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Seconda guerra mondiale e guerra fredda, Appunti di Storia

Appunti per la maturità sulla seconda guerra mondiale e sulla guerra fredda.

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 12/06/2022

asia.12
asia.12 🇮🇹

4.8

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37 documenti

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Scarica Seconda guerra mondiale e guerra fredda e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! LA SECONDA GUERRA MONDIALE La politica aggressiva della Germania nazista rendeva sempre più probabile lo scoppio di una guerra in Europa. I due dittatori nazifascisti, Hitler e Mussolini, nel 1939 strinsero un nuovo patto d’alleanza, il cosiddetto Patto d’Acciaio, con cui s’impegnavano a entrare in guerra fianco a fianco. Il 1° settembre 1939 Hitler ordinò alle truppe tedesche di invadere la Polonia. Qui il mondo assistette alla prima esecuzione della nuova tecnica di guerra tedesca: il Blitzkrieg o guerra lampo. Questa strategia consisteva nel concentrare carri armati e aeroplani da guerra in pochi punti accuratamente scelti, da dove avrebbero scatenato congiuntamente la loro potenza di fuoco, consentendo lo sfondamento del fronte e la rapida avanzata di carri armati e fanteria, che penetravano in profondità e aggiravano le forze nemiche, costringendole a una resa di massa. La Polonia aveva un esercito meno numeroso di quello tedesco, e si trovò totalmente impreparata di fronte all’avanzata nemica e in meno di tre settimane la resistenza polacca fu annientata. Francia e Gran Bretagna inviarono un ultimatum in cui intimavano al Führer di ritirare le sue truppe dalla Polonia entro 24 ore; poiché l’avvertimento cadde nel vuoto, il 3 settembre 1939 Francia e Gran Bretagna dichiararono guerra alla Germania. Il 10 maggio 1940 i tedeschi invasero il Belgio e l’Olanda. Il comando alleato aveva previsto la mossa: forti truppe inglesi e francesi entrarono in Belgio per evitare che i tedeschi, come nella Prima guerra mondiale, dilagassero in Francia attraverso le pianure belghe. Di fronte alla irresistibile avanzata tedesca, l’esercito francese si sfaldò; le forze britanniche dislocate in Francia, per evitare di essere catturate, ripiegarono dunque verso il porto di Dunkerque sulla Manica. La Francia, invasa, dovette arrendersi: il 14 giugno 1940 l’esercito tedesco entrava a Parigi. Con il crollo della Francia, i tedeschi decisero di occupare direttamente la parte settentrionale del paese, compresa la capitale, ma consentirono la formazione, nella parte centrale e meridionale, di un governo formalmente autonomo, con sede nella cittadina di Vichy. Non tutta la Francia, però, accettò di arrendersi ai tedeschi e di abbandonare le armi: alcuni militari erano riusciti a fuggire in Gran Bretagna e continuarono a combattere con i loro alleati. Il loro leader, il generale Charles De Gaulle, organizzò a Londra il governo della Francia Libera, che invitava la popolazione alla resistenza contro l’occupante nazista. Hitler aveva pensato di intavolare delle trattative diplomatiche con la Gran Bretagna che decise però di continuare la lotta. Hitler preparò dunque l’invasione della Gran Bretagna. L’operazione prese il nome di “Leone marino”, e prevedeva lo sbarco dell’esercito sulle coste inglesi. Nonostante la grande esperienza dei soldati tedeschi, la battaglia fu un insuccesso per Hitler. L’ITALIA ENTRA IN GUERRA Il 10 giugno 1940, dal balcone di Palazzo Venezia, Mussolini annunciò al popolo italiano che l’Italia entrava in guerra con la Germania. L’impreparato esercito italiano, a cui Mussolini aveva ordinato di invadere l’Egitto, venne sconfitto e, poco dopo, i britannici riuscirono a passare al contrattacco e a invadere la Libia. Solo l’intervento dei tedeschi, salvò l’esercito italiano. Le crescenti difficoltà dell’esercito italiano costrinsero i tedeschi a intervenire anche nella guerra balcanica. Per evitare che le truppe italiane fossero spazzate via, Hitler si decise a far intervenire le truppe tedesche e il Führer decise d’invadere nella stessa occasione anche la Iugoslavia. L’OPERAZIONE BARBAROSSA Hitler decise di affrontare l’unica potenza ancora in grado di tenergli testa, l’Unione Sovietica. Il 22 giugno 1941 scattò l’invasione, che fu chiamata in codice Operazione Barbarossa per ricordare le imprese del celebre imperatore medievale Federico I Barbarossa. L’Armata rossa, schierata incautamente lungo la frontiera, fu travolta dall’avanzata tedesca e milioni di soldati sovietici caddero prigionieri. La spinta offensiva nazista, tuttavia, con il finire dell’estate si esaurì. Quando finalmente arrivò il gelido inverno russo, i soldati dell’Armata rossa poterono muoversi più agevolmente e iniziò la controffensiva che costrinse ben presto i tedeschi ad arretrare da Mosca. LA GUERRA IN ITALIA – LA CADUTA DEL FASCISMO Nella conferenza di Casablanca, Stati Uniti e Gran Bretagna avevano deciso di attaccare direttamente l’Italia, che appariva di gran lunga il più debole fra i tre paesi dell’Asse. Lo sbarco alleato in Sicilia, avvenuto nel 1943 provocò la caduta di Mussolini: il 25 luglio, i fascisti restituirono al re il comando delle forze armate, destituendo il duce dal ruolo di capo del governo. Il re cominciò a trattare in segreto con gli Alleati una pace separata, mentre rassicurava i tedeschi che l’Italia avrebbe continuato a combattere