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Schemi Terza Prova Esame di Stato Psicologia Clinica, Schemi e mappe concettuali di Psicologia Clinica

Riassunto DSM5 per la terza prova di psicologia clinica dell' esame di stato

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2019/2020

Caricato il 18/07/2020

MisterKilgore
MisterKilgore 🇮🇹

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Scarica Schemi Terza Prova Esame di Stato Psicologia Clinica e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Psicologia Clinica solo su Docsity! DISTURBI DELLO SPETTRO DELLA SCHIZOFRENIA Catatonia Disturbo psicomotorio associato ad altri disturbi. Diminuzione dell’attività motoria (moderata o grave) e del contatto durante il colloquio. A. 3 o più dei seguenti sintomi a. Stupor (nessuna attività motoria) b. Catalessia (postura mantenuta) c. Flessibilità cerea (resistenza alle modificazioni posturali) d. Mutismo e. Negativismo (opposizione agli stimoli) f. Postura fissa g. Manierismo h. Stereotipia i. Agitazione j. Ecolalia k. Ecoprassia Schizofreni a Grave disturbo. Allucinazioni, deliri, appiattimento affettivo, disorg. Eloquio e comportamento A. 2 o più dei seguenti sintomi (almeno 1,2 o 3) significativamente per almeno un mese a. Deliri (convinzioni errate, assurde o resistenti) b. Allucinazioni c. Eloquio disorganizzato d. Comportamento disorganizzato o catatonico e. Sintomi negativi (abulia e mancanza espressione emotiva) B. Compromissione di funzionamento lavorativo, sociale e della cura di sé C. Segni del disturbo continuano per 6 mesi oltre 1 mese di sintomi D. Escludo disturbo schizoaffettivo, depressivo e bipolare in quanto 1) mancano episodi DEPMAG o MAN 2) le alterazioni dell’umore si presentano per durata minoritaria. E. Disturbo non attribuibile agli effetti fisiologici di una sostanza F. Se presenti autismo o disturbo della comunicazione, la diagnosi viene posta dopo 1 mese di allucinazione e deliri preminenti. Idee deliranti: compromissione dell’esame di realtà. Persecutorie, grandiose, nichilistiche, erotomani, bizzarre. Disturbo delirante 1 mese di deliri non bizzarri, senza sintomi attivi SCHIZ Disturbo psicotico breve Da 1 giorno a 1 mese di sintomi della SCHIZ Disturbo schizofreniforme Sintomi SCHIZ della durata da 1 a 6 mesi, senza compromissione del funzionamento Disturbo schizoaffettivo 1 episodio di alterazione dell’umore e almeno 2 settimane di deliri/allucinazioni DPSI indotto da farmaci/sostanze Sintomi SCHIZ dovuti ad abuso di sostanze o farmaci DPSI indotto da altra condizione Sintomi SCHIZ dovuti a patologie organiche (es. tumore al cervello) Test e valutazione Ipotesi di intervento  La persona non collabora o non comprende la classica batteria di test psicodiagnostici  Diagnosi formulata da uno psichiatra sulla base del DSM-5 su una valutazione globale del funzionamento di una persona, desunto da anamnesi e sintomi.  Consulenza psichiatrica per la riduzione dei sintomi attivi  Compromissione elevata da necessitare un intervento integrato a livello farmacologico, educativo e di assistente sociale  Lo psicologo deve organizzare training per sviluppare le abilità residue. Problem solving.  Impossibile effettuare psicoterapia in cui sia richiesta interpretazione  Educatore lavora sulla cura della persona. Laboratori creativi che danno modo di manipolare, creare  Attenzione al burn-out Caratteristiche Diagnosi differenziale Intervento  Euforia, esaltazione dell’energia che può sfociare in delirio  Ridotto esame di realtà, scarsa consapevolezza, scelte rischioese  Linguaggio rapido e impetuoso  Prestazioni cognitive elevate, alta attivazione neurovegetativa  Fase di risoluzione con brusco calo dell0umore  Disturbi psicotici: accompagnamento del decorso e storia