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Cambiamento politico-amministrativo nel Medioevo: da signorie a Stati regionali, Appunti di Storia

Nel corso del xiv e xv secolo in italia, le signorie si trasformarono in stati regionali, con una nuova organizzazione politico-amministrativa che includeva apparati burocratici complessi e prelievi fiscali ingenti. Il passaggio dalle signorie agli stati regionali, con esempi specifici come il ducato di milano, la repubblica di venezia, firenze e roma, e discute l'impatto di questo cambiamento sulla società italiana.

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 21/01/2022

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mariaconcetta-voci 🇮🇹

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Scarica Cambiamento politico-amministrativo nel Medioevo: da signorie a Stati regionali e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! L’Italia tra signorie e Stati regionali. La nascita delle signorie. Dal comune alla signoria. Nella seconda metà del Duecento in Italia si posero le basi per la creazione o il rafforzamento di numerosi Stati territoriali autonomi. Con la fine della dinastia sveva tramontò in modo irreversibile il ruolo dell’Impero. Si consumò una definitiva separazione tra Impero e Chiesa. In questo contesto di progressiva “latitanza” della presenza imperiale, tra il Trecento e il Quattrocento nella maggior parte delle città di tradizione comunale dell’Italia centro-settentrionale si affermarono regimi signorili. Si trattava di forme di governo nate dalla concentrazione del potere politico nelle mani di un “signore” – in genere un individuo appartenente ai ceti eminenti cittadini. La ricerca della legittimazione. L’affermazione della signoria in alcuni casi avvenne con il consenso del popolo – come accadde ad esempio a Verona, dove emerse la famiglia degli Scaligeri, e a Padova, in mano ai da Carrara –, in altri fu imposta da una delle fazioni cittadine, come a Ferrara, che dal 1264 fu governata della famiglia d’Este. Conquistato il potere per vie diverse, i signori cittadini cercarono comunque tutti di legittimare il loro ruolo e di renderlo dinastico. Ciò fu possibile talvolta attraverso l’acquisizione del titolo di vicario imperiale o papale. Fu questo il caso dei Visconti a Milano o di Luigi Gonzaga, che, assunto il potere a Mantova nel 1328 come dando il via alla dinastia che avrebbe governato la città per alcuni secoli. In questo e in altri casi la legittimazione, tuttavia, passò anche attraverso l’autocelebrazione e la spettacolarizzazione del potere che furono poste in atto tramite la costruzione di corti sfarzose e la committenza di opere d’arte ai massimi artisti dell’epoca. L’evoluzione oligarchica degli ordinamenti comunali. Tra la fine del 200 e l’inizio del 300 si verificò un accentramento dei poteri. Fu questa ad esempio, il caso di Firenze e di Venezia; in quest’ultima infatti, nel 1297, con la cosiddetta “serrata del Maggior consiglio”, coloro che avevano affiancato il doge nel Consiglio negli ultimi quattro anni – e naturalmente i loro eredi – avrebbero potuto continuare a farne parte in futuro. Tal modo impediva l’ascesa sociale di ceti e famiglie di recente affermazione. Delle signorie agli Stati regionali. L’espansione militare delle signorie. Il rafforzamento dei poteri signorili e oligarchici in molti casi fu accompagnato da un’espansione di tipo militare. Gli antichi eserciti comunali e feudali non erano più sufficienti, poiché erano inadatti per affrontare le campagne militari su scala sempre più ampia e per adeguarsi alle nuove tecniche militari (cavalieri corazzati, gli arcieri a cavallo e i balestrieri). L’aumento dei costi portò ad arruolare compagnie militari “private”, le cosiddette “compagnie di ventura”, costituite da uomini ben addestrati, guidati da un singolo “condottiero”. Le compagnie di ventura che operarono in Italia erano formate per lo più da mercenari stranieri, ingaggiati nelle loro terre di origine. La costituzione e l’organizzazione degli Stati regionali. Tra il XIV e il XV secolo molte denominazioni più deboli furono assorbite all’interno di cinque Stati più potenti: Ducato di Milano, Repubblica di Venezia, Repubblica di Firenze, Stato pontificio, Regno di Napoli. La costituzione di questi Stati a dimensione regionale rese necessaria una nuova organizzazione politico- amministrativa. Gli Stati regionali italiani si dotarono di apparati burocratici complessi ed effettuarono prelievi fiscali sempre più ingenti. Le risorse garantite dall’esazione fiscale, tuttavia, spesso non furono sufficienti per finanziare le campagne militari. Fu necessario, pertanto, trovare di volta in volta altre forme di finanziamento, come il debito pubblico, che consisteva nel chiedere prestiti di denaro a privati cittadini. Tale soluzione portò all’organizzazione di istituzioni stabili, che si occupavano di gestire in modo attendo i soldi acquisiti, creando uno stretto legame tra gli interessi della borghesia mercantile e quelli dei governi cittadini. Gli Stati regionali: Milano e Venezia. Il Ducato di Milano, dai Visconti agli Sforza. Nel 1258 Martino della Torre assume tutti i poteri cittadini, ma alla sua morte, nel 1263 scoppiarono conflitti, pertanto, il vescovo di Milano, Ottone Visconti, si presentò come mediatore delle parti, favorendo l’ascesa del nipote Matteo Visconti, capitano del popolo dal 1289 fino al 1302. Ma è stato Azzo (Azzone) Visconti a compiere il passo decisivo per l’ascesa dei Visconti, acquisendo il titolo di signore della città nel 1329. Gian Galeazzo costruì un grande Stato territoriale, conquistando Verona, Vicenza e Padova, e ottenne il titolo di duca(1397). Dopo la morte del suo successore Filippo Maria Visconti senza eredi maschi diretti, nel 1447 ci fu una lotta per la successione. Francesco Sforza si impose su gli altri pretendenti e nel 1450 assunse la guida del Ducato di Milano. L’espansione della Repubblica di Venezia. La città di Venezia non si trasformò mai in una signoria, ma rimase sempre una Repubblica. Possedeva un ceto dirigente unito. Venezia aveva consolidato la sua supremazia sul mar Mediterraneo orientale, finendo per scontrarsi con Genova. Nel 1380, quando i genovesi occuparono Chioggia, i veneziani riuscirono a riconquistare i territori persi, ma furono costretti a cedere la Dalmazia. Nei decenni seguenti Venezia fu in grado di conquistare una posizione predominante nel mar Adriatico e nel mar Egeo, che andarono a costituire lo Stato de mar, i suoi domini marittimi. Nei primi decenni del 400 Venezia strinse un’alleanza con Firenze contro il Ducato di Milano e con ciò la città estese il proprio dominio sulla terraferma, lo Stato de tera. Gli Stati regionali: Firenze, Roma, Napoli. La “criptosignoria” regionale dei Medici a Firenze. Verso la fine del Trecento e gli inizi del Quattrocento, Firenze passò da città-Stato a Stato regionale, dopo il superamento della crisi sociale per il Tumulto dei ciompi e dopo la restaurazione, nel 1382, del regime delle Arti maggiori. La nuova fase della storia fiorentina fu caratterizzata da importanti conquiste territoriali, come Pisa (1406), che permise di ottenere uno sbocco sul mare. Successivamente, però, in seguito alla sconfitta subita dai Visconti (1424) e alla mancata conquista di Lucca, vi fu un’ondata di malcontento. Così nel 1434 la guida del governo cittadino fu assegnata a Cosimo de’ Medici. Dal 13esimo secolo i Medici erano stati tra i principali esponenti nel popolo fiorentino, verso la fine del 300 fondarono una banca che divenne uno dei più importanti istituti di credito d’Europa. Cosimo de’ Medici, o Cosimo il Vecchio, rimase fino alla morte (1464) l’unico vero arbitro della politica cittadina fiorentina. Il tipo di potere che egli assunse è stato definito dagli storici una “criptosignoria”, poiché lui non modificò l’ordinamento comunale cittadino e non assunse cariche a vita, però riuscì a salvaguardare gli antichi ordinamenti repubblicani e controllare e guidare la vita politica di Firenze e l’elezione delle cariche principali. Gli altri attori politici dell’Italia centro-settentrionale. Nell’Italia nord-occidentale i conti di Savoia crearono un piccolo Stato regionale. Dopo la conquista di Nizza, nel 15esimo secolo rafforzarono il loro potere nell’area subalpina. Il culmine ci fu con Amedeo VIII di Savoia che nel 1416 ricevette il titolo di duca. Nell’Italia centrale un ruolo particolarmente significativo fu quello della signoria degli Este a Ferrara. La famiglia nel 1471 ottenne il titolo ducale. Un altro caso importate fu la famiglia Gonzaga a Mantova, che nel 1433 ottennero i titoli di marchesi. Lo Stato della Chiesa durante la cattività avignonese. Nell’Italia centrale la principale entità estera era lo Stato della Chiesa, il quale visse un periodo di crisi negli anni del papato avignonese. Nella prima metà del 300 nelle città laziali e umbre si affermarono i poteri signorili di alcune famiglie. Intorno alla metà del 14esimo secolo, nella città di Roma si affermò un governo popolare con Cola di Rienzo. Ma il suo governo si concluse nell’ottobre del 1354 con il suo assassinio da parte di una congiura aristocratica. Terminata l’avventura di Cola di Rienzo, Egidio Albornz cercò di ridare vigore all’autorità papale a Roma. Nel 1357 egli emanò una serie di leggi, le Costituzioni egidiane, che furono la base legislativa dello Stato pontificio fino al 19esimo secolo.
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