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Semiotica appunti dettagliati del Manuale di Comunicazione narrativa, Appunti di Semiotica

Semiotica appunti dettagliati del Manuale di Comunicazione narrativa

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 02/01/2020

b.mati
b.mati 🇮🇹

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Scarica Semiotica appunti dettagliati del Manuale di Comunicazione narrativa e più Appunti in PDF di Semiotica solo su Docsity! MONOGRAFIA DI ALCUNI CONCETTI PRINCIPALI DELLA SEMIOTICA Secondo ciclo 14/11/19 MANUALE DI COMUNICAZIONE NARRATIVA (ACCEDI A MYLAB) È lo studio dei segni proprio perché nasce nell’ambito linguistico da qui è diventata a come qualcosa acquista un significato per qualcuno. Studio di tutto ciò che produce significato, testi differenti ad esempio anche i testi della pubblicità che adotta una narrazione di sincretismo di linguaggi, usa parole, immagini, musica, quindi materiale verbo visivo per significare qualcosa. Si occupa, va ad indagare: - Di ciò che capiamo comprendiamo di un messaggio, della dimensione cognitiva - Di ciò che suscita in noi delle emozioni, dimensione passionale - Di ciò che provoca reazione somatiche, dimensione sensibile nel momento in cui interviene il corpo - di ciò che spinge ad agire, dimensione persuasiva (ad esempio quello pubblicitario) Nel momento in cui un testo significa qualcosa dall’altro lato c’è un polo che è lo spettatore che interpreta e fa quelle che chiamano delle ipotesi interpretative, delle scommesse interpretative. Come ad esempio nel caso della suspense dove lo spettatore è portato a fare delle ipotesi su ciò che accadrà. E queste scommesse che possono attivare più o meno capacità cognitive hanno a che fare con le nostre competenze che possono essere: di tipo linguistico (testo di forma scritta), figurativo (siamo in grado di riconoscere i tratti del mondo che vengono sintetizzati, anche quando entra in gioco la nostra memoria visiva) o di genere testuale ( ci troviamo davanti ad una pubblicità, un romanzo… tutto ciò per cui un genere letterario si distingue, un testo rientra in un genere letterario se rientra all’interno di dei canoni definiti). ->tutte queste competenze rientrano in un determinato contesto (ad esempio in un manifesto pubblicitario le parti riferite al contesto possono cambiare il testo nel suo complesso così come può cambiare il significato degli elementi stessi), se cambia il contesto cambia il messaggio. ->un'altra competenza importante è quella della intertestualità ha a che fare con le relazioni tra i testi, il modo in cui i testi richiamano altri testi. (un testo può rimandare ad altri testi che mi aiutano anche a decifrare il messaggio) ->quando si legge in un testo si fanno quelle che Eco ha definito passeggiate inferenziali, tentativi, ipotesi sulla base di indizi a disposizione. ->un altro strumento si basa sugli stereotipi. Sono strumenti che disponiamo noi e anche chi deve costruire un messaggio. Un testo è una catena di enunciati o di gruppi enunciati, legati da vincoli di coerenza, emessi sulla base di più sistemi semiotici. La semiotica è qualcosa che ha a che fare con il linguaggio e i simboli. Viene poi superata questa prima concezione e si passerà dal segno al testo. Il primo a dare la definizione di segno è il padre della linguistica moderna Ferdinand de Saussure lavora all’università di Ginevra e dirà delle cose molto importanti sulla lingua. Il segno: una relazione tra due entità un’espressione significante(entità presente che rinvia ad un significato) ed un contenuto significato (immagine mentale, assente). Il significante si può vedere e rimanda a qualcosa invisibile il significato. Il segno è una relazione tra presenza del fumo e l’idea che ci sia fuoco. STORYTELLING (1 capitolo) Si parla dell’importanza della narrazione in ogni aspetto della vita umana. Inizia parlando degli studi sullo storytelling. Oggi si parla di narrazione come fondamentale per il funzionamento della mente umana, poiché la maggior parte delle informazioni e delle conoscenze vengono organizzate secondo strutture narrative dotate di una dimensione cronologica e di una dimensione causale. Abbiamo una naturale tendenza a raccontare storie, l’uomo è naturalmente propenso a narrare storie e ciò dipende dalla nostra memoria che funziona come una storia. Nel momento in cui acquisiamo dati li immagazziniamo sotto una forma narrativa, costruire storie è innato al costruire storie. L’uomo ha da sempre prodotto racconti, i primi racconti sono i miti e cosa sono i miti? Dei tentativi di spiegazione. Un tipo di narrazione che nasce per spiegare ciò che per l’uomo è ignoto (paure, desideri ecc). rapporto di significazione arbitrario, vuol dire che una comunità di parlanti per convenzione decide di dare ad un oggetto Nella nostra propensione al racconto ci interessiamo a delle scoperte che ci spiegano che l’uomo ha capacità narrative diverse e sviluppa capacità di empatia e comprensione diverse. Nel momento in cui trovo qualcosa di nuovo mi confronto con una narrazione mai vissuta ma comunque mi preparo a quelle narrazioni. Il mindreading capacità di lettura degli altri che ci permette di interpretare delle situazioni grazie alle storie alle quali ci siamo interessati. Si è studiato sugli effetti e sul perché le storie funzionino. Perché alcune narrazioni hanno così successo? Ad esempio, perché Harry Potter ha avuto così successo? Abbiamo detto che noi andiamo ad indagare il modo in cui i testi producono significati, ma ciò che ci interessa è il come sono costruite delle narrazioni per produrre quelle sensazioni. Perché empatiziamo? Grazie alle scelte narrative, tipo la scelta della persona narrante produce effetti differenti, la scelta della narrazione in prima persona ci fa vivere nel modo in cui vive il protagonista-> può produrre empatia.  Pezzo tratto dalle Cronache del Ghiaccio e del fuoco, tutto è narrato tramite i colori. -Grouping: mettiamo insieme degli elementi simili, ci raffiguriamo una scena visiva, una scena che nasce sulla carta e si proietta nella nostra mente. Attraverso analogie e similitudini raccogliamo indizi e ricostruiamo fattezze. Mondi resi nei minimi particolari, ci muoviamo in quel mondo in maniera completa. (ad esempio il trono di spade) Il focus di altre narrazioni è diverso ma ci permette sempre di entrare nella storia. La comunicazione e le sue funzioni A partire dagli anni 60 si concentra sullo studio del testo cioè qualsiasi cosa che produca in qualche modo significato per qualcuno. Gli approcci più recenti con cui la comunicazione narrativa si apre sono studi nuovi. Come i testi comunicano qualcosa. La comunicazione non è il semplice passaggio di informazione da A a B. I mezzi attraverso i quali il messaggio viene diffuso. Jakobson riforma il modello di Shannon e Weyer e dice che la comunicazione è qualcosa di più complesso ed è un processo che può essere spiegato attraverso questo modello . Che può essere traslato anche sulle immagini. La peculiarità di questo modello è la previsione di una funzione particolare associata ad ognuno degli elementi che va a contemplare. Per ciascuno degli elementi individua una funzione. Ad esempio, i testi di Munari come “da cosa nasce cosa”, in cui possiamo distinguere dei messaggi di carattere casuale e messaggi di carattere intenzionale (assicurandosi che il ricevente abbia una cognizione precisa di quello che voglio comunicare) Jakobson affida alla comunicazione una funzione referenziale cioè orientata verso il contesto, verso la realtà esterna, rimanda all’universo delle cose. Un messaggio ha funzione referenziale prevalente laddove si trasmettono informazioni sulla realtà esterna, quindi sui dati dell’esperienza. Ad esempio: “oggi c ‘è il sole” / “il treno parte alle tre e mezza”.  