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Se questo è un uomo - Primo Levi, Sintesi del corso di Italiano

Sono scritte le informazioni principali relative al libro e in seguito vi sono i riassunti relativi ad ogni capitolo (dal I al XVII)

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

Caricato il 09/09/2021

morra-luisa
morra-luisa 🇮🇹

4.7

(3)

5 documenti

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Scarica Se questo è un uomo - Primo Levi e più Sintesi del corso in PDF di Italiano solo su Docsity! SE QUESTO È UN UOMO TITOLO: Se questo è un uomo AUTORE: Primo Levi GENERE: Opera memorialistica EDITORE: De Silva / Einaudi ANNO DI PUBBLICAZIONE: 1988 ANNO DI COMPOSIZIONE: Dicembre 1945 - Gennaio 1947 NUMERO PAGINE: 232 PREZZO: circa 12 euro COPERTINA: (al Postfazione di Cesare Segre SPAZIO: Monowitz, lager satellite di Auschwitz TEMPO: 1943 - 1945 PERSONAGGIO PRINCIPALE: Primo Levi TRAMA: Se questo è un uomo descrive l’epopea vissuta da Levi, dalla deportazione in un campo di lavoro di Monowitz, un lager satellite di Auschwitz, alla successiva liberazione nel gennaio del 1945. Il libro, pensato come una testimonianza nei confronti dei “sommersi” (ovvero di chi non è sopravvissuto alle atroci condizioni di vita del campo), viene scritto di getto da Levi. Il testo è suddiviso in diciassette capitoli. RIASSUNTO PER CAPITOLI: I: IL VIAGGIO Primo Levi si trova nel campo di transito di Fossoli, vicino Modena. Da qui i prigionieri vengono trasportati in treno in Polonia, attraversando prima il Brennero e poi l’Austria. Le condizioni che i prigionieri sono costretti a sopportare nei vagoni sono disumane molti muoiono già prima dell’arrivo. Una volta ad Auschwitz i prigionieri vengono fatti scendere, divisi sia per sesso che per età o condizioni fisiche: spesso è semplicemente il caso di trovarsi in una fila e non in un’altra a determinare la condanna a morte o la salvezza di un essere umano. I selezionati salgono su degli autocarri dove vengono confiscati loro tutti gli averi. II : SUL FONDO All’arrivo i prigionieri vengono lavati e rasati, ricevono le divise e sono tatuati con un numero di riconoscimento sul braccio (Levi è così il prigioniero 174517). Vengono radunati e contati nella Piazza d’Appello, di cui viene data una descrizione. L'autore fin da subito capisce che l’unico modo per sopravvivere è seguire le regole del campo e evitare questioni: il tutto rimane scolpito nella memoria per l’agghiacciante scritta che accoglie i deportati, Arbeit macht frei (in tedesco: “Il lavoro rende liberi”). Il capitolo descrive pure la struttura e la disposizione dei diversi edifici del campo, così come la gerarchia che regola la vita dei prigionieri. II : INIZIAZIONE Il capitolo si concentra su due problemi fondamentali: il cibo e la lingua. Come è difficile procurarsi da mangiare - e pertanto il pane è un fondamentale oggetto di scambio - ugualmente è difficile comprendersi nella babele di linguaggi che affollano il campo, tanto che Monowitz appare agli occhi del protagonista una riedizione moderna e perversa della biblica Torre di Babele. Levi passa poi a descrivere l’igiene del campo, del tutto assente, e l’incontro avuto al lavatoio con un conoscente, che gli ricorda che smettere di lavarsi equivale a cominciare a morire. IV: KA-BE Il capitolo prende il nome dall’abbreviazione (dal tedesco Krankenbau, “ospedale”) con cui è designata l’infermeria del campo. Levi è condotto qui per curare una ferita al piede: può quindi godere di una tregua di venti giorni, con cibo assicurato e riparo dal freddo. Tuttavia, durante la convalescenza, confrontando il numero che ha tatuato sul braccio col numero relativamente esiguo dei prigionieri di Monowitz, capisce che gran parte dei deportati devono essere morti, e che il destino nel campo è, per gran parte degli uomini, senza speranza. Ciò gli viene confermato anche da altri deportati ebrei, che però ostentano disprezzo nei confronti del protagonista, che non parla la loro lingua.
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