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sei personaggi in cerca d’autore, Schemi e mappe concettuali di Italiano

analisi approfondita dell’opera teatrale “sei personaggi in cerca d’autore” di pirandello

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2020/2021

Caricato il 25/10/2022

giusy-cerbone
giusy-cerbone 🇮🇹

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Anteprima parziale del testo

Scarica sei personaggi in cerca d’autore e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Italiano solo su Docsity! SEI PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE DI LUIGI PIRANDELLO (1921) Fu rappresentata per la prima volta al teatro Valle di Roma il 9 maggio 1921 e il pubblico si divise: c’era chi gridava Manicomio! Manicomio!, e chi invece applaudiva. Si arrivò quasi allo scontro fisico. Pirandello e la figlia dovettero scappare dal teatro per un’uscita secondaria. Il 27 settembre dello stesso anno la commedia fu replicata al Manzoni di Milano, e fu un successo, ripetuto poi in tutto il mondo (famosissima la messa in scena del 1923 a Parigi per la regia di Georges Pitoeff). Mentre una compagnia sta provando una commedia di Pirandello1 per uno spettacolo teatrale, si presentano sulla scena sei Personaggi: il Padre, la Madre, il Figlio, la Figliastra e due bambini. Essi raccontano al capocomico della compagnia di essere appunto i Personaggi di un dramma, ma di non avere le battute da far recitare ogni sera agli attori. Infatti, il tragediografo che ha inventato loro stessi e la loro storia, nel momento di scrivere i dialoghi li ha rifiutati, tirandosi indietro. Al Capocomico, che quasi non crede a quel che vede e sente, essi raccontano inoltre che il Padre, persona altolocata, ha sposato la Madre, di classe sociale inferiore e ne ha avuto il Figlio; quando però si è accorto che la donna lo tradiva con il suo segretario, ha cacciato i due amanti da casa, tenendo il Figlio con sé. Il matrimonio non è stato invalidato, ma la Madre e il suo amante si sono costruiti lo stesso una famiglia: ne sono nati la Figliastra e i due bambini. La morte dell’amante ha dato una prima scossa alla situazione: la Figliastra è dovuta andare a lavorare presso Madama Pace, una sarta che in realtà gestisce una casa di appuntamenti. Anche la Figliastra finisce in giro della prostituzione: il primo cliente che sta per ricevere è proprio il Padre, quando irrompe nel retrobottega dell’atelier la Madre che sventa l’incontro. Da quel momento i sei personaggi vivono nella casa del Padre, trasformando le loro vite in un vero e proprio inferno. La loro richiesta al Capocomico è quindi di mettere per iscritto una volta e per tutte le loro battute. Il Capocomico accetta, abbandona la commedia di Pirandello che sta provando e inizia ad allestire la «commedia da fare» dei Personaggi. Questi ultimi, però, entrano sempre in maggior contrasto con lui e con gli attori che li rappresentano, man mano che essi non trovano convincente la loro recitazione: si mettono su questa strada soprattutto il Padre e la Figliastra. Si arriva all’assurdo quando la Bambina annega nella vasca di un giardino e il Giovinetto, che doveva sorvegliarla, si uccide per il rimorso. A quel punto gli attori della compagnia non riescono più a stabilire se il cadavere del ragazzino sia finzione o realtà. Si crea un momento di confusione tale che il Capocomico manda al diavolo tutti, per aver perso una giornata di lavoro; e proprio allora tutti e cinque i personaggi — anche i due bambini morti — ricompaiono sulla scena, mentre il sesto personaggio, la Figliastra, scappa ridendo stridulamente per il teatro ed uscendone fuori. Questa «commedia da fare» è assai complessa perché ricca di temi. C’è anzitutto una prova teatrale, come nell’L'Impromptu de Versailles di Moliere (1663) o nel Teatro comico di Goldoni (1750). Questa prova non viene però seguita in modo tale da presentare agli ignari spettatori/lettori la compagnia teatrale che tra breve agirà sulla scena. Pirandello insiste invece sulla vera e propria sfasatura tra il mondo reale (che comprende gli attori e gli spettatori del teatro) e il mondo inventato dei personaggi che, fatti di carne umana, piombano sulla scena e reclamano una volta e per tutte quelle battute che nessuno ha scritto per loro. Essi si sentono personaggi non finiti, desiderano 1 Il giuoco delle parti, scritta nel 1918. la completezza attraverso le battute che non hanno e vedono nel Capocomico il loro nuovo autore2. Questi personaggi sembrano agire inoltre in base ad una storia in cui dominerebbe un certo «autobiografismo pirandelliano». La vicenda del Padre che sta per avere un rapporto sessuale con la Figliastra, infatti, non ricorda l’accusa di incesto che Maria Antonietta Portulano, la moglie di Pirandello, ormai pazza, moveva al marito? Come ha notato Roberto Alonge, grande studioso di Pirandello, lo scrittore siciliano sembra riprendere questo tema per esorcizzare la sua situazione familiare: come nella realtà non ci fu nessun incesto, così nei Sei personaggi la figlia Lietta diventa la Figliastra, che non ha alcun rapporto di parentela con il Padre; questi non può riconoscerla come sua; e l’incesto di fatto non c’è perché sventato dall’intervento della Madre. Se incesto ci fu, è solo perché è nella testa di quest’ultima, che è l’unico trait-d’-union tra i due. Non è un caso, ma il personaggio della Madre è indubbiamente quello più dolente dei sei. Si presenta ora atterrita, ora schiacciata da due pesi intollerabili: la vergogna e l’avvilimento. È una figura materna, sempre in abiti vedovili e velata di nero, «come se, all’infuori di esso, fosse priva di qualsiasi identità»3. Sono invece le figure del Padre e della Figliastra che dominano tra i Personaggi. Il Padre è un personaggio altolocato, come dimostra il fatto che ha un segretario; forse è un dirigente o un politico di alta levatura. La sua visione del mondo divide l’umanità in ceti, e si sceglie una moglie sicuramente bella ma di ceto inferiore, che deve quindi sottomettersi alle sue regole. Queste regole valgono anche per il Figlio e sicuramente lo educa con esse, senza ricavarne affetto o amore. Sicché, quando scopre che sua moglie ha una tresca con il suo segretario, non fa chiasso: caccia gli amanti e si tiene il Figlio, senza curarsi dei problemi affettivi del bambino (che crescendo nutrirà sempre più odio per la Madre). Anzi, il Padre si mette a infastidire le bambine o le giovinette, perché lui può. Dopo essere stato scoperto con la Figliastra, accoglie tutti nella sua casa, attirandosi l’inferno addosso. E sicuramente l’idea di trovare qualcuno che metta per iscritto le battute di questa commedia nasce proprio da lui, vero e proprio demiurgo del dramma. In fin dei conti, nel suo rapporto con il Capocomico, il compito che egli si ritaglia è quello di stare sempre al centro del palcoscenico: è lui che metterà sempre in crisi quello che la compagnia di persone reali, dagli attori al trovarobe, cercherà di fare perché non combacerà con la sua idea di quanto accaduto, con la sua idea di realtà. E sarà il caos. La Figliastra, invece, «spicca» scrive il critico Beniamino Mirisola «per potenza scenica e complessità psicologica»4. Già Pirandello stesso la presenta così: «Spavalda, quasi impudente. Bellissima […] con vistosa eleganza». Ma è soprattutto finemente intelligente, se non del tutto calcolatrice e manipolatrice: ha capito che il Padre non è tutta quella razionalità che vuol far credere, anzi, ne conosce ogni minima pulsione inconfessabile, e riuscirebbe a tenerlo in pugno se non ne venisse anche lei attratta. Ed è attratta anche dalla curiosità verso la vita e verso tutto ciò che si fa nell’atelier di Madama Pace, la sarta di dubbia moralità. Ma è il Capocomico il vero centro della commedia: perché i Sei personaggi sono soprattutto un testo di meta-teatro, dove viene scoperta e messa davanti agli occhi di 2 Roberto Alonge, IX. 3 Beniamino Mirisola, 18. 4 Beniamino Mirisola, 18.
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