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Sintesi de "La sindrome di down", Sintesi del corso di Pedagogia

Breve testo che descrive la patologia . Il testo approfondisce gli aspetti fisiologici, cognitivi e psicologici relativi alla patologia con particolare attenzione allo stilo di attaccamento del bambino con SD

Tipologia: Sintesi del corso

Pre 2010

Caricato il 24/03/2022

usnok22
usnok22 🇮🇹

4.3

(30)

45 documenti

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Scarica Sintesi de "La sindrome di down" e più Sintesi del corso in PDF di Pedagogia solo su Docsity! La sindrome di down - Identificata nel 1862 venne definita inizialmente “mongolismo” per le caratteristiche degli occhi a mandorla, naso piccolo e capelli lisci. Esistono altre caratteristiche comuni: piaghe epicantali attorno agli occhi, lingua grossa, difficoltà linguistiche associate a spiccate capacità imitative, presenza di componente umorale imprevedibile - Oggi è difficile definire la SD una malattia, perché si manifesta più che latro come una condizione genetica caratterizzata da anomalie di alcuni organi più o meno stabili nel tempo. Geneticamente i soggetti presentano un cromosoma in più (trisomia 21) - Oggi sappiamo che ogni soggetto con SD è unico e il suo sviluppo futuro dipende da numerosi fattori e dal contesto di appartenenza Il bambino con SD - Il corpo è composto da cellule a loro volta costituite da sottostrutture chiamate cromosomi all’interno dei quali sono contenute tutte le nostre info genetiche. Normalmente al concepimento le cellule uovo della madre e i gameti del padre si uniscono formando un uovo di 46 cromosomi divisi in 23 coppie; è ignoto il motivo per il quale in alcuni casi la meiosi non faccia il suo processo normale dando origine ad una mancata disgiunzione cromosomica che produce un 47simo cromosoma che originerà a sua volta una cellula contenente 3 cromosomi invece che 2. - Un bambino su 800 nasce con SD che è la causa più diffusa di ritardo mentale tra le forme genetiche; ad oggi non sono stati scoperti nessi di causalità tra variabili ambientali, malattie o fattori climatici - Per conoscenza: esistono 3 forme di SD. Trisomia 21 libera (la più comune), trisomia 21 da traslocazione e trisomia 21 libera in mosaicismo Caratteristiche e diagnosi prenatale - Alla nascita: ipotonia muscolare generalizzata, testa piccola e cute sovranucale abbondante, occhi con forma rivolta verso l’alto uniti a pieghe epicantali all’interno, naso piccolo a volte schiacciato, orecchie piccole e in basso, bocca piccola, mani e piedi minuti, dita corte, lingua grossa. Il ritardo mentale può variare da lieve, a moderato a grave. - Ogni bambino si sviluppa secondo 2 dimensioni: competente mentali e competenze sociali. Nei soggetti con SD il divario tra le due dimensioni è spesso molto ampio e la dimensione maggiormente sviluppata è quella relazionale-sociale (difficoltà invece nelle abilità logico-razionali) - Test per la diagnosi prenatale: amniocentesi, villocentesi, Tri-test, Duo-test - Esistono alte percentuali di concomitanza con altre patologia e la SD: disfunzioni cardiache, respiratoria, dell’apparato digestivo, del funzionamento della tiroide, della vista (strabismo, miopia, ipermetropia), del sistema uditivo Il bambino con sviluppo tipico e con SD Lo sviluppo cognitivo e sociale - Lo sviluppo cognitivo non dipende solo da fattori genetici, ma anche da fattori famigliari e ambientali, come educazione, scolarità, tempo libero e intervento degli operatori. Tale affermazione trova riscontro nel COMPORTAMENTISMO: - Comportamentismo: ogni rapporto può essere spiegato secondo il modello S-R e mediante un rinforzo secondario. Il comportamento di un soggetto influenza quello di un altro generando un rapporto di circolarità, secondo qst teoria dunque la socializzazione rappresenta una risposta determinata da un’azione di un altro soggetto. L’azione diventa quindi STIMOLO SOCIALE e l’ambiente è in grado di modificare i comportamenti dell’individuo definendo quali capacità si svilupperanno in maniera predominante. Skinner parlava di condizionamento classico (S-R) e operante (S-rinforzo-R); sviluppò anche la teoria del MODELLAMENTO per la quale viene eliminato il “rinforzo negativo” (punizione) mentre viene promossa l’individuazione di tappe intermedie (rinforzi positivi) che portano all’avvicinamento progressivo al comportamento desiderato. Anche Bandura nella sua “Teoria dell’apprendimento sociale” sostiene che l’apprendimento si genera per imitazione tra osservatore e osservato, sostenendo anche che da tale rapporto scaturisce una forma di identificazione tra i soggetti che si estende alla sfera cognitivo-affettiva eccellenza attraverso la NARRAZIONE, mentre l’organizzazione della conoscenza passa da due modalità organizzative: o Pensiero logico-formale (cose fisiche) o Pensiero narrativo (persone e loro condizione): riguarda le realtà psichica e le interazioni tra individui - E’ bene ricordare che ogni individuo ha una sua peculiarità esistono infatti differenze nello sviluppo che si manifestano nel linguaggio e nel temperamento - Il soggetto con SD ha certamente tempi di acquisizione più lunghi di quello dei soggetti normodotati; determinati saranno un ambiente ottimale, una buona e solida rete sociale e il supporto famigliare. Il soggetto con SD ha evoluzione asincrona che si manifesta con generale disarmonia; le aree maggiormente colpite sono la sfera della percezione, della risoluzione dei problemi, dell’astrazione e della memorizzazione. La casistica più ampia è quella di un ritardo mentale medio con difficile passaggio dallo stadio senso-motorio a qll pre-operatorio. L’abilità di imitazione differita permane per più tempo prima del raggiungimento del vero e proprio gioco simbolico. L’inizio in età precoce di piani riabilitativi è fondamentale anche se non riduce il gap tra sviluppo normale e con SD. Interessante è come spesso non accettino lo scaffholding, chiedendo raramente aiuto oppure attendendo l’intervento di un adulto, ma senza chiedere. Hanno ridotta capacità simbolica e scarsa capacità di interpretare la comunicazione non verbale; mostrano difficoltà nel comprendere ambiente e contesto. La capacità di risolvere problemi e di risolvere prove logiche si sviluppa con un ritardo di circa il doppio dell’età cronologica normale (lo sviluppo logico tipico avviene attorno ai 4-5, mentre per chi ha SD attorno agli 8-12 anni). Lo sviluppo cognitivo dipenderà da un assetto genetico- biologico alterato, ma anche dalle condizioni fisiche e dalle opportunità ambientali offerte. - Rigidità del pensiero, pensiero irreversibile (incapacità di rappresentazione mentale di un’azione o del suo contrario), impossibilità di pianificare, incapacità di adattare le proprie competenze a possibili richieste del quotidiano. Difficoltà nella metacognizione (comprendere cosa si fa), nella percezione (incapacità di integrare i diversi dati percettivi in unità strutturate e di cogliere la relazione tra le parti, nonché il rapporto tra parti e tutto), nella memoria (particolarmente qll a breve termine che impedisce di rileggere più volte un’info precedentemente immagazzinata). - Importanti sono le manifestazioni emotive che incidono sullo sviluppo della metacognizione: davanti ad atteggiamenti di rinuncia o rassegnazione un buon training riabilitativo di tipo metacognitivo può aiutare sensibilmente (es. sul problem solving) - Lo sviluppo sociale ha inizio nella prima infanzia e il sostegno della famiglia è fondamentale nel comprendere le norme sociali. Attenzione alla distinzione tra socializzazione (processo interattivo) e lo sviluppo sociale (delle capacità cognitive per entrare in socializzazione come ad esempio distinguere tra sé e l’altro, comprendere gli stati mentali altrui, avere coerenza centrale = comprensione contesto). La consapevolezza di sé inizia a svilupparsi attorno all’anno e mezzo e si manifesta nella percezione della propria immagine fisica e il suo riconoscimento stabile nel tempo e nello spazio). La discriminazione tra sé e i famigliari passa dalla creazione di un immagine mentale di sé, immagine che concorre allo sviluppo dell’identità personale - La teoria dell’attaccamento ci spiega come si sviluppa l’autostima nell’individuo e di come la percezione del mondo esterno sia profondamente influenzata dalla relazione con la figura primaria di attaccamento. Il bambino da una condizione di puro