Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Sindrome da Burn out, Dispense di Medicina Genetica

Il burnout, parola che sta per esaurimento o surriscaldamento, indica lo stress provato a lavoro che determina un logorio psicofisico ed emotivo.

Tipologia: Dispense

2018/2019

Caricato il 19/05/2019

v.m.1.0.0.5
v.m.1.0.0.5 🇮🇹

4.7

(10)

24 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Sindrome da Burn out e più Dispense in PDF di Medicina Genetica solo su Docsity! La parola “burn-out”compare per la prima volta all’inizio del secolo scorso Kraepelin che aveva intuito il termine come lo intendiamo noi, metteva in evidenza che le scarse risorse pubbliche della psichiatria e le condizioni particolari della vita professionale dello psichiatra (tra cui "la mancanza di speranza nei risultati" e "le condizioni economiche non soddisfacenti"), portavano, come "conseguenza inevitabile, lavoro eccessivo di singoli, piaceri nulli per la professione e il rapido esaurirsi del medico stesso". Nell'agosto del "73 Christina Maslach espresse le sue idee nel corso di un convegno annuale dell'APA (American Psychological Association), tenuto a Montreal, definendo il burn-out ”Una sindrome da esaurimento emotivo, da spersonalizzazione e riduzione delle capacità personali che può presentarsi in soggetti che per professione si occupano della gente”; e ancora:”una reazione alla tensione emotiva cronica creata dal contatto continuo con altri esseri umani, in particolare quando essi hanno problemi o motivi di sofferenza”; queste idee furono riprese e completate sviluppando un concetto più organico del processo di burn-out che descrisse nel 1976 in una rivista. Fu l'anno successivo che coniò il termine "burn-out”, per riferirsi ad una situazione che aveva osservato con frequenza sempre maggiore nelle "helping professions", dove dopo mesi o anni di generoso impegno, questi operatori manifestavano apatia, indifferenza, erano spesso nervosi, irrequieti, qualche volta cinici nei confronti del lavoro, erano operatori che si erano "bruciati". Dopo la sua introduzione, gli studi sul burn-out, soprattutto negli U.S.A. conobbero una rapida popolarità, suscitando tuttavia non pochi dubbi sulla reale consistenza del fenomeno. Un grosso contributo allo studio del burn-out è stato dato da Cary Cherniss che nel 1980 lo ha definito come una ritirata psicologica dal lavoro in risposta all'eccesso di stress e insoddisfazione. Tutto ciò porta ad una serie di cambiamenti a lungo termine nell’atteggiamento e nel comportamento, si ha la tendenza a trattare i pazienti in modo distaccato, meccanico, cinico, c'è perdita dell'idealismo che ha spinto l'operatore verso questa professione, c'è compromissione della propria identità professionale che porta ad avere una cattiva immagine di sé, riduzione del livello di autostima, sentimento di impotenza e di passività, perdita del senso delle proprie capacità. Tutto questo può essere riassunto schematicamente in tre fasi: - stress lavorativo; - esaurimento dell'operatore; - accomodamento psicologico. 1.2 BURN-OUT SYNDROME E STRESS È La risposta allo stress è in relazione alla personalità dell'individuo, al modo personale in cui risponde agli eventi stressanti, o come percepisce il problema. Nonostante tali differenze nella risposta allo stress che | sono individuali, gli studiosi hanno dedotto che tutte le persone: » hanno esperienze di frustrazioni e stress quando i bisogni non sono soddisfatti; “ tendono ad evitare gli stress così come il dolore; » reagiscono in modo simile agli stress estremi; * tendono a adattarsi allo stress e a soddisfare i bisogni di base modificando l'ambiente esterno . deliberatamente; * tendono a mantenere uno stato di equilibrio di fronte a stress interni ed esterni. Nel burn-out, lo stressore attivo è rappresentato da una situazione lavorativa non più tollerabile. 