Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Sintesi dettagliata degli autori trattati durante il quinto anno di scuola superiore., Sintesi del corso di Filosofia

Il documento è una sintesi delle filosofie e delle opere di Fichte, Hegel, Schopenhauer, Kierkegaard, Marx, Nietszche, Freud, Bergson e Popper in modo sì sintetico ma dettagliato e utile allo studio per maturità, compiti o interrogazioni. All'interno del documento ciascuna opera è trattata e riassunta in modo separato offrendo anche spunti, riflessioni e confronti tra gli autori.

Tipologia: Sintesi del corso

2022/2023

In vendita dal 13/12/2023

claudia-federico-2
claudia-federico-2 🇮🇹

4 documenti

1 / 18

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Sintesi dettagliata degli autori trattati durante il quinto anno di scuola superiore. e più Sintesi del corso in PDF di Filosofia solo su Docsity! FILOSOFIA Johann Gottlieb Fichte Johann Gottlieb Fichte è stato uno dei più importanti filosofi tedeschi dell'età romantica e il fondatore dell'idealismo tedesco. Nato nel 1762 in una piccola città della Sassonia, Fichte si è distinto nel panorama filosofico dell'epoca per la sua ricerca sulla natura dell'io e sulla sua relazione con il mondo esterno. La sua filosofia ha avuto un forte impatto non solo sulla filosofia tedesca, ma anche sulla cultura europea in generale. Il principio della dottrina della scienza è l’Io o l’autocoscienza. La coscienza è il fondamento dell’essere e l’autocoscienza è il fondamento della coscienza. La dottrina della scienza ● L’io pone se stesso: il concetto di io si identifica con quello di attività autocreatrice e infinita. ● L’io pone un non-io: l’io non solo pone se stesso ma oppone anche a se stesso qualcosa, che in quanto opposto è non-io ● L’io oppone, nell’io, all’io divisibile un non-io divisibile: l’io avendo posto il non-io si trova ad essere limitato ad esso, ovvero ad esistere sotto forma di un io divisibile, avente di fronte a sé altrettanti oggetti divisibili. La dottrina morale Il motivo per cui la coscienza ha davanti a sé un Io finito e non Non-Io finito è di natura pratica: l'azione dell'uomo è data dalla conoscenza, ma è anche vero che la conoscenza esiste perché noi agiamo. Quindi, secondo Fichte l'Io pratico (agire) è la ragione stessa dell'Io teoretico (conoscenza). Fichte deduce che il dovere morale può essere realizzato da un io finito insieme ad altri io finiti. Ammettendo l'esistenza di altri essere intelligenti, devo riconoscere che lo scopo della mia esistenza (libertà) è anche il loro. Quindi ogni io finito è costretto a porre dei limiti alla sua libertà, per non intaccare quella degli altri. Il fine ultimo dell'uomo e della società è dunque quello di farsi liberi e rendere liberi gli altri. Per realizzare questo scopo occorre la mobilitazione dei dotti. I dotti devono essere d'esempio per gli altri uomini. Discorsi alla Nazione Tedesca Sul pensiero politico di Fichte hanno influenza le vicende storiche contemporanee dalla rivoluzione francese alle guerre napoleoniche, che stimolano lo sviluppo della sua filosofia in senso nazionalistico. Il tema dell’opera è l'educazione: nel mondo serve una nuova azione pedagogica che permetta di mettersi al servizio del popolo e non di un élite. Secondo Fichte solo il popolo tedesco risulta essere in grado di promuovere la nuova educazione. Punto fondamentale è la lingua: i tedeschi sono gli unici ad aver mantenuto la loro lingua originaria. La Germania è dunque, per Fichte, la nazione eletta che deve realizzare l'umanità fra gli uomini. Occorre sottolineare che il primato del popolo tedesco è di tipo spirituale e culturale e che il fine dell'umanità è nei valori etici della ragione e della libertà. Georg Friedrich Wilhelm Hegel Idealismo e Sistema Hegeliano Quella di Hegel è una filosofia dell’idealismo, identificando una realtà spirituale denominata razionalità o assoluto, come motrice del mondo la cui realtà è solo una rappresentazione di questo assoluto. Su di questo basa il suo sistema, un tentativo di racchiudere la verità analizzata proprio attraverso l’assoluto e la sua dialettica (ogni idea trova una sua antitesi per giungere a una sintesi, un’idea migliorata). Concezione del singolo Per Hegel, il finito, cioè l’uomo, è solo una mera rappresentazione dell’Assoluto, la razionalità, ha senso solo in funzione di comprendere l’infinito essendo stato creato come migliore espressione della razionalità e quindi con la capacità migliore di coglierla. Il concetto spirituale si rivede anche nella Filosofia del Diritto di Hegel, dove mi parla della sua concezione di stato. Qui critica lo stato liberale perché dà importanza ai diritti dell’individuo, quando questo ha senso solo in funzione del bene universale dello Stato. Lo Stato e la Storia in Hegel Lo Stato, è lo spirito del mondo e la sua costituzione è l’espressione perfetta della razionalità: totalità superiore all’individualità, imposizione ineluttabile della razionalità nelle sue manifestazioni. Hegel critica infatti anche contrattualismo (lo Stato non deriva da un accordo tra uomini) e giusnaturalismo (lo Stato non deriva da una condizione naturale esportata poi nel mondo civile). La storia viene vista come il tessuto della realtà, decorso perfetto dell’assoluto, tutto è giustificato (giustificazionismo) e necessario in funzione della sintesi della razionalità, che per Hegel si ritrova nella forma di governo, dell’arte, di intellettualità, della monarchia costituzionale prussiana in cui vive. Arthur Schopenhauer Il filosofo Arthur Schopenhauer nacque a Danzica (Polonia) nel 1788, figlio di un banchiere e di una nota scrittrice di romanzi. Iniziato all’amore per la letteratura dalla madre, proseguì gli studi di filosofia sino ad abilitarsi alla libera docenza. il pensiero di Schopenhauer, è ben sintetizzato nella sua opera più famosa "Il mondo come volontà e rappresentazione”. La prima edizione del suo lavoro (1819) non riscosse alcun successo e solo vent’anni dopo vide la luce la ristampa de Il mondo. Il motivo principale degli scarsi consensi accademici e di pubblico ricevuti risiedeva nell’avversione di Schopenhauer per la filosofia idealistica, molto in voga a quel tempo. In particolare, il filosofo era solito attaccare Hegel, appellandolo come un “sicario della verità”, la cui filosofia, lungi dall’essere al servizio della verità, era mercenaria, utile agli interessi della Chiesa e dello Stato. Schopenhauer rivendicava la libertà e l’autonomia della filosofia e sfidava apertamente il successo di Hegel organizzando lezioni di filosofia nella stessa università, negli stessi giorni e agli stessi orari. Sino all’ondata di pessimismo che avvolse l’Europa dopo il 1848(fallimento moti del 1848) Schopenhauer, però, non riuscì ad emulare o intaccare il successo del filosofo idealista. Schopenhauer morì a Francoforte nel 1860. ➔ Le influenze: -di Platone e la sua teoria delle idee; -del Romanticismo (per quanto riguarda le tematiche dell’infinito, del dolore, dell’irrazionalismo e l’importanza assegnata alla musica e all’arte); -della filosofia orientale (in particolare quella indiana buddista) -del criticismo di Kant. LA REALTA’ Schopenhauer riprende da Kant il concetto di fenomeno e fenomeno: fenomeno intende ciò che l'io coglie attraverso tempo, spazio e causa. Tramite queste il principio di individuazione rappresenta la realtà. La rappresentazione lega soggetto rappresentante e oggetto rappresentato ma non è la realtà stessa è la realtà come la vedo io(realismo ingenuo). Per andare oltre l'illusione(Sapienza orientale) bisogna squarciare il velo di Maya alla ricerca della vera realtà. Per Schopenhauer si può conoscere la realtà(diff. Kant) ma non attraverso la facoltà razionale ma con il corpo.Il corpo è manifestazione della realtà tutta la natura è espressione della volontà di vivere ossia la radice noumenica del tutto La volontà di vivere è:unica, arazionale, egoistica,eterna e senza scopo. Per Schopenhauer l'uomo è un animale: -metafisico;problema del senso di vivere Per fuggire dalla noia, il seduttore inizia un gioco intellettuale di seduzione per controllare e possedere la mente di Cordelia per poi abbandonarla. L’esteta non sceglie, vive l’attimo e non costruisce il proprio io. La sua vita è una somma di attimi e non vive il tempo come durata. Siccome non scegli tu, qualcun altro lo farà per te e sei destinato alla disperazione non avendo costruito il proprio sé. ● Carte di B: modello di vita etico. Mi parla del giudice Wilhelm che è sposato, vive quindi la durata, sceglie e conferma le sue scelte, ma praticamente è cazzo infelice perché è destinato al pentirsi delle sue scelte e gli manca la dimensione religiosa. TIMORE E TREMORE Continua il discorso sui modelli di vita in quest’opera. Johannes de Silentio mi parla di Abramo descrivendolo come un uomo che da vecchio riceve da Dio un figlio. Più tardi però Dio richiede il sacrificio proprio di questo bambino. ● Ora, se Abramo solleva il pugnale sul figlio, per la dimensione etica è un assassino. ● Ma nella dimensione religiosa incarna il vero credente: nessuno può mettersi in mezzo a quella che è una dimensione individuale del rapporto con Dio. La fede cura quindi la disperazione e salva dalla morte spirituale. La disperazione è di chi non accetta la sua finitezza di fronte a Dio. Il fedele invece li accetta e gli ubbidisce, riconoscendo lui come qualcosa di totalmente diverso da lui e non prova nemmeno a comprenderlo. L’atto di fede si consuma e risolve in un attimo, ad esempio quando Abramo solleva il pugnale sul figlio. Abramo che è il perfetto fedele infatti non capisce Dio ma lo coglie e lo accetta. L’atto di fede è sempre irrazionale perché è totalmente altro rispetto alla dimensione terrena. L’atto di fede è del Cristianesimo, che Kierkegaard definisce paradosso e scandalo. Questo perché ritiene assurdo che Dio si sia fatto uomo per sacrificarsi per sanare il peccato degli uomini. Per Kierkegaard l’uomo è angoscia, peccato e la vera vita è trascendentale. Spiegando il titolo dell'opera, il timore è la paura di qualcosa di determinato, una paura quindi di cui posso liberarmi, a differenza dell’angoscia che è paura dell’indeterminato. CRITICHE A HEGEL Kierkegaard enuncia che non è possibile fare un sistema. Critica poi il sistema hegeliano perché per Hegel l’individuo non ha alcun ruolo, dice che il filosofo “ha costruito un castello per andare a stare nel fienile”. Karl Marx Nasce a Treviri da una famiglia ebrea, il padre è un brillante avvocato e per fare carriera preferisce rinnegare l'ebraismo e convertirsi al protestantesimo. Marx si iscrive alla facoltà di giurisprudenza a Bonn poi a Berlino e qui entra in contatto con i giovani hegeliani e ha anche l'occasione di studiare il pensiero di Hegel. Egli decide allora di passare alla facoltà di filosofia e si laurea Jena. Qui diventa anche critico nei confronti della filosofia di Hegel e ateo. Proprio a causa di questa scelta dell’ateismo, Marx rinuncia al progetto di una carriera universitaria perché lo stato prussiano è molto conservatore e per questo si dedica al giornalismo politico e scrive per la gazzetta renana. Quando il giornale viene chiuso si trasferisce a Parigi. A Parigi nel 1884 pubblica un unico numero degli annali franco tedeschi che segnano il passaggio di Marx al socialismo(manoscritti economici-filosofici). A causa di pressioni proveniente dal governo prussiano viene espulso dalla Francia e si rifugia a Bruxelles e qui viene raggiunto dall’amico Engels, sono gli anni in cui Marx matura la presa di distanza da Hegel e Feuerbach e infatti scrive l’ideologia tedesca e le tesi su Feuerbach. Nel 1848 scrive il manifesto del partito comunista, anno dei moti e al termine di essi decide di trasferirsi a Londra. Nel 1867 viene pubblicato il primo capitolo del Il Capitale e gli altri verranno pubblicati postumi da Engels. CARATTERISTICHE del Marxismo: 1. -L’analisi marxista è un’analisi globale della società e della storia. 2. -L’impegno pratico: filosofo pragmatico, l’ideale dell’unione di teoria e prassi pensata da Hegel e proposta da Mar mediante l'edificazione di una nuova società. 3. -Influenze: filosofia tedesca, l'economia politica borghese e il pensiero socialista. ELEMENTI CARATTERISTICI PER OPERE DI MARX ➔ Critica alla filosofia del diritto di Hegel(filosofico-metodologico+storico-politico) In quest'opera Marx critica il “misticismo logico”(esaltazione della razionalità) del sistema Hegeliano, criticando in particolare l’equiparazione dello stato etico con lo stato prussiano. La filosofia di Hegel è un insieme di concetti astratti che vengono assunti come costitutivi della realtà, mentre la realtà per Marx è costituita da enti concreti e soggetti reali a cui vengono riferiti concetti. Per Marx la cosa deve essere esattamente rovesciata: è la realtà concreta che determina i concetti. La revisione del pensiero Hegeliano da parte di Marx si fonda sul rovesciamento del metodo dialettico. La dialettica che per Hegel è movimento interno alla spirito, che è dialettica di concetti, secondo Marx deve essere invece DIALETTICA ALL’INTERNO DELLA REALTA’, deve essere scontro che scaturisce dalla concretezza delle situazioni. I due hanno comunque dei punti in comune riguardo le critiche alla società liberale, la visione dialettica della storia e l'importanza della stessa. ➔ Critica allo stato moderno e al liberalismo: non crede nella frattura tra società civile e stato; l’uomo è costretto a vivere due vite una in terra come borghese e una in cielo come cittadino(illusoria)→ la civiltà moderna rappresenta la società dell'egoismo e delle particolarità reali e delle universalità illusorie. Critica lo stato la cui legge garantisce l'uguaglianza formale ma non quella sostanziale dei cittadini. Critica la rivoluzione francese frutto della crescita del potere economico borghese e non degli ideali illuministi. Abolizione principio di libertà individuale(atomismo scientifico) e del principio di rappresentanza. Abolizione proprietà privata→caduta disuguaglianze→comunità solidale. Necessità di una rivoluzione guidata dal proletariato che punti all’uguaglianza e alla democrazia sostanziali. ➔ CRITICA AL SOCIALISMO UTOPISTICO: gli esponenti sono Fourier, Saint-Simon, Proudhom e Owen i quali denunciano le disuguaglianze sociali, ma che di fatto non intervengono nel voler cambiare la condizione esistente. Il socialismo utopistico ha lati positivi ma non ha strumenti funzionali a superare i problemi determinati dal capitalismo. I socialisti utopistici non avevano colto la funzione del proletariato, non avevano capito le conseguenze di un’economia capitalistica e non avevano analizzato e ricostruito il funzionamento dell’economia capitalistica. Manoscritti filosofico-economici ➢ Per la prima volta Marx parla della struttura economica dietro il mondo. Parla di come il proletario soppresso sia alienato in quattro diversi modi e come si è arrivati all’alienazione dell’operaio. L'alienazione è un fatto reale di natura socio-economica e si identifica nella questione storica del salariato nella società capitalistica. Alienazione rispetto: al prodotto,alla sua attività, alla propria essenza, al prossimo. La causa? La proprietà privata dei mezzi di produzione. IL superamento? L'uomo riconquista la propria essenza con l’avvento del comunismo. (dialettizzazione della storia). Il capitalismo porta in sé come esigenza dialettica il socialismo(scontro tra vecchie e nuove classi dominanti). Tesi su Feurbach ➢ Sempre parlando di alienazione, qui Marx riprende da Feuerbach le critiche all’idealismo (inversione di predicato e soggetto) ma critica a Feuerbach stesso la visione dell’alienazione, per Marx storicamente data e risolvibile solo con l’abolizione della proprietà privata. Alienazione religiosa non è Dio a creare l’uomo ma l’uomo a “proiettare” Dio sulla base dei propri bisogni. Feuerbach non è stato in grado di individuare le cause e il superamento della religione definita come “l’oppio dei popoli” L’ideologia tedesca ➢ Marx per ideologia intende il modo in cui la classe dominante illude e mente alla classe oppressa e ripercorre storicamente come lo ha fatto. Mente facendo credere che la proprietà privata sia un fatto universale quando è invece storicamente dato ed è la struttura della nostra società e che muove la storia (!!!) che ne è la sovrastruttura. Concezione materialistica della storia: la struttura(nata per soddisfare i bisogni dell’uomo) ovvero il modo di produzione è formata dalle forze produttive(forza lavoro, mezzi di produzione e conoscenze tecniche) e dai rapporti di produzione(rapporti di proprietà). La sovrastruttura(determinata dalla struttura) è l’insieme dei rapporti giuridici, le forme dello stato, le dottrine etiche, religiose, filosofiche ecc. → le vere forze motrici della storia sono di natura socio-economica. Manifesto del partito comunista ➢ La storia è lotta di classe, i proletari dell’intero mondo devono unirsi (Internazionale Socialista). La borghesia è una classe dinamica ma contraddittoria con sempre la necessità di cambiare ma ora non riesce più a mantenere il controllo ed è in tramonto. Il Capitale:espone i meccanismi strutturali della società borghese ➢ Non esistono leggi universali che regolano l’economia. Analizza i vari elementi che formano la società borghese. Una merce deve possedere un valore d’uso(utilità) e un valore di cambio(prezzo sul mercato) che dipende dal lavoro socialmente necessario per produrla. Il valore non si identifica con il suo prezzo ci sono altri fattori da considerare. La produzione non è finalizzata al consumo ma all'accumulazione di denaro (NO MDM MA DMD’). Il plusvalore ha origine dall'operaio considerato come una merce con un valore cioè il salario che non corrisponde al lavoro svolto ma è il minimo per soddisfare i propri bisogni. Il plusvalore genera il profitto non coincidono poiché bisogna considerare il capitale variabile(alari) e il capitale costante(le pee generali per la fabbrica) → il saggio del plusvalore è il rapporto tra plusvalore e capitale variabile; il saggio del profitto e il rapporto tra plusvalore e la somma dei due capitali. +crisi di sovrapproduzione, caduta del saggio di profitto dovuta al rinnovamento tecnologico. Critica al programma di Gotha ➢ Critica ai socialismi pre-esistenti, la visione di Marx della società (che non può descrivere bene essendo che non sa quale struttura sostituirà quella economica) prevede uno stato assente rispetto ai cittadini che rispondono alle mere esigenze della società, non ci sono lavori di serie a e serie b perché ognuno di questi dà gratificazione. Non ci sarà ovviamente religione. Il Comunismo Rozzo Friedrich Nietzsche L'obiettivo della psicoanalisi è quello di far emergere i traumi in una fase di assoluta coscienza, poiché le manifestazioni fisiche sono riconducibili a cause mentali nervose inconsce. OPERE -"L'interpretazione dei sogni”, 1898 -"Psicopatologia della quotidianità", 1901 -”i tre saggi sulla sessualità”, 1905 -"L'io e l'es", 1922 -”il disagio della civiltà”, 1929 “L'INTERPRETAZIONE DEI SOGNI" e "L'io e l'es” Prima topica: ➔ La psiche è raffigurata in modo spaziale, si divide in: ◆ Coscienza ◆ Preconscio: ciò che abbiamo dimenticato ma può essere riportato facilmente alla coscienza ◆ Inconscio: dove ciò che vi è sepolto può essere riesumato con l'interpretazione dei sogni Seconda topica: ➔ La coscienza è divisa in: ◆ Io: la parte consapevole ◆ Es: la parte inconsapevole, l'inconscio, ciò che abbiamo represso e dimenticato. È la parte energetica pulsionale libidica, segue il principio del piacere. L'es è: ● Amorale ● Acausale, non rispetto il principio di causa-effetto ● Atemporale, ciò che nascondiamo e dimentichiamo è in esso amalgamato e confuso ◆ Superio: la parte morale limitativa. Quando siamo bambini, siamo principalmente es (istintivi). Il bambino deve costruirsi un proprio io. Da bambini coloro che ci impongono limiti e morali sono i genitori, che in quel momento sono il nostro superio. Crescendo il superio diventa interno ed è costituito da una morale introiettata. L'io è servo di tre padroni: l'es, il superio e il principio di realtà: il nostro agire ci relazione alla realtà. Il mio obiettivo è mediare fra questi tre padroni; se avessi un es troppo forte sarei aggressivo, se il superio fosse troppo forte sarei represso e negherei il principio del piacere. Solo l'equilibrio fra loro è salutare. Come funziona l'es? Fenomeno della rimozione: dimentico ciò che ho vissuto e questo finisce nell'inconscio, che preme sulla mia coscienza per emergere: queste spinte che premono emergono come nevrosi e tic, che sono manifestazioni fisiche. Il compito della psicoanalisi è recuperare ciò che avevo rimosso e dare una scarica pulsionale: nel passaggio alla coscienza le pulsioni cedono energia per effettuare questa scarica pulsionale e così è possibile l'accesso e recuperarle. Esistono due vie di accesso all'inconscio: ➔ La via regia, L'interpretazione dei sogni: ◆ Quando sogniamo, non siamo totalmente coscienti e la censura dell'io sull'es è meno forte. ◆ Quando ci svegliamo raccontiamo attraverso la censura onirica dell'io il sogno e mostriamo un contenuto manifesto. Stiamo omettendo dettagli e nascondendo a causa della censura onirica dell'io il contenuto latente dell'es che rappresenta il vero significato del sogno. ◆ Il compito della psicoanalisi è quindi interpretare il contenuto manifesto per poter risalire al contenuto latente attraverso il simbolismo comune usato dall'es e rimuovere le censure. ➔ L'altra via, le libere associazioni: ◆ È l'immagine classica della psicoanalisi, l'io censura. Il terapeuta dice una parola e il paziente deve dire la prima immagine che gli viene in mente (istinti dell'es). ◆ È però necessario perché questo avvenga un rapporto di fiducia con il terapeuta per abbassare le mie difese (censure del superio e lasciare parlare l'es). Quando si effettua la psicoanalisi, bisogna tener conto di diversi fattori: ➔ Transfert: rapporto di amore o di odio nei confronti dei genitori che viene riversato sullo psicoanalista. ➔ Controtransfert: lo psicoanalista deve rendersene conto e sfruttarlo per la psicoanalisi. ➔ Sublimazione: ◆ E’ evidente che l’es faccia parte di noi. Convoglio le mie energie pulsionali verso qualcosa di socialmente accettabile per evitare tic nervosi di natura sessuale. ◆ Dietro le persone che si dedicano al volontariato, alla politica, all’arte, si vede la possibilità di canalizzare le mie pulsioni. ◆ In particolare l’arte: l’artista esprime il suo es. L’arte viene spesso usata per comprendere (come i disegni dei bambini). ◆ In un’opera d’arte vedo il mio es, quando ci sentiamo in sintonia per un linguaggio universale dell’es. ◆ L’es emerge sempre nelle piccole cose quotidiane, abbiamo pulsioni che escono: lapsus, dimenticanze, atti mancati. Tre saggi sulla sessualità Ovvero la ricerca del piacere, mette in crisi il pensiero tradizionale. Definisce il bambino come un essere perverso e polimorfo e ne analizza le fasi: ● 0-1 anni: fase orale: caratterizzata dal piacere nella nutrizione, la sua zona erogena è la bocca. ● 2-3 anni: fase anale: gratificazione nell’autonomia della gestione dello sfintere. ● 4-5 anni: fase fallica: si realizza il complesso di Edipo: costruiamo la nostra identità sessuale. Vi è un rapporto ambivalente per il genitore dello stesso sesso. in lui mi riconosco per somiglianza ma è un ostacolo per le attenzione che voglio dal genitore del sesso opposto. Il complesso va superato e affrontato. ● 5-12 anni: fase di latenza fino alla pubertà. Non è più curioso della sessualità. ● Pubertà: maturazione sessuale verso la fase adulta. La perversione è quando la sessualità non è orientata verso la sessualità genitale adulta ma verso le fasi precedenti. Il bambino è perverso perché non si interessa alla sessualità genitale adulta e polimorfo perché attraversa diverse fasi. “Disagio della civiltà” Freud analizza la dimensione sociale. Noi ci aggreghiamo perché nella società sacrifichiamo il nostro principio di piacere e la felicità in nome della sicurezza. Da adulto ho un superio (coscienza morale introiettata) ma dovrò nella società sottostare a numerose regole. Il superio collettivo mortifica il principio di piacere. Descrive la religione come una illusione, ossia l'incarnazione dei più antichi, forti e profondi desideri del genere umano. La società serve per limitare l’es ma il superio collettivo costringe a rinunciare alla felicità: la società non deve mortificare il principio del piacere ma solo limitarlo. Una società troppo oppressiva genera rivolte, rimuove il diritto alla felicità (elemento presente nella costituzione americana). Ciascuno di noi è caratterizzato da due principi: ● Eros, l’amore ● Thanatos, la morte. E’ la storia umana condensata. Spesso vogliamo amare gli altri (eros), altre vogliamo aggredirli (thanatos). Non possiamo eliminare thanatos, dobbiamo solo tenerlo a bada. Henri Bergson All’interno di “Saggio sui dati immediati della coscienza” scrive della differenza tra tempo della scienza e tempo della coscienza. ● Il tempo della scienza è quantitativo, omogeneo, parcellizzabile, reversibile (posso infatti ripetere gli esperimenti), ripetibile. Bergson ne parla come una collana di perle, cioè una somma di attimi. E’ legato al determinismo, non è libero. ● Il tempo della coscienza è qualitativo, eterogeneo, irreversibile, irripetibile. Bergson ne parla come un gomitolo di lana o una valanga, che avanzando cambia continuamente. L’esperienza che si fa con questo tempo non è mai uguale a un’altra e mai si ripete, il tempo della coscienza è durata ed è libero perché non posso prevedere ciò che mi accadrà. Il tempo della coscienza può avere una percezione diversa, che sia allungato o contratto, mentre il tempo della scienza è omogeneo perché oggettivo. ● Ovviamente inaccettabile tutto ciò per Alberto che ha una prospettiva scientifica e con la sua teoria della relatività mi dice che il tempo non è sempre uguale nell’universo perché dipende dalla velocità e dall’accelerazione dei corpi. Bergson si scontra con Einstein rimproverandogli di non avere una prospettiva metafisica, che serve perché spesso dalla metafisica si muovono teorie scientifiche (lo dimostra poi Popper). Teoria dello slancio vitale, l’evoluzione creatrice Ora Bergson prende la teoria evoluzionistica di Charles Darwin e introduce la durata in essa. L’evoluzione infatti si è mossa in modo libero creando tante vie diverse: ● Piante ● Animali ○ Imenotteri, che sono insetti sociali come le api o le formiche ○ Vertebrati, che si raggruppano in branchi. Si accorge che specie diverse e lontane hanno caratteristiche simili, quindi l’evoluzione deve essersi mossa da uno slancio vitale iniziale uguale per tutti. Ciò che cambia è quanto è durato lo slancio: ● Le piante si sono fermate al torpore, la passività. ● Gli animali all’istinto, che è in linea con lo slancio vitale essendo inconsapevole. Infatti usano gli organi per poter agire senza chiedersi il perché, come gli uccelli che costruiscono i nidi. ● Gli umani invece si sono fermati all’intelligenza. Ora, come lo cogliamo questo slancio vitale? Non con l’istinto perché è inconsapevole e nemmeno all’intelligenza perché ha come obiettivo quello di essere usata per agire. Lo cogliamo con la via di mezzo, l’intuizione: ovvero l’istinto che diventa cosciente. Sulle due fonti della religione e della morale Partendo dal discorso sugli animali sociali, mi fa una differenza tra i tipi di società: ● Società chiuse: ad esempio la società delle api che è fondata sull’istinto: queste società regolano il loro perpetuarsi grazie a delle norme. Negli umani poniamo per mantenere la società delle regole intelligenti e facciamo in modo che queste reggano e siano morali imprescindibili grazie a invenzioni come religioni e miti. ● Società aperte: C’è spazio per la libertà e non è così stringente, perché le morali imprescindibili sono fondate sull’amore, sulla creatività e sulla libertà. Ad esempio il misticismo logico come direbbe Marx di Hegel, un po’ troppo ottimista. Karl Popper Principio di falsificabilità Popper critica il Circolo di Vienna poiché non ritiene che solo il discorso scientifico sia dotato di senso, egli ritiene invece importante individuare il carattere distintivo dei discorsi scientifici rispetto ai discorsi non-scientifici dotati comunque di significatività. Il principio di verificabilità (sostenuto dal Circolo di Vienna) asserisce che un enunciato è dotato di senso se è empiricamente verificabile, ma risponde Popper, questo stesso enunciato non è verificabile, pertanto non ha senso. Inoltre poiché tutte le leggi scientifiche sono applicabili ad infiniti casi, ma gli infiniti casi non sono verificabili, tutte le leggi scientifiche pertanto risulterebbero prive di senso. Popper ha rivoluzionato l’epistemologia, cioè la conoscenza dei metodi delle scienze dicendo che la scienza si fonda sul principio di falsificabilità, che non è un principio di significanza, ma di demarcazione, perché consente di distinguere le asserzioni empiriche e scientifiche, cioè che mi danno informazioni sulla realtà, da quelle che non lo sono. Secondo il principio di falsificabilità una teoria è empirica e scientifica se esistono fatti che possono smentirla. Ad esempio la legge di gravitazione universale è empirica e scientifica poiché, qualora trovassimo due masse che non si attraggono tra loro, verrebbe falsificata, cioè smentita. Una teoria scientifica, cioè falsificabile, sarà accettata provvisoriamente come vera, se resisterà ai tentativi di falsificarla. Il principio di falsificabilità è un principio di demarcazione tra ciò che è scienza e ciò che non lo è; poiché ogni teoria empirica e scientifica si fonda sull’esperienza, può potenzialmente essere falsificata proprio dall’esperienza. Non è un’asserzione scientifica “domani potrebbe piovere”, perché non è falsificabile; mentre è un’asserzione empirica “domani pioverà”, poiché, se domani non dovesse piovere, questa asserzione sarebbe empiricamente falsificata. Critica all’induzione Popper critica sia l’induzione ripetitiva o per enumerazione, che l’induzione per eliminazione. Riprende infatti la critica di Hume all’induzione per enumerazione, il fatto che il sole sorga da millenni non mi assicura che domani sorgerà di nuovo, e critica l’induzione per eliminazione, di Bacone, secondo cui per individuare una teoria vera bisogna eliminare le teorie false, dal momento che le teorie rivali possono essere infinite e che mi servono per rendere la mia teoria accettabile. Critica all’osservazionismo Popper inoltre critica l’osservazionismo, che enuncia che è possibile condurre un’osservazione pura della natura senza preconcetti e accumulo di dati (come le tavole di Bacone). Secondo Popper l’osservazione non è mai priva di una componente teorica o di interessi pratici, non siamo una tabula rasa; pertanto il nostro approccio alla conoscenza è sintetizzabile nella teoria del faro: la nostra mente come un “faro” illumina gli oggetti, osserva la natura alla luce delle proprie ipotesi, ma la natura può costringerci a mutare le nostre ipotesi, se confutate dall’esperienza. A volte le nostre scoperte scientifiche sono dettate dall'intuito, non esiste effettivamente un metodo per trovare teorie. Quando lo scienziato si imbatte in un problema, formula un'ipotesi. Questa viene poi messa alla prova, se supera la falsificabilità allora è corroborata, ovvero valida finché non viene dimostrato il contrario. Dice che la scienza è una casa costruita su palafitte, è una mera doxa (opinione), le leggi scientifiche sono congetture. La scienza è fallibile e auto-correggibile -> criterio di fallibilità. Rivaluta inoltre la metafisica perché questa