egocentrismo sviluppa attorno ai 9 anni l’empatia verso il prossimo. - Sempre nell’infanzia i bambini imparano a distinguere per genere le persone grazie alla distinzione nei comportamenti che gli adulti agiscono verso bambini/e. Questa secondo Kohlberg è la capacità di pensare per categorie. Lo sviluppo fisico e motorio - Lo sviluppo motorio implica una serie di competenze che si sviluppano in tenerissima età: posizione eretta capo, seduti senza sostegni, posizione eretta; i bambini con SD manifestano un generale ritardo in tale sviluppo. Il repertorio di valutazione del comportamento motorio del neonato viene descritto in termini di postura, posizione capo e arti, posizione supina e riflessi. - Primi riflessi afinalistici: suzione, prensione, aggrappamento (Moro), riflesso tonico simmetrico e asimmetrico del collo e riflesso di Galant (della colonna vertebrale). I riflessi spontanei si evolvono in interconnessioni più complesse grazie alle quali appare evidente l’interrelazione tra sviluppo cognitivo e sviluppo nuove abilità motorie - I bambini nascono una certa ipertonia muscolare, mentre i bambini con SD nascono con ipotonia e mancata contrazione muscolare: la testa spesso non accompagna il tronco e resta indietro rispetto al corpo. L’ipotonia insieme alle cardiopatie congenite sono il primo fattore di ritardo nello sviluppo motorio. Altri disturbi sono: difficoltà a gestire più afferenze motorie contemporaneamente, difficoltà nel coordinare le varie unità motorie coinvolte, difficoltà ad indirizzare la propria azione verso un unico scopo. In generale il bambino con SD manifesterà maggior tranquillità e minori episodi di pianto. - Nel secondo anno di vita i bambini sviluppano capacità relative alle attività prassiche, ossia attività motorie finalizzate. Siamo nel passaggio tra stadio senso- motorio e stadio pre-operatorio: acquisizione parametri spaziali, comprensione proprio schema corporeo (consapevolezza di sé che investe corpo, emozioni, sensi e percezioni ambientali). Lo schema corporeo è una dimensione dinamica della “personalità evolutiva”. Sviluppo linguaggio e comunicazione - Lo sviluppo del linguaggio rientra nella generale capacità comunicativa la quale ha 2 caratteristiche fondamentali: creatività e arbitrarietà, ossia le capacità di produrre un numero limitato di unità di base che permettono la creazione di messaggi illimitati e l’arbitrarietà con cui culturalmente vengono associati suoni e significati - Chomsky: il linguaggio è una facoltà cognitiva innata influenzata dai sistemi esecutivi fonetico e semantico. Egli sostiene che l’imitazione rivesta un ruolo marginale nello sviluppo del linguaggio - Piaget: il linguaggio determina la capacità simbolica che segna il passaggio tra intelligenza senso-motoria a intelligenza rappresentativa. Piaget indica che la capacità verbale deve essere preceduta dalla maturazione delle strutture mentali deputate all’elaborazione linguistica - Vygotskji: la funzione comunicativa nasce nella relazione sociale. LO sviluppo di strutture mentali è conseguente all’esperienza (non antecedente come sosteneva Chomsky); l’esperienza stimola le strutture mentali consentendone lo sviluppo radici negli schemi interattivi pre-linguistici). Si parla del baby-talk: estrema semplicità nella sintassi, brevità frasi, elevato numero di ripetizioni degli enunciati, tonalità vocali esagerate - Si è notato che le madri di bambini con SD usano linguaggio meno complesso in termini sintattici e utilizzano uno stile più direttivo rispetto alle madri di figli normodotati della stessa età. Può nascere così la deprivazione verbale a cui i soggetti con SD sono esposti (tornano anche alla gestualità: la madre del soggetto SD tende ad usare maggiormente i gesti per ovviare alla tendenza direttiva del linguaggio che utilizza con il figlio) - Primo studio: analisi stile comunicativo delle madre con figli con SD, in termini di funzioni comunicative, nello specifico tutoria, didattica, di conversazione, di controllo e asincrona. Gli obiettivi di tale studio sono: capire se lo stimolo verbale rivolto ai bambini con SD è simile a quello dei bambini normali e valutare se lo stimolo materno sia adeguato allo sviluppo linguistico del bambino. o I bambini con SD considerati avevano 3-4 anni; dall’esame è risultato uno sviluppo cognitivo tra i 18 e 24 mesi e una competenza linguistica compresa tra i 16 e 21 mesi. o L’osservazione è stata svolta attraverso videoregistrazioni di interazioni madre-figlio SD nel corso di giochi con oggetti o giochi liberi. o La codifica dei comportamenti è passata per 21 categorie comportamentali che considerano prevalentemente l’aspetto funzionale della condotta comunicativa della madre nell’interazione con il figlio. Le categorie comprendono comportamenti verbali e non e si dispiegano lungo la logica del maggior supporto (tutoria) fino al minor supporto (asincrona). o E’ emerso che le funzioni maggiormente attivate sono: di conversazione e di controllo. La funzione asincrona è risultata pressoché assente. o E’ emerso anche che la funzione comunicativa della madre in relazione a quella di madri normodotate è simile in relazione all’età linguistica dei bambini con SD (la madre con figlio SD comunica con esso nella stessa maniera della madre con figlio normodotato in relazione però all’età linguistica: con il bambino SD di 3-4 anni la madre comunica come se avesse 16-21 mesi, ma esattamente come comunica una madre di un bambino normodotato di 16-21 mesi!) o In generale però emerge come la madre con figlio con SD usi con minor frequenza le funzioni comunicative rispetto alle madri di figli normodotati (maggior uso gesti). o Se dal punto di vista qualitativo la comunicazione è simile tra i due tipi di madre, si può però dire che nell’analisi delle singole funzioni comunicativa esiste verso i bambini con SD un input più scarso particolarmente delle funzioni tutoria e didattica. - Studio madri con figli normodotati e con SD: ha mostrato come le madri con figli con SD maggiormente stimolanti riconoscono i propri figli come “comunicativi”, mentre quelle meno stimolanti, sottovalutando le capacità del figlio, risultano usare più comunicazione di controllo. Ciò può determinare problemi nell’interazione in quanto non si vanno a creare quelle caratteristiche ambientali stimolanti per il soggetto e il suo sviluppo comunicativo o Godness of fit: circostanze in cui le caratteristiche dell’ambiente si adeguano alle peculiarità del soggetto consentendone uno sviluppo ottimale - L’uso di una maggiore comunicazione direttiva implica una forma di “intrusività materna” che limita sensibilmente le possibilità di fare esperienza e di rendersi autonomo per il soggetto SD. - Un altro studio interessante svolto con madri con figli sia normodotati che con SD ha mostrato come tendenzialmente la madre fosse più “presente” con il figlio con SD, in una modalità iperattiva atta forse a creare una certo equilibrio nello scambio comunicativo tra i figli. Si è notato inoltre un maggior uso della comunicazione direttiva nei confronti del soggetto con SD. Tutto ciò manifesta una comprensione della madre della necessità di arricchire e sostenere maggiormente il figlio con SD; questo permette al soggetto con SD di sviluppare una certa auto-considerazione in un sistema di retroazione positiva. In qst senso si può dire che l’atteggiamento direttivo non sia un fattore negativo, ma un modo, associato ad un atteggiamento didattico, per stimolare maggiormente il soggetto con SD: se tali strategie vengono utilizzate in maniera corretta possono non portare dunque a intrusione materna fine a se stessa. L’utilizzo di sistemi di rinforzo o di feedback negativi è stato utilizzato in egual maniera per entrambi i figli. Si è notata una maggiore quantità di frasi usate con il figlio con SD: tentativo di migliorare e stimolare la responsività del soggetto SD. Si nota inoltre che in una situazione artificiale di gioco, la madre tende ad essere più apprensiva per le prestazione del soggetto con SD, attivandosi in caso di insuccesso in comportamenti di controllo e sostegno (cosa non emersa con il figlio normodotato). Il gioco e l’interazione madre – bambino down - A parità di sviluppo (con qst si intende dire che il soggetto con SD andrà valutato con qualche mese di ritardo!!) il gioco simbolico si sviluppa nei soggetti con SD come nei soggetti normodotati. Si nota anche come i bambini con SD correttamente