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Sintesi: La ricchezza. Cos’è. Come si produce. Come si misura, Dispense di Economia Aziendale

Sintesi secondo parziale economia aziendale.

Tipologia: Dispense

2020/2021

Caricato il 14/12/2021

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lorenzo-musio-1 🇮🇹

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Scarica Sintesi: La ricchezza. Cos’è. Come si produce. Come si misura e più Dispense in PDF di Economia Aziendale solo su Docsity! Economia 2 parziale Il principio di competenza 5.6 A fronte di operazioni e di cicli di operazioni pienamente compiuti, si osservano: - Operazioni e cicli di operazioni a cavallo di due esercizi, come avviene nel caso in cui una partita di merci acquistata nell’anno 1 sia destinata a essere venduta nell’anno 2. - Operazioni e cicli di operazioni comuni a diversi esercizi, come avviene nel caso in cui un bene acquistato nell’anno 1 sia destinato a essere utilizzato negli anni 1,2,3,4,5. In entrambi i casi il calcolo economico deve procedere a valutazioni in merito a operazioni e cicli che non si sono ancora conclusi. Queste valutazioni avvengono secondo il principio di competenza. Questo principio prescrive la ricostruzione del risultato delle operazioni in corso alla fine dell’esercizio in maniera da attribuire a ogni periodo il risultato che a esso compete. Importanti sono le definizioni di : - Periodo amministrativo, che rappresenta l’intervallo di tempo con riferimento al quale si sceglie di effettuare il calcolo economico - L'esercizio, che rappresenta l'insieme delle operazioni svolte nel periodo amministrativo - I dati di fine periodo, o di fine esercizio, che rappresentano gli elementi di natura patrimoniale relativi alla fine del periodo, riassunti nello stato patrimoniale. Sono tutti quantità stock. - dati di inizio periodo, che rappresentano gli elementi di natura patrimoniale relativi all’inizio del periodo, riassunti nello stato patrimoniale. Sono tutti quantità stock. - I dati di periodo, che rappresentano gli elementi relativi alle variazioni rilevate durante il periodo. | dati di periodo sono tutti quantità flusso. Tali variazioni possono essere riferite al: 1. Patrimonio Netto, al quale si osservano le variazioni riconducibili: * Reddito di esercizio, che sintetizza le variazioni di Patrimonio Netto per effetto della gestione , riassunte nel Conto Economico * Reddito Complessivo, che sintetizza le variazioni del Patrimonio Netto per effetto della gestione e include oltre al reddito di esercizio, anche il reddito di rivalutazione. Questa variazione è riassunta nella tavola del reddito complessivo * L'insieme delle operazioni di gestione e delle operazione estranee alla gestione, che includono oltre al reddito complessivo, gli aumenti di capitale e di dividendi che sono invece estranei alla gestione. Queste variazioni sono riassunte nella tavola delle variazioni del Patrimonio Netto. 2. Le disponibilità liquide con riferimento alle quali si osservano variazioni riconducibili a: * Le attività operative, che determinano i flussi di cassa derivanti dalle attività ripetitive di acquisto; * Gli investimenti e i disinvestimenti, che determinano i flussi di cassa derivanti dalle attività d'investimento; * Le operazioni finanziarie, che determinano i flussi di cassa derivanti dalle operazioni di variazione dei debiti finanziari, aumento di capitale e distribuzione dei dividendi. Per capire quali siano le variazioni di patrimonio netto derivanti dalla gestione che si possano considerare di “competenza di un esercizio” occorre chiedersi quando si siano svolte le operazioni che hanno dato origine a tali variazioni di patrimonio netto. Esempi: Se una fornitura di corrente elettrica si riferisce integralmente alla corrente elettrica consumata in un anno , allora il costo della fornitura può essere considerato di competenza esclusiva dell’anno a cui si riferisce la fornitura. Se un macchinario acquistato nell’anno 1 è stato utilizzato dall'anno 1 all’anno 10 il costo di tale macchinario risulterà di competenza degli esercizi che vanno da 1 a 10. Questa distribuzione del costo di acquisto di un macchinario tra gli esercizi cui compete , avverrà mediante il calcolo delle quote di ammortamento, ovvero il calcolo della progressiva perdita di valore dei beni. valore dei consumi del periodo 2. Di conseguenza i consumi del periodo 2 aumentano all'aumentare delle rimanenze iniziali e degli acquisti del periodo 2 e diminuiscano all'aumentare delle rimanenze finali del periodo 2. - Il valore dei consumi è rappresentato con il segno meno per esprimere il fatto che rappresenti una componente negativa di reddito. Calcolo del valore dei consumi in base al valore di Rimanenze Iniziali, Acquisti e Rimanenze Finali Periodo 1 Periodo 2 Valore delle rimanenze iniziali -30 Acquisto di merci -100 -200 Valore delle rimanenze finali 30 40 Consumi (= Rimanenze Iniziali+ +Acquisti-Rimanenze Finali) -70 -190 Valori oggettivi e soggettivi I valori dei: - Consumi = Incrementi delle immobilizzazioni per lavori interni; = Valore degli ammortamenti; Sono frutto di valutazioni oggettive che non sono destinate a trovare un riscontro con la realtà. Prendono quindi il nome di dati congetturati. Poi ci sono le - Imposte, La cui soggettività è data dal fatto che il calcolo del contribuente è esposto ad accertamenti dell'autorità tributaria. Di conseguenza in un secondo momento sarà possibile conoscere l'eventuale scostamento tra la valutazione soggettiva e il dato effettivo, o a seguito di accertamenti fiscali, o a seguito del decorrere dei termini utili per gli accertamenti. Sono quindi dati stimati. Il risultato economico e la sua soggettività Il risultato economico è determinato come somma algebrica di dati oggettivi e di dati soggettivi, di conseguenza esso è un dato soggettivo: il suo livello di soggettività è tanto maggiore quanto maggiore è il peso dei dati soggettivi impiegati nel calcolo. Aziende come DHL che non ha grandi scorte di magazzino, avrà probabilmente un peso di dati soggettivi inferiore rispetto a un'azienda che produca capi di abbigliamento. Tali aziende per ridurre il grado di soggettività sincronizzando la data di chiusura dell'esercizio con il completamento dei principali cicli produttivi e commerciali. Lo stato patrimoniale riclassificato 5.7 Lo stato patrimoniale rappresenta uno schema poco efficace ai fini della comprensione della situazione patrimoniale e finanziaria, poiché: “ espone le poste rettificate dell’attivo insieme ai debiti; = Non distingue gli elementi dell’attivo né per durata, né per destinazione, né per natura. Per ovviare a questi problemi, lo Stato Patrimoniale viene spesso riclassificato secondo uno schema prestabilito. La riclassificazione dello stato patrimoniale ha come obbiettivi: - Esporre gli elementi dell’attivo al netto dei rispettivi valori di rettifica; - Ottenere alcune prime indicazioni in merito alla liquidità e alla solidità patrimoniale dell’azienda; - Permettere alcune valutazioni di efficienza nell’impiego del capitale investito; = Predisporre una base di partenze adeguata per il calcolo dei flussi di cassa. Le riclassificazioni dello Stato Patrimoniale si rifanno a due modelli prevalenti: - Il modello basato sull’ordinamento delle voci che compongono lo Stato Patrimoniale secondo la liquidità decrescente delle poste dell’attivo e secondo l’esigibilità decrescente delle poste del passivo; - Il modello basato sull’ordinamento delle voci che compongono lo Stato Patrimoniale secondo i rami di gestione e le operazioni sul patrimonio netto cui possono essere associate. Liquidità ed esigibilità decrescente Attivo Lo Stato Patrimoniale riclassificato secondo questa impostazione espone gli elementi dell'attivo, al netto delle poste di rettifica dei valori attivi presentando nell’ ordine: - Le liquidità immediate, rappresentate da conti bancari e poste equivalenti; - Le liquidità differite, rappresentate da crediti verso clienti ed altri crediti destinati ad essere incassati entro 12 mesi dalla chiusura dell’esercizio; - La somma di liquidità immediate e liquidità differite; - Le rimanenze di esercizio di varia natura, che compongono l’aggregato delle disponibilità; - Il totale dell'attivo corrente, che somma liquidità immediate, liquidità differite e rimanenze; esso esprime la capacità dell'azienda di generare liquidità entro l’anno; - Immobilizzazioni, si distinguono - Immobilizzazioni immateriali (Marchi, brevetti, ecc.) - Immobilizzazioni materiali (immobili, macchinari, attrezzature) Tra gli immobili si distinguono i terreni che non sono sottoposti a deperimento e quindi non soggetti ad ammortamento. Per tutti gli altri si registrano: * Valori espressi al lordo del fondo ammortamento; * Valori dei fondi ammortamento; * Valori espressi al netto del fondo ammortamento - Le immobilizzazioni finanziarie, rappresentate dalle partecipazioni in altre aziende e da crediti a medio-lungo termine di varia natura; - L'attivo totale, rappresentato dalla somma dell’attivo corrente e delle immobilizzazioni. Passivo Lo Stato Patrimoniale riclassificato secondo questa impostazione espone gli elementi del passivo e del Patrimonio Netto presentando nell'ordine: - Le passività correnti, rappresentati dai debiti a breve verso le banche, verso fornitori e da ogni altro debito a breve termine; - Le passività a medio-lungo termine, rappresentati dai debiti a medio- lungo termine verso i dipendenti per il TFR, dai debiti a medio-lungo termine verso le banche e dai debiti a medio-lungo termine verso ogni altro soggetto. - La somma delle passività correnti e delle passività a medio-lungo termine, che definisce il passivo totale; - Il patrimonio netto, ovvero il saldo contabile tra attivo e passivo. Esso è diviso in tre parti ideali: * Gli utili degli esercizi precedenti e dell’esercizio in corso che non siano stati distribuiti; * Le riserve create mediante destinazioni di utili o mediante versamenti da parte dei soci; * Il capitale sociale. = Alcuni attribuiscono a questi indicatori una grande importanza, di conseguenza è importante conoscerli nella relazione con quanti ne fanno uso; = Alcuni indicatori se non adeguamento interpretati, possono indurre a giudizi erronei, portando a valutare in modo negativo aziende che sono in ottime condizioni o sottovalutare difficoltà di altre aziende; = Alcuni indicatori se non adeguamento interpretati possono indurre manager e azionisti a decisioni di investimento e di indebitamento sbagliate; = Alcuni indicatori di bilancio di recente formulazione, relativi soprattutto alla capacità dell’azienda di rimborsare i propri debiti finanziari, hanno una certa significatività; Limiti di significatività degli indicatori di liquidità e solidità patrimoniale 5.9.2 La liquidità è la capacità di un’azienda di far fronte in modo tempestivo e conveniente ai propri impegni di pagamento. La solidità patrimoniale è la capacità di un’azienda di resistere a shock esogeni in grado di ridurre le sue risorse patrimoniali e il suo Patrimonio Netto. Gli studi sugli indicatori di bilancio, non hanno alterato di molto quelli in uso già cento anni fa. Tuttavia le aziende e il loro modo di agire sono cambiate nel tempo. Analisi liquidità Innanzitutto l’analisi della liquidità si basa su quattro indicatori, suddivisi in due coppie. La prima coppia è composta da: - indice di liquidità primaria, pari al rapporto tra la somma delle liquidità immediate e delle liquidità differite e le passività correnti; - margine di tesoreria, pari alla differenza tra la somma delle liquidità immediate e delle liquidità differite e delle passività correnti; In molti libri si sostiene che l'indice di liquidità primaria debba essere superiore a 1 (acid test) e di conseguenza il margine di tesoreria sarebbe superiore a 0. Tuttavia è stato dimostrato come aziende al di sopra di ogni sospetto , come Ferrero, Eni, Enel, Fininvest non avessero acid test superiore a 1 e come non lo avessero mai raggiunto per tutto il periodo 2008-2011. Questo perchè sono stati introdotti grandi cambiamenti nelle aziende, soprattutto quelle che non sono fallite in seguito agli shock petroliferi, hanno acquisito una consapevolezza crescente dell'importanza del capitale investito e hanno cominciato a razionalizzare l’impiego di capitali. Questo ha fatto sì che le poste che compongono il capitale circolante netto, venissero controllate in modo diverso e che il contenimento di questi valori diventasse un obiettivo del management. Di conseguenza la somma tra crediti verso clienti, rimanenze e debiti verso fornitori è diventata negativa. Un esempio è Apple, ma anche IBM nel 1993. Analisi solidità patrimoniale Molti scritti affermano che un’azienda debba finanziare con il Patrimonio Netto le proprie immobilizzazioni. Ciò significa avere un indice di copertura delle immobilizzazioni superiore a 1 e un margine di struttura maggiore di 0. = L'indice di copertura delle immobilizzazioni è il rapporto tra il Patrimonio Netto e le immobilizzazioni; = Il margine di struttura è la differenza tra Patrimonio Netto e immobilizzazioni Tuttavia analizzando gli indici di aziende come Ferrero, Eni, Enel, Fininvest, si è notato come nessuna di queste aziende rispettasse la regola. Poi vi è un altro indicatore di solidità patrimoniale, il rapporto di indebitamento. Il rapporto di indebitamento è il rapporto tra Debiti e Patrimonio Netto. Secondo alcuni scritti esso non dovrebbe essere inferiore a 1. Analizzando però le stesse aziende nominate sopra, nessuna di esse presenta un rapporto di indebitamento inferiore a 1. L’Ambiente dell’azienda 3.1 Le aziende vivono di rapporti con l’ambiente, ovvero con il mondo circostante e i soggetti che lo popolano. Alla base di questi rapporti vi è una “lotta per la vita” , infatti l'azienda per sopravvivere deve fare i conti con gli altri soggetti nel suo ecosistema. | personaggi principali sono: Individui e famiglie Stati sovrani Enti locali Aziende pubbliche Associazioni no profit ARONA 6. Organismi sovranazionali 7. Gruppi di pressione 8. Altre aziende Individui e famiglie 3.2 Formalmente la maggior parte delle attività aziendali è stabilita da individui. Le aziende riconoscono negli individui e nelle famiglie gli interlocutori più importanti perché: A. Gli individui svolgono le attività aziendali, assumendo ruolo di: - Azionisti, che sebbene dal punto di vista formale è un ruolo ricoperto da altre società, dal punto di vista sostanziale sono: * Sono costrette a farsi rappresentare da persone, cui vengono delegati poteri più o meno ampi; * Sono espressione della volontà di persone; - Amministratori, che come gli azionisti dal punto di vista formale sono rappresentati da società. A dal punto di vista sostanziale sono rappresentate da persone - Sindaci, Revisori e organi di controllo, le cui attività sono esercitate da singole persone - Dipendenti, uno dei ruoli più noti e importanti, per effetto della continuità del rapporto di lavoro dipendente. Rappresentano la forza propulsiva delle attività aziendali. - Altri collaboratori, ruolo che ha assunto grande importanza negli ultimi anni, assistendo l’azienda per problemi relativi a un ampia varietà di esigenze. B. Gli individui sono i clienti dell'azienda. Qualsiasi cosa l’azienda produca, essa è destinata a soddisfare in modo diretto o indiretto i bisogni delle persone. * Il soddisfacimento diretto avviene quando il bene prodotto dall'azienda è un bene di consumo; * Il soddisfacimento mediato avviene quando il bene prodotto dall’azienda è un bene industriale, ovvero quando serve ad altri per produrre il bene che soddisferà in maniera diretta il consumatore Conoscere le esigenze dei consumatori è quindi una cosa determinante per l'orientamento delle attività aziendali, proprio per questo molte aziende dedicano tempo a progetti di studio del consumatore. Altre aziende invece cercano di condizionare le persone modificandone i comportamenti di consumo. C. Gli individui investono nell’azienda i propri risparmi. Essi si espongono a rischi di diversa natura: La produzione di servizi pubblici che condizionano l’attività aziendale; Il prelievo fiscale; = L'erogazione di contributi, a favore delle aziende; - Per alcune aziende, l’acquisto dei prodotti offerti da esse; Le aziende valutano le proprie alternative di sviluppo internazionale anche in base al sistema legislativo e giudiziario, ma anche dal contesto sociale, culturale ed economico. Per raggiungere i propri obbiettivi lo Stato si serve di una serie di altri soggetti cui decentra una parte delle proprie attività: = Gli enti pubblici territoriali; - Gli enti pubblici non territoriali; = Le aziende pubbliche; Talvolta le aziende pubbliche assumono la stessa forma delle aziende private, ovvero quella di società di capitali. In alcuni casi questo è accaduto per la scarsa efficienza mostrata da tali aziende. Tuttavia esse mostrano un’importante differenza con le società di capitali private. Aziende come Trenitalia, Poste Italiane, ANAS non sono costituite principalmente allo scopo di dividere gli utili. La loro priorità è soddisfare bisogni pubblici. Associazioni No-Profit 3.4 Le