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Sintesi La Chimera, schematizzata e appuntata, Sintesi del corso di Letteratura Italiana

Riassunto del corso con appunti del testo e approfondimenti

Tipologia: Sintesi del corso

2022/2023

Caricato il 02/05/2024

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alice-mora-2 🇮🇹

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Scarica Sintesi La Chimera, schematizzata e appuntata e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! • Dopo gli anni della vicinanza al “Gruppo ‘63”, ovvero alla Neoavanguardia degli anni Sessanta, Vassalli si dedica alla stesura di romanzi ambientati in precisi momenti storici, senza che manchi il richiamo al presente. • La notte della cometa (1984), sulla tormentata esistenza del poeta Dino Campana (1885-1932) • La chimera (1990) • Marco e Mattio (1992), la storia di due “diversi” in un paesino del Bellunese, nel Settecento • Il Cigno (1993), che ha per trama un omicidio eccellente, uno scanda- lo bancario e un finto terremoto politico nella Palermo di fine Ottocento • Archeologia del presente (2001), che racconta la generazione del Sessantotto. • L’italiano (2007), dodici storie che illustrano il carattere degli italiani. • Tra il Cinquecento e il Seicento, sotto la spinta delle guerre di religione, il Concilio di Trento e la Riforma protestante, la Chiesa ridefinì la dottrina e la pratica religiosa, rinsaldò le fila e intensificò la repressione di ogni predicazione contraria ai propri dogmi. • I tribunali civili e religiosi, in un crescendo di intolleranza e di violenza, intensificarono la caccia alle streghe. • la Chiesa persistette nel considerare la donna come principio di tutti i vizi. Al pari degli eretici e degli ebrei, anche le donne, soprattutto le più povere e meno protette – orfane, anziane, vedove – diventarono il capro espiatorio di tensioni sociali. • Una donna, non nobile e ricca, che manifestava comportamenti “originali” e non era sottomessa all’uomo e ai valori dominanti, diventava una minaccia per l’ordine sociale. • Si moltiplicarono i trattati ecclesiastici in cui la donna veniva descritta come bugiarda, malvagia, ribelle e quindi facile preda del demonio. • La caccia alle streghe si intensificò dopo la Riforma luterana e la Controriforma cattolica, quando la necessità di eliminare tutte le posizioni discordanti diede nuovo risalto alla figura del diavolo e alla stregoneria come strumenti dell’Anticristo e delle forze contrarie alla Chiesa. • Una donna poteva essere accusata di stregoneria sulla base di sospetti, dicerie e prove inconsistenti. • Le confessioni in genere erano estorte attraverso la tortura e le accusate finivano con l’ammettere colpe ignominiose: malefici contro persone, sabba notturni nei quali venivano evocate forze demoniache, pratiche di incantesimi e sortilegi di ogni tipo, preparazioni di filtri e pozioni) che gli inquisitori stessi suggerivano loro di confessare. • Un destino che, soprattutto tra il Cinquecento e il Seicento, ha riguardato tantissime donne innocenti. • Vassalli descrive l’emergere nella comunità di Zardino dei sospetti nei confronti di Antonia. Il verificarsi di fatti misteriosi – animali che si ammalano senza motivo apparente, strani segni sulla neve, bambine che perdono la voce – vengono attribuiti all’opera di Antonia. • Si comincia ad allontanarla: «Attorno a Antonia si fece il vuoto: per le strade, nei cortili, ovunque lei andasse la gente scappava, trascinando anche gli animali, se faceva in tempo a portarli con sé». • «Nessun processo per maleficio, che si sappia, s’occupò mai dei sentimenti della strega». • Vassalli mostra quali processi psicologici e sociali abbiano reso possible la caccia alle streghe e in qualche modo cerca di dare giustizia postuma a storie dimenticate. • In questo è vicino al Manzoni dei Promessi sposi e della Storia della Colonna infame. • Tuttavia, la sua filosofia della storia è molto distante da quella di Manzoni. • Il Seicento, protagonista dei Promessi sposi, non fu soltanto il secolo della carestia e della peste, ma anche il secolo che vide il culmine della fanatica caccia alle streghe. • Questa verita storica, i cui fondamenti socio-psicologici furono speculari a quelli che avviarono i processi agli untori denunciati da Manzoni nella Storia della Colonna Infame (1842), entra solo tangenzialmente a far parte dei Promessi sposi. • I riferimenti manzoniani proposito si possono catalogare in due gruppi: - da lato l'illuminista lombardo illustra, con ironico distacco, una situazione risultante dal fanatismo e dalla superstizione popolari, - dall’altro il moralista impegnato non può esimersi dal denunciare le responsabilità delle autorità civili ed ecclesiastiche per un fenomeno che giunse mietere centomila vittime in Europa in tra il 1.300 3 il 1.700. • Senza mai essere esplicitamente tematizzata, esiste, tuttavia, nei Promessi sposi una discontinua meditazione sulla stregoneria che ne identifica i presupposti storico-culturali, denunciando le responsabilità dei gruppi sociali e delle istituzioni che si resero colpevoli di fanatiche persecuzioni. • Questo filo rosso che si svolge, quasi sotterraneo, in tutto il romanzo manzoniano diventa il tema principale de La chimera. • È significativo che un autore cosi critico dell'establishment letterario e attratto dalle figure e irregolari (Dino Campana, in particolare, il «matto» a cui Vassalli ha dedicato un romanzo, La notte della cometa) abbia sentito la necessità di misurarsi con il nume tutelare, il regolare 'padre' ottocentesco della letteratura italiana. • Oltre a fornire chiare analogie tematiche, il rapporto con Manzoni evoca una serie di problemi filosofico-ideologici che coinvolgono le ragioni dello scrivere per un autore postmoderno che si voglia misurare con il romanzo storico. • Il dialogo con Manzoni impone a Vassalli di domandarsi in che modo un romanziere contemporaneo possa orchestrare la relazione tra testo e realtà, e tra storia e invenzione. • La "Premessa" a La chimera, come quella di Manzoni ai Promessi sposi, traccia le coordinate ideologiche ed espone le motivazioni su cui si fonda il racconto. • Nella Chimera, il narratore immette subito la sua presenza storica nel testo, riferendosi alla sua percezione hic et nunc di un tratto di paesaggio visto da "queste" finestre. • II deittico sottolinea quello che Barthes chiamerebbe un «effetto di realtà», presentando un narratore che non è astratta funzione testuale, ma personaggio storico, identificabile in Vassalli stesso, che descrive ciò che vede dalle finestre. • Il romanzo storico, la biografia romanzata, e il romanzo-inchiesta si fondano su quello che Vassalli ha ecletticamente definito lo "spirito di verità," ed è con questo spirito che egli si innesta nella tradizione inaugurata da Manzoni e arricchita, fra gli altri, da Leonardo Sciascia, modello per Vassalli dello studioso-scrittore che "attinge alla storia per scrivere e per insegnare, che conosce il potere e la responsabilità della letteratura come testimonianza e memoria di ciò che il tempo consuma”. • L'eredità storiografica dell'Illuminismo che ispirò Manzoni ad occuparsi proprio di ciò che il tempo consuma, è cioè di quella «immensa moltitudine d'uomini ... che passa sulla terra ... inosservata, senza lasciarci traccia», informa anche la scelta tematica di Vassalli, a sua volta attento alle ricerche di storici come Carlo Ginzburg. Ripercorrendo la strada aperta da Leonardo Sciascia La chimera non soltanto illumina un'area oscurata dal Manzoni (le responsabilità della Chiesa e dei suoi intellettuali riguardo alla persecuzione delle streghe e lo sradicamento di un intero sistema simbolico e di un patrimonio storico di origine pre-cristiana) ma, nel fare ciò, sfrutta dei metodi di indagine, riassumibili nell'esame delle strutture della mentalità e nell'identificazione dei rapporti di forza responsabili di aver originato uno specifico clima sociale e culturale. • Vassalli riscrive il Seicento nella consapevolezza che se per Manzoni il romanzo storico è un discorso in prosa che si pone come modello di una specifica realtà dotandola di esemplare chiarezza, per Vassalli lo stesso modello è frutto dell'inevitabile deformazione di una realtà, di per sé irriproducibile, da parte della coscienza ideologica e dell'immaginazione storica dei suoi interpreti. • È chiaro allora che le analogie tematiche, i richiami stilistici, e persino gli echi verbali che si irradiano dai Promessi sposi alla Chimera sono spie con le quali Vassalli