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Sindrome di Münchausen, Medical shopping, Help seekers, Chemical abuse, Sindrome da indennizzo, Sintesi del corso di Psicologia Generale

Riassunto delle sindromi utili per l'esame di Longobardi

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

Caricato il 06/11/2019

Roxymonella
Roxymonella 🇮🇹

4.4

(55)

20 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Sindrome di Münchausen, Medical shopping, Help seekers, Chemical abuse, Sindrome da indennizzo e più Sintesi del corso in PDF di Psicologia Generale solo su Docsity! LEZIONE 25/10 “Sindrome di Münchausen” —> L’origine del termine risale al personaggio letterario Karl Friederick von Münchausen, un nobile mercenario tedesco realmente esistito nel XVIII secolo, il quale, dopo essersi ritirato nel suo castello, intratteneva ospiti e amici inventando straordinarie storie accompagnate da viaggi incredibili. I suoi racconti furono poi raccolti e pubblicati nel 1785, ad opera dell’amico Rudolph Eric Raspe. —> Espressione utilizzata per la prima volta da Asher nel 1951 per intendere con essa L’INVENZIONE ESAGERATA di disturbi e sintomi clinici da parte di PERSONE ADULTE che si rivolgono continuamente a consulti e cure mediche. “Sindrome del magliaro” —> proposta in Italia da Rezza nel 1985 riferendosi a tutte quelle situazioni in cui dei SOGGETTI RIESCONO A INGANNARE I MEDICI CHE LI SEGUONO, allo stesso modo in cui i magliari ingannano coloro a cui vendono oggetti privi di valore facendoli passare per oggetti preziosi o d’antiquariato. CARATTERISTICA PRINCIPALE = CRONICITA’ —> tutta la vita dell’individuo è dedicata all’incessante ricerca di un modo per essere accolto in ospedale ed essere sottoposto ad accertamenti, a ricoveri e, spesso, a operazioni chirurgiche. Solo nel caso in cui tale comportamento venga smascherato, la persona lascia l’ospedale per rivolgersi altrove, eventualmente cambiando addirittura città. 
 “Sindrome di Münchausen per procura” —> in questo caso l’atteggiamento viene tutto spostato sul figlio —> presenza di disturbi di personalità —> Coniata da Meadow nel 1977 —> situazione in cui uno dei genitori, generalmente la madre, ATTRIBUISCE al proprio figlio SINTOMI FISICI E MALATTIE INESISTENTI DA LEI INVENTATI, CREATI, O FATTI SIMULARE DAL BAMBINO PER OTTENERE AIUTO E ASSISTENZA MEDICA. —> Questo comportamento è frutto della convinzione distorta e delirante di una madre che soffre di una patologia psichica (disturbo borderline o psicosi) e che trasferisce (per procura) al figlio ogni sua preoccupazione e interesse inerente la malattia fisica, facendolo “viaggiare” tra strutture ospedaliere e specialisti e sottoponendolo ad accertamenti e cure inutili, oltre che inopportune, capaci di determinare gravi danni fisici e psichici. —> Secondo il DSM-IV la sindrome è definita come “Disturbo Fittizio con Segni e Sintomi Fisici Predominanti”. —> Nel DSM-5 (2013) è stato inserito nella categoria dei Disturbi Fittizi, venendo rinominato come "disturbo fittizio provocato da altri”. —> La motivazione di tale comportamento viene ritenuta essere il BISOGNO PSICOLOGICO DI ASSUMERE, PER INTERPOSTA PERSONA, IL RUOLO DEL MALATO. Caratteristiche della madre - grado di istruzione medio alto - potrebbe aver compiuto studi medici/infermieristici e ha conoscenze dettagliate in ambito sanitario - Si presenta come madre sollecita e ansiosa per la salute del figlio e si dilunga con piacere nel raccontare (spesso in modo coerente) la storia della malattia del bambino al personale sanitario o a chiunque incontri nelle numerose sale d’attesa degli ospedali in cui si reca col figlio. - È costantemente presente, premurosa e attenta nella cura del bambino e appare, infatti, una mamma esemplare. - Nell’ambiente ospedaliero si dimostra socievole, gentile, collaborante e riconoscente verso l’operato dei medici e degli infermieri, ai quali confida le proprie ansie e preoccupazioni in modo insistente. - Tutto ciò contribuisce a renderla immune da ogni sospetto riguardo alla sua capacità di maltrattare in modo estremamente subdolo il proprio figlio, di cui tutti gli organi sono potenziali bersagli, e di convincerlo a fare o dire ciò che lei gli suggerisce. - Solo a un esame più accurato sarà possibile rendersi conto che dietro il suo interesse verso il figlio è celato il BISOGNO NARCISISTICO DI ESSERE CONSIDERATA UN’OTTIMA MADRE, CAPACE DI PRENDERSI CURA DELLA PROLE. - Il suo più grande desiderio patologico è quello di ESSERE POSTA AL CENTRO DELL’ATTENZIONE DEL PERSONALE MEDICO E DEL MONDO IN GENERALE ATTRAVERSO LA MALATTIA DEL FIGLIO - Pur di raggiungere il suo scopo è capace di qualsiasi cosa - In ogni caso, nonostante il bambino rischi seriamente, LA MADRE NON HA L’INTENZIONE DI PROCURARE DANNI O UCCIDERE IL PROPRIO FIGLIO. - È frequente che durante la propria infanzia abbia dovuto subire esperienze simili, che sia stata vittima di qualche forma di abuso, solitamente di tipo sessuale, che abbia sofferto di disturbi dell’alimentazione (anoressia/bulimia) e che a sua volta sia estremamente dipendente dalla propria madre —> approccio sistemico Caratteristiche del padre - assente - raramente è presente in ospedale durante i numerosi ricoveri del figlio - nella maggior parte dei casi non si rende conto di ciò che sta succedendo Caratteristiche del bambino - molto piccolo per rendersene conto e per ribellarsi - utilizza la malattia come un modo per archiviare la paura del rifiuto, in quanto la sua presenza garantisce l’accudimento, mentre la guarigione coinciderebbe con l’abbandono; è infatti frequente l’insorgenza di disturbi psicosomatici nella vittima - problemi fisici, disturbi psicologici, difficoltà scolastiche - manifesta un SE’ FRAGILE - sviluppa un FALSO SE’ per compiacere alla mamma (Sullivan) - relazione mamma-bambino di tipo DISORGANIZZATO-DISORIENTATO (Bowlby) Per formulare una corretta diagnosi: - alta frequenza dei sintomi riportati dalla madre e dal figlio - associazione temporale tra i sintomi del bambino e la presenza della madre a casa e in 
 ospedale - storia personale, sociale e familiare della vittima e dell’abusante fatta di simili esperienze di abuso, psicopatologie, malattie insolite e morti strane nei fratelli o in altri membri della famiglia - presenza di invenzioni fatte su se stessa dalla madre - segni e sintomi strani non riscontrabili in alcuna malattia conosciuta o non corrispondenti a quadri patologici noti, difficilmente verificabili e in numero eccessivo - inefficacia del trattamento ospedaliero - conoscenze mediche esibite dalla madre - relazioni fin troppo strette e cordiali stabilite dalla madre con i membri dello staff ospedaliero - insistenza, da parte della madre, a non lasciare mai solo il figlio durante la degenza Successivamente: - La diagnosi deve successivamente essere comunicata chiaramente a tutta la famiglia, evitando di farsi condizionare dalle reazioni della madre, le quali possono includere una completa ammissione dell’abuso come una forte aggressività verso il personale sanitario e l’accusa che proprio ad esso debba essere attribuita la responsabilità della malattia del figlio. - I genitori devono, inoltre, essere informati se il caso è stato segnalato al Tribunale dei minori e/o ai Servizi sociali e deve essere spiegato loro che tale modo di agire è a tutela del bambino. - Contemporaneamente è necessario che sia offerto un supporto psicologico a tutto il nucleo familiare, che la madre sia costantemente controllata (poiché ella continuerà a somministrare sostanze al figlio o a indurgli i sintomi della presunta malattia anche durante il ricovero ospedaliero) e che sia previsto un eventuale allontanamento del minore. “Help Seekers” = letteralmente “richiesta di aiuto” —> Caratterizzata infatti dalla profonda necessità che la madre ha di essere aiutata in alcuni momenti di crisi della propria vita. Ella non è però in grado di comunicare esplicitamente il proprio disagio e lo manifesta attraverso L’INDUZIONE NEL FIGLIO DI SINTOMI FITTIZI, a causa dei quali il bambino viene sottoposto all’attenzione dei medici. 
 Di fatto tali episodi di ricerca di cure per il figlio sono LIMITATI NEL TEMPO (differentemente da quanto avviene nella Sindrome di Münchausen per procura) e si verificano IN CONCOMITANZA A SITUAZIONI DIFFICILI, di fronte alle quali la madre non si sente abbastanza forte, come per esempio: - una situazione di violenza in famiglia - una gravidanza inaspettata - un lutto - una separazione - mancanza di supporto nella crescita del bambino Altra differenza con la Sindrome di Münchausen per procura: - un confronto con il medico induce spesso la madre a comunicare i suoi problemi, quali l’ansia e la depressione e, se viene offerto un sostegno psicoterapeutico o proposto l’affidamento temporaneo del figlio, ella accetta e si dimostra disposta a collaborare. “Chemical Abuse” —> fa parte dell’IPERCURIA —> L’ANOMALA, INADEGUATA ED ESAGERATA SOMMINISTRAZIONE DI FARMACI O DI SOSTANZE CHIMICHE al bambino, capaci di provocare in lui gravi scompensi fisiologici e danni a breve o a lungo termine di varia natura. —> Il genitore CREDE DI AGIRE NEL MIGLIORE DEI MODI e non si rende conto dei danni. —> Va sospettato quando ci si trova di fronte a sintomi non spiegabili in base ai consueti accertamenti medici e indagini di laboratorio, che insorgono ogni volta che la madre entra in contatto con il figlio. —> È tipico che la madre continui a somministrare di nascosto la sostanza tossica anche in ospedale e che mantenga un atteggiamento tranquillo nonostante la gravità del quadro clinico riscontrato nel bambino. Tale situazione rende particolarmente difficile la diagnosi, che talvolta può essere espressa solo in termini di sospetto nel momento in cui all’allontanamento della madre corrisponde un rapido miglioramento dello stato di salute del bambino. Le sostanze possono essere di 4 tipi: 1. sostanze qualitativamente prive di proprietà tossicologiche, ma che possono comunque risultare dannose se somministrate in quantità o modalità inadeguate (per es. acqua). 2. sostanze con scarsa tossicità di comune impiego domestico (per es. il sale da cucina). 3. sostanze ad azione farmacologia dotate di media tossicità, di facile accessibilità (per es. l’insulina). 4. farmaci ad alta tossicità, ad azione sedativa sul sistema nervoso centrale e di non usuale reperibilità (per es. il sonnifero). 
 
 
 “Sindrome da indennizzo” —> fa parte della DISCURIA INDENNIZZO = si intende il risarcimento (generalmente in denaro) che spetta a coloro che sono vittime di un torto o di un incidente tali da prevedere un rimborso che compensi il danno subito. 
 —> Alcuni genitori, pur di ottenere un compenso in denaro o in prestazioni, sono disposti, oltre che a fingere di aver subito il danno, a farlo simulare (recitare una parte) ai propri figli. —> utilizzo strumentale del bambino 
 —> Il bambino è cosi costretto dalle figure parentali ad assumere i sintomi da questi direttamente riferiti, adeguandosi alle loro richieste per paura, per “devozione”, per debolezza o per semplice incapacità di reagire, in quanto i bambini tendono a fidarsi ciecamente dei genitori e a volergli bene nonostante questi non dimostrino lo stesso. —> I sintomi, una volta ottenuto l’indennizzo, spariscono. 
 

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