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Il Ruolo della Creatività e Diversità nella Formazione Musicale, Sintesi del corso di Musica

La pedagogia musicale dal punto di vista della creatività e della diversità, enfatizzando l'importanza di approcci individuali e interculturali nella formazione musicale. Della necessità di superare l'insufficienza teorica e tecnica, l'importanza della voce e degli strumenti, e la ricerca delle possibilità sonore. Vengono presentati i contributi di shafler, keller, porena, meyer-denkmann e altri pionieri della pedagogia musicale.

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

In vendita dal 04/09/2020

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Scarica Il Ruolo della Creatività e Diversità nella Formazione Musicale e più Sintesi del corso in PDF di Musica solo su Docsity! Masia Beatrice 1 TENDENZE RECENTI NELLA DIDATTICA DELL’EDUCAZIONE MUSICALERosalba Deriu La pedagogia contemporanea, sebbene riconosca i valori dei “metodi antichi” (tra cui il riconoscimento degli aspetti percettivi e motori della musica), muove diverse critiche ai “metodi storici”, tra cui:  Scarsa capacità di progettare l'educazione musicale in funzione dei bisogni cognitivi/affettivi di alunni;  Scarso collegamento con il contesto culturale di riferimentoInattuale / inefficace concezione della musica in termini tecnici;  Repertori colti o popolari, lontani dagli effettivi gusti musicali di bambini;  Insufficiente considerazione per la dimensione creativa dell'esperienza musicale. KodaIy, Jaques- Dalcroze e Orff  punti di riferimento fondamentali per la didattica musicale moderna prosegue nel solco tracciato dai padri dei metodi storici, e percorre nuove strade contraddistinte da:  attenzione per il soggetto apprendente + modalità d’approccio all’esperienza musicale;  valorizzazione degli aspetti creativi caratteristici di ogni linguaggio espressivo (musica);  confronto con i nuovi repertori della scena contemporanea;  riscoperta del contributo che la musica può dare alla definizione dell’identità personale. Pur nella diversità delle posizioni, le nuove linee pedagogiche condividono alcuni punti fondamentali:  Porre al centro dell’insegnamento il soggetto e il suo vissuto;  Comprendere la cultura musicale attuale;  Porre in primo piano la dimensione creativa;  Uscire dai luoghi convenzionali;  Inserire i nuovi repertori;  Introdurre la didattica dell’ascolto;  Accrescere le attività di interpretazione musicale;  Riflettere sull’identità musicale;  Musica come integrazione sociale. Comprendere la cultura musicale attuale La riflessione pedagogica concorda sull’esigenza di Porre al centro dell’insegnamento il soggetto e il suo vissuto (insieme di conoscenze preesistenti). Piaget  il pensiero infantile è un’organizzazione strutturata e coerente, funzionale ai bisogni cognitivi del bambinoogni intervento educativo deve tener conto nel proporre di modificare le modalità con cui gli alunni si avvicinano al sapere e se ne appropriano. L’insegnamento scolastico tradizionale, formale/astrattosi pone come altro rispetto all’esperienza cognitiva dei soggetti si aggiunge a conoscenze preesistenti senza modificare le strutture cognitive del soggetto. 1933, Dewy sosteneva la necessità di ancorare l’educazione all’esperienza, a tutto ciò che ha a che fare con la quotidianità del soggetto. Il dibattito pedagogico ha poi a lungo discusso se l’apprendimento debba configurarsi come: Masia Beatrice 2  la capacità di pensare in modo produttivo, delimitando il problema, facendo ipotesi e verificandole (Dewey) acquisizione di un metodo di lavoro e di ricerca - il "metodo" dell'intelligenza ;  acquisizione dei concetti fondamentali di una disciplina (Bruner) idee portanti di una disciplina : elementi fondamentali della struttura cognitiva  approccio complessivo ed economico al sapere Pedagogisti e didattici condividono la concezione di insegnamento orientato non alla trasmissione del sapere ma alla costruzione di consapevoli abilità, che permettono al b. di operare autonomamente anche in contesti diversi dalla scuola, sulla base di informazioni apprese e delle abilità sviluppate. “sapere”  sostituito  “competenza” : collega sapere teorico e capacità operative. Attrezzatura interiore che si forma nel confronto con precisi oggetti culturali, capace di applicarsi anche a oggetti diversi. Il sapere trasmesso dalla scuola deve rispondere ai bisogni cognitivi, sociali e affettivi degli alunni che devono saper utilizzare le conoscenze acquisite anche nella