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Sei Personaggi in Cerca d'Autore, Appunti di Storia del Teatro e dello Spettacolo

appunti; il percorso che ha portato Pirandello a scrivere l'opera fino alla sua pubblicazione, analisi dei temi e dei personaggi, trama e riassunto

Tipologia: Appunti

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Caricato il 25/03/2022

sofia-ono
sofia-ono 🇮🇹

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Scarica Sei Personaggi in Cerca d'Autore e più Appunti in PDF di Storia del Teatro e dello Spettacolo solo su Docsity! SEI PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE Contestualizzazione dell’opera Sei personaggi in cerca d’autore è il più famoso dramma di Luigi Pirandello, uno dei più importanti drammaturghi del XX secolo, rappresentato per la prima volta il 9 maggio 1921 a Roma, Teatro Valle. Già dalla prima rappresentazione il dramma fece scalpore e furono molti gli spettatori a contestarne il contenuto. Questo episodio fu importante perché nel 1925, in occasione della terza edizione dell’opera, Pirandello aggiunse una prefazione in cui chiariva genesi, tematiche e intenti del suo dramma. Sei personaggi in cerca d’autore è considerata la prima opera della trilogia del teatro nel teatro; le altre due sono Questa sera si recita a soggetto e Ciascuno a suo modo. Riassunto Come indica l’ampia didascalia iniziale, gli spettatori, entrando in sala, trovano il sipario alzato e il palcoscenico senza scena. Entra un macchinista, che incomincia ad inchiodare delle assi. Il direttore di scena lo allontana, perché gli attori devono provare una nuova commedia, Il giuoco delle parti di Pirandello. Entrano poi in scena gli attori, che chiacchierano fra di loro, e comincia la prova, interrotta da una discussione fra il capocomico ed il primo attore, che trova ridicolo dover impersonare Leone Gala mentre sbatte le uova. A questo punto entrano dal fondo della sala sei figure. Sono i «sei personaggi»: essi sono stati concepiti dalla mente di un autore, e pertanto, come ritiene Pirandello, sono creature vive di una vita propria, indipendenti da chi le ha create. Tuttavia, l’autore si è rifiutato di scrivere il loro dramma. Si rivolgono pertanto alla compagnia affinché la loro vicenda, se non ha potuto trovare espressione nell’opera letteraria del drammaturgo, possa almeno prendere vita sulla scena, nella rappresentazione teatrale. Dopo l’iniziale sbalordimento il capocomico e gli attori accettano di recitare il dramma dei personaggi. Questi in parte lo narrano, in parte lo rivivono dinanzi alla compagnia, ridando vita ai conflitti che li dividono. Il capocomico, insieme con il Padre, ne ricava un canovaccio con le azioni essenziali, che dovrà costituire la base dell’interpretazione degli attori. La vicenda che in tal modo si profila è questa. Il Padre ha scoperto che tra la moglie e il proprio segretario è nato un sentimento: egli decide di assecondarlo, e spinge la moglie a vivere con l’amante, a formarsi una nuova famiglia, abbandonando il Figlio nato dall’unione legittima. Il Padre, negli anni successivi, assiste al crescere della nuova famiglia, alla nascita di tre bambini, e segue l’infanzia della Figliastra. Questo è in certo modo l’antefatto. Per le difficoltà economiche la Madre, rimasta vedova, è costretta a lavorare come sarta per l’atelier di Madama Pace, ma in realtà la famiglia può sopravvivere perché la Figliastra si prostituisce nell’atelier, che maschera una casa d’appuntamenti. Qui un giorno giunge il Padre, e, senza saperlo, sta per avere un rapporto con la Figliastra, che egli non ha riconosciuto, ma sopraggiunge a tempo la Madre a impedire l’unione quasi incestuosa. Il secondo "atto", per così dire, è costituito dalla morte della Bambina, la figlia minore, che per disgrazia affoga nella vasca del giardino, e del Giovinetto, che si spara un colpo di pistola. Interviene a questo punto il capocomico che decide di licenziare tutti i personaggi presenti sul palco dopo aver perso la pazienza. I quattro rimasti vengono invitati a tornare sul palco successivamente ma dietro lo sfondo rimangono evidenti le loro quattro sagome: Padre, Madre, Figliastra e Figlio. L’epilogo del dramma vede la Figliastra come ultima a scomparire dalla scena mentre ride in maniera stridula rivolgendosi agli altri personaggi e corre verso le scalette scomparendo definitivamente dalla scena. Ambientazione “Sei Personaggi in cerca d’autore” è un’opera teatrale. Lo scenario della vicenda è uno solo e cioè una sala di un teatro chiuso al pubblico, dove gli attori, assieme al capocomico, si apprestano a provare le scene degli spettacoli, almeno fino all’arrivo dei sei Personaggi. Già questo inizio del dramma segna una rottura radicale con le convenzioni teatrali del realismo ottocentesco. Il sipario era il confine che doveva separare la platea dal palcoscenico, cioè la realtà dalla finzione teatrale: solo così, la finzione poteva essere vissuta dagli spettatori come realtà. L’illusione convenzionale è invece spezzata da Pirandello: gli spettatori hanno inizialmente l’impressione non di assistere a uno spettacolo, ma di cogliere realmente, come per un disguido, la compagnia mentre sta provando una commedia. All’arrivo dei sei personaggi dal fondo della sala, si rompe nuovamente la barriera convenzionale tra spettatori e palcoscenico. I fatti si svolgono in un pomeriggio e sono narrati in ordine cronologico ma i personaggi rievocano ricordi passati. Attraverso poi i racconti dei protagonisti ci immaginiamo altri diversi ambienti, anche all’aperto. Alcuni sono difficilmente rappresentabili in teatro, perché si tratta di una storia “vera”, vissuta in ogni momento da quei personaggi. Così la Figlia parla della sartoria di Madama Pace e delle strade che faceva per andare a scuola ad esempio. La tragica scena finale è ambientata nel giardino della casa del Padre. Analisi intreccio struttura La commedia, come dice l’autore, non ha né atti né scene, ma la rappresentazione sarà interrotta una prima volta, senza che il sipario s’abbassi, affinché il direttore-capocomico e il capo dei personaggi si possano mettere in disparte per concertar lo scenario e gli attori sgombreranno il palcoscenico, e una seconda volta, quando accidentalmente il macchinista butterà giù il sipario. Temi L’impossibilità di scrivere e di rappresentare il dramma dei personaggi: Come si vede, dal racconto e dalle battute dei personaggi si delinea un vero e proprio dramma, dalla passionalità esasperata, dalle scene madri ad effetto, come l’incontro del Padre e della Figliastra nella casa d’appuntamento o la morte dei due ragazzi, un dramma tipicamente ottocentesco. Ma Pirandello, come egli stesso precisa nella Prefazione alla seconda edizione del testo, del 1925, non ha inteso affatto scrivere quel dramma; al contrario, ha voluto proprio mettere in scena l’impossibilità di scrivere un dramma del genere e di rappresentarlo sulla scena; questo, e non la vicenda dei sei personaggi, è il vero soggetto dell’opera. Pirandello qua rifiuta del tutto il dramma borghese, e fa oggetto dell’opera proprio tale rifiuto. I Sei personaggi sono quindi un testo metateatrale, in cui attraverso l’azione drammatica si tratta del dramma stesso e dei problemi che l’investono. Ne consegue che l’impianto del testo è fortemente critico. L’autore critica innanzitutto la letteratura drammatica del tempo, che si compiace appunto di drammoni del genere, a forti tinte, ancora intrisi di un romanticismo attardato e deteriore. Il rifiuto da parte dell’«autore» di dar forma artistica compiuta ai «sei personaggi» sta proprio ad indicare l’impossibilità di scrivere ormai quel tipo di dramma. Critica agli attori non spontanei: Oltre che la letteratura drammatica, Pirandello vuole sottoporre a critica la pratica scenica del suo tempo. Così, nel testo, in una luce critica sono presentati gli attori della compagnia, che appaiono dei mestieranti chiusi nei loro schemi interpretativi stereotipati, incapaci di dare veramente vita artistica ai personaggi, e per di più vanitosi e pieni di sé in modo ridicolo e irritante. Si può cogliere di qui il giudizio che Pirandello dava del teatro dei suoi anni. Pirandello è inoltre convinto che la rappresentazione scenica in assoluto, a prescindere dalla maggiore o minore bravura degli attori, costituisca inevitabilmente un tradimento, una deformazione dell’idea dell’autore. Questo lo si può cogliere nella scena, in cui il Padre e la Figliastra non si riconoscono negli attori che li impersonano e anche nel fatto che tra gli attori e i Personaggi si apre ben presto un contrasto insanabile. Gli attori, nonostante gli sforzi, non riescono a rappresentare il dramma reale dei Personaggi, i loro sentimenti fondamentali, il vero essere di ciascuno: il dolore della Madre, il rimorso del Padre, la vendetta della Figliastra, lo sdegno del Figlio. Sulla scena tutto appare falso. Questa incomunicabilità, che rende la vita autentica irrappresentabile, culmina nella scena finale in cui la storia finisce in tragedia, senza avere la possibilità di comprendere se essa sia reale o no: la Bambina annega nella vasca del giardino e il Giovinetto si spara.
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