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seconda guerra mondiale, Dispense di Storia

L'ideologia del nazismo e la sua applicazione in Germania durante il governo di Hitler. Vengono analizzati i concetti di Volk, purezza razziale, Lebensraum e la discriminazione degli ebrei. Viene descritto il processo di eliminazione degli oppositori del nazismo e la repressione attraverso i campi di concentramento. Viene inoltre analizzata la politica estera di Hitler e la formazione dell'Asse Roma-Berlino. Infine, viene sottolineata la differenza tra il nazismo e gli altri regimi totalitari.

Tipologia: Dispense

2021/2022

In vendita dal 03/08/2022

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Scarica seconda guerra mondiale e più Dispense in PDF di Storia solo su Docsity! Hitler espose il suo progetto del Mein Kampf (la mia Battaglia) per un governo autoritario e per la grandezza della Germania. Già alla metà degli anni Venti, Hitler aveva teorizzato una società politica basata sul concetto di Volk (popolo). Lo stato era concepito come una “comunità di popolo” fondata sulla purezza biologica, cioè sulla razza dei suoi appartenenti. La condizione imprenscindibile per rinnovare la potenza della Germania era a suo parere l’omogeneità razziale dei tedeschi (ariani). Il diffondersi del nazionalismo e del razzismo finì per giustificare il dominio coloniale dell’ “uomo bianco” sui “popoli inferiori”. Si diffuse così un’immagine stereotipata dell’uomo ariano e gli abitanti del Nord-Europa furono considerati i discendenti di un’antica razza superiore alle altre. Tutti gli altri dovevano perciò essere espulsi dalla comunità di popolo. Hitler considerava un elemento di debolezza la presenza della comunità ebraica, importante soprattutto nell’impegno economico. Il progetto di purificazione ha altri due elementi: Il ricongiungimento all’interno dei confini della Germania delle popolazioni di lingua tedesca • La conquista di uno “spazio vitale” (Lebensraum) • Questo piano prevedeva l’ “evacuazione” di ebrei e slavi. In questo modo la Germania avrebbe rafforzato i suoi confini orientali per difendersi da qualsiasi possibile tentativo di espansione da parte del comunismo bolscevico. Nel corso delle campagne elettorali nessuno considerò mai seriamente l’idea di Hitler. Una volta giunto al governo egli diede il via alla sua volontà di rovesciare il sistema parlamentare. Una volta ottenuta la carica di Cancelliere, Hitler chiese a Hindenburg lo scioglimento immediato del Reichstag e di indurre nuove elezioni. A febbraio lo storico edificio del Reichstag andò distrutto in un incendio. È probabile che i colpevoli dell’attentato furono i nazisti, ma essi riversarono comunque la responsabilità ai comunisti, spingendo così Hindenburg a firmare un decreto d’urgenza che sospendeva i diritti dei cittadini. Alle elezioni la Nsdap prese il 44% dei voti, non raggiungendo comunque la maggioranza assoluta. Per raggiungere ciò i deputati furono minacciati di violenze personali e in questo modo Hitler ottenne l’appoggio dei cattolici per il varo di una legge che gli conferì i pieni poteri per quattro anni, cancellando la democrazia tedesca. Ebbe così iniziò l’opera di “allineamento”: La Costituzione fu sospesa • I sindacati e i partiti furono sciolti • I governi furono sciolti e le autonomie locali sacrificate in nome dell’accentramento amministrativo • Si tennero in seguito nuove elezioni politiche, cui nessun oppositore del nazismo potè partecipare: la Nsdap ottenne il 92%. Quando Hindenburg morì, Hitler diventò capo del Paese, del governo e delle forze armate. La carica di presidente fu sostituita dal titolo di Führer, per non mancare di rispetto a Hindenburg, e capo del Terzo Reich. Nel 1934 Hitler si liberò di ogni possibile oppositore al nazismo. A preoccuparlo erano le SA e quindi egli ne ordinò l’eliminazione violenta nella cosiddetta “notte dei lunghi coltelli”, approfittando di eliminare tutti coloro che lo avevano ostacolato. A eseguire gli ordini furono le SS, che diressero le Gestapo (polizia segreta) e i campi di Lideo ogiadelnazismopieni poteri aHitler Hitler'FihreidellaGermanida Repressione concentramento. Nei Lager furono costretti ai lavori forzati i “diversi”, cioè tutti coloro che non si uniformavano al nazismo. Hitler diede avvio alla discriminazione degli ebrei. Nel 1935 vennero emanate le “Leggi di Norimberga”, dove gli ebrei vennero definiti “razza inferiore” dal punto di vista biologico e sociologico. Gli ebrei vennero privati della cittadinanza, del diritto al voto, della pratica professionale e dei loro beni. Furono inoltre impediti i matrimoni misti. La legge sulla cittadinanza escludeva dal godimento dei diritti non solo le razze “inferiori”, ma anche tutti i potenziali oppositori del nazismo. Durante la “notte dei cristalli” del 1938 furono bastonati e uccisi ebrei e incediate le sinagoghe. La “soluzione finale” che venne adottata nel 1942-45 fu lo sterminio biologico-razziale di tutti gli indesiderati. Le Chiese si uniformarono al nazismo. Nel 1933 il Vaticano firmò un concordato che assicurava ai cattolici la libertà di culto. La condanna degli orrori della dittatura giunse nel 1937, quando papa Pio XI denunciò le violenze naziste. Un esempio di uomo che seppe ribellarsi fu il teologo protestante Bonhoeffer, che morì impiccato in un campo di concentramento. Grandi roghi in piazza mandarono in fumo libri e opere d’arte degli autori sgraditi al nazismo. In politica estera, il primo obiettivo di Hitler era restituire alla Germania la sua posizione di grande potenza. Egli non aveva scrupoli nel denunciare l’ingiustizia dei trattati di pace e delle durissime condizione imposte alla Germania. Nel 1933 annunciò l’uscita della Germania dalla Società delle Nazioni. Nel 1934 promosse un tentativo di colpo di stato dei nazisti austriaci, ma il mancato appoggio dell’esercito e il movimento delle truppe italiane sul confine ne decretarono il fallimento. Nel 1935 Hitler riarmò la Marina e l’esercito. Nel 1936 la Germania occupò con le sue truppe la zona demilitarizzata della Renania. Nello stesso anno si formò l’Asse Roma-Berlino: in cambio dell’accettazione dell’impresa etiope, Mussolini ritirò la sua opposizione al nazismo. I tre sistemi presentano significative differenze. Molti studiosi hanno sottolineato che il nazismo fu un fenomeno sui generis. Lo storico Mosse ha posto l’accento sul fatto che l’ampiezza della definizione di totalitarismo rischia di diminuire le differenze, non solo tra fascismo e nazismo, ma anche tra fascismo e comunismo. Solo nell’ideologia marxista è stata accettata l’idea che la rivoluzione bolscevica abbia assunto caratteri totalitari. Lo studioso polacco Pomian afferma che sono due i caratteri dei regimi in questione: Sono dei regimi rivoluzionari, la cui legittimità risulta dal presentare la loro politica come • futurocentrica, cioè proiettata verso il futuro Si contrappongono alla moderna democrazia, imponendo alle masse un credo comune tramite la • presentazione sia di esempi da ammirare (il capo) sia di bersagli da odiare Lo storico Nolte afferma che il fascismo fu invece un fenomeno antimodernista e per nulla proiettato verso il futuro. Secondo lui il fascismo nacque come reazione al comunismo-bolscevico, tanto che i gulag sono considerati gli antecedenti dei Lager. La tesi di Nolte è stata accusata di cercare una Lapersecuzionedegliebrei LeChiese Lapoliticaestera Paragonenazismofascismoecomunismo testo Hitler rivendicò Danzica e l'adesione della Polonia al patto Anti-Komintern sfruttando l'instabilità internazionale. Questa volta Francia e Inghilterra si decisero a intervenire e dichiararono che avrebbero difeso i confini della Polonia, abbandonando la politica dell'appeasement e iniziando le trattative col paese da difendere e con l'URSS. Tuttavia le trattative fallirono per la diffidenza tra i paesi democratici e il regime di Stalin. Il leader russo scelse così di cedere alle proposte del Führer e nell'agosto del 1939 la Germania e l'Unione Sovietica firmarono il patto di non aggressione Molotov-Ribbentrop. L'accordo metteva Hitler al sicuro da una guerra su due fronti e all'URSS la sicurezza sulla propria frontiera occidentale e la possibilità di espandersi. Il patto coinvolgeva due regimi che incarnavano idee opposte e fu l'eliminazione dell'ultima opportunità di contenere l'aggressività hitleriana tramite vie diplomatiche. Hitler riversò le sue divisioni corazzate in Polonia il 1°settembre del 1939 e due giorni dopo, il 3 settembre Francia e Regno Unito dichiararono guerra alla Germania, l'Italia proclamò la sua non belligeranza. La Seconda guerra durò sei anni, dal 1° settembre 1939 al 2 settembre 1945. 