera del ministro Calvalho, riforma degli studi, rafforzamento dell’esercito, promozione dello sfruttamento delle colonie, impulso a manifatture e commercio ->Spagna: dinastia dei Borbone (con Filippo V) aveva segnato una netta svolta in senso assolutistico. Tentativi di riforma sotto Carlo III, tra cui espulsione dei gesuiti, limitazioni delle imposte alle immunità ecclesiastiche e all’inquisizione, parziale riforma degli studi universitari, liberalizzazione di commercio e artigianato. La Rivoluzione americana COLONIZZAZIONE INGLESE E FRANCESE DEL NORD AMERICA Le colonie inglesi del Nord America, nate in circostanze e periodi diversi, non rappresentavano una realtà uniforme. - Colonie del Nord, “New England”: immigrazione di minoranze religiose, economia basata sull’esportazione di prodotti agricoli e artigianato - Colonie centrali “Middle Colonies”: di recente formazione, urbanizzate, settore finanziario e commerciale - Colonie meridionali: variegate dal pdv religioso (anglicani e cattolici), produzione agricola latifondista con schiavi, aristocrazia simile alla gentry inglese CONTRASTI TRA COLONIE E MADREPATRIA Durante la Guerra dei Sette anni gli abitanti delle 13 colonie britanniche parteciparono a fianco della madrepatria, ma presero coscienza della propria forza. Il parlamento inglese sulla base degli Atti di navigazione vietava il commercio diretto fra colonie e paesi terzi, imponeva dazi molto alti sull’importazione di alcuni prodotti, impediva la produzione di manufatti che potessero entrare in competizione con la GB. Il potere di veto esercitato dai governatori sulle assemblee era sentito come oppressivo. Gli americani avevano gradualmente acquisito coscienza di sé stessi come popolo distinto per carattere e cultura, alcuni fattori avevano allentato i vincoli di fedeltà con la madrepatria, come il grande risveglio del sentimento religioso e l’effetto crogiuolo (melting pot). Alla fine della Guerra dei Sette anni il governo inglese emanò norme più soffocanti. Una tassa da bollo su tutti i documenti legali e sui fogli periodici (Stamp Act), insieme a una crisi di sovrapproduzione di tabacco, scatenarono le ostilità: i delegati di 9 colonie riuniti a New York dichiararono incostituzionale la tassa da bollo perché votata in un Parlamento in cui esse non erano rappresentate (no taxation without representation). o Dicembre 1773, Boston Tea Party: l’acuirsi della tassazione spingerà i coloni e boicottare le merci inglesi. Questo gesto segnò l’inizio delle ostilità tra colonie e madrepatria. GUERRA DI INDIPENDENZA AMERICANA o 4 luglio 1776, Dichiarazione d’Indipendenza: il Congresso continentale approvò la dichiarazione di indipendenza che proclamava il diritto degli americani a darsi un nuovo governo sulla base dell’uguaglianza naturale degli uomini e del diritto inalienabile di ognuno alla vita, alla libertà e alla ricerca della felicità. Il comando delle forze armate contro l’esercito inglese fu affidato a George Washington. La tenacia degli insorti convincerà francesi e spagnoli ad appoggiarli militarmente. o 1783, Trattato di Versailles: la GB riconosceva l’indipendenza delle 13 colonie nordamericane. COSTUTIZIONE DEGLI STATI UNITI D’AMERICA Esigenza di un governo centrale forte. o 1787: la Convenzione si riunì a Philadelphia e prevalse la proposta della delegazione virginiana di una Confederazione federale interamente nuova. o 1788: la Costituzione fu approvata ed entrò in vigore. Alla base vi era un difficile equilibrio tra l’esigenza di rafforzare il governo centrale e quella di salvaguardare l’autonomia dei singoli Stati: ✓ Potere legislativo: detenuto da un Congresso composto da Senato e Camera dei Rappresentanti ✓ Potere esecutivo: al vertice vi era un presidente eletto dal popolo ✓ Potere giudiziario: Corte Suprema SVILUPPO DEGLI STATI UNITI TRA 700-800 Il primo presidente degli Stati Uniti fu George Washington nel 1789. Ma nacque una crescente opposizione animata da Thomas Jefferson, un partito repubblicano contrapposto a quello federalista. Jefferson riuscì poi a diventare presidente nel 1800 e nel 1808 succedette Madison un altro repubblicano. Con questo governo il governo statunitense si riaccostò alla GB stringendo un trattato di commercio. La schiavitù → elemento costitutivo delle civiltà antiche. L’orrore della schiavitù porterà alla nascita di movimenti abolizionisti, soprattutto in Francia (sociète de mis amis des noirs, Brissot). Commercio triangolare → le navi europee partivano cariche di merci e si dirigevano in Africa, qui vendevano le merci al re che in cambio dava schiavi catturati all’interno dei loro territori, poi partivano verso le Americhe dove vendevano gli schiavi e con il denaro ricavato compravano generi coloniali che poi rivendevano