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sindrome da immobilizzazione-piaghe da decubito, Appunti di Legislazione sanitaria

sindrome da immobilizzazione - piaghe da decubito- diabete .utile per corso oss

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 16/01/2021

VIKO-VIKO
VIKO-VIKO 🇮🇹

4.5

(2)

6 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica sindrome da immobilizzazione-piaghe da decubito e più Appunti in PDF di Legislazione sanitaria solo su Docsity! SINDROME DA IMMOBILIZZAZIONE ( IPOCINETICA) La sindrome da immobilizzazione è una condizione caratterizzata da ridotta o assente autonomia nel movimento ad insorgenza acuta e cronicamente progressiva. La sindrome ipocinetica non è una vera e propria malattia ma la conseguenza di altre patologie dovuta da una prolungata immobilizzazione a letto. Può portare ad uno stato di disabilità importante fino ad arrivare anche alla morte. Le principali cause di immobilizzazione nell’anziano sono: --- patologie a carico dell’apparato muscolo-scheletrico (artriti, osteoporosi, fratture) --- malattie neurologiche ( ictus celebrale, demenza senile, morbo di Parkinson) --- malattie cardiovascolari ( scompenso cardiaco, angina da sforzo, infarto del miocardio ) --- malattie polmonari quali enfisema ( bolle di aria nei polmoni),polmoniti, BPCO (broncopatia cronica ostruttiva) --- riduzione della vista dovuta a cataratta o retinopatie --- patologie a carico dei piedi come ulcere --- gravi malattie sistemiche ( AIDS , malattie neoplastiche) --- utilizzo di farmaci che possono indurre sonnolenza e rigidità muscolare come gli ansiolitici e i farmaci neurolettici che vanno a ridurre la capacità del muscolo a contrarsi --- la depressione che porta al timore di cadute ed inoltre influiscono molto i fattori ambientali come la solitudine , la malnutrizione, la presenza di barriere architettoniche, l’assenza di aiuti. Tutti questi fattori interagiscono tra loro e portano all’ instaurarsi e alla progressione della sindrome da immobilizzazione. Cosa provoca sui vari apparati la sindrome da immobilizzazione? Sull’apparato respiratorio: la posizione distesa provoca una riduzione dell’espansione dei polmoni e un aumento del ristagno di secrezioni bronchiali; queste condizioni facilitano l’insorgenza di bronchiti e polmoniti. Sull’ apparato gastro-enterico: sempre la posizione supina rende difficoltosa l’introduzione di cibo e la deglutizione, si riduce il senso di fame portando a una riduzione dei nutrienti che servono all’organismo. I tempi di transito gastrointestinali sono prolungati e si incorre in situazioni come la stipsi ostinata fino alla formazione di fecaloni. Sull’apparato locomotore: l’immobilizzazione porta ad una riduzione della massa e della forza muscolare, alterazioni alle ossa alla cartilagine e alle articolazioni. Sull’apparato cardiovascolare: una delle piu’ temibili complicanze sono le trombosi venose profonde caratterizzate dalla formazione di trombi attaccate alle pareti del vaso che possono staccarsi, andare in circolo, e ostruire una vena o una arteria provocando emorragie. Sull’apparato urinario: una delle manifestazioni piu’ frequenti è l’incontinenza urinaria perché la posizione supina rende piu’ difficoltoso il controllo dei muscoli della vescica. Sul sistema nervoso e psiche: l’immobilizzazione riduce la possibilità di relazione con il mondo esterno, gli stimoli sensoriali diminuiscono, i processi mentali subiscono un rallentamento; diminuisce anche la capacità di orientamento. In questi casi è molto frequente la comparsa di sindrome depressiva in quanto il soggetto si percepisce dipendente e passivo. PIAGHE DA DECUBITO Le piaghe da decubito sono anche dette lesioni da pressione o ulcere da decubito. Esse interessano cute sottocute e tessuto adiposo, tessuto muscolare, nervi fino ad arrivare all’osso. La pressione esterna è sempre rappresentata dal piano di appoggio ( letto, sedia a rotelle )mentre la pressione interna è rappresentata dai piani ossei ( osso sacrale, osso scapolare, etc. ). Il tessuto che si trova in mezzo a questi sue piani rigidi va in sofferenza in quanto non è ben ossigenato e nutrito a causa della scarsa circolazione di sangue. Le piaghe insorgono soprattutto nei soggetti costretti a letto, che usano sedie a rotelle o in soggetti che non sono in grado di deambulare. Possono svilupparsi velocemente ,progrediscono rapidamente e spesso non guariscono con facilità. Le zono più colpite sono le natiche, la zona sacrale, le cosce, l’interno del ginocchio, i talloni, la parte posteriore della testa , le orecchie, le spalle, i gomiti. I soggetti con normale mobilità e in assenza di patologie che non compromettono la circolazione non sviluppano diffondersi nel sangue, alle ossa e alle articolazioni: in questi casi si parla di setticemia per le infezioni del sangue e di osteomielite per le infezioni alle ossa e alle articolazioni. Le piaghe sono facilmente riconoscibili già al primo stadio ma è sempre importante controllare e bilanciare lo stato di salute generale del paziente per poterle alleviare. CURA E TERAPIA PIAGHE DA DECUBITO La cura delle piaghe è piuttosto impegnativa perché le aree colpite faticano a guarire e la guarigione non è mai perfetta. La prima cosa da fare è allontanare i fattori di rischio, dare al paziente una buona nutrizione e idratazione, evitare le pressioni cutanee, tutto questo richiede un approccio multidisciplinare. Il trattamento delle piaghe varia in base allo stadio della lesione quindi si adoperano per prima cosa tutti i mezzi di prevenzione come per esempio i materassi anti-decubito, gli archetti alzacoperte, ciambelle di varie misure, ma importantissimo è il cambio di posizione. A seguire possono essere utili la disinfezione e la medicazione delle zone interessate, ossigeno terapia locale, utilizzo di sostanze che stimolano la crescita dei tessuti e in alcuni casi può essere necessario l’intervento chirurgico per la pulizia profonda di tutto il tessuto necrotico della lesione. DIABETE Il diabete è una malattia cronica caratterizzata da elevati livelli di glucosio nel sangue (iperglicemia), è dovuta da una alterata quantità o da una alterata funzione dell’insulina. L’insulina è un ormone prodotto dal pancreas e più precisamente dalle cellule beta. Consente al glucosio l’ingresso nella cellula e il suo utilizzo come fonte energetica. Quando questo meccanismo è alterato il glucosio si accumula nel circolo sanguigno e si rivelano valori alti di glicemia. La classificazione del diabete: Tipo 1 autoimmunitario : in genere insorge nell’infanzia o nell’adolescenza. Nel diabete di tipo 1 il pancreas non produce insulina in quanto si ha la distruzione delle cellule beta del pancreas che producono questo ormone quindi è necessario che venga iniettata insulina ogni giorno per tutta la vita. Il diabete di tipo 1 viene classificato tra le malattie autoimmuni, quelle in cui vi è una reazione immunitaria diretta contro l’organismo stesso. Il diabete di tipo2 è la forma più comune di diabete e rappresenta il 90% dei casi. In questo tipo di diabete il pancreas è in grado di produrre insulina ma le cellule non riescono ad utilizzarla. Si manifesta dopo i 40 anni e i fattori di rischio sono la familiarità, lo scarso esercizio fisico, il sovrappeso. Il diabete di tipo 2 spesso non viene diagnosticato precocemente in quanto l’innalzamento dei valori della glicemia avviene gradualmente. Solitamente la diagnosi di diabete di tipo 2 avviene casualmente o in concomitanza di situazioni di stress fisico come infezioni o interventi chirurgici. Diabete gestazionale: c’è un aumentato livello di glucosio nel sangue della gestante per la prima volta durante la gravidanza; rappresenta il 4% dei casi di diabete e il trattamento farmacologico è lo stesso di quello di una persona non gravida. Implica però una maggiore frequenza di controlli per evitare complicanze sia per la gestante che per il nascituro. La sintomatologia dipende dal tipo di diabete : nel diabete di tipo 1 abbiamo un esordio acuto di iperglicemia, glicosuria (presenza di glucosio nelle urine), sete intensa, aumentata quantità di urine, sensazione di stanchezza, perdita di peso, aumentata frequenza di infezioni. Nel diabete di tipo 2 i sintomi sono più leggeri e solitamente non consentono una rapida diagnosi: per cui spesso troviamo elevati valori della glicemia ma segni clinici. La diagnosi può essere fatta con una valutazione del paziente rispetto ai sintomi precedentemente descritti e facendo un prelievo per la valutazione della glicemia basale ( prelievo preceduto da almeno 8 ore di digiuno). Se i valori glicemici superano la soglia di 110/120 mg/dl si può parlare di inzio di diabete. Un altro esame da fare è la curva di carico glicemico dove durante il test viene somministrato glucosio e viene valutata la risposta del pancreas in base ai valori di insulinemia e glicemia. Complicanze. Il diabete può determinare complicanze di tipo acuto e di tipo cronico. Quelle di tipo acuto sono più frequenti nel diabete di tipo 1 dove il paziente può andare incontro al coma iperglicemico che causa la perdita di coscienza, disidratazione e gravi alterazioni ematiche. Un’altra complicanza acuta è l’ipoglicemia ovvero la riduzione della glicemia in modo improvviso al di sotto di 60 mg/dl : il paziente si presenta con alterazioni dello stato di coscienza, sudorazione eccessiva, pallore in viso, tante volte accompagnato da tremore fino ad arrivare al coma. Nel diabete di tipo 2 le complicanze acute sono rare mentre sono più comuni le complicanze croniche che riguardano tessuti e organi tra cui gli occhi, i reni, il cuore, i vasi sanguigni, e i nervi periferici. La retinopatia diabetica è un danno che riguarda i piccoli vasi sanguigni che irrorano la retina con la conseguente perdita della facoltà visiva. Inoltre le persone diabetiche hanno più probabilità di sviluppare malattie come il glaucoma o la cataratta. La nefropatia diabetica è una riduzione progressiva della funzione del rene. Questa patologia può portare all’insufficienza renale fino alla necessità di dializzare il paziente. Malattie cardiovascolari : il rischio di contrarre queste patologie e’ almeno 4 vote superiore nelle persone diabetiche. Questo ci fa considerare il rischio cardiovascolare del paziente diabetico pari a quello di un paziente che ha già avuto una malattia cardiovascolare. Neuropatia diabetica : è legata alle terminazioni nervose del paziente diabetico. Può causare perdita di sensibilità, dolore acuto, e danni agli arti inferiori con la necessità nei casi più gravi di amputazione. La neuropatia diabetica può causare disfunzioni di tutti i nervi del corpo compresi quelli dello stomaco, dell’apparato urogenitale, e può determinare impotenza maschile. Piede diabetico: le modificazioni che avvengono sulla struttura dei vasi ( le pareti dei vasi diventano più dure e quindi perdono elasticità e capacità di irrorare organi e tessuti ) e dei nervi che possono causare ulcerazioni a livello degli arti inferiori soprattutto a carico dei piedi e anche in questo caso può rendersi necessaria l’amputazione. Complicanze in gravidanza. Nelle donne in gravidanza il diabete può determinare conseguenze sul feto come malformazioni, elevato peso alla nascita e mortalità prenatale. Le complicanze croniche del diabete possono essere prevenute e se ne può rallentare il decorso attraverso il controllo dei fattori di rischio. Quindi devono essere costantemente monitorati i valori di glicemia, la pressione arteriosa, i lipidi nel sangue (colesterolo e trigliceridi) ; controllare la funzionalita’ renale con la valutazione della azotemia, della creatinina e degli elettroliti. Per questo motivo è necessario che il paziente diabetico si sottoponga a
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