1939: L'assalto alla Polonia mise la popolazione in condizioni disastrose. Il 18 settembre la guerra nel paese era terminata senza l'intervento di Francia e Inghilterra. I successi conseguiti da Hitler nel corso della prima parte della WW2 erano frutto di una nuova tattica di combattimento detta Blitzkrieg (guerra lampo), concepita per accorciare il tempo delle campagne militari assicurando il rapido controllo dei terreni conquistati. Gli eserciti europei si trovano impreparati a fronteggiare questa nuova tattica di guerra. Nello stesso anno l'Italia si trovava impreparata alla guerra nonostante la firma del Patto d'acciaio. L'esercito mancava di carri armati pesanti, l'artiglieria era quella della prima guerra mondiale e l'aviazione non poteva reggere il confronto con quella europea, solo la marina poteva considerarsi efficiente. Così con il consenso di Hitler, il Duce nel Settembre del 1939 dichiara la "non belligeranza" italiana. 1940: Nei primi mesi del 1940 i tedeschi annetterono Danimarca e Norvegia così da assicurarsi il controllo del mar Baltico. L'URSS impose contemporaneamente il proprio protettorato sulla Finlandia annettendo parte del territorio del paese. Tuttavia in questi primi mesi di guerra non accadde nulla di rilevante, si parla dunque di drôle de guerre ossia "strana guerra" poiché tutto sembrava rimanere in sospeso. La situazione cambiò quando l'esercito tedesco attaccò Belgio, Paesi Bassi e Francia, il cui esercito era posto sul confine detto linea Maginot e fu travolto in poco tempo. Le forze alleate inglesi dovettero ritirarsi lasciando in Francia il loro armamento. I francesi dovettero capitolare e firmarono il 22 giugno del 1940 l'armistizio per volere del Fhürer. La Francia venne divisa in territorio settentrionale e atlantico sotto la diretta amministrazione tedesca, mentre il sud conservò un'autonomia solamente formale. L'unica forza che si opponeva alla Germania nazista era l'Inghilterra, guidata da Winston Churchill che rifiutava ogni possibile compromesso di pace. Hitler allora progettò nell'estate del '40 l'invasione delle isole britanniche, ma dovette desistere perché la sua aviazione militare non riuscì a piegare la resistenza della Royal Air Force. Senza il controllo dei cieli diventò impossibile per i tedeschi condurre con successo un'avanzata via terra. Così in inverno Hitler decise di intensificare i bombardamenti contro gli inglesi per indurli alla resa senza successo. Inefficace fu anche il piano di attacchi sottomarini che dovevano distruggere i convogli giunti dagli Stati Uniti che portavano le materie prime e i rifornimenti alimentari all'Inghilterra, tuttavia il flusso di aiuti non si arrestò. Tornando alla situazione italiana Mussolini convinto dalle vittorie tedesche decise che era giunto il momento per gli italiani di entrare in guerra così il 10 giugno del 1940 il fascismo dichiarò guerra a Francia e Inghilterra, nonostante l'Italia fosse ancora impreparata allo scontro. La prima mossa del Duce fu quella di estromettere gli inglesi dal Mediterraneo con l'obiettivo di conquistare il canale di Suez. Tuttavia la flotta italiana, senza disporre dei mezzi che invece gli inglesi avevano, venne rapidamente sconfitta. Inoltre la minaccia che gli italiani avevano portato in Egitto spinse gli inglesi a rispondere con un contrattacco. Hitler si decise a intervenire con l'Africakorps che respinse gli inglesi in Libia. Il Duce decise di replicare ai trionfi tedeschi attaccando la Grecia. La manovra si rivelò ancora una volta un insuccesso e furono anzi i greci ad attaccare penetrando in Albania. 