familiare  I sintomi depressivi nella schizofrenia sono minori e non giustificano  Problema dato dall’instabilità nel percorso  Contenimento e stabilizzazione dell’umore: setting stabile e relazione supportiva  Impostare uno stile di vita regolare DISTURBI D’ANSIA Disturbo d’ansia generalizzata Timori e preoccupazioni specifiche senza un soggetto preciso A. Ansia o preoccupazioni eccessive per la maggior parte dei giorni per almeno 6 mesi B. Difficoltà a controllare la preoccupazione C. 3 o più dei seguenti: a. Irrequietezza b. Facile affaticamento c. Difficoltà a concentrarsi o vuoti di memoria d. Irritabilità e. Tensione muscolare f. Alterazioni del sonno D. Disagio clinicamente significativo E. Non attribuibile ad una sostanza F. Non attribuibile ad altro disturbo mentale Fobia specifica Paura clinicamente significativa di oggetto o situazione A. Paura verso oggetti o situazioni specifiche (es. volare, altezze) B. Oggetto o situazione crea immediata paura C. Oggetto o situazione attivamente evitata D. Paura sproporzionata rispetto al pericolo rappresentato E. Paura ansia ed evitamento persistenti per almeno 6 mesi F. Disagio clinicamente significativo e compromissione aree sociali e lavorative G. Non è sintomo di altro disturbo mentale (es. schizofrenia) Disturbo d’ansia sociale (fobia sociale) Paura clinicamente significativa di situazioni o prestazioni sociali A. Paura nelle situazioni in cui l’individuo è esposto all’esame degli altri. B. L’individuo teme di agire in modo tale che i sintomi di ansia siano valutati negativamente C. Le situazioni sociali provocano inevitabilmente ansia D. Le situazioni sociali temute sono evitate E. Paura ed ansia sono sproporzionate rispetto alla minaccia F. Paura e ansia durano 6 mesi o più G. Danno e compromissione clinicamente significativi H. Sintomi non attribuibili a sostanze I. Sintomi non attribuibili ad altra patologia (es. autismo) J. Sintomi non attribuibili ad altra condizione medica (es. obesità) Agorafobia Paura dei luoghi da cui sarebbe difficile allontanarsi A. Paura di almeno 2 situazioni a. Utilizzo dei trasporti pubblici b. Trovarsi in spazi aperti c. Trovarsi in spazi chiusi d. Stare in fila tra la folla e. Essere fuori casa da soli B. L’individuo teme che possa essere difficile fuggire C. La situazione agorafobica provoca sempre paura o ansia D. Le situazioni agorafobiche vengono evitate E. Paura sproporzionata al reale pericolo F. Paura e ansia durano 6 mesi o più G. Danno e compromissione clinicamente significativi H. Sintomi non attribuibili a sostanze I. Sintomi non attribuibili ad altra patologia J. Sintomi non attribuibili ad altra condizione medica Disturbo di panico Improvvisa intensa apprensione, paura o terrore. Presenti sintomi come dispnea, palpitazioni, dolore o fastidio A. Ricorrenti attacchi di paura intensa inaspettati in cui compaiono 4 o più dei seguenti a. Palpitazioni, cardiopalma, tachicardia b. Sudorazione c. Tremori d. Dispnea e. Sensazione di asfissia f. Fastidio al petto g. Nausea o disturbi addominali h. Sensazione di vertigine o instabilità, testa leggera i. Brividi, parestesie, derealizzazione, paura di impazzire, paura di morire B. Almeno 1 degli attacchi è stato seguito da 1 mese o più di: a. Preoccupazione persistente dell’insorgere di altri attacchi b. Alterazione disadattiva del comportamento correlata agli attacchi C. Alterazione non è dovuta da sostanza D. Alterazione non è dovuta ad altro disturbo mentale DISTURBI DISSOCIATIVI Dis. dissociativo dell’identità Presenza di due o più distinte identità o stati di personalità che in modo ricorrente assumono il controllo del comportamento dell’individuo, accompagnato da amnesia Amnesia dissociativa Incapacità di rievocare importanti notizie personali, che è usualmente