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Schiele, cubismo, Pablo Picasso - storia dell’arte, Dispense di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche

ESPRESSIONISMO IN AUSTRIA, SCHIELE - L’ABBRACCIO (GLI AMANTI II), PABLO PICASSO (IL VECCHIO CHITARRISTA CIECO, LA FAMIGLIA DI SALTIMBANCHI, IL RITRATTO DI GERTRUDE STEIN, LES DEMOISELLES D’AVIGNON, GUERNICA, RITRATTO AMBROISE VOLLARD), GEORGES BRAQUE (VIOLINO E BROCCA)

Tipologia: Dispense

2021/2022

In vendita dal 20/08/2022

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silvia-fattapposta 🇮🇹

26 documenti

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Scarica Schiele, cubismo, Pablo Picasso - storia dell’arte e più Dispense in PDF di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche solo su Docsity! ESPRESSIONISMO IN AUSTRIA L’espressionismo in Austria era rappresentato da Oscar kokoschka ed Egon schiele. L’esperienza di questi due artisti ha in comune solo alcune caratteristiche: la linea spezzata e nervosa, l’interesse quasi esclusivo per la figura umana, l’introspezione psicologica e una versione tormentata del rapporto uomo-donna. Entrambi abbandonano il ricco decorativismo di Klimt, eliminandone la componente superflua. Egon Schiele è un’artista austriaco e instaura un bel rapporto con Klimt: quest’ultimo è il suo maggiore stimatore. Schile esaspera la linea di Klimt e insiste sulla resa di ossa e muscoli e sui volti sofferenti. La tavolozza è ridotta all’osso:vengono utilizzati bruni, gialli, marroni, neri e accenni di rosso. L’ABBRACCIO – GLI AMANTI II Ne “l’abbraccio” l’amore perde ogni valore simbolico e spirituale che aveva avuto in Klimt e diventa puramente carnale e vivo. La decorazione in Klimt si traduce nella linea zigzagante e irregolare che attraversa la diagonale del dipinto e che definisce i capelli degli amanti e il lenzuolo stropicciato. Egli utilizza una linea spezzata messa in evidenza rispetto al fondo del quadro. L’abbraccio ha dei soggetti sensuali e i corpi sono scarni. Schiele in realtà rappresenta le persone che sono in guerra, ossia scarne e deperite come i soggetti di quest’opera. Per questo parliamo di scarnificazione del corpo umano. La passione traspare dall’armonia che i due corpi emanano. Indicatore di questo aspetto è l’azione delle mani: strette fortemente e allo stesso tempo dolcemente appoggiate l’una sul corpo dell’altro. Le linee sono taglienti, affilate e penetranti, secondo lo stile che caratterizza le opere di Schiele. Questa linea così graffiante provoca un senso di tormento e di dolore esistenziale. Anche l’anatomia dei corpi riflette questo stato d’animo, come si può notare dalla tensione muscolare e dalla schiena magra e spigolosa dell’uomo. La vicinanza dei due volti ricorda alla lontana quella dei protagonisti de Il bacio di Gustav Klimt. PABLO PICASSO Picasso è, nell’opinione comune, il più grande artista del 900 ed è ricordato per la sua personalità libera e rivoluzionaria. Nella sua lunga carriera è passato attraverso stili diversi come cubismo, classicismo e surrealismo. Egli è figlio del pittore José Picasso e il fatto che il padre sia maestro di disegno all’accademia lo aiuta a sviluppare da subito le sue capacità artistiche. Egli nasce a Malaga però nel 1895 si trasferisce a Barcellona, dove entra in Accademia a soli 13 anni. A Parigi conosce le opere di Degas, degli impressionisti e dei simbolisti. Negli anni successivi si divide fra Parigi e Barcellona e questi sono gli anni del periodo blu, in cui Picasso si dedica a soggetti di natura sociale intrisi di malinconia. La tavolozza è ristretta alle tonalità fredde degli azzurri e dei blu e vengono raffigurati poveri, vecchi ed emarginati. Il colore blu rappresenta tristezza e vengono raffigurate persone che vivono in strada e poveri. IL VECCHIO CHITARRISTA CIECO Il quadro “Il vecchio chitarrista cieco” di Picasso, come facilmente intuibile dai colori, è un’opera appartenente al periodo blu. L’utilizzo del colore blu e di altre tonalità molto scure servono per mettere in risalto temi quali tristezza e tragedia. Facendo più attenzione, è possibile notare che il soggetto