1.3 BURN-OUT: MODELLI TEORICI La Maslach, dopo un primo contributo, dove parla di burn-out come di una forma di stress che porta a distaccarsi dall'utente, trasforma la definizione in un costrutto multifattoriale costituito da tre dimensioni: 1) l'esaurimento emotivo, cioè la sensazione di essere in continua tensione, emotivamente inariditi dal rapporto con gli altri; 2) la depersonalizzazione, cioè la risposta negativa nei confronti delle persone che ricevono la prestazione professionale; 3) la ridotta realizzazione, cioè la sensazione che nel lavoro a contatto con gli altri la propria competenza e il proprio desiderio di successo stiano venendo meno. Queste dimensioni sono valutabili con il "Maslach Burnout Inventory". "Il nucleo della sindrome di burn-out è uno schema di sovraccarico emozionale seguito da esaurimento emozionale". Un particolare utilizzo del MBI è quello proposto da Golembiewski, Munzenrider e Carter (1983), che prevede una dinamica diversa nella successione delle fasi del burn-out. La loro ricerca si basa su alcuni assunti: il primo è che la depersonalizzazione è considerata la prima fase del burn-out il cui incremento porta come conseguenza a trattare con distacco gli utenti e c'è una riduzione del coinvolgimento lavorativo (ridotta realizzazione personale). L'esaurimento emotivo è solo l'ultima fase. Un altro interessante studio è quello di Harrison (1983), che crede che il burnout dipenda da come un operatore percepisce il lavoro (quindi dalla sua capacità di agire sull'ambiente, di effettuare cambiamenti, il raggiungimento di risultati con il proprio operato) e non è conseguenza di certi tipi di impieghi. 1.4 CARATTERISTICHE INDIVIDUALI E BURN-OUT Non è facile individuare delle analogie tra caratteristiche individuali e l'instaurarsi di una sindrome di burn- out, cioè non è stata ancora riscontrata una "personalità standard" soggetta a burn-out. Sono molto contraddittori ed incerti i dati riscontrati dai vari autori sull'influenza delle variabili demografiche dell’insorgenza di stress. Riguardo al sesso, per esempio, da alcune ricerche risulta che sono i maschi ad avere livelli di stress più elevati, da altre, invece, risultano le femmine. Maslach e Jackson (1985) affermano che le differenze tra i due sessi non riguardano la sindrome intesa in modo globale, ma come se ne avvertono gli effetti. Le donne percepiscono più intensamente l'esaurimento emotivo, perché sono coinvolte emozionalmente, più degli uomini, nelle relazioni con gli utenti; a differenza dei maschi che reagiscono nei confronti dell'utenza con comportamenti depersonalizzanti. Anche la relazione tra età e burn-out è controversa tra gli autori. Sembra significativo il legame che c'è tra l'anzianità di servizio e l'insorgenza di burn-out; ma anche su questo dato c'è chi sostiene che l'incidenza maggiore di burn-out è a carico dei primi anni di lavoro perché un ruolo importante lo gioca l'idealismo e le aspettative verso il lavoro delle prime esperienze professionali. In conformità a quanto detto fin ora, è difficile analizzare le differenze tra coniugati e "single", comunque sempre Maslach e Jackson hanno notato che tra gli operatori con figli il burn-out è più basso rispetto agli operatori senza figli; questo perché forse gli operatori con famiglia sono in una fase più matura dello sviluppo psicologico ed hanno uno stile di vita più stabile e differenti prospettive future, inoltre la famiglia riesce ad aiutare le persone a fronteggiare con più efficacia lo stress lavorativo fornendo una riserva emozionale di aiuto. Mentre, per chi non ha figli, le soddisfazioni personali lavorative sono tappe molto importanti. Sicuramente la famiglia, costituisce un solido supporto, purché le relazioni siano soddisfacenti al suo interno. Risultati più soddisfacenti sono stati ottenuti studiando la personalità; Freudenberger (1980) sostiene che sono predisposte al burn-out le persone con
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved