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Sintesi e tematiche Fuente Ovejuna Lope de Vega, Appunti di Letteratura Spagnola

Riassunto e analisi delle tematiche, atto per atto, di "Fuente Ovejuna" di Lope de Vega.

Tipologia: Appunti

2019/2020
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Caricato il 08/06/2020

arianna-simone
arianna-simone 🇮🇹

4.4

(89)

53 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Sintesi e tematiche Fuente Ovejuna Lope de Vega e più Appunti in PDF di Letteratura Spagnola solo su Docsity! FUENTE OVEJUNA ATTO PRIMO La commedia si apre con il commendatore Fernan Gomez che, spazientito, insieme ai suoi due servi, Ortuño e Flores, aspetta il Maestro di Calatrava. I domestici cercano di calmarlo attribuendo il ritardo alla giovane età del Maestro. Subito dimostra tutta la sua arroganza e presunzione, facendosi forte del suo nome e della sua condizione. Il fatto che il Maestro stia facendo attendere il commendatore è da lui considerato come un affronto al suo onore. Quando arriva il Maestro, il commendatore risentito lo rimprovera sottolineando la propria importanza. I due, dunque, parlano della situazione politica del tempo: è in atto la guerra civile tra Isabella di Castiglia e Giovanna la Beltraneja per la successione al trono di Castiglia. Il commendatore consiglia e incita il Maestro a prendere Ciudad Real, città posta in un luogo strategico, e a schierarsi contro i Re Cattolici. Gomez continua ad insistere sulla giovane età del Maestro di Calatrava come a voler sottolineare la sua poca esperienza e il suo non essere all’altezza della situazione. Alla fine della conversazione il commendatore dice di risiedere a Fuente Ovejuna, dove vive gente umile ed esperta non nella guerra, ma nell’arte di coltivare i campi. La scena successiva si colloca nella piazza di Fuente Ovejuna, dimostrazione che l’unità di luogo viene abolita da Lope de Vega. Qui, Pasquala e Lorenza parlano degli eccessi del governatore e di come molte ragazze lo abbiano assecondato. Lorenza, invece, è decisa a non cedere alle avances di Gomez che continua a perseguitarla, soprattutto per non rischiare di perdere l’onore (dal momento che il commendatore, sicuramente, non l’avrebbe sposata): si delinea il tema dell’onore e dell’amore passionale contro quello puro e giusto sancito dal matrimonio. Dalla conversazione tra le due ragazze si evince che le intenzioni di Gomez sono chiare a tutti nel paese. Alla conversazione si aggiungono i contadini Frondoso, Mingo e Barrildo. Dai discorsi di cinque ragazzi emerge il carattere fermo, saggio e arguto di Lorenza la quale afferma di amare solo il suo onore e Frondoso (innamorato di lei) si rattrista nel sentire tale affermazione. Entra in scena Flores che annuncia la conquista di Ciudad Real: il commendatore torna vittorioso. A questo punto Lope inserisce una canzone che accompagna l’ingresso vittorioso del commendatore sulla scena. Egli si dirige verso la propria residenza ed invita Lorenza e Pasquala ad entrare con lui ma le due ragazze rifiutano. Gomez le rimprovera per il loro atteggiamento sdegnoso, trattandole come oggetti. La scena si sposta a palazzo reale dove i Re Cattolici discutono sulla situazione politico-militare di Ciudad Real. Essi vengono così a sapere chi è il commendatore Gomez e vengono informati riguarda i suoi comportamenti a Fuente Ovejuna: commette ogni incredibile arbitrio sui paesani a lui sottoposti. Fino a questo momento, le scene sembrano tutte slegate tra loro. L’unico filo conduttore è il commendatore Gomez. La scena si sposta in continuazione, l’unità di luogo è completamente sovvertita. Così come l’unità di tempo, dal momento che sono passati diversi giorni che hanno consentito la presa di Ciudad Real. Nella scena finale del primo atto, la scena si sposta nelle campagne di Fuente Ovejuna dove Lorenza lava i suoi panni. Frondoso le dichiara il suo amore ma, notando che sta per arrivare il commendatore, Lorenza gli dice di nascondersi tra l’erba. Giunge Gomez il quale sta cacciando e afferma di aver trovato come preda Lorenza, appunto (metafora). Ma, offeso dai rifiuti della ragazza, posa in terra la balestra per violentarla. Frondoso salta fuori per difenderla e, afferrando la balestra, riesce a liberare la ragazza e fuggire. Il commendatore giura vendetta. L’atto si chiude con un momento di forte tensione. ATTO SECONDO La prima scena del secondo atto si apre con un dialogo tra due politici(uno dei due è il sindaco Stefano, padre di Lorenza) per stemperare la tensione scaturita alla fine del primo atto. I due discutono circa l’atteggiamento del commendatore Gomez e questo dà la possibilità a Lope di toccare anche se solo marginalmente, solo alludendoci, uno dei temi fondamentali della letteratura barocca, la lotta tra predestinazione e libero arbitrio (tema centrale de La Vida Es Sueño). Anche i contadini, nel frattempo, discutono di ciò che è accaduto a Lorenza. Entra in scena il commendatore che si rivolge a Stefano informandolo di essere a caccia di sua figlia. Si nota qui tutta la sfacciataggine di Gomez, il quale esorta il sindaco addirittura a sgridarla perché non si è ancora concessa. Ma il sindaco, con stizza del commendatore, risponde a tono perché non accetta che sia tolto l’onore a sua figlia. A questo punto il commendatore ribatte che i contadini non hanno nessun onore (massima offesa) e manifesta tutta la sua arroganza e cattiveria nei confronti dei suoi sottoposti. Ma il sindaco lo avverte che Dio esiste e prima o poi punirà prepotenti. Rimasto solo con i suoi servi, Gomez rimugina sull’affronto subito da Frondoso e si dilunga in un discorso misogino. Ammette che gli piace giocare con le donne. Grazie a questa scena ci rendiamo conto che, nonostante Lope abbia scritto questa commedia nel 1600, conosce bene la psicologia femminile e molte sue riflessioni sono tutt’oggi attuali. Flores afferma, addirittura, che è il borgo ad essere scortese con il suo commendatore, come se non accettare passivamente i suoi abusi fosse un comportamento sbagliato. Nel frattempo, Lorenza si rende conto che i suoi sentimenti sono cambiati e che pian piano si sta innamorando di Frondoso, avendo avuto prova del suo grande valore. Gli dichiara così il suo amore e gli consiglia di parlare con suo padre per chiedere la sua mano. Stefano è ben contento di concedere a Frondoso la mano di sua figlia perché sa che il suo amore è sincero e che veglierà sull’onore di Lorenza. Finalmente i due ragazzi si sposano ma durante la cerimonia di nozze irrompe sulla scena il commendatore che ne ordina la sospensione immediata. Infatti, arresta Frondoso mentre i suoi uomini rapiscono Lorenza. ATTO TERZO Il popolo si riunisce nella Sala del Consiglio per discutere di come risolvere la questione sul commendatore. L’assessore incita ad ucciderlo (“morire o meglio dar morte ai tiranni”) ma il sindaco sostiene che solo il re, dopo Dio può decidere. D’improvviso, arriva Lorenza con i segni sul corpo della lotta avvenuta per fuggire. In un lungo monologo, la ragazza rimprovera suo padre e gli altri contadini per non aver saputo difenderla: hanno permesso che fosse rapita sotto i loro occhi senza che nessuno (eccezion fatta per Frondoso, ovviamente impossibilitato) muovesse un dito. Li chiama lepri, conigli, indegni di essere genitori perché non in grado di difendere i propri cuccioli. Ma afferma di aver resistito a minacce e torture e chiede le armi perché le donne sanno essere in grado di agire come gli uomini non hanno avuto il coraggio di agire. Il popolo si dirige alla residenza del commendatore e lo uccidono. La scena si sposta a Palazzo Reale dove giunge Flores, fuggito alla furia del popolo, e informa i sovrani che il popolo con somma crudeltà, ha ucciso il commendatore, chiedendo che vengano puniti per questo atto orrendo e che Gomez sia vendicato. Ovviamente, i Re Cattolici, che non conoscono la verità, promettono la giusta punizione. Ma ogni volta che qualcuno del popolo (vecchi, donne o bambini) vengono interrogati e minacciati per scoprire chi ha effettivamente ucciso il commendatore, tutti rispondono Fuente Ovejuna. Il giudice, quindi, informa i sovrani che non è riuscito ad ottenere una risposta. Alla fine, i Re Cattolici vengono a sapere la verità dai paesani stessi e finiscono col perdonare Fuente Ovejuna e porla sotto la giurisdizione dei re. TEMI Fuente Ovejuna si inserisce a pieno titolo nel teatro del Siglo de Oro. Si ha una nuova concezione del genere come uno spettacolo, un tipo di teatro commerciale rappresentato sui palchi a cui il pubblico assiste dopo ave pagato un biglietto. Lope, nello scrivere questa commedia, mette in pratica tutti i precetti contenuti nel trattatello Nuova arte di fare commedie in questi tempi. I temi trattati dalla commedia sono molti e ma certamente i più importanti (nonché i più evidenti sono): l’esaltazione della monarchia e il tema dell’onore.  Esaltazione della monarchia. Lope costruisce un sapiente elogio del potere monarchico, rappresentato dai Re Cattolici, di contro al vecchio sistema feudale, rappresentato dal Commendatore. In questo senso va letto il perdono finale al paese di Fuente Ovejuna.  Contrapposizione disordine/ordine. Il commendatore che genera disordine viene ucciso come punizione nell’aver spezzato l’armonia del villaggio. La colpa più grande di Fernan Gomez è quella di aver osato opporsi alla monarchia. Saranno i Re Cattolici a ristabilire l’ordine, agendo cosi come Dio.  L’onore e i giusti valori. È il paese contadino di Fuente Ovejuna a farsi portatore dei giusti valori, primo fra tutti l’onore. È la gente semplice, e non l’alta aristocrazia, ad incarnare ideali degni. Lorenza, in particolar modo, insiste sempre sul concetto di onore e il suo monologo risulta ancora più potente se si considera che esso fu scritto nel 1600 (in un’epoca in cui la donna era considerata come sottomessa all’uomo in tutto) e da un uomo. Lope riconosce il coraggio femminile e la determinatezza di questa giovane donna. Il suo discorso possiede una forza teatrale impressionante.  La collettività. Il vero protagonista della commedia è il villaggio nel suo complesso, non i singoli personaggi. L’opera di Lope mette in scena il potere della collettività e la forza della solidarietà. IL GRANDE SPETTACOLO: LA NUOVA COMMEDIA. IL TEATRO DI LOPE DE VEGA Con la rivoluzione poetica portata avanti da Garcilaso e da Quevedo, l’arte letteraria era tornata ad essere rivolta ad una minoranza colta. Restava solo un genere in cui l’arte letteraria poteva essere apprezzata anche dalla gente non colta: il teatro, o meglio, considerando la cultura barocca del tempo, lo spettacolo teatrale. Infatti, il desiderio di stupire, di meravigliare il pubblico portò all’utilizzo di sempre più complesse scenografie. Lope de Vega eccelse sulla scena grazie alla sua concezione di opera teatrale come spettacolo puro.
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