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Seconda Guerra mondiale e guerra fredda, Schemi e mappe concettuali di Storia

Seconda Guerra mondiale e guerra fredda spiegata bene e dettagliata

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2022/2023

Caricato il 21/05/2023

sergio-salerno
sergio-salerno 🇮🇹

4

(2)

8 documenti

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Scarica Seconda Guerra mondiale e guerra fredda e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia solo su Docsity! Il bilancio della guerra: gli uomini Gli storici stimano che il secondo conflitto mondiale abbia causato circa 48 milioni di morti, di questi circa 12 milioni vittime esclusivamente della politica razzista della Germania. Il paese che fu più colpito dalle perdite fu l'Unione Sovietica, che vide la morte di circa 20 milioni di persone fra civili e militari. Una delle novità più drammatiche della seconda guerra mondiale è che si è trattata di un “conflitto totale”, in cui la repressione contro la popolazione civile viene utilizzata come una vera e propria arma bellica. Tutte le guerre del XX secolo saranno infatti caratterizzate da un elevato numero di vittime civili, a volte anche superiore a quello dei militari. I tedeschi in particolar modo applicarono nei territori occupati il “nuovo ordine”, che consisteva nello sterminio delle popolazioni locali e nell'insediamento dei coloni provenienti dalla Germania nelle zone più ricche. Le popolazioni locali erano quindi costrette a lavorare per l'occupante, venendo usate come manodopera schiavista. Molte delle vittime civili furono causate dal progresso tecnologico, con l'introduzione della tecnica del bombardamento aereo, che colpiva non solo gli obiettivi militari, ma intere città. In Italia la repressione civile fu aggravata dalle divergenze fra la popolazione italiana nei territori slavi e i partigiani jugoslavi: tra il 43 e il 45 migliaia di italiani furono infatti uccisi nelle foibe (delle cavità tipiche del territorio del Carso), a causa della volontà del regime comunista jugoslavo di eliminare la minoranza italiana. Il fenomeno più drammatico della guerra fu però lo sterminio delle comunità ebraiche, la cosiddetta “soluzione finale”. Il Terzo Reich intraprese una politica discriminatoria contro gli ebrei già in Germania, per poi espanderla a tutti i territori occupati. Gli ebrei venivano infatti rinchiusi in ghetti o in campi di prigionia, per poi essere deportati nei campi di sterminio, in cui venivano fisicamente eliminati. Gli storici calcolano che le vittime della soluzione finale siano state circa 6 milioni fra ebrei e minoranze varie. Il genocidio degli ebrei viene definito “Olocausto” oppure “Shoah” Fenomeno che caratterizzò soprattutto l'ultima parte del conflitto fu quello della resistenza popolare, che vedeva opposti i privati cittadini agli eserciti occupanti. La resistenza non solo permise la capitolazione più rapida dei regimi totalitari, ma la libertà conquistata dai partigiani (quindi dagli stessi cittadini di quella nazione) garantì le basi per la rinascita sociale degli Stati nel dopoguerra, e non la formazione di governi controllati direttamente dalle potenze vincitrici. La resistenza italiana fu l'ultima a svilupparsi in ordine cronologico, a causa del grande supporto popolare di cui godeva Mussolini prima dello scoppio della guerra. Le prime formazioni partigiane si formarono infatti soltanto nel 1943, principalmente nel nord Italia, dove i combattenti trovavano rifugio sulle montagne. I membri del movimento erano principalmente comunisti, ma non mancavano anche i membri dei partiti liberali. Combattendo in una situazione di Italia semi-occupata, le brigate partigiane si scontrarono non solo con l'esercito regolare tedesco, ma anche con le truppe della Repubblica Sociale Italiana fondata da Mussolini a Salò, trasformando la guerra di resistenza in una vera e propria guerra civile. Il Bilancio della guerra: i materiali Durante gli anni venti del novecento i governi erano entrati sempre più all'interno delle questioni economiche del paese. Germania e Giappone avevano puntato all'utilizzo della guerra lampo, in modo da sconfiggere il nemico ancora prima che questi potesse reagire e utilizzare la sua piena forza produttiva. Inoltre Hitler sfruttò la manodopera delle popolazioni conquistate per tenere alto il ritmo della produzione bellica. Il piano industriale della Germania funzionò fino all'invasione russa e all'entrata in guerra degli Stati Uniti: il Reich aveva bisogno di produrre una quantità nettamente superiore di armi, andando per la prima volta a far sentire il peso della guerra sulla popolazione civile. La guerra fece ampio utilizzo delle nuove tecnologie, soprattutto nel campo del combattimento fra mezzi. Furono migliorati i carri armati, già utilizzati durante il primo conflitto mondiale, che furono utilizzati in larghe formazioni per penetrare rapidamente nel territorio avversario. Gli aerei furono utilizzati per i bombardamenti su larga scala, così come i sottomarini. Anche i sistemi d'arma migliorarono: si capì infatti l'importanza strategica delle portaerei e di strumenti di navigazione e rilevazione come radar e sonar. I regimi totalitari puntarono molto sulla propaganda della superiorità teconologia delle loro nazioni rispetto ai nemici, anche se si trattava di una superiorità finta, utilizzata per nascondere al popolo la scarsità di risorse tecnologiche delle potenze dell'asse. In Germania nacque ad esempio il mito della Wunderwaffe, ossia un esercito all'avanguardia dotato delle più grandi risorse tecnologiche del tempo, utilizzato come mezzo propagandistico dal regime. L'arma simbolo del secondo conflitto mondiale è sicuramente la bomba atomica: il progetto atomico era stato finanziato all'inizio degli anni 40 da Hitler, ma si era interrotto a causa della distruzione delle fabbriche necessarie alla creazione dell'ordigno. Furono quindi gli americani che brevettarono la prima bomba atomica, nata dal “Progetto Manhattan”, con la collaborazione dei più importanti scienziati europei (molti dei quali in fuga dalla stessa Germania). Pur avendo effettuato dei test, la potenza reale della bomba atomica fu scoperta solamente in seguito al bombardamento americano delle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki. La Guerra Fredda La seconda guerra mondiale aveva devastato il mondo ancor di più della prima, portando un nuovo desiderio di pace. Nel 1945 gli assetti geopolitici mondiali furono modificati per cercare una pace duratura. Nacque nel giugno dello stesso anno l' Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), con l'intento di salvaguardare il mondo da un nuovo conflitto mondiale, con l'utilizzo della diplomazia. Oggi, alle nazioni firmatarie, si sono aggiunti quasi tutti gli stati del mondo, con rare eccezioni. Le intenzioni di salvaguardia della pace furono evidenziate dalla pubblicazione della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948. Gli organi principali dell'ONU sono l'assemblea generale, in cui avvengono le discussioni, e il Consiglio di sicurezza, composto da 15 stati, di cui 5 fissi (le potenze vincitrici della guerra), che delibera in materia di intervento militare e di sicurezza. Le decisioni del consiglio hanno bisogno dell'unanimità dei cinque membri permanenti: ciò ha causato un totale immobilismo, poiché nessuna potenza voleva accettare le condizioni che avrebbero favorito un'altra nazione. Un'altra conseguenza della guerra fu la perdita del primato economico e militare dell'Europa, con il ruolo di guida che passava agli USA e all'URSS. Il sistema economico europeo era in pezzi e la popolazione viveva in pessime condizioni. La disoccupazione e l'inflazione crescevano e sempre più immigrati lasciavano l'Europa per stabilirsi in America. Inoltre le democrazie europee dipesero molto di più dalle pressioni di USA e URSS, che avevano il merito di aver liberato i paesi dal nazifascismo. La loro influenza sugli altri stati indipendenti li fece diventare delle “superpotenze”. I due stati godevano anche di un grande e forte apparato militare, oltre che di due sistemi economici e ideologici forti (anche se opposti fra loro). Anche dal punto di vista economico l'influenza degli Stati Uniti si fece sentire: nel '44, alla conferenza di Bretton Woods si era puntato ad un sistema di scambi liberi fra le nazioni, con il dollaro come unica moneta riconosciuta negli scambi internazionali e convertibile in oro. Fu inoltre proposto il progetto, poi realizato, di un Fondo monetario internzionale, per aiutare i paesi in difficoltà. Il sistema economico che avrebbe dovuto appianare le differenze creò però nuovi attriti, poiché incompatibile con la dottrina comunista di Mosca. Con il tempo infatti si gli attriti e le incomprensioni avevano riacceso le diffidenze fra i paesi legati al comunismo e il blocco occidentale. Ad aumentare gli attriti fu sicuramente la politica espansionistica dell'URSS, che prese sotto il suo controllo molti paesi dell'europa orientale, sostituendo i governi polipartitici con delle dittature comuniste. territori interni della Russia, a discapito degli altri paesi alleati. Stesso i membri dei partiti comunisti nazionali si ribellarono, e molti furono condannati a morte o ai lavori forzati. L'economia di questi paesi subì gli stessi problemi di quella Sovietica, con la crescita esponenziale della produzione industriale ma la mancanza quasi totale di beni agricoli e alimentari, con una produzione centralizzata e pianificata. Gli ex stati indipendenti divennero quindi dei veri e propri “satelliti” dell'Unione, con un'autonomia molto limitata. La situazione cambiò a seguito della morte di Stalin nel 1953. La dipartita del leader sovietico permise una serie di rivolte, soprattutto negli stati della Cecoslovacchia e della Germania est, generate dai salari bassi e dalla cattiva qualità di vita. Le rivolte furono sedate spesso con la forza dal nuovo segretario del partito, Nikola Chruscev. Chruscev cambiò radicalmente la politica interna dell'unione: liberò molti prigionieri dei gulag e li riabilitò cancellando le loro condanne infamanti, spinse per un incremento della piccola industria e per un incremento della condizione dei cittadini. A livello internazionale le sue dichiarazioni furono spesso distensive, e fecero credere ad una possibile convivenza fra comunismo e capitalismo. Chruscev denunciò anche apertamente la politica staliniana, i crimini commessi dal suo predecessore e l'impianto dittatoriale che aveva creato. Iniziò un'opera di “destalinizzazione”, promuovendo un ritorno alle origini della rivoluzione e un maggiore coinvolgimento del popolo. Le idee di libertà spinsero nuovamente le popolazioni oppresse alla ribellione, principalmente in Polonia, dove il regime fu costretto a concedere più libertà ai lavoratori, e l'intervendo armato fu scongiurato solo dalla promessa di non uscire dal patto di Varsavia. Molto più violente furono le proteste in Ungheria, in cui fu organizzata una rivoluzione contro il regime comunista. Nel 1956 l'Ungheria imbracciò le armi e si dichiarò nuovamente uno stato democratico indipendente dal patto di Varsavia e dall'URSS. L'intervento della Russia però fermò la rivoluzione, che divenne il simbolo dell'impossibilità di rovesciare con la forza i regimi comunisti. La forza eccessiva dell'Unione Sovietica fece dubitare della bontà del comunismo molti esponenti dei partiti occidentali, che smisero di militare poiché ritennero impossibile la creazione di un comunismo davvero giusto e democratico. Un caso particolare è rappresentato dalla Jugoslavia, al cui vertice dopo la guerra era arrivato Tito, capo delle milizie partigiane. Qui il socialismo si era affermato autonomamente, senza imposizioni esterne, e la situazione fu molto più pacifica, con la creazione di una repubblica federale che tutelasse le varie etnie che abitavano il territorio. DEMOCRAZIA E COMUNISMO IN LOTTA PER LA SUPREMAZIA GLOBALE Dopo la seconda guerra mondiale, la politica estera delle due superpotenze USA e URSS fu caratterizzata da una colossale corsa al riarmo. Gli americani furono infatti rapidamente raggiunti dai russi con la creazione della bomba atomica prima, di quella all'idrogeno poi. Si era capito che un ulteriore conflitto mondiale avrebbe portato alla distruzione totale dell'umanità, e proprio questa consapevolezza fece reggere la pace sottile fra Stati Uniti e Unione sovietica, consapevoli della reciproca distruzione in caso di guerra. I due regimi si confrontarono indirettamente soltanto nelle guerre regionali dell'estremo oriente soprattutto. In Cina durante la seconda guerra mondiale i nazionalisti e i comunisti di Mao Tze Tung combatterono insieme per scacciare i giapponesi dal paese, ma la nuova situazione politica internazionale portò ad un successivo scontro fra le due fazioni. I democratici avevano un esercito forte, ma scarso appoggio popolare, i comunisti (supportati anche dall'unione sovietica) avevano invece un forte sostegno della popolazione. Dopo tre anni di guerra civile, le truppe di Mao riuscirono ad ottenere il potere e proclamarono la Repubblica Popolare cinese. I democratici si rifugiarono nell'isola di Formosa, fondando la Republica Nazionalista cinese, detta anche Taiwan. La situazione più pericolosa si verificò in Corea, dove le truppe comuniste della Corea del Nord, comandate da Kim Il Sung, invasero il territorio della Corea del Sud. L'onu, approfittando dell'assenza del rappresentante russo del consiglio di sicurezza, dichiarò paese aggressore la Corea del Nord, intervenendo a supporto del Sud. Alla testa delle truppe fu messo il generale americano MacArthur, che avanzò rapidamente fino alla capitare nordcoreana di Pyongyang. L'invasione causò l'intervento di Pechino, con il generale MacArthur che propose l'utilizzo dell'atomica in risposta. Il presidente Truman rifiutò e iniziò i trattati di pace, che misero fine al conflitto nel 1953. Il Giappone intanto era uscito pesantemente sconfitto dall guerra: più di 3 milioni di morti e quasi 8 milioni di sfollati, con il paese inoltre occupato dagli americani. Il territorio fu ridimensionato alle sole isole dell'arcipelago nipponico, con la perdita di tutti i territori coloniali. Inoltre la sconfitta fu anche morale, con l'imperatore Hirohito che dovette rinunciare al suo status di divinità. A capo delle truppe di occupazione fu messo lo stesso generale MacArthur, che avrebbe portato il Giappone sulla strada della democrazia: come successo in Germania, il paese divenne un forte alleato statunitense, diventanto il baluardo della democrazia in estremo oriente. Nel 1947 l'occupazione americana cessò e il Giappone divenne una monarchia costituzionale.
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