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Secondo parziale- Sociologia del processi culturali 2022/2023, Appunti di Sociologia Dei Processi Culturali

Secondo parziale di Sociologia dei processi culturali- lezione del Prof. Paolo Terenzi (Campus di Forlì- UNIBO). Argomenti - Funzionalismo (Parsons e Merton) - Teorie del conflitto (Scuola di Francoforte, Fromm, Marcuse, Bourdieu) - Interazionismo simbolico (Blumer, Goffman) - Globalizzazione

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 27/04/2023

Alicesstellino
Alicesstellino 🇮🇹

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Scarica Secondo parziale- Sociologia del processi culturali 2022/2023 e più Appunti in PDF di Sociologia Dei Processi Culturali solo su Docsity! SECONDO PARZIALE SOCIOLOGIA DEI PROCESSI CULTURALI 10.10.2022 IL FUNZIONALISMO Paradigma che ha avuto importanza nella sociologia del 1900 negli USA, corrente principale dagli anni ‘30. Funzionalismo è approccio che ha avuto e ha importanza nei rapporti delle relazioni internazionali: processo di integrazione europea ideato nella prima fase e portato avanti in prospettiva funzionalista. Richiami diretti con alcuni paradigmi classici: Durkheim considerato da alcuni come antesignano del funzionalismo, ha anticipato alcuni aspetti fondamentali, è stato uno dei modelli teorici più importanti. Durkheim proto funzionalista. Funzionalismo: perché può essere letto come nuovo caso del paradigma della struttura? Funzionalismo=analisi dei fenomeni culturali e sociali spiegata nei termini delle funzioni che svolgono nella società. Che cos'è società? Nel funzionalismo è concepita come insieme di parti interconnesse in cui nessuna parte può essere compresa se isolata dalle altre- all’interno di orizzonte olistico in cui società=insieme di parti interconnesse e interdipendenti tra loro. Concetto di solidarietà organica richiamato. Ogni mutamento in una delle parti è considerato causa di un grado di squilibrio che causa cambiamento di parti del sistema o riorganizzazione del sistema stesso. Ricorda approccio di Durkheim e metafora del corpo umano e degli organi: se nel corpo umano l'organo non funziona correttamente gli altri cercano di sopperire al malfunzionamento e ritornare a equilibrio. Parsons: 3 fasi - azione sociale - sistema sociale - fase degli anni ‘60/’70 in cui funzionalismo legato a tematiche evoluzionistiche Se guardiamo società in questa ottica che cos’è importante? Importa l’ordine e la coesione sociale. Funzionalismo è sociologia dell’ordine, quando società sono coese e ordinate funzionano. Conflitto non ha spazio fondamentale ma residuale, qualcosa che per sua natura va arginato e depotenziato. Modello di società sono gli USA. Elementi sociali: interazione tra le parti, importanza dello stato di equilibrio, capacità della società di riorganizzarsi, tema dei valori condivisi. Tutto sta in piedi se all’interno della società esiste un patrimonio comune di valori condivisi che legittimano e danno fondamento a tutto, rendono accettabile il fatto che qualcuno debba svolgere la propria mansione- valori culturali condivisi=serbatoio che alimenta sistema sociale. Base comune di valori è condizione necessaria (idea di coscienza collettiva di Durkheim). Concetto di religione civile presentato da Bellah. Funzionalismo ha diverse radici culturali e intellettuali: la più importante è l’opera di Durkheim. Funzionalismo estende le tesi di Durkheim e mette valori condivisi al posto in cui D. mette la religione- valori condivisi sono sinonimo di religione. In D. religione legittima clan in funzionalismo sono valori. 1.Funzione della pena: secondo Durkheim pena per reato non ha solo funzione di portare castigo a chi ha commesso un crimine, ha la funzione di preservare e coltivare i sentimenti collettivi o i valori condivisi in una società. Per Durkheim la pena ha funzione integrativa di preservare integrazione della società e valori condivisi all’interno della società. 2.Anomia: altro tema importante, idea di fondo che Durkheim porta avanti è che società moderne e contemporanee rischiano di cadere nella anomia=mancanza di leggi, qualcosa che tenga insieme società, pericolo Durkheim l’ha sempre davanti agli occhi- conseguenza del pathos. Anomia va guardata con sospetto in paradigma anche con approccio funzionalista. TALCOTT PARSONS 2 opere fondamentali: - struttura dell’azione sociale 1937 - il sistema sociale 1951 Struttura dell’azione sociale: Fondamentale perché è punto tra sociologia classica e contemporanea, nasce sociologia radicata nei paradigmi classici. Prima fase in cui non radicato nel paradigma della struttura, scopo=trovare punto di sintesi tra i paradigmi classici e tra paradigma della struttura di Durkheim e dell’azione di Weber. Titolo già anticipa che mette insieme paradigmi. Interpretazione di Weber corretta in modo sostanzioso con contributo di Durkheim e strutturale. 1. Idea di attore motivato dà significato alla sua azione: attore motivato= può essere individuale o collettivo, per Weber agisce individuo, per Parsons c'è riferimento ad attore collettivo. Attori collettivi hanno soggettività, non è fatto che più individui agiscono ma idea che agendo più individui nasca soggetto con personalità distinguibile da quella degli individui stessi 2. uno scopo 3. Azione avviene sempre in un contesto che ha vincoli, risorse, opportunità. Lontana idea che quando l'attore agisce ragioni in modo autonomo e individuale. Decisioni devono scendere a patti con delle situazioni. Situazione: - mezzi (strumenti e risorse) - vincoli 4. Standard normativi del sistema sociale (influenza di Durkheim): idea che l'azione avvenga in contesto in cui quando agiamo lo facciamo tenendo conto di pressioni esterne che dicono come comportarsi, agire ecc… Nello svolgere ruolo o interagire con altri ci siano sempre pre comprensioni che ci guidano. Parsons partendo da Weber si sposta e dà enfasi a fattori strutturali e durkheimiani. Definisce il contesto in cui avvengono decisioni. Introduce una dicotomia: parla di relazioni espressive e strumentali (ricorda società moderne e pre moderne già analizzate): - soc. pre moderne relazioni espressive - soc. moderne sono strumentali, impersonali e formali Introduce dicotomia ma dice che nel mondo contemporaneo ogni volta che si prende decisione dobbiamo scegliere quale aspetto privilegiare. Individua casi che descrivono ciò che avviene nella società e nelle scelte che gli attori fanno. Distinzione tra prerequisiti funzionale e alternative funzionali: I prerequisiti, tesi di fondo del funzionalismo che ogni istituzione svolge una funzione in vista del benessere della società e della coesione sociale. Novità di Merton perché funzione che svolge non detto sia sempre svolta dalla stessa istituzione, bisogno di qualcuno che svolga funzione ma può cambiare nel tempo. Il prerequisito funzionale e il fatto che c’è bisogno di soggetto che dia ordine alla vita sociale rimane ma soggetto muta. Teoria della devianza Nell’approccio funzionalista non c’è spazio per la devianza e per visione del mondo che metta in discussione l'ordine costituito della società. Merton dà spazio riflettendo sulla società americana: osserva alto tasso di anomia (assenza di legge); legge fenomeno rispetto alla società americana e anomia che vede è forte discrepanza tra mete culturali indicate, presentate e considerate auspicabili nella società e i mezzi per raggiungerle, anomia nasce perché si ha distanza tra ciò che individui sognano e mezzi che hanno per raggiungerli- generata crisi, anomia e possibilità di nascita di forme di devianza sociale e contestazione radicale dell’ordine esistente; frustrazione diffusa e intensa. Anomia è causa possibile e non necessaria della devianza: gruppi potrebbero rifiutare società in cui vivono e cercare scorciatoie. Si cercano di usare anche mezzi illegittimi. TEORIA DEL CONFLITTO Attualizzazione e sviluppo di 2 teorie classiche: Marx e Weber. Si ha filone marxista e weberiano analitico. Differenza e nesso tra funzionalismo e teorie del conflitto: le teorie del conflitto rappresentano una alternativa e la principale alternativa al funzionalismo (lato opposto del funzionalismo), idea di società completamente diversa. Se da una parte i funzionalisti vedono la società come insieme di sistemi e la considerano insieme in cui le parti sono interconnesse e interdipendenti e ogni parte ha funzione per il tutto e per creare equilibrio per il tutto, i funzionalisti danno un rilievo marginale al conflitto- esistono ma società si organizzano per produrre riequilibri che riescono a controllare conflitto e a tenerlo sotto controllo. Conflitto ha nel funzionalismo un ruolo marginale. Idea che teorici conflittualisti hanno è diversa in quanto conflitto è elemento sociale fondamentale. Società divisa in gruppi che sono in conflitto tra loro e ogni gruppo rivendica diritto di dettare legge e conquistare il potere nella società- idea diversa rispetto al funzionalismo. Presupposti su cui si basano teorie del conflitto: tutti individui hanno interessi fondamentali e di base, tutti sono accomunati dall’avere interesse e i gruppi sociali nascono dalla difesa di interessi comuni. Si crea una situazione di conflitto perché all’interno della società c’è scarsità di risorse, potere è risorsa scarsa e distribuita in modo diseguale, tutto questo genera conflitto all’interno della società. Negli approcci conflittualisti cultura e valori hanno ruolo importante in quanto sono strumenti che i gruppi usano per perseguire una propria finalità: concezione strumentale della cultura che serve all’individuo come gruppo sociale per affermarsi. Le culture sono forma di ideologia in questa accezione e non valgono in sé e per sé ma per finalità che consentono di raggiungere. Normativi: tradizione di conflittualisti che si richiama a Marx ha idea che scienze sociali servono per trasformare società e ogni conoscenza deve essere utile alla sua trasformazione. Utopia=sono consapevoli che il conflitto nel mondo attuale e nella configurazione attuale della società sia necessario ma derivi da condizioni socio economiche e superate quelle conflitto sparirà- non intrinseco alla vita sociale, ci sembra intrinseco perché viviamo in contesto socio politico in cui bae economica crea questa situazione Descrittivi (avalutatività): idea di Weber che scienze sociali non vadano usate per impegno sociale e politico, è uomo politico che si serve delle scienze sociali. Realistici=conflitto intrinsecamente legato alla vita sociale, caratterizzata da interessi divergenti dei singoli gruppi; nell’approccio la società è conflitto da una parte e tentativo di arginarlo dall’altra. Fonti: - teoria delle élite: in ogni società e epoca gruppo ristretto di persone concentra risorse nelle proprie mani imponendosi al resto della popolazione - Veblen: dicotomia tra classe industriale e agiata, opere che si fondano su un'idea che c’è costante sulla natura umana che è quella di ottenere consenso e prestigio da parte degli altri. Idea del consumo vistoso: mostrare attraverso consumo a quale parte della società si appartiene 14.10.2022 PRINCIPALI TEORIE DEL CONFLITTO La teoria critica della scuola di Francoforte Ha rappresentato ambito di ricerca che ha grande influenza a livello di opinione pubblica nel 1900. Maggiore influenza nel 1968: interventi nella stampa presi come modello per buona parte dei movimenti studenteschi a livello globale. Fondato a Francoforte nel 1923. Intellettuali filosofi, economisti, critici letterari e studiosi d’arte, sociologi si ritrovano per costruire istituzione. Studiosi vicini alle opere di Marx in modo composito, far ricerca sociale=far critica sociale. Intento di trasformare, portare contributo al cambiamento sociale. Molti ricercatori di origini ebraiche, nel 1934 istituto deve lasciare germania e si trasferisce a New York; diaspora intellettuale negli stati uniti e lunga fase americana (dal ‘34 fino alla fine della 2^ guerra mondiale). Fromm e Marcuse: primi studiosi importanti. Si forma poi anche Habermas: nasce come studioso critico all’interno della scuola di Francoforte. Tesi di fondo e presupposti metodologici alla base della teoria critica: - L'idea che le idee degli individui siano strettamente legate alla società in cui vivono, punto di partenza è materialismo storico di Marx. Idee e società sono strettamente legate - ricerca scientifica e sociale non può accettare l’avalutatività. Ricerca sociale sempre critica e per natura indirizzata a chiamare cambiamento sociale Materialismo critico punto di partenza ma ragionando sul ruolo della cultura nei processi sociali autori fanno passo oltre Marx e visione del marxismo: - cultura, idee e ideologie non solo sono riflesso della società ma possono influenzare dall’alto la società, anche le idee dei gruppi sociali e ideologie influenzano la società. Autonomia della cultura: cultura oggetto di studio specifico e importante, merita attenzione. Dedicata attenzione all'industria culturale Motivazione dell’interesse alla cultura ha orizzonte storico sociale: non si spiega come mai non ci sia ancora stata la rivoluzione e sia scoppiata nella società agraria e meno industrializzata della russia. C’è qualcosa che frena la rivoluzione, qualcosa è idea del mondo e modo di intendere la società che ha matrici filosofiche, religiose che lui chiama senso comune, individui danno per scontato realtà che li frena- se questo è vero vuol dire che la cultura è autonoma. Approccio critico non solo della filosofia e della politica ma anche aperto alla psicoanalisi- spiegare certe situazioni sociali, Fromm e Marcuse si richiamano ad aspetti psicoanalitici. Fromm: libro “Avere o essere”, mostra come nella società contemporanea del mondo occidentale viene enfatizzato il consumo come se attraverso impadronirsi di oggetti ci si possa colmare di alienazione. Agire strumentale di Weber invade la sfera sociale e mondi vitali (relazioni affettive, sociali ecc..). Secondo Fromm uomo moderno ha tutto ma non è nulla. Autori criticano il sistema sovietico e il marxismo: non porta la liberazione ma nuove forme di schiavitù. Oggetto di analisi è soprattutto il capitalismo occidentale. Marcuse rimane negli stati uniti e non torna in Germania, insegna a San Diego in California. Punto di riferimento nella cultura americana: autore di opere sul tema dell’ideologia, sulla critica al capitalismo ecc… Eros e civiltà L’uomo a una dimensione: analisi disincantata della società capitalistica moderna. Non fa sconti neanche alla situazione sovietica. Mostra come dietro un’apparente situazione di libertà, democrazia, partecipazione per tutti i cittadini esaltata dal liberalismo si nasconda una forma di controllo dell’individuo più sottile dei totalitarismi ma non di meno opprimente sugli individui. Controllo sociale e difesa dello status quo: pensiero critico e visione alternativa del mondo è depotenziata a priori. Uomo si adatta a quanto definito accettabile, non c’è spazio per altra dimensione e per lettura che trascenda questo contesto. Mills: Nasce negli Stati Uniti e opera critica dall’interno, punto di vista che prende le distanze, prospettiva di socialismo libertario. Guarda con apprezzamento rivoluzioni come quella cubana nella speranza che la rivoluzione socialista avrebbe portato cambiamento. Come riferimento ha autori della teoria delle élite, convinto che noi possiamo e dobbiamo leggere società in cui viviamo a partire da chi detiene il potere nella società, chi detiene potere sono le élite. Individua 3 elite: - politica - economica - militare Novità nell’idea che 3 élite in realtà convergono e ci sia unica elite che agisce all’unisono e che ha dominio su tutte e 3 le dimensioni della società: economica, politica e sociale. Potere delle unità centralizzate aumentato; più ristretto ma più forte, commistione tra poteri. Bourdieu: Critica sociale del gusto Sempre nell’orizzonte di critica marxista. Si chiede come sia possibile che ordine sociale come quello contemporaneo capitalistico possa mantenersi e conservarsi senza che venga posta domanda della legittimità di questo ordine. Domanda di attualità. Domanda di legittimità: come può la classe dominante imporre dominio con tanta facilità (domanda di Gramsci, Marcuse, Mills). Condivide domanda della scuola di Francoforte ma si chiede allora perché sembra che la classe dominante impone dominio nella società con tanta semplicità. Si confronta direttamente con questioni culturali: Cultura=religione del nostro tempo. Bourdieu mette a tema la cultura. necessariamente ricorso agli altri. A seconda di come ci definiscono altri ci definiamo noi stessi. Importante attività di simbolizzazione. 2.Mette a tema e dà importanza al fatto che interazione con altri e società hanno natura negoziata e costruita: troviamo oggetti e cose alle quali diamo significato e a seconda del significato che diamo ci troviamo in situazione diversa. Utilizzo di un oggetto da parte di persone spiega situazione in cui ci troviamo. Radici intellettuali: 1. Sociologia di Weber: cerca di comprendere e interpretare significati delle azioni dei singoli attori 2. W.I. Thomas: “Se gli uomini giudicano reale una situazione reale saranno le conseguenze”, teorema che sostiene che se noi definiamo situazione in un determinato modo le conseguenze saranno le stesse che fatto sia vero o meno. Se viene accettata la definizione di una situazione indipendentemente dal fatto che sia vera le conseguenze saranno reali. Nietzsche scrive che “non esistono fatti ma solo interpretazioni dei fatti”, chiamato problema del relativismo della coscienza, probabilmente influenza frase di Thomas. Esempio sulle banche: se condivisa sempre di più che ci sarà crisi delle banche numero crescente di risparmiatori ritirerà soldi e potrebbe succedere che le banche vadano incontro a problemi di liquidità 3. C.H. Cooley e Il sé riflesso: La percezione di sé ricavata dai giudizi di coloro con cui interagiamo. Idea fondata su principi, quando pensiamo a noi stessi facciamo riferimento: - a come pensiamo di apparire agli altri - come ci giudicano - a come noi valutiamo noi stessi 20.10.2022 C.H Cooley porta al testo di G.H. Mead “Mind, Self and Society” (1934). Quando parliamo di interazionismo simbolico facciamo riferimento alle interazioni con gli altri, si parte dall’individuo- come interagiscono nella vita quotidiana individui, paradigma legato al tema dell’azione o alla microsociologia. Ogni volta che parliamo dell’Io e della relazione tra io e l'altro noi possiamo sostituire alla parola io quella di stato. Identità dello stato in scenario internazionale dipende dall’idea che hanno altri stati dello stato stesso. Approccio interazionista è microsociologico, parte dalle interazioni tra individui e dal significato che individui danno alle loro azioni. 1. Concetto del sé: - Il Sé è un prodotto sociale? Confronto estrinseco con funzionalismo Il funzionalismo ha idea del sé e dell’individuo come attore sociale passiva, va dall’esterno verso l'interno e individuo non è costruttore e creatore ma struttura dall’esterno esercita forza sull’individuo. Mead afferma che individui hanno capacità di indirizzare scelte, condotte e stile di vita, hanno ruolo attivo. Mead e interazionisti rifiutano l'idea dell’individuo ultra socializzato- idea che porta avanti Parsons e funzionalismo. - Distinzione tra cose e oggetti Riferimento all’esempio riguardante la distinzione tra cose (esistenza indipendente dall’individuo) e oggetti (come individui interpretano e danno significato alle cose). Non esiste solo cosalità (idea del positivismo di Durkheim) ma è importante anche l’individuo. - Distinzione tra Me e Io Me=identificato come ciò che in noi c’è in quanto dipende dall’immagine degli altri. Parte in cui ci identifichiamo con l'idea che altri hanno di noi (ruoli sociali, cosa ci viene detto ecc…); dimensione di passività che ci viene dall’esterno. Io=parte dell’identità più individuale in cui ognuno sceglie chi vuole essere, decide chi vuole essere, prende strada anziché un’altra, può ribellarsi al me. Stessa cosa si può fare per stati, hanno reputazione e a livello internazionale vengono descritti ed etichettati in un certo modo. 2. L’interazione con noi stessi: Per interazionisti l'interazione non avviene solo all’esterno del self. Non interagiamo solo con gli altri ma anche con noi stessi. Interagiamo con noi stessi in momento di riflessione, parliamo con noi stessi e riflettiamo. Orizzonte Weberiano: attori quando agiscono in un certo modo sanno ciò che fanno, aspetto importante per interazionisti, in approccio funzionalista è marginale. Per quanto riguarda stati interazione avviene quando interagiscono organi istituzionali (esempio delle consultazioni, interazioni dello stato con sé stesso prima di prendere decisioni). 3. Come si sviluppa il sé? Individuo e sé si sviluppa nel tempo - imitazione: ognuno acquisisce identità imitando qualcuno, attraverso imitazione c’è primo passaggio per creazione del sé. Individuo prende quasi tutto da fuori - gioco libero: fasi che secondo Mead sono successive, nel gioco libero il bambino si immedesima in un altro, imita un altro e ne assume il ruolo ma lo fa assumendo un ruolo alla volta e semplice - Gioco strutturato: passo in più è che bambino non è solo, ricopre ruolo ma lo fa insieme ad altri. Più complesso perché deve capire ruoli e interazioni, regole nell’interazione che valgono per tutti ecc… Per stati: giocare a gioco libero=unilateralismo, idea che ha stato di essere unico attore o attore che può decidere in maniera autonoma della propria condotta nello scenario internazionale- scelta pericolosa. Gioco strutturato=stato ha ruolo in sistema internazionale ma comprende che è all’interno di relazioni strutturate con altri attori 4. Il significato simbolico: H. Blumer Studia movimenti studenteschi con nuovo metodo nelle scienze sociali: non fa ricerca sociale classica attraverso la raccolta di dati o variabili quantitativo matematiche (rimanda all’idea di sociologia del positivismo di Comte, scienze sociali devono avvicinarsi alle scienze della natura e dare risposta oggettiva attraverso matematica; dice molto di dati generali ma si perde individualità e riflessività). Nell’approccio dell’interazionismo Blumer adotta un’osservazione partecipante: partecipa a incontri degli studenti, si immedesima nel loro punto di vista e si mette dalla loro parte. Ricerca diversa che non dà statistiche ma fa comprendere significato che attori danno alle loro scelte, cerca in modo qualitativo e dall’interno di capire interazione dei ragazzi e che tipo di interazioni condividono. 1. L’interpretazione: - Blumer rifiuta il comportamentismo Comportamentismo=si basa sul presupposto di stimolo-risposta, adottato nella psicologia sociale da esperimenti fatti, gran parte della vita umana si fonda su questo meccanismo. Blumer fa passo in avanti, introduce la fase dell'interpretazione che i comportamentisti non considerano. - meccanismo stimolo-interpretazione-risposta Tra stimolo e risposta si ha interpretazione, non tutto quello che viene fatto deriva direttamente da input esterno. 2. Le tre premesse fondamentali dell’interazionismo: Blumer importante perché fa ordine nell’interazionismo simbolico, conia termine e dà 3 premesse fondamentali. - Gli esseri umani agiscono nei confronti delle cose in base ai significati ce esse hanno per loro - I significati delle cose emergono dall’interazione sociale con gli altri: definizione della situazione - I significati delle cose vengono elaborati e modificati attraverso processo interpretativo: dialogo e interpretazione. Significati modificati attraverso conversazione che ognuno ha con sé stesso. Tripartizione valida anche per gli stati. 3. Rapporto tra struttura e processo: Blumer riconosce l’esistenza di strutture sociali che condizionano azione e interazione con altri. Differenza con paradigma della struttura è che struttura dà eccessivo peso all’influenza di ciò che viene dall’esterno, struttura influisce in parte, si ha creatività ecc… - Metodologia: approccio induttivo-esplorazione-ispezione Durkheim spiega fatti riconducendoli al principio generale, in caso dell’interazionismo succede il contrario, dal particolare al generale. 21.10.2022 ERVING GOFFMAN 2 fasi di ricerca: - 1959 La vita quotidiana come rappresentazione - 1974 Frame analysis Nella prima opera Goffman analizza la teoria dell’azione sociale: Weber, interazionismo simbolico, Durkheim e il funzionalismo. Tema dell’azione e dell’interazione sociale. Nella seconda opera si interroga sul processo di definizione della situazione: problema della disputa tra realismo e costruttivismo, relativismo=priorità dato a ciò che viene prima, è reale e indipendente rispetto ai soggetti; costruttivismo=enfatizza idea che ciò che pensiamo del mondo sia in gran parte costruito attraverso processo di interazione. Goffman prende la dialettica tra relativismo e costruttivismo. Tesi del primo Goffman è che individuo riveste contemporaneamente i panni dell’attore e del personaggio. Tesi semplice: ognuno di noi quando è con altri recita delle parti, rappresenta se stesso agli altri e si rappresenta come sé e come immagine idealizzata si sè- vuole rappresentarsi nel modo più positivo possibile in modo da essere accettato. In prospettiva marxista globalizzazione letta dal punto di vista degli scettici perché in fondo sarebbe un più recente sviluppo del processo capitalistico moderno. Dopo II guerra mondiale iniziano fenomeni economici e politici che danno inizio alla globalizzazione che esplode solo negli anni 90 e grazie a due grandi rivoluzioni contemporanee: - rivoluzione politica della guerra fredda, viene meno ordine internazionale e si apre altro ordine - internet Radici storiche secondo altri vanno cercate con avvento della modernità e scoperte geografiche, processi di colonizzazione fino al capitalismo (punto di vista scettico). Aspetto importante e interessante sono le interpretazioni teoriche della globalizzazione (paragrafo 4): l'autore mette a confronto letture della globalizzazione con studi delle relazioni internazionali. - liberalismo: globalizzazione può essere letta dal punto di vista dei mercati, dell’economia del mercato e delle istituzioni ad essa connesse. Nell’approccio del liberalismo nelle relazioni internazionali c’è lettura positiva della globalizzazione. - realismo: nello studio delle relazioni internazionali è prospettiva accentrata su stati in quanto attori razionali che affermano potere, preservano sicurezza ecc… Realismo spiega globalizzazione come effetto di competizione tra stati (focus su sfera politica e stati nazionali). Realisti sono scettici su novità radicale della globalizzazione, riproduce schemi che c’erano in precedenza - marxista: letta come fenomeno economico e forma di crescita del capitalismo, ha carattere ideologico, secondario ed è variabile dipendente - costruttivisti: studiosi che si rifanno all’interazionismo simbolico e all’approccio drammaturgico; non enfatizzata dimensione politica o economica ma simbolica- stati ripensano sé stessi, ridefiniscono la loro posizione a livello internazionale - postmodernismo: enfatizzata globalizzazione come espressione di un dilagare del razionalismo. Esito ultimo di processo di razionalizzazione di cui parlava Weber, criticano processo; estensione di agire dell’uomo che invade la terra (critica all’ideologia dietro alla globalizzazione) - femminismo: esito e frutto di forme di subordinazioni patriarcali, maschilismo imperialista- genera disuguaglianze di genere Dialettica tra: - cosmopoliti: vedono nella globalizzazione una possibilità di superare punto di vista etnocentrico e statocentrico. Stati non sono unici attori e non esauriscono appartenenza agli individui; fine del nazionalismo- non si può fare riferimento solo agli stati nazione che stanno perdendo sovranità dall’alto e dal basso - comunitaristi: coloro che ritengono che nel mondo contemporaneo segnato anche dalla globalizzazione sia venuto il momento di rimettere al centro relazioni di tipo comunitario, locale e di prossimità che siano un freno rispetto alla globalizzazione (minaccia per l’identità-persa specificità) Teoria della globalizzazione (Martell, movimenti e culture politiche anti globalizzazione) Fronte anti globalista composito dal punto di vista politico. Limite di tutti approcci critici verso globalizzazione è fase propositiva: mossa analisi dettagliata, critica e approfondita ma non facile trovare alternative e proposte a livello globale ma solo locale. Critica etica alla globalizzazione (es. favorisce scenari non democratici, si basa solo sui mercati; deficit democratico messo in discussione della democrazia ad opera di organismi sovrannazionali o transnazionali).
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