in patria. La Rivoluzione francese FRANCIA AL TRAMONTO DELLA MONARCHIA Con Luigi XVI sul trono francese (1774) si ha un periodo di difficoltà e malessere per l’economia del paese. La società francese appare attraversata da molteplici linee di tensione. CRISI FINANZIARIA E POLITICA DELLA MONARCHIA Tra il 1574 e il 1789 si succedettero in Francia ben 19 direttori delle finanze: questa instabilità è sintomo della gravità dei problemi in atto derivanti anche dalle guerre. Nell’opinione pubblica era ormai costante il riferimento agli Stati generali come unica istanza in cui la riforma dell’economia e di tutta la costituzione dello Stato doveva essere discussa. o Nell’agosto del 1789 il responsabile delle finanze dichiarò a nome del monarca che gli stati generali si sarebbero riuniti l’anno seguente, dopo 170 anni dall’ultima convocazione, con le stesse modalità del passato. RIVOLUZIONE IN MARCIA: 1789 In vista della riunione della rappresentanza nazionale, tutti i francesi dovevano far pervenire al trono le loro richieste e lamentele, redigendone degli elenchi (cahiers de doleances) da affidare ai deputati dei rispettivi ordini. Questa consultazione popolare ebbe un grande effetto di mobilitazione psicologica, anche perché venne a coincidere con una grave carestia. o 5 maggio 1789, Stati generali: in questo clima di tensione si riunirono gli Stati generali. I deputati del Terzo Stato proposero agli altri due ordini di riunirsi in un’unica assemblea, il clero accettò, mentre i nobili appoggiati dal re rifiutarono. Il re ordinerà la chiusura della sala di consulta. I deputati del Terzo Stato si riunirono in un altro locale assumendo il nome di Assemblea nazionale (alla fine di giugno il clero e la fazione più illuminata della nobiltà si unirono al Terzo Stato e l’assemblea diventò costituente). o 14 luglio 1789, presa della Bastiglia: una folla composta in gran parte da artigiani e bottegai si presentò davanti alla fortezza della Bastiglia, usata un tempo come prigione per i rei di Stato. A questa rivoluzione municipale si accompagnò anche un’ondata di panico nelle campagne (Grande Paura) che portò disordini e brigantaggio in direzione antifeudale. L’assemblea nazionale si vide costretta ad affrontare il problema dei diritti signorili, di cui erano largamente beneficiari anche elementi borghesi. o 4 agosto 1789, Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino: i deputati decisero la distruzione di quanto rimaneva del regime feudale e l’abolizione di ogni privilegio che si opponeva all’eguaglianza. L’assemblea nazionale passò anche a elaborare una Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, la più solenne affermazione delle libertà fondamentali (pensiero, parola e stampa), dell’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge e dei principi costitutivo dei moderni ordinamenti liberali e democratici (divisione dei poteri e sovranità popolare). I decreti però per acquisire valore di legge avevano bisogno della sanzione del re, che non era affatto disposto a concederla: una folla si mise in marcia verso Versailles. Luigi XVI approvò i decreti, ma si oppose alla richiesta di trasferimento della corte a Parigi -> il 6 agosto gli appartamenti reali furono invasi e Luigi fu trascinato a Parigi per essere trasferito nel palazzo di Tuileires. RICOSTRUZIONE DELL’UNITA’ NAZIONALE DOPO LA RIVOLUZIONE Clima di effervescenza politica che portò a un arapida politicizzazione delle masse parigine, da cui emerse la figura del sanculotto: ferocemente attaccato dall’eguaglianza dei diritti e alla solidarietà tra lavoratori pronto all’insurrezione e alla violenza rivoluzionaria. Alcune riforme: - Ambito amministrativo: capitale divisa in 48 sezione e l’intero territorio nazionale in 83 dipartimenti. - Ambito giudiziario: giudice di pace, tribunale, giuria popolare, corte di cassazione. - Ambito finanziario: confisca dei beni della chiesa, oppresse le corporazioni di arti e mestieri - Ambito religioso: ridisegnamento delle diocesi per corrispondere agli 83 dipartimenti, al clero fu imposto un giuramento di fedeltà alla Rivoluzione (condanna papale del movimento). CADUTA DELLA MONARCHIA La notte tra il 20-21 giugno 1791 Luigi XVI tentò la fuga dal palazzo di Tuilieres. La fuga introdusse un’ulteriore divisione tra le forze rivoluzionarie: mentre Robespierre (terrore) chiese la deposizione del sovrano, gli altri credevano fosse stato rapito. o 4 settembre 1791: redazione della Carta costituzionale che distingueva tra cittadini attivi (pagavano le imposte e quindi avevano diritto di voto) e passivi, i poteri del re erano limitati dall’obbligo di sottoporre i trattati e le dichiarazioni di pace o guerra al voto dell’assemblea.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved