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scuola e società. ieri e oggi, Appunti di Sociologia dell'Educazione

testo di sociologia dell'educazione

Tipologia: Appunti

2018/2019
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Scarica scuola e società. ieri e oggi e più Appunti in PDF di Sociologia dell'Educazione solo su Docsity! Scuola e società Capitolo 1: le scuole come istituzioni sociali Questo libro tratta dell'istruzione scolastica, ovvero una forma organizzata di educazione che ha luogo nelle scuole, e delle conseguenze che ha sugli individui e sulle società. Essa esercita una grande influenza sui membri della società. La sociologia si occupa di come le scuole sono effettivamente, del perchè sono così e delle conseguenze che scaturiscono da ciò che accade nelle scuole. L'importanza sociale dell'istruzione scolastica Noi diamo molta importanza all'istruzione scolastica, basti guardare quanto tempo passano i giovani sui banchi di scuola, e che grado di socializzazione sviluppano al suo interno (molto di più che al parco o in altri posti). Un' altro indicatore dell'importanza della scuola è il denaro che gli stati sono disposti a spendervi, infatti attualmente il PIL italiano investito nella scuola è di circa il 5-6%. Inoltre possiamo osservare anche il grande numero di persone che lavorano per la scuola: gli insegnanti. Ma perchè lo stato investe così tanti soldi nella scuola? La scuola è uno dei maggiori interessi dello Stato Nazionale, al fine di creare cittadini disciplinati e forza lavoro qualificata. Inoltre gli economisti che studiano il capitale umano (capacità ed esperienze produttive degli esseri umani) sostengono che una migliore istruzione contribuisca, oltre che al benessere economico dell'individuo, anche al benessere generale del paese. Inoltre chi è più istruito è anche in maggior salute, legge più libri, tende ad essere più informato, partecipa più attivamente alla vita politica e civica, hanno atteggiamenti sociali più tolleranti, e questi vantaggi accadono a prescindere dal loro stato sociale di origine e da quello di appartenenza attualmente. Mentre la scuola primaria e secondaria sono attività svolte prevalentemente dallo stato, l'istruzione superiore offre una combinazione di alternative private e pubbliche. La logica dell'istruzione scolastica: • Selettività: le scuole sono molto selettive nei confronti di ciò che insegnano, e infatti si da molta importanza all'insegnamento della lingua nazionale, della matematica delle scienze ecc.., mentre invece di solito non sono ammessi il commercialismo esplicito, i pregiudizi etnici e religiosi ecc.. Alcune materie sono sempre molto dibattute, come ad esempio se insegnare la storia in termini mondiali o prediligendo la prospettiva occidentale • Individuazione dei confini: ovvero le identità e gli status sociali esistenti all'esterno della scuola non vengono presi in considerazione al suo interno: l'identità dominante degli alunni è quella dello studente (che sia ricco o povero, maschio o femmina ecc), e vale solo ciò che accade dentro l'ambiente scolastico • Focalizzazione: ovvero ci si focalizza in maniera continua e sostenuta sull'apprendimento • Sequenzialità: quindi, al fine di promuovere un apprendimento efficiente, il curricolo scolastico è organizzato in maniera progressiva (dagli elementi più fondamentali, si passa a tutti gli altri che comunque faranno sempre riferimento alle basi) Costruire sulle basi degli apprendimenti precedenti è molto utile per rendere le lezioni più comprensibili e per controllare il progresso degli alunni, capendo se si può passare ad un argomento più complesso. Con queste 4 caratteristiche, la scuola si prefissa di eliminare i vincoli che vengono posti agli individui dalla natura e dal gruppo sociale di appartenenza per nascita. Infatti, mentre l'educazione impone le concezioni del mondo di uno specifico gruppo, le scuole permettono agli alunni di uscire da questi confini. Tuttavia le scuole costituiscono sicuramente anche degli ambienti gerarchici, vincolati da regole, rigidamente disciplinati e sottoposti a controlli continui; infatti è la prima burocrazia orientata al raggiungimento di obiettivi di cui ognuno di noi viene a conoscenza. La piramide gerarchica vede gli studenti ai suoi piedi, e i loro diritti e doveri, come anche quelli degli insegnanti, sono rigidamente regolati da norme. Inoltre le caratteristiche personali degli studenti vengono spesso trascurate per dare invece importanza ad imparare le lezioni e ad attenersi alle regole della vita in aula. Chi invece è favorevole ai processi scolastici ritiene che disciplina, regole e prove siano necessarie per far impadronire agli alunni lezioni difficili con successo. Esistono prove a favore di entrambe le tesi, ed è per questo che questo dibattito continua da 250 anni. La gestione della motivazione: La gestire la questione della motivazione non è facile in burocrazie basate sulle prestazioni come la scuola, anche perchè spesso si finisce con il dare più attenzione agli alunni considerati più intelligenti o con maggior autocontrollo, e si trascurano quelli che non si fanno notare o che hanno caratteristiche negative. Questo porta tali soggetti a disinteressarsi alla scuola, e spesso persuadono anche altri a farlo. Per mantenere la motivazione, i docenti si avvalgono di strategie che costruiscono le fondamenta nell'ordine sociale delle scuole, ovvero quell'insieme di norme e comportamenti in cui i bambini devono inserirsi per evitare di essere rimproverati. Se analizziamo queste norme/comportamenti, potremo cogliere meglio come le scuole funzionano come istituzioni: • L'organizzazione dello spazio e del tempo : L'organizzazione dello spazio e del tempo viene utilizzata al fine di controllare gli studenti e di introdurre intervalli di separazione psicologicamente utili fra operatori e alunni. Alcuni spazi fisici (es. aula insegnati), sono severamente vietati agli alunni, e gli intervalli di tempo (es. ricreazione e pausa pranzo) permettono ai bambini di formare gruppi spontanei e di sfogare l'energia. • Rituali: Sono utilizzati per plasmare e motivare gli studenti, e indirizzano l'entusiasmo collettivo verso l'ordine sociale. Possono essere rituali di differenziazione (prove di apprendimento e ricevimento di premi), o di integrazione, che promuovono l'identificazione collettiva e controbilanciano i rituali di differenziazione (eventi sportivi, feste, celebrazioni di tradizioni) • Gerarchie multiple di status : L'integrazione degli studenti nella scuola è agevolata perchè, nonostante le scuole ribadiscano il loro obiettivo primario mediante le prove di apprendimento e il conferimento di premi agli studenti più meritevoli, esistono anche diversi modi per raggiungere uno status elevato attraverso le gerarchie di status non accademico: popolarità, abilità atletiche, talento musicale ecc.. • Categorie di appartenenza standardizzate : Se le scuole si limitassero a motivare ed elogiare gli intellettualmente dotati e a minare l'autostima della restante maggioranza sarebbe un disastro, e per questo spesso le caratteristiche individuali nelle prestazioni scolastiche vengono offuscate dall'istituzione di Nel XX secolo il nesso tra potere statale e democrazia ha dato una forte spinta verso la scolarizzazione in tutto il mondo. I sistemi contemporanei di istruzione scolastica sono l'interazione tra le forme vecchie e quelle nuove, e lo sviluppo dell'istruzione dipende da chi appoggia le forme vecchie e chi quelle nuove, per questo l'istruzione non è uguale in tutto il mondo. L'evoluzione storica dell'istruzione ci mostra che le scuole hanno sempre servito gli interessi di alcuni gruppi meglio di altri, anche attualmente, e i gruppi che non trovano sufficiente riscontro nella forma scolastica dominante ne possono costituire di proprie; uno degli sviluppi più importanti degli ultimi 20 anni è la privatizzazione delle scuole, che prima era esclusivamente finanziata dallo stato. Il livello macrostorico ci aiuta a guardare le istituzioni nelle loro origini e nel loro sviluppo, ma anche in modo comparato. ESEMPIO di studio macrostorico: evoluzione di strutture e obiettivi dei sistemi scolastici → origini degli obiettivi e delle strutture scolastiche in una prospettiva comparata, sviluppo globale degli obiettivi e delle forme di istruzione, conseguenze delle strutture e degli obiettivi scolastici per la società e per specifici gruppi sociali. ➔ LIVELLO MESOISTITUZIONALE: La maggior parte della sociologia avviene a questo livello di analisi, che si concentra sulle istituzioni nella forma che assumono in un determinato periodo. E' utile però distinguere i termini istituzione, ovvero un modello di comportamento che in una determinata società assume carattere di cogenza (un comportamento tipizzato, carattere obbligatorio), ed organizzazione, ovvero la forma tramite la quale si esprime l'istituzione. Quindi SOCIETÀ → ISTITUZIONE (socializzazione) → ORGANIZZAZIONE (scuola). Le istituzioni contribuiscono a mantenere una certa omogeneità fra diversi tipi di organizzazione, ad esempio le scuole delle società contemporanee possono essere concepite con istituzioni che trasmettono saperi scolastici, plasmano comportamenti e valori e convogliano gli studenti verso determinate posizioni nella struttura di classe e occupazionale. Dunque per analizzare un' istituzione dobbiamo: - analizzare le strutture e le pratiche organizzative mediante le quali si regola l'azione. Gli obiettivi della scuola contemporanea sono la trasmissione di conoscenze, la socializzazione e fare selezione sociale. Si indirizzano tutti gli sforzi per raggiungere questi obiettivi, ad esempio quando l'insegnate vuole l'attenzione durante tutta la lezione sta svolgendo un compito di socializzazione. Anche la definizione degli spazi fisici, del tempo, di pratiche ricorrenti contribuiscono a produrre l'istruzione. -analizzare l'influenza che esercita l'ambiente esterno sull'istituzione, perchè anche se le scuole tendono ad isolarsi dagli ambienti questi inevitabilmente le influenzano. Nei paesi in via di sviluppo ad esempio la maggior parte delle persone non finisce la primaria, oppure non ovunque ci sono le stesse opportunità universitarie; nei quartieri ricchi si mette più impegno nella scuola rispetto ai quartieri poveri, e questo perchè questi ultimi non vedono una diretta ricompensa portata dall'istruzione; infine possiamo dire che la qualità dell'insegnamento nelle scuola pubbliche è determinata anche dalle istituzione preposte a