di natura traumatica e stressogen Dis. di depersonalizzazione/derealizzazione Sentimento persistente o ricorrente di essere staccato dal proprio corpo o dai propri processi mentali Dis. dissociativo con altra specificazione Sintomi causano disagio clinicamente significativo ma non soddisfano pienamente i criteri per la diagnosi Dis. dissociativo senza specificazione Il clinico sceglie di non indicarne la ragione specifica. DISTURBO DISSOCIATIVO DELL’IDENTITA’ Il Disturbo dissociativo dell’identità insorge dopo gravi traumi o abusi, quando gli individui ripartiscono i vari aspetti dell’esperienza traumatica in vari stati dell’Io, ciascuno caratterizzato da propri schemi cognitivi, affettivi e comportamentali, tanto da costituire vere e proprie identità, che risiedono nello stesso Sé e che sono spesso inconsapevoli l’una dell’esistenza dell’altra. L’individuo infatti viene a trovarsi “suddiviso” in vari alter, alcuni dei quali sono sede di emozioni di rabbia, dolore, paura legate al trauma, mentre altri possono essere deputati a svolgere le ordinarie funzioni della vita quotidiana. A. Disgregazione dell’identità, caratterizzata da due o più stati di personalità distinti. La disgregazione dell’identità comprende una marcata discontinuità del senso del sé e della consapevolezza delle proprie azioni, accompagnata da correlate alterazioni dell’affettività, del comportamento, della coscienza, della memoria, della percezione, della cognitività e/ o del funzionamento senso-motorio. Tali segni e sintomi possono essere osservati da altre persone o riferiti dall’individuo. B. Ricorrenti vuoti nella rievocazione di eventi quotidiani o traumatici C. Compromissione e disagio significativo D. Il disturbo non è una parte normale di una pratica culturale o religiosa largamente accettata. (Bambini giochi di fantasia) E. I sintomi non sono attribuibili a sostanza o condizione medica DEPMAG e BIP: il cambiamento di stati di identità porta cambiamenti repentini di umore. DPTS: può causare stati di dissociazione SCHIZO: voci interne causate dai differenti stati di identità. BORDER: difficoltà nella gestione delle relazioni personali e instabilità dell’identità, ma non stati identitari compresenti. Disturbi correlati ad eventi traumatici o stressanti Dis. stress post traumatico Caratterizzato dal rivivere un evento estremamente traumatico accompagnato da sintomi di aumento dell’arousal e da evitamento di stimoli associati al trauma. A. Esposizione a morte reale o minaccia di morte, grave lesione, oppure violenza sessuale in uno o più dei seguenti modi: 1. Esperienza diretta 2. Spettatore 3. Venire a conoscenza di un evento capitato ad amico o familiare 4. Venire esposto a dettagli crudi B. Uno o più sintomi intrusivi (pensieri forzati ed intrusivi) 1. Ricordi spiacevoli ricorrenti ed intrusivi 2. Sogni spiacevoli 3. Reazioni dissociative (flashback):rivive l’evento traumatico 4. Sofferenza di fronte a situazioni o cose che rievocano l’evento 5. Marcate reazioni fisiologiche di fronte a cose o situazioni che rievocano l’evento C. Evitamento persistente 1. Ricordi 2. Fattori esterni che suscitano ricordi D. Alterazioni negative di pensieri ed emozioni associati all’evento traumatico (dissociazione) 1. Incapacità di ricordare 2. Persistenti ed esagerate convinzioni o aspettative negative relative a se stessi, ad altri o al mondo (es. non ci si può fidare di nessuno). 3. Persistente senso di colpa 4. Marcata riduzione di interesse o partecipazione ad attività significative. 5. Sentimenti di distacco di estraneità verso gli altri. 6. Persistente incapacità di provare emozioni positive. E. Marcate alterazioni dell’arousal e della reattività (iper-reattività fisiologica) 1. comportamento irritabile ed esplosioni di rabbia 2. Comportamento spericolato o autodistruttivo. 