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Sintesi “La Ciociara” di Alberto Moravia, Sintesi del corso di Letteratura Italiana

Sintesi, struttura, stile e linguaggio del romanzo

Tipologia: Sintesi del corso

2017/2018

Caricato il 28/10/2018

Stefaniam__
Stefaniam__ 🇮🇹

5

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5 documenti

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Scarica Sintesi “La Ciociara” di Alberto Moravia e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! La Ciociara - Alberto Moravia Titolo più appropriato “Lo stupro”, se non addirittura “Lo Stupro d’Italia”. Nel romanzo è assente l’amore, ma vi è una cronaca della guerra e dei suoi orrori. Questo fu il nono romanzo di Moravia. Il titolo sostanzialmente indica l’origine geografica della protagonista, Cesira. In questo libro è presente anche una componente biografica: l’8 settembre 1943 Moravia viene a sapere che il suo nome si trovava nella lista delle persone da arrestare. Così, insieme alla Morante, decisero di lasciare Roma dirigendosi verso Napoli, nella speranza di raggiungere il fronte. Per fuggire dai bombardamenti, Morante e Moravia si rifugiarono nelle montagne della Ciociaria, a Sant’Agata (nel romanzo Sant’Eufemia), insieme ad altri sfollati. Furono liberati nel ‘44, quando riuscirono a raggiungere Napoli e a giugno rientrarono a Roma. I mesi passati sulle montagne rimasero impressi nella mente dell’autore; fu ospitato da Davide Marrocco (nel romanzo si chiama Paride) che disse che Moravia passava molto tempo a scrivere sui suoi quaderni, probabilmente appuntando riflessioni, fatti, nomi di persone. La critica affermò che “La Ciociara” era un prolungamento dei Racconti Romani del ‘54. La stesura del romanzo si interruppe, probabilmente perché, con la guerra “non sapeva cosa raccontare” o forse per “saturazione”. Si tratta di uno dei pochi romanzo di Moravia che venne interrotto è ripreso a distanza di tanto tempo. Per l’autore questa interruzione significava anche crisi creativa. Inizialmente suscitò scalpore per alcune scene ritenute “hard”, ma complessivamente la critica accolse positivamente l’opera. Stile Molte sono le crudezze lessicali, tant’è che si consigliava la lettura ad un pubblico esclusivamente adulto. Secondo Moravia il popolo che vive più moralmente e naturalmente della gente dotta serve come esempio; è sì crudo e schietto, ma mai immorale. Con la ciociara, Moravia dice addio al mito nazionalpopolare che gli fece scrivere La romana e i Racconti Romani. La voce narrante è quella della protagonista, una bottegaia spregiudicata che frequenta i mercati e non i salotti borghesi, lesta nella bestemmia (ricorre spesso “li mortacci tua”). Il linguaggio volgare rispecchia il crudo vissuto popolare, con un alto tasso di volgarità. Struttura Moravia aveva paura che la parte centrale del romanzo fosse troppo lunga e noiosa, anche se poi giustificò la lentezza e la noia per dare il senso di attesa sfibrante di quelle giornate passate sulla montagna. Non si tratta di un romanzo di guerra, ma di un romanzo sulla violenza che ha stravolto la vita di due donne. Il nodo centrale del romanzo è lo stupro di Rosetta. Possiamo inoltre prendere in considerazione alcune strategie narrative: 1. Premonizione = l’episodio dello stupro era stato pronosticato già nel primo capitolo “a te magari non ti toccheranno perché sei troppo vecchia ma tua figlia si” 2. Gravità = la mamma ripone tutte le sue speranze e il suo riscatto nella figlia Rosetta, suo punto più vulnerabile 3. Inatteso = effetto principale che risiede nel continuo rovesciamento della sorte. Possiamo rintracciare quest’ultima strategia in base a tre parametri: - tempo: la violenza non avviene durante lo sfollamento, avviene