al loro fianco. L’armistizio fu firmato il 3 settembre 1943 in Sicilia e prevedeva la resa incondizionata dell’Italia; fu reso noto all’opinione pubblica dal generale Eisenhower l’8 settembre 1943: in quello stesso giorno, Vittorio Emanuele III e Badoglio abbandonarono Roma. I tedeschi furono in grado di liberare Mussolini, che fu condotto in Germania al cospetto di Hitler, che lo aiutò a rifondare al Nord Italia uno Stato fascista col nome di Repubblica Sociale Italiana. Con l’8 settembre, nell’Italia centro-settentrionale aveva avuto inizio la Resistenza. L’azione delle bande partigiane fu dapprima priva di coordinamento, ma ben presto iniziò a essere inquadrata all’interno di organizzazioni clandestine che nacquero proprio per condurre una lotta unitaria contro i nazifascisti, e in cui erano rappresentati tutti i maggiori partiti antifascisti italiani. Quattro mesi dopo l'approvazione della Costituzione si tengono le prime elezioni politiche, dove la Democrazia cristiana ottiene la maggioranza. Le prudenti riforme messe in atto in campo economico e sociale comprendono: • un programma di edilizia popolare; • l'istituzione della Cassa per il Mezzogiorno con l'obiettivo di colmare il divario tra Nord e Sud; • la riforma agraria; • la fondazione dell'Ente nazionale idrocarburi (ENI). Nel periodo che va dal 1958 al 1963 un'impetuosa crescita economica trascina l'Italia nel gruppo dei paesi più avanzati. Lo sviluppo è talmente rapido e improvviso da dare origine all'espressione "miracolo economico" per descriverlo. All'origine del boom economico italiano ci sono molte ragioni diverse: • gli effetti del Piano Marshall; • la formazione di un mercato comune europeo; • il basso costo delle materie prime, che l'Italia importa; • una politica di bassi salari e l'abbondanza di forza lavoro; • l'intervento dello Stato in un modello economico "misto". Il fenomeno della migrazione interna è sempre più consistente: migliaia di persone si spostano dal Sud al Nord per cercare lavoro. IL DOPOGUERRA La Seconda guerra mondiale causa più di 70 milioni di morti, in gran parte civili: a questi si aggiungono i feriti, i profughi e le vittime della povertà e della fame che colpiscono anche dopo la fine delle ostilità. I responsabili dei “crimini contro l’umanità” vengono giudicati nel processo di Norimberga (per i Tedeschi) e nel processo di Tokyo (per i Giapponesi). Nel 1945 viene fondata l'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), per salvaguardare la pace e la sicurezza internazionali e viene varata la Dichiarazione universale dei diritti umani nel 1948. Durante la conferenza di Jalta viene stabilito il destino della Germania: • disarmo e smilitarizzazione; • divisione del territorio in 4 settori di occupazione, poi diventati 2 nel 1949; • divisione anche della città di Berlino, che si trova all’interno del settore sovietico, tra le potenze vincitrici. Nel 1949, dopo il blocco sovietico di Berlino e il ponte aereo americano, nascono la Repubblica federale tedesca, o Germania ovest, con capitale Bonn e l’enclave di Berlino ovest, e la Repubblica democratica tedesca, una "democrazia popolare" sotto il controllo dell'Urss con capitale Berlino est. L’EUROPA NELLA “GUERRA FREDDA” L’Urss, che in base ai trattati di pace ottiene mezza Polonia, i paesi baltici e alcune zone della Romania e della Finlandia, inizia a controllare i paesi dell’Europa orientale, instaurando regimi comunisti in Germania est, Cecoslovacchia, Ungheria, Bulgaria e Romania. Tra Europa orientale ed Europa occidentale nasce così la cosiddetta “cortina di ferro”, una barriera politica immaginaria ma invalicabile. Il nuovo presidente degli Stati Uniti Truman, per contenere l’espansione del comunismo, lancia un piano di aiuti economici per la ricostruzione europea, volto a ottenere la fedeltà dei paesi che li ottengono: il Piano Marshall. Inizia così già nel 1949 la "guerra fredda" tra Usa e Urss. La guerra fredda durerà per quarant’anni, durante i quali le due superpotenze si sfidano “a distanza”, producendo molte armi, minacciando di usare la bomba atomica. Tra i numerosi conflitti collocabili nel contesto della guerra fredda si ricordano: • la guerra tra Corea del Sud e Corea del Nord; • la guerra del Vietnam; • la crisi di Berlino e la costruzione del muro per impedire il passaggio tra le due Germanie; • la crisi dovuta ai missili sovietici a Cuba (1962). La morte di Stalin nel 1953 e la denuncia dei suoi crimini da parte di Krusciòv nel 1956 inaugura una nuova fase della politica russa: il disgelo, cioè il miglioramento dei rapporti con gli Usa. Il democratico John Fitzgerald Kennedy diventa presidente degli Stati Uniti nel 1960, aprendo una stagione di speranza per i progressisti, non solo americani. Nel programma di Kennedy trovano posto molti propositi: • eliminare la segregazione razziale appoggiando la protesta pacifica dei neri guidati da Martin Luther King; • creare un programma di assistenza per i poveri; • esplorare lo spazio; • porre fine all’equilibrio del terrore mantenendo la coesistenza pacifica con l’Urss. La costruzione del Muro di Berlino, voluta da Krusciov nell’agosto 1961 per impedire l’esodo di abitanti da est a ovest, segna un primo stop alle illusioni sul disgelo. Nel 1963 l’assassinio di Kennedy, distrugge i sogni dei progressisti americani e trascina l’America in una nuova epoca buia.
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