3. Ipervigilanza. 4. Esagerate risposte di allarme. 5. Problemi di concentrazione. 6. Difficoltà relative al sonno. F. La durata delle alterazioni è superiore a 1 mese. G. L’alterazione provoca disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti. H. L’alterazione non è attribuibile agli effetti fisiologici di una sostanza o ad un’altra condizione medica. Con sintomi dissociativi: 1. Depersonalizzazione 2. Derealizzazione Dis. da stress acuto Sintomi DPTS che si verificano immediatamente a seguito di un evento estremamente traumatico A. Esposizione a morte reale o minaccia di morte, grave lesione oppure violenza (come DPTS) B. Presenza di 9 (o più) dei seguenti sintomi di ciascuna delle 5 categorie relative a intrusione, umore negativo, dissociazione, evitamento e arousal, che sono iniziati o peggiorati dopo l’evento traumatico.  Sintomi di intrusione: ricordi spiacevoli, sogni spiacevoli, reazioni dissociative, sofferenza psicologica  Umore negativo: incapacità di provare emozioni positive  Sintomi dissociativi: alterato senso di realtà, incapacità di ricordare  Sintomi di evitamento: Evitare ricordi e fattori esterni che attivano il ricordo  Sintomi di arousal: insonnia, esplosioni di rabbia e irritabilità, ipervigilanza, problemi di concentrazione, esagerato allarme C. La durata dell’alterazione (Criterio B) va da 3giorni a 1 mese dall’esposizione al trauma. Può anche essere subito dopo il trauma e durare 3 giorni D. Disagio significativo e compromissione funzionamento E. Alterazione non attribuibile a sostanze o disturbo psicotico breve Dis. dell’adattamento dovuto allo sviluppo di sintomi emotivi o comportamental i in risposta ad uno o più fattori stressanti non traumatici. A. Lo sviluppo di sintomi emotivi o comportamentali in risposta a uno o più eventi stressanti identificabili che si manifesta entro 3 mesi dell’insorgenza dell’evento stressante. B. Questi sintomi o comportamenti sono clinicamente significativi, come evidenziato da uno o entrambi i seguenti criteri: 1. Marcata sofferenza, che sia sproporzionata rispetto alla gravità o intensità dell’evento stressante. 2. Compromissione significativa del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre importanti aree. C. Il disturbo correlato con lo stress non soddisfa i criteri per un altro disturbo mentale e non rappresenta solo un aggravamento di un disturbo mentale preesistente. D. I sintomi non corrispondono a un lutto normale. E. Una volta dell’evento stressante o le sue conseguenze sono superati, i sintomi non persistono per più di altri 6 mesi. Evento di gravità inferiore rispetto al DPTS. Reazione a cambiamenti che richiedono una riorganizzazione faticosa. TEST: scala di autovalutazione di RIES Gruppo A: BIZZARRO Paranoide Individui sospettosi. Analizzano ossessivamente parole e comportamenti altrui, aggressivi e impulsivi quando si sentono minacciati. Premorboso rispetto alla schizofrenia A. Diffidenza e sospettosità pervasiva nei confronti degli altri (4 marker) a. Sospetta di essere sfruttato, danneggiato, ingannato b. Dubita di amici e colleghi c. Riluttante a confidarsi d. Legge significati umilianti o minacciosi e. Porta rancore f. Percepisce attacchi al ruolo o alla reputaizone g. Sospetta della fedeltà del partner B. Non si manifesta nel decorso di shizofrenia, bipolare e disturbi dell’umore, né autismo e sostanze. Mancanza di sintomi psicotici: disturbo delirante, persecutorio, schizofrenico. Mancanza di pensiero magico e stravaganza: disturbo schizotipico Schizoide Persone che si isolano per indifferenza rispetto agli altri. Non provano interesse nell’interazione. Miti e passivi. Premorboso rispetto alla schizofrenia. A. Pattern pervasivo di distacco dalle relazioni sociali. Gamma ristretta di espressioni emotive a partire dall’adolescenza (4 marker) a. Non prova piacere né desidera relazioni b. Attività individuali c. No relazioni sessuali d. Non prova piacere nelle attività e. Non ha amici f. Indifferente a lodi e critiche g. Freddo e distaccato B. Non si manifesta nel decorso di shizofrenia, bipolare e disturbi dell’umore, né autismo e sostanze. Eloquio e comportamento stereotipato: autismo Disturbi psicotici ed uso di sostanze. Individui “solitari” quando non ha carattere disadattivo. Schizotipic o Individui con “idee di riferimento”. Vestono in modo eccentrico ed inusuale, spesso superstiziosi, credono alla magia. L’eccentricità è motivo di esclusione e derisione. A. Pattern caratterizzato da distorsioni cognitive ed eccentricità di comportamento, che portano disagio e ridotta capacità nelle relazioni (5 marker) a. Idee di riferimento b. Convinzione strane o pensiero magico c. Esperienze percettive insolite d. Pensiero ed eloquio bizzarri e. Affettività inappropriata f. Comportamento o aspetto eccentrico o strano g. Nessun amico stretto h. Eccessiva ansia sociale B. Non si manifesta nel decorso di shizofrenia, bipolare e disturbi Disturbi psicotici, abuso di sostanze ed altre condizioni mediche. dell’umore, né autismo e sostanze. Aree da approfondire:  Analisi della domanda, motivazioni ed aspettative  Funzionamento in ambito affettivo, familiare, sociale o lavorativo  Precedenti professionisti, ricoveri e terapie  Farmaci assunti o terapie mediche  Approfondimento dei sintomi Test e strumenti per la valutazione:  Osservazione e colloqui liveri, semistrutturati e strutturati  Test Rorschach con metodo Exner per il funzionamento percettivo, affettivo e sociale  Test Wais-IV per il funzionamento cognitivo globale  Test MMPI-2-RF per disturbi clinici  Test del disegno della figura umana per l’immagine di se. Ipotesi di intervento:  Il problema è che le persone ritengono che il problema sia esterno e non loro. Scarsa motivazione alla psicoterapia. Diffidenza verso i professionisti.  Empatizzare con il bisogno di protezione  Rispettare il bisogno di solitudine stimolando gli interessi residui Gruppo C: ANSIOSO Evitante Persona inibita socialmente, invisibile. Temono di essere criticati, disapprovati, rifiutati. In ambito affettivo insicuri, devono essere rassicurati. A. Pattern di inibizione sociale ed inadeguatezza, ipersensibilità al giudizio negativo (4 marker) a. Evita attività che implicano contatto interpersonale b. Riluttante alle relazioni c. Limitazioni nelle relazioni d. Si preoccupa di essere criticato e. Inibito in situazioni interpersonali f. Si vede socialmente inetto g. Non assume rischi interpersonali La fobia sociale ha un soggetto specifico. DDP dipendente delega per essere accudito, non per paura delle critiche. Paranoide teme che l’altro abbia intenzioni malevole, l’evitante di essere deriso. Dipendente Necessità di essere accuditi. Comportamento sottomesso, delegano agli altri le responsabilità. Hanno paura di deludere gli altri e che si allontanino. A. Pattern necessità di essere accuditi. Comportamento sottomesso, dipendente e timoroso di separazione (5 marker) a. Difficoltà nelle decisioni quotidiane b. Bisogno che altri si assumano le responsabilità c. Difficoltà a esprimere disaccordo d. Difficoltà ad iniziare progetti e. Disposto a tutto pur di essere accudito f. A disagio quando è solo g. Passa da una relazione ad un’altra h. Preoccupato di essere lasciato solo DDP istrionico socievole e brillante, dipendente docile e modesto. Borderline ha paura dell’abbandono ma reagisce con rabbia, dipendente con sottomissione. Evitante poco socievole perché teme l’imbarazzo, il dipendente l’abbandono. DOC Persone attente ai dettagli, inefficienti. Non