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Simbolismo Russo. Letteratura Russa, Schemi e mappe concettuali di Letteratura Russa

Riassunto del Simbolismo in Russia

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2021/2022

Caricato il 20/06/2022

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crtistina1234567890 🇮🇹

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Scarica Simbolismo Russo. Letteratura Russa e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Letteratura Russa solo su Docsity! IL SIMBOLISMO RUSSO La reazione al positivismo utilitaristico, tipica della fine del XIX secolo, ebbe la sua più clamorosa espressione nella rinascita dell’idealismo religioso. Il suo massimo interprete fu Vladimir Sergeevič Solov’ëv [Владимир Сергеевич Соловьёв] (1853-1900): la sua dottrina filosofico- religiosa e il suo misticismo sono decisivi per lo sviluppo del simbolismo russo. Il concetto centrale di Solov’ëv, radicato nei suoi studi biblici e patristici e nella sua concezione cristologica maturata attraverso il suo approfondito studio dei dogmi, è quello della Divinoumanità, in russo Bogočelovečestvo [богочеловечество], un neologismo da lui creato e che verrà successivamente utilizzato anche da altri pensatori e teologi (S. Bulgakov, N. Berdajev, S.L. Frank, P. Evdokimov, O. Clément, T. Špidlík) e attraverso il quale Solov’ëv interpreta tutto il senso del cristianesimo. Per Solov’ëv la Divinoumanità è la condizione futura verso cui l’umanità si sta dirigendo, è lo stadio finale cui è orientato tutto il processo cosmico che ha il suo centro imprescindibile nell’Incarnazione di Cristo e avrà la sua apoteosi con la realizzazione del “Regno di Dio”, quando “Dio sarà tutto in tutti”, riprendendo un’espressione usata da San Paolo e che viene di frequente riutilizzata da Solov’ëv nei suoi scritti. Origini del simbolismo letterario Questo movimento letterario e artistico era sorto in Francia nell’ultimo ventennio del sec. XIX. Nato ufficialmente con un manifesto di J. Moréas pubblicato su Le Figaro il 18 settembre 1886, aveva origini lontane, risalenti al romanticismo e alla poesia di C. Baudelaire, al quale appartiene anche la prima definizione poetica di simbolismo, contenuta nel sonetto Correspondances. In esso la natura è rappresentata come una foresta di simboli tra loro “corrispondenti” che racchiudono le chiavi del significato dell’universo. Secondo una concezione già romantica della funzione del poeta, suffragata dalla filosofia idealistica, a lui compete il ruolo di interprete della realtà, grazie a strumenti di conoscenza diversi e più penetranti di quelli del puro raziocinio. In modi diversi ma non discordanti, l’uno identificando il poeta nel veggente, l’altro assegnando alla musicalità del verso il potere di suggerire la realtà impalpabile, A. Rimbaud e P. Verlaine svilupparono la poetica baudelairiana fino a diventare i massimi rappresentanti della scuola simbolista, alla quale tuttavia non appartennero di fatto. Caratteristiche generali Tra le caratteristiche generali che contraddistinguono il fenomeno possiamo rintracciare: 1) L’avere valore simbolico: il simbolismo di un atto, di una cerimonia. 2) Uso di determinati simboli per rappresentare un contenuto anche sistematico; concretamente, l’insieme dei simboli usati in una determinata disciplina: il simbolismo della chimica, della matematica. 3) In linguistica: simbolismo fonetico, rapporto vero o supposto tra suono e significato di un termine (per esempio nelle onomatopee). 4) Nella storia letteraria e artistica, nome di specifici movimenti che ricorrono a sistemi simbolici in funzione di particolari esigenze espressive. 5) Teoria filosofica che definisce la realtà sensibile un simbolo della realtà intelligibile. Nel processo conoscitivo perciò il simbolismo esclude che la conoscenza intellettiva attinga la realtà: in Platone il mondo sensibile è simbolo di quello intelligibile; in Plotino l’ordine inferiore è simbolo di quello superiore; in I. Kant i dogmi della fede sono simboli di verità morali; K. Jaspers, attingendo a motivi neoplatonici, fa del mondo un vestigium Dei e al pensiero attribuisce la funzione d’interpretarne il significato in ordine alla trascendenza. Nel problema estetico il simbolismo è la tendenza a interpretare l’espressione artistica come simbolo che la trascende (J. Ruskin in Modern Painters; 1843-60) 6) Nella storia delle religioni, ogni indirizzo storico-religioso tendente a identificare culti e miti come simboli. 7) Nella psicoanalisi, modo del pensiero in base a cui l’inconscio presenta alla coscienza il simbolo invece dell’oggetto simboleggiato come opera di protezione. Il simbolismo letterario   Il simbolismo ebbe il suo momento di splendore, non solo in Francia dove nacque, ma anche altrove, specie in Russia, dove, pur riconoscendo la sua filiazione francese, seppe riallacciarsi anche con vigore alla tradizione nazionale (folclore, fede cristiana ortodossa, M. Lermontov, F. I. Tjutčev, E. Baratynskij, A. Fet). I primi tra i poeti “nuovi” furono N. Minskij e I. Jasinskij che nel 1884 pubblicarono sulle pagine della rivista Zarja di Kijev un articolo contro la letteratura impegnata auspicando un’arte indipendente, autonoma. In seguito D. Merežkovskij con i suoi Simboli (1892) diede il nome al movimento. Accanto a lui i rappresentanti più noti della prima generazione di simbolisti furono Z. Gippius, F. Sologub, A. N. Dobroljubov, V. Brjusov e K. Balmont, sostenitori della poesia pura. All’affermazione del simbolismo contribuirono i tre volumi di Simbolisti russi curati da Brjusov ed editi nel 1894 e 1895. Brjusov, Balmont, Sologub, I. Vjačeslav e la cosiddetta seconda generazione con A. Blok e A. Belyj furono i rappresentanti più conosciuti del movimento, che assunse caratteri peculiari soltanto dopo il 1900 e specialmente in poesia, pur avendo dato notevoli frutti letterari anche in prosa (con Sologub, Belyj e Brjusov).
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