stimolati manifestino maggiore motivazione nell’apprendimento: questo mostra chiaramente come l’interazione precoce madre-bambino influisca nello sviluppo psico-affettivo del soggetto. - Lo studio ha 2 obiettivi: o Confrontare le tipologie di gioco tra bambini con SD e normodotati: qualità del gioco secondo difficoltà crescente: manipolazione e esplorazione del giocattolo, manipolazione relazionale del gioco, gioco oggettuale funzionale, gioco rappresentativo-simbolico o Valutare l’interazione precoce tra madre e figlio SD: rapporti spaziali, comunicazione non verbale, verbale, uso oggetti, tonalità affettiva - I risultati mostrano come i soggetti con SD attuano maggiormente il gioco rappresentativo e simbolico e nettamente meno il gioco funzionale; coloro con maggiori problemi linguistici manifestano un gioco meno ricco e generalmente più problematico nell’organizzazione. L’assenza di linguaggio espressivo rappresenta un grande limite allo sviluppo del pensiero simbolico. - In generale una positiva relazione con la madre, fondata su stimolo e sostegno dosato, portano ad un migliore sviluppo delle capacità cognitive relazionali che si sviluppano proprio nel gioco simbolico Il legame di attaccamento - L’attaccamento, ossia il legame che si costruisce con la figura primaria/care giver, è il processo attraverso il quale il soggetto esperisce relazioni prossime e intime che saranno il suo modello in età adulta - E’ bene considerare cosa significa per una famiglia l’arrivo di un bambino con SD: o Il figlio atteso non c’è più, ne è nato un altro - Emozioni complesse: si sviluppano dopo il primo anno di vita a seguito din forme di auto-riflessione o associazione mentale che richiedono l’auto-consapevolezza necessaria per valutare il proprio sé e le proprie azioni in relazione alle norme sociali e agli standard condivisi dalla cultura di appartenenza. - Le emozioni non esprimono meramente stati d’animo, ma fungono da strumento all’interno della dimensione sociale; assumono il ruolo di regolatori delle relazioni sociali: sono mediatori sociali che si attivano nella relazione adulto-bambino che si costituisce nello scambio stimolo-risposta. - Il bambino possiede un repertorio comportamentale che viene stimolato dall’adulto il quale a sua volta riceve risposte diverse (sorrisi, pianto, sussulti, etc.). - Scaffholding: è il sostegno offerto al bambino (zona di sviluppo prossimale) grazie al quale egli è in grado di sviluppare le proprie capacità orientato ad una sempre maggiore autonomia d’azione e di pensiero. - La relazione madre-bambino si sviluppa nel corso dei primi 3 anni di vita: le reazioni emozionali della madre al sorriso o al pianoto del bambino permettono allo stesso di sperimentare alcuni effetti positivi come la sensazione di piacere, efficacia, sicurezza che vengono trasferite anche alla madre. - Aspetti fisiologici che arricchiscono tale processo sono ad esempio l’allattamento o la posizione fetale di chiaro abbandono del neonato; essi intensificano la relazione madre-bambino. - La teoria dell’attaccamento di Bowlby: lo studioso si dissocia dalle teorie comportamentiste e psicoanalitiche per rivolgersi ad un approccio che sottolinea la somiglianza dell’uomo all’animale in relazione al concetto di “imprinting”, ossia un fenomeno geneticamente determinato che lega la madre ai suoi piccoli. In caso di assenza della madre il bambino troverà un sostituto che assolve tale funzione; nella relazione con la madre e nello scambio di informazioni e affettivo, il bambino costruisce la propria identità nonché la propria spinta all’autonomia. La madre non comunica con il bambino solo per trasmettergli informazioni, ma lo fa in maniera spesso “disinteressata”: carezze, abbracci, etc. Secondo Holmes l’attaccamento è ogni forma di comportamento presente in una persona che riesce a mantenere la vicinanza con un altro individuo. Sempre con Bowlby si sono definite due componenti del fenomeno dell’attaccamento: o Modelli operativi interni (MOI): organizzatore di emozioni interno rappresentazioni che il soggetto ha di sé e dell’altro o Modalità/stile di attaccamento: espressione esterna delle proprie emozioni - Le fasi dell’attaccamento secondo Bowlby: o Prima: il comportamento del bambino è caratterizzato da “segnalazione e avvicinamento”, cerca di attirare l’attenzione di qualsiasi potenziale figura di riferimento; ogni attività compiuta è atta a raggiungere uno stato di benessere mosso dal desiderio di protezione e cura. Solo a seguire svilupperà la relazione con le reali figure di attaccamento. Si ricorda che il periodo immediatamente successivo alla nascita è uno shock emotivo per la madre che vive L’abbandono dovuto alla separazione anatomica o Seconda: forme di comunicazione dirette specificamente verso una o più persone specifiche in particolare verso la madre. Le modalità di avvicinamento restano le medesima, ma migliorano le capacità discriminatorie o Terza: imparando a camminare il bambino amplia le proprie conoscenze, ma che i propri schemi di comportamento. Ora è in grado di seguire la madre, di avvicinarla manifestando la sua predilezione per la figura di riferimento specifica o Quarta/ set goal (scopo programmato): va dai 2 anni in poi, il bambino finalizza le proprie attività verso obiettivi determinati, impara a intraprendere percorsi differenziati passibili di modifiche in funzione dei feed back che riceve. La nuova capacità del bambino di attuare comportamenti intenzionali e di effettuare pianificazioni per il raggiungimento degli obiettivi rende la relazione con l’adulto maggiormente reciproca nello scambio - E’ grazie alla Ainsworth che la teoria dell’attaccamento si sviluppa ulteriormente. La studiosa elabora la procedura standardizzata “strange situation”. Tale procedura prevede che il bambino venga sottoposto a situazioni di stress caratterizzate dall’allontanamento della figura di riferimento e del suo successivo ricongiungimento. La Ainsworth determina 4 stili di attaccamento: o Insicuro-evitante: non esperienza di un sereno legame con la FDR (figura di riferimento); probabilmente la madre ha assunto comportamenti negativi o di rifiuto rispetto ai segnali provenienti dal bambino. Durante la separazione e la riunione il bambino tende a manifestare distacco ed evitamento rispetto alla vicinanza fisica con la madre. Al ricongiungimento il bambino continua a fare ciò che faceva. o Sicuro: rapporto con la madre equilibrato e armonico. La madre riconosce i segnali e le esigenze del bambino e ciò serve a far sì che il bambino sviluppi una spontanea capacità di esprimere emozioni sia positive che negative. Nella strange situation il bambino al ricongiungimento manifesta un immediato desiderio di contatto con la FDR. Si osserva un buon equilibrio tra attività esplorativa e comportamento di attaccamento. Il bambino nella separazione può vivere momenti di disagio, ma non tali da far sì che essi prendano il sopravvento sulle azioni che svolge. La FDR qui si manifesta come un porto sicuro a cui approdare. o Insicuro-ansioso-ambivalente: l’incertezza delle risposte materne viene vissuta come imprevedibile dal bambino (la madre cerca la vicinanza del bambino quando è lei ad averne bisogno). Durante la separazione il bambino manifesta stati di stress e angoscia e una minore capacità esplorativa dell’ambiente. Al ricongiungimento il bambino desidera avvicinarsi alla madre, ma poi si allontana mostrando aggressività, marcata resistenza o passività o Insicuro-disorganizzato-disorientato: si tratta di un totale fallimento relazionale con la FDR. Il bambino mostra segnali contradditori e confusi che si riflettono sulla relazione con la madre che assume tratti disorganizzati. Si manifestano segnali di rigidità, pianto, paura e angoscia che emergono proprio al ricongiungimento con la FDR. Spesso la stessa FDR ha subito maltrattamenti nell’infanzia - La continuità del legame di attaccamento si manifesta nella strutturazione dei MOI ossia schemi mentali che rappresentano sé stessi e gli altri e dell’intero ambiente esterno. E’ attraverso questi modelli che il soggetto è in grado di valutare le alternative, di effettuare pianificazioni, di prevedere con un certo margine le azioni altrui - Oggi i nuovi teorici sostengono le la FDR non è una: possono essere diverse e sempre nell’ambito famigliare. I MOI influenzeranno le relazioni del bambino fino
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