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Seconda Guerra Mondiale (seconda parte), Appunti di Storia

Seconda Guerra Mondiale: crollo dell'asse, sbarco in Normandia, caduta del Fascismo e Guerra del Pacifico

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 11/04/2023

aurorasuppa
aurorasuppa 🇮🇹

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Scarica Seconda Guerra Mondiale (seconda parte) e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! 1941: La “guerra mondiale” Nel 1941 due avvenimenti imprimono una svolta decisiva alle sorti del conflitto: 1) L’Operazione Barbarossa (attacco tedesco all’Unione Sovietica) 2) L’ingresso nel conflitto degli USA Nella primavera del 1941 Hitler poteva contare non solo sulla capitolazione della Francia, ma sulla sconfitta di tutti i principali rivali in Europa (Nord Africa grazie al generale Rommel, “la volpe del deserto”; Balcani con la conquista della Jugoslavia, della Grecia e di Creta; Romania e Bulgaria). 1) L’Operazione Barbarossa (22 giugno 1941) Nell’impossibilità di conquistare la Gran Bretagna, l’obiettivo di Hitler era, quindi, la guerra di annientamento ideologico-razziale in URSS. C’è un complesso sistema di concause che determina la violazione dell’accordo Molotov-Ribbentrop che era stato siglato nell’agosto del ‘39: - ragioni economiche: rifornimenti di grano, petrolio e materie prime; - ragioni ideologiche: i popoli slavi erano ritenuti inferiori e per questo l’est Europa era la meta privilegiata per la conquista dello “spazio vitale”; - ragioni politiche: l’URSS era l’incarnazione del bolscevismo. Non si trattò dunque di una semplice campagna militare, perché “ogni azione doveva essere guidata da una ferrea volontà di sterminio. L’esercito tedesco (Wehrmacht) disponeva di 3 mln di uomini, 3600 carri armati, 3000 aerei (anche l’Italia invia il CSIR) L’attacco tedesco viene portato a Nord (diretto a Leningrado), al centro (Mosca) e a Sud (Ucraina). In una guerra lampo di tre mesi , l a Germania conquistò repubbliche baltiche gran parte dell’Ucraina e la Bielorussia. Leningrado fu un grande esempio di resistenza: la città venne assediata, senza successo, per circa tre anni. Centinaia di migliaia di persone morirono di fame nel corso di questo lungo assedio. La resistenza russa potè far leva su un apparato industriale russo ancora solido, sulla tattica della “terra bruciata”, sulla guerriglia partigiana e sul gelido inverno russo. Stalin incitò la popolazione e l’esercito dell’Armata Rossa a respingere gli invasori nazisti nella “Grande guerra patriottica” (ancora oggi nella Federazione russa è questo il nome della Seconda Guerra Mondiale). 2) L’ingresso nel conflitto degli USA L’atteggiamento statunitense fu di iniziale isolazionismo (esemplare ed emblematico il movimento America first). Al tempo stesso cresceva nel paese la preoccupazione per i travolgenti successi dell’Asse, ma soprattutto la preoccupazione per il nazionalismo nipponico (il Giappone aveva occupato Manciuria, Cina, e aveva dato l’avvio all’invasione dell’Indocina francese). Il Giappone inoltre aveva stipulato nel 1940 il cosiddetto “Patto tripartito” con Germania e Italia. La risposta statunitense fu l’embargo su tutte le merci giapponesi (il Giappone viveva di esportazioni). Roosevelt, rieletto per la terza volta nel 1940, sviluppa una politica di intensi aiuti ai paesi democratici e antifascisti (“Lend and Lease Act”: l’America doveva essere “L’arsenale della democrazia”). Il 14 Agosto 1941 viene sottoscritta la Carta Atlantica da Churchill e Roosevelt I temi di tale Carta erano l’autodeterminazione dei popoli, la libertà di commercio e di navigazione, equo accesso ai beni per tutti i popoli (vd 14 punti di Wilson). Anche se la Carta Atlantica non implicava un intervento immediato in guerra, rappresentava comunque una dichiarazione di carattere politico di grande importanza perché connotò la guerra, sul piano ideologico, come uno scontro di civiltà tra i regimi dittatoriali da una parte e le democrazie dall'altra. Il pretesto per l’entrata in guerra degli USA si presentò il 7 dicembre 1941, quando l’aviazione giapponese, guidata dall’ammiraglio Yamamoto, attaccò la flotta statunitense nel Pacifico, nella rada di Pearl Harbor (Hawaii) e distrusse gran parte della flotta nel Pacifico. Tale attacco era stato pianificato da tempo dal Giappone, perché solo un attacco a sorpresa avrebbe potuto distruggere l’apparato militare statunitense e costringere Washington a negoziare la spartizione dell’area d’influenza nel Pacifico. Tale avvenimento suscitò lo sdegno dell’opinione pubblica americana e permise a Roosevelt di superare le resistenze degli isolazionisti: l’8 dicembre 1941 gli Usa entrano in guerra. Il crollo dell’Asse (1942-1945) Nel 1942 sembrava che l’Europa fosse ormai sotto il dominio nazista e si fosse staiblito un “nuovo ordine” europeo costituito da un complesso di paesi satelliti e di paesi alleati con i Balcani e l’Unione Sovietica serbatoi di risorse e di manodopera. Nei paesi occupati dai nazisti sorsero diversi movimenti di resistenza. La Resistenza combatté con le armi della propaganda, del sabotaggio, con il sostegno agli alleati e con veri e propri eserciti di liberazione ed ebbe un grande significato morale e politico. In Francia - all’interno della Francia occupata - nacque il movimento partigiano dei maquis, mentre in Polonia occorre ricordare la ribellione del ghetto di Varsavia (aprile-maggio 1943). Quando i tedeschi cominciarono a rastrellare il ghetto per arrestare gli ultimi 50.000 ebrei che ancora sopravvivevano per deportarli verso le camere a gas, un gruppo di partigiani (costituitosi in segreto nei mesi precedenti) prese le armi e ci volle quasi un mese di battaglia, con migliaia di caduti, perché il ghetto fosse raso al suolo e la sua popolazione deportata a Treblinka. Occorre ricordare anche l’insurrezione della città di Varsavia (agosto-ottobre 1944). I partigiani polacchi in questa occasione insorsero e, per circa due mesi, combatterono contro i soldati tedeschi che non esitarono a colpire la popolazione civile. In questa occasione, l’Armata Rossa - che era a pochi chilometri dalla città - non intervenne, perché Stalin non voleva supportare la resistenza polacca che era composta da nazionalisti antirussi e anticomunisti. La città di Varsavia, che aveva opposto una fiera resistenza per 63 giorni, venne rasa al suolo dai tedeschi sotto gli occhi dei Sovietici. In Iugoslavia il maresciallo Josip Broz (Tito) guida un movimento di resistenza di matrice comunista. Nell’est Europa la guerra partigiana e la repressione tedesca si svolsero in un clima di particolare atrocità. In questi paesi la popolazione era spaccata tra chi appoggiava i partigiani e chi invece si schierava con i tedeschi per anticomunismo o nazionalismo antirusso o, semplicemente, per dare sfogo a un radicato antisemitismo. Il 1942 rappresenta un anno di svolta. In questo anno si tengono tre importanti conferenze: la prima (1 Gennaio 1942) è la Dichiarazione delle Nazioni Unite (nel corso della quale altri paesi aderirono alla Carta Atlantica - Messico, Brasile, Colombia… - e si impegnarono, dunque, a partecipare alla guerra contro le potenze dell’Asse) e la seconda (Gennaio 1943) è la conferenza di Casablanca (alla presenza di Churchill, Roosevelt e De Gaulle), nel corso della quale i tre leader convennero che la guerra sarebbe continuata sino alla resa incondizionata dei Paesi dell’Asse. A questa Conferenza seguì quella di Teheran (tra il novembre e il dicembre dello stesso anno). Si trattò di un momento fondamentale, perché rappresentò la volontà di combattere insieme il nazifascismo, nonostante le divergenze delle tre potenze presenti (GB, USA e uRSS). Tutti e tre i leader convennero sull’opportunità di creare un’organizzazione internazionale sovranazionale che potesse intervenire per prevenire lo scoppio di conflitti futuri; Roosevelt accettò inoltre la richiesta di GB e URSS di smembrare la Germania per impedire un suo futuro riarmo. Nel giugno del ’42 sul fronte orientale, i tedeschi lanciano un’offensiva a Sud dell’URSS per conquistare le regioni del Caucaso; interviene anche la spedizione italiana dell’Armir. A luglio l’offensiva si arresta però a Stalingrado. La Battaglia di Stalingrado venne combattuta fino al febbraio del 1943 e fu la prima sconfitta dell’Asse. Aveva un altissimo valore simbolico sia per Hitler che per Stalin. Il successo sovietico fu dovuto: - ai massicci rifornimenti americani - a un enorme sforzo economico (donne e adolescenti) - “grande guerra patriottica” I combattimenti andarono avanti per mesi (luglio ‘42- febbraio ‘43) e videro la distruzione della città (le macerie di Stalingrado sono rimaste impresse come uno dei simboli della Seconda Guerra Mondiale). Alla fine i soldati sovietici riuscirono ad accerchiare i tedeschi che, da forza assediante, si ritrovarono ad essere assediati. L'esercito stanziato in Russia vide il sacrificio di oltre 200.000 uomini nell’operazione pur obbedire all’ordine di Hitler di combattere a oltranza, ma alla fine fu costretto ad arrendersi. Sul fronte africano, in Africa Settentrionale, l’offensiva italo-tedesca venne arrestata ad El Alamein (vicino al Canale di Suez) dagli inglesi del generale Montgomery. Nel novembre del 1942 in Marocco e in Algeria sbarcano le truppe anglo-americane guidate dal generale Dwight Eisenhower. Nella primavera del ‘43 gli Alleati controllavano tutto il Nordafrica ed erano padroni del Mediterraneo: l’Italia era direttamente minacciata d’invasione. La caduta del Fascismo e l’8 Settembre Dall’Africa Settentrionale qui gli Alleati portarono la guerra in Europa con lo sbarco in Sicilia (10 luglio del 1943). Nel nostro Paese le terribili perdite e i bombardamenti avevano fatto perdere consenso al Fascismo. Non solo il paese era debole militarmente, ma anche i viveri scarseggiavano ed era necessario ricorrere al mercato nero. In una situazione del genere, lo sbarco in Sicilia degli Alleati provocò, in meno di un mese, la caduta del governo di Mussolini: il 25 luglio gli stessi gerarchi fascisti (Grandi, Bottai e Ciano) stabilirono di riaffidare al re il comando delle forze armate, destituendo così Mussolini. Il re, da parte sua, nominò capo del governo Badoglio, il più importante generale dell’esercito italiano, e fece arrestare Mussolini che fu condotto in una prigione del Gran Sasso in Abruzzo. Gli italiani erano convinti che la caduta di Mussolini avrebbe significato la fine della guerra. Il re cominciò a trattare in segreto una pace separata con gli Alleati, mentre rassicurava i tedeschi che l’Italia avrebbe continuato a combattere al loro fianco. L’armistizio fu firmato il 3 settembre del 1943 a Cassibile (in Sicilia) e prevedeva la resa incondizionata dell’Italia. In quello stesso giorno il re e Badoglio abbandonarono Roma, fuggendo prima a Pescara e poi a Brindisi (nel frattempo liberata dagli Alleati). I tedeschi, consapevoli della debolezza italiana, già da mesi avevano organizzato un piano (Piano Alarico) per prendere possesso dell’Italia in caso di tracollo o di tradimento. Il paino scattò puntualmente con la fuga del re: i tedeschi occuparono tutta la parte centro-settentrionale del Paese. L’esercito italiano - in assenza di rifornimenti e indicazioni e ordini da seguire - tentò ugualmente di difendere Roma dai tedeschi, ma senza successo e molti soldati furono uccisi oppure deportati. Molti altri si nascosero in una fuga solitaria e avventurosa verso casa. Nel complesso 600.000 soldati italiani finirono nei lager nazisiti e chi cercò di resistere cadde vittima di spietate rappresaglie: a Cefalonia migliaia di soldati della divisione Acqui - che avevano rifiutato di cedere le armi - furono trucidati dai tedeschi. Lo sbarco in Normandia e la vittoria degli Alleati Nella conferenza di Teheran Churchill, Roosevelt e Stalin decisero l’apertura di un secondo fronte in Europa con lo sbarco in Normandia (6 giugno 1944). L’operazione fu preparata per mesi con cura per limitare il più possibile le perdite di soldati, tutti gli sforzi produttivi degli Alleati vennero concentrati sulla produzione di armi e lo sviluppo tecnologico diede un impulso fondamentale. Ad esempio, nel 1944, grazie al matematico Alan Turing gli inglesi riuscirono a mettere a punto una macchina in grado di decodificare i messaggi in codice elaborati da Enigma, un apparecchio estremamente sofisticato in possesso dei tedeschi. Eisenhower, con l’operazione Overlord (6 giugno ‘44), dà l’avvio ad un’imponente offensiva aeronavale che travolge le difese tedesche e permette la liberazione del Belgio e di tutta la Francia (con la liberazione di Parigi il 25 Agosto). La Germania era ormai sotto scacco! In Germania viene ordinata la mobilitazione totale in un vano sforzo di resistenza. Hitler, nonostante avesse perso Grecia, Bulgaria, Ungheria e Iugoslavia, era ancora convinto di poter cambiare il corso della guerra. L’aviazione anglo-americana risponde con bombardamenti a tappeto (Dresda, Amburgo, Francoforte…) per demolire la volontà di resistenza. I britannici impiegarono anche bombe incendiarie, capaci di bruciare vive le vittime e di provocare immensi incendi nelle città colpite. A ovest gli Alleati passarono il Reno; a Est l’armata rossa occupò Vienna; il 7 maggio la Germania firmò la resa senza condizioni (nel frattempo Hitler, nell’Aprile, finalmente resosi conto della sconfitta, si suicidò nel suo bunker sotterraneo). La guerra in Europa era finita. Nel frattempo russi e americani scoprivano con orrore la sconvolgente realtà dei campi di sterminio tedeschi. Tra gennaio e maggio del 1945 i sovietici liberarono i pochi superstiti rimasti ad Auschwitz e negli altri campi di concentramento. Gli ebrei trovati in vita furono ben pochi, anche perché i tedeschi avevano cercato di nascondere le prove dello sterminio, smantellando i campi e uccidendo i prigionieri o deportandoli in Germania. Gli stessi nazisti parevano dunque rendersi conto delle atrocità commesse durante la guerra. Hannah Arendt sul sistema dei lager (da L’origine del totalitarismo) + Edith Bruck racconta la Shoah (vd file caricati su CR)
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