verificare la preparazione dei docenti. -analizzare i ruoli e gli interessi dei principali attori dell'istituzione, ovvero quelli di studenti, docenti e amministratori che collaborano insieme. Questi rapporti però spesso sono in conflitto o in disaccordo, a causa dei diversi obiettivi dei vari attori. ESEMPIO di studio mesoistituzionale: funzionamento delle scuole in quanto istituzioni sociali in luoghi e tempi specifici → strutture pratiche per la gestione delle energie e delle risorse, influenze ambientali sull'istruzione scolastica, interessi e rapporti tra le varie categorie di attori, conseguenze delle operazione previste per l'apprendimento, la socializzazione e la selezione sociale. ➔ LIVELLO MICROINTERAZIONISTA: Questo livello si occupa di analizzare ciò che avviene durante gli incontri tra persone. Si rileva ciò che le persone portano in questi incontri, i modi in cui si presentano l'una con l'altra, i modi con cui queste presentazioni vengono interpretate e i comportamenti cui danno luogo; anche il contesto dell'interazione è molto importante. L'analisi microinterazionista si incentra sul processo di interazione faccia a faccia e individua come le persone si presentano agli altri in termini di abbigliamento, linguaggio e comportamento, come gli altri interpretano quelle rappresentazioni e le risposte che gli individui formulano in risposta a queste interpretazioni. Questo livello di analisi ci aiuta a capire sia come successi e fallimenti in aula possano nascere dal modo con cui gli alunni si adattano alle espressioni degli altri, sia come gli insegnanti più efficaci riescano a gestire la loro autorità e costituiscano delle comunità di apprendimento efficaci. L'autorità è fondamentale in aula, ma richiede un alta capacità di gestione. Infatti le aspettative dei docenti possono influenzare gli alunni, e inoltre gli insegnati interpretano elementi come la cultura, l'etnia e la classe sociale degli studenti per etichettarli. Le aspettative dei docenti sugli alunni possono variare da una cultura all'altra, e quindi in stati diversi sono più efficaci insegnanti diversi. In classe ci possono essere anche parecchie disfunzioni, causate da un insegnante disaffezionato e da studenti non motivati, oppure dall'incapacità dell'insegnante di far capire l'argomento agli alunni. Capitolo 2: l'istruzione scolastica nel mondo industrializzato Premettiamo che con società industrializzate si intendono quelle in cui la maggior parte della gente è impegnata nell'industria manufatturiera o nei servizi, piuttosto che nel settore estrattivo e agricolo. Inoltre nei paesi industrializzati la gente ha redditi medi e livelli di qualità più alti rispetto ai paesi in via di sviluppo, negli ultimi 60 anni hanno potuto godere di una crescita economica, nella maggior parte dei casi non ci sono stati scontri bellici nel loro territorio, e hanno un sistema politico stabile e attento alle esigenze della popolazione. Tutte queste caratteristiche hanno permesso un'evoluzione stabile dell'istruzione, che nasce per attuare l'alfabetizzazione di base e l'insegnamento di competenze lavorative per i figli degli operai e dei contadini, mentre per le classi superiori nasce come insegnamento dei capolavori culturali. Questo dispositivo sociale è stato reso possibile dall'introduzione degli esami nazionali, che hanno promosso la disciplina e focalizzato l'attenzione, ma hanno anche lentamente trasformato la scuola da funzione educativa a strumento di selezione sociale. La scuola è un elemento fondamentale dello sviluppo economico, ed è sostenuta dai contribuenti perchè capace di creare lavoratori produttivi e bravi cittadini. Si tratta di un'attività pubblica altamente organizzata e, pertanto, tendenzialmente efficace. Nei paesi industrializzati le scuole per molti aspetti si somigliano, ma hanno anche molte differenze, prendiamo in esempio tre diversi sistemi scolastici: – Stati Uniti: l'85-90% degli alunni completa la scuola superiore (che non carica mai troppo di studio, e quindi permette di avere vita sociale, magari un piccolo lavoro o di praticare sport), e tre diplomati su 4 continuerà in uno dei tanti college e università. Le prove di ammissione ai college non escludono nessuno, ma solo un piccolo numero di studenti arriverà ai college altamente selettivi; in generale non è considerata una questione di vita o di morte prendere una laurea. – Germania: I bambini sono divisi in 3 tipi di scuola: il livello inferiore non porta all'università, quello intermedio al massimo porta ad istituti tecnici e a lauree brevi, da quello superiore si può accedere all'università, ma comunque dopo aver sostenuto un esame noto come Abitur. Viene conseguito dopo 13 anni di istruzione ed è molto impegnativo, la sua preparazione non lascia molto tempo libero agli studenti. Anche chi abbandona gli studi spesso segue dei corsi part-time mentre fa apprendistato in industrie o commercio, ed è sostenuto da finanziamenti pubblici. Questi ragazzi sono quindi già adulti, mentre i coetanei statunitensi stanno ancora decidendo quale college frequentare. – Giappone: Lo studio è molto intenso, le classi sono anche di 45 alunni e sono presenti moltissime esercitazioni nozionistiche e pignole. Inoltre dopo la scuola molti studenti frequentano corsi aggiuntivi, e le scuole medie superiori accettano e rifiutano sulla base dei punteggi d'esame. Il successo scolastico determina chi potrà accedere all'università, cosa potrà studiare, e a quali lavori potrà aspirare. L'istruzione e il suo contesto storico e comparato L'evoluzione dell'istruzione parte più di due secoli fa, e nasce dalla crescente domanda economica e sociale per più elevati livelli di istruzione. Questa risposta, però, nasce da due diversi punti di partenza: in Europa l'istruzione oltre alla scuola obbligatorie è una preparazione di èlite, mentre per gli Stati Uniti l'ostruzione è un bene comune e obbedisce a finalità pubbliche, ed è quindi una spinta democratica che deve dare opportunità a tutti (anche per l'Università). Le premesse della preparazione d'èlite I primi tentativi di estendere il diritto all'istruzione primaria si hanno in Europa agli inizi del 700, per opera di monarchi illuminati, che speravano di elevare il livello cultuale dei loro sudditi: ne p un esempio Federico VI di Danimarca. A volte le motivazione però erano molto conservatrici, come nel caso della Prussia che ha istituito la prima struttura di base dell'istruzione moderna: istitui per formare insegnanti, classi divise per età, valutazione per mezzo di esami. Gli educatori prussiani aveva per lo più il compito di dare un'alfabetizzazione di base e a diffondere un senso di lealtà nei confronti dell'imperatore. Negli anni successivi le motivazioni per mantenere ed espandere l'istruzione ebbero un'importanza sempre più legata allo sviluppo di forza lavoro competente. Fra i primi ad adottare l'istruzione pubblica, gratuita e obbligatoria, furono Francia e Prussia, che la adottarono all'inizio dell'800. Tra i più ritardatari ci fu l'Inghilterra, dove era la Chiesa a dare un'istruzione di base alla classe operaia, mentre lo stato era alleato delle classi dominanti. In Italia la scuola pubblica e obbligatoria fu introdotta dalla legge Casati nel 1859, anche se non dava più di pochi anni di istruzione primaria alla classe operaia. I livelli di istruzione superiori erano monopolizzate dai proprietari terrieri e dalle classi mercantili e professionali, in origini create per formare i figli dei nobili che avevano ricevuto l'istruzione primaria da precettori privati. Già a metà dell' 800 c'erano delle idee di liberalizzazione dell'accesso alle scuole superiori, ma vennero sempre cassate perchè ritenute inutili per la classe operaia, e perchè si aveva paura di una troppa mescolanza. I costi erano molto alti, ed erano presenti esami di ammissione che permettevano a pochissimi studenti della classe operaia di accedere all'Università. Ci volle veramente molto tempo, e anche in Svezia, che fu governata dai socialdemocratici di sinistra per tutto il XX secolo, solo negli anni 60 si arrivò alla liberalizzazione Inghilterra – Francia Entrambi hanno cercato di modernizzare i loro sistemi che erano fortemente differenziati in base alla classe sociale, L'Inghilterra ha cercato di tenere gli studenti a scuola anche dopo l'obbligo scolastico e di aumentare gli iscritti all'istruzione superiore, e per farlo a via via accentrato sempre di più il sistema. Al contrario quello francese, per raggiungere lo stesso scopo, ha reso le sue istituzione da fortemente centralizzate a sempre più decentralizzate. L'Inghilterra divideva i propri bambini a 11 anni in 3 classi separate, per i bambini più preparati, intermedi e meno preparati. Fino agli anni 60/70 solo il 40% degli studenti andava avanti dopo la scuola dell'obbligo, e solo 1/5 superava l'esame per accede all'Università (solo il 10% si laureava). Poi però, a metà degli anni 60 si sono sostituite le classi separate con scuole prive di indirizzi, e sono stati introdotti dei college di istruzione avanzata, che offre qualifiche professionali ai sedicenni. L'istruzione superiore rimane comunque altamente stratificata sul piano del prestigio, con le Univeristà di Oxford e Cambridge al massimo livello. La Francia è stata tra i primi paesi a fornire l0istruzione primaria a livello nazionale, am la scuola secondaria al tempo era ancora riservata alle èlite (4%). Dopo la guerra mondiale cominciò un processo di democratizzazione della scuola secondaria, un unificazione dei programmi e un abbassamento delle bocciature. Tuttavia anche dopo 20 anni di riforme erano in pochissimi ad accedere alle scuole superiori e all'Università. Ora a 16 anni sono più dell'80% che rimangono a scuola, e gli insegnanti svolgono un ruolo fondamentale nella scelta della scuola successiva, che può essere scelta fra più di 200 possibilità, che abilitano dalle abilità pratiche di manodopra alle mansioni manageriali. Un 10% dopo le secondarie superiori accedono ad un esame che abilita all'ammissione alle grandi scuole, prestigiose e che preparano all'ingegneria, economia aziendale, scienza dell'amministrazione; laurearsi in una grande ècole significa prendere un posto importante nella società francese. Svezia Il sistema scolastico svedese garantisce un servizio paritario a livello dis colarizzazione primaria e secondaria inferiore, mentre nell'istruzione secondaria superiore gli indirizzi sono altamente differenziati, ma tutti permettono di accedere all'Università, a cui partecipa circa l'80% degli studenti. Le scuole sono organizzate in 17 indirizzi curricolari, di cui 15 di tipo professionale, che prevedono un carico di ore più ampio e un 15% del tempo passato in luoghi di lavoro; i 2 curricoli rimenenti sono di tipo accademico. Molti svedesi tornano all'Università anche dopo alcuni anni di lavoro, e sono sostenuti dallo stato nel farlo. Anche altri paesi come Finlandia, Islanda e Norvegia hanno avuto sviluppi analoghi alla Svezia. Giappone Il primo sistema scolastico giapponese assomigliava molto a quello statunitense, ma le pratiche strutturale hanno delle differenze significative. Infatti in Giappone il sistema è molto centralizzato (stipendi dei docenti,spesa per ogni studente ecc), e inoltre hanno istituito degli istituti professionali per chi non è andato bene nei primi anni di scuola, e sono organizzati in accordo con i datori di lavoro. Anche in Giappone, come in Francia, esiste un sistema elitario di università di alto rango per formare dirigenti aziendali e governativi, di cui la più importanti è l'Univeristà di Tokio. Nono stante il sistema giapponese sia simile a quello americano, la prestazioni dei giapponesi sono migliroi, e questo ci fa capire quanto incide la cultura, infatti le famiglie giapponesi hanno alte aspettative sui bambini e la reputazione familiare è molto legata al successo dei figli a scuola. Gli sforzi sono così elevati anche perchè in Giappone il successo accademico è determiannte per la traiettoria di vita dello studente, e infatti gli esami sono molto importanti. Le scuole secondarie superiori sono classificate in base al successo manifestato dai loro studenti nell'accedere alle Università più prestigiose, a cui si accede attraverso un esame nazionale, e poi ad un esame specifico per ogni Università. Il sistema scolastico italiano Dalla legge Casati del 1859, mentre Germania e Francia avevano diverse scuola primarie in base agli scopi, l'Italia ne aveva una unica, di cui all'inizio erano obbligatori solo due anni, poi tre. L'istruzione secondaria si divideva in due biforcazioni: il Ginnasio durava cinque anni e prevedeva l'insegnamento del latino, il tecnico durava solo tre e non aveva il latino. Dopo i tre anni ci si poteva iscirvere alla scuola normale, che durava tre anni e dava il titolo di maestro, oppure all'istituto tecnico, che dava accesso alle università come ingegneria e scienze fisiche. Dopo il ginnasio invece si potevano fare tre anni di liceo per diventare avvocato o medico. La riforma Gentile del 1923 cambiò radicalmente il sistema scolastico italiano. Ora lo studente, dopo aver finito la primaria (che ora durava 5 anni), si trovava di fronte a queste scuole: ginnasioliceo, liceo scientifico, l'istituto magistrale e quello tecnico, e infine la scuola complementare. Gentile porta l'età obbligatoria a 14 anni, e con il regime fascista si rese ancora più netta la distinzione, dopo le elementari, tra scuola media o avviamento professionale. Solo con la rpima potevi continuare gli studi, e solo dopo il liceo classico ci si poteva iscrivere all'Università. Nel 1962 fu istituita una scuola media unica, e ad oggi chi vuole proseguire fino all'Università non trova barriere a bloccarlo. A partire dal 2001 il sistema universitario è stato trasformato da 5 anni a 3+2: laurea triennale+laurea magistrale. Comunque il nostro tasso di scolarizzazione è più basso che in altri paesi industrializzati, e questo perchè il conseguimento di titoli di studi più alti spesso non da il vantaggio economico futuro, e quindi gli studenti che abbandonano fanno una scelta molto razionale. Strutture, opportunità, coscienze 1- Le differenze di struttura nei vari paesi influiscono sulle traiettorie di vita dei giovani, e sulle opportunità di cui potranno godere o non godere? Sia i sistemi di struttura che separano i bambini in età precoce, sia i test della scuola secondaria superiore o quelli per accedere all'Università scoraggiano e rendono più improbabile la continuità di studenti provenienti da contesti svantaggiati. È però anche vero che ad esempio il sistema della Germania svantaggia gli studenti di origini operaie, ma gli fornisce comunque eccellenti competenze con l'apprendistato. Se invece il numero degli studenti all'Università è troppo alto per essere assorbito dal sistema occupazionale, allora ne risulterà un abbassamento della retribuzione media dei laureati. Spesso l'espansione dell'istruzione superiore serve solo a spostare il problema delle disuguaglianze più avanti, perchè ad esempio negli Stati Uniti gli incarichi diplomatici, nei servizi di intelligence, nelle istituzioni finanziarie, sono legati ad Università private. Le ricerche sull'influenza delle strutture scolastiche sulle traiettorie di vita dovrebbero quindi concentrarsi non solo della stratificazione nei vari percorsi formativi, ma anche delle reti di relazioni che collegano fra loro luoghi specifici di istruzione con specifici posti di lavoro. 2- Le differenze di struttura influiscono sulla coscienza dei giovani? Nonostante al giorno d'oggi i giovani siano accomunati da una cultura giovanile globale, esistono differenze nazionali che sono molto legate si differenti sistemi scolastici. Questi differenti sistemi potrebbero essere legati ai diversi modi di pensare dei giovani: la percezione dei confini tra ceti sociali, la disponibilità a impegnarsi, il grado di fiducia che si ha nel futuro. Ad esempio in Italia, dove si pensa che tutte le Università abbiano bene o male lo stesso prestigio, la differenza si fa tra laureati e non laureati; negli Stati uniti, dove ci sono molti college differenti tra loro, lo status è connesso ai diversi istituti e alla loro selettività. Anche la quantità di denaro che i genitori devono investire per far studiare un figlio incide sull'impegno scolastico. Nei sistemi più restrittivi si genera una grande consapevolezza di cosa sia possibile per alcune persone, e per altri no, e per questo c'è poca convinzione di una possibile mobilità sociale verticale e di un allentamento dell'identità di classe. Il sistema americano postpone le decisioni più rilevanti all'adolescenza, mentre nei sistemi dove la differenziazione scolastica ha luogo prima, anche le aspettative degli studenti si stabilizzano prima. Spiegare le diversità delle strutture scolastiche Per spiegare le variazioni dei sistemi scolastici si può adottare l'approccio sistemico o l'approccio storico comparato: • Approccio sistemico : Con questo approccio si pensa ai sistemi come a parti collegate tra loro, e queste parti comprendono ad esempio l'organizzazione in indirizzi, la selezione tramite esami standardizzati, la forza del collegamento tra ceti, indirizzi e determinate occupazioni. Queste parti sono connesse tra loro, e quindi per fare un esempio nei sistemi scolastici più chiusi ci sono più prove di esame. Ma alcune corrispondenze non quadrano in tutti i paesi • Approccio storico comparato : per questo approccio abbiamo bisogno di analizzare le decisioni politiche prese in merito all'istruzione, ed esaminarle nel contesto in cui sono avvenute. Per farlo dobbiamo prendere in considerazione tre elementi: - i due punti di partenza da cui si sono sviluppati i sistemi scolastici contemporanei - la forte domanda sociale per maggiore istruzione - le decisioni politiche che hanno plasmato quella domanda fino a raggiungere un certo sistema, tra tutti quelli disponibili ➔ La politica dell'espansione: dalla fine della seconda guerra mondiale i cambiamenti servivano per andare incontro alla crescente domanda di istruzione, e per incanalarla verso lo sviluppo economico nazionale. I modelli da adottare potevano essere quello americano, con un'istruzione generalizzata e ampia possibilità di accesso all'Università, oppure la struttura differenziata all'Europea, con accesso universitario più ristretto. La maggior parte dei paesi europei ha adottato una via di mezzo, parificando gli indirizzi alle scuole primarie e differenziandole solo ai livelli superiori di istruzione. In USA la tendenza espansiva era ben nota da prima della guerra mondiale, gli studenti iscritti all'Università erano molti di più che in altri paesi e la competizione fra studenti incentivava l'immatricolazione. In Germania invece la situazione post guerra era nettamente contrastante: i conservatori racchiusero la crescente domanda si istruzione in una struttura altamente differenziata, e con il doppio sistema (lavoro+corsi) ha dimostrato che gli alti salari e alti livelli di istruzione nell'industria sono correlati ad una minore richiesta di istruzione superiore, riducendo la pressione a questi livelli, mentre quando succede il contrario c'è una maggiore ispirazione al raggiungimento di titoli di studio superiori. Tuttavia a causa dei costi per lo stato del doppio sistema, questo potrebbe essere smantellato, almeno in parte, nei prossimi anni. importanti nella vita adulta, anche se ci ricordiamo poco i contenuti specifici delle lezioni che ci hanno insegnato a maneggiarle. La formulazione e la trasformazione dei curricoli Perchè i bambini a scuola studiano determinate materie piuttosto che altre? Le materie studiate sono in continua trasformazione, ma possiamo individuare i fattori che hanno contribuito a plasmare la conoscenza scolastica: – le finalità dei diversi gradi di istruzione nel momento in cui furono originariamente proposti – gli interessi e gli ideali delle classi superiori e dello Stato – la formazione di una struttura gerarchica, in cui ogni livello viene definito in relazione agli altri – lo slittamento da approcci moralistici ad approcci evolutivi nella concettualizzzazione del rapporto intercorrente fra bambini e società – la trasformazione della composizione e delle aspirazioni della popolazione studentesca nei diversi gradi dell'istituzione I curricoli contemporanei sono nati per tre finalità: l'apprendimento di base, l'educazione liberale e lo studio specializzato (finalizzato all'occupazione): ➔ La scuola primaria, che ha finalità di insegnare a leggere, scrivere, e ad impartire alcuni valori morali fondamentali ➔ Le scuole secondarie, fin dalle loro radici nell'antica Grecia e Roma, nascono con un'ideale liberale, e quindi insegnano i giovani la libertà della mente e si contrappone al servilismo nel seguire ciecamente gli altri ➔ L'Università è nata in Occidente nel Medioevo, e sono sorte intorno a rinomati studiosi ed insegnanti. Addestravano ad una professione colta, e ha quindi la funzione di studio specializzato finalizzato all'occupazione nel campo scelto. In origine quindi queste 3 istituzione non avevano molti legami l'una con l'altra, ma ad oggi le tre diverse finalità sono state combinate: all'istruzione primaria è stato applicato anche l'ideale umanistico, e l'idea di professione abbinata alle Università ora si estende anche all'istruzione secondaria superiore. Uno dei trionfi delle società democratiche è inoltre quello di poter impartire l'ideale liberale (libertà intellettuale) a tutti, e non limitarla solo all'èlite dominante. La struttura temporale dell'organizzazione curricolare avviene con l'avvento della scolarizzazione di massa, mentre prima ad gli insegnanti leggevano testi insieme agli alunni, ma non in maniera strutturata o in periodi di tempo precedentemente determinati. Quindi i tempi scanditi della giornata scolastica e la sequenza di materie è collegata all'inizio della scolarizzazione di massa a controllo statale. Ovviamente questo avviene perchè forme standardizzate di ordinamento e classificazione della conoscenza permette di meglio coordinare una grande quantità di insegnanti e alunni. Gli scontri ideologici in età moderna Molti sociologi sostengono che le conoscenze scelte da una società rispecchiano sia la distribuzione del potere sia i principi di controllo sociale di quella determinata società. Nella definizione dei curricoli si scontrano sempre interessi e ideologie contrapposte, e spesso i vari punti di vista si combinano. Oggi l'istruzione primaria insegna competenze propedeutiche agli studi accademici, e poi materie utili per lo sviluppo completo del bambino. La scuola secondaria insegna le arti liberali, ma con l'aggiunta di materie professionalizzanti per tutti. Ascesa e declino delle materie scolastiche Gli scontri ideologici di cui abbiamo appena parlato ci svelano da dove provengono i sostegni per le ridefinizioni dell'istruzione secondaria e superiore che hanno avuto luogo in età moderna. Ma i mutamenti dei curricoli scolastici avvengono mano a mano che mutano anche gli scopi di un ciclo di studi, e questo a sua vola influenza le aspirazioni delle categorie di studenti che cominciano a frequentare le scuole. – Le materie delle scuole primarie All'inizio le scuole primarie si concentravano sulla promozione dell'alfabetizzazione di base e sul rafforzamento dei precetti morali. Poi sono state inserite molte nuove materie, per svolgere ruoli propedeutici ai livelli successivi: arti, educazione fisica,matematica, scienze e studi sociali. La matematica generalmente è stata introdotta con l'avvento dell'industrializzazione, e quindi veniva vista come una materia di rilievo pratico per le economie. L'insegnamento della scienza è stato ostacolato dalle religioni, ma venne introdotta entro la metà del 19 secolo. Le arti e le attività fisiche sono state più dure da introdurre per gli educatori angloamericani, che privilegiavano le materie sui libri. Nell'ultimo decennio dell'800 è stata introdotta l'idea del curricolo in linea con le idee e gli interessi del fanciullo, per facilitarne lo sviluppo naturale e soddisfarne i bisogni di apprendimento. Con questa nuova concezione si cominciò a fare più attenzione allo sviluppo estetico e fisico, allo sviluppo socioemotivo e all'uso di professionisti per i bambini problematici. Inoltre una parte dello studio della storia ha lasciato spazio agli studi sociali, e quindi non solo alla descrizione di personaggi chiave e conflitti ma alla comparazione di stili di vita e costumi di altri paesi. – Le materie delle scuole secondarie All'inizio le materie classiche avevano un ruolo fondamentale per la preparazione delle èlite, ma con l'avvento della scolarizzazione di massa non hanno più molta importanza, e i nuovi curricoli comprendevano: composizione di testi, francese, tedesco, astronomia, chimica, fisica, geometria, trigonometria, economia politica, disegno meccanico, ragioneria. Una volta che l'istruzione secondaria superiore è diventata il luogo di istruzione finale per la maggior parte degli studenti, sono sorte forti pressioni affinchè si differenziassero i curricoli accademici e quelli professionalizzanti. Con il passare degli anni in certi paesi le Università sono diventate una sorta di prolungamento delle scuole secondarie anziché un luogo per gli individui più dotati, e per entrare c'è bisogno di curricoli rigorosi alle scuole secondarie, e inoltre c'è stata l'esigenza di permettere anche ai diplomati professionali di potere accedere all'Università. Il multiculturalismo: un esempio di trasformazione curricolare: Alcuni studiosi sostengono che il cambiamento nel contenuto delle materie, quindi i vari autori, opere ecc da studiare rispecchino la trasformazione dei rapporti di potere o di altre condizioni sociali. A volte questa connessione si manifesta, ma non possiamo dire che sia sempre così. Non sono molte le analisi sui cambiamenti dei contenuti delle materie scolastiche, e qui presentiamo un solo caso particolare, quello dell'ascesa del multiculturalismo nei curricoli umanistici e di scienze sociali. Sopratutto nell'istruzione primaria si nota questo cambiamento, dove si prendono in considerazione ad esempio racconti africani o asiatici, si studiano costumi diversi. Comunque anche molte scuole secondarie hanno inserito scrittrici o scrittori appartenenti a minoranze, alcune hanno il corso di letteratura mondiale, e danno più importanza alle lotte delle donne o delle minoranze. Questo cambiamento è sicuramente dovuto ai fattori demografici (popolazione universitaria immigrata), ma anche a fattori della globalizzazione economica (turismo, franchising e capitalizzazione condivisa), infatti la globalizzazione si è verificato prima nelle èlite, che hanno più necessità di comunicare fra loro e di capirsi. Anche la mobilitazione dei movimenti sociali e le innovazione normative (leggi sull'obbligo di avere curricoli multinazionali e con parità di genere) hanno contribuito ad un cambiamento. La struttura contemporanea del curricolo Il curricolo globale nella scuola primaria In tutto il mondo le aree disciplinari riguardano le lingue e le letterature nazionali, la scienza, la matematica, gli studi sociali, l'arte, la musica e l'educazione fisica, e anche la quantità di tempo dedicata nelle varie aree è simile per tutti: 1/3 circa per l'istruzione linguistica, ¼ per la matematica e le scienze. L'insegnamento della religione dipende dalla presenza o meno di una religione statle consolidata. Le materie pratiche hanno conosciuto un declino in tutto il mondo, mentre si privilegia l'uso del computer e l'educazione ambientale. I cambiamenti curricolari indicano quindi un progresso tecnologico, e una tendenza all'individualizzazione della cultura; la visione scolastica del sistema moderno vuole quindi mettere in relazione l'evoluzione individuale con il progresso sociale. Questa concezione della modernità è molto consolidata, e lo capiamo dal fatto che i paesi in via di sviluppo cercano di emulare le strutture curricolari delle potenze mondiali. La variazione globale dei curricoli delle scuole secondarie C'è maggiore varietà nel mondo per quanto riguarda i curricoli secondari, e i cambiamenti sono molto più frequenti. In tutto il mondo comunque il nucleo disciplinare si ha nell'istruzione linguistica, nella matematica, scienze e studi sociali. Tuttavia nei paesi europei c'è più probabilità che venga offerto un ampio ventaglio di programmi di specializzazione occupazionale. Inoltre fino a pochi anni fa in Giappone ed Europa i requisiti della scuola secondaria erano molto esigenti, ma ora hanno un po mollato la presa per permettere ad un maggior numero di studenti di accedere all'Università. Nei paesi in via di sviluppo si da grande importanza alla matematica e alle scienze, utili ad una veloce industrializazione. Percorsi accademici → Negli stati centrali europei le specializzazioni che gli studenti possono scegliere sono fondamentalmente tre: curricoli classici, specializzazioni umanistiche moderne e specializzazioni matematico-scientifiche. Percorsi professionalizzanti → A seconda dei paesi che consideriamo i curricoli delle scuole professionalizzanti sono molto variegati e le opzioni cambiano in continuazione. In alcuni stati ci sono anche diverse qualifiche a seconda dell'ampiezza o della specializzazione professionale. La limitata capacità delle scuole di trasmettere conoscenze Da un punto di vista storico, rispetto al passato, le scuole oggi hanno ambizioni impressionanti, tuttavia il suo limitato successo ci induce a pensare che l'esposizione ai materiali didattici sia più utile alla socializzazione, alla selezione sociale e allo svolgimento di alcune operazioni intellettuali di base che non per comunicare contenuti intellettuali specifici. Comunque non per forza tutto uno stato segue una certa linea di socializzazione (ad esempio in base alla classe sociale che frequenta una determinata scuola), e nemmeno è vero che le modalità di socializzazione sono così distinte, ma a volte sono una combinazione di due. ➔ Dal villaggio alla fabbrica: L'ambiente scolastico nei paesi meno industrializzati tende ad essere molto libera, informale, e non c'è mai frequenza, attenzione e buona prestazione da parte degli alunni (Perù). Nei paesi con più avanzato livello economico la questione è diversa: predisposizione al lavoro industriale, valore dell'obbedienza, disciplina molto dura. Molti forniscono un ambiente molto accogliente i primi anni, per poi attivare l'irrigidimento (es. Germania dell'800). Nei paesi a più lenta industrializzazione, la scolarizzazione di massa è venuta prima dell'industrializzazione, e quindi il loro processo è stato diverso. Il loro approccio cercava di adattare l'istruzione agli interessi del bambino e del suo sviluppo naturale, e l'interesse dello stato era spesso quello di strappare l'istruzione al controllo religioso, per formare bambini con una personalità più moderna. Le scuole dell'800 erano quindi altamente moralizzanti, e gli studenti ben integrati non si permettevano di criticare la severità dei propri docenti. ➔ Dalla fabbrica all'ufficio e al centro commerciale: in seguito alla prima guerra mondiale, diverse forze si sono combinate per produrre un nuovo modello di socializzazione, mano invadente dal punto di vista comportamentale, meno moralizzante e meno incentrato sulla produzione, ma le scuole cominciarono ad educare per una vita orientata al consumo, alla scelta e alla varietà. Negli Stati Uniti i metodi autoritari erano diventati oggetto di critica da parte degli psicologi evolutivi, perchè creavano un clima di paura anziché un ambiente favorevole all'esplorazione e all'apprendimento attivo. Si è inoltre diffusa la concezione che la scuola servisse più allo sviluppo delle capacità mentali che caratteriali, e si cominciò a vedere le scuole come luoghi non solo di fatica ma anche di divertimento, e si cominciò ad introdurre la possibilità di scelta tra le varie materie. ➔ Verso il consumismo: già agli inizi del XX secolo in USA lo sport e le altre attività extracurricolari diventarono sempre più fenomeni centrali dell'istruzione secondaria superiore. Il curricolo formale veniva considerato il prodotto di una governo coercitivo, e per soddisfare al meglio i bisogni degli studenti si introdussero insegnamenti molto pratici agli studenti che non intendevano proseguire con l'Università. L'apice del consumismo studentesco si raggiunse alla fine degli anni settanta, quando gli istituti scolastici vennero descritti come dei centri commerciali, nei quali le caratteristiche essenziali erano quelle di varietà (di opzioni curricolari), la scelta, la neutralità (le scuole dovevano essere neutrali circa le scelte di materie degli studenti). In ogni caso, anche in questa scuola consumista, rimane la scansione del tempo, l'ansia delle verifiche, e l'organizzazione burocratica in generale. In Europa questo ultimo cambiamento avvenne solo dopo la seconda guerra mondiale, e spesso furono proprio gli studenti a dover rivendicare maggiori possibilità di scelta e varietà, in contrasto con il governo. La socializzazione in aula Oggi le pratiche di socializzazione in aula definiscono i confini di comportamento accettabile oppure sono radicate nel tessuto medesimo delle pratiche scolastiche quotidiane, ma quasi mai sono messaggi verbali. La socializzazione in aula è organizzata attorno ad un nucleo di pratiche consolidate, che consistono in norme sostenute da sanzioni e pratiche quotidiane dell'istruzione, e sono: mettersi in fila, svolgere un lavoro indipendente, scegliere fra materie facoltative, partecipare agli esami. Alcuni sociologi hanno chiamato questi processi “programma occulto”, perchè descrive processi di socializzazione insiti nel medesimo tessuto dell'istruzione. Attorno a questo nucleo si trovano gli anelli dell'educazione morale, sia esplicita (insegnamento delle virtù morali, insegnante sopratutto alla scuola primaria), che implicita (avviene più avanti e si concretizza nelle lezioni di lettura etica e della storia e attraverso l'esempio dell'insegnante). Il nucleo: le regole impersonali e le pratiche consolidate Gli alunni moderni vengono socializzati ad un ordine impersonale, in cui le regole e le pratiche ricorrenti costituiscono i confini della condotta legittima; entro questi confini, gli studenti possono comportarsi più o meno liberamente • Pratiche consolidate: sono le regole scolastiche che definiscono le inosservanze che necessitano di un castigo, dove gli studenti devono trovarsi in un certo momento e a quali condizioni possono allontanarsi dall'aula. Queste regole abituano gli studenti alla futura vita burocratica (arrivare al lavoro puntuali, rispettare il capo, andare d'accordo con i colleghi ecc) Il numero di norme cambia da paese a paese e da livello a livello. • Il programma occulto: sono pratiche consolidate che svolgono una funzione centrale nella socializzazione a un mondo di scelte consumistiche e regolazione burocratica, ma sono così immerse nella quotidianità da essere impercettibili. Le scuole sono portate a contrastare il naturale egoismo e la libera espressione dei bambini, e li abituano alla pazienza (fila in mensa, aspettare per la pausa, mettersi in fila per uscire..) Le pratiche scolastiche abituano i bambini anche ad una vita basata sulle prestazioni individuali e sulla valutazione: assegnazione di compiti, prestazione, valutazione, questo è il modello a tre fasi che evidenzia il valore di successo nelle società moderne. Le pratiche sociali socializzano anche all'accettazione dell'autorità, ovvero quando l'insegnante invoca una regola, dà un compito o esige una risposta, lo studente impara a rispettare l'autorità; inoltre si vietano anche alcuni spazi agli alunni (es aula insegnanti). Un altro orientamento alla vita burocratica è quello di vedersi come appartenente a una più ampia categoria di persone (classe), così gli alunni imparano a vedere le persone per le posizioni sociali che occupano, e ad individuare i propri privilegi e doveri associati a tali appartenenze sociali. Gli studenti inoltre imparano a manifestare solo parti specifiche della loro personalità, in quanto la scuola suddivide la personalità complessiva in più parti (preparazione in storia, in matematica ecc). La dimensione della socializzazione in aula viene rappresentata dalla varietà e dalla scelta (variazione da lavori di gruppo, lezioni frontali, discussioni di problemi e compiti individuali; varietà nei testi scolastici; varietà di docenti ecc) • Le scuole e le famiglie come sedi di socializzazione: le scuole, a differenza delle famiglie, preparano gli studenti ad agire in ambienti burocratici impersonali, innanzitutto perchè le scuole sono le prime burocrazie orientate alle prestazioni con cui i bambini vengono a contatto, i maestri sono i primi datori di lavoro, e i compiti la prima occupazione. Inoltre in aula, rispetto che in famiglia, ci sono molti più bambini e il rapporto con il docente è più distaccato rispetto agli adulti della famiglia, e questa impersonalità abitua il bambino al mondo esterno. Gli anelli esterni: l'educazione morale Attualmente (studio nelle scuole americane) sono molto presenti le virtù cosiddette imprenditoriali e quelle orientate all'impegno, nonostante tuttora gli insegnanti si impegnino anche a inculcare virtù morali tradizionali come gentilezza, compassione, onestà ed equità attraverso letture e racconti. Inoltre si identificano gli insegnamenti di alcuni valori nuovi: l'autostima, infatti le scuole cercano di far sì che gli scolari abbiano una buona immagine di sé, e il rispetto per la diversità, che è veicolata mediante attività in aula e gode di un interesse sempre più forte. L'istruzione contemporanea comunque non si contraddistingue per la valorizzazione dell'autonomia, del pensiero indipendente e per la creatività, e infatti quasi tutti i messaggi trasmessi dagli insegnanti sono diretti a realizzare il conformismo. L'educazione alla cittadinanza, così importante nelle scuole, non ha nulla a che fare con l'esprimere la propria opinione o con punti di vista non convenzionali, ma educa all'osservanza delle norme e al sostegno delle autorità. ➔ Variazioni fra paesi: la prima differenza nei contenuti dell'educazione morale si trova nei confini curricolari intorno all'educazione morale; nei paesi industrializzati quest'ultima viene integrata ai vari curricoli, mentre nei paesi in via di sviluppo spesso esiste la specifica materia di educazione morale e religiosa. Un'altra differenza riguarda l'attribuzione del controllo sull'educazione morale; ad esempio negli asili nido giapponesi se un bambino si comporta male, le maestre contano sul fatto che saranno gli altri bambini a rimproverarlo, perchè credono che l'autorità basata sul gruppo può accrescere la legittimità delle norme comportamentali. Il contenuto dell'educazione morale varia anche in funzione delle tradizioni politiche, religiose e pedagogiche: ad esempio in Russia si esalta il rispetto per il lavoro manuale, in Giappone si esaltano i principi del confucianesimo quali disciplina, operosità, pulizia, forza fisica e perseveranza. ➔ Istruzione secondaria e complessità morale: man mano che si avanza l'educazione morale diventa sempre più implicita e complessa, sopratutto per chi frequenta programmi generali o professionalizzanti. Le lezioni morali sono molto più esigenti, e ci fanno comprendere come anche le migliori virtù a volte possono farci fallire, o come a volte non bisogna solo scegliere fra il bene e il male, ma fra due beni. ➔ Insegnanti come modelli: gli insegnanti, consapevoli del loro ruolo di socializzazione, ad esempio alla scuola primaria cercano di esprimere i valori della gentilezza e dell'empatia. Ma ogni insegnante è diverso: uno potrebbe dare molta importanza alla precisione, ed esprimerlo attraverso la sua grafia e il suo linguaggio; un altro può prediligere l'impegno, gratificando molto le risposte esatte a quesiti difficili. Il successo dell'educazione morale Alcune ricerche etnografiche suggeriscono che gli alunni si identificano poco nelle norme comportamentali della scuola (lanciare insulti agli insegnanti quando non possono sentirli, copiare durante le verifiche ecc). La maggior parte degli studenti accettano, per motivi pratici, di conformarsi a norme e autorità, ma questo non significa che interiorizzino le norme morali. In particolare se gli insegnamenti morali convergono con quelli delle famiglie o della società di appartenenza, allora vengono tendenzialmente meglio accettati, altrimenti suscitano rifiuto. La cultura morale dominante tende a rispecchiare le condizioni sociali più alte, e quindi viene meglio accettata dai ceti medi o ai vertici. Inoltre spesso è facile che le scuole si contraddicano nell'insegnamento dei valori morali: predicano l'onestà, ma premiano gli imbroglioni che copiano; danno importanza all'autonomia, ma non accettano le critiche agli insegnanti; predicano le pari opportunità, ma screditano chi ha bassi risultati. coscienza americana ed è diventata davvero importante a partire dalla metà del XIX secolo. L'espansione dell'istruzione scolastica è infatti strettamente connessa ad una consapevolezza delle opportunità completamente diverso da quello espresso in precedenza. Il paese alla fine del XIX secolo non era più dominato da piccoli proprietari terrieri e bottegai, ma sempre più persone erano impiegate nelle aziende. All'inizio l'istruzione non sembrò la strada giusta, perchè le scuole che preparavano alle libere professioni non presupponevano un continuamento all'università, e le università non richiedevano il diploma superiore. Ma il sistema scolastico americano venne riorganizzato, i giovani cominciarono a diplomarsi e a frequentare l'Università in numero sempre crescente; il fattore più importante di questo incremento fu il cambiamento della struttura occupazionale, ovvero i maggiori incentivi al continuamento dell'istruzione. Per ottenere le occupazioni migliori ora si prendevano diplomi e lauree, e lo Stato incoraggiava i giovani finanziandoli. Ovviamente l'istruzione superiore non ha sostituito l'intraprendenza imprenditoriale come