che sta suonando una chitarra sembra essere quasi morto, senza più forza di vivere. Sono presenti appositamente pochissimi dettagli all’interno della composizione, e l’eccessivo allungamento degli arti del chitarrista servono a concentrare l’attenzione dell’osservatore proprio sulla triste figura. Gran parte della composizione de “Il vecchio chitarrista cieco” di Picasso è occupata dalla chitarra marrone, che costituisce l’unico elemento di distacco in tutto il quadro, in netta composizione con i colori scuri che sono presenti su tela; allo stesso modo, la chitarra alla quale si aggrappa il vecchio protagonista, sembra essere l’unica ancora di salvezza per lui. Secondo alcuni critici, questo quadro potrebbe rappresentare allegoricamente la vita degli artisti, la cui carriera è sempre permeata da tantissimi ostacoli, che lo portano ad una vita solitaria e distaccata dalla società. Il vecchio chitarrista cieco la possiamo trovare esposta presso il Museo americano chiamato “The Art Institute” nella città di Chicago. Il vecchio mendicante è vestito con abiti scuciti e sporchi. Questa miseria probabilmente Picasso la percepiva davvero dentro di se, era qualcosa che gli faceva davvero molto male al punto da doverla raffigurare nelle sue opere. LA FAMIGLIA DI SALTIMBANCHI Nel periodo rosa invece la tavolozza riacquista i toni caldi, i rossi e gli aranciati. Si fa frequente in questi anni il tema del circo, forse per la vicinanza del circo alla sua casa a Montmatre. Ne “la famiglia di saltimbanchi” vediamo dei personaggi dalle pose statiche che si stagliano solitari su un paesaggio desertico. Vi sono cinque personaggi: un arlecchino in piedi che tiene per mano una bambina, un uomo corpulento con una tuta rossa, un ragazzo in costume, un adolescente che osserva a destra e una donna seduta che sembra estranea al gruppo familiare. Le espressioni sono rassegnate e il ritratto delinea le figure con andamento sintetico. I personaggi sembrano icone dell’emarginazione e simboli della sofferenza umana. Molti intellettuali trattarono la figura dei circensi interpretandola come uno stato di continua malinconia e alienazione sociale. Ogni personaggio pare isolato nella propria condizione individuale. Allo stesso modo il paesaggio completamente brullo rimanda alla solitudine e all’isolamento sociale. Picasso con questa scelta comunicativa volle rappresentare la condizione del gruppo di artisti e intellettuali ai quali apparteneva. Infatti Arlecchino, dipinto sulla sinistra, ha le fattezze di Picasso. Il clima emotivo è diverso dal periodo blu e diventa più romantico e nostalgico, legato a rappresentazioni familiari. IL RITRATTO DI GERTRUDE STEIN Picasso entra in stretto contatto con l’avanguardia e con le opere di Matisse, studia Cezanne e l’arte primitiva. Questi sono gli anni in cui dipinge il ritratto di Gertrude Stein, da molti considerato l’inizio della trasformazione. Il trattamento del corpo e del viso della donna è diverso in quanto è cancellato e ridipinto più volte. Il volto sembra quasi geometrico e la simmetria degli occhi e la stesura piatta del colore sembrano inseguire un’ideale estetico che ricorda l’arte primitiva. Il soggetto riportato sulla tela, come suggerisce il titolo, è Gertrude Stein, una scrittrice americana di grande popolarità, la quale era grandissima amica di Picasso ed amava collezionare quadri di stampo cubista. In questo lavoro Picasso ritrae la scrittrice mentre si trova seduta su una poltrona e ha lo sguardo verso qualcosa o qualcuno fuori dalla scena. Il soggetto è vestito con una giacca marrone scuro e con sotto una vestaglia di un marrone più chiaro, da cui sporge un colletto bianco. Il “Ritratto di Gertrude Stein” di Pablo Picasso, viene considerato come una sorta di precursore alla fase cubista del pittore spagnolo: nei tratti del volto del soggetto è possibile rintracciare la spigolosità tipica dell’arte africana in voga in quegli anni, e che successivamente si sarebbe trasformata nel cubismo vero e proprio. Picasso visita un museo dove entra il contatto con la scultura africana e il confronto con il canone estetico completamente differente da quello occidentale induce Picasso ad accelerare il processo di destrutturazione che aveva già iniziato studiando Cezanne. LES DEMOISELLES D’AVIGNON Questa è un’opera di rottura ed è considerata la pietra miliare dell’arte moderna e contemporanea. È frutto di una lunghissima genesi in quanto Picasso realizza ben 806 bozzetti preparatori. Le demoiselles d’Avignon rappresenta la visita dell’artista al bordello di Barcellona e il tema è quello classico del nudo femminile. I riferimenti di Picasso vanno dalle bagnanti di Cézanne al bagno turco di ingres, passando per la scultura classica e mescolando il tema aulico con la figura della prostituta, come aveva fatto Manet in “Olympia”. Nel dipinto la prostituta a destra scosta una tenda, presentando i corpi delle altre quattro in pose provocanti. Ai loro piedi vediamo una natura morta di frutta e Picasso elimina ogni sensualità dalla scena scomponendo lo spazio in piani aguzzi che tagliano il dipinto. I volti irregolari e inquietanti delle donne sono ispirati alla scultura primitiva, iberica per le tre donne sulla sinistra, e africana per quelle sulla destra. Vediamo la geometrizzazione dei corpi, la tavolozza è ridotta e presenta due tonalità principali: l’azzurro freddo e il rosa caldo dei corpi. Lo spazio è frantumato e la distinzione fra figura e sfondo è vanificata dalla compenetrazione dei piani. Nel dipinto ci sono gli ingredienti propri del cubismo che derivano dall’intuizione che l’arte non deve accontentarsi di riprodurre la realtà spaziale ma catturare l’essenza della natura nel suo fluire. Manca un punto di vista unitario ed è come se il pittore accompagnasse lo spettatore in giro per la stanza mostrando le 5 donne da diversi punti di vista. Dagli studi sappiamo che inizialmente era prevista l’inclusione di due figure maschili, un marinaio e uno studente di medicina. L’esclusione di questi elementi mette lo spettatore faccia a faccia con l’esperienza traumatica di Picasso, terrorizzato dalla sifilide. Una delle donne è di spalle ma la testa è voltata (ricorda Le cinque donne nella strada). IL CUBISMO Ciò che accomuna gli artisti del movimento cubista è la concezione dell’arte come mezzo in grado rappresentare la realtà con libertà assoluta senza curarsi dei canoni estetici. Il cubismo non è un’arte astratta e non insegue la spiritualità; i temi infatti sono completamente tradizionali: il ritratto, la natura morta e il paesaggio. Presupposto del cubismo è la pittura di Cézanne e la sua pennellata costruttiva a quadrati. Cézanne aveva messo in crisi lo spazio prospettico, anticipando la possibilità di includere un elemento dinamico nella rappresentazione. Il cubismo è vicino alle idee di Bergson e si concentra proprio sull’idea di durata e sulla sua dimensione mentale: il tempo dell’osservazione è personale. Se l’impressionismo rappresenta l’istante singolo, il cubismo al contrario si dedica a un fluire temporale continuo non misurabile. Con la rivoluzione cubista la realtà non è più rappresentata secondo le regole della prospettiva, ma l’oggetto è scomposto in piani e rappresentato da differenti punti di vista. La fase iniziale del cubismo o il Protocubismo risale al 1907, l’anno in cui Pablo Picasso incontra Georges Braque e completa la tela delle demoiselles d’avignon. Il Protocubismo o cubismo originario si caratterizza per l’inclusione dell’elemento temporale nel dipinto, la rappresentazione della realtà secondo volumi semplificati e secondo punti di vista differenti e la tavolozza ridotta ai toni bruni, ocra e verdi. Il cubismo Analitico si caratterizza dalla simultaneità dei momenti spazio temporali diversi e la scomposizione della figura radicale a tal punto da rendere indistinguibile il soggetto. Il cubismo sintetico si caratterizza per l’invenzione del papier collé e del collage, la frantumazione delle forme dipinte e la sintesi dei piani ridotti a segni minimi. Il cubismo orfico si caratterizza per il recupero di colore e movimento e l’attenzione ai rapporti geometrici, alle proporzioni auree e ai motivi simbolici. C’è anche una forte tendenza all’astrazione.
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