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SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE, Appunti di Storia Contemporanea

SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 05/06/2023

ros-creep
ros-creep 🇮🇹

5

(1)

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Anteprima parziale del testo

Scarica SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE e più Appunti in PDF di Storia Contemporanea solo su Docsity! In questo venticinquennio chiamato età del liberalismo classico, erano state individuate nei vari paesi le libertà i diritti individuali, e ovviamente in virtù di queste riforme, si erano attenuati o ridimensionati i sistemi di potere autoritari che erano propri dell’antico regime, tuttavia, la fruizione della piena cittadinanza politica era sottoposta ad una selezione attraverso legge elettorale censitaria -> coloro che avevano diritto alla cittadinanza politica (esprimere preferenze elettori o essere eletti) era una prerogativa riservata solo alla parte della popolazione maschile-adulta, e infatti ovviamente già questa prima definizione escludeva ovviamente le donne nonostante ci fossero casi in cui le donne erano dotate di patrimoni cospicui, in un mondo in cui la donna era definita come una figura subalterna nel ruolo della famiglia, sottomessa all’influenza degli uomini, oppure specialmente nei paesi cattolici si temeva che le donne potessero essere condizionate dalla chiesa che come sappiamo è in questo tempo, la principale nemica dei valori laici che avevano dato, una grande forza morale ai principi della civiltà liberale, nonostante questo però vedremo come successivamente tra gli anni 70 e inizio 900 ci fu un RADICALE MUTAMENTO DI SCENARIO, perché dal LIBERALISMO CLASSICO SI PASSA A QUELLO DEMOCRATICO, ovviamente una democrazia che contempla al suo interno la componente maschile della popolazione. LO STRUMENTO ATTRAVERSO IL QUALE SI REALIZZA PROGRESSIVAMENTE L’ASPIRAIZONE DEI DEMOCRATICI? IL DIRITTO DI VOTO, CIOE IL SUFFRAGIO. ESEMPI->L’Inghilterra era il luogo che per molti si era realizzato un liberalismo avanzato, ci fu una RIFORMA DEL SUFFRAGIO per passi successivi per cui dal 1884 dove le leggi elettorali prevedevano il voto per circa il 16% della popolazione una cifra significativa per l’epoca, ci fu un altro step nel 1918 dopo la fine della prima guerra, dove venne introdotto il suffragio generale maschile, e solo dieci anni dopo 1928 tutti gli inglesi adulti di ambo i sessi furono abilitati indistintamente al diritto di voto, 1928 per l’Inghilterra la conquista del suffragio universale. RISPETTO A QUESTO MODELLO L’ITALIA: una prima riforma elettorale fu introdotta nel 1882 e aumentò l a popolazione abilitata al diritto di voto dal 2% al poco o meno del 7% un passaggio ulteriore fu nel 1912, 1882 7% 1912 23% (quasi totalità dei machi adulti) aldilà di queste differenze all’inizio del 900 tranne la Russia, tutta l’Europa camminava nella direzione della democrazia -> il problema del suffragio riguardava tutta l’Europa e progressivamente si sviluppava a fette sempre più grandi della popolazione, RIFLESSIONE-> L’AVVICINAMENTO DI UN MONDO SEGNATO DA UNA GRANDE CONDIVISIONE E DISTRINBUZIONE DEI DIRITTI POLITICI, NON ERA UN PROCESSO CALATO DALL’ALTO MA IL RIFLESSO DI GRANDI TRASFORMAZIONI AVVENUTE NELL’AMBITO DELL: ECONOMIA, DELLA SOCIETA E DELLA CULTURA. CIOE IN QUESTO ULTIMO QUARTO DI SECOLO, C’ERA STATA LA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE, LA FORMAZIONE DI QUELLA CHE SI DEFINICE SOCIETA DI MASSA, e cosa non da poco una grande diffusione dell’alfabetizzazione, la cultura. Quindi l’ampliamento del suffragio non può essere letto sciolto da queste grandi trasformazioni che riguardavano l’Europa in questo secolo. LA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE PREMESSA: connesso alla progressiva svolta liberale in senso politico (Inghilterra vittoriana, o politica di Cavour, politica di Bismark) i governi liberali europei avevano affiancato ad una progressiva liberalizzazione degli ordinamenti politica anche una politica liberista in senso economico, ( liberista : non contempla l’intervento dello stato nell’economia, cioè che lascia che sia la libertà di scambio, la libertà di commercio e quella individuale a determinare le leggi del mercato il contrario del liberismo è lo statalismo un sistema economico in cui è l’intervento dello stato a dettare le leggi del mercato ) fu limitato nel tempo, perché questo sistema economico fu interrotto, da una gravissima crisi economica che si apri nel 1873 e fu ricordata come LA GRANDE DEPRESSIONE, come ci è spesso capitato di raccontare nel 19 esimo secolo l’origine di questa crisi fu una crisi agraria, generalizzata in Europa e ebbe come causa non un cattivo raccolto o una carestia come prima, ma ebbe come “detonatore” l’afflusso in Europa dei grani americani e russi a basso costo, fu lo stesso liberismo a subire la concorrenza sul mercato europeo dei cereali americani e russi a basso costo, e questo comportò la crisi di molti produttori europei e di conseguenza, questa crisi dei produttori, ebbe una ricaduta significativa perché viviamo ancora in un Europa con carattere anche geografico prevalentemente agricolo in cui le grandi città sono poche e le varie aree si stanno ancora urbanizzando, questa GRANDE DEPRESSIONE contribuì in maniera significativa ad un altro fenomeno, che segnò molti territori, anche l’Italia che fu quello della LA GRANDE MIGRAZIONE che vide negli stati uniti, questa migrazione tra il 1870 e 1900 interesso 21 milioni di europei, che erano per la maggior parte erano contadini, per cui il viaggio in America rappresentava per loro una possibilità di vita migliore, e questa fu una delle grandi ondate migratoria in Europa non fu l’unica ma la principale. Questa situazione, provocò una reazione da parte della politica economica degli stati europei, perché era stato proprio il libero scambio ad essere il contesto in cui nacque la grande depressione perché la possibilità dei grani americani e russi di approdare in Europa era consentita dal fatto che c’era una politica del libero scambio. Quindi dalla seconda metà degli anni 70 in poi il principio del libero scambio fu in ogni paese abbandonato, e dal liberismo si passo al protezionismo : come dice la parola è una politica economica guidata dallo stato, che rientra di nuovo nella gestione delle risorse economiche, finalizzata a proteggere l’industria nazionale dalla concorrenza estera, il protezionismo si esplicitava imponendo una forte tassazione sulle importazioni, per rendere i prodotti stranieri più costosi e quindi favorire quelli nazionali. Questo passaggio dal liberismo al protezionismo, in una prima fase si limitò all’agricoltura e poi si ampliò al campo dell’industria, perché anch’essa subì una crisi a causa di una sovrapproduzione ( produzione risultava maggiore rispetto alla domanda del mercato, cosa che ritroveremo nella crisi del 1929 ) e di fatto si trattò di un momento di forte instabilità in quanto questa crisi intaccò non solo quindi i contadini ma anche gli imprenditori e rischio anche di eliminare i produttori più deboli, cioè coloro che proprio in questi anni si erano affacciati sullo scenario politico e avevano conquistato sempre maggiore spazio nell’opinione pubblica. Diversamente dalla prima rivoluzione industriale, questa fu contraddistinta da un significativo intervento dello stato nell’economia, che si esplicitò sia attraverso lo strumento doganale, (sistema che tassava i prodotti importati) sia attraverso un'altra forma di coinvolgimento dello stato nell’economia che era il sistema della committenza pubblica : ovvero un meccanismo in cui lo stato richiedeva, a imprese private delle produzioni e ne diventava cliente, e in questo modo ne agevolava lo sviluppo, esempio : io stato italiano chiedo ad un industria che produce ferro di produrre per me, mille km di rotaie, io stato acquisto il prodotto che è fatto da un industria di privati, e quindi io stato sono committente di quest’industria e ovviamente ne agevolo lo sviluppo, questo può succede anche per altre industrie, come quelle edili chiedo 10 palazzine, io stato le acquisto e faccio sì che l’industria delle palazzine progredisca, NB: la committenza pubblica e il protezionismo sono affiancate perché fanno parte di una medesima strategia economica ma non sono la stessa cosa; laddove le industrie faticano a trovare clienti lo stato si propone come cliente. un'altra forma di coinvolgimento dello stato nell’economia in relazione alla committenza pubblica, la erogazione di incentivi di un’industria che in questo periodo della rivoluzione industriale, ha nel fattore industriale siderurgico ovviamente la sua maggiore possibilità di espansione, perché questa 2° riv fu la rivoluzione dell’acciaio, (esempio torre effe il) e fu anche una rivoluzione che ebbe come strumenti di avanzamento; chimica, elettricità e anche il petrolio. I simboli legati alla seconda rivoluzione industriale; Macchine, automobili, grandi fabbriche nate grazie alla possibilità di aumentare la produzione, e ovviamente tutto questo viveva anche grazie alla trasformazione del consumo; cioè anni in cui nascono i grandi magazzini (non Italia, Inghilterra come luogo principale di sperimentazione di queste novità) e anche gli anni in cui si sperimentano nuovo modi di vivere, in quanto venne introdotta nella vita l’elettricità la luce artificiale in generale, prima di questo le persone vivevano sostanzialmente delle giornate definite, dalla luce solare, segnate dal giorno e la notte. Adesso l’elettricità entra nelle case e cambia radicalmente lo stile di vita delle persone, un ulteriore caratteristica essenziale fu anche la nascita di quelle che definiamo Questo mezzo secolo di 45 anni in Europa furono appunto contraddistinti da una pace al cui interno però non mancarono focolai di tensione; furono rappresentati da dei territori che per motivi diversi rappresentavano dei problemi; per l’Italia un focolaio di tensione fu il problema legato a Trento e Trieste che fino al 1914 erano ancora escluse dalla nazione italiana, e che furono dei territori in cui si radicalizzò l’odio austriaco perché la loro liberazione dall’Austria, avrebbe consentito al risorgimento di dirsi compiuto. Un altro luogo, che non a caso sarà proprio il luogo dove scoppierà la scintilla della prima guerra furono i Balcani, in quanto erano attive le mire espansionistiche sia della monarchia austro ungarica, della Russia, e anche della gran Bretagna saranno il luogo in cui la crisi dell’impero ottomano consentirà di spostare delle ambizioni di espansione e di influenza, non a caso alla fine degli anni 70 la Russia utilizzò proprio i Balcani per provare a limitare la potenza economica e territoriale dell’impero ottomano, (i Balcani fanno parte della sfera politica dell’impero ottomano) siccome i Balcani sono n luogo in cui tante nazionalità convivevano, furono anche luogo preferito dalle potenze che volevano contrastare l’impero ottomano cioè : Russia, Austria, Ungheria, Inghilterra per provare a irrompere nell’impero ottomano. Nel 1878 / 77 quindi appunto alla fine degli anni 70, la Russia scese in guerra contro l’impero ottomano per sostenere le rivendicazioni di autonomia dei popoli slavi, ci fu un momento di crisi perché questa iniziativa della Russia allarmò sia l’Austria Ungheria, l’Inghilterra sia la Francia perché ognuna di queste potenze in questo periodo di pace era preoccupata di due cose la prima: QUELLA DI DIVENTARE POTENZA EGEMONE IN EUROPA, E LA SECONDA ERA LA PREOCCUPAZIONE CHE UN'ALTRA POTENZA LO DIVENTASSE AL SUO POSTO, cioè fu una pace contraddistinta da uno “stallo” in cui nessuna potenza riusciva a prevalere sulle altre e che quindi, determinò una crisi ogni qual volta, una potenza provava a scartare le altre. se questo determinava un periodo di pace, quando si introducevano delle iniziative che miravano a sconquassare questo equilibrio, e cioè se una potenza di queste si intestava un’iniziativa volta a prevalere o indebolire una delle altre questo metteva in crisi il sistema, per cui quando in questa fase la Russia appoggia in funzione anti-ottomana le rivendicazioni slave l’Europa vive un momento di crisi. Per questa crisi Bismarck convoca il CONGRESSO DI BERLINO, in cui si sancisce la creazione di nuovi stati indipendenti sul territorio del Balcani che era stato dell’impero turco-ottomano questi stati nuovi che nascono nel congresso di Berlino nei Balcani, MONTENEGRO, LA SERBIA, ROMANIA, E UN ALTRO TERRITORIO BOSNIA ERZEGOVINA-> CHE FU AFFIDATA ALL’AMMINISTRAZIONE DELL’AUSTRIA, si trattava di una situazione precaria perché aveva creato su una carta geografica dei confini nazionali, al cui interno comunque esistevano delle minoranze etniche, e religiose e proprio la debolezza di questi nuovi stati rafforzò l’idea che i Balcani erano il luogo dove espandere l’influenza delle grandi potenze. furono questi dei problemi, che accompagnarono questa lunga pace dell’Europa verso la prima guerra: anche perché a impedire che scoppiasse una guerra all’interno dell’Europa contribuì in modo decisivo il cosiddetto SISTEMA DELLE ALLEANZE (parlato la scorsa lezione) che in questo mezzo secolo subì qualche modifica ma rimase lo stesso, in quanto si baso su un patto da un lato tra-> AUSTRIA, GERMANIA, ITALIA(TRIPLICE ALLENZA) e dall’altro -> su un patto che aveva come perno la Francia e come alleati -> RUSSIA E INGHILTERRA, cioè l’Europa alla vigilia della prima guerra mondiale (vigilia lunga durata quasi mezzo secolo) fu caratterizzata da una lunga pace (assenza del conflitto all’interno dell’Europa) al cui interno però vissero delle tensioni irrisolte legate ad alcuni territori principalmente ai Balcani, ma anche segnata dalla sostanziale efficacia del sistema delle alleanza, che aveva da un lato la triplice, e dall’altro l’intesa che ruota intorno alla Francia e aveva come satelliti Inghilterra e Russia. PERCHE’ FU UNA PACE SEGNATA DA TENSIONI E FU LA PREMESSA PER UNA GUERRA? PERCHE’ PER MOLTI ASPETTI QUESTA PACE EUROPEA FU UNA “PACE ARMATA”, IN QUNATO SE GLI ESERCITI NON SI CONFRONTAORNO SUL SUOLO DELL’EUROPA CONTINENTALE, LA GUERRA SI SPALANCAVA INVECE PER L’IMMENSO SCENARIO COLONIALE A CUI SI AFFACCIARONO TUTTE LE POTENZE EUROPEE, CHE IN MODI DIVERSI CON TEMPI DIVERSI, IN TUTTI I CASI PRIMA DELLA PRIMA GUERRA, SI ERANO PROCURATI UN PROPRIO SPAZIO COLONIALE SOPRATTUTTO IN AFRICA, INSIEME A QUESTO, C’E’ UN'ALTRA COSA DA TENERE PRESENTE: per non slegare nei grandi processi ai sentimenti e alle culture, alla maturazione intellettuale di alcune cose, perché a fine ottocento si diffuse un nuovo sentimento nazionalista, non più il NAZIONALISMO CHE ABBIAMO IMPARATO -> CHE ASPIRAVA A UNIRE IL PATRIOTTISMO ALLA STATUALITA’ ATTRAVERSO LA CONFIGURAZIONE DI UNA NAZIONE, cioè uno stato fondato su presupposti etnico-linguistici (che aveva animato i processi di ricostruzione nazionale dei 19esimo secolo) ma il nazionalismo diventò DI CARATTERE AGGRESSIVO, UN NAZIONALISMO BELLICO, basato anche sull’idea razzista della superiorità biologica e culturale dei bianchi e dei cristiani rispetto alle altre civiltà esistenti. IL PRESUPPOSTO IDEOLOGICO DELL’IMPERIALISMO FU PROPRIO QUESTO; CIOE