1941: La sconfitta italiana in Grecia fu risolta nuovamente dai nazisti che nel 1941 conquistarono i Balcani e li spartirono con l'Italia. Era ormai palese che il nostro paese non fosse in grado di condurre una guerra parallela ma aveva anzi il continuo bisogno del sostegno tedesco. Altra conferma di ciò ci fu in Africa. L'Italia dopo piccoli sterili successi nel paese africani dovette nuovamente scontrarsi con le truppe inglesi, finendo per perdere la Somalia, l'Eritrea e l’Etiopia, cadute nelle mani britanniche. Il primo anno di guerra per il fascismo si concluse con la perdita dell'impero (delle colonie). Tornando a parlare degli USA, il presidente Roosevelt dichiarò che gli Stati Uniti fossero "il grande arsenale della democrazia" venendo meno all'isolazionismo. Nel marzo del 1941 il presidente fece approvare la Legge "Affitti e Prestiti" che consentì l'invio incessante di rifornimenti al Regno Unito e ai suoi alleati. Come già detto in precedenza tra aprile e maggio 1941 Hitler espanse i propri domini nei Balcani conquistando Jugoslavia e Grecia in vista di un'offensiva verso l'URSS. A giugno 1941 scattò l'operazione barbarossa, ossia il piano di invasione dell'Unione Sovietica. Tramite una serie di gigantesche battaglie di accerchiamento le forze tedesche penetrarono nel territorio russo lungo 3 direzioni: - A settentrione (Nord) su Leningrado. - Al centro verso Mosca. - A Sud su Kiev e sull'Ucraina. In ottobre i tedeschi giunsero alle porte di Mosca dove vennero fermati dal rigido inverno russo. L'URSS si trovò del tutto impreparata all'inarrestabile avanzata nazista. Stalin scelse di utilizzare la strategia già sviluppata contro Napoleone della "terra bruciata", tramite la quale i russi abbandonavano le città e costringevano il nemico a inoltrarsi in territorio ostile. Nonostante le conquiste tedesche i centri vitali della Russia restavano al sicuro, Hitler aveva dunque fallito il suo obiettivo principale: sconfiggere i sovietici prima dell'inverno russo, che si rivelò il suo peggior nemico. Alla fine del 1941 a Oriente cominciò per i tedeschi la guerra di logoramento. Ritornando a parlare degli Stati Uniti, essi avevano sempre intrapreso una politica isolazionista disinteressandosi dei problemi europei. Un primo segnale di rotture rispetto al passato fu la Legge "Affitti e Prestiti". Tuttavia il 14 agosto del 1941 Churchill e Roosevelt si incontrarono a bordo di un incrociatore vicino l'isola di Terranova dove firmarono una dichiarazione nota come Carta Atlantica ove erano illustrati i principi di democrazia, libertà e cooperazione tra Stati che avrebbero regolato il mondo dopo la conclusione del conflitto. Spostandoci verso oriente, il Giappone, già membro del patto anti-Komintern aveva aderito al Patto d'acciaio, diventato così Patto Tripartito (asse Roma-Berlino-Tokyo). La politica espansionistica nipponica in Cina aveva provocato ulteriori inasprimenti nei rapporti con gli USA che avevano sospeso le forniture di materie prime indispensabili alle industrie nipponiche (come le sanzioni che sta facendo ora la Nato contro la Russia). Così il governo giapponese decise di progettare un attacco agli statunitensi. Il 7 dicembre 1941 aerei decollati dalle navi nipponiche bombardarono la flotta americana nel pacifico a Pearl Harbor. In risposta gli USA dichiararono insieme al Regno Unito guerra al Giappone, e dunque Germania e Italia fecero lo stesso nei loro confronti. La guerra diventa mondiale. 1942: La firma della Carta Atlantica aveva posto le basi per la conferenza del 1942 che si concluse con la dichiarazione delle "Nazioni Unite", un'alleanza antifascista composta da 26 Stati che si impegnarono a sconfiggere le forze nemiche. Le forze statunitensi ebbero i primi grandi successi contro i giapponesi nelle battaglie aereo-navali del Mar dei Coralli e delle Isole Midway, inoltre con lo sbarco di Guadalcanal occuparono una base essenziale per le future operazioni militari in Nuova Guinea. La più grave conseguenza dell'intervento statunitense fu il fallimento del Blitzkrieg. Tuttavia nel 1942 l'Europa continentale restava ancora nelle mani di Hitler. Nella primavera del 1942 l'esercito tedesco tentava nuovamente l'attacco. L'offensiva a sud-est aveva un solo obiettivo: privare Stalin del suo territorio e delle sue risorse per costringerlo alla resa. L'attacco fu travolgente con l'intenzione di raggiungere i pozzi petroliferi del Caucaso in direzione di Stalingrado, l'avanzata tedesca rappresentò il punto di massima penetrazione della Germania in Oriente, il piano dei tedeschi era molto complicato: creare una gigantesca manovra a tenaglia per raggiungere Iran e Iraq attraverso il Caucaso così da ricongiungersi alle truppe italo-tedesche provenienti dall'Egitto e con quelle Giapponesi, conquistando con una sola manovra Asia, Africa e Europa. Tuttavia i sovietici intrapresero una grande manovra di accerchiamento e i tedeschi non riuscirono a rompere le loro linee. Alle fine all'inizio del 1943 per via di fame, malattia e freddo i soldati tedeschi furono costretti ad arrendersi. Su tutto il fronte orientale la Germania e i suoi alleati arretravano. Nell'estate del 1942 gli italiani e l'Africakorps erano penetrati in Egitto arrivando ad El-Alamein dando così l'impressione di poter raggiungere il Canale di Suez. La mancanza di uomini e rifornimenti blocco tuttavia l'avanzata e il 23 ottobre l'armata inglese lanciò la controffensiva ad El-Alamein costringendo gli italo-tedeschi alla ritirata e all'abbandono dell'Africa, ormai in mano ai britannici. Le forze dell'asse avevano perso per sempre il controllo del Mediterraneo. 1943: (La guerra dichiarata da Mussolini alterò profondamente la vita sociale, politica ed economica dell'Italia. La partecipazione al conflitto si risolse in un disastro. Le truppe non riuscirono a condurre una "guerra parallela" per via della carenza di armi più moderne, dell'addestramento inadeguato e inoltre l'incapacità dei comandi impedì vittorie significative. L'Italia dovette costantemente ricorrere all'aiuto tedesco anche se l'andamento sui fronti della e il 9 agosto su Nagasaki. Truman scelse questa via, pensano gli storici, per risparmiare vittime all'esercito americano e per intimidire l'URSS, altra grande vincitrice del conflitto. Con l'ingresso in guerra contro il Giappone anche dei sovietici l'impero orientale si piegò alla capitolazione. La resa, fu firmata il 2 settembre 1945 e sancì la fine della Seconda guerra mondiale. L’attuazione della “soluzione finale” provocò il più drammatico degli stermini della popolazione civile. Gli ebrei di ogni paese conquistato furono sottoposti alla stessa procedura subita in Germania. In un secondo momento, gli ebrei furono rinchiusi nei ghetti polacchi oppure deportati nei numerosi campi di concentramento. In quest’ultimi erano costretti ai lavori forzati e andavano incontro alla morte per sfinimento, malattie, freddo e denutrizione. Gli ebrei venivano selezionati all’arrivo, dividendoli in coloro che erano ancora in grado di lavorare dagli altri, destinati invece a morire nelle camere a gas e nei forni crematori. Si trattò di un vero e proprio genocidio, cioè la cancellazione di un intero popolo, e di un etnocidio, cioè la distruzione di un patrimonio culturale. Questo fenomeno è passato alla storia come Olocausto oppure Shoah. Nei campi di concentramento furono non solo ebrei, ma anche quelli che erano considerati “sub uomini”. La Resistenza italiana si avvalse di un lungo processo di maturazione politica che coinvolse un numero sempre più grande di cittadini. Nel 1943 si raggrupparono sulle montagne dell’Italia centro- settentrionale formazioni di combattenti volontari, che si opponevano ai tedeschi con azioni di sabotaggio e guerriglia. Nelle file dei partigiani le brigate più numerose furono quelle comuniste, chiamate Brigate Garibaldi, e quelle azioniste, chiamate Brigate di Giustizia e Libertà. La Resistenza assunse valori diversi: Per la sinistra, la guerra di resistenza assumeva un aspetto di classe, poiché doveva servire a • rivoluzionare i rapporti sociali esistenti Per i moderati, la Resistenza appariva appariva come una “guerra patriottica” volta a salvare il Paese • dalla dominazione nazi-fascista I partigiani combatterono contro le truppe regolari della Repubblica sociale italiana, le quali considerava i partigiani stessi traditori