vita reale per valorizzare il sapere posseduto dagli alunni e di consentire loro di appropriarsi di conoscenze utili alla concreta esperienza di vita e ai loro bisogni comunicativi e cognitivi (Dewey, Freinet). L’educazione musicale - Maurizio Della Casa- deve ridefinirsi in funzione dei bisogni degli alunni per i quali la musica rappresenta una delle componenti della cultura globale. Nella scuola di base un individuo non musicista dovrebbe appropriarsi delle conoscenze musicali di base per il proprio sviluppo e crescita culturale. Quale competenza musicale costituisce il traguardo formativo dell’educazione? Secondo Gino Stefani(sapere, saper fare e saper comunicare) e Johanella Tafuri (capire e produrre) la competenza musicale: un insieme di abilità che riguardano la comprensione (capacità di cogliere l’evento musicale nella sua articolazione interna e nella sua relazione con il contesto culturale) e la produzione (esecuzione e invenzione). Per definire le conoscenze, le capacità e gli strumenti cognitivi utili alla formazione dei non musicisti è necessaria un’analisi dello sfondo culturale in cui essi vivono musica attuale presenta tre novità:  Moltiplicazione dei repertori  Varietà degli approcci e delle modalità di fruizione della musica  Ruolo della musica di consumo nella definizione dell’identità culturale E’ importante studiare più a fondo la dimensione comunicativa del linguaggio musicale: si possiede un linguaggio se si è in grado di utilizzarlo per i propri fini espressivi. La dimensione creativa Dalla seconda metà del secolo scorso, negli USA, Guillard, Cospley, Torrance e Bruner iniziano ad indagare il pensiero creativo, anche in un’ottica sociale, politica, culturale ed educativa. Nello stesso periodo, anche la pedagogia della musica comincia a riflettere sul ruolo dell’invenzione nel processo di apprendimento musicale, definendo la creatività (improvvisazione, composizione, arrangiamento ecc.)  un momento importante nell’appropriazione della cultura musicale. l’esperienza creativa rappresenta un vero e proprio perno dell’educazione musicale. La possibilità di sperimentare consente un approfondimento significativo e sviluppa le potenzialità espressive dell’alunno. Anni 60, pedagogia musicale  l’allargamento del concetto di suono della musica contemporanea. Fine degli anni 70 importanza alla voce e agli strumenti, all’esplorazione delle loro possibilità timbriche e delle tecniche di produzione utilizzabili, incoraggiando i comportamenti non convenzionali e le “scoperte” originali, trovando così un’affinità tra le produzioni infantili e i processi compositivi della musica contemporanea. Masia Beatrice 5  Mario BARONI si rifà alle idee sul pensiero simbolico infantile di Piaget  predispone percorsi per sviluppare capacità comunicative e acquisizioni tecnico-grammaticali che consentono al bambino di esprimere il suo vissuto simbolico e fantastico tramite il linguaggio musicale. Riconduce le attività musicali all’interno della più generale esperienza espressiva;  Francois DELALANDE: importanza all’aspetto simbolico; l’osservazione del comportamento sonoro del bambino lo porta a sottolineare il ruolo del simbolismo cinestesico nell’invenzione musicale infantile, fondata su una rappresentazione del movimento caratteristico dell’oggetto o della situazione evocata.  il gesto è un cardine essenziale fra suono ed espressione. L’attenzione alla semantica della musica vuole creare legami significativi tra esperienza musicale proposta a scuola e vissuta quotidianamente, collegando educazione formale ed informale vissuta quotidianamente (dove avviene la maggior fruizione musicale)  per una preparazione reale e non solo accademica. Riflessione sull’identità musicale Negli ultimi anni, si è posto l’accento sul ruolo dei fattori emotivi e affettivi nell’apprendimento. Si definisce l’educazione come relazione (fra insegnante e allievo) per sviluppare l’identità di ogni allievo.  studio delle modalità con cui avviene l'interazione fra insegnante e studente all'interno del contesto relazionale più ampio rappresentato dal gruppo-classe e dalla scuola. Nuovi ambiti di ricerca  aperti dalla riflessione sulla molteplicità delle intelligenze [Gardner] e dall'indagine sui concetti di identità e di stile cognitivo, importanti nello studio degli approcci individuali all'apprendimento e nella definizione di modalità di insegnamento capaci di sviluppare le potenzialità proprie di ciascuno studente. In Italia, pedagogia musicale riflette su come la musica possa influire sul concetto di identità musica è un tratto specifico dell’identità umana e dell’identità personale: richiama la sfera emozionale, il sistema di valori e i gusti personali dell’individuo.  