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Sintesi del testo monografico di Fernanda Alfieri - Veronica e il diavolo, Sintesi del corso di Storia Moderna

Sintesi del libro di Fernanda Alfieri, Veronica e il diavolo.

Tipologia: Sintesi del corso

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Scarica Sintesi del testo monografico di Fernanda Alfieri - Veronica e il diavolo e più Sintesi del corso in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! 1 Sintesi del libro di Fernanda Alfieri Veronica e il diavolo Storia di un esorcismo a Roma La storica Fernanda Alfieri, nel corso di una delle sue ricerche nell'Archivio della Compagnia di Gesù, trova per caso un manoscritto dal titolo Esorcisazione di Maria Antonina (barrato Veronica) Hamerani, ritenuta ossessa (1834-35). La vicenda, che inizia nel dicembre del 1834 e che si interrompe nell'estate del 1835, vede protagonisti un gruppo di gesuiti che, entrati in una casa nel rione romano di Sant'Eustachio in via di Sant'Anna, inizia ad esorcizzare una ragazza di diciannove anni ritenuta ossessa. La studiosa si accorge che quelle che scrivono la Esorcisazione sono mani faziose che intendono dimostrare che la ragazza è invasa dal diavolo e che gli esorcismi non valgono a nulla. La faziosità del documento spinge la Alfieri a fare ulteriori ricerche in altri archivi e biblioteche, ed è proprio nella Biblioteca Nazionale di Roma che trova il racconto dei primi due mesi della vicenda, un racconto composto dal gesuita Francesco Manera, che la storica nel suo romanzo chiama Diario di Padre Manera. Ad occuparsi dell'anima della giovane sarebbe stato il sessantatreenne padre Kolhmann, che andò alla casa dell'ossessa col fratello coadiutore il tedesco Peter Joseph Böckmann. Veronica Hamerani viveva con la sua famiglia in via di Sant'Anna al numero 52. La studiosa nota che bisogna scorrere parecchie pagine perché compaia il nome della ragazza, perché all'inizio non è che la giovane, l'ossessa, l'inferma. Quella sera Padre Kolhmann constatò che la ragazza era stata sottratta a sé stessa da un demonio di nome Satanasso. Bisognava liberarla e consegnarla a sé stessa e, prima di tutto, alla Chiesa. Da molto tempo gli Hamerani avevano supplicato che la loro figlia venisse aiutata. La questione era stata a lungo dibattuta fra i prelati. L'abate Vincenzo Martini, segretario di monsignor viceregente, aveva cercato di discutere della faccenda con Placido Zarla, cardinale vicario del papa, il quale però evitava volentieri il discorso. Dopo la morte del Zarla, sopraggiunta il 29 ottobre 1834, era stato fatto provicario monsignor Antonio Piatti, ma anche costui non credeva che la giovane fosse ossessa. Verso la fine di dicembre veniva fatto vicario il principe Carlo Odescalchi che finalmente prestò attenzione alle richieste del segretario. Odescalchi parlò personalmente con papa Gregorio XVI, il quale concesse di occuparsi della giovane. Odescalchi si rivolse allora al padre dei gesuiti Jan Philip Roothaan, che accettò di farsi carico della faccenda Hamerani. Padre Kolhmann insieme a Padre Francesco Manera si recò di nuovo a casa Hamerani. Proprio come il giorno prima, il diavolo si scatenò all'improvviso e agitò la povera Veronica. Padre Manera tornò a casa sbalordito, sospeso nei suoi pensieri. L'allora trentaseienne era nato a Napoli nel 1798, non era del tutto convinto che ad agitare il corpo della ragazza fosse proprio il diavolo. Probabilmente era malata oppure fingeva, soprattutto perché il diavolo si era presentato, al padre Kolhmann, in romanesco e non in latino. I due padri visitarono casa Hamerani anche il giorno di Natale. La storia di questa famiglia di incisori di monete e medaglie è scritta nelle enciclopedie, nelle riviste di numismatica e molto altro si trova negli archivi di Roma. Ma nelle biografie ufficiali si tace della vicenda di Veronica. Giovanni Hamerani, padre dell'ossessa, era 2 l'ultimo a