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Seconda parte- Storia moderna 1- Scienze e tecnologie della comunicazione , Sintesi del corso di Storia Moderna

Sintesi- seconda parte- Volume; Carlo Capra, L'età moderna, Firenze, Le Monnier, 2011.

Tipologia: Sintesi del corso

2016/2017

Caricato il 13/01/2017

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Leila.ch 🇮🇹

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Scarica Seconda parte- Storia moderna 1- Scienze e tecnologie della comunicazione e più Sintesi del corso in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! CAP-11 L’Europa nella guerra dei trent’anni: (1) il seicento - un secolo di crisi Dal punto di vista demografico​ = tra il 1620 e il 1650 ci fu un calo soprattutto nell’area tedesca a causa della guerra dei trent’anni e nei Paesi mediterranei a causa delle pestilenze. Si arresta la tendenza all’aumento dei prezzi che aveva caratterizzato il 500, questo è dovuto alla diminuzione della domanda e alla diminuzione dei quantitativi di argento importati dalle Americhe. L’industria e il commercio ​= la crisi delle manifatture tessili fiamminghe e italiane e la diminuzione del numero delle navi che transitavano per il canale di Sund collegando il mar di Nord con il Baltico. Ci furono anche aspetti positivi come la prosperità del centro laniero di Leida (Olanda) e il successo delle new draperies inglesi. Più che di crisi si può parlare di una redistribuzione delle risorse a vantaggio dei paesi affacciati sull’Atlantico a danno dell’Europa mediterranea e della Germania. Tecniche agricole =​ oltre alla rivoluzione agricola in inghilterra non ci furono grandi mutamenti in quanto proseguì la tendenza all’esproprio dei coltivatori da parte3 dei ceti urbani e si aggravò il peso della rendita fondiaria sui fittavoli e mezzadri (mezzadria = associazione fra un proprietario di terre e un colono per la coltivazione di un podere e la divisione degli utili). Nel Mezzogiorno d’Italia e in Spagna si ebbe un aumento dei gravami feudali per cui alcuni studiosi parlano di “rifeudalizzazione”. Dal punto di vista economico​ = oltre alla rendita feudale e al prelievo signorile ed ecclesiastico si aggiunsero le imposte statali che in Francia triplicò. L’aggravamento complessivo degli oneri annullò i benefici della diminuzione del prezzo del pane, solo in Olanda e Inghilterra si ebbe un mercato di massa. (2)La prosperità dell’Olanda Nel 1609 la Spagna riconobbe ai Paesi Bassi la loro indipendenza che erano la potenza marittima ed commerciale più importante d’Europa. I Paesi Bassi sono sempre stati una delle aree nevralgiche per i traffici e gli scambi in quanto sono situati allo sbocco di grandi vie fluviali. Nel 500 il ruolo di grande emporio e centro finanziario internazionale era esercitato da Anversa, ora invece passò ad Amsterdam. Fin dal XV secolo nei Paesi bassi si era sviluppata la pesca della aringhe in alto mare -> il pesce veniva salato e messo in barile e veniva esportato non solo nel Baltico ma anche nell’Europa meridionale, dove il pesce salato era un elemento importante della dieta delle classi popolari. Questa attività diede impulso all’industria cantieristica. Gli olandesi, con una flotta mercantile che superava quelle dell’Inghilterra, Francia, Spagna e Portogallo, divennero i “carrettieri del mare” ossia i padroni dei trasporti via acqua. Una delle rotte più frequentate era quella del Baltico dove i velieri olandesi portavano le spezie orientali, i vini, i manufatti dell’Europa occidentale per poi tornare carichi di cereali polacchi, legname, ferro, pellicce ... provenienti dalla Russia. Penetrazione degli olandesi nei continenti extraeuropei => essi approfittarono della guerra con la Spagna per impadronirsi de Ceylon,dell’isola di Giava, delle Molucche, del territorio di Capo e delle coste del Brasile. Altra conquista degli olandesi fu Nuova Amsterdam che poi venne ribattezzata dagli inglesi New York. Le protagoniste di queste espansioni coloniali furono: la Compagnia delle Indie orientali (fondata nel 1602) e la Compagnia delle Indie occidentali (fondata nel 1621) -> erano delle società per azione in quanto il loro capitale era sottoscritto da molti investitori che alla fine di ogni anno riscuotevano i dividendi sulle rispettive quote. Gli olandesi compirono due passi avanti: Estesero il loro controllo alla produzione di alcune spezie con la schiavitù e costringendo a lavorare nelle piantagioni gli abitanti delle Molucche e delle isole di Banda Praticarono il commercio dell’intermediazione tra le diverse aree dell’oceano indiano. Con i loro viaggi gli olandesi scoprirono la Nuova Zelanda e l’Australia. Gli agricoltori olandesi, con la facilità dei rifornimenti di cereali, si specializzarono nell’orticoltura, nella produzione di latticini e nella produzione di piante tintorie. Anche le manifatture ebbero un ruolo importante con il settore tessile dei pannilani e delle tele d’Olanda e con la lavorazione dei prodotti coloniali = zucchero e tabacco, le maioliche, la distillazione della birra, la produzione dei vetri, armi, carta ….. Le istituzioni finanziarie di Amsterdam => nel 1609 venne creata la banca, sul modello dei banchi pubblici italiani, che accettava depositi dai mercanti e gevolava i pagamenti mediante semplici trasferimenti di somme da un conto all’altro. La borsa er ail luogo adibito alle contrattazioni non solo di merci ma anche di titoli come ad esempio le azioni della Compagnia delle indie orientali. Per quanto riguarda la religione vi era un regime di relativa libertà si religiosa che civile nel Paesi Bassi anche se erano ufficialmente calvinisti , vi erano minoranze di cattolici, anabattisti e di ebrei. La repubblica aveva una struttura confederale -> ciascuna delle sette province aveva i propri “stati” dominati dai rappresentanti delle città e presieduti da un Gran Pensionato. Gli Stati Generali che si riunivano all’Aia e che comprendevano i deputati delle sette province, avevano poteri limitati (3) La monarchia francese da Enrico IV a Richelieu Durante il regno di Enrico IV la Francia riacquistò la sua posizione dominante. Al rifiorire delle attività economiche contribuirono gli sgravi fiscali, la soppressione di molti dazi e il programma di costruzioni stradali. Aidetentori di uffici venali, un ceto numeroso, venne riconosciuto nel 1604 il diritto di trasmettere ereditariamente la loro carica, dietro il pagamento di una tassa annua detta “paulette”. Le più alte cariche giudiziarie e finanziarie conferivano automaticamente la nobiltà per cui venne formata la nobiltà di toga contro la nobiltà di spada. Nel 1601 venne firmato il trattato di Lione dopo la guerra col Piemonte con cui Enrico IV ottenne la Bresse e il Bugey. Morto Enrico l’erede al trono fu Luigi III che era ancora un bambino di nove anni, per cui la reggenza fu assunta dalla vedova Maria de Medici che inaugurò una politica filospagnola. IV dovette chiedere la pace che fu firmata nel 1629 con la quale il re di Danimarca riotteneva i territori perduti ma non doveva più intervenire negli affari dell’impero. La causa cattolica ebbe vittoria sia in Germania che nei Paesi Bassi. (7)Dalla guerra di Mantova alla pace di Vestfalia Tra il 1628 e il 1630 il centro nevralgico della politica europea si spostò dalla Germania all’Italia settentrionale. Nel 1627 morì senza lasciare eredi il duca di Mantova Vincenzo II Gonzoga e il cui successore era il francese Carlo, duca di Nevers. Gli Asburgo rivendicarono la dipendenza dall’impero del Ducato di Mantova e del Marchesato. Si giunse all’accordo di Cherasco nel 1631 in cui mantova e Monferrato rimanevano a Carlo (Germania) e la Francia manteneva il possesso di Pinerolo. Il re di Svezia Gustavo Adolfo entrò in guerra appoggiato dalla Francia per difendere il protestantesimo e affermare l’egemonia svedese nel Baltico, la sua vittoria gli permise di arrivare fino alla Germania meridionale e invase la Baviera.Wellenstein espulse i sassoni dalla Boemia e accusato di trattative segrete col nemico venne ucciso. Il cardinale Richelieu mosse guerra alla Spagna e all’Impero, a fianco dei protestanti di Germania, per impedire il consolidamento della potenza imperiale in Germania. La flotta spagnola venne distrutta dagli olansedi nella battaglia delle Dune e l’esercito francese ottenne la vittoria. Nel 1648 ci furono una serie di trattati di pace => tra Olanda e Spagna, tra Francia e Impero, tra Svezia e Impero -> pace di Vestfalia con la quale di ebbe : il riconoscimento spagnolo dell’indipendenza delle Province Unite. La Francia ottenne il possesso dei vescovati di Merz, Toul e verdun e di altre piazzeforti sul Reno e in Piemonte.La Svezia ottenne il dominio sul Baltico ulielmo ottenne la parte orientale della Pomerania e i vescovati di Magdeburgo, Minden e Halberstadt. Nell’Impero venne ammesso anche il calvinismo accanto al cattolicesimo e al luteranesimo e venne spostato al 1624 l’anno “normale” delle scolarizzazioni dei beni ecclesiastici. Dal punto di vista politico i principi ottennero il diritto di stringere alleanze e fare guerre per proprio conto.La guerra tra Francia e Spagna rimase fino al 1659 conclusa con la pace dei Pirenei. La Germania perse in 30 anni il 30% della popolazione, molti villaggi rimasero disabitati, molte terre incoltivate,la diffusione di epidemie. CAP-12 RIVOLUZIONI E RIVOLTE (1) L’Inghilterra sotto la dinastia Stuart Giacomo I Stuart ( 1602-25) era il re di Scozia col nome di Giacomo VI e succedette ad Elisabetta in quanto non lasciò eredi. L’unione delle due corone non portò alla fusione dei due Paesi sotto il profilo politico e amministrativo, che però avverrà con l’unificazione dei due Parlamenti nel 1707. Nel regno di Giacomo I si ripresentarono due problemi che resero difficili i rapporto tra corona e Parlamento: Questione religiosa --> I puritani (i calvinisti intransigenti) chiesero una riforma della chiesa d’Inghilterra che eliminasse dal culto le vestiglia di papismo, abrogasse l’autorità dei vescovi e lasciasse alle singole congregazioni maggior libertà nella scelta di ministeri e predicatori. Nel XVII secolo il puritanesimo, inteso come stile di vita e atteggiamento morale, si diffuse tra la gentry e tra i ceti mercantili ed artigianali delle città. Questione finanziaria --> La guerra contro la Spagna portò ad una difficile situazione finanziaria => insufficienza delle entrate a fronte di spese in continuo aumento per effetto del rialzo dei prezzi. Ogni forma stabile di imposta fondiaria trovava ostacoli nel Parlamento. A questi problemi si aggiunsero le ripercussioni in una congiuntura economica negativa -> da un lato la popolazione inglese continuò ad aumentare fino al 1650, ma tra il 1620 e 1650 lìincremento demografico non fu accompagnato da un parallelo sviluppo delle attività produttive -> si dimezzò l’espansione dei pannilani a causa dello sconvolgimento delle tradizionali correnti di traffico determinato dalla guerra dei 30 anni. I 4 Parlamenti convocati da Giacomo I si rifiutavano di soddisfare le richieste finanziarie della corona e denunciarono i fenomeni di corruzione e gli sprechi presentinella corte e nel governo -> il problema finanziaro divenne così un problema politico. (2) Il regno di Carlo I e lo sconto tra corona e Parlamento Il successore di Giacomo fu il figlio Carlo I ( 1625-49) , uomo di carattere debole che si vide negare il Parlamento. Egli, nel tentativo di guadagnare il sostegno dei puritani, dichiarò guerra alla Spagna e organizzò una spedizione navale per soccorrere gli ugonotti di La Rochelle -> assediati dalle truppe del re di Francia. Nel 1628 venne convocato il Parlamento che presentò al re un documento in 4 punti chiamato “Petizione di diritto” che dichiarava illegali: Le tasse imposte senza il consenso del Parlamento Gli arresti arbitrari.Il ricorso alla legge marziale.L’acquartieramento forzato di soldati in case private. Carlo I, stanco delle manifestazioni popolari e dell’ostinazione del P. nell’attaccare la sua politica, sciolse definitivamente il Parlamento, fino al 1640 egli governò senza Parlamento appoggiandosi al consiglio privato della corona e all’azione del tribunali regi che giudicavano i reati di lesa maestà -> la Camera Stellata in campo civile e la Corte di alta commissione in campo ecclesiastico ed elesse due consiglieri : Thomas Wentworth e William Laud. Carlo fece delle riforme che eliminarono le inefficienze e gli sprechi del regno di Giacomo I,alla fine degli anni 20, grazie anche alla pace con la Spagna e Francia, le spese vennero contenute e le entrate beneficarono l’amministrazione e anche il reperimenti di nuovi cespiti -> venne estesa a tutto il paese la Ship money =tassa per le navi, un tributo per la costruzioni di navi da guerra. Laud riorganizzò la Chiesa dell’Inghilterra secondo linee gerarchiche e autoritarie => rimesse in onore pratiche di devozione e forme liturgiche proprie della Chiesa cattolica e perseguitati dai tribunali ecclesiastici i predicatori puritani. Le novitò religiosa di Laud portarono nel 1638 ad una rivolta nella Scozia presbiteriana. Falliti i tentativi di conciliazione Carlo I nel 1640 convocò un nuovo Parlamento per ottenere i mezzi necessari a condurre la guerra contro gli scozzesi. Il Parlamento venne chiamato “Breve Parlamento” in quanto Carlo lo sciolse dopo poche settimane. Il re trovandosi in difficoltà convocò nuovamente il Parlamento detto “Lungo Parlamento” perché rimase in carica fino al 1653 -> nella Camera dei Comuni erano in maggioranza gli avversari della politica assolutistica del sovrano che seppero intimidire la Camera dei Lord e smantellarono tutti i capisaldi del potere regio : Strafford e Laud accusati di tradimento e imprigionati. Furono soppressi i tribunali sottoposti all’influenza del monarca Dichiarate illegali e abolite le Ship money e le altre imposte introdotte I vescovi vennero estromessi dalla Camera dei Lord Il re venne privato del diritto di sciogliere il Parlamento. Nel 1641 scoppiò un’insurrezione cattolica in Irlanda portò al problema di chi dovesse condurre la repressione -> prima di votare i sussidi per la costituzione di un esercito, il Parlamento costrinse il monarca di cedere il controllo delle forze armate. Nel 1642 Carlo si presentò in Parlamento con un drappello di armi per arrestare i capi dell’opposizione, ma il colpo andò a vuoto e il re lasciò la capitale. (3) La guerra civile. Cromwell e la vittoria del Parlamento La guerra civile iniziò nel 1642 e all’iniziò sembrò a favore del re che poteva contare su di una cavalleria composta da nobili ma in realtà era favorito il Parlamenti in quanto poteva contare sul sostegno finanziario di Londra e sulla maggior capacità contributiva delle contee sud-orientali e sull’alleanza con gli svizzeri. Il primo successo avvenne nel 1644 nel nord grazie alla cavalleria di Oliver Cromwell, di fede calvinista, che l’anno successivo costituì l’esercito di nuovo modello – > New Model Army caratterizzato da una disciplina ferrea. Le vittorie ottenute sui realisti a Naseby e a Langport posero fine alla guerra civile, Carlo si arrese e lo consegnarono al Parlamento di Londra. Nel Parlamento la corrente presbiteriana voleva riorganizzare la Chiesa con un sistema di Consigli gerarchizzati e con la rigida imposizione del credo calvinista. A loro si contrapposero gli indipendenti sostenitori della tolleranza delle opinioni religiose (esclusi i cattolici) e dell’indipendenza delle singole congregazioni dei fedeli. Il clima di libertà creato dallo scontro tra Corona e Parlamento favorì la proliferazione di sette e conventicole religiose che mettevano in pericolo l’ordine sociale e i dogmi del cristianesimo. Negli anni 50 naquero nuovi movimenti religiosi : I quaccheri => coloro che tremano al cospetto di Dio I battisti => uso di conferire il battesimo agli adulti. Vi erano lehgami tra queste tendenze eterodosse in campo religioso e il radicalismo politico che si espresse nel movimento dei livellatori => coloro che abbattevano le siepi e colmavano i fossati posti a difesa dei terreni recintati. Ma in realtà i livellatori non misero mai in discussione la proprietà privata come i zappatori che si insediavano su terreni incolti e li lavoravano mettendo in comune il prodotto. Invece i livellatori rivendicavano la sovranità popolare, chiedevano la soppressione di tutti i privilegi, la semplificazione delle leggi , un’istruzione per tutti ed esigevano un allargamento del diritto di voto a tutti i maschi adulti ( esclusi i mendicanti e i servi). Carlo I venne condannato e giustiziato nel 1649. (4) Il decennio repubblicano : Cromwell al potere A Venezia ci fu la riclassificazioni delle spezie come mercanzie “di Ponente” e non più “di Levante”, come ha scritto l’economico CARLO MARIA CIPOLLA <da paese sviluppato imporatore di materie prime ed esportatore di manufatti e servizi d’Italia, era diventato così un paese sottosviluppato importatore di manufatti ed esportatore di materie prime>. Quali sono le cause di questo mutamento? Le manifatture di Milano, Venezia, Firenze e Genova furono vittime della concorrenza dei produttori dell’Europa nord-occidentale in cui i prodotto erano meno costosi e più richiesti dal mercato internazionale, come le nwe draperies inglesi. A Venezia l’istituzione di un pesante dazio sull’introduzione dell’olio determinò il declino della fabbricazione del sapone. Altra causa erano gli effetti devastanti della guerra dei 30 anni. Particolarmente colpite dalle epidemie furono le città di Milano, Verona, Bologna, Napoli e Genova. L’agricoltura resse molto meglio dell’industria e del commercio in quanto la diminuzione della richiesta del grano, causata dal calo demografico, favorì la diffusione di colture come la vite, il riso e il gelso. Dal Vento cominciò a propagarsi il mais. La proliferazione del gelsi era legata all’allevamento del baco da seta. La gelsibachicoltura stimolò la lavorazione della preziosa materia prima -> la trattura = il dipanamento della seta del bozzolo, e la torcitura del filo -> questa attività si avvaleva di macchine, ossia i mulini da seta detti “alla bolognese” e mossi dalla forza idraulica. La seta grezza e la seta filata divennero la principale voce di esportazione degli stati del nord d’italia.Anche la filitura e la tessitura del lino e della canapa, la produzione di tessuti di lana o di cotone e la fabbricazione di attrezzi di ferro e chiodi fecero notevoli progressi. Ma a questi sviluppi rimase escluso il Mezzogiorno. (2)La vita sociale e la cultura Vi era un forte distacco tra i detentori della ricchezza fondiaria, nobiltà e clero, e le classi subalterne dedite al lavoro manuale nei campi o nelle botteghe artigianali. Fino al 1620 il paese era caratterizzato da una forte ascesa dei prezzi agricoli e dalla difficoltà per i settori mercantili e manifatturieri, ma vi era una mentalità aristocratica legata all’influenza spagnola. La concezione gerarchica e conservatrice era dei rappresentanti della Chiesa -> il pintefice esercitava anche fuori dai suoi confini i poteri che erano delegati ai monarchi : dalla nomina dei vescovi al controllo giurisdizionale sul clero secolare e regolare. Le organizzaizioni ecclesiastiche detenevano una parte importante della ricchezza fondiaria e i beni immobili erano inallienabili. I preti, frati e le monache si consideravano sudditi del papa e loro avevano: l’immunità reale => esenzione delle imposte immunità personale => dipendenza dai tribunali ecclesiastici e non da quelli civili immunità locale =>i luoghi adibiti al culto godevano di un extraterritorialità, per cui i malfattori che vi si rifugiavano non potevano esservi arrestati senzaq il consenso dell’autorità eccelsiastica = diritto d’asilo. Le classi dirigenti vedevano nella Chiesa un garante dell’ordine sociale e delle docilità dei poveri e anche un conveniente sbocco per i cadetti e per le figlie non destinate al matrimonio. In questo periodo si assistì ad un impoverimento culturale in quanto la maggioranza degli intellettuali professò obbedienza ai dettami della Chiesa non solo im campo religioso ma anche in campo filosofico e scientifico, questo per non fare la fine di Giordano Bruno (processato da Santo Offizio) e di Tommaso Campanella. Nelle università ci fu una forte decadenza in quanto venivano sostiuite dai collegi dei gesuiti delle classi abbienti. Nelle arti figurative e nell’architettura l’Italia mantenne il suo ruolo d’avanguardia e il prestigio europeo, come anche nella musica con l’invenzione di un nuovo genere che ebbe un enorme successo => il melodramma ad opera di Claudio Monteverdi. (3) I domini spagnoli: Milano, Napoli e le isole Il governo spagnolo a Milano e a Napoli portò ad un rafforzamento dell’ autorità statale e la tendenza verso un riequilibrio territoriale e fiscale. Ma dal 1620, l’intervento della Spagna nella guerra dei 30 anni portò ad un forte aggravamento della pressione tributaria, le classi dominanti ne approfittarono per riaffermare il proprio controllo sulle istituzioni locali. Tra il 1628 e il 1658 lo stato di Milano fu più volte trasformato in campo di battaglia dalle soldatesche spagnole, imperiali, francesi e piemontesi. Dopo la pace dei Pirenei tra Spagna e Francia il paese ebbe una notevole ripresa demografica. Le conseguenze della crisi economica e politica che colpì la monarchia spagnola furono molto gravi nel Mezzogiorno e nelle isole -> Napoli verso la metà del 600 era la metropoli più grande d’Europa, dopo Londra e Parigi. Tutto il regno era un unico gigantesco contado della capitale verso la quale convergevano i flussi migratori dalle province, l’olio, il grano delle Puglie e la seta grezza delle Calabrie. In questa situazione l’indebolimento dell’autorità centrale doveva portare ad un’estensione del potere feudale. I feudatari, detto barono, ottennero : un’ ampliamento delle loro attribuzioni di giustizia e polizia, l’infeudazione di comunità e una sostanziale impunità per le estorsioni e le prepotenze commesse a danno dei vassalli. Nella capitale risiedevano il vicere ,il rappresentante dell’autorità sovrana, il Consiglio collaterale e le numerose magistrature giudiziarie e finanziarie. A Napoli l’egemonia della nobiltà era contrastata dalla presenza di un forte ceto civile composto da laureati in giurisprudenza di origine bolognese. Anche nel Regno di Sicilia, come nel Regno di Napoli, la popolazione crebbe fino a metà 600. L’interlocutore principale dell’autorità sovrana era in Sicilia il Parlamento composto da 3 bracci feudale, ecclesiastico e demaniale. La Sardegna invece era meno popolata e più povera caratterizzata dalla prevalenza della pastorizia sull’agricoltura. (4) Le rivolte antispagnole a Napoli e in Sicilia Una grave carestia e il malcontento crearo dal fiscalismo spagnolo furono all’origine del fermento popolare a Palermo nel 1647 con saccheggi e incendi di case. Il vicerè spagnolo fu costretto ad abolire le gabelle e ad approvare una riforma dell’amministrazione municipale che assegnava alle maestranze ( = le corporazioni di mestiere) il controllo dell’annona e della polizia. Più prolungata fu la crisi del dominio soagnolo nel Mezzogiorno continentale, a Napoli la direzione del movimento fu assunta da un popolano Masaniello, che però venne ucciso. Gli insorti napoletani proclamarono la repubblica e invocarono la protezione del re di Francia, ma il cardinale Mazzarino si limitò ad appoggiare l’iniziativa personale di Enrico duca di Guisa che sperava di impadronirsi del regno con l’appoggio della nobiltà meridionale. Il fallimento della rivolta antispagnola a Napoli determinò un aggravamento della crisi economica e sociale e chiuse per sempre la prospettiva della formazione di un fronte anifeudale comprendente i ceti medi, popolari urbani e le masse rurali. Un ultimo tentativo rivoluzionario ebbe luogo a Messina, rivale di Palermo per il primato in Sicilia, negli anni 70 -> gli insorti messinari chiesero aiuto a Luigi XIV ,in guerra contro la Spagna, che inviò una squadra navale ad occupare le città, ma il resto dell’isola rimase fedele alla sovranità spagnola. (5) I principati indigeni : Ducato di Savoia e Granducato di Toscana DUCATO DI SAVOIA-->Il regno di Carlo Emanuele I ( 1580-1630) figlio di Emanuele Filiberto che aveva restaurato il ducato sabaudo, fu cntraddistinto da iniziative espansionistiche che contribuirono al rafforzamento interno dello stato e alla costruzione di un apparato militare e fiscale. Nel 1601 col trattato di Lione Carlo Emanuele cedette al re di Francia la Bresse, il Bugey e altri territori transalpini e ottenne in cambio il Marchesato di saluzzo. Prima guerra del Monferrato -> 16114-15 -> successo ottenuto dal duca di Savoia contro l’egemonia spagnola. Seconda guerra del Monferrato -> 1628-30 -> i piemontesi si allearono con gli spagnoli contro i francesi e si chiuse con il trattato di Cherasco firmata da Vittorio Amedeo I, che sancì l’acquisizione di terre del Monferrato. Nel 1631 anche il Piemonte ebbe una grave crisi economico-sociale cui si aggiunsero gli effetti di una crisi dinastica dopo la morte di Vittorio Amedeo I, ma col regno di Carlo Emanuele II si ebbe un risollevamento dell’economia piemontese ed egli rafforzò il controllo del governo centrale sulle comunità e assunse diverse iniziative di carattere mercantilistico. GRANDUCATO DI TOSCANA Cosimo I e i suoi figli, Francesco I e Ferdinando I, si appoggiarono alle vecchie famiglie della nobiltà fiorentina. Le arti cittadine subirono un lento declino, ma nelle campagne rimase dominante il rapporto mezzadrie che osacolava le innovazioni e le specializzazioni culturali. (6)Le repubbliche oligarchiche e lo Satato della Chiesa Si può affermare con sicurezza che l'Asia diede molto di più all'Europa di quanto ricevette;nessun paese asiatico richiedeva merci europee di saldare in monete d'argento il divario tra importazioni ed esportazioni). Molto più limitata fu l'influenza dell'Occidente sull'Oriente:il Portogallo fu uno dei principali protagonisti della penetrazione economica in Asia. Nel continente non si può trascurare anche l'attività missionaria di alcuni ordini religiosi(come i gesuiti) che cercarono di diffondere il verbo cristiano e scontrandosi con realtà forti già presenti da secoli come l'islamismo,l'induismo e il confucianesimo. Non solo i portoghesi ma anche olandesi e francesi si dividevano diversi possedimenti(zone costiere e isole del Pacifico);via terra invece la Russia allargò a dismisura la sua già spaventosa immensità di territori,oltrepassando la Siberia e arrivando al fiume Amur,ricacciati poi indietro dai cinesi nel 1689 . CAP- 15 L'APOGEO DELL'ASSOLUTISMO: LA FRANCIA DI LUIGI XIV (1) Luigi XIV: "il mestiere di re" Luigi XIV,figlio di Luigi XIII e di Anna d'Austria aveva appena 5 anni quando ereditò la corona nel 1643; ne aveva 23 quando alla morte del cardinal Mazzarino assunse il potere. Egli preferì servirsi di ministri di nascita modesta,più docili ai suoi voleri;la direzione delle finanze fu presa da un mercante,Jean-Baptiste COLBERT,che insieme al titolo di controllore delle finanze,assommerà quello di "superministro"dell'economia e degli affari interni. Il paese era suddiviso in generalitès,preposti a intendenti, a loro autonomia si estendeva nei settori più svariati:dalla giustizia alla fiscalità,dalle forniture militari ai lavori pubblici.Diverse le funzioni anche degli officièrs,cioè i detentori di uffici venali,ereditati o acquistati per denaro. Essenziale dunque era assicurarsi la fedeltà degli officièrs per il funzionamento del sistema anche perchè il concetto di stato che il sovrano francese aveva in mente era "lo Stato sono io”. (2) La corte e il Paese sotto Luigi XIV A partire dagli anni Ottanta,Luigi XIV trasferì la sua corte nella splendida reggia di Versailles;lì vi regnava insieme alla sua famiglia e ad un esercito di persone intorno alla figura del re,costrette a sottostare a rigide regole. Fuori dal cerchio di Versailles si estendeva la Francia con più di venti milioni di abitanti. Oltre l'80% viveva di agricoltura -> la coltura + importante era la vite,ma la scarsa produttività gravitava intorno alla struttura della proprietà terriera -> estesi infatti erano i terreni di possesso nobiliare,borghese e ecclesiale. Insomma il feudalesimo era ancora forte e presente,perciò la rendita del contadino era scarsa anche perchè era bissato di tasse e imposte da pagare(champart,corvées) non solo per l'agricoltura ma pure per la pesca e la caccia. (3) La direzione dell'economia di Colbert Assumendo il controllo delle finanze, Colbert si propose due obiettivi essenziali: rimediare al grave dissesto dei conti pubblici rilanciare l'economia francese. Una delle prime e più clamorose iniziative del regno di Luigi XIV fu la creazione di una Camera di giustizia straordinaria per indagare sugli arricchimenti illeciti di finanzieri,appaltatori e ricevitori di imposte;si diminuì così il debito pubblico. La visione mercantilista di Colbert prevedeva un risanamento finanziario per fornire interventi economici nelle campagne militari;si sfruttò quindi il lavoro manifatturiero per l'esportazione e sul commercio con l'estero per arricchire il paese. Per raggiungere questi traguardi,Colbert si pose questa strategia: Controllo sulle qualità dei prodotti mediante l'introduzione di minuziosi regolamenti,ispezioni e marchi di fabbrica; concessioni di sovvenzioni e privilegi agli imprenditori disposti a introdurre nuovi rami d'industria e creazioni d'imprese con capitale pubblico; protezionismo doganale,cioè imposizione di dazi molto alti sui manufatti stranieri in modo da scoraggiare le importazioni; costituzione di compagnie privilegiate per il commercio con le varie aree del globo(Compagnia delle indie occidentali e orientali,Compagnia del levante); sviluppo marina mercantile e da guerra e potenziamento delle infrastrutture atte ad agevolare circolazioni di uomini e merci(strade,canali); L'attività colbertiana non registrò un iniziale successo ma avrebbe a distanza di poco tempo avuto uno sviluppo favorevole sotto il regno di Luigi XV. (4) La direzione delle coscienze sotto il regno di Luigi XIV Il regno di Luigi XIV fu caratterizzato dallo sforzo di dettare regole valide per tutti nei gusti e nelle idee. In questo settore Luigi XIV si trovò ad affrontare 3 ordini di problemi: - la diffusione della corrente giansenista, - i contrasti con Roma - la questione ugonotta-calvinista. Roccaforte del movimento giansenista a Parigi era il monastero di Port-Royal(luogo dove si erano ritirati famosi intellettuali quali Blaise Pascal). La condanna definitiva fu pronunciata dalla santa sede con la bolla Unigenitus nel 1711 ma il giansenismo continuò a vivere e a diffondersi tra i ceti medio-bassi. Questione più grave riguardava la minoranza calvinista presente nel paese;le clausole dell'editto di Nantes cominciarono ad essere interpretate in modo restrittivo finchè nel 1685 venne emanato l'editto di Fontainebleu che annullava l'editto precedente(di Nantes)e faceva obbligo a tutti i francesi di riconoscere pienamente il culto cattolico. Oltre 200'000 furono gli ugonotti che si diedero all'esilio andando ad arricchire le capitali di paesi come la Prussia,Olanda,Inghilterra. Nella nazione francese il calvinismo sopravvisse clandestinamente. (5) La gloria militare: le guerre di Luigi XIV Nel pensiero di Luigi XIV c'era la coesione interna necessaria per l'attuazione di un disegno egemonico su larga scala reso possibile con la diplomazia e la guerra. Ingenti furono le spese per assicurasi l'alleanza dei principati tedeschi,degli stati baltici e del sovrano inglese Carlo II. L'esercito fu riorganizzato e i soldati regi furono messi alla prova in occasione della "guerra di devoluzione"contro la Spagna(così chiamata perchè basata sulla rivendicazione al trono del sovrano francese in nome di sua moglie,figlia del re Filippo IV. Le truppe francesi occuparono la parte sud dei Paesi Bassi(1667) ma ricevettero pressioni olandesi e inglesi per fermare l'avanzata militare: pace di Acquisgrana (1668) alla Francia riconosciuti i territori occupati nelle Fiandre. Quattro anni dopo Francia e Inghilterra insieme alla Svezia dichiararono guerra alle Province Unite;l'entrata in guerra di Spagna e Impero costrinsero la Francia alla pace di Nimega (1678),ma il sovrano non si diede per vinto e riprese la sua espansione ai danni di Strasburgo e Casale nel Monferrato italiano. Nel luglio 1686 venne stipulata una lega difensiva tra Spagna,Impero,Olanda e Svezia contro gli stessi francesi;nel corso dell'anno vi aderirono anche gli inglesi e il duca di Savoia Vittorio Amedeo II. Dopo iniziali successi gli eserciti francesi furono respinti nei Paesi Bassi e si firmò la pace di Ryswick nell'autunno 1697). (6) Il tramonto di Re Sole Le vicende militari a sfavore e una crescente opposizione nei confronti del Re Sole (sommosse popolari,contestazioni operaie e rivendicazioni nobiliari e aristocratiche) lo accompagnarono nei suoi ultimi anni di vita fino alla morte nel 1715. Il successore era un bambino,Luigi d'Angiò,secondo figlio del duca di Borgogna:per la nazione francese si prospettava perciò un'altra reggenza,la terza in poco più di un secolo. CAP- 16 I NUOVI EQUILIBRI EUROPEI TRA SEI E SETTECENTO ​(1)La gloriosa rivoluzione e l'ascesa della potenza inglese In Inghilterra la monarchia Stuart era stata restaurata nel 1660 sulla base di un compromesso col parlamento. Nel 1673 quest ultimo votò un test act che subordinava l'assunzione di cariche civili-militari a una professione di fede anglicana. Si crearono due schieramenti politici: tories = fautori della monarchia di diritto divino whigs = sostenitori del Parlamento. Salito al trono Giacomo II, si adoperò subito per il rafforzamento dell'esercito;le disposizionidel Test act vennero annullate nel 1687 da una dichiarazione d'indulgenza;nel frattempo nasce a Giacomo un figlio maschio dando così corpo ad un radicamento della dinastia cattolica. In questa situazione i maggiori esponenti whig e tory si accordarono per una rivolgere un appello allo Statolder olandese Guglielmo III che aveva sposato una figlia di Giacomo II,Maria Stuart. Il sovrano olandese organizzò una spedizione e il 15/11/1688 sbarcò a Torbay mentre il sovrano inglese vistosi isolato fuggì in Francia. La corona fu offerta a Guglielmo e Maria che s'impegnarono a osservare una Dichiarazione dei diritti da esso votata(1689).Seguì l'Atto di Tolleranza e poi il Triennal Act del 1694 che imponeva l'elezione di un Parlamento almeno ogni 3 anni insieme all'Acto of Settlement del 1701 chi fissava l'ordine di successione sul trono in modo da escluderne i cattolici.Molti filosofi e uomini politici operano in questo periodo ( come J.Locke,T.Hobbes). Nel 1694 fu fondata la Banca d'Inghilterra,abilitata a emettere buoni che circolarono ben presto come carta moneta;l'amministrazione delle finanze,della flotta e dell'esercito richiese a sua volta costruzioni navali. Anche il commercio con i paesi occidentali ebbe discreto successo,ma l'economia russa,fondamentalmente agricola era caratterizzata un consiglio chiamato Senato;fu abolito inoltre il patriarca di Mosca poichè venne creato un collegio nominato Santo Sinodo(volendo il sovrano spezzare l'opposizione del clero locale di fronte alla sua opera di modernizzazione). Pietro per ottenere ciò si servì della nobiltà assegnata per gradi dell'esercito;caratteristica della nobiltà rimase la mancanza di un'organizzazione corporativa e di privilegi e libertà. Il sovrano promosse pure l'istruzione (l'Accademia di scienze di Pietroburgo) e l'attività editoriale. (5) La nascita dello stato prussiano Federico Guglielmo di Hohenzollern approfittando delle sconfitte inflitte alla Polonia e alla Svezia acquisì la sovranità della Prussia;nelle campagne brandeburghesi e prussiane vigeva allora un radicato feudalesimo e questi feudatari(Junker) videro salvaguardati questi loro diritti in cambio del riconoscimento del potere a Federico Guglielmo. Il figlio di Federico Guglielmo nel 1701 ottenne il titolo di Federico I;egli ridusse le spese per la corte e dedicò cure alla formazione di un forte esercito ;i mezzi finanziari per il mantenimento di esso furono forniti in buona parte dal demanio regio. Fu riorganizzata la percezione delle due imposte principali che gravava sui contadini e nuovi commissari regi furono introdotti nelle città(mentre nelle campagne l'amministrazione rimase in mano agli Junker). La burocrazia dello Stato era reclutata per lo più tra borghesi colti e sottoposti al sovrano;al fine supremo della potenza statale fu subordinata l'azione del governo per promuovere le manifatture e gli scambi e per attirare nel paese profughi per motivi religiosi. Federico I lasciava al figlio oltre a un potente esercito,un'amministrazione efficiente e un paese in via di sviluppo,ingrandito nel 1721 con l'annessione della Pomerania svedese. CAP- 17 UNA NUOVA EPOCA DI ESPANSIONE (1) L'aumento della popolazione Europea nel 1700 A metà settecento tutto il vecchio continente è trascinato in un moto espansivo che si manifestano in ogni settore,dalla demografia alla produzione,dalle manifatture al commercio. L'europa vide crescere il numero dei suoi abitanti da circa 115 milioni a 140 milioni dal 1700 al 1750;la stessa tendenza interessò l'Asia e le due Americhe. In Italia si vide un incremento demografico al Nord (27,3%) e del Mezzogiorno (46,9%);questo lo si dovette anke grazie alla scomparsa della peste,forse per la progressiva immunizzazione degli organismi,la crescente efficacia dei cordoni sanitari,la rarefazione del ratto nero sostituito dal topo di chavica.Questo elevatissimo ritmo di crescita si spiega essenzialmente con la diffusione della patata (per esempio come alimento base degli irlandesi in associazione col latte). (2) L'evoluzione dell'agricoltura grazie alle importazioni dall'America Ancor prima della patata furono il mais o il granturco erele degli alti rendimenti adottato in tutta l'Europa meridionale e il grano saraceno,a integrare l'alimentazione delle classi popolari a consentire il balzo della popolazione;rispetto ai secoli precedenti si allargano nel Settecento,le aree in cui pratica un'agricoltura più intensiva e produttiva(come la zona settentrionale dell'Italia).La fitta rete di fiumi,di canali,di rogge permette qui di disporre della quantità d'acqua necessarie per la coltivazione del riso e delle piante foraggere. Anche il fenomeno delle "recinzioni" --> enclosures iniziato nell'Inghilterra dei Tudor e proseguito tutto il XVII secolo,conobbe il momento di maggiore intensità tra la metà del 700 e il 1815,grazie soprattutto ad uno speciale decreto di recinzione(enclosure act).Con ciò la piccola proprietà non scomparve subito ma i minori proprietari ne trassero maggior beneficio; fu questo il più rilevante contributo della rivoluzione agricola alla Rivoluzione Industriale,anche se non sono da trascurare la produzione di materie prime e l'aumento della domanda di manufatti. (3)Prezzi e salari, moneta, trasporti L'incremento della popolazione si risolse in molte aree in un processo di impoverimento e di proletarizzazione di vasti sociali;l'inglese Robert Malthus aveva ragione lanciando un grido d'allarme per una crescita demografica destinata a sopravanzare le risorse disponibili. Un altro fattore d'inflazione fu rappresentato dall'aumento della massa di metalli preziosi (argento e oro) in circolazione provenienti da Messico e Brasile. La diffusione dell'economia monetaria e la maggiore disponibilità di capitali sono attestate dalla discesa dei saggi d'interesse,anche se in questi anni era molto fluente la circolazione di denaro. Infine gli spostamenti e le comunicazioni divennero dovunque molto più rapidi grazie all'istituzione dei regolari servizi di posta che permettevano il cambio dei cavalli ogni stazione. (4)Il boom del commercio atlantico nel '700 Oramai il protagonista del commercio era decisamente l'Oceano Atlantico (che dava il contributo più importante con le colonie inglesi,francesi,spagnole e portoghesi) anche se nel 700 il Mar Mediterraneo conobbe una notevole ripresa che fece la fortuna di porti come Marsiglia,Livorno e Trieste. Nel nuovo continente a settentrione inglesi e francesi colonizzavano le coste insediandosi o immigrando;al centro erano due i padroni:spagnoli e portoghesi. I primi si estendevano dalla California e dal Texas fino alla cordigliera delle Ande;invece verso il Sud-America la presenza portoghese gravitò a lungo soprattutto in paesi promettenti come il Brasile dove l'impiego di manodopera africana era fluente. Le origini della Rivoluzione industriale La Rivoluzione industriale è un complesso di trasformazioni nel modo di produrre che determinò un profondo e irreversibile mutamento nei consumi,nel modo di vita e nei rapporti sociali;di tali trasformazioni fanno la parte le macchine azionata da energia inanimata(la forza idraulica,il vapore),la concentrazione del lavoro nelle fabbriche. Termine "industria" che indicava un senso di operosità e ingegno pratico; termine "manifattura" indicava invece un insieme di produzione di filati,tessuti o altri oggetti che aveva luogo nelle case dei lavoranti e ricevevano la materia prima da mercanti imprenditori. Solo in Inghilterra questo settore insieme a quello del commercio verso l'estero e all'agricoltura era talmente unito da poter permettere un guadagno e una ricchezza che in Europa non era eguagliata. Dall'età cotone all'età del ferro Nei primi decenni del Settecento,la manifattura di gran lunga più importante in Inghilterra rimaneva quella della lana,grazie all'allevamento ovino;era questa la più importante perchè il cotone era stato vietato nel 1721 che poi venne abrogato nel 1774. A partire dagli anni ottanta si ebbe un decollo dell'economia inglese di cotonato e nei primi decenni dell'Ottocento la loro esportazione superò quella della lana. Le esigenze del settore tessile concorsero a determinare passi decisivi in altri campi:sviluppo della chimica,lavorazione del carbone fossile,l'impiego del coke fu sperimentato con successo ma stentò a diffondersi per varie cause tra cui la difficoltà a mantenere temperature elevate. Da paese importatore l'Inghilterra in questo periodo si era dunque trasformata in paese esportatore di ferro;non solo,ma venne largamente impiegata l'energia idraulica finchè l'invenzione di James Watt portò il brevetto di una macchina a vapore munita di un condensatore del vapore separato dal cilindro. La forza del vapore era oramai pronta per essere utilizzata nell'industria tessile e (più tardi)nella rivoluzione dei trasporti rappresentata dalla ferrovia e dal piroscafo. (7)Le ripercussioni sociali dell'industrializzazione In primo luogo si registra una grande affluenza nelle città,per via della nascita di industrie o dell'ingrandimento di centri urbani;questo flusso di persone si registrò poichè c'era esigenza di lavoro e di stabilità economica;gli imprenditori infatti non reclutavano solo uomini nelle fabbriche,ma anche donne e bambini(il più delle volte provenienti dagli orfanotrofi).Le ore di lavoro erano 13-14 al giorno per sei giorni settimanali e i ritmi imposti dai sorveglianti non ammettevano pause e distrazioni. Il proletariato inglese però reagì creando organizzazioni sindacali(trade unions)e non mancarono sollevazioni e sommosse che comunque non portarono risultati positivi. Il lato positivo della rivoluzione industriale è che la figura degli imprenditori,spesso uomini di modeste origini,erano saliti a grandi ricchezze grazie al fiuto per gli affari e per le capacità organizzative. CAP- 18 LA CIVILTA' DEI LUMI (1)Fede e Ragione La definizione d'Illuminismo più convincente è quella del filosofo I.Kant:"L'illuminismo è l'uscita dell'uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare a se stesso". Il philosophe è uno spregiudicato indagatore del vero,in qualunque campo del sapere;l'unica verità per lui è quella che deriva da un'osservazione diretta dei fatti o da testimonianze superiori a ogni dubbio,da vagliare,gli uni e le altre,al "lume" della ragione. In quest'epoca si distinguono scrittori come Spinoza,Bayle,Locke(che si sforzò di conciliare fede e ragione,rendendo quest'ultima arbitra dei problemi morali). Anche personaggi come Voltaire("Candido" 1759),Diderot insieme a d'Alembert autori dell'Enciclopedia e lo scienziato Lamarck(anticipatore della teoria evoluzionistica). (2)L'uomo e la natura Alcuni filosofi si spinsero fino ad un materialismo integrale,cioè alla riduzione di tutto ciò che esiste,compreso l'uomo e le sue facoltà mentali,a pura materia. Altri ancora come lo scozzese Sotto la guida di Walpole,il paese godette di un buon periodo di prosperità e nel complesso la società inglese settecentesca appare oggettivamente come miscuglio di libertà,di dipendenza,mobilità sociale individuale e solidità delle gerarchie di gruppo,di tradizionalismo e progresso. (3) I conflitti decennali del Settecento Il lungo periodo di pace che aveva goduto la Francia dopo il Re Sole venne interrotto dalla guerra di Successione polacca(1733-1738). Nel 1733 morì il re di Polonia Augusto III e la Dieta polacca elesse a successore il nobile Stanislao Leszczynski;ma Russia e Austria proposero con le armi il principe di Sassonia Federico Augusto che come re polacco prese il nome di Augusto III. Per vendicare l'oltraggio il governo francese organizzò una coalizione antiaustriaca il re di Sardegna Carlo Emanuele III e la monarchia spagnola. L'attacco d questa coalizione colse impreparata la monarchia asburgica che perse Milano e i regni di Napoli e Sicilia. Negli anni seguenti l'Inghilterra esercitò un'opera di mediazione che portò alla pace di Vienna nel 1738. L'Austria recuperava il Milanese ma cedette alla Savoia due province e a Carlo di Borbone Napoli e la Sicilia. L'estinzione della famiglia fiorentina Medici favorì un altro scambio di territori:il duca di Lorena Francesco Stefano divenne granduca di Toscana e la Lorena fu assegnata a Stanislao col patto che alla sua morte la ragione sarebbe tornata in mano francesi. Forti delle concessioni del trattato di Utrecht i mercanti inglesi avevano preso a padroneggiare le coste dell'America Latina;quando le autorità spagnole sequestrarono alcuni carichi inglesi,quest ultimi dichiararono guerra agli iberici. Le ostilità si trascinarono fino alla metà degli anni 40' confluendo nel conflitto europeo più vasto noto come Guerra di Successione Austriaca(1740-1748). A scatenarla fu l'aggressione lanciata dal nuovo re prussiano Federico II contro la Slesia(parte più settentrionale della Boemia austriaca). A questo conflitto si aggiunsero Spagna e Francia desiderose di sferrare il colpo mortale alla dinastia asburgica;non solo ma anche gli elettori di Baviera e Sassonia miravano al trono austriaco. In seguito però il ritiro della Prussia dal conflitto,gli aiuti finanziari inglesi alla corona austriaca,l'intervento del re di Sardegna a fianco degli Asburgo e un più deciso impegno inglese raddrizzarono le sorti della guerra. Nel marzo 1744 Luigi XV dichiarò allora guerra all'Inghilterra:per via terra i francesi spezzarono le difese inglesi nei Paesi Bassi ma via mare la superiorità britannica fu piuttosto evidente. La pace di Aquisgrana nel 1748 sancì il possesso prussiano della Slesia,la cessione dei ducati di Parma e Piacenza da parte di Maria Teresa Asburgo a Filippo di Borbone. La Francia non ebbe alcun vantaggio territoriale e questo fatto minò la popolarità del sovrano francese che alla morte di Fleury prese personalmente le redini del governo. Le sue scelte furono però bilanciate dai consigli della marchesa di Pompadour. A un trattato di alleanza stipulato tra Inghilterra e Prussia nel 1756,l'abile diplomazia del cancelliere austriaco Kaunitz deciso a riprendersi la Slesia riuscì a contrapporre una coalizione composta da Austria,Francia e Russia cui si unirono in seguito Svezia e Polonia. Questo schieramento pose fine alla tradizionale rivalità tra francesi(Borbone) a austriaci(Asburgo);le operazioni belliche si svolsero in modo favorevole alla coalizione finchè a Londra fu richiamato William Pitt che salì al ministero degli affari estero nel 1757. Egli seppe unire la nazione dietro di sè e dirigere al successo militare l'Inghilterra contro la Francia sul territorio coloniale americano;neppure l'entrata in guerra della compagine spagnola riuscì a evitare il trionfo inglese. I negoziati di pace si risolsero nel 1763 a Parigi (4)Il fallimento delle riforme in Francia nel 1700 La Francia era uscita umiliata dalla guerra dei 7 anni e in condizioni finanziarie disastrose;non bastarono l'annessione della Lorena e l'acquisizione della Corsica nel 1768 dalla repubblica genovese. Nel 1764 venne emanato un editto di espulsione dei gesuiti e il governo fu assunto da un triumvirato:Aiguillon,Maupeou e il controllore delle finanze Terray;esso riuscì a ridurre il deficit francese. A Luigi XV succedette Luigi XVI che sciolse il triumvirato e nominò il fisiocratico Turgot come ministro delle finanze,ma la libertà di commercio stabilita non coincise con un buon raccolto agricolo e ciò indusse il sovrano a ritirare il suo appoggio al ministro che rassegnò le dimissioni nel 1776. (5) L'Inghilterra nell'età di Giorgio III Al contrario della Francia,la Gran Bretagna era uscita molto rafforzata dalla guerra e non aveva più rivali in ambito marittimo-coloniale,ma lo sviluppo economico non impedì l'insorgere di alcune tensioni. 1) Il nuovo re Giorgio III manifestò l'intenzione di esercitare un ruolo più attivo nella politica nazionale suscitando l'opposizione del Parlamento e della pubblica opinione. 2) Parallelamente si formò accanto alla fazione whig una corrente ancor più radicale per un allargamento del suffragio e per un'estensione delle libertà religiose e civili. 3) Causa del malessere politico fu la disastrosa conduzione della crisi nordamericana da parte del governo di Lord North;l'impopolarità del suo governo convinsero Giorgio III ad affidare il nuovo governo a William Pitt il Giovane,protagonista di una notevole attività riformatrice,introducendo una più equa imposta proporzionale ai redditi di qualunque natura CAP- 20 ASSOLUTISMO ILLUMINATO E RIFORME (1) La Prussia di Federico II Il termine "assolutismo illuminato" fa riferimento alle idee e ai comportamenti di quei sovrani europei che dichiaravano di volersi servire del potere per il bene dei loro sudditi e che si professavano amici e discepoli dei philosophes. Il più famoso di questi fu il re di Prussia Federico II il Grande,scrittore prolifico,musicista di un certo valore,irreligioso,amico di Voltaire. Egli amava rifarsi al contratto sociale e dichiarava che il re"e solo il primo servitore obbligato a operare con onestà,saggezza e totale abnegazione,come se ad ogni momento potesse essere chiamato a rendere conto della sua amministrazione ai concittadini". Il suo genio militare si rivelò nella guerra di Successione austriaca e rifulse soprattutto nella guerra dei Sette anni,egli riuscì a restituire colpo su colpo e a difendere il possesso della Slesia. Non cessò nemmeno di incrementare il suo esercito grazie anche all'espansione territoriale e all'immigrazione favorita dalla grande tolleranza religiosa instaurata da Federico II. In campo amministrativo non portò innovazioni sostanziali ma curò molto la preparazione dei quadri burocratici per i quali il diploma era fondamentale per un ingresso lavorativo. Altre innovazioni furono la libertà di stampa,un codice civile prussiano,l'abolizione della tortura,limitazione della pena di morte e l'istruzione elementare obbligatoria per tutti. (2) La monarchia austriaca sotto Maria Teresa e Giuseppe II Le guerre di successione polacca e austriaca avevano segnato una grave crisi x la famiglia Asburgo,costretta a perdere territori in Italia e la Slesia. Maria Teresa non era certo una sovrana "illuminata" come il sovrano prussiano Federico II,ma nel 1748 la regina austriaca costrinse i "ceti" di ciascun "Land"(territorio),cioè i rappresentanti di alta e bassa nobiltà,clero e città a votare le imposte non più ogni anno,ma per un intero decennio,lasciando a organi regi di nuova istituzione il compito di riscossione dei tributi. Le due cancellerie boeme e austriache vennero sostituite nel 1749 da un unico Direttorio;la nobiltà fu costretta a pagare l'imposta fondiaria di cui prima era esente ma fu tuttavia compensata con la preferenza accordatale nel conferimento delle cariche civili e militari. In pochi anni il gettito delle imposte dirette aumentò del 60% e cominciò a delinearsi una nuova concezione unitaria dello Stato,spinta anche da un accentramento amministrativo-finanziario(nella prima parte del regno di Teresa)e un interesse verso il benessere dei sudditi(nella seconda parte). Kaunitz,il cancelliere di corte,ne approfittò per imporre l'istituzione di un Consiglio Statale per influenzare le scelte regie nelle questioni di politica interna. Alla morte improvvisa di Francesco Stefano gli succedette Giuseppe II,nominato dalla madre "coreggente" degli stati ereditari asburgici;vi fu un trio politico alla guida della monarchia:Maria Teresa,Kaunitz e Giuseppe II. Quest ultimo,quando si ritrovò solo a reggere il regno austriaco e possedimenti limitrofi,si distinse per lo stile di governo;da esso prese il nome la politica religiosa nota come "Giuseppinismo":in esso confluivano istanze di riforma interne della Chiesa cattolica e la volontà di affermare la volontà statale sul clero nazionale. Nel 1781 fu egli emanò la "patente di tolleranza" che rendeva legittimo il culto per le confessioni protestanti e ortodosse;vennero soppressi conventi e monasteri con il progetto di irrigidire le condizioni per i voti monastici(ideale giuseppino del "buon parroco",guida civile e religiosa della comunità),vennero finanziate scuole e attività assistenziali. Si presero provvedimenti riguardanti l'istruzione e la giustizia;fu abolita la servitù personale e si fece ricorso ad un nuovo catasto dei beni fondiari esteso anche in territori ungheresi. Molte di queste riforme però suscitarono malcontento e resistenze,soprattutto in quei territori come il Belgio e l'Ungheria,meno toccati dalle iniziative. A ciò si aggiunse l'enorme costo finanziario della guerra che Giuseppe II volle intraprendere nel 1787 a fianco dei russi contro il nemico turco. Paesi Bassi e Belgio approfittarono di questo momento di distrazione per insorgere e proclamarsi indipendenti nel 1787 e 1789;perfino l'Ungheria era sull'orlo di una rivolta quando morì Giuseppe II nel 1790. Gli succedette Pietro Leopoldo,granduca di Toscana,che fu costretto a elargere concezioni e privilegi ai nobili per salvare la situazione,e dopo la sua scomparsa prematura toccò a Francesco II che col suo operato chiuderà per sempre con il periodo di riforme in Austria inaugurato da Maria Teresa. Non si può però non citare Vienna,divenuta grande capitale,sede di una raffinata civiltà:intellettuale,musicale,artistica e crogiolo di diverse nazionalità. In Spagna l'ascesa dei Borbone con Filippo V aveva segnato una svolta in senso assolutistico. I tentativi di riforma cominciati con Ferdinando VII,si fecero più concreti con Carlo III che aveva fatto il suo apprendistato come Re di Napoli e che si circondò di ministri illuminati. La popolazione spagnola passò nel XVIII da 8 milioni a 11 e mezzo e notevoli segnali di risveglio economico si manifestarono nella periferia del regno. Anche il settore agricolo crebbe grazie all'abolizione di tecniche arretrate;uno sviluppo anche più rapido conobbero le colonie ispano-americane,dove gli sforzi della madrepatria di combattere la volontà d'autonomia creola furono vani,per via di una nascente e coesa classe dirigente spagnola in quei posti. CAP-21 L'ITALIA DEL SETTECENTO (1) Il quadro politico e intellettuale nella prima metà del secolo XVIII Le riforme in Piemonte Fin dal 176-1707 i domini spagnoli in Italia (Stato di Milano,Regno di Napoli,Sicilia e Sardegna) erano passati grazie ai successi imperiali agli Asburgo austriaci che alla pace di Rastatt(1714) (pace successiva alla guerra di Successione spagnola(1701-1714) dovettero cedere la Sicilia col titolo regio ai Savoia. La guerra di successione polacca portò alla temporanea occupazione di Milano da parte del Re di Sardegna Carlo Emanuele III che alla fine dovette accontentarsi dell'acquisto delle due province di Novara e Tortona.La monarchia austriaca perse il regno napoletano e la Sicilia conquistati nel 1734 da Carlo di Borbone,figlio del sovrano spagnolo Filippo V;in compenso Carlo VI d'Asburgo ebbe Parma e Piacenza,senza contare che poi Francesco Stefano di Lorena ottenne il Granducato di Toscana alla morte dell'ultimo rappresentante della famiglia Medici. La guerra di Successione austriaca (1740-1748) spostò a est il confine tra stato sabaudo e Lombardia austriaca;da quest'ultima vennero staccate Parma e Piacenza che tornarono a formare un ducato indipendente amministrato dai Borbone (precisamente Filippo di Borbone,fratello minore del re di Napoli). Insieme al declino della potenza spagnola,si registrò in Italia l'indebolimento della Chiesa;nella controversia tra papato e impero non pochi furono i letterati che prese le parti dell'impero. L'anticurialismo e l'anticlericalismo divenne il terreno privilegiato d'incontro tra monarchia austriaca e ceto intellettuale del Mezzogiorno (molti intellettuali dell'Italia meridionale: G.Vico,P. Mattia Doria). Tra Sei e Settecento segnarono una ripresa e un rafforzamento degli scambi culturali tra Italia ed Europa e una presa di coscienza di arretratezza nei confronti nazioni come Francia,Inghilterra e Olanda. L'espansione territoriale del Piemonte coincise con una serie di riforme approvate da Vittorio Amedeo II:la promozione di un nuovo catasto delle proprietà fondiarie che portò ad una migliore distribuzione delle imposte e una sensibile riduzione delle immunità di cui godevano i beni fuedali ed ecclesiastici. Venne rilanciata e riformata l'Università di Torino e creato per la prima volta nella penisola,un sistema statale di scuole secondarie. Con il successore Carlo Emanuele III proseguì il rafforzamento delle tendenze assolutistiche e nel 1771 si giunse all'abolizione della feudalità e l'inizio di provvedimenti atti a limitare il potere baronale e a ridurre i privilegi ecclesiastici,combattere il brigantaggio e l'analfabetismo. (3) Illuminismo e riforme nella Lombardia Austriaca Dopo la pace di Aquisgrana del 1748,la monarchia austriaca rimaneva in possesso dello Stato di Milano e del ducato di Mantova uniti sotto uno stesso governo a formare la Lombardia austriaca. Una prima ondata di riforme investì lo stato milanese tra gli anni Quaranta e gli anni Cinquanta;nel 1749 fu riordinata l'amministrazione e abolita la vendita delle cariche che dovevano essere conferite a requisiti solo di capacità e merito. Le finanze furono risanate con i dazi di una "Ferma generale",l'istituzione di un banco per la gestione del debito pubblico e il graduale rimborso dei creditori dello stato. Il risultato più importante fu il conseguimento del catasto presieduto dal celebre giurista Pompeo Neri(sotto il regno di Carlo VI);contributi ideologici e culturali vennero da P.Verri,da C.Beccaria(nonno del Manzoni)e dal poeta G.Parini. Sotto Giuseppe II,si giunse nel 1786 alla soppressione del Senato e all'istituzione di un moderno sistema giudiziario;furono rinnovate le scuole superiori di Milano e Pavia. L'economia della regione trasse vantaggio oltrechè dalle riforme finanziarie già notata dal miglioramento delle vie di comunicazione e dall'accesso privilegiato al mercato austriaco. (4) La Toscana dalla reggenza a Pietro Leopoldo Il nuovo Granduca di Toscana Francesco Stefano,marito di Maria Teresa e dal 1745 anche imperatore del Sacro Romano Impero,risiedeva a Vienna e si faceva rappresentare a Firenze da un Consiglio di Reggenza composto da funzionari lorenesi. Una linea di fermezza e rigidità venne seguita nei rapporti con il mondo ecclesiastico;l'emanazione nel 1743 di una nuova legge sulla stampa rivendicò allo Stato il controllo sulla censura e una legge sulle manimorte(che subordinava l'autorizzazione del governo l'acquisto di nuove terre da parte degli enti ecclesiastici,venne promulgata nel 1751. Gli ultimi anni della reggenza lorenese in Toscana furono contristati da una carestia pesante che Pompeo Neri provò a sconfiggere favorendo la libera circolazione delle derrate affinchè si incoraggiasse la produzione e il commercio del grano. Fu poi la volta di Pietro Leopoldo che nel 1767 propose con una legge la compravendita dei cereali all'interno dello Stato e l'esportazione di essi finchè i prezzi fossero tornati al livello abituale. Altre iniziative furono avviate dal sovrano austriaco,quali la bonifica della Valdichiana e della Maremma senese,la decisione di "allivellare" le terre appartenenti alla corona e alle manimorte (anche se l'operazione non andò in porto,poichè questi appezzamenti finirono in mano ai nobili) Il documento più celebre fu il codice penale che per la prima volta in Europa aboliva la pena di morte.Per quanto riguarda i rapporti tra Stato e Chiesa,i propositi più radicali poterono essere realizzati;Scipione de' Ricci proponeva la superiorità del concilio sul papato,l'indipendenza dei vescovi da Roma e il cambiamento della lingua dal latino al volgare.Se questo piano fosse stato attuato,si sarebbe verificato uno scisma da Roma ma alla fine un'assemblea di vescovi e sommosse popolari impedirono l'attuamento di questi cambiamenti. (5)La società italiana alla fine del Settecento Solo marginalmente furono toccati dal movimento delle riforme statali pontificio e le Repubbliche oligarchiche di Venezia,Genova e Lucca. Roma rimaneva una grande capitale,meta di un flusso continuo di visitatori provenienti da tutta l'Europa e sotto il pontificato di Pio VI si affermarono nuovi indirizzi di politica economica ,con l'eliminazione di dazi interni e il tentativo di prosciugamento delle paludi Pontine. Venezia fu il maggior centro editoriale italiano e sede di una raffinata civiltà letteraria e artistica(C.Goldoni-teatro,Guardì e Tiepolo-pittura). Anche in Italia come nel resto d'Europa,si registrò un aumento demografico(da poco più di 13 milioni a 18 milioni di abitanti). CAP-22 NASCITA DI UNA NAZ. GLI STATI UNITI (1) Gli inizi della colonizzaz. inglese e francese nel Nord America Le colonie inglesi nord-americane avevano avuto differenti origini. Nel 1620 un centinaio di puritani inglesi di modesta estrazione sociale,i cosiddetti Padri Pellegrini attraversarono l'Atlantico per stabilirsi nella regione del Massachusetts(dove nel 1630 venne fondata Boston)e del Connecticut;nel 1681 il quacchero William Penn fondò la Pennsylvania;altre colonie ancora come Nuova Amsterdam(ribattezzata New York 1644) furono conquistate dagli inglesi durante le guerre seicentesche. Ai primi del Settecento le colonie britanniche erano 12:New Hampshire,Massachusetts,Pennsylvania,North e South Carolina,New York,New Jersey,Virginia,Connecticut,Maryland,Rhode Island e nel 1732 si aggiunse la Georgia(ovviamente in onore al sovrano inglese Giorgio I). Non solo inglesi e scozzesi,ma anche irlandesi,olandesi e tedeschi attraversarono l'oceano in cerca di fortuna,attratti dalla speranza di accedere a nuovi appezzamenti terrieri o per sottrarsi a persecuzioni religiose o giudiziare dalla madrepatria. Dato da non trascurare,la popolazione nera(tutti schiavi)superava il 40%,perciò costituiva un'etnia non indifferente in quella realtà. Sul versante economico,le colonie geograficamente più meridionali erano quelle che si integravano meglio con le esigenze della madrepatria(fornendo prodotti agricoli:tabacco,riso,indaco,cotone)mentre le colonie centro-settentrionali erano abitate da coltivatori diretti che producevano e importavano il necessario per guardagnarsi da vivere.Essi commerciavano con le Indie occidentali(Antille)esportando grano,legname,carne salata in cambio di zucchero,melassa(utilizzata per la fabbricazione di rum). All'inizio del Settecento le colonie si erano create istituzioni politico-giudiziarie abbastanza simili:si sceglieva un governatore che nominava giudici e aveva diritto di veto sulle decisioni prese dal potere legislativo. Di gran lunga differente la situazione delle colonie francesi(o meglio della Nuova Francia) dove (nella zona dell'odierno Canada)si fondarono verso la metà del Seicento le città di Québec e Montréal;dalla regione di grandi laghi gli esploratori e missionari francesi si erano spinti verso il corso del Mississippi raggiungendo le sue foci fino a fondare nel 1720 la città di New Orléans. (2) I contrasti tra le tredici colonie d'America e la madrepatria inglese Per fronteggiare i debiti di guerra,furono fatti pagare gli interessi ai speculatori che avevano incetta dei relativi titoli,s'istituirono dazi e imposte gravanti sulla popolazione e infine si creò una Banca degli Stati Uniti nel 1791. A partire dal 1791 stesso cominciò politicamente a delinearsi una lotta al potere di nuovi partiti nascenti,come quello repubblicano(che ebbe il suo esponente più noto in Thomas Jefferson) contrapposto a quello federalista. Le elezioni presidenziali del 1796 furono vinte da un altro federalista(J.Adams) ma quattro anni dopo riuscirono a spuntarla i repubblicani guidati prima dallo stesso Jefferson e poi da J.Madison. Con il governo repubblicano,si ridussero lo spese per la burocrazia,la diplomazia e l'esericito rilanciando l'economia americana che all'inizio del diciannovesimo secolo era pronta ad affacciarsi sullo scenario europeo sempre in fermento. CAP- 23 LA RIV. FRANCESE DALL'ANTICO REGIME ALLA MONARCH. COSTITUZIONALE (1) Economia e società in Francia al tramonto della monarchia L'avvento di Luigi XVI sul trono francese(1774) coincise con l'inizio di un periodo di difficoltà e malessere per l'economia del paese. I punti deboli di questo sviluppo erano la scarsità della produzione di carbone,il ritardo nella meccanizzazione dell'industria tessile,la mancanza di un'organizzazione creditizia efficiente e moderna e soprattutto il carattere arretrato dell'agricoltura;le terre della nazione erano del 10% per il clero,il 20% alla nobiltà,il 30-40% alla borghesia e il rimanente 30-40% ai contatini. La percentuale del suolo posseduta dai coltivatori diretti era più elevata in Francia che in Inghilterra,ma il suo frazionamento era tale che alla fine dell' "ancièn regime" solo una piccola minoranza poteva vivere del proprio ricavato agricolo.L'aumento dei prezzi agricoli non fece altro che aggravare le masse lavoratrici. Accanto alle cause oggettive di disagio economico,vi erano anche reazioni soggettive che minacciavano l'equilibrio sociale della nazione: tendenza di molti signori e dei loro agenti a ripristinare i diritti feudali, l'aumento delle imposte dopo il 1780, la parziale attuazione di misure invocate dalla dottrina fisiocratica, l'abolizione degli usi collettivi e l'accorpamento degli appezzamenti in grandi aziende. A questo tradizionalismo delle masse si mescolano echi confusi e distori delle ideologie illuministe quali l'eguaglianza de diritti o la sovranità popolare anche se nella Francia di questo periodo non c'era un distacco accentuato tra borghesia e nobiltà. Più che divisione sociale,il paese era attraversato da molteplici linee di tensione che la crisi politica era destinata ad aggravare e a far esplodere (2) La crisi finanziaria e politica della monarchia Tra il 1754 e il 1789 si succedettero in Francia ben 19 direttori delle finanze,a causa dei fallimenti derivati dai provvedimenti presi da questi politici. L'economia francese era in crisi per via dell'insufficienza delle entrate statali riguardo al carico delle spese pubbliche e l'unica via verso un risanamento finanziario era costringere o convincere i ceti privilegiati a contribuire in proporzione alle loro ricchezze. Due furono le strategie messe in atto per uscire dalla crisi: la prima tentata da Turgot => consisteva nello spostare il peso maggiore delle imposte sulla proprietà terriera e nel puntare su un incremento delle entrate che sarebbe stato il naturale effetto dello sviluppo economico. La seconda che mirava a una riduzione delle spese e degli sprechi,fu la via imboccata da J.Necker(banchiere di Ginevra)che venne posto al timone delle finanze francesi nell'ottobre 1776. Egli abolì molti uffici,ridusse le spese della corte,unificò varie casse,riformò e rese più redditizia l'amministrazione del demanio regio;evitò inoltre di inasprire le tasse e ricorse al credito caricando i bilanci futuri di nuovi aggravi per il pagamento degli interessi. Dopo il suo licenziamento e anni di immobilismo,il nuovo controllore generale Charles-Alexandre de Calonne,decise nel 1786 di porre il sovrano di fronte alla realtà:il deficit superava i 100 milioni e metà del bilancio era usato come pagamento per il sanamento del debito pubblico. L'unica soluzione era adottare riforme radicali,che prevedevano un'imposta fondiaria detta "sovvenzione territoriale",proporzionale alla rendita,pagabile in natura e gravante senza eccezioni su tutti i proprietari terrieri,nobili ed ecclesiastici compresi;prevedeva anche la liberalizzazione commerciale e l'eliminazione di dogane interne. Nel 1787 venne convocata a Versailles un'assemblea di notabili che si opposero al programma di riforme proposte da de Calonne. Il re dunque decise di sostituire de Calonne con l'arcivescovo di Tolosa de Brienne che mantenne la sovvenzione territoriale ideata dal precedente ministro,ma non evitò che l'assemblea si sciogliesse nel maggio dello stesso anno. Sciolta l'assemblea,fu il Parlamento parigino a prendere la guida dell'opposizione rifiutando le proposte dell'arcivescovo e nell'opinione pubblica oramai era costante il riferimento agli Stati Generali come all'unica istanza che poteva discutere riguardo al futuro economico del paese. Così il responsabile delle finanze convocò gli Stati Generali per il primo di maggio dell'anno successivo e poi si dimise,costringendo Luigi XVI a richiamare Necker. Il 25 settembre il Parlamento della capitale francese dichiarò le modalità che dovevano essere rispettate dall'assemblea come l'ultima volta che era stata convocata(nel 1614),con tutti i rappresentanti dei 3 ordini riuniti. (3) La rivoluzione in marcia: il 1789 Il grande effetto della mobilitazione psicologica che ebbe questa capillare consultazione popolare fu rilevante in tutta la nazione francese;in questo clima di agitazione e di attesa di cambiamenti epocali si riunirono a Versailles gli Stati Generali,il 5 maggio 1789. I deputati (in tutto 1165),erano divisi per metà in Terzo Stato e gli altri due ordini sommati insieme;tra il clero c'erano molti parroci solidali con le richieste del Terzo Stato e anche nel secondo ordine vi era un gruppo numeroso di nobili pronti a schierarsi con il Terzo Stato(tra i quali il marchese di La Fayette,reduce dalla partecipazione alla guerra d'indipendenza americana). I deputati del Terzo Stato proposero agli altri 2 ordini di riunirsi in un'unica assemblea,ma entrambi rifiutarono in un primo momento,poi alcune fazioni del clero cedettero di fronte alla fermezza del Terzo Stato. Luigi XVI solidale con il ceto nobiliare,chiuse la sala delle adunanze,ma i deputati del Terzo Stato si riunirono nella cosiddetta "sala della pallacorda" giurando il 20 giugno di non separarsi più e riunirsi dovunque le circostanze lo richiedessero. Alla fine del mese(giugno) il clero e la fazione più illuminata della nobiltà si erano unite al Terzo Stato e il 9 luglio l'Assemblea Nazionale s'intitolò "Costituente":di fronte a ciò la restante fazione che si opponeva alla costituente formò una milizia borghese,contrastata da alcune sommosse organizzate dal popolo minuto. Queste azioni sfociarono nell'episodio più importante della rivoluzione francese:il 14 luglio una folla composta in gran parte da artigiani e bottegai si presentò davanti alla fortezza della Bastiglia;il governatore di essa ordinò di fare fuoco sulla fola che però caricò i soldati di guardia massacrandoli. Luigi XVI ordinò la ritirata dei reggimenti stranieri (che aveva chiamato per reprimere le rivolte popolari)e richiamò come ministro Necker. Nel paese presero forma una serie di milizie volontarie che presero il nome di "Guardia Nazionale";a ciò s'aggiunse una serie di disordini nelle campagne (periodo detto Grande Paura). Questi episodi si risolsero il 4 agosto con l'abolizione del regime e delle strutture feudali e il riscatto dei diritti reali,cioè aboliti solo dietro un pagamento di un rimborso ai titolari.Sull'onda dell'entusiasmo l'Assemblea Nazionale passò ad elaborare una "Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino" in 17 articolo,che fu approvata il 26 agosto 1789,rimasta nel tempo come la più solenne e completa affermazione delle libertà fondamentali,dell'eguaglianza dei cittadini. L'atteggiamento evasivo del re finirono col convincere i patrioti che un'altra prova di forza era inevitabile e che era necessario costringere la corte a trasferirsi a Parigi. Il fermento crebbe di più quando si seppe che il 1°ottobre in occasione di un banchetto tenuto nella reggia di Versailles,alcuni ufficiali avevano calpestato la coccarda tricolore,simbolo della rivoluzione;per evitare contrasti col popolo acconsentì a trasferirsi con la corte insieme anche all'Assemblea Nazionale. (4) La ricostruzione dell'unità nazionale francese dopo la rivoluzione Il primo responsabile del fallimento del nuovo ordine monarchico-costituzionale fu Luigi XVI stesso;scarsa era di conseguenza l'influenza degli aristocratici sostenitori dell'Assolutismo,perciò il sovrano non aveva possibilità di ribaltare la situazione. Intanto nello schieramento dell'Assemblea si stavano distinguendo alcuni personaggi come Arras,Maximilien e Robespierre;più popolare nel reclutamento e più radicale nelle opinioni era il club detto dei "cordiglieri" formatosi nel 1790 dei quali facevano parte Danton e Desmoulins,mentre sorgevano club e riunioni tenute in conventi di dominicani (jacobins). Nel maggio del 1790 Parigi venne divisa in 48 sezioni che costituirono la formazione di club popolari:prendeva forma la figura del "sanculotto"(vestito di pantaloni lunghi,non con calzoni attillati come era solito dei nobili),il popolano di parigi appartenente al mondo dell'artigianato e del piccolo commercio. Intanto si festeggiò l'anniversario della presa della Bastiglia e dopo l'abolizione del vecchio regime si cercava di svoltare politicamente con riforme amministrative-giudiziarie. Rimaneva però incompleto il problema finanziario,reso più serio dall'illusione che il rovesciamento delle vecchie tradizioni avessero portato una ventata di cambiamento economico. Alcune vecchie imposte furono sostituite,una contribuzione fondiaria proporzionale al valore della proprietà,un'imposta sulla ricchezza mobile e una patente per l'esercizio di professioni,arti e mestieri.In ambito economico gli orientamenti liberalisti s'espressero con la soppressione delle corporazioni di mestiere con la proclamazione della libertà iniziativa e con la legge del 14 giugno 1791 che proibiva associazioni operaie.Oltre a ciò s'aggiunse la discussione e l'approvazione da parte dell'Assemblea Nazionale di una "costituzione civile del "grande Armata cattolica e reale" degli insorti vandeani cinse d'assedio Nantes mentre si diffuse in parecchi dipartimenti la protesta contro il colpo di forza dei sanculotti del passato 2 giugno e contro la pretesa della capitale di seguire una propria politica. Il 27 giugno capitolò il porto di Tolone,per mano inglese;dal canto loro i sanculotti istigati dai cordiglieri e dagli arrabbiati chiedono misure sempre più spietate contro aristocratici,ricchi e affamati del popolo;ci si stava dirigendo verso una situazione di completa anarchia fino a che fu promulgata il 25 giugno 1783 una nuova Costituzione,preceduta da un'altra Dichiarazione dei diritti(si erano aggiunti i diritti alla sussistenza,al lavoro,all'istruzione e all'insurrezione).Venne ampliato il Comitato di salute pubblica con l'ammissione di esponenti montagnardi;furono approvate anche altre riforme come l'abolizione dei diritti signorili(senza inennizzo),la vendita dei beni nazionali,la pena di morte contro gli speculatori. Il tribunale finanziario prese a funzionare a pieno ritmo:tra ottobre e dicembre 1793 furono ghigliottinate 177 persone,tra cui l'ex regina Maria Antonietta;il regime del "Terrore" venne posto all'ordine del giorno,fu posta dagli herbertisti una campagna di scristianizzazione volta anche a modificare feste (ossia si celebravano feste in onore della dea Ragione)e il calendario (modificando i nomi dei mesi). L'autunno 1793 fu positivo poichè Marsiglia ritornò in mano alle truppe fedeli alla Convenzione;cadde anche Lione in agosto e Tolone fu ripresa in dicembre grazie alle strategie militari di un giovanissimo comandante che di nome faceva Napoleone Bonaparte. Il focolare scoppiato nella regione dell Vandea si spense,anche se continuò una specie di guerriglia nella zona ovest del dipartimento. All'interno del comitato di salute pubblica cresceva intanto l'ascendente di Robespierre detto "l'incorruttibile";la sua personalità tuttavia era differente dal suo rivale Danton. Nei primi mesi del 1794 Robespierre si sentì forte da lanciare un attacco contro la sinistra di Herbert e contro gli "indulgenti";i sostenitori di Herbert vennero ghigliottinato a fine marzo,insieme ai giornalisti Danton e Desmoulins poco dopo;questa manovra rafforzò il potere di Robespierre. Tra giugno e luglio i francesi vinsero a Fleurus,aprendo così la via per la conquista del Belgio e intensificando internamente il periodo del terrore che contava 1376 vittime in un anno e mezzo. L'opposizione a Robespierre fu però lanciata:(tra l'8 e il 9 Termidoro)accusato in piena assemblea, venne arrestato insieme a Saint-just e Couthon.Il 28 luglio fu ferito ad una mascella e fu trascinato alla ghigliottina mettendo fine a questo terribile momento vissuto dalla nazione francese. (3) Da Termidoro a Fruttidoro La caduta di Robespierre fu accolta da molti francesi come una liberazione e nelle strade della capitale prese a imperversare la "gioventù dorata";i responsabili del Terrore,"i bevitori di sangue e i sanculotti divennero a loro volta bersaglio di un odio a lungo represso. In alcune province,specialmente del sud,vi fu un'ondata di "Terrore bianco" che fece vittime su vittime fra i giacobini del posto. Il tribunale rivoluzionario venne soppresso:i poteri del Comitato ridotti e i clubs giacobini chiusi;nel dicembre 1794 fu definitivamente abolito il "maximum" sui prezzi agricoli. L'anno successivo venne insediata una commissione incaricata di elaborare una nuova costituzione che doveva garantire il predominio delle classi abbienti e impedire un'eccessiva concentrazione dei poteri.;fu approvata una costituzione dell'anno III il 22 agosto 1795 insieme ad una dichiarazione dei diritti(più restrittiva rispetto a quella precedente);fu rinnovata l'assemblea detta ora Consiglio dei 500 che doveva presentare e discutere le leggi e il Consiglio degli anziani che dovevano approvarle e respingerle;il potere esecutivo invece spettava a un direttorio di cinque membri(uno dei quali doveva essere sostituito ogni anno dagli anziani tra 50 nomi indicati dai Cinquecento. Questa soluzione più moderata non servì comunque ad arrivare a cambiamenti drastici anche perchè la continua crisi finanziara,la guerra incombente e la divisione religiosa del paese premevano sugli organi politici in cerca di consenso popolare. Un episodio circoscritto rimase la cosiddetta "congiura degli eguali" organizzata da François-Noel detto Gracchus Babeuf,compilatore di un giornale intitolato "il tribuno del popolo",con la collaborazione dell'emigrato toscano Filippo Buonarroti e di alcuni ex montagnardi.Il programma degli eguali preveva l'abolizione della proprietà privata e la messa in comune dei beni;questo suo progetto era "una specie di comunismo di distribuzione" che rimandava a utopie settecentesche. Questa congiura però fu sventata in maggio dal Direttorio grazie a una delazione e Babeuf con altri fu condannato a morte.Nel febbraio 1797 si ritornò alla moneta metallica,approfittando delle rimesse di buone monete nei territori conquistati ma ciò non bastava a salvare la situazione,poichè la crisi imperversava e la corruzione dilagava rapidamente in tutta la nazione. Nello stesso anno le elezioni politiche si risolsero con il trionfo della destra monarchica all'interno dei due consigli;ai primi di settembre (fruttidoro)due dei Direttori furono destituiti e le elezioni favorevoli ai monarchici furono dichiarate nulle;seguirono arresti,chiusure di circoli di destra.La repubblica era salva e la legalità era stata per il momento restaurata con la Costituzione dell'anno III e con la soggezione del potere politico al potere militare. (4) La Rivoluzione francese e l'Europa Tra le classi colte europee,nobili e borghesi,la convocazione degli stati generali e il preannuncio di un nuovo ordine monarchico-costituzionale furono accolti in un primo momento con simpatia ed entusiasmo,ma poi sorsero perplessità con l'abolizione dei diritti feudali e con le giornate rivoluzionarie. Alcuni governi assoluti furono tanto più sensibili a queste argomentazioni in quanto temevano il contagio delle idee rivoluzionarie,soprattutto a queste argomentazioni in quanto temevano il contagio delle idee che dalla Francia si espandevano a lungo raggio nel resto del continente. La capacità di resistenza mostrata dalla Francia rivoluzionaria e la svolta moderata di Termidoro indussero alcune potenze a cessare le ostilità contro i francese(per esempio la Prussia),però alcuni rimasero in armi,come Piemonte,Inghilterra e Austria. Per la Francia le frontiere su cui si combatteva erano confini naturali,su cui era impossibile rinunciarci e la guerra appariva l'unico strumento per difendere queste zone;se le armate francesi sul fronte tedesco arretravano gradualmente,in Italia grazie ai successi di un giovane generale(Napoleone Bonaparte) la Francia potè contare su numerosi successi. Napoleone Bonaparte,nato ad Ajaccio nel 1769 e di nobile famiglia,aveva potuto compiere ottimi studi grazie anche a borse di studio concessegli dal governo.Nel 1794 ebbe il comando dell'artiglieria nell'armata d'Italia e contribuì all'occupazione francese di Oneglia. Seguì poi il matrimonio con la bella Josèphine de Beauharnais e la nomina a generale in capo delle truppe di istanza in Italia;egli stipulò un accordo con Vittorio Amedeo III tramite l'armistizio di Cherasco.Bonaparte proseguì costringendo le truppe austriache a ripiegare fino alla vittoria di Lodi,aprendosi così la via per Milano.Tra il 1796 e il 1797 l'avanzata proseguì verso sud;Napoleone costrinse i governi di Parma,Roma e Napoli a firmare tregue onerose.Con Roma si firmò il trattato di Tolentino che sanciva la rinuncia dello stato pontificio a Bologna,Ferrara e alla Romagna.Non contento,valicò nuovamente le Alpi puntando su Vienna ma la diplomazia austriaca riuscì a bloccare i suoi intenti con la pace di Loeben il 18 aprile 1797. (5) Il triennio rivoluzionario in Italia - 1796-1797 A seguito delle conquiste napoleoniche,in Italia si formarono nuove realtà politiche:il 27 dicembre fu fondata la Repubblica Cispadana(Bologna,Ferrara ,Modena e Reggio) a cui fu aggregata la Repubblica Cisalpina con i territori milanesi e veneti sottratti agli Asburgo;nel maggio del 1797 fu aggiunta anche la Repubblica di Genova,ribattezzata Repubblica Ligure. Venezia,libera dal domino austriaco,si liberò anche de patriziato che per secoli si era succeduto alla guida della città,cacciando l'ultimo doge nel maggio 1797,ma senza tener conto dei desideri delle popolazioni,Napoleone firmò con l'Austria il trattato di Campoformio,nel quale cedeva Venezia all'Austria in cambio del Riconoscimento della Repubblica Cisalpina.Questo amareggiò molto quegli italiani che vedevano in Napoleone il mezzo per la liberazione dell'Italia dallo straniero invasore. Il generale dopo aver insediato consigli legislativi della Repubblica Cisalpina,abbandonò l'Italia,ma l'anno dopo si ripresentò nella penisola e a causa di un incidente diplomatico,invase lo Stato pontificio,proclamando la Repubblica Romana;conquisto anche la Svizzera(nominata poi Repubblica Elvetica),annettè il Piemonte e con l'occupazione militare della Toscana tutta la penisola si ritrovò sotto il dominio napoleonico (a parte il Veneto,Ducati di Parma,Piacenza e il regno di Napoli in mano ai Borbone). A Milano,Genova.Roma,Lucca e Napoli,furono promulgate Costituzioni in linea francese del 1795 e il potere esecutivo fu affidato ad un collegio simile al Direttorio. Dovunque furono aboliti i titoli nobiliari e i privilegi feudali,incamerati i beni ecclesiastici e proclamata l'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge,anche se in Italia,più che in Francia le vecchie tradizioni erano le più dure a morire(infatti le masse rurali si sollevarono non contro i proprietari terrieri,ma contro i francesi e gli odiati giacobini). Nella primavera del 1799 un esercito austro-russo occupò Milano e ciò fece scoppiare rivolte in Piemonte,Marche,Lazio,Umbria e Toscana. Delle Repubbliche "Giacobine" la prima a cadere fu quella Napoletana;un'armata "cristiana e reale comandata dal cardinale Fabrizio Ruffo e composta di contadini e briganti mosse dalla Calabria verso Napoli abbandonata dai francesi;il Ruffo entrò nel capoluogo campano ma il contrammiraglio Horatio Nelson impedì la riaprtenza di questo esercito consegnadolo a Ferdinando IV di Borbone. (6) La seconda coalizione antifrancese e il colpo di Stato a Brumaio La pace di Campoformio lasciava in lizza contro la Francia solo l'Inghilterra,padrona indiscussa dei mari e dei commerci oceanici;Napoleone propose al Direttorio una spedizione in Egitto per colpire gli interessi britannici in India. Pur essendo colpita da una grave crisi economica, l'Inghilterra resistette e potè respirare quando la penisola iberica insorse contro i francesi e quando i porti russi riaprirono alle esportazioni. Nel 1806 a ministro della guerra inglese fu nominato Robert Stewart vicsconte Castlereagh (poi degli esteri); fallito il tentativo di occupare il Portogallo, tradizionale alleato inglese, Napoleone s'impadronì della Spagna spodestando Carlo IV e proclamando re il fratello Giuseppe;nel 1808 Napoleone s'impossessa anche dello Stato pontificio e incarcera il pontefice che aveva osato scomunicarlo. Nonostante l'intervento diretto di Napoleone in Spagna,la guerriglia non cedette e rimase a costituire per i francesi una fastidiosa spina nel fianco. L'Austria invece,ansiosa di vendicare l'umiliazione subita col trattato di Presburgo e nell'aprile 1809 riorganizzata un'altra coalizione con l'Inghilterra, invase la Baviera; i francesi contrattaccarono e il 12 maggio entrarono per la seconda volta a Vienna.Il 6 luglio l'arciduca Carlo (Il miglior comandante austriaco) subì una decisiva sconfitta a Wagram;con la pace di Vienna (14 ottobre) l'Austria perdeva la Galizia,i territori di Istria,Dalmazia che entrarono a far parte dell'impero francese col nome di "province illiriche". Nel tentativo di ammorbidire il vincitore,il nuovo cancelliera austriaco offrì a Napoleone la mano della figlia di Francesco I,l'arciduchessa Maria Luigia. Da quest'unione nacque l'anno successivo il sospirato erede,Napoleone Francesco Carlo Giuseppe,che conseguì poi il titolo di "Re di Roma". La società francese all'apogeo dell'impero napoleonico Con le annessioni del 1809-1810 l'impero francese raggiunse la sua massima espansione:comprendeva 130 dipartimenti,circa 44 milioni di abitanti senza contare anche gli stati vassalli.Bonaparte continuò imperterrito ad esercitare il potere,dando prova di una prodigiosa capacità di lavoro e di un'attenzione per ogni dettaglio dell'amministrazione. Il Tribunato venne soppresso nel 1807 e il Corpo legislativo,così come il Senato si immobilizzò nelle mani dell'imperatore;anche la stampa era sotto il suo controllo come anche i ministri che lui accuratamente nominava. Dal 1802 al 1806 fece alcune riforme come la creazione dei licei a fianco dei quali furono mantenute le scuole private,sotto l'autorità di un Gran Maestro;anche la religione fu riformata:venne imposto al clero un "catechismo imperiale" che inculcava il dovere della venerazione e della gratitudine nei confronti del sovrano. L'annessione allo stato pontificio e la deportazione di Pio VII,il rifiuto di riconoscere la consacrazione vescovale di nuova nomina,turbarono gli animi dei cattolici francesi danneggiando la popolarità dell'imperatore. Questa popolarità venne compromessa anche da una grave crisi economica che attanagliò la Francia tra il 1810 e il 1812. Anche le pubbliche finanze erano in una situazione critica;al malcontento suscitato dall'inasprimento di dazi e imposte,si aggiungeva quello determinato dalle continue leve da gettare nella fornace spagnola e poi nella spedizione russa. La riorganizzazione politico-territoriale della penisola italiana da parte di Napoleone In seguito alle conquiste napoleoniche i Paesi Bassi, Italia, Spagna, Germania, Polonia entrarono a far parte del sistema continentale elaborato da Bonaparte con 3 situazioni diverse:Belgio,Olanda e parte dell'Italia centro-settentrionale (territori direttamente annessi alla Francia); Regno d'Italia (stati separati dalla Francia,ma sottoposti alla sovranità napoleonica);Spagna,Regno di Napoli,Vestfalia,Baviera e Sassonia (stati vassalli affidati a membri familiari o a sovrani amici). In Italia il Regno d'Italia nel centro-nord si contrapponeva a sud col Regno di Napoli:entrambi erano stati aggregati in momenti diversi all'impero napoleonico;quello a sud era preposto ai Borbone mentre l'entità che rimaneva fuori era lo Stato dei Savoia,sotto protezione inglese. Napoleone assunse la Presidenza della repubblica e nominò vicepresidente un patrizio milanese di grande prestigio,Francesco Melzi d'Eril (1753-1816).NNella Repubblica italiana furono introdotti istituti e ordinamenti simili a quelli francesi e nel 1805 essa venne trasformata in Regno d'Italia;Napoleone si dichiarò Re e nominò vicerè il figliastro Eugenio di Beauharnais.Creò un Consiglio Statale col compito di elaborare proposte di legge e un Senato composto di almeno due rappresentanti per dipartimento scelti anch'essi dal Senato che prese del soppresso Corpo legislativo.Il Regno si distinse dalla Repubblica per una più decisa opera di ammodernamento e razionalizzazione nei vari settori:venne dato impulso al settore dell'istruzione,quello giudiziario e fu adottato il codice Napoleonico.Milano venne assumendo il volto di una grande capitale,sede di una burocrazia numerosa ed efficiente e di prestigiose istituzioni culturali. Nel 1806 il Regno d'Italia venne ingrandito con l'aggregazione di tutto il Veneto,l'Istria e la Dalmazia;nel 1808 entrarono a far parte anche le Marche e poi successivamente Trentino e Alto Adige. L'agricoltura soffrì in alcune regioni per la tassazione eccessiva e per la perdita degli sbocchi tradizionali,ma fu stimolata dalla richiesta di generi alimentari per l'esercito e di seta greggia per l'industria francese,e registrò l'immissione di un certo spirito imprenditoriale ad opera di acquirenti dei beni nazionali, sottratti alla Chiesa. In ambito sociale, le condizioni di vita delle classi popolari non ebbero significativo mutamento se non per la maggiore durezza della legislazione sul lavoro e la mendicità e per l'esperienza della leva militare . Più forte fu lo stampo napoleonico nel regno napoletano; Giuseppe Bonaparte,divenuto re di Napoli,conferì i dicasteri più importanti a ministri francesi ma fece largo posto a esponenti della nobiltà napoletana illuminata sia nella compagine di governo, sia nel consiglio statale. Al posto di Giuseppe venne chiamato nel 1808 Gioacchino Murat, che aveva sposato una sorella di Napoleone;bello,aitante e magnifico nel vestire,Gioacchino piacque ai sudditi napoletani e s'adoperò per imprimere al proprio governo un carattere nazionale e autonomo. Bari e Salerno cominciarono a emergere urbanamente, fu decretato un nuovo catasto,soppressa la feudalità anche se la questione della proprietà terriera e del demanio rimarrà per ancora molto tempo ad avvelenare le campagne meridionali. E accanto al contingente francese di stanza nel Mezzogiorno, venne costituito nel Regno d'Italia un forte esercito nazionale che giunse a contare 60'000 unità. L'Europa centro-settentrionale e le influenze napoleoniche Le regioni dell'area tedesca che più profondamente subirono l'influenza francese furono quelle alla sinistra del Reno. Dopo un millennio di vita,il Sacro Romano Impero venne ufficialmente disciolto nell'agosto 1806,dopo che il mese precedente si era costituita la Confederazione del Reno,un'associazione di Sedici Stati sotto la protezione dell'imperatore francese che ne dirigeva la politica estera e vi reclutava un esercito di 63'000 uomini. Dopo il 1807 conservavano la propria integrità(nell'area germanica)l'impero austriaco e la Prussia.L'Austria grazie al principe di Metternich riuscì a mantenere stabile l'accordo d'alleanza stretto con i francesi,mentre il re prussiano dopo il disastro di Jena soppresse la servitù della gleba,abbattè i vincoli legati all'iniziativa economica e alla libera compravendita delle terre,furono riformati governo centrale e amministrazioni locali e fu democratizzato anche l'esercito.Essa cercava di opporsi allo strapotere francese che sembrava non avere fine,ergendosi a guida politica e morale dell'intera Germania. L'elenco degli stati vassalli termina con la Confederazione Elvetica e la Repubblica Batava che nel 1806 fu trasformata in Regno d'Olanda e annessa all'impero,mentre Danimarca e Svezia gravitavano intorno all'orbita politica napoleonica. Ciò che però l'amministrazione napoleonica non era in grado di controllare era la fede religiosa e la resistenza armata che in ogni paese aveva una scintilla sempre accesa e pronta ad opporsi,generando così stimoli per la nascita di nuovi sentimenti nazionali e movimenti di liberazione o unificazione. La campagna di Russia di Napoleone Il giovane zar Alessandro I aveva dimostrato nei primi anni di regno,tendenze riformatrici espresse in un rafforzamento dei poteri di controllo del Senato e nel forte impulso dato all'istruzione pubblica.A partire dal 1809 si ebbe,con la conquista della Finlandia una ripresa di politica espansionista:nel 1812 si conclusero le operazioni militari contro Turchia e Persia(con l'annessione della Bessarabia,Georgia e Azerbaigian). L'espansionismo russo fu all'origine dei raffreddamenti di Napoleone nei confronti di Alessandro I che nel marzo 1812 decise di firmare un'alleanza con il regno svedese. Di fronte al tradimento russo,Napoleone si risolse a scendere di nuovo in campo;concentrò in primavera 700'000 uomini e varcò il fiume Niemen alla testa delle sue truppe;i generali russi si ritirarono con ordine senza dare battaglia,ma lasciando dietro di sè terra bruciata e portando tutti i rifornimenti possibili senza lasciarne al nemico.Questa tattica sfuggente e l'immensità dei territori lasciò Napoleone in crisi che si decise a tornare indietro. Il 7 settembre ci fu uno scontro a Borodino vinto dai francesi anche se a costo di gravi perdite e il 14 settembre entrò a Mosca. Qui però perse molte settimane e solo il 19 ottobre ordinò la ritirata piegando verso sud,ma i russi gli tagliarono la via di fuga e lo costrinsero a ripercorrere la via dell'andata costringendolo a subire il freddo del gelido inverno russo. Fu una tragedia vera e propria:tra feriti morti e prigionieri si contarono quasi mezzo milione di vittime;l'imperatore tornato a Parigi si trovò di fronte un Europa in subbuglio. Il 28 febbraio 1813 Federico Guglielmo III strinse alleanza con lo zar e proclamò la "guerra di liberazione",seguito anche segretamente da Metternich;nella penisola iberica gli inglesi ripresero le armi occupando l'Andalusia e le Cortes invocate a Cadice,diedero una Costituzione liberale al paese(1812). Su iniziativa britannica,in Sicilia era stata deposta la famiglia Borbone e approvata una carta costituzionale che dichiarava il regno indipendente da quello napoletano o da altri. Napoleone però riuscì a riorganizzarsi e per la primavera del 1813 schierò un milione di uomini in campo scontrandosi a Lipsia("battaglia delle nazioni") tra il 16 e il 19 ottobre 1813.
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