durante l’inverno, quando il pericolo è superato - luogo: la violenza avviene in chiesa nel paese natio di Cesira - persona: la violenza viene consumata dai liberatori, non dai fascisti o dagli occupanti Personaggi Tutti i personaggi sono legati dal disinteresse per il sesso, ma, ovviamente sono diversi fra loro, dato che: Cesira è il tipo medio dell’italiano popolare, con una certa furbizia, sobrietà e onestà. Rosetta rappresenta l’insufficienza e la fragilità dell’educazione cattolica. Crolla dinanzi alla prima prova della vita 1 tedesco, anche lui sarto. Il tedesco finge di aiutarlo, ma, una volta recuperate le stoffe, se ne impossessa e manda Severino a lavorare alle fortificazioni del fronte. Una sera Michele legge alla famiglia di Paride e a Cesira e Rosetta un passo del Vangelo: la resurrezione di Lazzaro. Rendendosi conto della noia e dell'indifferenza dei contadini, il giovane reagisce con durezza. Una mattina Michele entra improvvisamente nella camera di Cesira e Rosetta. Rosetta, che si è appena lavata, è completamente nuda; Michele non ne è per nulla turbato, non mostra il benché minimo interesse, e più tardi a Cesira, che si meraviglia della freddezza di lui di fronte ad una bella ragazza nuda, dice seccamente che queste cose per lui non esistono. Capitolo 5 Novembre '43: periodo delle piogge. L'avanzata degli alleati si blocca sul fiume Garigliano, il fronte si stabilizza un po' a sud di Sant'Eufemia; i tedeschi sono attendati nella pianura di Fondi. Un giorno un contadino porta un bando dei tedeschi in cui si intima lo sgombero di Sant'Eufemia. La disperazione degli sfollati e dei contadini è enorme; l'unico che non perde la calma è Michele, il quale convince tutti ad ignorare semplicemente gli ordini dei tedeschi. Un altro di quei giorni arriva Vincenzo, il marito di Concetta, il quale è parsenale di Filippo. Vincenzo racconta che fascisti e tedeschi hanno rubato tutta la roba che Filippo gli aveva affidato. In realtà, come Michele scopre facilmente, il ladro è lui. Verso la fine di dicembre, il tempo migliora. Si spera adesso in una rapida avanzata degli alleati. Cominciano invece i bombardamenti degli alleati su Fondi: gli sfollati passano dalla speranza alla disperazione. Un altro di quei giorni Cesira e Rosetta, accompagnate da Tommasino, stanno scendendo a valle, con l'intenzione di dare ai tedeschi lì accampati delle uova e avere in cambio del pane. I tre si trovano sotto un bombardamento. Tommasino, che fino ad ora ha rischiato la vita per il negozio, impazzisce di paura e il giorno seguente si rifugia con la famiglia in una grotta, dove pochi giorni dopo muore. Capitolo 6 Si hanno notizie sempre più allarmanti circa i rastrellamenti dei tedeschi. I genitori convincono Michele a scappare all'alba in montagna e a ritornare la sera a Sant'Eufemia. Cesira e Rosetta vanno con lui. Tale vita dura un paio di settimane. Durante questo periodo si verificano alcuni incontri che la narratrice registra. Incontrano: due soldati russi fuggiti da un campo di concentramento tedesco; un operaio italiano scappato dai lavori alle fortificazioni; due militari italiani che cercano di tornare a casa, nell'Italia del sud; gli abitanti di un paese sulla linea del fronte, scappati da un campo di concentramento tedesco. Il giorno di Natale giungono a Sant'Eufemia due inglesi, un ufficiale di marina e un marinaio, che tentano di raggiungere il loro comando a Napoli. Gli sfollati rifiutano, per paura di rappresaglie tedesche, di dare ospitalità ai due inglesi. Anche Cesira ha paura, ma Rosetta la convince ad accoglierli. Michele pranza con loro. Il giorno seguente, dopo che i due inglesi sono andati via, compaiono due soldati tedeschi che perquisiscono le case di Cesira e degli altri sfollati. Gennaio 1944: Cesira e Rosetta, accompagnate da Michele, scendono a valle, nella speranza di ottenere un po' di farina in cambio di uova. Incontrano un soldato russo, traditore, sicuro della sconfitta dei tedeschi e rassegnato ad essere giustiziato dopo la fine della guerra, e una ragazza impazzita, convinta che le si voglia togliere il figlio perché non avrebbe il latte per nutrirlo. Michele propone di andare a trovare alcuni suoi conoscenti: si tratta di un avvocato che vive con la madre. L'avvocato li invita a pranzo, ma li avverte di aver invitato anche un tenente tedesco. Durante il pranzo il tedesco polemizza con l'avvocato sulle differenze di classe in Italia. Un bombardamento costringe il militare ad andar via e gli altri a rifugiarsi in un sotterraneo. Dopo il bombardamento, Cesira, che ha avuto la farina dalla madre dell'avvocato, torna con Rosetta e Michele a Sant'Eufemia. Capitolo 7 Gennaio 1944: si ha notizia dello sbarco degli alleati ad Anzio, ma informazioni precise mancano. Non rimane che aspettare. Marzo: giunge a Sant'Eufemia un soldato tedesco, disarmato e senza cattive intenzioni. Suona la fisarmonica, accarezza i bambini, ha parole di incoraggiamento per tutti, poi se ne va. Ma poco dopo ritorna furtivamente per rubare la camicia che uno sfollato aveva steso ad asciugare. Il cibo scarseggia sempre di più; Cesira, Rosetta, Michele si recano in una località chiamata Sassonero. Qui incontrano un gruppo di sfollati - tra i quali un prete impazzito - che hanno trovato rifugio in una grotta. Gli sfollati non hanno cibo da vendere, consigliano di rivolgersi ad alcuni pastori di religione evangelista. A prezzo altissimo Cesira ottiene da un pastore qualcosa da mangiare. Maggio: si ha notizia che gli anglo-americani hanno sferrato l'offensiva e avanzano. La gioia degli sfollati è grandissima, ma, preannuncia Cesira, "Le difficoltà non facevano che cominciare" (p. 232). Capitolo 8 Gli alleati sfondano il fronte. Un gruppo di tedeschi fuggitivi giunge a Sant'Eufemia: dopo aver chiesto e ottenuto qualcosa da mangiare, costringono Michele ad accompagnarli verso nord, per indicare loro la strada. È soprattutto Rosetta (a parte naturalmente i familiari del giovane) che ne soffre e si preoccupa. Cesira è presa, come gli altri sfollati, dalla gioia per l'imminente ritorno a Roma e vuole illudersi che Michele riesca a salvarsi. Il giorno seguente madre e figlia lasciano Sant'Eufemia e raggiungono Fondi. Vi trovano una grande confusione: soldati americani, soldati inglesi, sfollati, contadini. Sono soprattutto gli americani a colpire Cesira: gentili, ma indifferenti. Ancora di più la colpiscono negativamente gli italoamericani, i più sgarbati. Cesira si rende conto che la situazione non è così rosea come gli sfollati se l'erano immaginata a Sant'Eufemia. Dopo qualche disavventura, Cesira viene a sapere che chi nel corso della guerra ha aiutato un soldato inglese, viene ora favorito in modo particolare. Rosetta ricorda alla madre l'episodio di Natale, così le due donne ottengono l'aiuto del Comando inglese: un maggiore promette di farle accompagnare il giorno dopo a Vallecorsa. Cesira pensa di avercela fatta: "[...] ero riuscita, attraverso questa tempesta della guerra, a portare in salvo me stessa e mia figlia." (p. 274) Capitolo 9 Il giorno seguente un soldato inglese accompagna con la macchina le due donne al paese di Cesira. Cesira commette l'imprudenza di congedare il soldato prima di rendersi conto che il paese è deserto, e l'inglese d'altra parte non sembra preoccuparsi più di tanto dei pericoli cui possono andare incontro in quella situazione due donne sole. Dopo la partenza del soldato, mentre madre e figlia si apprestano ad entrare nel villaggio, passa una