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SETA - ALESSANDRO BARICCO [Scheda libro], Schemi e mappe concettuali di Letteratura

SETA - ALESSANDRO BARICCO [Scheda libro]

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2009/2010
In offerta
30 Punti
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Caricato il 11/06/2010

Alberto
Alberto 🇮🇹

4.3

(1356)

394 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica SETA - ALESSANDRO BARICCO [Scheda libro] e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Letteratura solo su Docsity! SETA AUTORE: ALESSANDRO BARICCO Alessandro Baricco è nato a Torino nel 1958. Ha pubblicato due romanzi (Castelli di rabbia, Rizzoli 1991, Tascabili Bompiani 1994, Premio Selezione Campiello, Prix Médicis étranger, e Oceano mare, Rizoli 1993, Premio Viareggio 1993, Premio Palazzo al Bosco 19994), un monologo teatrale (Novecento, Feltrinelli 1994), una raccolta di articoli (Barnum, Cronache dal Grande show, Feltrinelli 1995) e un saggio sui rapporti tra musica colta e modernità (L’anima di Hegel e le mucche del Wisconsin, Garzanti 1992). SVOLGIMENTO E COMMENTO “Per vivere, Hervé Joncour comprava e vendeva bachi da seta.” E’ la storia di questo insolito personaggio che abita in un paesino con l’amata moglie. Era il1861 e Hervé viveva in un paesino nel sud della Francia chiamato Lavilledieu. Il suo lavoro consisteva nel comprare bachi da seta ancora sotto forma di uova, all’estero, confezionarli e rivenderli a fabbricanti di seta del paese. Un anno però, le epidemie che si stavano sviluppando in Francia, si espansero fino all’Egitto e alla Siria, luoghi dove lui recuperava i bachi. Non trovando più lavoro, Hervé si mise ala ricerca disperata di una soluzione. Aveva sentito parlare della seta cinese, molto pregiata e molto buona; a quei tempi però non era semplice intraprendere un viaggio dalla Francia fino in Cina, anche perché erano mondi piuttosto sconosciuti e avversi. Armato di un forte coraggio, Hervé decide comunque di partire, e organizzati tutti gli incontri si mette in viaggio. L’ambiente cinese è completamente diverso da quello a cui lui è abituato in Francia. Qui lui prende contatti con il capo di un villaggio che gli vende appunto le uova tanto agognate. Lo sconvolgimento della sua vita avviene però quando vede una giovane, bella ragazza accovacciata sulle gambe di Hara Kei, il suo fornitore. L’anno seguente riesce anche in qualche modo a comunicare con questa ragazza, che sembra interessata a lui. Viene colpito ogni volta di più dalla bellezza e dalla magia di quella donna. Tanto che con il passare del tempo i suoi viaggi non avevano più solo l’obiettivo di recuperare i bachi, ma anche di rivedere la misteriosa fanciulla. Un anno prima di andarsene, lei gli consegna un biglietto scritto in ideogrammi cinesi. Alla ricerca di scoprire il significato di quelle scritte si reca da una ghescia a Parigi. Il biglietto gli chiede di tornare, che lei lo aspettava. Questo amore platonico tra i due è la continua angoscia di questa storia: lei nascosta da Hara Kei, lui col pensiero di avere a casa l’amata moglie. Gli arriva a casa una lettera scritta ancora con quegli ideogrammi cinesi. La traduzione era uno scritto d’amore e di sesso per Hervé. L’ultimo anno in cui si reca in Cina, è quando è iniziata la guerra e il popolo di Hara Kei è costretto a scappare. Lui riesce a raggiungerli, ma non riesce a vedere la ragazza, con il risultato di essere cacciato e intimato a non tornare. La sua vita da quel momento si ristabilì a Lavilledieu, con la moglie. La nostalgia di quei posti magici, gli fecero creare un suo giardino tipicamente cinese, con l’uccelliera come aveva Hara Kei. Solo dopo la morte della moglie Hervé capisce ogni cosa: sulla tomba ci sono dei fiori, simbolo della ghescia parigina; intuisce quindi che la seconda lettera, per la quale lui aveva fatto l’ultimo viaggio in Cina non l’aveva scritta la misteriosa ragazza, ma sua moglie. Spegnerà poi così la sua magica vita in rituale di abitudini e ricordi. Questo libro è ricco di sentimenti e angosce: vivendo la storia del personaggio in mezzo a magici mondi, e strane avventure ti senti stranito e confuso anche tu. La suggestione di mondi lontani e diversi è rappresentata per tutto il libro; inizialmente con forte paura per un nuovo ambiente, poi affiora la curiosità per questo popolo così diverso, e infine, la passione per quei luoghi e quei costumi ormai quasi familiari. Il libro è scritto con uno stile moderno, brevi capitoletti, schematici e allo stesso tempo narrativi. Vengono spesso ripetuti dei pezzi, in modo da ribadire alcuni concetti, o da dare un senso di ripetizione di certi avvenimenti. La descrizione non in prima persona, ma con i sentimenti e le impressioni del solo protagonista, lasciando oscuro il pensiero altrui, è un modo di scrittura molto avvincente, perché permette di esprimere fatti e concetti in modo impersonale, ma di lasciare la visione di un solo personaggio. L’autore nacque a Torino nel 1958. La sua produzione letteraria spazia dagli articoli, raccolti in Barnum, Cronache dal grande Show; ad un‘opera teatrale in forma di monologo – Novecento ed infine due romanzi Castelli di Rabbia ed Oceano Mare che vinsero anche numerosissimi premi tra cui l’Hemingway e la Selezione Campiello. Lo scrittore stesso non definisce Seta come un romanzo o racconto ma come una storia. Effettivamente si tratta della narrazione della vita di un uomo, un semplice commerciante ottocentesco che però risulta fin dall’inizio avvolto in un alone di misteriosità. A cominciare dal lavoro che egli svolge: commerciante di bachi da seta di cui acquista le uova in medio oriente per poi rivenderle già schiuse in Francia dove risiede con la moglie. Hervè Joncoun, questo il nome del protagonista deve però, nel corso di una pessima stagione fare i conti con un’epidemia che colpisce le uova dei bachi rendendole inutilizzabili. Mai viene messa in evidenza la drammaticità di un uomo che perde bruscamente la propria fonte di sostentamento piuttosto si evidenzia la sua astuzia nel cercare una via d’uscita. La narrazione però è molto obiettiva, non monotona né piatta ma molto abilmente adattata al tipo di opera: le caratteristiche dell’uomo vengono ben marcate ma senza assumere significati universali; mai vengono elogiate né criticate. La storia risulta quasi un diario di bordo nella traversata della vita di un uomo. La soluzione trovata da Hevè è quella di commerciare la seta orientale di cui aveva avuto notizie. Non era facile in quel periodo intraprendere un viaggio nel lontano oriente Cinese, terra ancora sconosciuta, magica e inesplorata, soprattutto per un piccolo paesano del meridione francese. Costretto dalle circostanze l’uomo parte dimostrando un notevole coraggio e spirito d’impresa. In Cina trova un ottimo contatto per la sua attività ma non è questa la sua scoperta fondamentale: in un paese magico con ambiente misteriosi egli conosce una donna da cui è attratto non solo per la bellezza ma per il suo essere enigmatico, quasi spirituale, magico. Ora la vita di Hervè diviene un continuo via – vai di viaggi tra la Francia e la Cina non solo per questioni professionali della seta ma anche per rivedere quella ragazza con cui in qualche modo riesce a comunicare, anche attraverso lettere che il francese fa tradurre da una ghescia
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