Se devo comunicare con una funzione referenziale che tipo di messaggio voglio dare? In certe pubblicità ad esempio prevale questa funzione. Così come nel messaggio verbale un messaggio è referenziale se si limita a rappresentare un oggetto della realtà esterna, così nella pubblicità i messaggi sono orientati su un concetto, rappresentano un prodotto se sono referenziali. Quindi nella comunicazione visiva questa prevale nei m essaggi incentrati sul prodotto o sul servizi, nelle immagini che documentano un fatto di cronaca,in quello che descrivono un oggetto, un ambiente, oppure nelle rappresentazioni di un concetto.  La comunicazione può avere anche funzione emotiva che riguarda la capacità dell’emittente di comunicare emozioni e sentimenti, di esprimere il suo stato d’animo rispetto un determinato argomento. Prevale questo tipo nelle frasi esclamative. Viene espresso il desiderio. Metto al centro il prodotto, con le sue promesse- >referenziale. Questa struttura è possibile applicarla a tutti i tipi di narrazione? No lui si è concentrato su un testo molto specifico e perciò non possono essere completamente generalizzabili. Greimas si rifà a Propp e trova uno schema più adatto a sintetizzare tutte le varie funzioni di un testo per trovare dei nuclei comuni. In ogni narrazione c’è qualcuno che desidera un’oggetto, o c’è qualcuno che fa che lo desideri e c’è qualcun altro che mi aiuta o mi ostacola nel raggiungimento di quel desiderio. Lo schema di Propp era troppo ampio. Tutte le narrazioni hanno questo sviluppo: Non è detto che tutti questi momenti della narrazione siano esplicitati, la narrazione può concentrarsi anche solo su un elemento cioè quello della performanza, c’è qualcuno che fa.  La manipolazione può assumere diverse forme: -la provocazione -la promessa -la minaccia -la seduzione Può essere portata anche in schemi della narrazione visiva. DEFINIZIONI -la narrazione è l’atto, il processo di narrare, il processo - la narrativa si occupa di storie finzionali che sono solitamente contrapposte alla saggistica e privilegia i fatti nella loro evoluzione o discussione. -la narratività è legata al principio di organizzazione del senso, è la nostra necessità di organizzare i significati sotto forma di storie. Quali sono i principi di organizzazione dei significati.- > storie che producono significati. ANALISI DEL RACCONTO CAP.1 Ci parla di nuovi studi di narraturgia si parte dagli anni 90 da studi che si appoggiano alle ricerche scientifiche. Allo scopo di studiare le unità narrative minimali che compongono il racconto, la grammatica universale del racconto. In questa prima fase verranno messi a punto gli elementi essenziali ad esempio per: - Classificare la posizione del narratore all’interno di una storia - Valutare il rapporto tra il tempo e la storia narrata Poi si sono iniziati a indagare in modo più approfondito, confrontandosi con le neuro-scienze e distaccandosi da quelle che erano le ricerche classiche. Svolta significativa in cui lo studio di pratiche narrative ha imboccato una nuova strada, coinvolgendo aree del sapere o dell’esistenza quotidiana tradizionalmente anarrative. Gli studiosi si rendono conto dell’importanza dello storytelling in vari ambiti come ad esempio la politica (Come Obama ha ritagliato la sua storia), il marketing ( come un brand si racconta). In questa prospettiva interdisciplinare ci si apre alle neuroscienze, prima gli strumenti di analisi erano quelli classici. La narratologia è la teoria del racconto: studio delle forme e delle teorie del racconto indipendentemente dal medium in cui viene utilizzato, dal supporto che viene utilizzato per narrarlo. Trovando ciò che accumuna e differenzia ogni racconto. Studio del racconto come modo verbale di rappresentare situazioni ed eventi ordinati temporalmente. Ci si concentra sugli strumenti formali: tempo, ritmo, la durata, la frequenza. Posso decidere di raccontare la mia storia in tantissimi modi diversi. L’ANALISI DEL RACCONTO SECONDO TRE MACROCATEGORIE (cap2-3-4) I generi hanno a che fare con la questione della classificazione. I generi sono in qualche modo delle forme codificate di narrazione, proprio perché hanno a che fare con temi, linguaggi, tecniche narrative. Analisi del discorso Analisi del testo che non contempla in qualche modo la figura dell’interprete. Il presupposto di questo tipo di approccio è quello di non contemplare l’autore empirico, va a presuppore che l’autore implicito in qualche modo lascia delle tracce nel testo. Una prima distinzione operata tra Genette è quella tra storia e discorso. La storia è il concatenarsi degli avvenimenti. Il discorso è il modo in cui il narratore formalizza la storia attraverso dei mezzi espressivi. Genette analizza il discorso narrativo attraverso tre categorie:  Il tempo : posso raccontare ciò che è avvenuto in passato(anteriore), posso raccontare ciò che avverrà dopo (ulteriore), posso produrre una narrazione contemporanea al presente (simultanea) e una nella quale gli eventi e i momenti dell’azione, il resoconto si alternano tra loro (intercalata). In una narrazione è possibile una manipolazione del tempo secondo tre parametri: - ordine: riguarda la successione degli avvenimenti, ha a che fare con una manipolazione dei fatti che consiste nel far precedere (analessi, flashback-tornare indietro nel tempo) o anticipare i fatti stessi (prolessi, flashforward-andare avanti nel tempo). Fare queste scelte narrative ha degli effetti, le anacronie hanno una funzione, vengono utilizzate per degli scopi, dei fini. Ad esempio, se io vado indietro del tempo raccontando il passato di un personaggio per spiegare la psicologia del personaggio n un determinato momento, do delle informazioni utili hai fini della comprensione-> Funzione completiva. Posso usare queste tecniche per evidenziare dei fatti ripetendoli-> Funzione ripetitiva. L’anacronia può essere omodiegetica, fondata sulla linea principale del tempo del racconto, e eterodiegetica, esterna dalla linea principale del tempo del racconto. (non ha a che fare con quanto tempo anticipo ma se rientra o no nella linea principale dei fatti) Possiamo parlare di portata dell’anacronia, cioè il quanto vado avanti o indietro, e di ampiezza di anacronia, cioè quanto vado a raccontare dei fatti. Esempi: - analessi omodiegetica, uno dei momenti inaugurali della letteratura occidentale, nonché un cardine strategico della narrazione. L’iliade ad esempio inizia in medias rex ma integra immediatamente con un flashback. -analessi eterodiegetica, vado indietro nel tempo ma mi allontano dalla vita principale dei fatti come ad esempio nelle pagine che Manzoni dedica alla Monaca di Monza che non rientra nella linea principale dei fatti oppure nel Gattopardo quando si parla di un curato. -analessi mista come in Des Greux. -prolessi tecnica narrativa come Il fu Mattia Pascal. *possono esserci anche analessi e prolessi brevi all’interno di una frase-> Lessico Familiare di Natalia Ginzburg. La sillessi è un altro modo di ordinare i fatti che non riguarda la ordinarietà oggettiva ma la possibilità di ordinarli secondo altre categorie come tematica o spaziale. Esempi: - la ricerca del tempo perduto di Proust, opera in sette volumi che viene organizzata, riguarda un ordine non temporale, ma tematica ( metto insieme tutti i ricordi che ho nella casa al mare). - durata: è una nozione ambigua, e va fatta innanzitutto una distinzione tra durata della storia e quella del racconto. La durata della storia: i fatti così come sono avvenuti o si suppone siano avvenuti. La storia dei promessi sposi inizia nel novembre del 1628 e finisce due anni dopo. La durata del racconto: temporalità che viene messa nella narrazione, posso riservare delle pagine a un dialogo e una riga ad un mese. *Il dialogo ad esempio corrisponde ad una perfetta coincidenza tra tempo della storia e tempo del racconto, ma questa coincidenza è fittizia. Nel momento in cui io impiego un determinato tempo per narrare qualcosa produco un’alterazione della durata e quindi cambio la velocità del racconto. La velocità è diversa perché alcuni capitoli riservano meno tempo ad una temporalità più ampia