colonna di autocarri e macchine militari: 1 sono alleati, francesi e marocchini. Cesira e Rosetta entrano nel villaggio, che trovano deserto, e decidono di riposarsi nella chiesa. Qui vengono sorprese da un gruppo di marocchini che violentano la ragazza, mentre la madre perde i sensi. Più tardi Cesira, rinvenuta, ha l'impressione che Rosetta sia morta. Avvicinatasi, si accorge che la ragazza è viva, l'aiuta a rialzarsi, l'accompagna fuori. Rosetta parla pochissimo. Le due donne si fermano in una capanna di pastori abbandonata. Qui Cesira si addormenta; al risveglio non trova più la figlia, teme e quasi si aspetta che si sia uccisa, scopre invece che è andata a lavarsi. Rosetta si mostra sempre più silenziosa, apatica e indifferente: in quei giorni, osserva la narratrice a posteriori, il carattere della figlia cambiò radicalmente. Capitolo 10 Le provviste di cibo, avute dagli inglesi, diminuiscono sempre di più, soprattutto per il notevole appetito di Rosetta. Cesira decide di lasciare il rifugio e di andare a Fondi. Le due donne ricevono un passaggio da un certo Clorindo che, alla guida di un camion, si reca appunto a Fondi. Durante il viaggio Cesira si accorge che Clorindo stringe la mano di Rosetta, senza che la ragazza reagisca. A Fondi c'è solo disperazione e miseria: gli alleati hanno proseguito il loro cammino e hanno lasciato le cose come erano prima del loro arrivo, anzi peggio, perché ora non si può più neanche sperare nell'arrivo degli inglesi. Clorindo accompagna Cesira e Rosetta da alcuni suoi conoscenti, un po' fuori Fondi. Si tratta della famiglia di Concetta, i cui figli sono soci in affari di Clorindo. Comincia così il secondo soggiorno in casa di Concetta. Da lei Cesira e Rosetta apprendono la morte di Michele: il giovane ha cercato di difendere alcuni contadini che i tedeschi stavano per uccidere ed è morto con loro. Questa notizia commuove Cesira, mentre Rosetta rimane fredda e indifferente. Sempre più spesso la ragazza accompagna Clorindo e rimane fuori tutta la notte; a nulla valgono le proteste, la rabbia, la disperazione di Cesira, la quale vede ormai annullata la propria autorità di madre. Cesira finisce con lo sperare che almeno Clorindo e Rosetta si sposino, ma la figlia le dice che Clorindo ha già moglie. Del resto, egli è tornato a Frosinone, suo paese; sarà uno dei figli di Concetta ad accompagnare le due donne a Roma. Una notte Cesira, in preda alla disperazione, sogna di stare per uccidersi e di essere fermata da Michele. Capitolo 11 Viene il giorno del ritorno a Roma. Rosario, appunto uno dei figli di Concetta, guida il camion. Durante il viaggio Cesira chiede a Rosetta di cantare una canzone, ma la ragazza non ci riesce. Improvvisamente il camion viene bloccato da tre uomini. Rosario scende, ha un alterco con i tre e viene ucciso. L'arrivo di una macchina costringe i tre a fuggire: è una macchina con due ufficiali inglesi, che prosegue senza fermarsi. Poco dopo passa un camion guidato da un italiano, il quale dà un passaggio alle due donne. Ad un tratto, durante il viaggio, Rosetta comincia a cantare e a piangere: Cesira si convince che la figlia non è cambiata, che piange per Rosario "e poi per se stessa e per me e per tutti coloro che la guerra aveva colpito, massacrato e stravolto" (p. 335). Cesira, che poco prima aveva sottratto dei soldi dal cadavere di Rosario, decide di restituirli alla madre del giovane. Finalmente appaiono all'orizzonte i sobborghi di Roma e la cupola di San Pietro. Per Cesira quella cupola significa che lei può tornare con fiducia alla vita normale, ma significa anche che questa fiducia lei la deve al canto, alle lacrime, al dolore di Rosetta. La donna ricorda Michele,
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