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Seconda Guerra Mondiale - Guerra Fredda - Ricostruzione, Schemi e mappe concettuali di Storia

Appunti sulla Seconda Guerra Mondiale, Post-Guerra, Guerra Fredda e situazione in Italia dopo la guerra (i vari governi, referendum per la costituzione ecc...)

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2022/2023

Caricato il 06/10/2023

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letizia-pennacchio 🇮🇹

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Scarica Seconda Guerra Mondiale - Guerra Fredda - Ricostruzione e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia solo su Docsity! LA SECONDA GUERRA MONDIALE ANTEFATTI Autunno 1936: ministro degli esteri Galeazzo Ciano stipula con la Germania l’ASSE ROMA-BERLINO, a supporto di Francisco Franco contro l’Urss. Ottobre 1938: i tedeschi, dopo la conferenza di Monaco, invadono la regione dei sudeti per arrivare ad annettere tutta la Cecoslovacchia solo qualche mese dopo. Maggio 1939: Hitler stipula con Mussolini il Patto d’Acciaio, un’alleanza militare di carattere difensivo. Marzo 1939: Hitler chiede alla Polonia la cessione del porto di Danzica e il riconoscimento del diritto di transito nello sbocco sul mare della Polonia. Al rifiuto di quest’ultima, Hitler ordina ai suoi soldati di prepararsi all’invasione. Agosto 1939: Hitler stipula con l'Unione Sovietica il Patto di non aggressione Ribbentrop-Molotov con cui i due paesi si impegnavano a non attaccarsi a vicenda, e che prevedeva la spartizione della Polonia tra Germania e Unione Sovietica e la possibilità, per quest'ultima, di annettersi la Finlandia e i Paesi baltici (Estonia,Lettonia, Lituania). L’INIZIO DELLA GUERRA (1939-1940) Il 1 settembre 1939 i tedeschi invasero la Polonia. Nel giro di poche settimane le truppe polacche furono abbattute e i tedeschi occuparono tutte le regioni occidentali del Paese compresa la capitale Versavia. Nel frattempo l’Unione Sovietica di Stalin occupò le città polacche orientali e l’anno seguente le repubbliche del baltico: Lettonia, Estonia, Lituania. Il 3 settembre 1939 la Francia e l’Inghilterra dichiararono guerra alla Germania così diedero inizio alla seconda Guerra Mondiale. Doveva trattarsi di una guerra lampo, ma la resistenza degli alleati cambiò i piani di Hitler. Benito Mussolini non aderì subito alla guerra anche se, per il patto d’acciaio, l’Italia avrebbe dovuto intervenire a fianco della Germania. Decise di dichiarare la non belligeranza, limitandosi ad aiuti esterni alla Germania e solo nel 1940 l’esercito italiano attaccò la Francia sulle Alpi, senza alcun successo. L’offensiva tedesca contro la Francia, invece, portò quest’ultima a chiedere alla Germania un trattato di pace. Dopo Olanda e Belgio, tutte le regioni settentrionali della Francia inclusa Parigi, passarono così sotto l’occupazione militare tedesca. La Francia fu ridotta alle sole regioni meridionali comandate dal maresciallo Pètain, con capitale VICHY. Intanto il generale francese Charles De Gaulle, fuggito a Londra, costituì il governo in esilio della Francia libera e arruolò soldati francesi per combattere al fianco dell’ Inghilterra contro il nemico comune: Hitler. Il capo di stato inglese Winston Churchill raccolse tutte le forze per combattere contro la Germania. Dopo la vittoria contro la Francia, Adolf Hitler comandò di bombardare l’Inghilterra con aeri e per la prima volta usò il radar. La Luftwaffe (aviazione tedesca) perse 1700 aeri contro i 900 dell’Inghilterra nella cosiddetta Operazione Leone Marino. Dopo una strenua difesa e durissimi bombardamenti, Hitler fu costretto a ritirarsi da Londra. L’ENTRATA IN GUERRA DI URSS E USA (1941-1942) Il 21 Giugno 1941 la Germania attaccò l’Unione Sovietica con la famigerata Operazione Barbarossa. Impreparato nonostante i due anni guadagnati col patto di Molotov- Ribbentropp, l’ esercito sovietico subì gravi perdite. Con l’inverno russo, l’esercito sovietico si riprese perché i tedeschi non erano abituati al gelo e al fango. I Russi usarono la tecnica della “terra bruciata”, ossia distruggevano tutti i viveri in modo che i tedeschi non trovassero né da mangiare né da bere. L’armata tedesca si fermò nel 1941-42 e riprese ad assediare Mosca e Stalingrado nell’estate 1942, cercando di avvicinarsi ai pozzi di petrolio (nel Caucaso). Anche l’ Italia fascista partecipò a fianco delle truppe tedesche all’aggressione della Russia con gravi perdite di soldati che morirono o non diedero più notizie di loro. Nell’inverno russo vennero a mancare scarpe adatte, abiti pesanti, alimenti e combustibile per riscaldarsi. Migliaia di soldati italiani morirono in mezzo alla neve e al ghiaccio. Altri vennero catturati e morirono di fame nei campi di prigionia sovietici. Nel frattempo, l’economia giapponese era in piena espansione, per cui il paese necessitava sempre più di materie prime e di mercati su cui vendere i propri prodotti. Inoltre la crescita economica aveva rafforzato i grandi gruppi industriali e finanziari che erano pronti ad appoggiare i vertici dell'esercito e le forze nazionaliste. Questa convergenza di interessi determinò la nascita di governi giapponesi autoritari, pronti ad allearsi con Italia e Germania. (Asse Roma-Berlino-Tokyo). Così, il 7 dicembre 1941 il Giappone decise di attaccare di sorpresa la flotta americana nella baia di Pearl-Harbur nelle isole Hawaii. Così il Giappone e i suoi alleati Germania e Italia dichiararono guerra agli Stati Uniti. Dopo la terribile sconfitta, gli Stati Uniti si organizzarono per intervenire contro il Giappone e partecipare anche alle battaglie della II guerra mondiale che si combattevano in Europa. Tornando in Germania, verso la metà del 1942, chi non era nazista, come gli ebrei, gli zingari, gli oppositori politici, i partigiani, i russi, gli slavi e gli omosessuali, insomma, tutti quelli che i nazisti consideravano di razza inferiore, venivano deportati nei lager. Già dal 1938, con le leggi razziali imposte da Hitler e riprese in Italia da Mussolini, gli ebrei venivano perseguitati e licenziati dai loro impieghi. A partire dal 1941-1942, Hitler decise il genocidio cioè di sterminarli, di farli scomparire dalla faccia della terra (la cosiddetta “Soluzione finale”). Molti campi di sterminio si trovavano in Polonia, altri nel resto dell’Europa centrale (Auschwitz, Dachau, Bergen-Belsen...). In questi campi vennero sterminati dai 5 ai 6 milioni di ebrei. L’ARMISTIZIO E LA RESISTENZA (1943-1945) Il 10 luglio del 1943 gli americani con le loro truppe sbarcarono in Italia liberando tutto il sud. L’8 settembre 1943 Pietro Badoglio firmò l’armistizio e la resa dell’Italia. Mussolini viene scomunicato dal Gran consiglio del fascismo e su ordine del re Vittorio Emanuele III viene arrestato e tenuto prigioniero sul Gran Sasso a Campo Imperatore. Verrà poi liberato da un gruppo di paracadutisti tedeschi e instaurerà sul Garda la Repubblica di Salò. Il 9 settembre l’esercito tedesco invase l’Italia fino alla Linea Gustav che spaccò la penisola in due parti: il sud nelle mani degli alleati (americani) e il nord nelle mani dei nazifascisti (tedeschi e italiani). Così ebbe inizio la resistenza armata contro i tedeschi da parte dei partigiani organizzati nel Comitato di Liberazione Nazionale (CLN). Dal settembre 1943 al 25 aprile 1945 in Italia, si combatté una terribile guerra civile. Fu una guerra durissima e spietata segnata da continue rappresaglie. I partigiani si nascondevano sulle montagne del nord e attaccavano l’esercito nazifascista a sorpresa. I tedeschi rispondevano, per ogni loro soldato ucciso, con l’uccisione di dieci civili. Nel marzo 1944 a Roma, vennero uccisi 33 soldati tedeschi. Il comandante nazista Kappler ordinò la rappresaglia: 335 persone furono uccise presso le Fosse Ardeatine. I nazisti a volte fucilavano, impiccavano e torturavano i partigiani, a volte li mandavano nei campi di concentramento. Dopo due anni di durissima lotta, il 25 aprile 1945 i tedeschi si ritirarono dall’Italia e dopo qualche giorno firmarono la resa. Mentre in Italia si combatteva la resistenza, gli Americani, il 6 giugno 1944 sbarcarono in Normandia (Francia) con 1.500.000 uomini e decine di migliaia di carri armati e di aerei. Dalla Francia si diressero verso la Germania. Accortosi di non avere più speranza di vittoria, Hitler si suicidò e il 7 maggio 1945 la Germania si arrese senza condizioni. Nel Pacifico la guerra terminò qualche mese più tardi, nell’agosto 1945. Gli USA continuavano a combattere contro il Giappone che non voleva cedere, nonostante la sconfitta dei suoi alleati europei. Gli Stati Uniti lo costrinsero alla resa con una decisione tragica. Il 6 agosto 1945 il Presidente americano Truman ordinò di sganciare sulla città giapponese di Hiroshima una bomba atomica, che provocò 90.000 morti. Altrettanti se ne ebbero tre giorni dopo quando una seconda bomba atomica colpì Nagasaki. Era la prima volta che una bomba atomica veniva usata in una guerra: le conseguenze provocate dalle emanazioni radioattive dello scoppio avrebbero sconvolto la vita degli abitanti di queste due città per molti anni. Il 15 agosto 1945 il Giappone si arrese, la II guerra mondiale era terminata. GUERRA IN VIETNAM Un evento saliente della guerra fredda fu la Guerra in Vietnam, durata dal 1955 al 1975. Durante la seconda guerra mondiale il Vietnam era una colonia francese e con la guerra Indocina (1946-1954) riuscì a conquistare l’indipendenza, diventando una repubblica filosovietica. Dopo la conferenza di pace di Ginevra del ‘54 il Vietnam viene diviso in due,il nord appoggiato dai sovietici e il sud dagli Stati Uniti, che nella guerra Indocina appoggiavano la Francia. Nel 1955 il Vietnam del Nord, appoggiato dall’Urss, attaccò il Vietnam del sud. Il presidente Johnson inviò dunque truppe nel Vietnam del sud. Si trattava di un conflitto molto squilibrato, tra soldati statiunitensi preparati militarmente e i vietcong, soldati civili del nord molto impreparati. Nel frattempo Nixon diventò presidente e le continue proteste per la cessazione della guerra spingono gli americani a ritirarsi nel 1975. I soldati americani durante quei 20 anni di guerra si macchiarono di 4 milioni di vittime vietnamite, insieme all’utilizzo di metodi aggressivi come le bombe dell’agente ustionante napalm. LA PRIMAVERA DI PRAGA Nel 1964 Breznev succede Krusciov. In quel periodo aumentarono le tensioni tra Urss e i suoi satelliti, che si sentivano oppressi dalla repressione sovietica, e in particolare la Cecoslovacchia, cui leader politico era A. Dubcek. Egli, liberale democratico, aveva intenzione di abolire molte delle riforme imposte dall’Urss , come la censura della stampa o il diritto allo sciopero. Ebbe inizio il periodo della “Primavera di Praga”, caratterizzata da un’ondata rivoluzionaria liberale. Nel 1968 l’Unione Sovietica invase la Cecoslovacchia per reprimere tale ondata, trovandosi di fronte a una “resistenza passiva” dei cecoslovacchi. Nel 1969, Jan Palach si diede fuoco nella piazza San Venceslao a Praga, in segno di protesta. La necessità di un invasione militare per placare le insurrezioni e il diffondersi di un ondata rivoluzionaria liberale tra i paesi satelliti determinò una perdita di autorevolezza tra i paesi occidentali, evidenziando l’effettiva debolezza dell’Urss. LA CADUTA DEL MURO E LA FINE DEL BIPOLARISMO Nel 1981 Gorbaciov divenne il nuovo presidente dell’Urss e R. Reagan degli USA. Mentre Reagan riesce a risollevare l’economia statiunitense dopo la guerra in Vietnam, Gorbaciov con la “Perestrojka”, una riforma volta a rendere la politica dell’Urss piu trasparente, getta nel caos l’economia. Promuove lo stop alla censura, una parziale privatizzazione delle imprese e la liberalizzazione del mercato. Così facendo molte imprese si trovarono a passare da una condizione di totale dipendenza dallo Stato ad essere abbandonate a se stesse, trovandosi quindi in difficoltà a ristrutturare gli apparati industriali, come dimostrò l’incidente nucleare di Chernobyl del 1986. Dopo anni di tensioni, i due blocchi mondiali sembravano aver trovato un accordo: Reagan e Gorbaciov, incontratesi a Washington, rinunciano agli armamenti nucleari sparsi nel mondo. Il 9 novembre 1989 il governo della RDT, influenzato dalle pressioni popolari, acconsentì al crollo del muro, che rappresentò anche il simbolico crollo del comunismo e dell’Unione Sovietica. Il 3 ottobre 1990 si dichiarò la riunificazione tedesca. Nel dicembre del 1991 quasi tutti i paesi “satelliti” dell’Urss avevano dichiarato la loro indipendenza da Mosca e riunitesi in Afghanistan, durante una conferenza, dichiararono la sostanziale fine dell’Unione Sovietica; il mondo è ora monopolare. L’ITALIA DELLA RICOSTRUZIONE Poco dopo l’8 settembre 1943 si riunirono a Roma i rappresentanti dei sei partiti antifascisti del Cln (comitato di liberazione nazionale): la Democrazia cristiana, il Partito comunista, il Partito socialista italiano di unità proletaria (PSIUP), il partito liberale, il partito d’azione, e la democrazia del lavoro. Nel vuoto politico seguito all’armistizio e alla fuga del re a Brindisi essi si autoproclamarono rappresentanti del popolo italiano proponendosi come l’Italia democratica contrapposta ai fascisti a alla monarchia. Lo scontro tra il Cln e Badoglio venne sbloccato da Palmiro Togliatti, il leader comunista con la cosiddetta “svolta di Salerno” egli propose di accantonare l’opposizione alla monarchia e di guardare alla sconfitta del nazifascismo, chiese la formazione di un governo di unità nazionale. L’iniziativa di Togliatti portò il 22 aprile alla nascita del governo Badoglio II presieduto  da Badoglio e composto da esponenti dei partiti del Cln. L’esecutivo di Badoglio venne sostituito dal governo Bonomi. Un nuovo governo Bonomi nacque nel 1944: esso avrebbe guidato il paese fino alla conclusione del secondo conflitto mondiale. Dopo vent’anni di dittatura i partiti tornavano a essere i protagonisti. Ma il debutto della democrazia non fu facile. I partiti sebbene accomunati dall’antifascismo presentavano ideologie e progetti politici assai diversi.  Dopo la liberazione e la conclusione della guerra ai governi Bonomi seguì nel 1945 l'esecutivo guidato da Ferruccio Parri, leader del partito d'azione. L'Italia usciva del secondo conflitto sconfitto, era necessario lo sforzo della ricostruzione. La distruzione di parte dell'apparato industriale aveva causato il crollo della produzione; il sistema dei trasporti era compromesso, l'inflazione altissima e riduceva il potere d'acquisto dei salari e degli stipendi, che invece non crescevano. C'erano inoltre i notevoli problemi di ordine pubblico, soprattutto al centro e nelle regioni meridionali era iniziato un movimento di occupazione delle terre a opera di bracciati e contadini; infine la criminalità dilagava e in Sicilia la mafia riprendeva la sue attività criminose. In seno al governo le tensioni opposte visioni politiche. Le sinistre mostravano capacità di mobilitare i lavoratori. La crisi del governo Parri fu così determinata nel 1945 dal partito liberale che ritirò la propria fiducia. Il clima internazionale mutava rapidamente, la Dc riuscì a imporre la candidatura di Alcide De Gasperi alla presidenza del Consiglio. Il nuovo governo aveva Nenni alla vicepresidenza e Togliatti al Ministero della Giustizia. Fu lo stesso leader comunista a varare una larga amnistia (provvedimento giuridico che comporta l'estinzione di un reato, con la rinuncia da parte dello stato a perseguire i suoi autori). L'azione dell'esecutivo mirò a restaurare dello stato. IL REFERENDUM ISTITUZIONALE DEL 2 GIUGNO 1946 Per il 2 giugno 1946 vennero fissati il referendum popolare sulla forma di stato e l'elezione dell'Assemblea costituente. Il 9 maggio 1946, Vittorio Emanuele III abdicò in favore del figlio Umberto II ma questo tentativo di orientare l'opinione pubblica in senso favorevole alla monarchia non ebbe successo. le forze di sinistra schierate per la repubblica; la Dc era divisa e lasciò agli elettori libertà di scelta. Solo i monarchici e i liberali si dichiaravano favorevoli alla corona. Il 2 giugno affluì alle urne il 90% degli aventi diritto, donne comprese. La scelta repubblicana prevalse; la vittoria della repubblica si reggeva sul voto del centro-nord, mentre nel mezzogiorno era forte la maggioranza a favore della monarchia. Umberto II partì per l'esilio in Portogallo. La stesura della costituzione si concluse nel dicembre del 1947, dopo 18 mesi, mesi che videro l’unione di forze politiche diverse tra loro confrontarsi per il raggiungimento di un testo innovativo. La costituzione, che sostituiva lo statuto albertino, entrò in vigore il 1 gennaio 1948, promulgata dal capo di stato provvisorio Enrico De Nicola. Il governo era guidato da De Gasperi, che puntava a una stabilizzazione moderata, isolando comunisti e socialisti estremi. L’Italia si trovava di fronte a una forte inflazione, a rivendicazioni operaie causate dal rincaro dei prezzi e a forte sanzioni in seguito alla 2gm. Nel 1948, con le nuove elezioni prevalse nuovamente la DC, anche se le elezioni si svolsero in un clima di tensione molto forte, causato dalla contrapposizione ideologica tra le sinistre che appoggiavano l’Urss e il centro-destra orientato agli usa. Nel 1949 l’italia entra nella NATO e nel 1955 nell’ONU. In seguito a un periodo di instabilità si arriva, grazie al piano Marshall e a un programma di riforme e interventi pubblici, a un intenso sviluppo economico-industriale nel centro nord. Forte migrazione interna da sud a nord che se da un lato vedeva aumento di consumi e della produttività, dall’altro trovava infrastrutture impreparate e urbanizzazione disordinata. In questo periodo si afferma il centro-sinistra; nel 1963 si afferma il governo socialista di Aldo Moro, che vide il fallimento della programmazione economica voluta dai socialisti. Nel 62, con il governo Tambroni, venne istituita la scuola media unificata. Ma la mancanza di una politica di programmazione aveva visto uno sviluppo non equilibrato. Mentre lo Stato investiva su nuovi posti di lavoro e retribuzioni più alte, come voluto dai socialisti, venivano a mancar meno i finanziamenti nelle strutture sanitarie e scolastiche, che portarono ai moti studenteschi del ‘68. STRATEGIA DELLA TENSIONE A partire dal 12 dicembre 1969, con l’attentato a Piazza Fontana, iniziò un periodo di 15 anni caratterizzato da attentati e terrorismo da parte degli estremisti di destra neofascisti e le brigate rosse di sinistra. Con il compromesso attutato da Berlinguer tra cattolici, socialisti e comunisti si inasprirono le tensioni da parte delle br, che accusavano di tradimento dei loro ideali. Nel 74 a piazza della loggia una bomba e nel treno italicus un attentato. Nel 78 Aldo Moro fu rapito e ucciso dalle br. Nel 1980 nella stazione dei treni di bologna le br fecero esplodere una bomba che portò a 80 morti.
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