delegano compiti, rigidi ed inflessibili. A. Pattern di preoccupazione per l’ordine, perfezionismo, controllo mentale ed interpersonale. Esordio in prima età adulta (4 marker) a. Preoccupato per dettagli, regole, liste, ordine b. Perfezionismo poco funzionale al compito c. Eccessivamente dedito al lavoro d. Eccessivamente scrupoloso e intransigente e. Incapace di gettare oggetti inutili f. Riluttante a delegare compiti ad altri g. Avarizia, accumulazione del denaro h. Rigido e testardo Disturbo da accumulo più estremo. DDP narcisistico si sente perfetto, DOC è insoddisfatto ed autocritico. Evitante Dipendente DOC  Sostenere la persona nell’espressione emotiva  Promuovere autostima ed autonomia  Attenzione al transfert di dipendenza  Promuovere flessibilità  Potenziare le risorse DISTURBI DELLA NUTRIZIONE E DELL’ALIMENTAZIONE Anoressia nervosa restrizione nell’assunzione di calorie rispetto alle necessità nutrizionali, che porta a un peso corporeo significativamente basso Temi: Rivendicazione di controllo e autonomia Intransigenza Spesso famiglie iperprotetive e oppressive Controllo ossessivo del proprio corpo A. Restrizione nell’assunzione di calorie in relazione alle necessità, che porta a un peso corporeo significativamente basso nel contesto di età, sesso, traiettoria di sviluppo e salute fisica. Il peso corporeo significativamente basso è definito come un peso inferiore al minimo normale oppure, per bambini e adolescenti, meno di quello minimo previsto. B. Intensa paura di aumentare di peso o di diventare grassi, oppure un comportamento persistente che interferisce con l’aumento di peso, anche se significativamente basso. C. Alterazione del modo in cui viene vissuto dall’individuo il peso o la forma del proprio corpo, eccessiva influenza del peso o della forma del corpo sui livelli di autostima, oppure persistente mancanza di riconoscimento della gravità dell’attuale condizione di sottopeso. - Tipo con restrizioni: durante gli ultimi 3 mesi, l’individuo non ha presentato ricorrenti episodi di abbuffata o condotte di eliminazione (per es., vomito autoindotto, uso inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi). In questo sottotipo la perdita di peso è ottenuta principalmente attraverso la dieta, il digiuno e/o l’attività fisica eccessiva. - Tipo con abbuffate/condotte di eliminazione: durante gli ultimi 3 mesi, l’individuo ha presentato ricorrenti episodi di abbuffata o condotte di eliminazione (per es., vomito autoindotto, uso inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi). Specificare se: - In remissione parziale: successivamente alla precedente piena soddisfazione dei criteri per l’anoressia nervosa, il criterio A non è stato soddisfatto per un consistente periodo di tempo, ma sia il criterio B che il criterio C sono ancora soddisfatti. - In remissione completa: successivamente alla precedente piena soddisfazione dei criteri per l’anoressia nervosa, non è stato soddisfatto nessuno dei criteri per un consistente periodo di tempo. Bulimia nervosa ricorrenti abbuffate con vomito o condotte di evacuazione Condotte a rischio Caos (opposto al controllo) Famiglie conflittuali A. Ricorrenti episodi di abbuffata. Un episodio di abbuffata è caratterizzato da entrambi i seguenti aspetti: 1. Mangiare, in un determinato periodo di tempo (per es., un periodo di 2 ore), una quantità di cibo significativamente maggiore di quella che la maggior parte degli individui assumerebbe nello stesso tempo e in circostanze simili. 