spesso spinge il pensiero umano a sviluppare teorie scientifiche nonostante essa non lo sia, come con Keplero e le sue leggi. Critica a Freud Popper ritiene che se la psicoanalisi analizzi ogni singola azione dell'atteggiamento umano, questa allora esclude comportamenti non spiegabili, pertanto non è falsificabile e quindi non è scientifica. Critica a Marx Inizialmente il marxismo era una teoria scientifica, perché falsificabile. Successivamente però i seguaci della teoria hanno introdotto delle aggiunte per concordare la teoria con i fatti che non andavano più d'accordo con l'idea di partenza. Ad esempio, che la condizione del proletariato andasse migliorando e che il marxismo dovesse diventare revisionista partendo dal capitalismo. IL PENSIERO POLITICO Scrive tre opere a riguardo: ● “La società aperta ai suoi nemici” ● “La miseria dello storicismo” ● “Cattiva maestra televisione” CRITICA ALLA VISIONE STORICISTA Ne parla ne “la miseria dello storicismo”. Lo storicismo ha una visione della storia olistica (cioè considero la storia come un insieme unico che si muove come fanno Hegel, Marx e Comte) che è anche determinista di uno scopo, quindi finalista. Ad esempio l’assoluto in Hegel, la rivoluzione proletaria in Marx o la sociocrazia in Comte. Popper mi dice che la storia è la somma di eventi umani contingenti, quindi non posso prevedere cosa accadrà né vedere la storia come un oggetto unico (visione olistica). Dice che l’errore della visione olistica è confondere per leggi, quindi qualcosa che mi aiuta a predire, quelle che sono tendenze. Dalla storia io posso prendere solo le tendenze che ha l’umanità in quel periodo, ad esempio nella crisi economica del medioevo si è visto un aumento demografico a causa della condizione delle famiglie povere che avevano bisogno di più manodopera, ma ora in un momento di crisi economica dopo la pandemia la demografia non fa che scendere. Lo storicismo può essere: ● Oracolare: tutto è come deve essere ed esiste la storia come un tutt’uno. Questo è ovviamente falso perché come sappiamo la storia si studia in base alla prospettiva geografica ed esistono quindi tante storie. ● Giustificazionista: pronta a tutto pur di raggiungere il suo scopo, anche a conseguenze peggiori. Come Bergson, fa una differenza tra i tipi di società: ● Società aperta: la democrazia, che è l’antidoto allo storicismo. Questa viene erroneamente descritta come il potere del popolo che legifera, ma se così fosse il Terzo Reich andrebbe considerato una democrazia. La democrazia è invece dove i cattivi governanti possono essere mandati a casa dai governati senza uso di violenza, è dove è possibile quindi il giudizio del popolo e la coltivazione del suo spirito critico. ● Società chiusa: E’ legata allo storicismo, vedono un obiettivo da raggiungere ad ogni costo, pure manipolando la storia come nei totalitarismi che non sono quindi dei conservatori reazionari. Nell’opera cita poi l’esempio dell’attentato a Hitler del 1944 come unico modo per abbattere un totalitarismo, cioè attraverso la violenza. Invece ad esempio quando Nixon si dimette nel 1971, in una democrazia persino la più alta carica dello stato deve far conto con il giudizio del popolo. La democrazia non si esprime nel momento del voto perché in quel momento non possiamo esprimere un giudizio. Emerge invece durante il periodo di governo perché lì può essere criticato. Difatti come dicevamo prima con Hitler, la democrazia non si fonda sulla legittimità. VISIONE EPISTEMOLOGICA NEL PENSIERO POLITICO Avendo dei problemi, in una democrazia devo verificare se le soluzioni che propongo sono adeguate e mi muovo quindi con un riformismo graduale, infatti introduco riforme piano piano in modo che non mi salti l’assetto sociale. Se le le decisioni prese risultano sbagliate sto dimostrando la cosa positiva della democrazia, ovvero il fallibilismo. D’altronde in una democrazia non sappiamo verso cosa stiamo mirando essendo una società aperta. Nella democrazia c’è al primo posto la tutela dei diritti degli uomini e per garantirli vi deve essere il rispetto delle leggi. I cittadini devono quindi sempre rafforzare lo spirito critico per far sì che queste leggi siano adeguate. Le leggi servono anche a evitare il troppo potere. La democrazia deve evitare prima di tutto la dittatura. Fa esempi di democrazie passate per spiegare meglio cosa intende davvero: ● Prende innanzitutto Eraclito, che aveva una visione antidemocratica aristocratica e ovviamente lo critica.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved