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Schemi riassuntivi Macroeconomia Rovelli - prova finale, Schemi e mappe concettuali di Macroeconomia

Riassunto schematico ma molto esaustivo utile per sostenere la prova finale di Macroeconomia con il prof. Riccardo Rovelli. Corso di laurea in Scienze Internazionali e Diplomatiche. Utile per il ripasso. Contiene formule ed esempi. Contenuti: modello di domanda e offerta aggregata (AD/AS) in cambi fissi e flessibili, diritto tributario (politica fiscale, debito e signoraggio), politiche economiche di lungo periodo (politiche dell'offerta) Voto conseguito: 30

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2020/2021

In vendita dal 20/12/2022

unistudent2326
unistudent2326 🇮🇹

4.8

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Scarica Schemi riassuntivi Macroeconomia Rovelli - prova finale e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Macroeconomia solo su Docsity! SCHEMI RIASSUNTIVI MACROECONOMIA Prova finale Capitolo 14 – Domanda aggregata e offerta aggregata (modello AD-AS) CURVA AD Cambi fissi Spostamenti della curva AD Variazione di: Curva IS Curva AD i Movimento lungo IS (poichè si trova nel piano Y – i) Traslazione AD se i ↑ (PM restrittiva), AD trasla verso sinistra se i ↓ (PM espansiva), AD trasla verso destra π Traslazione IS Movimento lungo AD (poiché si trova nel piano Y - π) se π ↑, spostamento in alto a sinistra lungo la AD se π ↓, spostamento in basso a destra lungo la AD π* (target di inflazione o inflazione del paese leader, se in cambi fissi) Traslazione IS Traslazione AD, LAD se π* ↑, AD e LAD si spostano verso l’alto se π* ↓, AD e LAD si spostano verso il basso G (spesa pubblica), A (consumo autonomo), B, X, C, I Traslazione IS Traslazione AD se G, A, B, X, C, I ↑, AD trasla verso destra se G, A, B, X, C, I ↓, AD trasla verso sinistra T (tassazione), d (sensibilità degli investimenti al tasso di interesse) Traslazione IS Traslazione AD se T, d ↑, AD trasla verso sinistra se T, d ↓, AD trasla verso destra i* (tasso di interesse mondiale) Traslazione IFM Traslazione AD E (tasso di cambio nominale) Traslazione IS Traslazione AD q (sensibilità delle NX al tasso di cambio reale) Traslazione IS Traslazione AD Y* (Y nel RdM) Traslazione IS Traslazione AD Yn (Y di piena occ.) nulla nulla Con l’eccezione di variazioni di π o di i , ogni variazione esogena che determina una traslazione della IS ha lo stesso effetto e nella stessa direzione anche sulla curva AD Pendenza della curva AD Rotazione in senso antiorario (minore pendenza): aumento del valore dei parametri c e q Rotazione in senso orario (maggiore pendenza): diminuzione del valore dei parametri c e q Variazione parametro Effetto sulla pendenza c ↑ q ↑ Pendenza ↓ (rotazione antioraria) – AD più piatta c ↓ q ↓ Pendenza ↑ (rotazione oraria) – AD più ripida In cambi fissi, ossia con ∆E = 0, il modello IS-TR-IFM presenta solo le curve IS e IFM La condizione di equilibrio vede ε = EP / P* costante (vale la PPA) e dunque π = π* In equilibrio di LP, in cambi fissi, non è sostenibile un tasso di inflazione diverso da π* (tasso imposto dal paese leader del regime di cambio fisso) I prezzi possono variare solo nel breve periodo Se questo accade, cosa succede? Tasso di inflazione Conseguenza Movimento curve se π > π* ε ↑ (si apprezza), NX ↓ Curve IS e AD traslano verso il basso se π < π* ε ↓ (si deprezza), NX ↑ Curve IS e AD traslano verso l’alto Cambi flessibili La politica monetaria della BC è stabilita sulla base della Taylor Rule: i=in +α ( π−π )+ β¿) La BC stabilisce il tasso di interesse normale in sulla base del tasso di interesse reale normale di lungo periodo e sulla base del tasso di inflazione obiettivo della BC in =r n +π Siccome il tasso di interesse rilevante per le decisioni di investimento, con prezzi variabili, è quello reale (al netto dell’inflazione, ovvero tiene conto delle variazioni dei prezzi) Sostituendo questa espressione nella TR otteniamo: i=r n +π+α (π−π )+β¿) → i=r n + (1+α ) π+α∗π+β¿) In questo modo, ogni variazione dell’inflazione effettiva determina una modifica nel tasso di interesse effettivo i da parte della BC Definito il tasso di interesse normale, la condizione di equilibrio sul mercato dei cambi è la parità dei tassi di interesse, ossia in =i¿ Inoltre, se il nostro paese e il resto del mondo condividono anche:  Lo stesso rendimento reale di lungo periodo: rn = rn*  Lo stesso obiettivo di inflazione: π=π¿ Possiamo passare da una TR di economia chiusa i=r n + (1+α ) π+α∗π+β ( Y −Y n Y n ) • Dai risparmiatori esteri, attraverso il disavanzo della bilancia commerciale (o meglio, delle partite correnti) I titoli del debito pubblico NON sono ricchezza: teorema di neutralità del debito pubblico  Se la spesa è finanziata con debito, nei primi anni il consumatore non paga imposte, quindi può risparmiare e accumulare di più ...  Ma alla fine, tutta la ricchezza accumulata in più serve solo ed esattamente a pagare le maggiori imposte, dovute nell’anno di rimborso del debito. Questo risultato esemplifica il teorema di neutralità del debito pubblico, detto anche teorema neo-ricardiano Secondo il teorema, se i consumatori/risparmiatori sono razionali: 1. Sanno calcolare che alla fine l’onere complessivo delle imposte (includendo il rimborso del debito) è esattamente lo stesso: perciò la ricchezza finale dei risparmiatori sarà la stessa nei due casi. 2. Naturalmente, se la ricchezza finale è la stessa, anche il valore attualizzato (ad oggi) della ricchezza è uguale nei due casi: quindi già da subito (dal primo anno in cui non si pagano le imposte) il consumatore non si illude: sa che i maggiori risparmi di oggi serviranno solo a pagare le maggiori imposte future. Tuttavia, il teorema di neutralità del debito richiede che siano soddisfatte alcune condizioni affinchè sia valido. Il teorema di neutralità è valido se: 1. I consumatori conoscono con certezza i propri redditi e possibilità di consumo future, e inoltre 2. Che una spesa sia finanziata con le imposte correnti, oppure con le imposte future, il peso contributivo cadrà in ogni caso sulle stesse persone, e con la stessa distribuzione degli oneri: non vi saranno conseguenze redistributive legate alla scelta tra le due modalità di finanziamento, e inoltre 3. a) Il reddito dei consumatori è costante nel tempo, oppure 4. b) I consumatori possono indebitarsi in un mercato dei capitali «perfetto», allo stesso tasso al quale si indebita lo stato Negli altri casi, possiamo invece supporre che:  Almeno una parte dei consumatori preferirà ritardare il pagamento delle imposte (ad esempio, coloro che hanno una aspettativa di vita bassa), e che se questo avviene si sentirà, almeno un poco, «più ricca».  Di conseguenza, aumenterà anche la spesa per consumi.  E quindi, finanziare la spesa pubblica con l’emissione di debito, anziché con le imposte correnti (rimandando quindi la politica fiscale restrittiva e l’innalzamento delle imposte), ha un effetto maggiormente espansivo sulla domanda aggregata. Debito pubblico insostenibile Un debito è insostenibile quando il debitore non è più in grado di contenerne la crescita, ossia quando è costretto a emettere nuovo debito anche solo per pagare gli interessi sul debito già emesso (pregresso). In questo caso, anche la spesa per interessi crescerà nel tempo, e il debito è avviato su un sentiero sempre in crescita.  Poiché la capacità di pagare gli interessi sul debito dipende dalle imposte che lo stato può incassare,  e le imposte aumentano in proporzione al reddito (il gettito fiscale dipende dalla grandezza dell’economia),  è naturale valutare la sostenibilità del debito non in valore assoluto (miliardi di euro) ma in rapporto al livello del PIL, in quanto il PIL fornisce una misura del grado di grandezza di un’economia e dunque del gettito fiscale. Per questo le analisi macroeconomiche della sostenibilità si concentrano sul rapporto debito/PIL. Il debito di un paese cresce se l’avanzo primario è inferiore alla spesa per interessi: A < i D Il rapporto debito/Pil cresce se il disavanzo totale è superiore al prodotto fra tasso di crescita del PIL nominale e debito alla fine dell’anno precedente: i D – A > ( π +γ ) ∙ D La variazione del rapporto debito/PIL si può calcolare con questa formula: ∆ (D Y )=∆ D ∙Y −∆ Y ∙ D Y 2 = [ i ∙ D−A ]−  ( π+ γ ) ∙D Y che a sua volta è stata ricavata dalla formula ∆ ( D Y )≈ ∆ D ∙Y −∆ Y ∙ D Y 2 = ∆ D Y −¿ ∆ Y Y ∙ D Y che può essere riscritta ricordando che: ∆D = i D – A è il disavanzo totale, con A: avanzo primario (G - T) ∆Y/Y = π+γ è il tasso di crescita nominale del PIL Definizione di insostenibilità del debito In conclusione, il debito pubblico è insostenibile se, data la crescita del PIL nominale, lo stato non riesce (nella media di un ciclo economico) a generare un avanzo primario sufficiente ad arrestare la crescita del rapporto debito/PIL, ossia, il debito è insostenibile / costante in rapporto al PIL / sostenibile a seconda che nel lungo periodo A Y sia MINORE / UGUALE / MAGGIORE di [i ∙ D ]−(π+ γ ) ∙ D Y = ( i−   π  -  γ ) ∙D Y Conseguenze dell’insostenibilità del debito pubblico Se il rapporto debito/PIL continua a crescere, gli acquirenti del debito cominceranno a dubitare che lo stato: 1. Possa continuare a pagare gli interessi sul debito già emesso 2. Sia in grado di rimborsare il debito in scadenza. In questo caso, ci potranno essere due conseguenze immediate: 1. Poiché percepiscono un aumento del rischio, gli acquirenti pretenderanno un tasso d’interesse più elevato. Questo, però, ha un effetto perverso: infatti interessi più elevati accelerano la crescita del debito! 2. Gli investitori meno propensi al rischio diserteranno le aste di emissione: lo stato non riesce più a collocare nuovo debito, né per finanziare gli interessi sul vecchio, né per pagare altre spese. A questo punto, ci sono due vie d’uscita: 1. Lo stato ricorre alla BC. La BC interviene direttamente sul mercato primario (mercato delle nuove emissioni) e acquista il debito che lo stato non riesce a collocare altrimenti. In alternativa, può anche intervenire sul mercato secondario, acquistando titoli già in mano ai privati, e facendone alzare i prezzi. Questo ha diverse implicazioni:  Per acquistare il debito, la BC stampa nuova moneta («monetizzazione» del debito)  Quando entra in circolazione, la nuova moneta genera un aumento dei prezzi, e quindi un aumento del PIL nominale: il rapporto debito/PIL diminuisce.  Il debito (il cui valore nominale è fisso) vale ora di meno in rapporto al potere d’acquisto dei redditi (il cui valore nominale è cresciuto):  Il valore reale dei titoli già collocati presso i privati diminuisce: è la tassa da inflazione. Tassa da inflazione: M ↑,   π ↑, Y ↑, ∆ ( D Y ) ↓, valore del debito (in PPA) ↓, valore dei titoli di debito già emessi ↓ 2. La seconda via d’uscita: lo stato propone unilateralmente una ristrutturazione del debito Questo può avvenire in diversi modi:  Bancarotta totale o parziale: lo stato disconosce il proprio debito, in tutto o in parte: non pagherà più le cedole, né rimborserà i titoli in scadenza. Se è parziale, questo può riguardare solo alcune categorie di creditori.  Ristrutturazione o rinegoziazione: lo stato propone uno swap, ossia di sostituire i titoli già collocati con altri di minor valore. Tuttavia: 1. Una ristrutturazione del debito è praticabile solo dopo aver comunque raggiunto un avanzo primario, ossia, quando lo stato non ha più bisogno di emettere titoli per finanziare le altre spese. Infatti, dopo una ristrutturazione (default parziale), ci vogliono sempre alcuni anni, prima che gli investitori abbiano «dimenticato», e tornino a prestare soldi allo stato in questione. Quindi, per qualche anno lo stato deve sapere di non poter contare sulla possibilità di emettere nuovo debito. 2. Quasi sempre una ristrutturazione del debito si accompagna ad una svalutazione del cambio, per rilanciare la competitività esterna e risollevare la domanda aggregata del paese. Capitolo 18 – Politiche economiche di lungo periodo (politiche dell’offerta) Spostamenti permanenti della LAS (offerta aggregata di lungo periodo)  Migliore allocazione delle risorse, tra settori  Miglioramenti tecnologici (nella funzione di produzione)  Aumento dell’offerta di lavoro  Aumento dell’offerta di capitale Osservazioni: 1. Alcuni spostamenti positivi continuano nel tempo. In tal caso aumenta il tasso di crescita di lungo periodo Esempio: Crescita della produttività dovuta ad un flusso continuo di innovazioni. 2. Anche la AD deve «seguire» lo spostamento della LAS:  Questo può avvenire spontaneamente (= l’aumento dei redditi prodotti genera anche un aumento di domanda)  Oppure può anche essere «accompagnato» da una politica espansiva della domanda (ad es. politica monetaria accomodante) 3. Sono possibili anche spostamenti nella direzione opposta: In conclusione: 1. Le imposte sono necessarie. 2. Le imposte implicano necessariamente distorsioni / perdita di efficienza. 3. Diverse imposte hanno impatti (costi) molto diversi per diversi gruppi economici e sociali. Quindi, il disegno complessivo di un sistema fiscale deve essere bilanciato per minimizzare i costi e le inefficienze complessive, sotto il duplice vincolo di:  Ottenere il gettito totale ritenuto necessario.  Mantenere il consenso politico (della maggioranza) dell’elettorato. Migrazioni e offerta di lavoro Quale impatto hanno gli immigrati sul mercato del lavoro?  È un aumento dell’offerta di lavoro complessivo  Se il mercato del lavoro è omogeneo ( Indigeno = Immigrato) l’effetto complessivo (a parità di domanda di lavoro) è: maggiore occupazione e un salario inferiore.  Se il mercato del lavoro è omogeneo ( Indigeno = Immigrato), i lavoratori indigeni sono penalizzati.  Invece, ci guadagnano gli immigrati ed i datori di lavoro (capitalisti). Tuttavia, la realtà è più complessa! L’immigrazione ha diversi altri effetti sul sistema economico e sul mercato del lavoro: • Lavoratori immigrati contribuiscono alla domanda aggregata. • (Se sono regolari) pagano le imposte (contributo netto al sistema fiscale). • Se sono meno qualificati degli indigeni: coesistenza di due segmenti del mercato del lavoro. • Con l’immigrazione aumenta l’offerta di lavoro meno qualificato • e aumenta il differenziale di reddito tra lavoratori più qualificati e meno qualificati (sia indigeni che immigrati) • Tra gli indigeni, sono i meno qualificati a subire la concorrenza degli immigrati • e a beneficiare di (e richiedere) opportunità di ri-qualificazione professionale In generale, l’accoglienza dei nuovi lavoratori immigrati è molto più facile (o anche necessaria) se l’economia interna è in una fase di espansione stabile e prolungata.
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