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Seminario Decameron, approfondimento lezioni letteratura italiana, Appunti di Letteratura Italiana

appunti seminario Decameron, professoressa Figorilli, UNICAL (scienze della formazione primaria)

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 01/01/2020

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chiaretta-lanzellott 🇮🇹

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Scarica Seminario Decameron, approfondimento lezioni letteratura italiana e più Appunti in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! 21\05\2019 seminario Decameron. Novella 5° della 1° giornata. In questa novella è presente il tema dell’importanza della parola perché la storia è quella di una marchesa famosa per la sua bellezza, tanto che il re di Francia decide (che deve andare a combattere in terra Santa con i crociata) di fare una deviazione al suo viaggio per passare da Monferrato e vedere questa donna. Siccome il marito non c’è, la marchesa si ritrova a ricevere il re da sola. Il re fa della avance, alla quale la donna non può rispondere in quanto non può uscire dai canoni e dalle convenzioni della cortesia. Deve trovare un modo per mantenere la sua fedeltà coniugale e allo stesso tempo non offendere il re di Francia. Adotta come stratagemma quello del banchetto in cui vengono servite solo carni di gallina in modo tale da provocare una domanda del re a cui dare una risposta, cosicché il re capisce che non ha speranze e parta senza restare offeso. In questa novella vi sono elementi che ritorneranno nel Decameron, come la potenza della parola (che se utilizzata bene può risolvere una situazione difficile). Abbiamo un primo confronto fra identità femminile e identità maschile. La prima, nella società medievale, è subordinata alla seconda. La storia si risolve a favore della donna. C’è un’inversione della gerarchia. La novella si costruisce su una situazione iniziale che allude alle aspettative in quanto è la donna ad avere la meglio. C’è la sovversione dell’equilibrio. La marchesa è la prima protagonista femminile di tutta l’opera. Il Decameron è un’opera chiusa, ha una struttura che la cementa: ci sono 100 novelle raccontante in 10 giorni da 10 giovani. Questa struttura fa sì che non ci siano stravolgimenti durante la trascrizione. La posizione di ciascuna novella all’interno del Decameron ha un suo valore. La figura femminile viene trattata in maniera diversa. La prima giornata è molto ambigua perché ci sono vari temi; a partire dall’ottava giornata il discorso decameroniano cambia: scompare il gusto per la beffa e appare una preoccupazione morale più forte  ci sono novelle sull’amicizia, sul matrimonio, sul rapporto uomo-donna letto in forma convenzionale. La novella della marchesana occupa una posizione centrale all’interno di questa giornata: sta al centro della prima giornata. Dopo aver affrontato il tema religioso (novella 1-2-3-4), Boccaccio ci porta in un ambiente aristocratico delle corti e ai tempi della 3° crociata (1189-1192). C’è una stretta analogia tra l’episodio della Marchesana e quello presentato nel resoconto “l’arma del leone” che inaugura il libro di Sinbad  c’è un momento di difficoltà e lei stessa si difende: si tratta di elementi che rimandano alla sfera fantastica. La cornice del Decameron ricorda la struttura orientale della narrativa. Tra i vari modelli di riferimento per il Decameron troviamo le “mille e una notte”. Il decameron ebbe molta fortuna anche in Europa. Ci sono autori che si sono ispirati alla narrativa di Boccaccio. Attraverso il decameron e in particolare con le novelle si arriverà al genere del romanzo. Infatti il primo termine inglese che indica il romanzo è NOVEL. La materia di questa novella ruota attorno alla seduzione della moglie di un suddito, sperata da un sovrano, sfruttando l’assenza del marito. Era già stata elaborata da un altro autore prima di Boccaccio che faceva parte della narrativa spagnola del XIV secolo. Su questo schema narrativo Boccaccio innesta il tema dell’arguzia della parola, attraverso la quale la marchesa riesce a liberarsi senza conseguenze dalle insidie di un individuo gerarchicamente superiore a lei. La ripetuta insistenza sulla capacità di eloquenza, in particolare nella sua declinazione ironica, è una caratteristica delle novelle della seconda cinquina della 1° giornata. Il tema delle novelle viene esplicitato già nelle retoriche iniziali. Il panorama di riferimento è quello cortese rispetto al quale la 5° novella si sviluppa prendendo una posizione avversiva: vengono contraddette le regole dell’ospitalità  la marchesana disattende (delude) provocatoriamente le aspettative del re di Francia: viene fatto anche un banchetto a base di un’unica e umile pietanza, la carne di gallina. La rivalsa dell’individualità femminile rappresenta un sovvertimento dell’ordine gerarchico cortese, adombrato sullo sfondo dell’azione. L’irruzione sulla scena di un animale appartenente alla sfera della vita quotidiana costituisce un elemento di parodia all’ambiente nobiliare che la novella sembra indicare come modello esemplare. E’ la tipica tecnica di dissimulazione di Boccaccio: queste immagini fanno cadere l’ideale di vita delle corti. Aldilà del gusto sarcastico, proprio dell’ironia boccacciana, sono contenuti nell’immagine del convivio di galline, più stereotipi letterari: metafore a sfondo sessuale legate al campo semantico del pollaio ( a cui rimanda la1° novella della 3° giornata e la 1° della 7° giornata) a cui si sovrappone il motivo del banchetto con una connotazione erotica (come nel caso della 10° novella della 5° giornata). In questa novella boccaccio recupera 2 importanti topoi letterari della tradizione provenzale: - il tema dell’innamoramento senza vedere: è la causa della situazione narrativa. Questo topos viene ridicolizzato; - il tema dell’amore folle che contribuisce alla soluzione della storia. Il sovrano, una volta riconosciuta la natura mancata del suo sentimento, non esita a far ammenda al suo errore e lascia Monferrato. L’amore può portare alla follia: questo genere di amore è condannato, poiché insano e va contro l’equilibrio, la misura e contro l’etica religiosa. Un altro importante elemento è la ricerca di sé. Il pellegrinaggio viene svilito. Il mondo cortese viene ridicolizzato. Sia Filippo il Bonnio che il marchese di Monferrato sono personaggi letterari costruiti da Boccaccio a partire da elementi biografici reali. L’elemento storico viene sfruttato in maniera abusiva, senza aderenza alla realtà documentata, che costituisce tra molti casi solo uno sfondo per l’invenzione narrativa, Se la fisionomia di Filippo è corrispondente a quella delle fonti storiche sappiamo che egli non passò da Monferrato per raggiungere Genova e imbarcarsi per la Guerra Santa. Analogamente sappiamo che il marchese di Monferrato partecipò alla 3° crociata, era vedovo quando combatté in Oriente. Il riferimento storico, in questa novella, è uno strumento per inquadrare le vicende narrate all’interno di un determinato clima politico, sociale e culturale che è rappresentato dal mondo delle corti e in particolare dall’aristocrazia, impegnata nell’impresa militare della 3° crociata. L’azione si concentra nel marchesato di Monferrato, una realtà campagnola rispetto alla realtà di corte parigina. La novella si apre con un antefatto: i marchesi sono una coppia di coniugi famosi per virtù e bellezza, si trovano a essere separati per via della crociata. Il re di Francia incuriosito dalla donna decide di approfittare dell’assenza del marito e insidiare la marchesana. La reazione della donna alla notizia della visita regale è connotata da un atteggiamento previdente. Nel paragr.9 è definita “savia” e “avveduta” e sospettando delle intenzioni del sovrano, imbandisce per l’ospite un banchetto di sola carne di gallina. C’è un susseguirsi di parti che descrivono i particolari della preparazione del banchetto  questo accresce la tensione narrativa, mentre ci si prepara alla parte finale. Alla fine del paragr.14, il re fa una battuta con un sottinteso osceno. Nel paragr.15, la marchesana, che si aspettava quella domanda, dice che le donna sono tutte uguali e chiede il motivo per cui fosse andato a importunarla, visto che è una donna sposata. Nel paragr.16-17, il re parte amareggiato verso Genova, la donna riuscì a fronteggiarlo. In questo scambio di battute c’è una continua ripetizione dei protagonisti della vicenda: ciò conferisce teatralità. SEMINARIO, PARTE 3 10° NOVELLA della 10° GIORNATA Il Decameron nasce dalla volontà di far leggere il testo agli studenti. Questa novella è molto ambigua e si presta a diverse letture che non escludono le une dalle altre. Ci sono una serie di elementi che si avvicinano a un’intenzione primaria, sicuramente plurima, dell’autore. E’ l’ultima novella e ha come protagonisti griselda e Gualtieri. La rubrica è particolarmente lunga. Il marchese di Selluzzo non si vuole sposare, è un nobile, sta bene da solo ma i suoi sudditi gli consigliano di sposarsi per assicurarsi una discendenza al marchesato. Così prende per moglie una donna molto umile, figlia di un villano, un contadino  infrangendo la norma di quel tempo. Avrà 2 figli che fingerà di aver ucciso per prende una nuova moglie, che in realtà è la figlia e caccia la vecchia “per strada”. Griselda, sottoposta a torture psicologiche che la fanno soffrire, accetta pazientemente tutte queste provocazioni, sottomettendosi al merito. Con alcune prove, fa ritorno a casa e addirittura diventa marchesana, acquisendo un titolo nobiliare. E’ una novella basata sulla sottomissione e sulla pazienza femminile. Griselda ha un comportamento opposto rispetto alla marchesana di Monferrato, con una si chiude il decameron e con l’altra si apre. Petrarca tradusse questa novella in latino come esempio di identità positiva e attraverso questa traduzione ottiene grande fortuna nella tradizione europea (teatro, opera lirica). Ha una trama avvincente. -Nel 1950, in un suo fortunatissimo saggio, BRANCA sottolineava come, dietro l’apparente disomogeneità della raccolta di novelle, fosse possibile riconoscere un preciso disegno organizzato uniformabile al modello di percorso ascendente. Secondo branca, nella disposizione delle novelle si può percorrere il pellegrinaggio dantesco che va dall’Inferno al paradiso. Ad esempio, Ciappelletto può essere paragonato a Giuda; mentre Griselda ricorda la personificazione della Madonna. Anche Petrarca chiude la sua raccolta di poesie con la canzone “alla vergine”, figura femminile positiva. Anche il decameron mira a raggiungere la salvezza dell’anima. Alfano sostiene che nella struttura ci sono elementi che mettono in crisi l’immagine positiva della novella: c’è una battuta oscura con la quale si conclude la novella. Il paragr.67 allude a una conclusione in cui “tutti vissero felici e contenti”. La novella potrebbe finire qui ma Boccaccio aggiunge un paragrafo: anche nelle cose comuni (Griselda era figlia di contadini) ci può essere un animo nobile; così come tra i nobili ci sono anche uomini che “possono dar da mangiare ai porci”. C’è l’immagine di una “santa”, Griselda, che sopporta le prove poste da Gualtieri, quasi contenta. Nel pargr.69 è presente una battuta che non fa sistema. Ci sono “spie” che portano nuovamente a riflettere su questa storia. La battuta finale fa pendant con un’altra battuta oscena all’inizio della novella: rievoca una novella di beffa e cita un fantasma dalla coda dritta che richiama la figura femminile. La novella è incorniciata da questi due riferimenti osceni che rimandano a delle donne con una fisionomia molto diversa. Questo è un esempio di donna con una valenza importante, anche dal punto di vista religioso. Alla base di tutto c’è un problema di comunicazione tra uomo e donna: ci sono aspettative diverse e non esiste un vero e proprio dialogo. Il rapporto tra i 2 è usato per affrontare il problema della comunicazione tra i due sessi della coppia. C’è anche una sorte di stratificazione sia di tipo religioso che sociale, si sovrappongono in quanto non sono fidanzati ma sposati. Il loro rapporto non è libero in quanto essendo marito e moglie si sono scambiati una promessa. Com’è presentata Griselda? 1) mentre nella novella si parla sempre del marchese di Salluzzo, non si parla mai di griselda, bensì di una donna anonima: la sua identità è costruita nel corso della storia. 2) griselda viene celebrata nella scena finale quando lui la riammette in casa: il suo trionfo è quello di una moglie che viene nuovamente accolta in casa e di una donna madre; si sovrappongono una serie di immagini femminili creando una stratificazione di identità della protagonista. 3) punto di partenza: incontro del’uomo e della donna che pascola le pecore. Proprio il rapporto tra il cavaliere e la pastorella l’oggetto di varie poesie e canzoni della tradizione francese antica. Ci sono varie soluzioni a queste storie che sono veri e propri dialoghi. C’è un motivo caratteristico della tradizione letteraria che vede un uomo nobile con al fianco una donna semplice operativa che vive a contatto con la natura. Questa immagine della pastorella la ritroviamo in molte vite di sante. La pastorella non è solo una donna semplice e inferiore al cavaliere, ma è uno stereotipo femminile che ritroviamo in molti versanti: lo status di pastore si trova in molte narrazioni agiografiche (es. Santa Margherita). -Branca ha sottolineato che la novella di Griselda svolge la funzione ideale coronamento di un percorso immorale. C’è anche l’idea della carità cristiana, fortemente presente in griselda: possiamo vedere in lei un’immagine di gesto estremo di carità proprio come ha fatto cristo. Gualtieri sarebbe il diavolo tentatore. E’ la novella più suggestiva del Decameron: i riferimenti al quotidiano sono molteplici (riferimenti storici). C’è una sorta di riscrittura. Tanti elementi si sovrappongono e ci danno la possibilità di arricchirci ( mini romanzi di formazione). Questa novella è calata in una dimensione “locale”: è una storia che si inscrive in un perimetro molto definito, è una storia molto concreta. Un elemento importante è la costruzione dell’identità di griselda, che la segna profondamente dall’inizio alla fine, da donna a marchesa. C’è un cambiamento: la griselda dell’inizio non è quella della fine; c’è un’evoluzione interna del personaggio. Un altro elemento importante è quello del travestimento: problema dell’identità femminile che viene costruita attraverso delle vicende e delle storie con varie metafore (si parla di “camicia”). Altro elemento, la novella è “preparata”: senza dubbi griselda trionfa come madre e come moglie (vittoria terrena). Alla fine boccaccio presenta una famiglia con una moglie, un marito e due figli = cellula che costituisce la base della società. C’è anche il problema della ricostruzione del mondo: alla fine delle 10 giornate, i ragazzi tornano a Firenze. La peste ha distrutto la città. Boccaccio affronta questo problema in modo pragmatico, pensa a una ricostruzione che parta dalle “maglie” del costruito sociale delle quali riconosce una struttura tradizionale della famiglia concepita come moglie e marito. Ricostruisce un mondo che risponda a delle regole libere da ogni influenza e che creino una nuova società fondata su un equilibrio di natura armonica. La novità di Boccaccio è che è promotore estremamente laico e la sua preoccupazione è la rifondazione del mondo. SEMINARIO, PARTE 4 Perché leggere il Decameron? Non c’è un punto interrogativo. E’ un’affermazione polemica e motivata. L’edizione su cui stiamo studiando da un ritratto di Boccaccio che fa dubitare sul motivo per cui dovremmo leggerlo; non lo dice esplicitamente, ma lo presuppone. Per cercare di capire la ragione per cui leggerlo e per leggerlo secondo i presupposti per i quali è stato concepito e secondo le critiche interpretative che reggano al suo sistema, bisogna seguire principi congrui al contesto: non si può leggere con i strumenti dell’allegoria (che funzionano nella commedia). Ci sono stati tentativi di leggere sia il Canzoniere che il Decameron con un’interpretazione allegorica e della filosofia mondana. 6° NOVELLA DELLA 10° GIORNATA: Carlo D’Angiò. Legge pg 57-58 del libro: Si parla della necessità di Boccaccio di tenere un profilo moderato. Boccaccio viene descritto come una figura indebolita, un “pasticcione” che sa di essere perdente rispetto ad altri. Eraclito piange sempre sulle sorti del mondo mentre Democrito ne ride sempre, non perché non ha il senso del tragico ma perché ritiene che la nostra sorte sia così ridicola che è meglio riderci piuttosto che piangerci. In questa divisione potrebbe stare Boccaccio, seguendo il filone democriteo; però questo tipo di visione può essere sottoposta a una critica. Boccaccio si espone in prima persona, non parla con la mediazione dei 10 giovani, ma con la propria lingua: questo avviene nel proemio, nell’introduzione della 1°e 4° giornata. Parla direttamente, in modo esplicito. Si difende dal “vento ardente dell’invidia” (4° giornata): immagine biblica che confermerebbe l’idea di un Boccaccio disimpegnato che vola basso, che non ha una meta. Legge pg 685, introduzione alla 4° giornata: si può cercare di vedere cosa c’è sottotraccia; il vento ardente richiama un punto del XVII canto del Paradiso, in cui Cacciaguida dice a Dante (che si dimostra dubbioso sul finire di scrivere l’opera perché tema che le sue parole abbiano sapore di “Forte agrume”) che la critica ai potenti della Terra farà come il vento che percuote gli alberi, cioè lo esilierà, ma sarà onorato della durata della sua parola. E’ evidente il riferimento alla Commedia. Legge pg 697 pargr.40: Questo genere di scrittura leggero, pulviscolare, gli consente di avere un potere di intervento che non sembrerebbe a lui attendibile sulla base di un “autodeprecatio”; “spirante turbo” è una sorta di ablativo assoluto latino. In questo paragrafo afferma di essere una persona di poca consistenza, lieve. Conferma l’ironia, la leggerezza, direbbe Calvino. C’è una sorta di ridiscussione: la polvere andrà in alto e poi ritornerà giù. Agonismo Petrarca-Boccaccio: nella senile 17°, Novella di criselda, Petrarca stravolge completamente il modo in cui Boccaccio narra questa vicenda. In latino avrebbero potuto leggerla anche persone di altri paesi, ovviamente istruite; in volgare solo pochi. Petrarca afferma di aver ammirato l’introduzione alla prima giornata e alla quarta; è un maestro inarrivabile di dissimulazione; è il tipico italiano che sa spianare. Ma com’è possibile che uno che dice di aver letto con attenzione la quarta giornata non faccia riferimento ai pargr.33-34? Possibile che leggendo queste parole non si sente “sotto attacco”? Possibile che non si renda conto che dietro ci sia una polemica nei confronti della sua percezione sull’incompatibilità tra la poetica e la pratica amorosa? (secondo il prof non è vero che petrarca vede il decameron per la prima volta a giugno del 73, ma prima). In questi paragrafi, vi sono 2 categorie di persone: poeti e condottieri, entrambi
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