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Sensazione e percezione - Illustrato, Sbobinature di Psicologia Generale

SENSAZIONE: Sistemi sensoriali, Recettori Muller (1826): principio dell’energia nervosa specifica Esperimenti di W. Penfield (1950) STIMOLI MINIMI Teoria della detenzione del segnale (SDT) PERCEZIONE: I percetti KOEHLER —-> IL MONDO PERCETTIVO ESPERIMENTO DEL GORILLA DI SIMONS E CHABRIS 1999 Problemi SEPARAZIONE DEGLI OGGETTI ORGANIZZAZIONE PERCETTIVA LEGGI DI UNIFICAZIONE FIGURALE COSTANZE PERCETTIVE Percezione di distanza/profondità PROCESSI TOP DOWN →DISTURBI DEL RICONOSCIMENTO → PERCEZIONE E MEDICINA illusione

Tipologia: Sbobinature

2020/2021

In vendita dal 02/06/2024

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eliana-battista 🇮🇹

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Scarica Sensazione e percezione - Illustrato e più Sbobinature in PDF di Psicologia Generale solo su Docsity! Lezione 3 +4 - 23.10.2020 e 28.10.2020 Sensazione e percezione FUNZIONI COGNITIVE BASILARI. Sono attività nervose fondamentali per acquisire informazioni sul mondo esterno e sul proprio organismo. Senza di esse non daremo senso al mondo che ci circonda. • Sensazione: è la semplice consapevolezza della stimolazione di un organo di senso. • Percezione: —> Si parla di percezione visiva. È l’organizzazione, l’interpretazione e l’identificazione della sensazione (organizzazione di una sensazione in un’ esperienza complessa). la PERCEZIONE non è una registrazione sensoriale o una fotocopia della realtà, come potrebbe sostenere il senso comune, ma una complessa interpretazione della realtà. la PERCEZIONE è un processo cognitivo e non solo sensoriale. Le illusioni sono percezioni di oggetti costruiti mentalmente, ma in realtà inesistenti. Sensazione e Percezione • sensazione: esperienza grezza associata a stimoli semplici (l’occhio vede un grosso oggetto arancione) • percezione: esperienza basata sull’integrazione e l’interpretazione significativa delle sensazioni elementari (è un autobus) ⌦ SENSAZIONE La Sensazione è costituita dalle risposte agli stimoli provenienti dal mondo fisico captate dai recettori specializzati dei diversi organi di senso. Sono gli effetti immediati ed elementari del contatto dei recettori sensoriali con uno stimolo fisico o chimico proveniente dal mondo esterno (o interno al nostro corpo) e dotato di una intensità sufficiente a suscitare risposte più o meno complesse. Lo studio della Sensazione coincide con quello della funzionalità dei recettori nervosi, utilizza strumenti tipici della fisiologia ed è fondato sulla conoscenza approfondita della struttura anatomica e funzionale degli organi di senso. Cinque sensi: Udito, vista, tatto, gusto e olfatto. Ogni senso fa capo a un proprio insieme di: Recettori = strutture specializzate che rispondono a un tipo specifico di stimolo fisico mediante modificazioni elettriche, le quali danno poi origine a impulsi nervosi. Neuroni Sensoriali = Veicolano gli impulsi dai recettori al SISTEMA NERVOSO CENTRALE (SNC). - Per alcuni sensi, i recettori consistono semplicemente nelle terminazioni delle fibre nervose dei neuroni sensoriali, mentre in altri casi sono cellule specializzate le cui fibre sinaptano sui neuroni sensoriali. - I recettori di alcuni sensi si raggruppano all’interno di un organo di senso specifico e ben localizzato (orecchio, occhio e naso), mentre in altri casi sono distribuiti in molte localizzazioni diverse. - I neuroni associati a ciascun senso dono connessi con il SNC attraverso specifiche vie neurali. Queste vie neurali terminano, per quasi tutti i sensi, in aree sensoriali specializzate della corteccia cerebrale, le quali ricevano e analizzano gli input nervosi. - Sistemi sensoriali • Vista • Udito • Olfatto • Gusto • Tatto (+ pressione, temperatura, dolore) • Propriocezione (percezione della posizione del proprio corpo nello spazio) • Enterocezione (percezione dello stato degli organi interni – es. emozioni, dolore) I ⇥RICETTORI RETINICI: CONI: Necessitano di buona illuminazione. Sono sensibili ai colori. Sono posti al centro della retina, nella fovea. BASTONCELLI: Funzionano anche con bassi livelli di illuminazione. Non sono sensibili ai colori. Si trovano alla periferia della retina. → Dai recettori alla corteccia: • Il segnale elettrico viaggia fino alla parte della corteccia cerebrale adibita a riceverlo. • L’esperienza sensoriale ha luogo nella corteccia e non nell’organo del senso. Dopo che gli occhi hanno convertito lo stimolo in informazione la converte in modo da renderla utile alla nostra sopravvivenza. Il tutto avviene inconsapevolmente. A livello sensoriale: - I processi sensoriali: interessano gli organi di senso e le vie nervose che collegano questi organi alla corteccia cerebrale. - I processi percettivi: coinvolgono diverse aree della corteccia cerebrale. Per studiare i processi sensoriali quindi bisogna avere conoscenze anatomiche e sapere il funzionamento degli organi mentre per quelli percettivi bisogna avere conoscenze psicologi I sistemi sensoriali sono collegati al sistema nervoso tramite i nervi specifici sensoriali che portano alla corteccia sensoriale, che poi vengono assemblati e collegati alla corteccia motoria. ecc.. Trasmettono pero solo l’informazione relativa al sistema sensoriale a cui sono associati. L’occhio trasmette informazioni visive, registra solo immagine visive. Quando poi l’informazione sensoriale arriva alla corteccia va poi in delle specifiche aree del cervello deputate alla registrazione sensoriale di quell’area specifica a livello parietale, un’area somatica sensitiva a cui arrivano tutte le informazioni relative agli organi di senso. ⌦ PERCEZIONE Il concetto di Percezione nasce secoli fa in filosofia dove è stata definita come l’atto del prendere coscienza di qualcosa, qualcosa oltre a noi stessi, osservare, guardare oltre la nostra persona. Il termine Percezione deriva dal latino percìpere, formato da per e da capĕre che significa raccogliere,apprendere informazioni o dati sensoriali che attestino l’esistenza del mondo esterno. La Percezione regola il rapporto tra il Reale e la Sensazione del reale ovvero il percepito - il processo che determina e scaturisce forme di conoscenza concreta partendo da conoscenza astratta. In Psicologia, tuttavia, la Percezione viene definita come un processo psichico atto a trasformare i dati sensoriali in forme dotate di significato (percetti). La percezione non è quindi sovrapponibile 1:1 alla sensazione. Bisogna stare molto attenti a non confondere la percezione con la sensazione. Si tratta di concetti che spesso sono usati indistintamente, ma che come abbiamo visto parlando della Sensazione sono in realtà sostanzialmente diversi. La Percezione, invece, è un processo attraverso il quale la mente seleziona, organizza e interpreta le sensazioni. È il prodotto finale di un complesso processo di elaborazione delle informazioni sensoriali e della loro integrazione in una esperienza organica. La sensazione è un processo che permette di elaborare informazioni del mondo esterno che passa attraverso gli organi di senso. Il riconoscimento degli oggetti avviene in modo istantaneo e accurato. Lo studio della Percezione ha una impronta psicologica poiché si interessa delle leggi che regolano le funzioni mentali e inducono un particolare tipo di organizzazione agli stimoli, determinando una coscienza percettiva della realtà. Tuttavia la realtà fisica non può mai essere colta nella sua completezza ma solo nei limiti degli apparati sensoriali di cui dispone un particolare tipo di organismo. Esistono fenomeni fisici che, per la nostra esperienza soggettiva, è come se non esistessero poiché sono al di là delle nostra capacità sensoriali (variabilità interindividuale e tra diverse specie). Gli organi di senso ci mettono in contatto con l’ambiente attraverso la rilevazione di informazioni che vengono convertite in segnali neurali e inviate ai sistemi percettivi, che a loro volta hanno il compito di elaborarle e organizzarle in rappresentazioni. Organizzazione percettiva: il cervello, sulla base di passate esperienze, ci permette di fare un’immagine virtuale circa l’aspetto dello stimolo(oggetto). Accomodazione occhio: il soggetto accomoda l’occhio ossia varia la struttura del cristallino in modo da percepire la profondità. É per questo che le illusioni ottiche ci fregano. Le illusioni, per essere efficienti, devono avere intorno altri oggetti in modo da falsare completamente la prospettiva e indurci a pensare che ci siano oggetti non esistenti. Percezione: la percezione inoltre è legata a fattori emotivi. Percezione fisiognomica: attribuzione agli oggetti percepiti di certe caratteristiche espressive( bontà, cattiveria ecc..) →I PRECETTI Il contenuto percettivo dell’esperienza cosciente è il percetto, ovvero ciò che è possibile vedere. Lungi dall’essere una copia fedele della realtà, costituiscono il prodotto di due processi: —> CODIFICAZIONE dell’informazione e proveniente dall’esterno —> l’ORGANIZZAZIONE interna dell’organismo Il Percetto è l’esito finale della sequenza descritta dalla CATENA PSICOFISICA, l’insieme unitario di grandezza, forma, colore che riconosco in un oggetto che descrivo sulla base della mia esperienza introspettiva (a cui solo il soggetto stesso più accedere) NO perfetta corrispondenza tra realtà fisica e realtà percettiva (REALISMO INGENUO!) Perchè ci sia attività percettiva bisogna che ci siano 3 condizioni: • Stimolo distale: qualcosa che trasmetta/rifletta un energia. • Stimolo prossimale: l’energia deve stimolare gli gli organi sensoriali di un essere vivente. • Percetto: un sistema di elaborazione in grado di elaborare, interpretare e decodificare gli stimoli. La distinzione fra percetto e stimolo distale rappresenta il primo passo per comprendere la sequenza di eventi che porta a percepire un oggetto. L’insieme dei precetti costituisce il nostro MONDO FENOMENICO, che è diverso dal mondo fisico. La percezione è un fenomeno complesso che coinvolge due tipi di processo: Quelli dal basso verso l’alto. Quelli dall’alto verso il basso. Non sempre però c’è corrispondenza tra la realtà fisica(oggettiva) e quella percepita(soggettiva). Il nostro corpo è tarato per ricevere solo quella gamma di stimoli utili alla nostra sopravvivenza. I processi percettivi sono strettamente connessi alla nostra attività esplorativa nel mondo e all’azione che possiamo/dobbiamo compiere su di esso. Infatti ci consentono di creare rappresentazioni del mondo utili per pianificare ed eseguire azioni legate a specifici obiettivi ma anche per fornire risposte alle richieste ambientali. I sistemi percettivi sono coinvolti nella creazione di una rappresentazione coerente (o modello) del mondo in cui viviamo (percezione intesa come riconoscimento) e nell’utilizzo di questa rappresentazione per risolvere problemi legati alla nostra interazione con l’ambiente (percezione intesa come azione) Noi vediamo un oggetto, col suo colore, forma e tutto il resto proprio là fuori. Non abbiamo certo l’impressione che ve ne sia un altro nella nostra testa. Eppure, in un certo senso, di oggetti ce ne sono due: - Uno, soggettivo, che troviamo nella nostra esperienza introspettiva - E un secondo oggettivo, che possiamo descrivere indipendentemente da un atto di osservazione. Il primo oggetto esiste solo per me; il secondo è disponibile a tutti. Questa conclusione rieccheggia quella del filosofo e matematico francese René Descartes (1650), quando suggeriva che il fondamento della conoscenza sta appunto nella distinzione fra il pensiero, la res cogitans, di cui abbiamo esperienza cosciente diretta, e il mondo esterno a noi, la res extensa, che conosciamo solo indirettamente. STIMOLO DISTALE: oggetto fisico nel mondo esterno (stimolo fisico) che se inserito in un ambiente dove è presente luce può dare luogo ad una serie di variazioni nella quantità di luce che raggiunge l’organo di senso (occhio). Corrisponde al complesso delle caratteristiche, misurabili per mezzo di strumenti opportuni, di cui possiamo dare una descrizione fisico-chimica o stimando il. Valore di certi parametri in modelli geometrici. STIMOLO PROSSIMALE: le sollecitazioni che avvengono a livello dei recettori sensoriali e della corteccia cerebrale, che vanno a determinare l’organizzazione finale del percetto. Descrive le proprietà degli eventi neutrali che avvengono al livello della superficie recettoriale e che nel processo di trasduzione, codifica l’informazione in ingrasso. SISTEMA DI CODIFICA E ORGANIZZAZIONE: E’ il sistema di elaborazione delle informazioni ricevute in grado di comprendere ed interpretare le modificazioni che queste hanno prodotto negli organi sensoriali. PERCETTO: lo stimolo così come viene percepito dal soggetto percipiente (mondo fenomenico). ⇥ KOEHLER —-> IL MONDO PERCETTIVO E’: - FENOMENICAMENTE OGGETTIVO: in quanto riceviamo dal mondo esterno stimoli immediati - FENOMENICAMENTE SOGGETTIVO: proprio perchè riusciamo a percepirli e ad elaborarli. Quindi il mondo (oggettivo) si trova all’esterno dell’osservatore che ne trae esperienza immediata e, contemporaneamente, la fa propria elaborandola e trasformandola attraverso dei processi che si generano all’interno del suo organismo (soggettivo). È l’insieme di questi processi cognitivi che ci consente l’immediatezza con cui percepiamo il mondo esterno. CATENA PSICOFISICA → il contatto con gli oggetti esterni è fenomenicamente immediato ma mediato da una serie di trasformazioni che compongono la catena. Stimolo Distale ⇢ Stimolo Prossimale ⇢ Sistema di codifica e organizzazione ⇢ Precetti. Stimolo distale: una Bottiglia —-> La luce trasmette le informazioni nell'occhio, dove viene rappresentata una forma bidimensionale, è la rappresentazione dello stimolo prossimale che non basta da solo a creare percezione che dia un percetto, ci deve essere una ricostruzione successiva. La catena psicofisica è ciò che ci permette di capire che la sensazione è diversa dalla percezione. La percezione è l’aspetto costruttivo, che ci permette di rappresentare un oggetto attraverso la rilevazione dello stimolo distale, è fondamentale che questi arrivano agli organi di senso dove poi ci sarà un processo trasduttivo e costruttivo che permette di percepire l’oggetto per quello che realmente è. Gli organi di senso ci mettono in contatto con l’ambiente I nostri sistemi percettivi non dispongono dello stimolo distale ma devono ricostruire lo stimolo a partire dallo stimolo prossimale. Tuttavia lo stimolo prossimale è sempre in qualche misura indeterminato e caratterizzato da elevata ambiguità rispetto all’oggetto che costituisce la sua causa distale. La distinzione tra una realtà fisica e una realtà fenomenica emerge in numerose situazioni (vedi illusioni ottiche dove la corrispondenza tra mondo fisico e mondo percepito viene a mancare). Le rappresentazioni generate dai nostri sistemi percettivi e il nostro comportamento percettivo (ad esempio le decisioni visive) non dipendono tuttavia solo dalle evidenze sensoriali immediate – intese come elaborazione delle caratteristiche dello stimolo definito come PROCESSO BOTTOM UP – spesso caratterizzate da estrema ambiguità e indeterminatezza... Le figure ambigue e bistabili sono la dimostrazione che, mentre da un punto di vista fisico nulla si modifica nello stimolo, l’attività percettiva è un processo attivo in cui la elaborazione delle informazioni continua anche dopo che una prima soluzione sia stata raggiunta E. Rubin ha proposto che la articolazione figura – sfondo sia essenziale per l’esistenza degli oggetti fenomenici e ha individuato le principali regolarità di questo fenomeno percettivo fondamentale —> AREA MINORE : grandezza relativa, la zona piccola emerge come figura. INCLUSIONE: margini, la zona inclusa Emerge come figura <—— —-> CONVESSITA’: La regione convessa emerge come figura ORIENTAMENTO SPAZIALE: le zone che coincidono con gli assi principali emergono come figura. SIMMETRIA: le aree simmetriche emergono come figura. Oltre alla articolazione della figura – sfondo il sistema percettivo deve separare gli oggetti e stabilire quali elementi appartengano poi allo stesso oggetto. Il costituirsi dell’oggetto fenomenico e la segmentazione del campo visivo sono stati oggetto di indagine sistematica della psicologia della Gestalt. Per la Gestalt la Percezione è un processo primario e immediato (diretto – bottom up). I. La percezione è data dall’organizzazione interna che si crea fra le varie componenti di uno stimolo. Il campo percettivo viene considerato al pari di un campo elettromagnetico in cui si osserva una distribuzione dinamica delle forze in gioco. II. Tale processo di organizzazione intrinseca è regolato da alcuni principi (principi di unificazione figurale) che generano totalità coerenti e strutturate. III. L’esperienza passata riveste un ruolo secondario nell’organizzazione percettiva perché non influisce direttamente sull’organizzazione del campo fenomenico. → LEGGI DI UNIFICAZIONE FIGURALE • La PERCEZIONE è un processo diretto, attivo e che considera la scena visiva nel suo insieme • Il nostro SISTEMA PERCETTIVO è predisposto ad ORGANIZZARE e RAGGRUPPARE gli stimoli seguente precise REGOLE • Max Wertheimer nel 1923 fissa i principi generali della organizzazione percettiva – REGOLE DI UNIFICAIZONE FIGURALE • Il CAMPO PERCETTIVO esistono REGOLE DI UNIFICAZIONE FIGURALE che descrivono il comportamento della interazione delle parti presenti. - PRINCIPIO DI VICINANZA: A parità di condizioni, tendono ad essere vissuti come costituenti un’unità percettiva elementi vicini piuttosto lontani. - PRINCIPIO DI SOMIGLIANZA: A parità di condizioni, tendono ad essere vissuti come costituenti un’unità percettiva elementi del campo che hanno maggiore somiglianza. - PRINCIPIO DI BUONA CONTINUAZIONE: A parità di condizioni, tendono ad essere vissuti come costituenti un’unità percettiva elementi del campo che si dispongono secondo una direzione più uniforme. - PRINCIPIO DI CHIUSURA: A parità di condizioni, tendono ad essere vissuti come costituenti un’unità percettiva elementi del campo che tendono a formare unità chiuse. - PREGNANZA/BUONA FORMA: A parità di condizioni, gli elementi tendono ad essere interpretati nel modo più semplici, privilegiando disposizioni con il minor numero di elementi possibile. Sono percepite come figure quelle configurazioni che appaiono armoniche, simmetriche e semplici - PRINCIPIO DI DESTINO COMUNE: A parità di condizioni, gli elementi tendono ad essere interpretati come costituenti di un’unità percettiva elementi del campo che tendono a muoversi nella stessa direzione. - PRINCIPIO DELL’ESPERIENZA PASSATA: A parità di condizioni,tendono ad essere vissuti come costituenti un’unità percettiva elementi del campo che sono già appresi (appartengono alla nostra esperienza) Determinanti di raggruppamento Le determinanti di raggruppamento tendono a creare le forme più stabili, coerenti e semplici possibili per ogni determinata configurazione Benché siano state studiate soprattutto nella percezione visiva, le stesse determinanti funzionano per la percezione uditiva (studi sulla percezione della musica). Collegato al problema della articolazione figura. – sfondo e al raggruppamento delle determinanti del percetto vi è il problema della occlusione delle superfici... Il mondo esterno è infatti fatto perlopiù di superfici opache che si occludono le une con le altre. Il nostro sistema visivo, tuttavia, è in grado di percepire e completare l’immagine occlusa. —> IL COMPLETAMENTO AMODALE: - COMPLETAMENTO perchè le sue forme grigie sembrano completarsi dietro un rettangolo forato. - AMODALE perchè la parte nascosta della forma grigia è presente solo nella nostra esperienza. Gli stimoli prossimali, proprio per il nostro essere e agire nel mondo, cambiano continuamente per grandezza e intensità luminosa. Nonostante questo noi riusciamo a mantenere stabile la percezione dell’ambiente intorno a noi. Invarianza e Stabilità —-> COSTANZE PERCETTIVE nonostante le stimolazioni sensoriali siano MOLTEPLICI e MUTEVOLI il nostro vissuto percettivo è STABILE e CONTINUO. LE COSTANZE PERCETTIVE sono processi AUTOMATICI Contribuiscono a mantenere IMMUTATE le CARATTERISTICHE (dimensione, forma e colore) degli oggetti che non appaiono mutate nonostante le variazioni retiniche delle loro registrazioni ottiche. Sono processi sostanzialmente derivati dalla evoluzione che guidano il nostro ADATTAMENTO all’ambiente Le COSTANZE PERCETTIVE riguardano LA GRANDEZZA, FORMA, COLORE, ILLUMINAZIONE degli oggetti. ⇥ COSTANZA DI GRANDEZZA. Una persona che si allontana proietta un’immagine sempre più piccola sulla retina ma la percepiamo di grandezza costante grazie alla percezion della distanza (la dimensione dell’immagine retinica diminuisce ma la distanza percepita aumenta). Gli oggetti mantengono la stessa grandezza nonostante cambi la dimensione della loro immagine retinica. Le variazioni registrate di grandezza sono attribuite a variazioni di distanza, mentre la grandezza percepita resta costante. ⇥ COSTANZA DI FORMA Quando si apre una porta la forma della sua immagine retinica cambia più volte. Ciononostante percepiamo una porta invariata. I cambiamenti di forma di un oggetto vengono percepiti come cambiamento dell’orientamento. ⇥ COSTANZA CROMATICA La luce riflessa da un oggetto varia in continuazione a seconda del tipo di illuminazione; ciononostante lo percepiamo dello stesso colore. ⇥ LE COSTANZE PERCETTIVE COSTANZA CROMATICA /LUMINOSA
 Un oggetto appare dotato dello stesso colore e della stessa luminosità anche quando la quantità di luce da esso riflessa varia a seconda del tipo di illuminazione dell’ambiente. → Percezione di distanza/profondità La retina è una superficie bidimensionale su cui si proietta un mondo tridimensionale. L’informazione sulla profondità deve essere ricostruita sulla base di INDICI DI PROFONDITA’ Come percepiamo la profondità? • 1618: Scheiner seziona un occhio di bue e scopre che l’immagine che si proietta sulla retina è bidimensionale; • Il passaggio dalle due dimensione dell’immagine sulla retina alla profondità a cui percepiamo il mondo avviene grazie a: - indizi fisiologici di profondità - indizi cinetici di profondità - indizi pittorici di profondità Esempio clinico di agnosia associativa: Il paziente non riusciva a identificare oggetti comuni presentati per via visiva e non sapeva cosa c’era nel suo piatto prima di assaggiarlo. Identificava gli oggetti quando li toccava ma se gli veniva mostrato uno stetoscopio lo descriveva come “una lunga corda con una cosa rotonda alla fine” e chiedeva se poteva trattarsi di un orologio. (Reubens e Benson, 1971). Conseguono a lesioni temporo-occipitali(via del “what” o via ventrale vs “via del where” o via dorsale) Agnosie categoria-specifiche • Agnosia per le lettere: alessia pura • Agnosia per i colori(acromatopsia, anomia per i colori, amnesia peri colori) • Agnosia per i volti (prosopoagnosia appercettiva o amnesica) • Agnosia per oggetti “living” vs.“not living” → PERCEZIONE E MEDICINA Allucinazioni: prodotto che fa la mente rispetto ad un’assenza di stimolazione effettiva sensoriale, ma che vengono prodotti dei fenomeni, perfetti. Varie cause organiche come tumore cerebrale in una certa area oppure alterazione dovute a farmaci. La percezione di qualcosa in assenza di oggetto sensoriale o stimolo. Percepire qualcosa in assenza di un oggetto o uno stimolo. Fenomeno di produzione. Illusioni: c’è qualcosa nel mondo esterno ma l’interpretazione è problematica. Illusioni percettivi o errori percettivi. Fenomeno che accade nella diagnostica per immagini. PROBLEMA: l’immagine radiografica è una rappresentazione bidimensionale di una struttura anatomica tridimensionale; Immagine diagnostica —-> fare una traduzione da un’immagine diagnostica bidimensionale a una struttura tridimensionale del corpo, tramite tac, risonanza magnetica ecc.. Abbiamo bisogno di sviluppar una rappresentazione mentale di come è fatto il corpo tridimensionalmente. Le varie strutture possono sovrapporsi le une con le altre, il radiologo deve tradurre l’immagine radiografica bidimensionale in una rappresentazione mentale tridimensionale; Mascheramenti e sovrapposizioni; Le tecniche TC e RM consentono una visione su strutture tridimensionali consentendo quindi di ricostruire le strutture oggetto di indagine ma necessitano di una accurata scansione delle sezioni che necessita anch’essa una rappresentazione tridimensionale mentale Due livelli di analisi: ISPEZIONE VISIVA DELL’IMMAGINE = percezione, ha a che fare con i processi percettivi. INTERPRETAZIONE = processi cognitivi (memoria, ragionamento e processi decisionali). Nella pratica clinica gli stimoli da esaminare sono molto differenti da quelli utilizzati nella ricerca sperimentale. FOCALIZZARE IL BERSAGLIO PRESENZA/ASSENZA DI INDIZIO PATOLOGICO / LOCALIZZAZIONE ED ESTENSIONE DEL BERSAGLIO I processi percettivi possono influenzare tutte le fasi della raccolta di informazioni medico cliniche sul paziente che, in ogni caso, non può mai essere del tutto obiettiva ma è soggetta ai medesimi effetti dell’organizzazione della percezione che abbiamo incontrato nelle sezioni precedenti . Es. Sullivan e Williams 1976: informazioni tattili. Ingrossamento della milza. Precisione dello 84,6%. Illusioni percettiva che non sembra dipendere dalle esperienze passate ma dalla percezione delle relazioni stabili tra le caratteristiche degli oggetti e quelle dello sfondo (illusione di Ebbinghaus). La nostra percezione di un oggetto – quindi la valutazione delle sue dimensioni, forma, colore e distanza – è sensibilmente influenzata dal contesto: quelle che riteniamo essere valutazioni obiettive spesso non lo sono. Sono state fatte delle ricerche utilizzando l’ ispezione tattile, e veniva chiesto attraverso il tatto se c’era ingrossamento della milza e il livello di precisone attraverso il quale i medici riuscivano ad individuarlo era dell’84%. Statisticamente numero alto se su 100 persone 16 non venivano diagnosticate. Queste evidenti illusioni percettive, non dipendono solo dall’esperienza del medico ma attraverso un gioco di azioni tra il contesto e l’azione. La nostra percezione, quindi la nostra valutazione è influenzata in modo sensibile dal contesto. Compiamo scelte conseguenti. —-> illusione percettiva determinata dal contesto. Il contesto “il corpo del paziente” va ad influenzare la nostra percezione. FALSI POSITIVI dal 2% al 15%; strutture sovrapposte possono essere falsamente interpretate come enità patologiche FALSI NEGATIVI omisssioni-missing rate 20-30%; Perché? Se poi viene individuata da un secondi esame?; errori percettivi e cognitivi; Problema di figura- sfondo in situazioni ambigue. Entrano in gioco esperienze pregresse e aspettative che possono facilitare il riconoscimento degli aspetti dell’immagine che si accordano con essi ma possono anche rendere l’osservatore cieco rispetto a quelli inaspettati. Lo stesso vale anche la identificazione e selezione per i segni clinicamente significativi rispetto alla massa di «rumori di fondo» irrilevanti nella situazione di esame. La rilevanza non è mai assoluta ma contesto–dipendente. Gli studi sui questo aspetto riprendono il noto esperimento di Chabris e Simon (1999) del Gorilla sulla inattentional blindness. - Potchen (2006) il 60% dei radiologi cui venne chiesto di esaminare una radiografia del torace non si accorse che in una delle lastre mancava una clavicola - Drew (2013) l’83% dei radiologi in un compito di scansione TAC torace per individuare noduli tumorali non si accorse di un gorilla infilato nelle immagini e molto più grosso dei noduli stessi. Cecità inattenzionale.
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