dell’alleanza Italia-Germania. La responsabilità dello scoppio della guerra ricadde sul nazismo e questo giudizio è stato confermato dalla storiografia. Oggi molti storici ricollocano la Seconda guerra mondiale in un più ampio conflitto ideologico, che nel Novecento coinvolse regimi democratici, comunisti e fascisti. Tuttavia, nessuno storico può affermare che nulla di tutto ciò sarebbe accaduto se non ci fosse stato il nazismo. La certezza delle colpe tedesche fu al centro del processo di Norimberga (1945-46) che vide imputati gli alti gerarchi del nazismo. Gli alleati decisero di processarli e di sottoporli a giudizio del Tribunale militare internazionale (Imt), una corte composta da magistrati americani, inglesi, francesi e sovietici. I capi d’imputazione furono quattro: Complotto politico • Crimini contro la pace —> violazione dei trattati internazionali e scatenamento di una guerra di • aggressione Crimini di guerra —> violazione delle convenzioni internazionali • Crimini contro l’umanità—> persecuzione e sterminio degli ebrei • La difesa degli imputati si basò su due tesi: Rifiuto di riconoscere la legittimità della corte, perché formata da Paesi che si erano comunque • macchiati di gravi atrocità di guerra I militari e i funzionari civili erano obbligati ad obbedire agli ordini ricevuti • Il processo si concluse con la condanna degli imputati a morte o a pene detentive. In occasione del processo di Norimberga furono affermati due principi: L’impossibilità di sfuggire alla responsabilità individuale • Il genocidio degliebrei LaResistenzaitaliaderesponsabilitàdellague Il diritto-dovere della comunità internazionale di perseguire i crimini di guerra • Un processo analogo non fu mai celebrato a carico dei gerarchi fascisti. La conseguenza di questa “mancata Norimberga italiana” fu l’autoassoluzione degli italiani dai propri crimini. Stati Uniti, Regno Unito e Unione Sovietica combatterono insieme contro il nazi-fascismo per sconfiggere l’Asse. Negli incontri che Stalin, Roosevelt e Churchill erano emerse visioni contrastanti sull’organizzazione geopolitica nel dopoguerra. L’ultimo incontro dei tre capi di Stato si tenne a Berlino nel 1945: i “tre grandi” rimasti erano Stalin, Truman (al posto di Roosevelt) e Attlee (al posto di Churchill). A prevalere nella conferenza furono gli interessi strategici delle potenze maggiori e dell’Europa fu divisa in sfere d’influenza. I principali mutamenti territoriali territoriali furono: La Polonia fu compensata con uno spostamento a ovest dei confini, ai danni della Germania • L’URSS inglobò Estonia, Lituania e Lettonia, assicurandosi il maggior vantaggio strategico in Europa • La Germania perse ingenti territori e fu divisa in quattro parti, ciascuna delle quali fu sottoposta • all’amministrazione di una delle potenze vincitrici L’Italia fu costretta a cedere il Dodecaneso, parte della Venezia Giulia, Briga e Tenda. La questione • di Trieste sarà causa di tensioni di o alla metà degli anni Cinquanta RESISTENZA = fenomeno di lotta civile nei territori sottoposti al regime nazi-fascista dopo il 1943 TESI OTTIMISTICA di Roberto Battaglia La Resistenza è una specie di “Secondo Risorgimento” che ha portato alla Repubblica. La Resistenza si è diffusa in tutta la popolazione, trovando un’identità nazionale. TESI PESSIMISTICA di Ernesto Galli della Loggia La Resistenza come “fine della patria” poiché il popolo italiano è stato diviso. Questo anche perché in Italia è nato prima lo Stato (istituzione) e poi la Nazione (unità di popolo), mentre negli altri paesi europei il contrario (Francia). Abbiamo così smarrito la nostra identità di popolo. TESI GUERRA CIVILE di Claudio Pavone I fascisti volevano legittimare la loro posizione. L’attacco da parte delle masse è visto dunque come una guerra civile e di disunione. Egli afferma che la Resistenza è stata sia una guerra di liberazione che civile. La guerra, secondo Pavone, è stata patriottica, di classe e civile. Patriottica perché ha visto il popolo italiano unito per scacciare i nazi-fascisti. Itrattataichecosafularesisten Itesto
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