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secondo parziale sociologia dei processi culturali, Appunti di Sociologia Dei Processi Culturali

riassunto per il secondo parziale di sociologia dei processi culturali con il prof. Allodi. argomenti: weber, scuola di Francoforte, funzionalismo, Sorokin, bauman.

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 20/03/2023

sofiiia28
sofiiia28 🇮🇹

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Scarica secondo parziale sociologia dei processi culturali e più Appunti in PDF di Sociologia Dei Processi Culturali solo su Docsity! Max Weber è un sociologo che rompe con il positivismo. La sociologia di Max Weber si concentra infatti per lo più sull’analisi dell’azione sociale. L'uomo moderno esce dall'incanto in cui per molti anni era rimasto. Questo produce progresso di tipo scientifico, ma è anche alla base di una serie di problemi che affliggono l'uomo di oggi, per i quali Weber usa una metafora che sarà ripresa da tutti i sociologi→ la GABBIA D’ACCIAIO. La società nella quale l'uomo contemporaneo vive si trasforma in una sorta di gabbia d’acciaio. La razionalità che prevale in sta società non è più quella classica, teleologica, ma è una razionalità dei mezzi, degli strumenti: è una razionalità strumentale. Weber individua infatti una tendenza profonda nella società contemporanea che si chiama processo di razionalizzazione, civilizzazione tecnico scientifica, razionalità strumentale. Le 4 aree che racchiudono gli studi di Weber: -Opere di storia: era un esperto di storia antica, soprattutto di storia romana -Studi di metodologia e filosofia -Sociologia della religione: resta incompiuta. Di questa area di ricerca fa parte l’opera: “L'etica protestante e lo spirito del capitalismo”, ossia un'indagine sullo spirito del capitalismo. -Sociologia generale: Economia e società. L’azione sociale Weber fa una classificazione relativamente ai tipi di azione sociale. Secondo Weber tutte le azioni che si osservano sono riconducibili a quattro tipi essenziali di azioni: 1. azione razionale rispetto a uno scopo razionale: È l’azione che corrisponde all’azione mirata al compimento di un progetto. In questa azione, che sarà definita “razionalità di tipo strumentale” Weber ha in mente l'atteggiamento tipico dell'uomo di oggi, la cui attenzione è concentrata nel curare perfettamente i mezzi e gli strumenti che consentono di perseguire quello scopo. In queste azioni l’azione in sé sta infatti nel predisporre i mezzi che consentiranno di raggiungere quell’obiettivo. Non sono grandi ideali ma obiettivi limitati. l’esaurimento del fine è legato al metodo che si utilizza. Questa azione nei secoli tende a prevalere su ogni altro tipo di azione, tende a fare dell’uomo moderno un razionalista. 2. azione razionale rispetto al valore: Il soggetto tende ad agire razionalmente, ma in riferimento a dei valori ultimi (politici, etici, religiosi, estetici). Il pacifista per esempio è una persona che agisce in questo modo, perché ha il senso di realizzare un valore per il quale è disposto a rimetterci la vita. Pur di realizzare quel valore si tende a usare meno degli strumenti per perseguirli perché l'obiettivo è tutto su un certo valore (es. Non fare la guerra nel caso del pacifista).→ Prospettiva assiologica (ciò che ha valore, non che è valido dal punto di vista razionale). 3. azione affettiva: corrisponde all’azione dettata immediatamente dallo stato d’animo o dall’umore del soggetto in determinate circostanze; Weber chiarisce però che ci sono abiti della società nei quali questo agire affettivo non è ammesso. 4. azione tradizionale: è l’azione dettata da abitudini, credenze, che diventano nell'uomo una seconda natura. Il soggetto, per agire secondo la tradizione, non ha bisogno di rappresentarsi un fine, né di concepire un valore, né di essere agitato da un’emozione: obbedisce semplicemente a riflessi radicati in una lunga pratica. Nella pratica concreta non è detto che un'azione sia totalmente razionale rispetto allo scopo, o totalmente razionale rispetto al valore. La teoria della scienza 1. In che modo agisce uno scienziato? Weber dice che lo scienziato agisce secondo la prima azione, ossia agisce razionalmente in rapporto a uno scopo preciso: il suo obiettivo è raggiungere una descrizione oggettiva della realtà. La verità alla base di questa azione è quella della verità scientifica. Ciò che lo scienziato fa è raccogliere dati, rilevare rapporti di causalità e formula e dare interpretazioni che abbiano carattere di universalità. 2. Nello scienziato esiste però anche una dimensione di valore, assiologica. Essa è però connessa comunque alla pratica scientifica. La ricerca scientifica è, pertanto, un esempio eminente di azione razionale in rapporto ad un fine e di azione razionale in rapporto ad un valore, quale è la verità. C’è una concezione della scienza di tipo probabilistico. Per Weber la scienza non può mai pervenire a una definizione assoluta della realtà, ma sempre limitata, correggibile, integrabile, superabile, cosa che con Comte invece non succede perchè egli crede che nel terzo stadio il metodo empirico scientifico sarà così perfetto che potrà accedere alla perfezione e prevedere la storia futura. I tratti peculiari della verità scientifica sono: - Oggettività: astensione da giudizi di valore - Incompiutezza: la scienza è in perenne divenire Critica a Marx Weber è per il pluralismo metodologico. La sua critica a marx sta nel fatto che secondo Weber non è sempre l'economia a determinare ogni struttura della società, nonostante in certi momenti abbia un ruolo fondamentale. L’errore di Marx è stato quindi aver assolutizzato questa posizione e aver pensato che la storia sia sempre determinata dall’economia. Weber invece non è affatto convinto che ci sia un gruppo di fattori che determina sempre tutti gli altri fattori della realtà sociale. Le scienze storico-sociali La razionalità è parte integrante ed essenziale anche delle scienze della storia e della società, ma ciò che le differenzia dalle scienze naturali è il loro essere COMPRENDENTI. Il comportamento umano, invece, viene compreso in modo immediato, la sua intrinseca intelligibilità proviene dal fatto che tutti gli uomini sono esseri coscienti. - Inoltre le scienze storico-sociali si riferiscono alla cultura e sono, appunto, storiche, interessandosi ai fenomeni storici nella loro singolarità e definitività. Loro ambito d’indagine è il corso storico ma anche la società (sociologia) ricostruita concettualmente a livello di istituzioni sociali e loro funzionamento Dierenze tra scienze della natura e storico-sociali Weber fa una distinzione tra scienze della natura e scienze dello spirito (scienze storico-sociali). - Scienze naturali→ nomotetiche. Le scienze naturali studiano fenomeni diversi per pervenire a una legge generale. usano il metodo della spiegazione causale. - Scienze dello spirito→ ideografiche, (sono scienze storiche) cioè scienze del particolare, non dell’universale, hanno a che fare con la singolarità degli eventi. Devono comprendere l'azione storica nella sua particolarità, a partire dal senso che essa ha dal punto di vista dell'attore sociale che l'ha compiuta. Gli aspetti storici sono sempre singolari così com’è singola l'esistenza di ogni individuo. Per Weber, la differenza principale tra scienze della natura e storico-sociali risiede nei fini conoscitivi del ricercatore. Le scienze naturali non condividono l'orientamento verso l'individualità caratteristico delle scienze storico-sociali, le quali, a loro volta, non intendono l’individuo come caso particolare di una legge universale, ma come ente che agisce secondo la propria particolare intenzionalità. Giudizio e rapporto ai valori Weber distingue tra: Tutto il pensiero causale di Max Weber si esprime in termini di probabilità e di possibilità. La teoria della causalità è e vuole essere in Weber una critica dell’interpretazione materialistica della storia. Non esiste, per Weber, un elemento della realtà che sia determinante rispetto agli altri. Critica al monocausalismo di Marx Weber dice che Marx relativamente a certi contesti storici potrebbe aver sviluppato una relazione corretta, che va dall'economia alla religione e non viceversa. Ma marx commette un errore, ossia la generalizzazione di questa applicazione a ogni ambito storico e sociale. Secondo Weber l'approccio di Marx non è del tutto sbagliato, ma è inadeguato e parziale. Monocausalismo: individuare un'unica causa o un unico gruppo di fattori che spiega la storia. Nel caso di Marx questo gruppo di fattori è relativo alle condizioni di lavoro, Marx è convinto che la struttura economica, i rapporti di produzione ecc siano l'elemento che ci consente di spiegare ogni altro gruppo di fattori (filosofici, religiosi, politici ecc). Weber esce da questo monocausalismo ma egli non vuole sostituire un'interpretazione causale di tipo materialistico con un’altra concezione, che sarebbe altrettanto unilaterale. Questione dei valori Weber affronta questa questione da kantiano, ma lasciando aperti una serie di problemi che lo porteranno a essere accusato di essere un nichilista. Weber sviluppa una CONCEZIONE VOLONTARISTICA dei valori. Secondo Weber, i valori sono creati dagli uomini e non sono né nel mondo sensibile né in quello trascendente. Politeismo dei valori Mentre per Scheler i valori sono qualcosa di oggettivo e valido in se stesso, valido a prescindere dal riconoscimento che facciamo di sta validità. Dopo Nietzsche cambia la concezione di valore, perché nasce l'atteggiamento di costruttivismo, ossia i valori sono costruiti dall’uomo. Weber rompe con la tradizione platonica aristotelica classica e aderisce a una concezione costruttivistica e quindi relativistica della verità, che sì esiste, ma è costruita dall’uomo. Per questo parla di politeismo. Non esiste solo una tavola di valori che ogni civiltà deve riconoscere, ma tante differenti gerarchie di valori, senza oggettività, esistono una molteplicità di valori. Su questa interpretazione di weber vicina a Nietzsche gli studiosi si dividono. Alcuni studiosi sostengono che Weber dice queste cose solo perché ha davanti a sé un'epoca che è quella del politeismo dei valori, un’epoca disgregata. Scheler dice che ogni cultura tende enfatizzare al massimo un sapere rispetto che un altro. L'occidente ha enfatizzato troppo il sapere positivo, trascurando gli altri. Il fatto che l'occidente faccia ciò non implica che gli altri saperi non siano validi e necessari. Altre civiltà hanno fatto il contrario, per esempio quelle indù hanno enfatizzato al massimo il sapere religioso trascurando quello scientifico. Politeismo dei valori: ognuno è costretto a scegliere tra valori, in ultima istanza, incompatibili tra loro. SOLUZIONE: La soluzione che dà Weber è una non soluzione. Dal politeismo dei valori, dalla molteplicità delle condizioni non se ne esce→ visione drammatica perché perde di vista la possibilità che esistessero dei valori comuni ai quali tutte le civiltà possono riferirsi. Antinomia del pensiero weberiano Secondo weber l'uomo, anche la politica, è diviso tra due principi: - l'etica della responsabilità è l’etica tipica del politico. L’etica che a prescindere dalle convinzioni cerca di capire l'effetto delle proprie scelte. Con atteggiamento strategico, egli valuta razionalmente le decisioni possibili e le relative conseguenze, riconduce l’intero agire ad un rapporto fini mezzi. non agisce solo in nome dei valori ma anche delle conseguenze. - l'etica della convinzione: è l'etica che muove i pacifisti, i missionari, ossia persone che agiscono in nome di un ideale. È una razionalità rispetto ai valori. È un comportamento razionale, spiegabile razionalmente solo quando comprendo il valore che muove questa persona. Questa etica sacrifica all’impulso la valutazione delle conseguenze. Nella realtà weber dice che l'etica della responsabilità muove il politico, ma il politico vero è mosso dalla fedeltà alla proprie convinzioni, quindi ha anche un’etica della convinzione. L’etica protestante e lo spirito del capitalismo Come nasce la tesi weberiana che collega il calvinismo alla nascita del capitalismo? Questa tesi nasce dagli studenti di weber. Egli usa delle statistiche, delle indagini sviluppate da giovani ricercatori e da queste statistiche emergeva una cosa che lo colpì, ossia egli si accorse che in certe aree dell'europa, dove c’era forte concentrazione di impresa e quindi di proprietà imprenditoriale, in queste stesse aree erano prevalentemente abitate da protestanti: protestanti calvinisti. A partire da questa ipotesi Weber cerca di capire se c'è un collegamento culturale o scientifico tra il calvinismo e la nascita dello spirito capitalistico. Weber nota inoltre che in Germania in quei secoli che lui studia ossia il 500, i cattolici avevano una partecipazione inferiore alla vita economica moderna rispetto ai protestanti. Sono indizi che suggeriscono l'idea di approfondire questo legame che potrebbe essere causale tra questi due terreni. Spirito del capitalismo Weber inizia a studiare le memorie scritte da alcuni grandi personaggi come benjamin franklin. Cerca di capire cosa significhi spirito del capitalismo. Lo spirito del capitalismo è una concezione complessiva della realtà, del mondo perché secondo weber e contrariamente alla concezione di tutti, l’ethos capitalistic è un ethos anti eudemonistico e antiedonistico. Eudemonia: ricerca della felicità. TESI di Weber: studiando questi documenti storici e memorie letterarie, ci si rende conto che questi imprenditori non sono mossi né dalla ricerca di una ricchezza illimitata per se stessi e in vista anche di una sua utilizzazione pratica per raggiungere la felicità, cosa tipica di forme di capitalismo che c'erano nell’antichità. Il capitalismo di altre civiltà non aveva sto ethos anti eudemonistico. Ciò significa che il capitalista è mosso da un’altra concezione. Il capitalista non accumula ricchezza per goderne, ma per uno scopo che Weber con la sua ricerca cerca di capire. Il guadagno non è più inteso come mezzo, ma come SCOPO DELLA VITA dell’uomo. Uno scopo che ha una radice religiosa secondo Weber. Nell’idea del calvinista di dedicarsi agli affari c’è soprattutto un idea di dovere. D’altra parte Weber ha voluto provare che le concezioni religiose sono effettivamente una delle cause determinanti dei comportamenti economici e di conseguenza, una delle cause delle trasformazioni economiche della società. Il capitalismo entra in conflitto con quello che Weber chiama tradizionalismo economico→ era un'economia di sussistenza, ossia l’uomo non mira ad accumulare ricchezza oltre il necessario, ma punta semplicemente alla sopravvivenza. Con il capitalismo c’è invece accumulazione di ricchezza ma che è l'effetto indiretto di una vocazione, di un atteggiamento spirituale nuovo. → LAVORO COME VOCAZIONE (beruf)- Il lavoro diventa quindi vocazione. Nella condotta dell'imprenditore capitalista c’è un elemento ascetico. ASCETA: della sua ricchezza non ricava nulla per se stesso tranne il compimento del suo dovere personale. Egli rifugge dal godimento della propria ricchezza e potenza. L’ascesi mondana Col calvinismo nasce secondo weber un nuovo concetto di ascesi. Mentre il cattolico si dedica all’ascesi ossia si dedica a Dio come ha fatto San Francesco che lascia il mondo, si priva di ogni piacere. Questa è l’ascesi in senso mistico, ed è volta alla conoscenza di dio e favorire il cammino di avvicinamento a dio stesso. Nel protestantesimo questa ascesi cambia di significato e viene chiamata ascesi mondana, ossia vista all'interno del mondo stesso. Il calvinista è sì una scelta, ma che non abbandona il mondo, ma vive la sua vocazione religiosa dedicandosi all'attività economica. Per spiegare cosa spinge il calvinista a vivere questa nuova forma di ascesi chiamata mondana, c’è l'idea di weber di studiare e approfondire il significato teologico della confessione di westminster del 1647 dove trova consacrati i principi della teologia calvinista. Punti della confessione di Westminster e le origini dello spirito del capitalismo I 5 punti della confessione di Westminster racchiudono la tesi di Weber e il calvinismo: Tesi 1→ “esiste un Dio assoluto e trascendente che ha creato il mondo e lo governa, e che lo spirito finito (limitato) degli uomini non può cogliere”. Per i cattolici conoscere dio è possibile. I sacramenti sono strutture di mediazione, con ci si può avvicinare a dio stesso. Tutto questo, compresa la mediazione, nel calvinismo non c’è. il sacerdote come mediatore nel calvinismo scompare. Il primo dato è quindi che il calvinista è in una incredibile solitudine. Tesi 2→ “questo dio onnipotente e misterioso ha predestinato ognuno di noi alla salvezza o alla dannazione, senza che con le nostre opere noi possiamo modificare un decreto divino già deciso”. Il calvinista si dedica all'attività economica per comprendere se egli fa parte di una categoria o dell’altra. Ma queste categorie le ha stabilite Dio nella sua onnipotenza fin dalle origini dei tempi, dove ha appunto deciso che alcuni sono dannati, altri eletti. L'affermazione del punto 2 getta l'uomo religioso in un'angoscia sconfinata perché si chiede a quale categoria appartiene. quest’angoscia vissuta dal calvinista lo porta a ricercare nell'attività economica la sua elezione o non elezione davanti a Dio, ossia capire se è un prescelto o meno. L'uomo si dedica agli affari a causa di una spinta religiosa. Tramite il successo economico capisce quindi a cosa appartiene. Tesi 4→ “L’uomo, qualunque sia il suo destino, ha il dovere di lavorare per la gloria di Dio”. c’è il concetto di vocazione, ossia qualcosa per la quale si è chiamati da Dio stesso Tesi 5→ “la salvezza è un dono totalmente gratuito della grazia di dio”. Conclusioni→ Weber sostiene che il calvinista viene a conoscenza della volontà di dio sulla sua vita attraverso il successo economico, ma NON si salva attraverso esso. Le opere NON salvano nel calvinismo, servono solo a comprendere qual è stata la volontà di dio a cui egli li ha destinati (se alla salvezza o alla dannazione). È una decisione già presa dalla quale non ci si può salvare e non la si può condannare. La razionalizzazione Uno dei temi centrali della sociologia weberiana è quello della razionalizzazione. Secondo Weber la storia dell'uomo è segnata da un processo irreversibile e al quale nessuna cultura e società può sfuggire. Egli chiama questo processo “razionalizzazione”. Una tappa di questo processo è il protestantesimo, lo spirito del capitalismo che si afferma nel protestantesimo europeo. L'uomo non guarda più la natura come era concepita dall'uomo arcaico, antico. La natura diventa qualcosa che si può manipolare, sfruttare. Questo processo ha prodotto grandi risultati materiali, ma ha anche prodotto una sorta di impoverimento simbolico della realtà e della vita. I grandi problemi ecologici sono legati a questo problema di mutamento di immagine della natura. L'uomo pensa sia possibile sfruttare la natura solo quando muta la sua concezione della natura. Entra in gioco qua la filosofia di cartesio, la sua distinzione tra rex cogitans e rex extensa→ l'uomo da una parte e la natura dall'altra, mentre nella natura classica essi erano un tuttuno. La natura aveva un’anima, un finalismo proprio. Quando si modifica la visione della natura essa perde il suo finalismo interno. La sintesi di questa idea c’è in heidegger. Egli dice che l'uomo moderno è l'uomo che davanti a uno spettacolo della natura non pensa a contemplare l'immagine, ma a come sfruttare la natura, con tutti i problemi che ne derivano→ L'uomo moderno pensa di poter sfruttare la natura in modo illimitato. Weber guarda tutto ciò con pessimismo: pessimismo culturale. Questa razionalità che è quella per cui si ha la possibilità di sfruttare al meglio il mondo animale, è una razionalità di tipo strumentale→ razionalità rispetto a uno scopo, non a un valore. Aspetti della sociologia politica di weber Definizione di POLITICA→ insieme di comportamenti umani che implicano il potere dell'uomo sull'uomo. POTERE→ È la la probabilità che gli ordini impartiti vengano eseguiti Weber elabora 3 fondamentali tipi di potere e usa come criterio della classificazione la fonte di legittimazione. Ogni potere ha una propria fonte di legittimazione. Il paradosso è che l’Illuminismo viene meno al suo compito di liberare il soggetto: gli individui sono annullati nel sistema economico e politico in quanto ridotti a cose. Invece che la liberazione si ha l’estraniazione. I francofortesi propongono una concezione della ragione che è dialettica. Solo attraverso un metodo dialettico posso comprendere la realtà sociale nelle sue contraddizioni. “Dialettica” → l'illuminismo deve usare la ragione per uscire dalla condizione di minorità, debolezza, inferiorità rispetto al potere che nella sua logica domina la società. Il punto di partenza dell'illuminismo → nel liberare l’uomo commette un errore ossia assolutizzare la ragione, ossia la ragione che è la ragione di dominio, strumentale. La ragione diventa un mito che si sostituisce a altri miti, se l'uomo è ridotto a pura ragione c’è il sadismo, che è una conseguenza. Il mondo capitalista è l'espressione della ragione che si riduce a pura tecnica e quindi tradisce se stessa.Adorno dice che l'illuminismo viene meno al compito che si era dato ossia quello di liberare il soggetto.→ estraneazione. Non c’è salvezza senza illuminismo L’Illuminismo ha quindi prima illuso e poi tradito gli uomini? -Da un lato: l’Illuminismo va criticato per le speranze deluse -Dall’altro: bisogna elaborare – mediante la sua critica - un pensiero positivo su di esso che lo liberi dalle logiche di dominio. Habermas esprime questa idea quando dice che il progetto moderno è un progetto che seppur fallito nella sua prima fase resta incompiuto. C’è una parte incompiuta nell'illuminismo che va realizzata, quindi occorre fare una critica alla ragione, ossia una critica illuminista all’illuminismo. Solo questa critica fa comprendere gli errori. cosa intendono quindi horkheimer e adorno per “illuminismo della dialettica? la ragione deve essere una ragione che critica a se stessa, in questo modo fa un confronto con la società ed è quindi in grado di comprendere gli errori che ha compiuto e salvare se stessa. È proprio la presa di coscienza di sé che salva l'Illuminismo da se stesso. Critica alla società moderna il capitalismo moderno ha diffuso la sofferenza: ora essa non è più concentrata in un luogo specifico, la fabbrica; non è vissuta da un soggetto sociale particolare, la classe operaia. La società moderna è quella che più di tutte appare come totalità: la logica del dominio, infatti, non è più confinata in un luogo specifico e si diffonde in tutto il corpo sociale, andando a contaminare ogni più piccolo rapporto. Tutto ora diventa merce, anche la cultura diventa merce. Secondo Adorno, la caratteristica tipica della nostra società è la perversa combinazione di alienazione e razionalizzazione. La società moderna anche nelle sue forme democratiche dicono horkheimer e adorno ha qualcosa di totalitario. Cinema, giornali, radio ecc in realtà secondo loro sono un'industria che tende a sviluppare forme di manipolazione dell’uomo.→ propaganda. Società americanizzata Pur avendo beneficiato dal loro esilio, hanno criticato la società americanizzata. La società dei consumi tende a narcotizzare l'individuo e privarlo della libertà. Società dei consumi=società americanizzata=consumo di massa. Consumare diventa la forma della gratificazione collettiva sulla quale si regge l'ordine sociale che si era già sviluppata nel fascismo. Il consumo culturale di massa è un esempio tra i più significativi di questa nuova capacità del sistema produttivo di trasformare ogni cosa e merce. Strukturalfunzionalismus è la scuola più tipica della sociologia americana, anche se la prima influenza di Parsons è europea. Parsons, il maggior esponente dello strukturalfunzionalismus una volta finiti i suoi studi in america (anni 20), prima approda alla London school e dopo va a studiare per conseguire un dottorato di ricerca ad Heidelberg. Tra l'Inghilterra e Heidelberg, parsons è influenzato dalla antropologia sociale inglese e anche dalla sociologia di Weber. Il tema che interessa a Parsons è il tema dell'integrazione. → Egli vive nella società degli anni 50, che presenta aspetti di una società multietnica, il problema per Parsons è studiare le condizioni di equilibrio di una società la cui complessità strutturale aumenta, quindi di una società moderna. L'aspetto olistico fu duramente criticato. L’anticonformista è un disadattato secondo parsons. Parsons si rende conto che non tutti si conformano alle regole. Per Parsons non si dà azione se non per conformarsi ad alcune norme. La CULTURA per parsons → quando parsons identifica la cultura come interiorizzazione di norme esterne all’uomo, la priva di una vitalità che invece deve essere collegata più all'individuo e la sua capacità critica. Io interiorizzare norme già decise e quindi l'individuo è visto come passivo e conformista. Gli attori sociali per Parsons hanno come compito l’adattamento. Parsons spiega l'ordine sociale ma non riesce più a spiegare il mutamento sociale ossia le ragioni per cui una società si modifica. Se gli individui sono conformisti la società non può modificarsi. Il funzionalismo Il funzionalismo è un paradigma sociologico, un orientamento di pensiero che intende la società in termini olistici. Studia infatti ogni società come una totalità di strutture sociali e culturali, costumi, credenze, etc., tra loro interdipendenti, ciascuna delle quali fornisce un particolare contributo (chiamato funzione) a favore del mantenimento di una o più condizioni essenziali per l’esistenza e la riproduzione del sistema sociale. La società è visto come un organismo che grazie alla propria organizzazione riesce a rapportarsi all'ambiente in modo tale da tenersi in vita. In sociologia, Durkheim può essere visto come un precursore del funzionalismo. Egli, anche se supera l'organicismo comtiano, nel suo concetto di solidarietà organica pensa alla società vista come un grande organismo. A proposito di questa prima fase del suo lavoro, possiamo perciò parlare di funzionalismo organicista. Parsons intende liberare il concetto di funzione da ogni possibile riferimento alla metafora organicista: la società non deve essere più pensata come un grande corpo e la teoria deve raggiungere un grado di astrattezza tale da superare ogni metafora. Il funzionalismo punta così ad assumere la forma di una teoria la cui astrattezza dovrebbe fornire un modello teorico - la grande teoria - capace di spiegare il modo in cui si costituisce, si mantiene e si sviluppa la società. Le critiche al funzionalismo 1. il suo astoricismo→inclinazione a ragionare unicamente in termini sincronici. 2. orientamento conservatore → primato attribuito all’equilibrio, all’omeostasi allo status quo (momento attuale). 3. Prevalente interesse per il problema dell’ordine (Hobbes), dell’integrazione, e non del conflitto. 4. peso eccessivo attribuito ai ruoli (istituzionali), ai sistemi chiusi, facendo così nascere l’incapacità di comprendere i fattori interni, endogeni, che invece producono mutamento dei sistemi sociali. A queste obiezioni, il funzionalismo risponde: Il problema dell’ordine e dell’integrazione non è né conservatore, né progressista. Anche le società e i sistemi nati da rivoluzioni, hanno il problema di una stabilizzazione di un nuovo ordine sociale (vedi: Russia sovietica con Stalin; Cina popolare). Definizione di funzione «Contributo particolare oggettivamente fornito da un processo o una componente strutturale (es. un ruolo, una istituzione, una norma, un gruppo) al mantenimento o al conseguimento di uno stato specifico di un determinato SISTEMA SOCIALE, o di una sua parte. Una interdipendenza che sia misurabile empiricamente» (L. Gallino, Diz. di Sociologia, Utet) . Durkheim ha in mente l'organismo biologico quando pensa a questa definizione. Le funzioni che vengono svolte sono diverse così come le funzioni dell'organismo umano svolgono funzioni diverse e servono tutte per tenerlo tutto in vita. Talcott Parsons (1902-1979) Parsons è il maggior esponente dello strukturalfunzionalismus. Opere di maggior rilievo→ coincidono con le fasi del pensiero di Parsons. 1. struttura dell’azione sociale (1937). È ancora evidente l'influenza di weber, di marshall e anche di durkheim ma in forma ancora attenuata. 2. il sistema sociale (1951)→ si imbocca la strada della teoria dei sistemi sociali. Dimentica weber e enfatizza l'importanza dei modelli normativi a cui aveva pensato durkheim. 3. working paper in the theory of action (1953). In questa fase Parson tende a raffinare la sua teoria dei sistemi sociali→ schema agil Tipi di funzione: Alla base del funzionalismo c'è il concetto di funzione. Possiamo pensare a due modi di intendere tale concetto: -In senso biologico→ la funzione indica un'attività utile al mantenimento in vita dell'organismo: ad esempio, la funzione respiratoria serve a raggiungere una serie di obiettivi fondamentali per la vita. Funzione è un concetto astratto e non coincide con un organo specifico: essa prescinde dalla cosa materiale che la attua. -In senso matematico→ la funzione è la relazione tra variabili. Quest’ultima è la concezione che ha Parsons. il concetto di funzione è quindi ancora più astratto, perché indica il semplice fatto che esiste una relazione tra variabili, come nella formula y =f(x) . Egli rifiuta la metafora organicista, questo perchè la società non va più pensata come un grande corpo ma come un “sistema sociale”in cui è importante capire come le parti si armonizzano, Il funzionalismo vuole fornire un modello teorico astratto – “la grande teoria” capace di spiegare come una società si costituisce e si sviluppa, questa teoria è applicabile a ogni società. Sistema, struttura, funzione e processo Quali processi garantiscono la stabilità di una società nel tempo? Concetti base del funzionalismo: -La SOCIETA’ è un sistema sociale ossia un insieme strutturato e non contingente (astratto) di relazioni tra ruoli istituzionalizzati (medico-paziente, docente-studente). Struttura è, a sua volta, la forma relativamente stabile che assumono le relazioni tra le parti del sistema. Per fare un esempio: se ho un mucchio di libri sparpagliati alla rinfusa sul mio tavolo non ho un sistema strutturato; per ottenerlo, devo dare a tale insieme disordinato una relazione stabile tra i vari elementi. Potrò inserirli in una libreria ordinandoli a seconda dell'argomento, oppure dell'autore, o della casa editrice e così via. Ognuna di queste alternative costituisce una struttura che trasforma l'insieme disordinato di libri in un sistema. Sistema, struttura, funzione e processo sono perciò i concetti base del funzionalismo: si spiega il primo se si è in grado di spiegare come possa persistere la struttura che lo identifica -La struttura è quindi la forma stabile che le relazioni tra le parti del sistema (ruolo sociali) assumono. -La struttura mantiene la sua funzionalità attraverso dei processi (processo di interiorizzazione), permette così di permanere nel tempo. Punti salienti del pensiero di parsons 1.Ricerca di una teoria generale della società (“Grande teoria”) → Si chiede cosa garantisce che gli uomini seguano le regole della società, cosa garantisce che siano cooperativi e facciano funzionare la società 2.L’individuo si integra nella società mediante l’interiorizzazione di valori sociali. 3.Il modello di evoluzione sociale si basa sul concetto di differenziazione funzionale. Metodo Ciascuno di questi sottosistemi svolge una funzione di mantenimento del sistema stesso. In ogni sistema vi sono dei sottosistemi: il sottosistema è contenuto nel sistema ma a sua volta diventa sistema avente altri sottosistemi (effetto matriosca). la dierenziazione funzionale Parsons elabora uno schema evolutivo delle società: Il processo di differenziazione funzionale Esso consiste nella diversificazione degli elementi della società in base alla funzione che hanno o al compito che devono svolgere. Tale processo spiega l’evoluzione storica delle società e quindi giustifica l’emergere della società moderna. Il motore del processo/del cambiamento è il sistema delle credenze e dei valori. La società moderna Sistema di credenze della società moderna = individualismo La natura dei valori sociali condivisi cambia radicalmente rispetto alle società pre-moderne dove i valori erano prescritti in modo rigido. Nella società moderna non si interiorizzano comportamenti dettagliati ma criteri generali d’azione proprio perché l’individuo è più libero di scegliere tra alternative funzionalmente differenziate. Una vita avventurosa La vita di sorkin è stata una vita avventurosa, iniziata in un villaggio di contadini ed è finita ad Harvard. Ha trascorso la vita da insegnante, contadino, impiegato e rivoluzionario. Per 6 volte fu incarcerato, una volta rimase addirittura in attesa di fucilazione. Nel 1922 Lenin lo mette infatti di fronte a un bivio: o accetta l'esilio oppure se pensa di rimanere in patria per lui c’è qualcosa di peggio della prigionia ossia una fucilazione immediata, poiché egli faceva parte dei menscevichi. Sorokin come altri intellettuali è costretto a lasciare la russia. Dopo viene chiamato negli Usa e gli viene offerta una cattedra. Dopo 6 anni il preside di Harvard lo chiama per creare il primo dipartimento di sociologia di quell'università, operando un autentico rinnovamento della sociologia nordamericana. OPERE: - “La dinamica sociale e culturale” è l'opera più importante di Sorokin. La scrisse quando dirigeva il dipartimento di sociologia di Harvard. - “La crisi del nostro tempo” - “L'energia misteriosa del lavoro” - “Mode e utopie nella sociologia moderna e scienze collegate”, 1965 Nel 1916 quando lasciò la Russia (qua si dedicava all’attività politica) per la prima volta per sfuggire a un arresto, accompagnò un suo amico in un sanatorio che si trovava in italia. Tre tipi di conoscenza In modo simile a Scheler ammette la presenza di tre tipi di CONOSCENZE: -conoscenza sensoriale→mediante gli organi sensoriali l’uomo conosce i dati esterni -conoscenza razionale → conoscenza della realtà mediante la ragione discorsiva\filosofica, che si esprime soprattutto nella scienza matematica -conoscenza super razionale→ conoscenza ottenuta per mezzo di intuizione super razionale, mediante la quale si colgono i valori supremi e divini irriducibili al razionale. Questa conoscenza si manifesta nella spiritualità umana, arte, religione e morale C’è una ripresa di comte e scheler ma senza l'esclusivismo di comte. Per sorokin questi 3 tipi di sapere sono presenti in tutte le epoche storiche perché corrispondono a tre diverse esigenze della natura umana stessa e sono caratteristiche di essa. Nessuna forma di conoscenza può eliminare le altre, anche se ciascuna può prevalere sulle altre. Il passaggio dal primo al terzo stadio non è un progresso, ma è un regresso. Oggi c’è una civiltà sensistica→ ha rifiutato i valori di carattere etico-religiosi. Sorokin utilizza una metodologia del tipo ideale (Weber) e lo fa, dopo aver studiato a lungo la storia delle culture e civiltà umane dal 480 a.c. al 1920 d.c., studiando i sistemi culturali che si sono avvicendati in questi anni e individuando così due grandi tipi di supersistemi culturali puri, che servono per comprendere i mutamenti e i processi delle varie culture Super sistemi culturali puri Essi sono: - sistema ideazionale→ è un sistema socio culturale nel quale i bisogni e i fini che prevalgono sono più di tipo spirituale che materiale. Gli uomini si riferiscono a una realtà immateriale (es. medioevo europeo, cultura indiana, dove per esempio non c’è stata né la rivoluzione scientifica né quella industriale, civiltà africana). La ricerca interiore prevale su quella esteriore poiché gli aspetti metafisici, soprannaturali, trascendenti, prevalgono su quelli naturali. -sensistico→ c’è un capovolgimento rispetto al primo sistema. La mentalità è fondata sui beni materiali. secondo Sorokin è il sistema che sta prevalendo nell’occidente negli ultimi secoli. Non prevalgono più i bisogni e gli interessi e la spiritualità, prevale l’esperienza sensibile. -un sistema misto chiamato anche sistema idealistico: integrato di elementi sia del primo che del secondo. secondo questo sistema culturale realizzato in molte civiltà, i valori spirituali sono equilibrati, e questi trovano una incarnazione nel mondo sensibile, si radicano nella concretezza della vita umana. Esempio -> età di Pericle, XII XIII secolo nel medioevo europeo. Sorokin è convinto che una sorta di processo ciclico abbia fatto sì che questi 3 sistemi si siano succeduti (prima idealismo, poi sensismo, poi di nuovo idealismo). Unmetodo logico-significativo Per studiare i fenomeni socio culturali è necessario usare un metodo logico significativo. Sorokin ha in mente uno studio della totalità socio culturale (è infatti accusato di essere organicista), a partire dal legame logico tra i vari fenomeni che intervengono nel mondo. La scienza conoscitiva di questo metodo sta nella scoperta di un principio centrale. Secondo Sorokin per capire un sistema socio culturale dobbiamo individuare un principio unificante che è all'origine di questo sistema stesso, poiché esiste sempre un elemento che tende a prevalere e a condizionare maggiormente la produzione culturale di tipo letterario\artistico\filosofico. Ogni sistema presenta due DIMENSIONI: - una interna → La dimensione interna è la più importante perchè è dove emerge una mentalità, la mentalità culturale, tutto tende ad esternare una tendenza interiore. es.→ La Venere di Milo è solo un pezzo di marmo, bisogna andare oltre i dati sensibili e comprendere la dimensione significativa. -una esterna → Rilevanza essenziale dell’aspetto interiore: esempio: «L’azione di un chirurgo che immerge il bisturi nel corpo del paziente, e quella di un assassino che pugnala la sua vittima, non sono più distinguibili se si bada alla formale somiglianza esterna». Sorokin dice che anche le scienze come la fisica devono usare la logicità interna di un fenomeno. La «logicità», tuttavia, deve essere valutata sempre in base alle sue premesse fondamentali (Sorokin fa l’esempio di dei sistemi geometrici di Euclide e di Lobacevskij, entrambi ineccepibili da un punto di vista logico, ma che conducono a deduzioni differenti) Due tipi profondamente diversi di «culture integrate» Ognuno di questi due tipi fondamentali (cultura ideazionale e cultura sensistica) ha una propria mentalità, un suo tipo di conoscenze, una sua Weltanschauung, un suo tipo di religione, una sua concezione di ciò che è giusto e di ciò che è ingiusto , le sue forme di arte e di letteratura, i suoi costumi, leggi, codici, di comportamento, le forme predominanti di relazioni sociali ad essa proprie, una sua organizzazione economica e politica ed infine un tipo caratteristico di uomo con una mentalità ed una condotta peculiari. La natura di questi due tipi di mentalità culturale è diversa. Si tratta di «due tipi ideali» I due tipi sono: - primo tipo→ cultura ideazionale La mentalità culturale ideazionale La cultura è concepita come non sensibile e immateriale; i bisogni hanno un carattere eminentemente spirituale; I valori spirituali prevalgono su quelli fisici. Sorokin all’interno dei sistemi ideazionali distingue poi dei sottosistemi: ideazionalismo ascetico (controllo dell’uomo su se stesso), ideazionalismo attivo (controllo dell’uomo sul mondo esterno). - secondo tipo→ cultura sensistica Mentalità culturale sensistica: Questa mentalità ritiene reale soltanto ciò che è presente agli organi di senso. Non ricerca e non crede in alcuna realtà sovrasensibile. La realtà è concepita come divenire, processo, mutamento, flusso, evoluzione, progresso, trasformazione. All’interno di sta mentalità ci sono tre sottotipi: mentalità culturale sensistica attiva, alla quale subentra quella sensistica passiva (sfruttamento parassitario del mondo esterno; «carpe diem»); fase ultima→ mentalità sensistica cinica (si indossano le maschere ideologiche più diverse; trasformismo). - I tipi misti di cultura e di mentalità 1. Mentalità culturale idealistica →Cultura che consente di conservare al proprio interno una struttura di valori, ideali. Mentalità che dà a ciascuno il suo, non è invasa dalle forme di egualitarismo. 2. Mentalità culturale pseudo-ideazionale→ la realtà intesa per lo più come realtà sensibile. La mentalità culturale Lo studio della mentalità culturale deve partire da quattro elementi fondamentali. A partire da questi 4 criteri posso elaborare e descrivere la natura di un supersistema culturale, e verificare se è ideazionale, idealistico o sensistico. 1. La natura della realtà: -Molteplicità di modi di percepire lo stesso fenomeno da parte di persone diverse. -Ad un estremo, dice Sorokin, avremo la mentalità per cui la realtà è quale la percepiscono i nostri organi di senso. All’altro estremo abbiamo persone che considerano i fenomeni come mera apparenza, sogno, illusione. La realtà vera è per loro al di là di queste apparenze. Per questa mentalità la realtà immateriale, spirituale (Dio, Nirvana, Brahma, Om, Tao, Città di Dio, etc.). Bisogna capire quale definizione di realtà un sistema culturale offre. La mentalità sensista è suggerita dai sensi per esempio. 2. La natura dei bisogni e dei fini che debbono essere soddisfatti I bisogni possono essere meramente sensuali (fame, sete, sesso, cura del corpo) oppure spirituali (salvezza dell’anima, compimento del sacro dovere, servizio di Dio, imperativo morale categorico), oppure misti: insieme carnali e spirituali 3. Misura in cui è ammessa la soddisfazione dei bisogni e dei fini Ciascun bisogno è suscettibile di soddisfazione in diversi gradi e misure. Da un massimo di abbondanza ad un minimo. 4. Metodi per la soddisfazione dei bisogni Modificazione sia dell’ambiente che di se stessi. le fluttuazioni socioculturali Processo: ogni genere di movimento. → Qualsiasi mutamento di un dato soggetto logico nel corso del tempo, sia un mutamento nella collocazione spaziale del soggetto stesso, sia una modificazione dei suoi aspetti quantitativi e qualitativi. Mancando l’unità, o soggetto logico, nessun processo, e in generale, nessun stato dinamico è osservabile, pensabile, Dialettica tra costruzione e liberazione nella società contemporanea il sogno di diventare pianista è alla portata di tutti, mentre nell'antichità non era nemmeno un desiderio. Nella società moderna diventa un sogno realizzabile← c'è una difesa della modernità. l’esito di questo mutamento, e di questa ritrovata possibilità di realizzazione dell individuo→si può generare frustrazione, che non era possibile quando l'uomo non aveva nemmeno desideri. (es. Voglio essere un pianista e mi ribello l'idea di non avere la possibilità di provarci). Democrazia formale e sostanziale Bauman si chiede quale equilibrio può quindi realizzarsi tra desiderio e capacità di agire. Distinzione tra: - cittadino de jure→ ha diritti formali - cittadino de facta La modernità liquida, ti riconosce come individuo de jure (ti riconosce i diritti che vuoi, ma poi non va oltre, si ferma a questo). Una volta che ti riconosce come tale ti pone nella situazione di non poter addossare a nessuno la colpa della tua mancata emancipazione. Qua agisce una forma ipocrita della società contemporanea→ la società moderna non può limitarsi a dire che tutti hanno il diritto di laurearsi quando poi viene a constatare che poi questo diritto resta esclusivo di una certa stratificazione sociale. La società liquida nega perché non oppone resistenza. La promessa diviene la forma della negazione. Individualismo de jure e de facto La società attuale si basa sulla liberazione del desiderio in linea di principio, ma di fatto non consente la realizzazione di ciò che promette. Nella prima fase della modernità dove c'era minor riconoscimento dei diritti c’era una possibilità per gli individui di cogliere in modo più concreto una dialettica di conflitti. La prima modernità «si opponeva» a queste richieste di emancipazione e liberazione. L’emancipazione diventa qualcosa di puramente individuale davanti a qualcosa che sfugge e si sottrae (la società liquida appunto) Tesi sulla società liquida→ tende a svuotare di motivazione l'individuo. Questa condizione di società liquida è pericolosa perché è una condizione che annienta la capacità individuale di ricercare una vera emancipazione. Il tempo e lo spazio Spazio e tempo vengono anch'essi liquefatti. Lo spazio perde le sue caratteristiche, in particolare lo spazio dove si effettua il consumo: “per quanto affollati possano essere, non c'è niente di collettivo nei luoghi di consumo collettivo”. Gli spazi pubblici diventano vuoti da riempire, senza alcuna risorsa qualitativa che li caratterizzi: sono spazi pubblici, ma non spazi civili, diventano non-luoghi, come li chiama Mare Augè, all'interno dei quali l'interazione è di per sè irrilevante. La modernità si traduce quindi in spazi che perdono ogni identità. così è anche per il tempo. Oggi, anche il tempo diventa mera istantaneità, tutto vale per l’istante e si vive nell'istante. Il tempo non ha più storia, e non è più storia. Tutto è volatile, volubile, mutevole. Ciò che è durevole perde valore e la durabilità diventa un handicap. La comunità Per concludere, anche l'idea di comunità, di legame solido e duraturo, ha perso consistenza. L'incertezza cui siamo sottoposti è una forza che divide, che individualizza anzichè creare cooperazione. Quella attuale è un'epoca di disimpegno e di allentamento dei legami, che appaiono sempre più fragili. Alla sensazione di incertezza si affiancano quelle di insicurezza e di vulnerabilità. Bauman parla così di comunità guardaroba: essa non è più qualcosa cui apparteniamo veramente, che ci costituisce, quanto piuttosto una serie di abiti indossabili all'evenienza. Si è qualcuno, si appartiene, solo temporaneamente: così come è per l'abito che si mette e si toglie. Esiste una soluzione ? Come uscire da questa situazione? L'ideologia della modernità liquida incentrata sull'individualità de jure nega l'importanza dello spazio pubblico. Tutto viene privatizzato. A furia di sentirci dire che siamo padroni del nostro destino, dimentichiamo che il nostro destino di esseri umani non può che essere una questione collettiva, comune. Non esistono individui emancipati in una società sottomessa. Perciò, (recupero della teoria critica) «se il vecchio obiettivo della teoria critica - l'emancipazione dell'uomo - significa ancor oggi qualcosa, questo qualcosa è il ricongiungere i due orli dell'abisso spalancatosi tra la realtà dell'individuo dejure e le prospettive dell'individuo defacto». Uscire da questa situazione è possibile ponendo con forza la centralità del legame sociale, dello spazio pubblico, spazio che l'ideologia della liquidità tende a cancellare e nascondere: Occorre, per rimanere alla metafora della liquidità, far riemergere quella solidità «pubblica» dei rapporti che l'ideologia odierna tende a occultare. Per Bauman soltanto superando un'idea formale di democrazia (il cittadino de jure) si può superare questa situazione.
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