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La Prima Guerra Mondiale: una rottura nella continuità europea, Sbobinature di Storia Politica

Storia del XX secoloStoria Moderna EuropeaStoria della prima guerra mondiale

Della prima guerra mondiale e delle sue conseguenze, in particolare sulla società europea e la sua immaginario collettivo. Vengono analizzati i cambiamenti socio-politici che si sono verificati a seguito della guerra, come la nascita di regimi totalitari e la devastazione causata dal trattato di versailles. Vengono citati autori come céline e erich maria remarque.

Cosa imparerai

  • Come la Prima Guerra Mondiale ha cambiato la società europea?
  • Come i regimi totalitari si sono affermati in Europa dopo la Prima Guerra Mondiale?
  • Come la guerra e il trattato di Versailles hanno influenzato la società europea?

Tipologia: Sbobinature

2018/2019

Caricato il 03/12/2019

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4.7

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Scarica La Prima Guerra Mondiale: una rottura nella continuità europea e più Sbobinature in PDF di Storia Politica solo su Docsity! Contesto storico e concettuale - Background degli autori Si tratterà qui del contesto di sfondo di Carl Schmitt, di Anna Harendt ed Albert Marcuse. Carl Schmitt è il più anziano dei tre, nasce nel 1888 e si forma in un periodo storico che è ancora quello della Germania imperiale e guglielmina.Marcuse che nasce nel 1998 e Anna Hardent che nasce nel 1904 sono di una generazione successiva e sono più esposti alle conseguenze della Prima Guerra Mondiale. Questo contesto storico è stato veramente dirompente per tutti ma ha una presa più forte in un percorso in formazione come era quello di Anna Harendt e di Marcuse. Nel '98 Marcuse aveva 30 e si era alla fine della Prima Guerra Mondiale. Citazione romanzo di Céline - "Viaggio al termine della notte": è la storia di alcuni giovani che si arruolano volontari per andare in guerra. Uno dei personaggi esclama all'inizio del libro "E' così, il secolo della velocità , dicono loro e dove mai. Grandi cambiamenti, raccontano loro questo. Che roba è? Non è cambiato niente in verità, continuano a stupirsi e basta e nemmeno questo è nuovo per niente. Parole e nemmeno tante, anche le parole che sono cambiate, due o tre, di qui, di là, di quelle piccole." Quegli anni sconfessano completamente ciò che viene detto in questa citazione. Se la storia Europea era stata vissuta come caratterizzata da una grande continuità, dall'insorgere della modernità, 1492 per convenzione fino agli inizi del '900, quei primi venti anni di guerra mondiale rappresentano una rottura assoluta di questa continuità. I presupposti del pensiero di Anna Harendt sono già nella Prima Guerra Mondiale. Quindi una prima grande cesura è quella della Prima Guerra Mondiale, tanto è vero che c'è uno storico contemporaneo, Eric Hobsbawm, che ha scritto un libro sul Novecento e lo ha intitolato "Il secolo breve": stava a significare che il '900 in realtà è iniziato nel 1914, cioè è più breve di un secolo normale, perchè è primi quattordici anni appartengono ancora all' '800 ed è breve per Hobsbawm perchè finisce anche prima del 2000, finisce con la caduta del Muro di Berlino nel 1989; per cui è un secolo a cui manca poco più di un decennio di inizio, poco più di un decennio alla fine. Dunque, vediamo il 1914: mai devastazione fu più evidente, si parla di otto milioni di morti militari e di diciotto milioni di morti in totale. Mai era avvenuto che i morti civili fossero più dei morti in battaglia e dunque cambia proprio l'immaginario collettivo, cambia proprio l'idea della guerra. La guerra non è qualcosa che viene combattuta dagli eserciti sui campi di battaglia, è qualcosa che coinvolge tutta la popolazione, popolazione civile inclusi donne e bambini. Oltre a questi diciotto milioni di morti ci sono poi stati venti milioni di feriti. Alla fine della guerra c'era una grossa massa di reduci che rientrava nelle proprie case completamente shockata e sbalestrata dagli avvenimenti, i Paesi che hanno perso la guerra sono in condizioni ancora più difficili di quelli che l'hanno vinta e dunque non sono capaci di reintegrare queste persone nella società ed è su questi reduci e su questi sbandati che hanno fatto presa tutti i regimi totalitari che si sono piano piano affermati nella prima metà del '900. Non bisogna pensare soltanto al fascismo in Italia o al nazismo in Germania, bisogna pensare all'Europa come una cartina geografia tappezzata di stati totalitari. I primi ad affermarsi sono stati il regime fascista e la dittatura dei soviet con lo stalinismo in Russiama poi ancora ci sono stati regimi dittatoriali ed autocratici un po' ovunque: Franco in Spagna, Salazar in Portogallo, ecc. In tutta Europa c'è questo ripiegamento su regimi di tipo autoritario. Fanno eccezione alcuni stati come l'Inghilterra, la Francia che avevano delle tradizioni repubblicano democratiche più solide che rimasero vitali. La fine della Prima Guerra Mondiale è l'esito anche della Rivoluzione Russa perchè i rapporti di forza si trasformano completamente dal 1917 perchè con l'ingresso di Lenin in Russia, ingresso che venne agevolato proprio affinchè la presenza di Lenin sul territorio agisse da disturbo all'azione politica dello zar, favorì il divampare della Rivoluzione che dall'inizio ha come esito immediato il ritirarsi della Russia dal conflitto, la quale firma una pace separata a Brest-Litovsk. A questo poi si aggiunge l'ingresso dell'America in guerra e i rapporti di forza sono completamente ribaltati. Escono perdenti gli imperi. In Europa c'erano l'impero tedesco, Guglielmo II era imperatore di Germania in quel periodo, l'impero austro-ungarico e l'impero russo. Vincono le democrazie: Francia, Inghilterra, America. Queste democrazie cercano di imporre una certa configurazione dell'Europa alla fine della guerra e si riuniscono a Versailles, luogo dove viene firmato questo famoso trattato di Versailles nel 1919. Si tratta di un trattato molto particolare che aveva avuto un precedente. Durante le guerre napoleoniche successe che ad un certro punto anche la Prussia, la Prussia di Federico Guglielmo III, venisse sconfitta dagli eserciti rivoluzionari e la Francia impose alla Germania un pesantissimo trattato di pace, la pace di Tilsit nel 1807: in questa pace si introducevano delle novità concettuali che si ritrovano poi nel trattato di Versailles, in genere si fa riferimento solo a Versailles ma c'era anche questo antecedente. Questa visione che si afferma diversa da quelle precedenti consiste nell'affermarsi del concetto che c'è qualcuno che è colpevole della guerra. L'imperatore Giglielmo II abdica alla fine della Prima Guerra Mondiale e si rifugia in Olanda. Si rifugia in Olanda perchè nelle clausole del trattato di Versaille che, essendo l'imperatore della Germania responsabile della guerra, essendo responsabile dei milioni di morti e dei miliardi di devastazione, deve essere giudicato da un tribunale internazionale. Idea che trova poi attuazione all'indomani della Seconda Guerra Mondiale, quando verranno stabiliti dei tribunali internazionali che giudicheranno esclusivamente i vinti ovviamente, come ad esempio quello di Norimberga che era formato dai rappresentanti delle potenze vincitrici. (Dunque tre trattati di pace: Tilsit, Versailles e Yalta con il processo di Norimberga) Ora stiamo su Veirsailles. Quindi, Guglielmo II era considerato il responsabile, si rifugia in Olanda e viene richiesta l'estradizione affinchè potesse essere giudicato da un tribunale internzionale ma questo tribunale internazione non si riunirà mai perchè l'Olanda non concesse mai l'estradizione di Guglielmo II e dunque non si procedette nemmeno ad una condanna in contumacia. Però questa idea rimase là e fu sfruttata in un periodo successivo. Se si afferma l'idea che c'è una responsabilità personale o comunque anche collettiva di un singolo stato è plausibile anche chiedere a questo stato di risarcire tutti gli altri stati per i danni provocati dalla guerra e questo era quello che era avvenuto già nella pace di Tilsit. Nella pace di Tilsit Napoleone impone alla Prussia un trattato di pace in cui la Prussia è ridotta ad un quarto del territorio che aveva originariamente, le si chiede si riparare ai danni di guerra versando ogni anno milioni di marchi per le riparazioni che non è in grado di Così come in Germania c'era il mito della pugnalata alle spalle, in Italia c'era il mito della vittoria mutilata. Alla fine della Pirma Gurra Mondiale con l'Italia che addirittura aveva cambiato fronte perchè prima, nel 1914 l'Italia era alleata con l'Austria e con la Germania, quando scoppia la guerra tra queste pontenze e la Francia e l'Inghilterra, l'Italia in un primo momento rimane neutrale ma poi entra in guerra contro gli alleati di prima. Le battaglie su Bisonzio tra gli italiani e gli austriaci risentono anche di questo rancore. Dunque l'Italia entra in guerra un anno dopo, nel 1915, al fianco di Inghilterra e Francia. Quando si fanno le trattative di pace a Versailles il ministro degli esteri Sonnino italiano non riesce a far valere l'idea che l'ingresso dell'Italia in guerra dovesse essere ripagato con la conclusione di quel processo di unificazione dell'Italia che era durato durante tutto il Risorgimento e che dunque dovessero andare all'Italia tutti i territori