strada al successo economico, ma i piccoli imprenditori sanno che il loro lavoro è molto rischioso. – Istruzione e opportunità nel mondo: Nel resto del mondo la domanda di istruzione superiore è cresciuta molto più lentamente. I sistemi europei di istruzione secondaria erano creati per coloro che potevano permettersi di pagare l'iscrizione e superare esami rigorosi, ed era utilizzata quindi come sistema dei conferma di status. Ancora un volta è stato fondamentale il cambiamento di scenario occupazionale, e quando si svilupparono le grandi aziende e le istituzioni statali, è aumentato il bisogno di impiegati. C'era poi la consapevolezza, tra politici e gente comune, che la maggiore istruzione avrebbe creato cittadini più partecipanti e un migliore futuro economico per il paese. Comunque l'aumento dell'istruzione scolastica è dovuto alla maggiore consapevolezza che l'istruzione offre maggiori opportunità. La nascita della società del credenzialismo Il desiderio di maggiori opportunità può essere sufficiente ad incrementare il numero di studenti che frequentano le scuole superiori, ma è necessario aumentare anche le probabilità che quelle speranze si realizzino, e questo ha a che fare con il credenzialismo, ovvero dare il monopolio dell'accesso alle occupazioni più remunerative e alle maggiori opportunità economiche a chi detiene lauree, certificati di studio e qualifiche formali. In Unione Sovietica questa conversione è stata la prima perchè negli anni trenta l'imprenditorialità non era una soluzione, quindi il solo modo in cui i giovani ambiziosi potevano aspirare al successo era conseguire un titolo di studio elevato. Anche i giapponesi hanno dato fin da subito un grande peso all'istruzione, mentre nella maggior parte del mondo industrializzato la promozione interna era la strada principale per il successo (chi diventava dirigente emergeva dall'officina e non dalle liste dei promossi alla maturità). ➔ Credenziali e mercato del lavoro: oggi le società si avviano ad una selezione sociale basata sul titolo di studio, e quindi credenzialistica, infatti qualifiche di alto livello sono essenziali per accedere a determinati lavori come insegnante e professore, ma anche nella gestione aziendale spesso le qualifiche sono ormai un requisito necessario per chi vuole fare carriera. Anche i lavori non intellettivamente molto elevati hanno bisogno di titoli superiori, come il tecnico di archivio ospedaliero e i direttori di negozi di franchising ➔ Le credenziali come indice di affidabilità: all'inizio alcuni critici sostenevano che gli individui più istruiti fossero meno produttivi in determinate occupazioni, perchè sarebbero stati propensi alla noia per lavori non stimolanti, oppure sarebbero stati degli incompetenti addestrati (a volte è meglio un buon amico di uno psicanalista non empatico). Non è quindi sempre chiaro perchè un datore di lavoro sia disposto a pagare di più per avere un lavoratore istruito, e subito si pensò che i datori di lavoro volessero al loro fianco gente sul loro stesso piano culturale, che utilizzasse lo stesso linguaggio ecc.., infatti non per forza un laureato ricorda tutto quello che ha studiato negli anni, anzi spesso non è così. In realtà le capacità più importanti che possono segnalare le credenziali sono: – la capacità di concentrazione – affidabilità – capacità di organizzarsi e di risolvere problemi – capacità di conformarsi ai desideri e alle direttive dei superiori – addestrabilità (capacità di adattarsi in fretta a nuove mansioni ecc) Mano a mano che cresce il numero di laureati, i datori di lavoro cominciano a dare importanza ai voti conseguiti e alle specializzazioni disciplinari dei candidati, al posto di distinguere solo fra laureati e non; così per chi dirige una grande azienda il titolo di studio permette di limitare il numero di candidati da selezionare. Le istituzioni all'interno delle quali non si può accedere senza determinate qualificazioni (es. scuola), hanno interesse ad espandere la società delle credenziali. I beneficiari della società delle credenziali Attualmente il livello di istruzione formale sta diventando sempre più importante per le opportunità individuano, scalzando l'importanza che avevano una volta le conoscenze e reputazione familiari. Quindi il nuovo sistema sembra più equo, tuttavia l'intensa competizione intellettuale del mondo moderno ridimensiona le aspirazioni della classe lavoratrice, ma non quanto le ricompensa poi. Bisogna quindi capire quanto la scuola contribuisce a riprodurre le disuguaglianze da una generazione all'altra e quindi rafforza gli svantaggi dei giovani di bassa estrazione sociale. Esistono due tipi di teorie al riguardo: • Teorie della meritocrazia: secondo queste teorie il talento è distribuito nelle varie classi sociali, e se si danno ad ogni studente, dal più umile al più privilegiato, le stesse opportunità di istruzione ne emergeranno i più talentuosi e meritevoli che occuperanno le posizioni al vertice, e la stessa cosa succederà per tutte le generazioni a venire. Se queste teorie fossero veritiere però la nostra società sarebbe radicalmente diversa. • Teorie della riproduzione sociale: secondo queste teorie invece lo status ereditario viene socialmente trasmesso, e coloro che sono socialmente avvantaggiati sono quelli che risulteranno selezionati nella generazione successiva sotto la maschera della meritocrazia, poiché la scuola non riesce a scorgere il potenziale di coloro che non sono portatori del linguaggio, dei valori e della cultura delle classi privilegiate. Questo fenomeno accade molto di più con minoranze etniche e razziali e con le donne (es. ragazza immigrata che nonostante sia molto intelligente, probabilmente essendo indietro con la lingua piano piano diminuirà sempre il suo talento). Origini sociali, capacità e opportunità Nè le teorie della meritocrazia ne quelle della riproduzione sociale possono spiegare da sole la mobilità sociale, ma bisogna in parte dare il merito all'alto rendimento scolastico, unito ad un notevole e costante contributo della classe sociale di origine. Chi ha successo? Gli studi sulle caratteristiche individuali Gli studi che esaminano le caratteristiche a livello individuale considerano la situazione all'inizio della vita come molto rilevante per il futuro status dell'adulto. Sicuramente hanno il loro peso il livello di istruzione, ma anche le aspettative di genitori e insegnanti, l'influenze del gruppo di pari, l'aspirazione personale al successo. Tuttavia queste caratteristiche da sole non possono spiegare i cambiamenti dello status occupazionale, ma si tratta anche di trovarsi nel posto giusto al momento giusto, visto che le economie di mercato assumono anche in base al valore dei vari beni e servizi in quel momento. Sia la capacità cognitiva che l'estrazione sociale hanno il loro peso, ma la prima risulta più rilevante. Inoltre non tutti i diplomi hanno lo stesso peso sul mercato, ovviamente. Per sfruttare però tutte queste variabili deve essere lo studente in sé ad essere convinto che i suoi sforzi verranno ripagati. Chi ha successo? Gli studi sulle caratteristiche del gruppo Queste ricerche non per forza vanno nella stessa direzione di quelle individuali, e questo accade perchè tutte le caratteristiche descritte in precedenza solo correlate tra loro. Famiglie ricche ci tengono che il figlio sia ben istruito, quindi lo mandano nelle scuole migliori, frequenterà amici più motivati ecc.. Al contrario se in un gruppo ci sono pochi elementi di estrazione sociale alta, allora sarà allora l'influenza dell'occupazione dei genitori sarà irrilevante per quasi tutti i membri del gruppo. Se si allarga il sistema scolastico, sarà facile che i bambini di estrazione inferiore vengano incanalati nei livelli inferiori del sistema; e se gli stessi bambini cominciano tutti a frequentare la scuola superiore, allora diventerà necessaria l'Università per accedere ad un elevato status sociale; se allora tutti si iscrivono all'Università, il sistema di distinzione può diventare quello tra una facoltà e l'altra. Se un determinato livello di istruzione è sempre più diffuso allora può risultare valida la riproduzione classista dei livelli di status. ➔ Risultati delle comparazioni nazionali: Per poter distinguere tra i risultato quantitativi dovuti all'espansione dell'istruzione e quelli dovuti alla selezione e all'allocazione degli studenti, bisogna considerare il processo scolastico come una sequenza di passaggi (da primaria a secondaria, da secondaria inf a secondaria sup, da secondaria sup a università), e ad ogni passaggio lo studente può continuare o abbandonare. In 11 paesi su 13 (compresa l'Italia) il livello medio di istruzione medio si è alzato, ma comunque le differenze di classe in merito ai vari passaggi di livello sono rimaste invariate, e solo in Svezia e Pesi bassi sono diminuite (perchè c'è maggiore parità di condizioni di vita tra le varie famiglie). Concludendo, è aumentata la presenza di individui di ogni classe sociale anche nei livelli più avanzati, ma permane il vantaggio relativo alla provenienza da alte classi sociali; i paesi più impegnati ad eliminare le differenze di classe non riescono a farlo ai livelli più alti di istruzione. ➔ Una nota sulle disparità etniche: anche l'entità etnica può costituire una forte influenza sulla mobilità, e una maggiore parità etnica richiede un forte sostegno sociale all'equiparazione delle condizioni politiche che mirino a ridurre la diasrità delle condizioni abitative, scolastiche e lavorative CONCLUSIONI: la selezione sociale è la più importante funzione svolta dalla scuola oggi, ma la sua importanza è un fenomeno recente che deriva dalla consapevolezza delle opportunità e dalla relazione sempre più stretta tra occupazione e istruzione tramite il cosiddetto di espressione che rispecchiano l'impronta di pratiche abituali sottese ad un preciso stile di vita. Bordieu usava il termine per descrivere modelli ricorrenti di prospettive e di espressione di classe sociale, inculcati dalle famiglie e riprodotti nel corso del tempo per mezzo dell'influenza di condizioni di classe stabili. L'habitus influenza quindi le opportunità formative dei giovani; per fare un esempio, i figli di genitori con lavoro stabile ma mal retribuito possono avere tre possibilità di habitus: o si conformano, ma spesso non si trovano abbastanza a loro agio da poter essere considerati dagli insegnanti degli studenti brillanti, oppure prendono il percorso della ribellione, deridendo la scuola, oppure provano semplicemente risentimento. Per questi studenti diventare “bravi” vuol dire superare ostacoli, gestire i dubbi e superare le etichette, gestire lo scetticismo o addirittura l' ostilità da parte di amici e parenti che considerano il loro successo come un abbandono delle origini. Man mano che si sale con la classe sociale, l'habitus sarà sempre più caratteristico di un gruppo che sa adeguarsi e avere buone prestazioni scolastiche. Evidentemente questi sono solo abbozzi, e dentro ogni classe sociale si trovano molte situazioni e percorsi diversi, ma comunque la classe definisce dei confini alle opportunità a disposizione dello studente. Si può aggiungere che all'interno di una stessa classe sociale i lavoratori urbani si adeguano meglio al sistema scolastico dei lavoratori agricoli, visto che il loro ambiente richiede maggiore efficienza e capacità organizzativa e nelle occupazioni urbane l'efficienza scolastica ha più importanza per trovare lavoro. Ovviamente è rilevante anche la scuola che viene frequentata; i figli di classe operaia che frequentano scuole di classe media tendono di più a frequentare scuole superiori e Università 2. Razza ed etnia: la divisione variabile Il razzismo è il trattamento disuguale riservato ad un gruppo subordinato da parte di un gruppo dominante in funzione del colore della pelle dei loro membri. Negli Stati Uniti la razza è un evidente criterio di divisione sociale, e le disparità razziali in ambito educativo, occupazionale e retributivo continuano ad essere accentuate. Anche le società europee, che prima erano molto omogenee, ora hanno al loro interno molte popolazioni provenienti dall'Asia e all'Africa, che portano tensioni tra popolazioni autoctone ed immigrate. Molti ritengono che la razza e l'etnia siano le basi più importanti della divisione sociale, ma spesso sono meno importanti della divisione di classe. Il rapporto fra razza e istruzione dipende anche da alcune caratteristiche specifiche del gruppo minoritario stesso, tra cui le risorse culturali che si portano a scuola, l'atteggiamento verso l'istruzione e il tipo di trattamento da parte di altri, ma influenza molto anche lo status goduto dal gruppo al momento dell'arrivo e dalle sue dimensioni. Lieberson sostiene inoltre che i gruppi emigrati volontariamente sono più motivati ad integrarsi nella cultura, mentre i gruppi etnici conquistati da una potenza tecnologicamente più avanzata no, sia perchè i conquistatori non li accettano, sia perché i conquistati raramente accettano i loro conquistatori. Queste due variabili non sono però sufficienti, ma bisogna tener conto non solo delle condizioni del gruppo al punto di partenza, ma anche delle loro attuali condizioni. – Le condizioni delle minoranze altamente subordinate: negli Stati Uniti sono naturalmente gli afroamericani il gruppo più subordinato, che non può migliorare per nulla la sua situazione, perchè ogni suo comportamento è considerato fallimentare (comportarsi bene=servilismo, essere aggressivi=arroganza, e così via). Le minoranze altamente subordinate spesso respingono la legittimità delle istituzioni del gruppo dominante e valorizzano la solidarietà interna al gruppo, sviluppando un sistema alternativo di status spesso basato sulla reputazione. Conseguenza di questo è la fama del gruppo per l'attività criminale e l'apatia. In generale i gruppi altamente subordinati manifestano uno scarso impegno a scuola, punteggi bassi nelle prove standardizzate e bassi livelli di completamento dell'istruzione; la causa non è un'inferiorità intellettuale, ma la causa è di natura sociale, infatti nla loro subordinazione crea risentimento verso le istituzioni sociali, e inoltre le scarse opportunità economiche di questi gruppi li portano a non percepire i vantaggi lavorativi che dà l'istruzione. Una maggiore integrazione è possibile per i gruppi altamente subordinati, ma è necessario impegno sia da parte loro che da parte dello stato che li accoglie. – Tassi variabili di assimilazione: La razza e l'etnia costituiscono criteri di divisione variabile perchè alcuni gruppi di immigrati si spostano verso l'alto lungo la scala socioeconomica più rapidamente di altri. Il successo delle comunità ascendenti è dovuto al fatto che di solito arrivano nel nuovo paese con un insieme di vantaggi non goduti da altri gruppi: sono dotati di competenze urbane (es. ebrei in USA avevano competenze commerciali o artigianali), vengono da culture che promuovono lo studio della parola scritta, e quindi non sono culture orali, e anche la dimensione del gruppo influisce (più il gruppo consistente, più ci sono pregiudizi). Le scuole sono ora molto più sensibili al pluralismo etnico e hanno introdotto curricoli muticulturali al fine di diminuire il senso di alienazione, anche se ciò non risolve i problemi di stratificazione razziale, ma anzi con l'idea che i nuovi curricoli risolvano il problema spesso si distoglie l'attenzione da realtà più importanti come gli investimenti per le comunità minoritarie, lo sviluppo di competenze economiche e la riduzione dell'isolamento residenziale e delle rappresentazioni stigmatizzate. 3. Il genere: la divisione in via di declino In Europa solo dagli anni 20 e 30 del 19 secolo con l'avvento degli ideali liberali e democratici si cominciò a rivendicare l'emancipazione femminile, e da lì i loro diritti si ampliarono sempre di più. Dal punto di vista globale però, laddove le donne sono escluse dalla vita pubblica subiscono più o meno lo stesso trattamento delle classi subordinate; anche nelle società avanzate persistono alcuni svantaggi di genere. I patriarcati sono società dominate da uomini, le donne sono escluse dalla vita pubblica e sono relegate alla sfera familiare, a procreare e ad allevare i figli. Nelle società moderne però, man mano che diminuiscono il numero dei figli, e quindi l'impegno per allevarli, aumenta il contributo delle donne al reddito familiare, quindi anche il loro potere decisionale. I paesi ancora patriarcali sono l'Est asiatico, l'Asia del Sud e nei paesi poveri del Medio Oriente, mentre nella maggior parte dell'Europa e negli Stati Uniti sono considerati meno patriarcali. Anche nelle società odierne si registrano episodi di discriminazione per mezzo di microcomportamenti avvilenti nell'ambito delle scienze, dell'ingegneria, della matematica, mentre episodi del genere non esistono nell'ambito dell'arte, delle discipline umanistiche e nelle scienze sociali. Le donne sono spesso maggiormente attrezzate per riuscire a scuola, grazie alla loro propensione ai giochi di cooperazione e alla loro capacità di comunicazione interpersonale, alla loro propensione alla competizione in aula, a differenza dei maschi che privilegiano la competenza fisica, e alla loro maggiore capacità di conformarsi alla volontà delle autorità. Le donne incontrano invece maggiore difficoltà nel trasformare le credenziali educative in retribuzioni elevate (ad es. in USA donne 70% di retribuzione rispetto agli uomini, a prescindere dal livello di istruzione). Questa situazione rispecchia il fatto che il mondo lavorativo è sessualmente segregato, e che le occupazioni prevalentemente femminili sono sottopagate rispetto a quelle prevalentemente maschili. Si pensa comunque che il genere sarà un fattore sempre meno rilevante nel funzionamento del mercato del lavoro. Organizzazione e stratificazione nelle scuole Nell'analizzare le disuguaglianze scolastiche non bisogna fermarsi alle sole condizioni sociali degli studenti, ma bisogna analizzare anche la struttura istituzionale delle scuole, ovvero la distribuzione delle risorse, l'articolazione in percorsi di studio distinti e i vari livelli del sistema scolastico. Le risorse finanziarie delle scuole Le risorse a disposizione delle scuole possono rafforzare o quasi eliminare le disuguaglianze. Nei sistemi decentralizzati maggiore è il valore delle proprietà e dei redditi tassati, più consistenti sono gli importi raccolti destinati al sistema scolastico, e questo porta a differenze nelle strutture fisiche e nella qualità dell'insegnamento (insegnanti più competenti). I sistemi a finanziamento centralizzato, con quello francese, giapponese o svedese, distribuiscono in maniera equilibrata le risorse. Indagini recenti suggeriscono che le risorse possono essere molto importanti per la riuscita scolastica degli alunni, ma da sole non sono sufficienti per migliorare le scuole. La stratificazione scolastica La stratificazione si riferisce a strutture gerarchiche che implica diversi sbocchi, più o meno vantaggiosi, ed è quindi opportuno usarla per descrivere i raggruppamenti gerarchici e le strutture curricolari nelle scuole, ad esempio come in molti paesi gli alunni vengono assegnati a gruppi omogenei in funzione delle loro capacità (in alcuni paesi già dalla scuola primaria), infatti la maggior parte dei paesi articola la scuola secondaria superiore in diversi rami o indirizzi. La distinzione può essere fatta anche fra scuole, come negli Stati Uniti, dove frequentare una prestigiosa scuola secondaria privata da più possibilità di entrare in un Università altamente selettiva. Analogamente in Italia chi ha frequentato il liceo ha più possibilità di entrare all'Università rispetto a chi ha frequentato un istituto tecnico o professionale. Le ragioni della stratificazione: Secondo gli educatori, la stratificazione in funzione delle abilità è sia nell'interesse degli studenti che dei docenti, perchè è sensato che gruppi con capacità e interessi affini siano raggruppati. Gli addetti all'orientamento scolastico devono essere molto attenti a non smorzare troppo le aspettative degli studenti mediocri, che magari potrebbero comunque puntare in alto, e nemmeno a scaldare le aspirazioni di studenti di basso livello, che se messi in istituti avanzati potrebbero sentirsi alienati e incompresi. I destini scolastici dei ragazzi di origini sociali inferiori: I bambini di status sociale inferiore hanno maggiori probabilità di finire negli indirizzi meno qualificanti. Questo accade perchè le aspettative su di loro sono minori e spesso hanno una docenza meno fantasiosa. Spesso sono i giovani stessi ad autoindirizzarsi verso percorsi inferiori, perchè sentono maggiormente l'esigenza di una formazione orientata al lavoro, visto che non vedono la possibilità di finire un percorso insegnanti non laureati continuano ad insegnare. In totale attualmente solo il 59% dei docenti ha la laurea. – Status sociale e livelli retributivi: Il prestigio di questo mestiere nei vari stati dipende anche dalla retribuzione degli insegnanti e