2. Sensazione di perdere il controllo durante l’episodio (per es., sensazione di non riuscire a smettere di mangiare o a controllare cosa e quanto si sta mangiando). B. Ricorrenti e inappropriate condotte compensatorie per prevenire l’aumento di peso, come vomito autoindotto, abuso di lassativi, diuretici o altri farmaci, digiuno o attività fisica eccessiva. C. Le abbuffate e le condotte compensatorie inappropriate si verificano entrambe in media almeno 1 volta la settimana per 3 mesi. D. I livelli di autostima sono indebitamente influenzati dalla forma dal peso del corpo. E. L’alterazione non si manifesta esclusivamente nel corso di episodi di anoressia nervosa. Specificare se: - in remissione parziale: successivamente alla precedente piena soddisfazione dei criteri per la bulimia nervosa, alcuni, ma non tutti i criteri sono stati soddisfatti per un consistente periodo di tempo. - in remissione completa: successivamente alla precedente piena soddisfazione dei criteri per la bulimia nervosa, nessuno dei criteri è stato soddisfatto per un consistente periodo di tempo. Specificare la gravità attuale: il livello minimo di gravità si basa sulla frequenza di condotte compensatorie inappropriate. Il livello di gravità può essere aumentato per riflettere altri sintomi e il grado di disabilità funzionale. Lieve: 1-3 episodi a settimana. Moderata: 4-7 episodi a settimana. Grave: 8-13 episodi a settimana. Estrema: 14 o più episodi a settimana. Dis. alimentazione incontrollata abbuffate senza vomito o condotte di evacuazione A. Ricorrenti episodi di abbuffata. Un episodio di abbuffata è caratterizzato da entrambi i seguenti aspetti: 1. Mangiare, in un determinato periodo di tempo (per es., un periodo di 2 ore), una quantità di cibo significativamente maggiore di quella che la maggior parte degli individui mangerebbe nello stesso tempo e in circostanze simili. 2. Sensazione di perdere il controllo durante l’episodio (per es., sensazione di non riuscire a smettere di mangiare o a controllare cosa e quanto si sta mangiando). B. Gli episodi di abbuffata sono associati a tre o più dei seguenti aspetti: 1. Mangiare molto più rapidamente del normale. 2. Mangiare fino a sentirsi sgradevolmente pieni. 3. Mangiare grandi quantitativi di cibo, anche se non ci si sente affamati. 4. Mangiare da soli a causa dell’imbarazzo per quanto si sta mangiando. 5. Sentirsi disgustati verso se stessi, depressi o molto in colpa dopo l’episodio. C. È presente marcato disagio riguardo alle abbuffate. D. L’abbuffata si verifica, mediamente, almeno una volta alla settimana per 3 mesi. E. L’abbuffata non è associata alla messa in atto sistematica di condotte compensatorie inappropriate come nella bulimia nervosa, e non si verifica esclusivamente in corso di bulimia nervosa o anoressia nervosa. Specificare se: Diritti Riservati © 110eLode.Net, Dott.ssa Stella Di Giorgio, Psicologa. Questo documento è riservato e personale e contiene un codice QR digitale per l'identificazione dell'acquirente. La riproduzione parziale o totale sarà perseguita penalmente. Copiare o distribuire un documento digitale è un furto di proprietà intellettuale. 72 - in remissione parziale: successivamente alla precedente piena soddisfazione dei criteri per il disturbo da binge-eating, gli episodi di abbuffata si verificano con una frequenza media di meno di un episodio a settimana per un consistente periodo di tempo. - in remissione completa: successivamente alla precedente piena soddisfazione dei criteri per il disturbo da binge-eating, nessuno dei criteri è stato soddisfatto per un consistente periodo di tempo. Specificare la gravità attuale: il livello minimo di gravità si basa sulla frequenza degli episodi di abbuffata. Il livello di gravità può essere aumentato per riflettere altri sintomi e il grado di disabilità funzionale. Lieve: 1-3 episodi a settimana. Moderata: 4-7 episodi a settimana. Grave: 8-13 episodi a settimana. Estrema: 14 o più episodi a settimana.
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