ci invita ad esaminare criticamente le distinte filosofie storiche, e di conseguenza gli specifici paradigmi narrativi, che informano i due romanzi. • Il relativismo storico di Vassalli si scontra con il realismo trascendente di Manzoni, mettendo in luce come specifici approcci ideologici al Seicento implichino non solo tematiche diverse, ma diversi modi di organizzare, riscrivendola, la cronaca storica. • Questo dimostra come ogni interprete del passato sia portatore di un punto di vista, di una ideologia, di un approccio storicamente determinato sulla storia. Un romanzo sotrico ci parla non solamente del passato che descrive, bensì anche del presente nel quale viene scritto. Noi, che leggiamo oggi la Chimera, come qualsiasi altro romanzo storico, vi vediamo in controluce anche il momento storico nel quale è stato scritto, la filosofia della storia di quell momento, l’deologia, • I Promessi sposi prevedono la riconciliazione finale: il rinnovato equilibrio che segue le peripezie del matrimonio contrastato e le piaghe della carestia, della guerra e della peste è accompagnato dal miglioramento sociale e dall'evoluzione morale dei protagonisti. • I protagonisti imparano, nel corso delle loro avventure, a trascendere il mondo dell'esperienza, liberandosi dal negativo della storia contingente, nella certezza della finale vittoria del bene sul male in una dimensione non necessariamente storica, ma sovrastorica. Gli orrori della storia siano indirizzati a una conciliazione finale tra sfere umane, naturali e divine, sul modello del dramma di redenzione della Bibbia. È la fede che razionalizza il caos della storia e che illumina escatologicamente una visione inizialmente disperata della realtà. • I vent'anni che scandiscono la breve vita di Antonia e che si concludono con la sua condanna a morte, al contrario, non solo marcano la vittoria del negativo sul positivo sul fronte della storia, ma presentano una protagonista in balia di circostanze che non capisce e non è in grado di controllare. Alla commedia dell'evoluzione materiale e spirituale dei personaggi manzoniani, Vassalli oppone una tragedia senza catarsi e senza epifanie, mostruosamente conchiusa in se stessa. • Per Vassalli l'unico tempo possibile, nella Chimera, è quello strettamente biografico, tradotto nel cruda cronaca dell'esistenza materiale della sua protagonista e delle sue ingiustificabili sofferenze: un’esistenza limitata da due vuoti, il nulla che precede e quello che segue l'esistenza biologica. • L'ateismo di Vassalli gli consente di spogliare il suo romanzo da ogni costrutto di tipo metafisico, dalla interpretazione del divenire storico in ambito teleologico che alimenta la speranza in un futuro positivo per il quale vale la pena sacrificarsi nel presente. • È una visione del divenire storico che, secolarizzata, cioè privata della dimensione metafisica, è alla base anche della fiducia nella capacità umana di progredire verso un futuro migliore. L’approccio di Vassali è esclusivamente «contestualista»: si serve di strumenti della ricerca antropologica per presentare il fenomeno della stregoneria nel momento cruciale dello scontro tra un substrato folclorico e popolare e le 'dotte' teorizzazioni inquisitoriali sull'argomento. • La chimera si basa su un modello rappresentativo di tipo cronologico-episodico: nel seguire lo svolgimento lineare della vita della protagonista, Vassalli inserisce anche svariati episo che introducono personaggi significativi, come i risaroli e i fratelli cristiani, i camminanti e gli inquistoni. • Non si tratta di episodi accessori, sono proprio questi episodi che, esaminati nel loro insieme, spiegano la tragedia di Antonia nel contesto di una storia delle istituzioni e delle mentalità. • L'istituzione è la Chiesa, vera protagonista in negativo del Seicento di Vassalli. • La mentalità è, da un lato, quella popolare, rappresentata dallo spazio umano del villaggio e, dall'altro, quella intellettuale esemplificata dai prelati della Chiesa istituzionalizzata. • Lo scontro tra queste due mentalità si svolge sul corpo di Antonia, che diventa la vittima sacrificale, il capro espiatorio su cui confluiscono le paure, le repressiosioni e i conflitti di un sistema socio- culturale colto in un momento di crisi. • Nel microcosmo di Zardino, entro confini ben definiti (nelle pause consentite dal ciclo settimanale stagionale del lavoro nei campi) Vassalli rappresenta le forme di una cultura alternativa e liberatoria che descrive nelle feste, nelle sagre di paese popolate da un'umanità marginale: giocolieri, musici, accattoni, madonnari ambulanti e venditori di immagini sacre e di elisir contro il malocchio. • I protagonisti che popolano il mondo della festa non vengono permanentemente integrati nel sistema sociale di Zardino o di altri borghi. Si tratta di momenti eccezionali, di una sospensione dello scorrere del tempo scandito dal lavoro. • Situazioni ritualizzate, che sovvertono momentaneamente l’ordine quotidiano, mescolando ciò che di norma resta distintito, contaminando la gioia e la spensieratezza all’emersione e all’esorcismo delle forze oscure e demoniache. • Nell'ambito non più della festa, ma in quello della produzione e del lavoro, il paese tollera invece la presenza permanente di altri gruppi marginali come camminanti e risaroli. • Il vantaggio economico dello sfruttamento di queste presenze comporta la possibilità di tumulti che vengono prevenuti, controllati, ed eventualmente sedati, da quell'organizzazione tra il religioso e il poliziesco dei fratelli cristiani. • A questo panorama appartiene anche la Chiesa non ortodossa e irregolare di "don" Michele Cerruti, il falso prete ed ex-vagabondo che, prima di insediarsi a Zardino, aveva portato i suoi sermoni di piazza in piazza rifornendo l'immaginario collettivo di raccapriccianti storie d'oltretomba, regalando svago e facendo spettacolo in sperdute valli alpine e nei più remoti borghi della bassa, vendendo indulgenze e trafficando in false reliquie. Don Michele è un «mago» che «tastando il cranio dei bambini» ne prevede il futuro, che conosce «le virtù delle pietre e delle erbe» e che rimette a posto le ossa fratturate «pronunciando certe formule di cui lui solo [conosce] i segreti». • La stretta della Cotroriforma combatte questo mondo variopinto, anche a Zardino. • Alla religiosità superstiziosa, popolare ed alternativa di Don Michele si oppone quella della Chiesa istituzionale, che Vassalli coglie nel momento di transizione da una dimensione gaudente ad una dimensione di fanatica e sistematica repressione della sfera materiale e corporea. Emblema ed artefice di questa transizione è il vescovo Carlo Bascapè, il «cadavere vivo», fautore quella Chiesa ultraterrena e disumana che Bascapè e «altri forsennati come lui fortunatamente non erano riusciti a imporre all'universo mondo». • Il vescovo inaugura una politica di negazione del desiderio e delle sue rituali manifestazioni proibendo «i canti, i balli, il riso, I'allegrezza, la festa», supportato, in quest'opera, da don Teresio Rabozzi che spodesta Michele a Zardino, innesca la lotta «al maledetto paganesimo» impegnandosi ad estirparlo. • Estirpare, significa cancellare: • «gli ultimi resti dei culti non cristiani, rappresentati da iscrizioni pietre venerate come feticci; […] le sagre del raccolto e delle fertilità, i maggi e i balli sull'aia, le feste di nozze e i banchetti funebri; […] l'usanza pessima e perniciosa che va sotto il nome di carnevale, e che più di ogni altra e in sommo grado produce corruzione, decadimento dei costumi, perdita d'anime e trionfo del Demonio. Bisognava dunque sostituire la recita del rosario alle veglie nelle stalle, le novene ai balli, le processioni alle sagre e i Te Deum e le cerimonie del ringraziamto alle feste pagane del raccolto. • In quest'atmosfera quaresimale, la festa perde la sua doppia valenza e diventa sinonimo di anarchia, di disordine, un baccanale che infrange le censure imposte ai sensi, un rovesciamento dell'ordine morale e sociale che trova la sua emblematica e 'blasfema' espressione nel bizzarro ballo di Antonia con i lanzi ubriachi. Antonia diventa progressivamente parte di quel mondo sregolato e pericoloso per l’ordine, che va estirpato. • Il millenario substrato di credenze, miti e riti popolari non viene estirpato, nel Seicento, in nome di una razionalità pre-illuminista, ma fatto confluire a forza trattatistica erudita e inquisitoriale sulla magia, le arti diaboliche stregoneria.
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