portare il nome di questa famiglia un tempo prestigiosa. Padre Manera aveva iniziato a tenere il suo diario, oggi conservato insieme ad altre sue carte personali alla Biblioteca Nazionale di Roma. Sulla base del ritratto che ne fa il Manera, la ragazza sembra incarnare la perfetta devota, tutta grazia e senza conflitto. Ad un certo punto, il gesuita cominciò a pensare che stessero accendendo la fantasia di Veronica oltremisura. Manera era sicuro che la fantasia delle donne fosse penetrabile e che bastasse un niente a rompere il loro fragile equilibrio, tanto che bisognava guardarsi dalla gentilezza dei loro volti perché d'un tratto gli umori possono discordare. La stessa regola diceva che con le donne bisognava essere particolarmente severi, di non indugiare in colloquio ed essere spediti nel confessarle. Guardando la giovane, padre Manera aveva scritto di temere per lei, che tutto quell'apparato di devozione le facesse male. Manera si ricredette dopo due giorni, quando dopo l'ennesima visita a Veronica, il diavolo si manifestò mentre Padre Kohlmann leggeva il Vangelo di Luca. Il primo gennaio 1835 iniziarono gli esorcismi alla presenza di un medico, del resto, l’ipotesi che Veronica fosse pazza non era da escludere. Padre Manera condusse con sé il Dott. Andrea Belli, chirurgo dei gesuiti, affinché vedesse la giovane in statu naturale prima di vederla in ossessione. Il secolo precedente era stato papa Benedetto XIV a chiamare la medicina a stretto rapporto, perché aiutasse a distinguere il naturale dal soprannaturale. La storia della famiglia Hamerani è costellata da eventi “prodigiosi”. Anche la sorella di Veronica, di nome Antonina, anni addietro era guarita miracolosamente, tanto che decise di entrare in convento. Antonina prendeva il nome di Maria Francesca Saveria (perché “guarita dal venerabile Francesco Saverio Maria). Tre anni dopo moriva la sorella Teresa e l’anno dopo anche Antonina. Il Dott. Belli considerò le cose viste come “naturali”, semplicemente secondo il medico la ragazza soffriva di isterismo come tutte le “zitelle”. Lo stesso Padre Manera cominciò a nutrire dei dubbi e sospetti di finzione di Veronica. Al posto di padre Manera subentrò padre Tommaso Massa che avrebbe preso a cuore la faccenda della Hamerani per alcuni sospetta indemoniata, per altri isterica, per altri ancora impostora. Un giorno i Padri Kohlmann e Massa trovarono in casa Hamerani un altro medico e tre religiosi, presenze transitorie chiamate a dire la loro su quanto accadeva, ma anche il Dott. Knight nulla era riuscito a fare per Veronica. Padre Massa mise in ordine la procedura da seguire per controllare il male nel senso che la posseduta doveva essere integralmente sottomessa alla volontà dei suoi liberatori. Verso la fine di gennaio i padri avevano deciso di cambiare metodo e chiesero al papa di allestire una cappella in casa Hamerani, dove tenere il corpo e il sangue di Cristo. Le crisi di Veronica diventavano ogni giorno più violente e mentre padre Massa dava ordini in spagnolo, Kohlmann esorcizzava in latino, tedesco, francese e inglese. Padre Kohlmann portò con sé altri esperti di bene e di male, alla ricerca di una possibile impostura. Tante erano le domande. Ci si chiedeva se quelle convulsioni non fossero una messa in scena per guadagnare notorietà. Nel mese di giugno padre Kohlmann constatò il peggioramento della ragazza che nei suoi deliri inneggiava ad una certa Francesca di Genzano, la quale avrebbe scagliato un maleficio contro le tre sorelle Hamerani. Gli esorcismi di Veronica divennero più cruenti. Erano arrivati a legarla, colpirla con la frusta, trascinarla per le gambe all’altare. Poco dopo il padre generale Roothaan ordinò di sospendere gli esorcismi. Padre Massa espresse il suo disaccordo, individuando in padre Manera il colpevole del fallimento dell’impresa, in quanto aveva fatto entrare in casa
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