La scuola può assumere un ruolo nello scoprire e valorizzare la propria identità musicale. Secondo Franca FERRARI, l’identità musicale è l’insieme dei vissuti, dei gusti, delle condotte e delle capacità che ciascuno ha maturato relativamente alla musica e che in quanto tali fanno parte del suo bagaglio culturaleparte della sua identità complessiva  musica è un segmento della storia cognitiva, sociale e affettiva di ciascun individuo. Secondo STEFANI, ognuno di noi è portatore di una competenza musicale  sviluppa un insieme di abilità per riflettere sulla sua esperienza (che aiutano a maturare un apprendimento più duraturo) individuandone tratti pertinenti competenza di base, posseduta da ciascuno a diversi livelli. Sono stati progettati e realizzati molti percorsi didattici incentrati sulla valorizzazione delle competenze già possedute dagli alunni, sull'attenzione verso i loro interessi e il loro mondo simbolico l'apprendimento risulta più profondo e duraturo se gli alunni sono messi in grado di riflettere sulle loro conoscenze e abilità, all'interno di un contesto educativo accogliente e disponibile a seguire gli itinerari attraverso cui essi costruiscono il proprio sapere. Risulta fondamentale anche il concetto di condotta musicale, che secondo DELALANDE (partendo dall’idea di condotta di Piaget) è un comportamento messo in atto, nei confronti dell’esperienza musicale, in funzione di una motivazione. Vi sono tre principali condotte: 1. Sensomotoria: aspetti ritmico-motori della musica 2. Simbolica: dimensione semantica del linguaggio musicale 3. Di regole: analisi della struttura Masia Beatrice 6 La condotta, rappresentando il proprio personale modo di rapportarsi alla musica, costituisce un tratto caratteristico di ogni individualità. Rimane aperta la questione relativa all’utilizzo del concetto di identità in ambito educativo. Il concetto di identità si accompagna sempre a quello di conflitto, provocato dal desiderio di affermare la propria identità; in educazione, e all’interno di un gruppoclasse, bisogna cercare di fornire strumenti per ottenere il rispetto per la propria identità e insegnare il rispetto per quella altrui. La FERRARI propone di usare didatticamente il concetto di condotta per trovare una soluzione: se le diverse condotte vengono proposte a turno a tutta la classe, ognuno può osservare e analizzare l’oggetto musicale da una prospettiva diversa, confrontarsi e abituarsi all’ascolto degli altri. La condotta è utile anche per lo sviluppo di competenze:  Motoria: sollecita l’approfondimento degli aspetti ritmico-motori della musica  Simbolica: avvia l’indagine sulla dimensione semantica del linguaggio musicale  Di regola: porta ad analizzare la struttura del linguaggio musicale  Migliorano le abilità individuali, ma anche quelle della classe (relativizzare le proprie idee) Il compito dell’educazione è fornire agli alunni strumenti per ottenere rispetto per la propria identità, imparando contemporaneamente a rispettare quelle altrui. Bisogna problematizzare gusti e valori per avviare gli alunni alla complessità sociale e fornire loro strumenti per ottenere rispetto per la propria identità, rispettando quella altrui. Musica e integrazione sociale La riflessione sulla musica come strumento di comunicazione avviata in Italia negli anni Settanta ha portato a considerare le possibilità comunicative della musica (musica  strumento di comunicazione); un’ulteriore risorsa nelle situazioni educative in cui siano presenti disagi umani, sociali e culturali.  sottolineare la dimensione relazionale della musica: capacità di facilitare la costruzione di relazioni umane positive l’educazione musicale prende anche in considerazione le modalità con cui la musica può favorire l’integrazione: costruire situazioni educative che consentano a ciascuno di esprimere le proprie potenzialità musicali all’interno di percorsi didattici collettivi (rafforzare l’identità dei soggetti bisognosi) e di acquisire un atteggiamento aperto e disponibile nei confronti della diversità. Le esperienze realizzate in questo campo, per quanto suggestive, sono ancora frammentarie e prive di organicità teorica e operativa che ne consentirebbe la generalizzazione  ma rappresenta uno degli ambiti di ricerca e di intervento dell'educazione musicale del futuro.
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