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Sensazione e Percezione, Sbobinature di Psicologia Generale

Il documento parla di sensazione e percezione, due concetti fondamentali della psicologia. La sensazione è la stimolazione di un organo di senso, mentre la percezione è l'organizzazione e l'interpretazione di una sensazione. Il documento approfondisce la sinestesia, un fenomeno che fa collegare informazioni diverse, e la psicofisica, un metodo per misurare l'intensità di uno stimolo e la sensibilità del soggetto. Vengono inoltre descritte la soglia assoluta e la differenza apprezzabile, due concetti importanti per la percezione umana.

Tipologia: Sbobinature

2020/2021

In vendita dal 07/03/2023

Giada0512
Giada0512 🇮🇹

10 documenti

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Scarica Sensazione e Percezione e più Sbobinature in PDF di Psicologia Generale solo su Docsity! Partendo dall’imput (accesso alle informazioni) parliamo di: Sensazione e Percezione  Sensazione È la semplice stimolazione di un organo di senso. La sensazione è come gli stimoli esterni affieniscono ai nostri recettori sensoriali. Es. Sensazioni tattiche: toccare il tavolo (toccare il tavolo e vederlo liscio è una sinestesia) o Sinestesia Sono delle sensazioni che rimandano all’unione o al collegamento di più sensazioni contemporanee che vengono da organi sensoriali diversi. Questo fenomeno ci fa collegare informazioni diverse. Es. Trascrivere il suono che sentiamo; vedere lettere e numeri colorati o suoni con sapori. Oggi il cervello è molto specializzato ma nella prima infanzia non è così. Alla nascita le sensazioni sono più unite. A tal proposito, l’ipotesi di Ramachandran: La sinestesia è l’effetto sperimentato da chi vede colori ascoltando la musica. È tipico dei sinestetici,  inoltre, associare i numeri ai colori o le percezioni tattili alle emozioni. In altre parole, nelle persone sinestetiche si attivano due o più sistemi percettivi a fronte di un solo stimolo. V.S. Ramachandran ha studiato questo fenomeno ed è stato uno dei primi a teorizzare che la  sinestesia sia prodotta dall’attivazione incrociata di regioni cerebrali specializzate in stimoli diversi .  Insieme al suo staff, inoltre, ha ideato diversi test per individuare questo strano fenomeno.  Percezione E l’organizzazione identificazione e l’interpretazione di una sensazione in modo da formare una rappresentazione mentale. Si presenta quando un individuo riesce a dare il nome ad un oggetto, cioè il cosiddetto riconoscimento dello stimolo . Capacità di codificare lo stimolo. I recettori sensoriali comunicano con il cervello tramite la:  Trasduzione: Che ha luogo quando i sensori corporei convertono i segnali fisici provenienti quindi dall’ambiente esterno in segnali neurali codificati, i quali sono poi inviati al sistema nervoso centrale. Quindi, quell’insieme di processi fisici e chimici per cui da uno stimolo esterno riusciamo a passare a uno stimolo interno. Gustav Fechner: sviluppò un metodo per misurare la sensazione e la percezione detto:  Psicofisica metodo che misura l’intensità di uno stimolo e la sensibilità del soggetto a tale stimolo. E non ti va esperimento di Psico fisica, i ricercatori chiedevano alle persone di formulare un semplice giudizio per esempio se vedevano meno luminoso, quindi mettevano in relazione lo stimolo misurato per esempio la luminosità di una luce, con la risposta affermativa o negativa del soggetto. In psicofisica il processo di misurazione inizia con un unico segnale sensoriale per determinare con precisione quante energie fisiche necessaria per suscitare in un osservatore una sensazione livello cosciente. La misura quantitativa basilare in psicofisica è:  Soglia assoluta Intensità minima necessaria per rilevare a malapena uno stimolo Dall’assenza alla presenza della percezione. Es. Da quando non sento il suono al momento in cui lo sento. (La soglia assoluta viene definita in termini operativi come la rilevazione di un certo stimolo del 50% delle volte e ciò significa che nel rimanente 50% lo stimolo non viene rilevato) Soglia= Confine tra due stati psicologici La soglia assoluta è utile per stabilire il grado di sensibilità rispetto agli stimoli deboli, ma il sistema percettivo umano eccelle per rilevare le variazioni di uno stimolo, piuttosto che il semplice sorgere e scomparire dello stimolo stesso.  Differenza apprezzabile o differenza appena rilevabile (JND) È il più piccolo cambiamento nell’intensità di uno stimolo che il soggetto riesce a rilevare. La JND non ha una quantità fissa, Al contrario dipende dall’intensità degli stimoli che si misurano e dal particolare senza oggetto della misurazione. Prendiamo per esempio, la misurazione della JND relativa uno stimolo luminoso: a un osservatore non la stanza buia viene mostrata una luce di intensità fissa, detta standard, accanto una luce di confronto è leggermente più luminosa o più tenue di quella standard. Quando la luce standard è molto tenue, gli osservatori riesco raccogliere perfino una differenza minima di luminosità tra le due luci: la JND è piccola. Quando invece la luce standard è molto luminosa occorre un amento molto maggiore dello stimolo di confronto perché si è notato la differenza: la JND è più grande. Recepisce innanzi tutto lo stimolo dell’ambiente esterno, poi ad esempio la luce che raggiunge l’occhio passa e non si tutto attraverso un tessuto esterno liscio e trasparente detto cornea, e invia il raggio luminoso attraverso la pupilla che è un’apertura circolare della regione colorata dell’occhio. La parte colorata è l’iride che controlla la quantità di luce che può entrare nell’occhio. Subito dopo l’iride troviamo la retina cioè un tessuto sensibile alla luce situato sul fondo del bulbo oculare.  Accomodazione cioè il processo con cui l’occhio forma sulla retina un’immagine chiara dell’oggetto. la retina costituisce l’interfaccia tra il mondo esterno della luce è il mondo interno della visione racchiuso quest’ultimo nel sistema nervoso centrale. Due tipi di fotorecettori retinici contengono pigmenti sensibili alla luce e traducono i raggi luminosi in impulsi neurali:  I coni rilevano il colore, operano in condizioni di luce normali e consentono la messa a fuoco dei dettagli fini.  I bastoncelli si attiva l’ho solo in condizioni di luce debole quindi sono deputati alla visione notturna. Essi sono distribuiti in maniera più o meno uniforme in ogni regione della retina tranne che nella regione centrale chiamata fovea, cioè l’area della retina dove la visione è in assoluto più nitida e i bastoncelli sono completamente assenti. esiste poi un’area della retina che viene chiamata “punto cieco” perché corrisponda un’area del campo visivo che non produce alcuna sensazione sulla retina. Dopodiché gli impulsi nervosi che veicolano le informazioni codificate dalla retina, giungono al cervello lungo il nervo ottico. Sono presenti due fasci di fibre nervose che poi si incrociano nel chiasma e raggiungono l’emisfero cerebrale sinistro oppure il destro. Il nervo ottico emergente da ciascun occhio si dirige al nucleo genicolato laterale che è situato nel talamo, da qui il segnale visivo viaggia verso la parte posteriore del cervello diretto verso la regione chiamata area V1 cioè l’area del lobo occipitale che contiene la corteccia visiva primaria. Dall’area occipitale, li dove inizierà la recezione dello stimolo dell’ambiente esterno, si distinguono due vie visive:  Via Ventrale (sotto) partendo dal lobo occipitale attraversa le regioni più basso del lobo temporale che comprende le aree del cervello coinvolte nel riconoscimento della forma e dell’identità di un soggetto. In altri termini si tratta sostanzialmente di un sistema per individuare il “che che cosa”.  Via Dorsale (sopra) Partendo dal lobo occipitale si dirige in alto verso il lobo parietale collegandosi e le aree corticali che identificano la posizione oggetto in altre parole identifica il “dove” si trova.  Come sappiamo che esistono queste teorie dell’informazione visiva? Alcune delle prove più schiaccianti provengono dagli studi i suoi deficit derivanti da lesioni nelle aree cerebrali coinvolte ciascuna delle tue vie. Per esempio una paziente subì un danno cerebrale permanente in una vasta regione della corteccia occipitale laterale, Ale fa parte della via ventrale. La capacità di questa paziente di riconoscere gli oggetti tramite vista era stata gravemente compromessa e a fronte di una capacità di riconoscere gli oggetti al tatto rimasta normale. Questa evidenza suggerisce che la paziente fosse danneggiata la rappresentazione visiva e non la memoria degli oggetti. Il danno cerebrale subita dalla paziente produce un deficit che viene chiamato:  Agnosie (in questo caso agnosia per la forma) per cui non siamo in grado di riconoscere l’oggetto e di conseguenza non siamo in grado di elaborare tutte le informazioni. Esiste una forma specifica di riconoscimento di un setting visivo che è la prosopagnosia che è l’incapacità di riconoscere le facce delle persone e nei casi più gravi, di distinguere la propria immagine in fotografia. Per quanto riguarda il campo visivo, noi abbiamo la percezione della tridimensionalità grazie all’integrazione dei campi visivi emanati dai due occhi. Perché per es. il campo visivo del primo occhio va parzialmente a sovrapporsi al campo visivo del secondo occhio tanto che quando ad es. chiudiamo un occhio vediamo un area dell’immagine e viceversa. Le proprietà fondamentali di uno stimolo visivo analizzate dai neuroni delle aree corticali visive sono: • la frequenza spaziale, • la lunghezza d’onda, • l’orientamento, • il movimento. Le proprietà fondamenti di uno stimolo visivo analizzate dai neuroni delle aree corticali visive sono:  La frequenza spaziale  La lunghezza d’onda  L’orientamento  Il movimento La frequenza spaziale Variazione periodica nello spazio della luminanza misurata in cicli/grado in angolo visivo (c/g) Il ciclo è l’alternanza di un’area di luminanza maggiore e minore. Riguarda L’alternarsi di chiaro-scuri, presenza di luce assenza si luce, nella percezione dello stimolo esterno. Questa frequenza spaziale può essere o alta o bassa, a seconda che noi stiamo percependo i dettagli di uno stimolo esterno oppure percepiamo la globalità di uno stimolo esterno. Quando ci sono tante alternanze di chiaro-scuro questo ci da la possibilità di vedere i dettagli dell’immagine, quando invece l’alternanza di chiaro- scuro è molto rada, noi percepiamo soltanto grossolanamente le forme. Quando nasciamo e siamo molto piccoli noi abbiamo soltanto le frequenze spaziali basse. Rilevatori di caratteristiche. o Vista modulare, cioè iperspecializzato infatti ci sono delle celle specializzate che ci permettono di rilevare oggetti specifici come case o alberi Proprio grazie alla forma noi siamo capaci di risalire al significato dello stimolo o Vista di rappresentazione distribuita, in cui le celle si sommano a una percezione /riconoscimento dell’oggetto. Quindi, in una prima fase individuiamo piccole parti legati alla forma degli oggetti, poi in una seconda fase li mettiamo insieme e individuiamo gli oggetti.  Si definisce elaborazione in parallelo la capacità del cervello di eseguire simultaneamente molteplici attività  Il building problem cioè problema del legame della percezione è il problema di come il cervello riesce a collegare tra loro le singole caratteristiche in modo tale che il nostro mondo visivo risulti composto da oggetti unitari, anziché da collezioni di caratteristiche mutevoli o combinate in modo errato. Una congiunzione illusoria è un errore percettivo in cui il cervello combina in modo scorretto caratteristiche appartenenti in realtà a a più oggetti. Perché si verificano queste congiunzioni illusorie? Per spiegarlo hanno proposto la teoria dell’integrazione delle caratteristiche secondo la quale l’attenzione è focalizzata non è necessaria per rilevare le singole caratteristiche che compongono uno stimolo, quali per esempio il colore, la forma, la grandezza e la posizione di lettere, ma lo è per legare insieme a quelle singole caratteristiche. Secondo questa prospettiva, l’attenzione costituisce il collante necessario per legare insieme le singole caratteristiche funzioni illusoria si verificano quando i partecipanti hanno difficoltà a concentrar attenzione sulle caratteristiche che devono essere tra loro associate. Gli studi di risonanza magnetica negli anni 90 ci hanno aiutato a comprendere che alcune regioni del cervello rispondono in modo selettivo a categorie di oggetti specifiche. Una micro lesione dell’emisfero temporale provoca il deficit di riconoscimento delle facce. Riconoscimento degli oggetti tramite la vista:  Legge della costanza percettiva Quando la percezione degli oggetti resta costante anche quando gli aspetti dei segnali cambiano. Si verifica quando il bambino inizia a pensare che l’oggetto continua ad esistere anche se non lo vede più. Per quanto ci riguarda, la costanza percettiva, è questo fenomeno in cui noi vediamo parti del tutto però ci sembra di vedere tutto. Es. Vediamo la testa del gattino spuntare da qualche parte però sappiamo che c’è il gatto. I principi dell’organizzazione percettiva: I principi della Gestalt caratterizzano molti aspetti della percezione umana è tra i più rilevanti vi sono le regole di organizzazione percettiva che stabiliscono i criteri per l’integrazione delle caratteristiche elementari e delle parti degli oggetti:  Semplicità  Chiusura  Continuità  Vicinanza  Somiglianza  Movimento comune La costanza percettiva è presente nella legge della chiusura della Gestalt. Organizzare implica separare visivamente ciò che lo circonda, per usare i termini della Gestalt significa distinguere una figura dallo sfondo in cui è inserita. c. Complessità : corrisponde alla nostra percezione del timbro cioè l’esperienza che chi ascolta fa della qualità del suono o risonanza. Il timbro ci fornisce informazioni sulla natura del suono. Questi determinano ciò che ascoltiamo: a) Intonazione b) Rumorosità c) Timbro L’orecchio umano: L’orecchio umano si divide in 3 parti distinte: 1. Orecchio esterno: comprende la parte situata all’esterno della testa chiamata padiglione, il canale  uditivo e il timpano (una membrana a tenuta d’aria che vibra in risposta alla onde sonore raccolte dal padiglione e inviate nel canale uditivo). 2. Orecchio medio: contiene 3 ossa più piccole del nostro corpo chiamate ossicini e sono o Staffa  o Incudine o Martello Chiamati così per la somiglianza con gli oggetti. Gli ossicini si combinano a formare una specie di leva che trasmette le vibrazioni all’orecchio interno. 3. Orecchio interno: contiene la coclea (un canale pieno di liquido che è l’organo della trasduzione uditiva) suddivisa in 3 scale della membrana basilare (una struttura che da origine a ondulazioni in risposta alla vibrazioni trasmesse dagli ossicini al liquido cocleare). Il movimento ondulatorio di questa membrana stimola migliaia di cellule ciliate (recettori uditivi specializzati inseriti nella membrana basilare) che rilasciano molecole di nuerotrasmettitori che danno inizio a un segnale neurale che attraverso il nervo acustico, raggiunge il talamo e infine un area della corteccia celebrale chiamata area A1 che consiste nella porzione del lobo temporale contenente la corteccia uditiva primaria. Per la maggior parte delle persone, le aree uditive: - nell’emisfero sinistro analizzano i suoni relativi al linguaggio - dell’emisfero destro sono specializzate nei suoni ritmici e della musica. Alcune evidenze stanno indicare che la corteccia uditiva primaria comprende due vie più o meno analoghe a quelle delle via dorsale e ventrale presenti nel sistema visivo: - le caratteristiche spaziali (cioè il dove) degli stimoli uditivi che ci consentono di localizzare nello spazio la sorgente del suono, sono elaborate da aree situate nella porzione posteriore della corteccia uditiva. - Le caratteristiche non spaziali (cioè il che cosa) che ci consentono di identificare un suono, sono elaborate da aree nella porzione inferiore (ventrale) della corteccia uditiva Intervallo normale: 20-16.000 Hz ???? Nell’orecchio si sono evoluti 2 meccanismi principali per codificare le frequenze delle onde sonore:  Codice di posizione: processo usato principalmente per le alte frequenze, in cui frequenze differenti sono codificate in base a posizioni differenti sulla membrana basilare.  Codice temporale: processo che registra le frequenze basse tramite la frequenza di scarica dei potenziali d’azione che entrano nel nervo acustico. Le perdite uditive conduttive : quando il timpano o gli ossicini hanno subito un danno tale da non riuscire più a trasmettere le onde sonore alla coclea Le perdite uditive neurosensoriali : sono causate da un danno alla coclea, alle cellule ciliate o al nervo acustico.  Le perdite uditive gravi sono provocate per lo più con l’avanzare dell’età mentre sono piuttosto fare nei bambini. Particolarmente vulnerabili a questo tipo di danno uditivo sono le persone regolarmente esposte a rumori molto forti. In questo caso può essere d’aiuto un impianto cocleare.  Tatto La percezione tattile o chiamata anche percezione aptica scaturisce dall’esplorazione attiva dell’ambiente fatta toccando e afferrando gli oggetti con le mani. Il senso del tatto ha inizio con la trasduzione in segnali neurali delle sensazioni raccolte con la pelle. Recettori localizzati sotta la superficie dell’epidermide ci permettono di sentire il dolore, la pressione ecc.. Inoltre noi possediamo i:  Termorecettori cioè fibre nervose capaci di avvertire il caldo e il freddo. 3 principi importanti regolano la rappresentazione neurale della superficie corporea:  Organizzazione controlaterale: la parte sinistra del corpo è rappresentata nella parte destra del cervello e viceversa. Es. Se mi faccio male nel braccio desto, l’area che lo percepisce è l’area controlaterale.  Rappresentazione somatosensoriale: le aree cerebrali deputate al tatto sono dedicate larga parte alla sensazione proveniente da quelle regioni della superficie corporea in cui è maggiore la sensibilità a piccole differenze spaziali. Regioni come la punta delle dita e le labbra hanno un’elevata capacità di discriminare i dettagli spaziali più fini, mentre per aree come la parte bassa della schiena questa capacità non è così elevata.  Esistenza di due vie distinte che trasmettono l’informazione somato-sensoriale al cervello: o La via delle colonne dorsali o Via delle colonne ventrali Per quanto riguarda il tatto il sistema del che cosa fornisce informazioni sulle proprietà delle superfici e degli oggetti, mentre il sistema del dove fornisce informazioni relative a una posizione dello spazio esterno che stiamo esplorando con il tatto o a una posizione del nostro corpo in quel momento è soggetto a una stimolazione. La sensazione del dolore: Il danno e tessuti viene trasdotto ai recettori del dolore: le terminazioni nervose libere. I ricercatori distinguono: o Fibre A-delta: ad azione rapida, le quali trasmettono il dolore acuto che si sente immediatamente dopo una ferita improvvisa. o Fibre C: le più lente, le quali trasmettono il dolore sordo, che dura lungo e persiste dopo la ferita iniziale. Nell’insensibilità congenita al dolore (una rara malattia ereditaria in cui è specificamente compromessa la percezione del dolore) sia le fibre a delta che le fibre C non sono funzionali, uno dei motivi per cui disturbo metà rischio la vita di queste persone. La percezione del dolore: Di norma percepiamo il dolore come proveniente dal tessuto danneggiato che la causato, tuttavia abbiamo recettori del dolore in molte altre parti del corpo oltre che nella pelle: intorno alle ossa, nei muscoli e anche
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