dalla considerazione che si ha di loro, e ad esempio sembra che in Italia sia diminuito negli ultimi 10 anni. Chi sono gli alunni? Anche gli alunni, come gli insegnanti, si portano in classe i loro comportamenti e atteggiamenti, che dipendono sia come già visto dall'origine sociale, sia dalle loro prospettive legate all'istruzione, le attività extrascolastiche, le pressioni dell'ambiente scolastico e i metodi di studio. – Impegno e disaffezione: Alcuni studenti entrano a scuola entusiasti e forti dell'appoggio dei genitori, altri sono incerti ed altri ancora in forte disagio. La proporzione fra studenti impegnati nell'istruzione e studenti disaffezionati cambia da società a società; in Italia uno studio ha mostrato che il 28,5% dichiara di non vedere il senso dell'essere a scuola, il 24% di esserne oppresso e il “8% di esserne annoiato. Confrontando le Nazioni è emerso che queste differenze sono dovute: - dalla consapevolezza di quanto sia importante l'esito scolastico per la vita futura - il numero e l'impegno richiesti per le attività extrascolastiche - il livello di pressione esercitata dai genitori e dalle comunità (dove si insiste a dare priorità alla scuola, e non a lavoretti part-time o socializzazione, l'impegno è più alto) – Stili di apprendimento: si riferisce al modo con cui i bambini assorbono le informazioni, adottando diverse strategie di apprendimento. Molti studenti affermano di essere più coinvolti quando si lavora in gruppo e durante discussioni collettive. Gli studenti più attivi possono aver bisogno di partecipare alla lezione per rimanere concentrati, mentre quelli più riflessivi magari si sentono a disagio all'interno di una lezione troppo movimentata, e per far sentire tutti a proprio agio bisogna mescolare ogni stile. Si possono individuare due stili di apprendimento: Analitico: più frequente nei figli di famiglie appartenenti alla maggioranza e con alto reddito, indica la capacità di sottrarre gli oggetti al loro contesto e riunirli in base a qualche loro proprietà comune. Ad esempio da una frase, isolano i sostantivi per generalizzarne le proprietà, ovvero dove si trovano nella frase, che relazione hanno con gli altri elementi ecc.. Relazionale: più frequente negli studenti di minoranze e con basso reddito, tende a mettere insieme gli oggetti in uno specifico contesto, piuttosto che sapararli analiticamente. Un oggetto è quindi dotato di un significato solo in connessione con altri oggetti nello stesso contesto. Ad esempio vestiti, rossetto, portafogli, porta = essere pronti ad uscire. Le scuole favorisce lo stil analitico L'interazione strutturata e la vita in classe: Insegnanti e alunni si incontrano in uno spazio già socialmente strutturato, ma provengono da realtà socialmente condizionate. Gli aspetti più importanti della vita in classe, dal punto di vista organizzativo, sono l'assetto burocratico della scuola di massa, le caratteristiche ecologiche della classe (numero di studenti, modo di suddividere il tempo a scuola, metodo di disporre gli studenti), e la cultura didattica prevalente. Assetto burocratico della scuola Possiamo distinguere due tipi di sistemi di produzione: – Produzione artigianale, che implica l'uso di una varietà di materiali non standardizzati, hanno pochi strati organizzativi e i dirigenti sono considerati meno importanti degli artigiani che portano a termine il lavoro manuale. es. disegno di moda, falegnameria ecc – Produzione burocratica, che si avvale di materiali e prodotti standardizzati, e di procedure ripetitive. Il controllo e la coordinazione assumono molta importanza, quindi la gerarchia è ben strutturata e i dirigenti sono molto più importanti degli operai. es. cartiera, catena di montaggio, fonderia ecc Idealmente l'istruzione dovrebbe essere organizzata come una produzione artigianale. Gli studenti giungono a scuola con un bagaglio di personalità, capacità e motivazione diverse, e altrettanto vari sarebbero i processi che l'insegnante dovrebbe utilizzare per interessare e trasformare i loro studenti, e anche il prodotto finale non sarebbe identico. L'istruzione è però di fatto organizzata secondo i criteri della produzione burocratica. Gli studenti sono raggruppati secondo criteri quantitativi e trattati più o meno come vasi vuoti in cui viene versata la conoscenza; i docenti, per questioni di tempo, sono costretti a pensare in termini di metodi che funzionano per i grandi gruppi. Questa tendenza aumenta man mano che il bambino cresce e dalla scuola primaria passa alla secondaria, dove cambia professore ad ogni lezione e dove i docenti adottano tecniche di insegnamento standardizzate, senza sapere se ogni studente fisicamente presente sia anche coinvolto mentalmente. Allestire un sistema scolastico secondo criteri artigianali richiederebbe incontri faccia a faccia o comunque in piccoli gruppi, e nessuno stato ha abbastanza risorse. Le scuola a l massimo cercano di rendere l'istruzione burocratica più piacevole, mediante il miglioramento della presentazione delle lezioni, l'offerta di insegnamenti facoltativi e le attività extracurricolari. → AMBIGUITA' E INCERTEZZE NEL LAVORO DELL'INSEGNAMENTO A confronto di altre professioni, l'insegnamento scolastico si differenzia per 4 caratteristiche che lo rendono difficile e aumentano le incertezze: – Lavoro con gruppi ampi ed eterogenei di studenti: l'insegnante non può saper se sta davvero comunicando con ogni studente, e anche quando lo fanno non sanno se sia stato merito loro o delle doti dello studente. Questo crea insicurezza. – Lavoro che richiede molta concentrazione di gruppo, ma è soggetto ad interruzioni – Lavoro che ha molteplici scopi piuttosto che uno singolo e prioritario: la scuola socializza gli studenti, cerca di sviluppare i loro talenti, da sostegno morale, sociale, alimentare... e spesso non è chiaro quali di questi sia più importante raggiungere – Lavoro che generalmente viene svolto in un ambiente che non riesce a fornire il necessario supporto: gli insegnanti spesso non condividono i loro problemi con i colleghi, e anzi sono poco disposti a cambiare il loro metodo di insegnamento. Caratteristiche ecologiche della classe e cultura didattica prevalente Le dimensioni dell'ecologia della classe sono le caratteristiche di essa, e costituiscono un contesto per l'interazione, che gli studiosi hanno dimostrato incidere sull'apprendimento. In particolare quelle che hanno esercitato un effetto sistematico sono il numero di alunni per classe, il numero di adulti per classe (meglio molti che pochi) e la quantità di tempo dedicata all'apprendimento anzichè alla socializzazione e alle transizioni da un'attività all'altra. La cultura didattica, invece, può essere definita come l'insieme delle credenze e delle convinzioni circa l'insegnamento e l'apprendimento dominanti in una società. Esse possono essere molto diverse, ad esempio alcune società lodano gli errori come unica via di apprendimento, per altri è fonte di vergogna; alcune culture insegnano basandosi su fatti quotidiani, altri presentano gli argomenti in termini astratti ecc... I modelli di interazione in classe Insegnanti e allievi entrano in un ambiente che è già stato predisposto per loro dalle generazioni precedenti e dalle regole preesistenti. Non hanno molta possibilità di cambiare le cose, ma essi costruiscono una realtà tutta loro attraverso le loro azioni e interazioni. L'obiettivo dell'ordine → La ricerca mostra una correlazione positiva tra un buon ordine in aula, impegno dell'insegnante e alti livelli di apprendimento, ma esiste da sempre un conflitto naturale fra l'esigenza di ordine degli insegnanti e la spontaneità dei bambini. Gli insegnanti devono avere un buon rapporto con i bambini, ma allo stesso tempo mantenere ordine in classe. Oltre all'ordine è necessario un consenso minimo sui valori dello studio, che è molto più difficile da ottenere, ma può essere spronato attraverso tre risorse: l'accettazione da parte degli studenti dell'autorità, l'offerta implicita di uno scambio conveniente (conoscenze utili e premi in cambio di cooperazione e rispetto), e in pochi casi interesse per i contenuti curricolari e per le attività svolte in aula Comprensione e fraintendimenti in classe → La chiarezza è fondamentale nell'insegnamento perchè con i bambini non si può mai dare per scontato nessun passaggio quando si espone un ragionamento, per non rischiare di creare ombre tra quello che si dice e l'interpretazione che il bambino ne fa. Per alcuni bambini la lezione sarà sempre difficile, e bisogna essere attenti a ripetere tante volte ma non troppe da annoiare i più intelligenti. I fraintendimenti sono in ogni caso all'ordine del giorno, e sono molto diffusi anche i fraintendimenti culturali (es. un bambino di estrazione operaia dà per scontato che se non capisce una cosa dove chiedere, mentre il ceto medio tende a nascondere i dubbi dando per scontato che prima o poi capirà, e quindi il primo bambino può essere considerato stupido, quando non è così). Gli indicatori di ceto sono le più importanti influenze inconsce sulle interpretazioni che danno gli insegnanti dei comportamenti dei loro allievi. Le caratteristiche degli insegnanti efficaci → I fraintendimenti culturali sono un ammonimento, ma sarebbe sbagliato pesare che solo le persone con le stesse origini sociali possa comunicare efficacemente. Infatti la maggior parte degli insegnanti riesce ad interagire bene con differenti tipi di bambini, e gli eventuali pregiudizi sono temperati dalle regole professionali. Ma come fanno alcuni insegnanti a raggiungere obiettivi maggiori di altri? I pedagogisti classici credono che il segreto si la chiarezza espositiva, la padronanza della materia e continue prove e verifiche che attestino la vera preparazione dello studente. I nuovi della pedagogia progressista, invece, assumono un' ottica incentrata sul bambino e sulla stimolazione della loro curiosità naturale, con il trattamento di argomento stimolanti, la variazione di metodi di insegnamento (gite, lavori manuali, discussioni ecc). I progressisti vogliono quindi diminuire l'importanza delle valutazioni formali e sottolineare l'apprendimento attraverso il fare. A sostegno dell'ottica tradizionalista, gli insegnanti più efficaci sono quelli che si aspettano che i loro studenti raggiungano alti standard (ma non fuori dalla portata), e inoltre il controllo del rendimento è utile alla pronta correzione degli errori, per indirizzare gli studenti su dove devono lavorare di più.
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