DELLA GIUSTEZZA DELL’ESPANSIONE COLONIALE EUROPEA, CHE AVRA LA SUA MASSIMA ESPRESSIONE NEGLI ULTIMI DECENNI DEL 19ESIMO SECOLO E CHE PER MOLTI ASPETTI, COME CI RISULTA CHIARO, SARA’ DISCORDANTE AI VALORI UMANITARI CHE INVECE AVEVA SORRETTO E GUIDATO LA TRANSIZIONE DALLA SOCIETA’ DI ELITE ALLA SOCIETA DI MASSA. L’IMPERIALISMO CIOE’, CHE SARA UNA DIRAMAZIONE, UN EVOLUZIONE DEL NAZIONALISMO TRADIRA’ PER MOLTI ASPETTI QUEI VALORI UMANITARI CHE AVEVANO CONSENTITO, LA MORTE DELLA SOCETA DELLE ELITE E LA NASCITA DELLA SOCETA DI MASSA. IL RUOLO DELLA GERMANIA IN QUESTA DINAMICA, QUELLO CHE EMERGE NEGLI ULTIMI ANNI E’ L’AFFERMAZIONE POTENTE DELLA GERMANIA DI BIRSMARCK COME LA MAGGIORE POTENZA MILITARE E INDUSTRIALE DELL’EUROPA ( UN EUROPA DI CUI PARLIAMO CHE ESCLUDE LA RUSSIA ), SOPRATTUTTO PERCHE’ LA GERMANIA DI BIRSMARCK DOPO AVER SPAZZATO VIA LA FRANCIA NEL 1870 NELLA GUERRA SI IMPONE ALL’EUROPA SENZA SOSTANZIALI COMPETITORI. E questo ruolo della Germania di Bismarck fu ben esemplificato, con una politica che accentuò i suoi tratti autoritari, e che, per consolidare la sua potenza, cercò in tutti i modi di limitare le componenti minoritarie o pericolose, che potevano minarne la supremazia in particolare le due grandi componenti politiche alternative alla potenza di Bismarck erano: CATTOLICI E SOCIALISTI. In particolare, Bismarck fu molto “secco” nel varare delle leggi anti-socialiste anche per diversi anni imposero dei limiti al diritto di associazione, e alla libertà di stampa, ma Bismarck capii che negando questo alla componente socialista, e per evitare che queste privazioni potessero animare delle rivoluzioni interne allo stato, si impegnò per produrre una legislazione sociale avanzata che ricordò: assicurazioni sul lavoro, la previdenza, anche perché la protezione di questo settore era molto importante in un paese in cui lo sviluppo industriale aveva un ritmo impetuoso e che era funzionale e indispensabile al rafforzamento del paese stesso, quindi la legislazione sociale fu per Bismarck anche uno strumento per sottrarre alla propaganda socialista la capacità di aggregare la classe operaia questo meccanismo(cioè di esclusione e di contenimento del socialismo ma anche di aggregazione di quelle parti attraverso le legislazioni sociali, si ruppe, nel 1890 quando Bismarck fu dimesso dal nuovo sovrano Guglielmo II, e questo comportò l’esplosione del partito socialista tedesco che divenne più grande della Germania. IN FRANCIA ANCHE QUI CI FU UN’ACCENTUAZIONE DELL’ASPETTO AUTORITARIO E REAZIONARIO CHE EBBE COME PROTAGONISTI GLI AMBIENTI LEGATI ALL’ESERCITO, e quelli legati alla componente monarchica e alla componente cattolica. QUESTE SPINTE REAZIONARIE, che si tradussero anche in deliri di paura di sobillazioni interne, oppure di complotti, fu simbolicamente esplicitato nel Afferdeyfus FILM che racconta di questo caso ->ALFRED DEYFRUS, era un capitano dell’esercito ebraico che in seguito a una vicenda che aveva a che fare con la falsificazione di documenti fu ingiustamente accusato di spionaggio, a favore della Germania ( francesi ritenevano che questo capitano dell’esercito fosse una spia tedesca infiltrata, e per questo motivo subì una condanna alla deportazione, ma in realtà Alfred era un ebreo, e fu l’oggetto di una campagna antisemita e militarista che prese piede in Francia, e poi questo fu un caso in Francia tant’è vero che l’opinione pubblica si mobilitò capendo che in realtà si stava trattando di un iniziativa antisemita e non di un accusa giusta, fu avviato un processo in cui fu dimostrata l’innocenza di questo ufficiale, e questa presa di coscienza che fu alimentata dalla sinistra dall’azione di molti intellettuali francesi come Emil Zolà che si schiero a favore della revisione del caso di Alfred ne fu conseguenza un consolidamento delle istituzioni democratiche, tant’è vero che nel 1899 alla fine del secolo ci fu una vittoria alle elezioni del fronte di sinistra (repubblicani e appoggiato da socialisti) cioè questo caso di Alfred divenne un caso clamoroso perché rappresentò il simbolo di quella involuzione antisemita e militarista della Francia della fine del secolo ma grazie all’azione di una componente intellettuali, e opinione pubblica proprio il ripensamento dell’afferdefus con il processo e l’assoluzione dei Alfred consentì a un rafforzamento di queste istituzioni democratiche, ribadito dalla vittoria del fronte democratico nelle elezioni del 1899. GRAN BRETAGNA visse anch’essa una pace stabile, in cui il sistema politico fu segnato dall’alternanza tra i liberali wighs e i toreis in cui come abbiamo visto ci fu un’attenzione sempre più importante rivolta alle riforme d’impronta democratica (quindi all’estensione del corpo elettorale) ma anche in gran Bretagna come in tutte le potenze europee insistevano elementi interni di criticità e qui l’elemento critico della gran Bretagna fu rappresentato ancora per un pò dalla questione dell’Irlanda dove, era attivo un movimento patriottico di ispirazione cattolica, che aspirava all’autonomia, rispetto alla gran Bretagna e che preoccupò a momenti alterni la corona inglese, in quanto le aspirazioni indipendentiste non erano soltanto caratterizzate da proteste politiche ma non poche volte si manifestavano attraverso attentati terroristici. Fu una questione discussa ampiamente all’interno del parlamento inglese, che rimase ancora per un po di tempo irrisolta e che diventò una delle “spine nel fianco” ancora per un pò di tempo della monarchia inglese. ITALIA L’Avevamo lasciata con la fine dei governi dell’esperienza dei governi della destra storica, e avevamo spiegato come i governi della destra storica si assunsero il compito molto impegnativo di trasformare la rivoluzione nazionale in nazione, e cioè di consolidare il risultato nazionale e accennammo come, questo risultato ebbe come obbiettivo principale il pareggio di bilancio, che fu l’obiettivo più importante per la destra storica, che per ebbe un costo in termini di consenso molto alto, tant’è vero che nel 1876 75 le elezioni fotografarono la perdita del consenso della destra storica a favore di un nuovo protagonismo della sinistra storica nelle elezioni. Nel 1876 assunse la carica di presidente del consiglio AGOSTINO DE PRETIS il quale inaugurò un ciclo: quello della sinistra storica al governo. SINISTRA STORICA; la destra era quella componente liberal moderata legata alla tradizione di Cavour, la sinistra storica era invece un raggruppamento politico, in cui convivevano sia figure che dal repubblicanesimo piu spinto erano approdate a posizioni filomonarchiche prima dell’unità, ma anche ex mazziniani, che avevano “digerito” l’alleanza con la monarchia come strumento con cui conseguire l’unificazione della penisola, il completamento della unificazione che fu uno degli argomenti politici che animò più degli altri la sinistra, infatti questo argomento anche negli anni della destra storica la sinistra lo portò nel dibattito parlamentare, insieme all’altro argomento di MILITANTI della sinistra storica che era l’introduzione del suffragio generale, quindi una volta al governo de Pretis insistesse particolarmente proprio sull’estensione del diritto di voto, a cui affiancò altri due obiettivi: riforma scuola elementare, e abolizione della pasta sul macinato, queste tre promesse furono delle promesse mantenute solo in parte, tieni presente che de Pretis fu presidente del consiglio quasi ininterrottamente per quasi un decennio, fino al 1887, la riforma delle scuole elementari iniziò con la cosiddetta legge coppino (ministro che se ne fece
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