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seconda rivoluzione industriale, Sintesi del corso di Storia

Seconda rivoluzione industriale e socialismo

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

Caricato il 13/11/2021

c.babbone
c.babbone 🇮🇹

4.3

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Scarica seconda rivoluzione industriale e più Sintesi del corso in PDF di Storia solo su Docsity! La seconda rivoluzione industriale (1870-1950) A partire dal 1870 (e fino al 1950), si assiste ad una nuova fase della rivoluzione industriale, la cui prima fase era cominciata in Inghilterra circa un secolo prima (1770). I protagonisti di questa nuova fase dell'industrializzazione sono la chimica, il petrolio, l'elettricità ed il nuovo capitalismo monopolistico. Le innovazioni della seconda rivoluzione industriale sono tra i fattori che generano e plasmano la società di massa. Periodo Fonti energetiche, | Altri elementi caratterizzanti Paesi interessati materie prime e settori coinvolti Circa dal | Elettricità, 1. Stretta integrazione tra scienza e Germania 1870 al petrolio, acciaio, tecnologia e fra tecnologia e USA 1950 chimica e motore produzione. Es. chimica (produzione | Giappone a scoppio di alluminio, acido solforico, soda, Russia fibre artificiali, tecniche di conservazione degli alimenti) Italia 2. grande sviluppo delle concentrazioni produt- tive e finanziarie (trust e cartelli) 3. stretta compenetrazione tra banche e industrie 4. politica di appoggio alle industrie (protezionismo) e ricerca di nuovi mercati (imperialismo: 1870-1914) 5. consumi di massa e produzione in serie (taylorismo e fordismo) SCHEMA RIASSUNTIVO — La seconda rivoluzione industriale (1870-1950) 1 La seconda rivoluzione industriale è caratterizzata dall'uso di nuove fonti energetiche, dalla stretta integrazione tra scienza e produzione, dall'aumento del volume d'affari e dall’ingrandimento del mercato a livello internazionale, cosa che induce alla concentrazione della produzione (trust, cartelli) per riuscire a trovarvi un posto dalla stretta relazione tra banche-politica-affari dal coinvolgimento nello sviluppo industriale di nuovi paesi dall’allargamento dei consumi di massa e dalla produzione in serie (Taylorismo e Fordismo) 2) A questa fase di sviluppo industriale non corrisponde in Europa un pari sviluppo dell'agricoltura: i progressi tecnici in questo settore rimasero limitati solo ad alcune aree europee. L'agricoltura europea subì inoltre la penetrazione di prodotti provenienti dall’America, nazione nella quale invece lo sviluppo agricolo fu più omogeneo. Ciò creò conflittualità nelle campagne d'Europa e aumentò l'emigrazione, soprattutto transoceanica, che conobbe un boom. 3 L'invenzione del motore a scoppio, l’uso dell’elettricità e le applicazioni della scienza nella produzione, determinarono un vero e proprio cambiamento nella vita quotidiana: introduzione dell’illuminazione elettrica (Edison, lampadina) ingegneria civile (torre Eiffel) uso di prodotti chimici come la soda (come detergente e sbiancante, ma usata anche nella produzione del vetro e nella siderurgia) dinamite (Nobel) farmacia e conservazione degli alimenti 4 Anche il settore della medicina subì in quest'epoca una notevole trasformazione, in parte connessa a quella tecnologicoindustriale. In particolare si ebbero i seguenti cambiamenti: diffusione delle pratiche igieniste, che consentono la prevenzione ed il contenimento delle malattie epidemiche identificazione dei microorganismi (Pasteur, Koch) progressi della farmacologia (aspirina, Ddt) nuova ingegneria ospedaliera (organizzazione razionale e igienica dei luoghi) 1. Introduzione A partire dal 1870 (e fino al 1950), si assiste ad una nuova fase della rivoluzione industriale, la cui prima fase era cominciata in Inghilterra circa un secolo prima (1770). Se la prima fase era stata caratterizzata dall'uso del carbone come fonte energetica, dallo sviluppo dell'industria tessile, del settore metallurgico (ferro) e dei trasporti (ferrovie), ora si assiste all'introduzione di nuove fonti energetiche, come l'elettricità e il petrolio, ed allo sfruttamento delle e i processi produttivi. Se nella prima fase della rivoluzione la scienza contava poco ed il suo apporto era abbastanza casuale (es. invenzione della macchina a vapore), ora invece si crea una stretta alleanza tra chi produce e la ricerca scientifica. Chi produce finanzia la ricerca a fini industriali (farmaceutica, meccanica, elettrica, ecc.). Ne derivano prodotti come la celluloide, le fibre artificiali, i coloranti sintetici, i fertilizzanti, le tecniche di conservazione degli alimenti, il motore elettrico. Scoperte e innovazioni scientifiche cambiano il volto della società — Dagli studi sull'elettricità derivarono la lampadina, il telegrafo, il fonografo, la radio... Tutte invenzioni che determinarono anche una profonda trasformazione degli stili di vita e plasmarono la società di massa. Gli studi in campo farmaceutico e batteriologico (scoperta della pastorizzazione; scoperta degli antibiotici) determinarono anch'esse profonde trasformazioni che incisero sulla mortalità e la qualità della vita. Taylorismo e fordismo — Altra grande innovazione relativa alla seconda fase della rivoluzione industriale è l'introduzione di tecniche di organizzazione della produzione che ne aumentano notevolmente il volume. All'ingegnere americano Taylor si deve l'elaborazione della teoria dell'organizzazione scientifica del lavoro (detta appunto taylorismo) basata sulla razionalizzazione dei processi produttivi, mediante la divisione del lavoro e dei compiti tra gli operai (si pensi al classico esempio dello spillo di Adam Smith) e all'eliminazione dei movimenti inutili e delle perdite di tempo nei processi produttivi. L'imprenditore Ford si ispirò alle idee di Taylor e le applicò nella sua fabbrica di automobili di Detroit (fondata nel 1903) per aumentare la produzione, cosa che ottenne introducendo la catena di montaggio: un nastro trasportatore spostava gli oggetti da lavorare davanti agli operai, ciascuno dei quali, senza muoversi dal proprio posto di lavoro, dunque senza perdere tempo nello spostarsi, svolgeva un solo compito specifico. I tempi di lavorazione venivano cronometrati per renderli ottimali e l'efficienza degli operai fu incentivata mediante l'introduzione di premi di produzione. I prodotti realizzati in serie erano tutti uguali - stessa forma, stesso colore, ecc. — ma costavano molto meno dei pezzi unici che si realizzavano artigianalmente prima dell’introduzione della catena di montaggio (prima della produzione in serie, le automobili erano infatti realizzate da abili artigiani e arrivavano a costare quanto una casa). Ford pensò anche a come piazzare i prodotti sul mercato. A tale scopo iniziò a usare la pubblicità per promuovere le vendite; raddoppiò i salari degli operai per consentire loro di diventare consumatori dei loro stessi prodotti e introdusse il sistema dell'acquisto a rate per facilitare la vendita delle sue automobili. Il fordismo perciò non fu solo un'organizzazione tayloristica della produzione ma anche una visione generale del lavoro, dei consumi, delle merci e della loro circolazione e diffusione nella società. Dalla fabbrica di Ford uscì nel 1908 la prima vettura utilitaria di serie, la Ford modello T, che fu venduta in milioni di esemplari a basso prezzo. I metodi tayloristici della Ford vennero presto imitati da altre fabbriche nel mondo, ad esempio la Fiat in Italia o la Citroén in Francia (i cui responsabili andavano a visitare le officine statunitensi per apprendere le metodologie e l'organizzazione del lavoro), diffondendo rapidamente il suo modello produttivo. 3. Lo sviluppo del capitalismo monopolistico Altra grande trasformazione a cui si assiste nella seconda fase della rivoluzione industriale è la nascita del capitalismo monopolistico. Se prima le imprese erano in mano a un certo numero di capitalisti che si facevano concorrenza tra loro, ora si assiste alla fusione e alla concentrazione della produzione in grandi monopoli (sistemi in cui un solo soggetto controlla il mercato; dal greco mono = uno solo + polein = vendere, gestire il mercato) o oligopoli (pochi soggetti controllano il mercato; dal greco oligoi = pochi). La concentrazione industriale di fine Ottocento assunse due forme principali: i trust e i cartelli. * I trust erano la fusione di industrie che producevano lo stesso tipo di prodotto (es. automobili) o di industrie collegate nella produzione di uno stesso prodotto (pneumatici, cristalli, ecc.). Ne derivava un'unica impresa che controllava quel settore del mercato. * I cartelli erano concentrazioni di imprese che non si fondevano (restando indipendenti tra loro, e ciò distingue il cartello dal trust), ma che invece di farsi concorrenza si accordavano per praticare gli stessi prezzi e danneggiare le imprese esterne al cartello stesso. Perché si verificò tale trasformazione in senso monopolistico? Possiamo indicare varie ragioni: * 1/11 crollo della borsa di Vienna e la grande depressione economica di fine Ottocento (1873-1895) — Alla fine dell'Ottocento, negli anni compresi tra il 1873-1895, vi fu un periodo di crisi economica. Fu la prima crisi economica a livello mondiale, che poi verrà soppiantata nella memoria collettiva dalla crisi mondiale per antonomasia, quella del 1929. Si trattò di una crisi finanziaria che partì nel maggio del 1873 con il crollo della borsa di Vienna e che si propagò ad altri paesi europei ed agli Stati Uniti, colpendo le banche esposte nei settori delle ferrovie, dei prodotti primari e dell'edilizia. Fu anche la prima manifestazione di una crisi economica moderna, legata al sistema capitalistico che evidenziava l'alternarsi di fasi espansive e fasi depressive di sovrapproduzione (cosa che faceva sorgere dubbi e discussioni circa la bontà del nuovo sistema economico). La crisi determinò il fallimento di molte industrie e il loro riassorbimento in quelle più solide che perciò si ingrandirono, monopolizzando il mercato. * 2/ L'aumento della concorrenza internazionale, l'ampliamento del numero dei paesi coinvolti nell’industrializzazione, portava a cercare sistemi per ingrandirsi, sopravvivere e limitare la concorrenza. » 3/ La necessità di disporre di ingenti capitali per sostenere lo sviluppo di settori molto costosi (es. raffineria) faceva sì che si ricorresse a prestiti da parte delle banche che finivano per controllare le imprese stesse, concentrandole in poche mani. La diffusione di queste idee porta : A Londra nel 1864 nasce la Prima Internazionale che riuniva lavoratori di tutti i paesi per dar vita ad iniziative operai(ci furono divisioni al suo interno) Nel 1889 si ha la Seconda Internazionale in cui da un lato si fa strada l'ipotesi di una rivoluzione, mentre un'altra corrente di pensiero opta per le riforme(socialdemocratici) Inoltre anche la Chiesa prende posizione sulla questione sociale condannando la lotta di classe e le idee socialiste, riconosceva però agli operai di migliorare le proprie condizioni attraverso società di mutuo soccorso, sindacati e cooperative.
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