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Sintesi del corso Teatro educativo e sociale, Schemi e mappe concettuali di Storia del Teatro e dello Spettacolo

Sintesi del libro "Elementi di teatro educativo", "Grammatica della fantasia", "600.000 e altre azioni teatrali per Giuliano Scabia" e "Marco Cavallo. Da un ospedale psichiatrico"

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2022/2023

Caricato il 07/11/2023

Chloe_viale
Chloe_viale 🇮🇹

4.3

(4)

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Scarica Sintesi del corso Teatro educativo e sociale e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia del Teatro e dello Spettacolo solo su Docsity! ELEMENTI DI TEATRO EDUCATIVO, SOCIALE E DI COMUNITA’ – Pontremoli La legge che sta alla base del teatro sociale è la legge del “come se”, legge che implica un patto tra emittente e destinatario. Teatro sociale inteso come un’istanza della cura di sé e della relazione con l’altro da parte degli individui. Responsabilità del teatro sociale Principi: credibilità, semiotizzazione e enunciazione. Capitolo 3 Definizione e funzioni del teatro sociale Concetto di persona, gruppo e comunità Eugenio Barba e le tecniche del corpo Alberto Pagliarino I limiti del teatro sociale Il laboratorio teatrale Capitolo 4 Tecniche teatrali e terapeutiche nel teatro sociale L’esperienza ludica Narrazione (attività teatrale spontanea) Tecniche del teatro sociale Teatro dell’oppresso (Alberto Boal); Teatro Forum (drammaturgia simultanea); Teatro invisibile; Le flic dans la tete Psicodramma moreniano: lo psicodramma è una tecnica di teatro recentemente diffusa da Jacob Levi Moreno, il quale nasce a Bucarest (Romania), nel 1925 si trasferisce negli Stati Uniti e si laurea in medicina a Vienna nel 1971. Jacob Levi Moreno, dopo aver effettuato alcuni studi sulla dimensione della spontaneità, a Vienna negli anni venti prende in affitto un teatro e mette in scena pezzi di vita vissuta tratti dalla cronaca quotidiana, e invita il pubblico alla discussione attraverso un dibattito tra scena e platea, con criteri non molto distanti da quelli del Teatro Forum. Moreno definisce questo tipo di spettacolo sociodramma. Moreno passa all’attuazione effettiva del suo teatro tramite riflessioni su un’esperienza mitica: il caso di Barbara. Il caso di Barbara: Barbara è molto formale e fredda in pubblico, e molto aggressiva nella vita coniugale. Per caso, con grande abilità, recita il ruolo di una prostituta. Moreno capisce che il teatro le aveva permesso di intercettare ed entrare in contatto con una parte di sé che la donna riteneva inaccettabile. Il teatro della spontaneità nasce nel 1923 e si sviluppa in Italia nel 1980. Tale tipologia di teatro segue un’ideologia secondo la quale tutto ciò che accade nella vita può diventare materia per la rappresentazione teatrale, si può fare teatro senza avere preoccupazioni estetiche, è un teatro nel quale l’attore e il pubblico appartengono alla medesima comunità, dunque non c’è frattura o divisione tra essi, ed è un teatro dell’intimo poiché permette al soggetto di ripercorrere i propri nuclei problematici, attraverso l’azione e la rivisitazione di episodi reali o immaginari legati al proprio vissuto. Nel 1936, Moreno fonda il Sonatorium, ossia una clinica presso la cittadina di Beacon. Il teatro psicodrammatico, quindi, è volto alla spontaneità del soggetto. SOCIOMETRIA: disciplina che studia lo sviluppo e l’organizzazione dei gruppi, la posizione degli individui nei gruppi. Si tratta di un metodo quantitativo e qualitativo, che si prefigge la misurazione delle interrelazioni umane, delle «relazioni che si stabiliscono all’interno di un gruppo. Per Moreno la collettività si basa su relazioni regolate da due forze: l’attrazione e la repulsione, che se in eguale quantità si annullano (stato di indifferenza). I giochi di forze entro una determinata comunità o gruppo creano le reti sociometriche. Tali relazioni sono regolate dal tele, cioè un’energia emozionale che può essere catalogabile come positiva (tele attrattivo) o negativa (tele repulsivo). Il tele di Moreno è multidirezionale, ossia all’interno della rete di relazioni. Il tele è uno dei fattori determinanti della seduta psicodrammatica. Va addestrato con un particolare riscaldamento della spontaneità del gruppo: allenarsi alla spontaneità per superare gli stereotipi, e raggiungere la capacità di tele in rete. Le tecniche sociometriche consistono nella somministrazione ai gruppi di 4 tipi di test: 1) Test sociometrico: misura il grado di osservazione di un gruppo sociale; 2) Test di espansività affettiva: misura la quantità di energia affettiva che un soggetto deve utilizzare per conservare i rapporti di attrazione nei confronti degli altri individui del gruppo; 3) Test di contatto sociale: rileva il numero dei contatti sociali di un soggetto sia nelle relazioni dirette che in quelle indirette; 4) Test di ruolo: valuta il comportamento di un individuo nel ruolo. Lo Psicodramma è una tecnica teatrale terapeutica che ha lo scopo di rimuovere le barriere che impediscono al soggetto di realizzarsi, intervenendo con strumenti sia teatrali sia psicologici sul sintomo per rimuoverlo e sulla patologia per affrontarla e curarla. Ci sono due tipi di intervento: trattamento aperto e trattamento chiuso. Nel primo, lo Psicodramma è attuato in situ (Es. Teatro d’impresa), mentre il trattamento chiuso è organizzato all’interno del setting specifico, cioè la realtà esterna viene lasciata fuori. Lo Psicodramma si basa su 5 elementi: 1) SCENA 2) PROTAGONISTA: Il Soggetto o Protagonista. Al soggetto non si chiede di interpretare un personaggio, ma se stesso. Occorre riscaldare la spontaneità per comunicare in modo espressivo e entrare efficacemente in relazione con gli altri. Superare il logocentrismo e mettere in gioco tutto il corpo. Rappresentazione drammatica dei conflitti: il protagonista mette in scena, insieme al gruppo, episodi della sua vita passata, sogni, eventi, fantasie. Vedendo tali processi realizzati concretamente, il protagonista ha la possibilità di intervenire su quello che Moreno chiama il copione della vita, in una situazione protetta (laboratoriale). 3) DIRETTORE: accompagna il gruppo e il protagonista nel processo. È il garante della sua corretta realizzazione sul piano operativo. È un terapeuta che sviluppa il percorso interpretativo non in termini verbali, ma in scelte operative di conduzione. È il regista dell’azione teatrale, ma senza funzioni direttive o impositive. Lo scopo della sua azione è sempre quella di creare le condizioni per la spontaneità e per l’intrecciarsi della rete di tele. 4) IO AUSILIARI: Sono i membri del gruppo che entrano nell’azione come attori secondari. Interpretano i ruoli che vengono loro assegnati – che siano persone, oggetti, concetti astratti – in modo da materializzare di fronte agli occhi del soggetto i suoi fantasmi. Come nel Teatro dell’Oppresso, ogni partecipante è libero di proporre la sua soluzione al problema. In questo modo l’efficacia terapeutica investe tanto il protagonista quanto gli ausiliari. 5) UDITORIO: Chi non è direttamente coinvolto nella seduta. Spettatore partecipante, occasione di confronto con il protagonista. Giochi fantastici per trattare le fiabe classiche - Sbagliare la storia: da chi può essere fatto e quando, valore della storia - Rovesciamento della storia - Che cosa accade dopo: il punto di partenza può essere un elemento particolare che ha colpito in bambino nella storia - Mescolamento di favole: il binomio è costituito dai due nomi propri di fiaba - Fiabe a ricalco: ottenere da una fiaba vecchia una fiaba nuova “Cappuccetto rosso in elicottero” Le carte di Propp Fiabe popolari in Morfologia della fiaba e La trasformazione delle fiabe in magia; Le radici storiche dei racconti di fata. Riduzione, amplificazione, sostituzione e intensificazione. - Gioco delle carte di Propp di Rodari - Gioco delle “Carte in favola” di Franco Passatore e il Gruppo Teatro-Gioco-Vita (2) Deduzione delle avventure dei personaggi in base alle loro caratteristiche-fumetti Fantasia casalinga - Storie per piccolissimi: straniamento dell’oggetto, infatti inizialmente le storie per bambini molto piccoli vengono ideate sulla base di giochi fatti a tavola, ad esempio. Scopi dell’utilizzo dell’oggetto; giocare con l’adulto. I giocattoli diventano personaggi. Successivamente - Il bambino protagonista della storia - Storie contenenti argomenti tabù: canzoncine sulla cacca e storia del Re Mida - Storie per ridere: riso di superiorità e riso di sorpresa, utilizzo di metafore, rovesciamento totale della storia, concetto di cosizzazione. - Matematica delle storie: utilizzo della matematica e della logica per inventare storie Burattini e marionette: Sarzi, differenza tra burattini e marionette, due esercizi fantastici Asse dell’ascolto: rapporto tra mamma e bambino nel racconto delle fiabe Asse della scrittura: “La capra del signor Seguin” (teorici dell’informazione) Storie per giocare: ai bambini viene chiesto di completare delle storie “I marziani”; “L’uomo che non riesce a dormire a causa dei lamenti delle persone”; “Pinocchio il furbo”; “Se il nonno diventa un gatto” Conclusioni 600.000 E ALTRE AZIONI TEATRALI PER GIULIANO SCABIA Focus del testo: azioni di decentramento guidate da Giuliano Scabia Obiettivi del progetto Nuovo teatro: messa in crisi l’idea di centro, e viene effettuata una revisiona radicale dell’idea di teatro - Critica alla centralità teatrale - Critica alla centralità del testo - Critica alla centralità dell’attore - Critica alla centralità dello spettacolo E questo comporta esperienze concentriche, eccentriche e acentriche. Storia personale di Giuliano Scabia - Padova: arte e musica; “Intollerenza, 1960” - Realizzazione del progetto “Diario italiano” con Nono - Anni ’60: poesia - Teatro di Scabia: poesia, azione e poesia, della necessità e contemporaneo - Scabia drammaturgo del nuovo teatro italiano - 1967: Convegno per un nuovo teatro - 1969 Contesto storico italiano Gennaio 1968: nascita del Comitato Tecnico amministrativo Mirafiori (600.000): Tema rivolta 3 luglio in Corso Traiano 18 aprile debutto Falchera: Tema: scuola 8 aprile debutto Scabia dramaturg Corso Taranto (specifico n.33) Tema: quotidianità all’interno del quartiere “Cinegiornale di lotta di Corso Taranto”, successivamente denominato “Le lotte di Corso Taranto” “Teatrino di Corso Taranto” Progetto e materiali Vallette 11 aprile 2 performance Sistema di reparto chiuso: struttura temporale “The Brig, Living Theatre” 600.000: cos’è successo e come si è sviluppato lo spettacolo (buio totale, testimonianza, seduta del consiglio comunale e dell’Assemblea, distribuzione e lettura volantini, 3 luglio, rievocazione con memorie, testate giornalistiche, processo e intervento del presidente). Teatro della contro informazione, documentario teatrale, .. Locandina “Un nome così grande” MARCO CAVALLO. DA UN OSPEDALE PSICHIATRICO LA VERA STORIA CHE HA CAMBIATO IL MODO DI ESSERE DEL TEATRO Introduzione: motivi e obiettivi del progetto di Franco Basaglia 1973 prima assemblea e definizione del progetto SPAZI: il manicomio è stato costruito nel 1904 con l’intento di 600 malati, arrivando ad ospitarne sino a 1200. Lo spazio del reparto P era squallido e vuoto. Lo spazio del reparto P è stato reinventato continuamente con ciò che veniva inventato ogni giorno. MATERIALI: Marco Cavallo (simbolo della liberazione) e l’amica. Creazione del volantino da parte degli artisti; i malati, durante le prime giornate, iniziano la realizzazione di ritratti e disegni (grandi fogli), costruzione dei burattini, cantare canzoni (una viene dedicata interamente a Marco Cavallo), scrittura di libri. Vengono appesi manifesti d’ovunque nel laboratorio. Pittura di Marco Cavallo e delle porte. Lettere. Strumenti musicali e ballo. Costruzioni in legno. OBIETTIVI: innanzitutto la riappropriazione del mondo esterno da cui sono stati separati. Una nuova forma di comunicazione e di stare insieme. Principi di ascolto e condivisione. Le attività di disegno e pittura permettono ai malati di praticare un’attività libera e le rappresentazioni con i burattini di proiettare il loro “io”. Gioco reciproco. Spontaneità. Festa finale. PROBLEMI: (1) le prime difficoltà per gli artisti si verificano durante la seconda giornata nel manicomio, sia in relazione ai malati sia ai medici, i quali erano indifferenti. (2) All’interno dell’ospedale c’è chi ritiene che quello che fanno gli artisti sia sbagliato. (3) Molti infermieri sono sfuggenti al laboratorio e non rendono abbastanza partecipativi i malati. (4) Messa in scena di Cenerentola che non viene bene perché i malati detengono livelli comunicativi differenti. (5) S. ricoverato che ha distrutto alcuni disegni e tutti sono furiosi con lui perché ha rifiutato la comunità del laboratorio. (6) Al ventisettesimo giorno gli artisti pensano che il laboratorio debba chiudere. (7) Le condizioni materiali di esistenza dei ricoverati sono misere e i malati sono privi degli oggetti più elementari, le condizioni di lavoro degli infermieri sono ancora disagiate e soprattutto manca qualsiasi prospettiva reale per la maggior parte degli assistiti, anche una volta usciti dall’ospedale. Conclusione
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