o meno. Quindi l’effetto del racconto cambia. Quanto dura il racconto, quanto è veloce la presentazione dei fatti? Nel dialogo solitamente ciò che accade corrisponde a come lo racconto-Isocronia DIscocronia, è il contrario. Posso utilizzare figure retoriche come: Ellissi: tacere i fatti avvenuti in un determinato tempo. Può essere esplicita o implicita. L’ellissi salta. Pausa: una parte del tempo narrativo corrisponde a un arresto della storia. Manzoni pone una pausa della storia quando si sofferma a descrivere la Monaca di Monza. Sommario: un testo narrativo breve corrisponde a un tempo narrativo relativamente lungo, racconto estremamente conciso e d essenziale, accelera i fatti proponendo un reso conto dei fatti stessi per sommi capi. Come accade ad esempio ne Don Quijote. Scena: equivalenza tra segmento del racconto e il narrato che rappresenta. Propone un ritmo naturale del parlato. Estensione: il tempo del racconto è più lungo del tempo della storia. *queste possono rientrare nello stesso testo o periodo. - frequenza: relazioni di ripetizione tra il numero di volte in cui gli eventi si presume siano accaduti nello storyworld e il numero di volte in cui sono narrati. Il racconto può essere singolativo, racconto una sola volta quanto mi è accaduto, singolativo- multiplo raccontare n volte quanto è accaduto n volte, ripetitivo, raccontare n volte quanto è avvenuto una sola volta o iperativo raccontare una volta solo quanto è avvenuto n volte. Dipende sempre dalla porzione testuale che noi andiamo ad analizzare. *Tutte queste scelte producono un grado più o meno alto che potremmo chiamare come mimesi. Scelte stilistiche come il monologo interiore e il flusso di coscienza rientrano in questa gradualità di adesione al reale. Il flusso di coscienza: ricalca quello che è il flusso dei pensieri e al contario del monologo interiore non presenta nessuna sequenza sintattica, lessicale. Abbandona ogni regola morfosintattica. Il monologo interiore: i personaggi pensano in merito a se stessi ma questo flusso dei pensieri rimane molto più strutturato. Questi rientrano in una alterazione della temporalità molto particolare che si adatta al pensiero.*  Il modo : la prospettiva, il punto di vista o come la chiama Genette la focalizzazione. In che modo il narratore mette a fuoco i fatti? In che modo orienta la sua prospettiva dei fatti, in che modo ci racconta la storia? Il concetto di focalizzazione ci ricorda qualcosa che ha a che fare con il visivo, Alberti nel 400’ nel De Pictura conia il concetto di prospettiva e quindi di profondità. La focalizzazione riguarda proprio la domanda chi vede, da che punto di vista mi viene presentata la storia? con lo scopo primo del soggetto. Esistono poi dei programmi secondari che aiutano a sviluppare dei programmi primari. Come nei romanzi e nelle fiabe, nel racconto pubblicitario possiamo distinguere diversi tipi di valorizzazioni. Associati ai programmi ci sono dei valori di base ,necessari al soggetto per portare a termine il programma narrativo principale, e d’uso, di carattere strutturale tutto ciò che aiuta il soggetto a realizzare il suo progetto. Analizza l’annuncio dell’automobile Simca 1100 La prima auto che desiderate (valori di base, esistenziali, identitari-> amore, fede, riconoscimento) e la seconda l’auto di cui avreste bisognbo (d’uso-> riguardano la funzione di un oggetto) Valore d’uso e di scambio possono coesistere, si parla di desiderio e di bisogni. Secondo Floch i valori d’uso utilitari (pratici) e quelli di base esistenziali (utopici) costituiscono nell’immaginario mediatico una sorta di categoria semantica analoga a quella che oppone bianco e nero, vita e morte. Assiologia dei valori di consumo, un modello che ci dice che un mezzo di costumo può essere valorizzato in diverse maniere a seconda dei valori che racchiude. Ikea ha una valorizzazione critica ma anche utopica. L’oggetto nella dimensione utopica spesso scompare. Gianfranco Marrone ha fatto un’indagine socio semiotica attraverso varie pubblicità della telefonia. Ha notato che i temi che sono alla base di determinate storie sono legati ad un certo tipo di valorizzazione e sono legati a quella che è la strategia del brand. Valori diversi possono anche convivere. Floch individua 4 tipologie pubblicitarie: una referenziale, una mitica, una sostanziale e una obliqua. -La pubblicità referenziale esalta i valori pratici dell’oggetto e la sua utilità che mettono in scena delle situazioni realistiche. (Prodotti da super mercato e farmacia) -Le pubblicità mitiche rappresentano i desideri che ha l’emittente verso un prodotto, la storia viene riportata sotto un’atmosfera mitica, da sogno. (Muller, fare l’amore con il sapore) -La pubblicità obliqua strizza l’occhio allo spettatore, non sono di immediata percezione, stimolano il nostro fare cognitivo, ci sono delle allusioni. L’oggetto del desiderio presenta un oggetto di desiderio (Clooney Nespresso: What else?) (Il maggiolino di Volkswggen, il centro del messaggio pubblicitario viene lasciato vuoto) -la pubblicità sostanziale ha a che fare con valori e doti pratiche dell’oggetto e lo troviamo quando i prodotti alimentari vengono esaltati. L’INTERTESTUALITÀ È la relazione tra i testi. La prima studiosa ad introdurre questo concetto è Julia Kresteva che dice che ogni testo si mette sempre in dialogo con altri testi. Non esiste mai un originale ma esiste sempre un assemblaggio di porzioni di testo e di testi che dialogano tra loro. Un testo come mosaico di citazioni. In realtà colui che sistematizzerà le diverse tipologie di relazione tra i testi è Genette ( l’abbiamo già visto nell’analisi del discorso). Mentre lei parla di rapporti tra i testi lui dice che esiste una categoria più ampia di transtestualità per indicare le diverse tipologie di relazione che ci possono essere tra i testi. Poi individua un tipo di relazione: - intertestuale->è la presenza effettiva di un testo in un altro testo, come quando apriamo le virgolette e citiamo un altro testo, tipo di intertestualità specifica. Ma le relazioni possono essere anche men o esplicite nel testo come ad esempio non avrai altro jeans al di fuori di me. (alludo ad un altro testo che è il decalogo, ma questa allusione non è esplicita ma sto attraverso questa modifica facendo un riferimento intertestuale) -paratestuale-> vuol dire tutti gli elementi che in qualche modo circondano il testo, che fanno parte del volume del testo stesso. Esistono delle porzioni paratestuali che fanno parte del paratesto e concorrono alla significazione di quell’oggetto in analisi. Le note ad esempio sono degli elementi che rientrano nella trasmissione di alcuni significati. Ad esempio, anche un’intervista rilasciata può essere la paratestualità. Il paratesto è formato da due porzione: peritesto (tutto ciò che rientra in qualche modo nel perimetro del testo, note illustrazioni ecc) + epitesto (qualcosa che è fuori ad esempio le lettere e le interviste riguardanti il testo) Il paratesto è un fatto di comunicazione. Ci sono delle fascette nei libri che ci riportano dei fatti come che il libro ha ricevuto un premio. La quarta di copertina oggi sempre di più a che fare non con fatti di sinossi ma con le recensioni, delle riviste e dei quotidiani più autorevoli. L’impaginazione stessa, i caratteri, la tiratura, i cofanetti e i segnalibri sono tutte scelte peritestuali precise. Uno degli elementi del peritesto è il nome dell’autore. Con la modernizzazione cambiano gli elementi peritestuali, il nome dell’autore ha la sua storia. Elena ferrante ha fatto dell’anonimato la sua arma vincente nell’amica geniale. Un anonimato che ha dei motivi diversi da quelli del passato dove non si firmavano le opere per paura di censura mentre oggi lo vediamo ovunque. Oggi ii motivi sono commerciali, suscita curiosità La dedica adesso è un po’ desueta. La prefazione che cos’è e da chi viene scritta? È posta all’inizio e ingenere è scritta dall’autore che serve a spiegare o introdurre o dare una figura di autorevolezza al testo. Quello che invece è l’epitesto sono quelle pratiche che non rientrano nei confini del testo. -metatestuale-> quando un linguaggio è oggetto di commento da parte di un altro testo. Dunque ad esempio un commento, una voce dell’enciclopedia che si riferisce ad un testo. (testo nel testo che viene evocato) -ipertestualità->si parla di collegamenti testuali attraverso i link, clicco ed accedo ad un altro mondo, ad un altro testo. ( relazione ad un testo ulteriore al quale accedo) Genette fa riferimento alla relazione che c’è ad esempio tra l’Odissea di Omero e l’Ulisse di Joyce, un testo fa da padre ad un altro testo dal quale scaturisce. -architestuale-> a che fare con la relacione tra un testo ed il genere letterario di riferimento, la classificazione di un testo secondo la logica del testo.  Categorie che hanno ciascuna una specificità e vanno a cogliere quella che è la relazione tra i testi. Quando parliamo di queste relazioni l’intertestualità può fare riferimento ad un testo oppure ci possono essere casi in cui non è un’altra trasposizione. Le relazioni possono essere itrageneriche, cioè possiamo riconoscere la struttura caratteristica di un genere letterario e quindi quel testo diventa riconoscibile in quanto appartenente ad un genere letterario. Oppure le relazioni possono essere di tipo intertestuale cioè parodizzazione di un genere come ad esempio il Don Quijote fa con il genere cavalleresco.  I narratori postmoderni usano moltissimo delle strategie intertestuali mossi dalla convinzione che sia stato già scritto tutto, si scrivono finzioni di finzioni, con citazione, parodia o pastiche. Come ad esempio Umberto Eco esibisce volontariamente nel nome della rosa delle citazioni e dei dialoghi con i testi passati. Alcuni attori della casa di carta sono stati ingaggiati per elite ad un certo punto c’è un riferimento intertestuale. C’è una festa in maschera ed alcuni sono mascherati dai protagonisti della casa di carta. Sono mondi che entrano in contatto.  I fenomeni che fanno dialogare i testi soprattutto nelle scritture contemporanee danne origine a forme che sono: - la trsposizione quelli che sono i personaggi , l’impianto narrativo viene trasposto in una narrazione contemporanea, in un nuovo spazio temporale come ad esempio le trasposizioni della fiaba - l’espansione: riscritture che vanno a colmare le lacune di un mondo narrativo, vado ad approfondire alcuni elementi di un testo. Ad esempio Star Wars, Harry Potter, Il trono di spade. Quando stacco una costola della narrazione e l’approfondisco -dislocazione: posso manipolare la versione della storia e cambiarla come la riscrittura di Robinson Crusoe. Questi concetti possono essere applicati a tutti i tipi di testualità. Questa relazione tra i testi avviene anche quando parliamo dei testi televisivi. ->Lottman parla della semiosfera: così come gli organismi entrano nascono, in relazione, muoiono ecc così i testi nascono,entrano in relazione e danno vita a forme nuove. Iniziare la narrazione I teorici si sono interrogati sull’inizio delle narrazioni cercando di catalogarle. Ci sono una serie di incipit che corrispondono a delle formule, elementi culturali consolidati che noi riconosciamo-> C’era una volta è l’inizio di una fiaba. L’inizio dei promessi sposi è una formula che ci è rimasta impressa, è un inizio che assume importanza perché introduce il narratore onnisciente. ( narratore che conosce più degli altri) Il narratore viene presentato sin dall’inizio. L’incipit ci da una geografia dei luoghi per poi zoomare nei personaggi, questo è un incipit legato a questioni di focalizzazione. La funzione degli incipit è varia ci sono incipit prettamente seduttivi che ci introducono la storia con grande immediatezza e ci spronano ad andare avanti come nella ricerca di Proust. (a lungo mi sono coricato di buon’ora, la descrizione di una persona che da li in poi si aprirà la sua vita) L’incipit del giovane Holden ci fa entrare con immediatezza nella storia del personaggio protagonista. L’incipit che ci fanno entrare in uno spazo tempo come nella divina commedia di Dante. Possono essere narrativi, descrittivi, commentativi. Possiamo distinguere anche quando i fatti iniziano in medias rex o alla fine (Christmas carol) Incipit dinamici o progressivi. Le funzioni dell’incipit: - Seduttiva - Codificante, decodifica il genere narrativo nel quale mi trovo - Drammatiche - Informative Il finire la narrazione Come ci congediamo da uno storyworld. Il senso della fine di Care Mode anilizza tutta una serie di finali della narrazione. Come possono essere: - Possono riportare l’equilibrio della narrazione per riprendere gli schemi narrativi. ( i promessi sposi) - Le cosidette conclusioni apparenti, finali provvisori, aperti. (serie tv, Friends) cliffenger. - Finali multipli (Se una notte di inverno un viaggitore, romanzo costruito sull’inizio di 10 romanzi) In relazione a fenomeni del testo -La metalessi a che fare con ciò che Bart definisce l’effetto di realtà, tutti quegli elementi che nel testo contribuiscono a dare sostanza alle immagini. Possiamo parlare di salto metalettico. Si distingue in ascendente la finzione entra nella realtà o discendente viceversa. -L’incastonatura ha a che fare con la combinazione delle sequenze narrative. Parliamo di incastonatura facendo riferimento a narrazioni tipo il Decameron di Boccaccio. Il narratore si definisce in base al rapporto che ha con la storia. Se noi analizziamo i livelli della storia vediamo che c’è una cornice ed all’interno di questa cornice c’è un racconto dei giovani. Narrazioni interrotte da altre narrazioni. -Diverso invece è la mise en abyme, concetto che ha origine nello studio degli stemmi antichi e si evidenzia la mise en abime la replica miniaturizzata di qualcosa. È una storia miniaturizzata nella storia. Meccanismo a specchi che si riflettono all’infinito. Presenza in qualche modo della componente autoriale che viene rappresentata. (diverso dalla metatestualità) -lo straniamento concetto che è stato introdotto dai formalisti russi, il linguaggio artistico non fa altro che interrompere l’automatismo della percezione. In qualche modo usa delle combinazioni diverse tali per cui il lettore ha una percezione differente che sollecita la riflessione. Questo artificio è applicabile all’arte in generale. Nelle pubblicità di Benetton ci sono delle figure di straniamento ad esempio, c’è un richiamo intertestuale, si fa riferimento al bacio del muro di Berlino che sono la storia della guerra fredda, ha un esplicito rimando alla guerra fredda e stimola la riflessione su temi come la pace. SUSPENSE Una delle strategie narrative più antiche, già nella tragedia veniva adottata e tutt’oggi è un ingrediente di tutte le narrazioni di successo. Si dispiega attraverso più narrazioni che fanno riferimento a più canali. (la suspense) Stimola quella che è la nostra capacità predittiva (che cosa verrà dopo?). Come è strutturata la storia tale per cui nasce la suspense? Ogni tipo di narrazione ha un suo metodo di utilizzo di suspense. ->Fabula e intreccio sono due modi di raccontare la storia che hanno a che fare con il tempo. Uno dei modi per creare narrazioni sospese è andare ad agire sulla temporalità, è possibile che io accenni dei fatti per creare delle aspettative su qualcosa che potrebbe accadere e creo tensione. (meccanismo di anticipazione) ->Un’altra modalità ha a che fare con il sapere. (so più cose del personaggio, le so attraverso di lui, sono all’oscuro). Questo testo a che fare con la definizione di questo genere che riguarda appunto una messa in campo di tecniche narrative. La temporalità a che fare con l’attesa del lettore che può produrre le cosiddette narrazioni sospese. C’è un filo conduttore nel testo che è l’attività cognitiva del lettore, la sollecitazione emotiva del lettore ha a che fare con le capacità cognitive che si sono evolute nel testo.
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