anche irredenti. Soltanto una parte dei territori viene data all'Italia Invece In Italia, così come in Germania, c'è un periodo di grandissima confusione. In Germania il Kaieser aveva abdicato ed era fuggito in Olanda. Non c'era uno stato, non c'era un governo e non lontano c'era la Repubblica dei Soviet. Eravamo in una fase della Rivoluzione Russa in cui ancora non si era affermata la dittatura di Stalin ma c'era un sistema diffuso di democrazia diretta che si realizza nei Soviet, una serie di parlamenti locali. Questi Soviet si affermano anche in Germania. C'è un biennio 1918-1920 in cui l'esperienza della Russia si afferma anche in Francia ed in Italia, in Italia abbiamo il periodo del biennio rosso. Marcuse è stato attivo nel consiglio dei Soviet di Berlino. Il biennio rosso in Itaia è stato un periodo di disordini, di scioperi. Mussolini riesce a coagulare lo scontento,che si manifesta in questo modo rapsodico, e fonda i fasci di combattimenti nel 1921. Nel frattempo un'analoga operazione la stava tentando anche Gabriele D'Annunzio che vola a Fiume, in Italia, e la occupa. Durante l'occupazione di Fiume applica anche una politica particolare, viene emanata una carta costituzionale, la Carta del Carnaro, che dà degli spunti che riemergeranno anche nel sistema fascista. E' un sistema autoritario e di attenzione al sociale. Questo confronto tra Mussolini e D'Annunzio lo vince Mussolini nel momento in cui riesce nella sua Marcia su Roma. Nel 1922 parte da Napoli con questi fasci di combattimento ed arriva a Roma. Mussolini come primo atto di governo cambiò la legge elettorale, fece la famosa Legge Acerbo (25% di voti per avere 3/4 dei seggi). Con questo sistema Mussolini ha potuto conservare il potere in maniera legale. Mussolini in questo modo arriva al potere in Italia, riesce a tenere insieme tante forme di scontento, come quelle dei futuristi come Marinetti, il vitalismo, la filosofia di Giovanni Gentile, riesce a coagulare attorno alla sua azione di governo tutta una serie di consensi. Il fascimo era contrario ad una serie di cose, aveva una cultura antiliberare ed antiparlamentare. Era molto diffusa un'idea antiparlamentare, condivisa sia da Mussolini che da Schmitt. Si riconobbe in questa retorica anche Giovanni Gentile che aderì al fascismo cercando di dargli una certa direzione, questo fu il tentativo che in Germania fu compiuto anche da Carl Schmitt cehe aderì al nazismo nel 1933 così come Heidegger che era il più grande filoso del '900 e che è stato il maestro di Anna Harendt. C'è una discussione circa il fatto se il fasismo sia stato uno totalitario o meno, tutto sta nel fatto se lo mettiamo o meno in comunanza con il nazismo e con lo stalinismo. Ci sono degli elementi che non sono in continuità. E' vero, in nessuna delle due parti c'è continuità, ci sono arresti arbitrari, condanne, carcere, morte, il confino. Ci sono però delle differenze, la differenza frose è che Mussolin ha nei confronti dello Stato un atteggiamento completamente diverso da Hitler. Ad Hitler lo stato importa poco. Ad Hitler interessa di più la comunità razziale depurta dalle razze inferiori, Mussolini ha invece una concezione etica dello stato, forse grazie al contributo di Gentile. Nei regimi totalitari gi ordini che ti vengono al fascismo non sono sempre gli stessi che ti vengono dallo stato. Mussolini invece seguiva lo Stato ed addirittura aveva un concordato con la chiesa cattolica, aveva un'unità di indirizzo. In Italia ci sono state manifestazioni di dissenso, a differenza della Germania. Tanto è vero che Benedetto Croce non aderì al Manifesto degli intellettuali fascisti, che era stato scritto da Gentile, e si proprose proprio di rappresentare un polo interpretativo diverso rispettoa quello che era rappresentato dalla filosofia di Gentile e dunque emanò un Manifesto degli intellettuali antifascisti. Croce interpetò in fascismo in maniera molto diversa rispetto a Gentile, il quale aveva sottolineato la continuità che c'era nella storia dell'Unità di Italia, dalle orgini fino al fascismo, il fascismo cioè incarnava gli elementi migliori di quel processo risorgimentale. Mussolini era l'erede di Mazzini, di questo entusiasmo rivoluzionario, di questa fede. Il fascismo era una fede mentre croce pubblica una Storia di Italia in cui diceva una cosa completamente opposta, dicendo cioè che il fascismo rappresentava una sorta di parentesi perchè la storia di Italia era caratterizzata da un altro tipo di continuità, interrotta dal fascismo, la parte migliore del processo rinascimentale era quella rappresentata da Cavour che era stato invece denigrato da Gentile, cioè l'uomo di stato capace di raccogliere le ragioni del compromesso, capace di fare mediazione e capace di muoversi sulla base di un'esperienza concreta che tiene conto delle circostanze e che non è una fede dunque. Ci sono due interpreztioni dunque molto diverse del fascismo. Il fascismo per Croce dunque non èaffatto il compimento della storia di Italia così come per Gentile ma è una battuta d'arresto. In seguito all'abdicazione di Guglielmo II viene instaurata una Repubblica, una soluzione di continuità nella sotria della Germania. Questa Repubblica è il frutto di un compresso tra diverse posizioni politiche, cattolici, socialdemocratiche, liberali formano una coalizione e si riuniscono in questa città che si chiama Weimar. In genere Weimar era conosciuta per essere stata la capitale di un ducato attorno al quale si erano riuniti una serie di letterati e filosofi tedeshi. La repubblica di Weimar diventa punto di riferimento per una rappresentazione non monarchica ma repubblicana della Germania. Questa costituzione è una costituzione parlamentare. Il problema che si verifica all'indomani del biennio rosso con l'entrata in vigore della Repubblica di Weimar è quello di una sptanziale instabilità, perchè i governi non hanno una solidità sufficiente dal punto di vista dei numeri, nè delle garanzie da parte della Costituzione per poter durare sufficientemente a lungo per poter mettere in pratica delle politiche che nel tempo medio e lungo possano avere un risultato. Questa costituzione molto avanti dal punto di vista dell'eleborazione teorica democratica, però dal punto di vista della sostenibilità pratica non è facilmente accessibile. Il problema è anche che appena arrivati al potere, questi cattolici, socialdemocratici e liberali che si riconoscono nella costituzione di Weimar sono costretti a firmare il trattato di Versailles e questa firma toglie loro immediatmaente qualsiasi credibilità, il trattato di Versailles è malvisto a 360 gradi per i motivi sopra spiegati ed hanno così contro tutta l'opinione pubblica tedesca. Con queste premesse la democrazia che si era stabilita in Germania non aveva vita molto facile. E' nata fin dall'inizio come qualcosa di fragile, tant'è che nel 1922 in Germania il Ministro degli Esteri della Repubblica di Weimar che aveva firmato il trattato di Versailles veniva assassinato mentre passeggiava ad opera di due militari tedeschi. A questo bisogna aggiungere anche che c'erano forti difficoltà economiche dato che la Germania era una vinta di guerra. Questo scontento farà in modo tale che poi Hitler avrà un'ampia adesione da parte della popolazione. Le persone in Hitler vedranno qualcuno che finalmente li comprende e si prende cura di loro e che crea quelle condizioni economiche e politiche affinchè la Germania possa ripartire. C'erano bisogni psicologici, oltre che economici e sociali molto profondi. Il totalitarsi rispetto ai regimi autoritari del passato ha la caratteristica di fare riferimento immediato alla massa, non soltanto di avere una forza di polizia che impone le regole, le norme emanate e volute dal regime ma di rivolgersi alle persone creando una mobilitazione, sono regimi di massi. Anche tra stalinsmo e nazismo ci sono elementi di comunanza e di differenza così come con il fascismo. Negli anni precedenti al fascismo stavamo parlando della debolezza della Repubblica di Weimar nei confronti della quale nasce una pubblica disaffezione. La Repubblica di Weimar aveva ai confini l'esperienza tutt'altro che pacifica della Russia Rivoluzionaria perchè dopo la Repubblica dei Soviet si è affermato il regime leninista ma Lenin morì giovane per un ictus e Stalin riuscì a sbaragliare gli avversari alla successione di Lenin che erano Trockij e Bucharin e riuscì a prendere ogni potere nelle sue mani, instaurando un regime totalitario. Negli anni '30 c'è dunque questa instabilità della Repubblica di Weimar, un governo dopo l'altro cade per l'impossibilità di far fronte alle difficoltà sociali ed economiche dell'epoca, finchè il Presidente della Repubblica di Weimar dà mandato ad Hitler di formare un governo, era il 1933. Una legge voluta da Hitler conferisce ad Hitler i pieni poteri e dunque tutto il regime costituzionale, il sistema elettorale precedentemente in vigore vengono stravolti da questa legge. Il conferimento dei pieni poteri permette ad Hitler di sbaragliare poi tutti i suoi avversarsi, così nel 1934 avviene la notte dei lunghi coltelli, la notte in cui Hitler fece fuori tutte le S.A. e alcuni di questi esponenti delle S.A. erano molto vicino a Carl Schmitt. Nel 1938 poi avviene la Notte dei Cristalli, le vetrine dei negozi degli ebrei vengono distrutte ed iniziano le persecuzioni raziali del regime, il
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