associazioni no-profit possono essere distinte in due categorie, secondo che siano orientate: - AI soddisfacimento dei bisogni dei soci (Es. associazioni sportive); - AI soddisfacimento dei bisogni di soggetti diversi dai soci (Es. charity Organization” ); Dal punto di vista dell'azienda, esse possono essere: - Interlocutori con cui doversi confrontare (alcuni enti nascono al fine di esercitare sulle aziende pressioni di varia natura); - Clienti; - Enti collegati, ovvero costituiti allo scopo di permettere che una parte degli utili dell'azienda siano destinati al raggiungimento di scopi diversi “ Anche queste organizzazioni, come le aziende pubbliche sono tenute ad amministrare la ricchezza, tuttavia rispetto alle aziende, esse non producono ricchezza , ma la impiegano, la trasferiscono. Organismi Sovranazionali 3.5 Gli organismi sovranazionali sono costituiti dal Stati sovrani, che ne riconoscono le autorità in ambito politico e economico. Provvedono a regolamentare in vario modo l’attività degli Stati che ne aderiscono. Tra i più conosciuti troviamo: - L'ONU costituita dopo la 2 Guerra Mondiale allo scopo di tutelare e difendere la pace, la cooperazione fra popoli; - L'Unione Europea, costituita allo scopo di assicurare la cooperazione economica fra gli Stati membri, diventata poi una sorte di unione politica e sociale; - La NATO, ovvero l’Alleanza Atlantica di natura militare e politica; Essi possono avere diversi tipi di rapporti con l’azienda: - Regolandone direttamente le attività; - Emanando disposizioni che costringono gli Stati Sovrani a regolare le rispettive attività; - Agendo come clienti delle aziende; Le altre aziende, il mercato, il settore e il sistema competitivo 3.6 Il mercato Il mercato è l’insieme delle operazioni di vendita, a condizione che esse siano in grado di condizionarsi a vicenda. Le operazioni di vendita si condizionano tra loro tramite due condizioni principali: - La disponibilità delle informazioni. Un esempio è il mercato dei servizi di trasporto in gondola. Dato che vi è un gran numero di turisti che visitano Venezia una sola volta nella loro vita, spesso le operazioni di vendita si concludono in modo indipendente dalle altre. Vi è quindi un difetto di informazione che attenua il legame d’interdipendenza fra le operazioni. - L’omogeneità del prodotto. I prodotti omogenei fra loro, ovvero prodotti che offrono più o meno le stesse caratteristiche, si condizionano fra loro per quanto riguarda il prezzo. Tuttavia è bene ricordare: - Esiste il mercato, rappresentato da operazioni di vendita che si condizionano fra loro; - Esistono operazioni fuori mercato, rappresentate da beni non confrontabili con nessun altro; - Esistono operazioni con caratteristiche intermedie (beni rari, ma non impossibili da trovare) Bisogna quindi precisare che nel caso di: - Prodotti standardizzati, il prezzo può essere “definito dal compratore” che fa valere la sua maggiore forza contrattuale; - Bene unico, il prezzo può essere “definito dal venditore”, che fa valere la sua maggiore forza contrattuale; - Bene differenziato, ma non unico, il prezzo può essere “definito dall’azione congiunta di venditore e compratore”, che hanno una forza contrattuale bilanciata; Il settore Un settore è un insieme di aziende che svolgono attività simili e operano in concorrenza sul mercato. La concorrenza spesso avviene sui mercati di sbocco, ma esistono anche casi in cui la concorrenza è sui mercati di acquisizione, soprattutto quando vi è una scarsità di prodotto. Rapporti tra le aziende e sistema competitivo Tra le aziende possono esserci: A. Rapporti di forza contrattuale; I rapporti di forza contrattuale esprimono la relazione fra aziende clienti e aziende fornitrici e si dividono in: - Rapporti di forza contrattuale con i fornitori (a monte) - Rapporti di forza contrattuale con i clienti (a valle); Entrambi sono condizionati dal modo in cui le aziende dello stesso settore si confrontano tra loro. La forza contrattuale dei clienti dipende da queste circostanze: = L'importanza del bisogno soddisfatto; - Le alternative disponibili con le quali il cliente può soddisfare il bisogno; B. Rapporti di rivalità e di collaborazione; Essi dipendono da cinque circostanze principali: Impatto di iniziative individuali sulle quote di mercato; Grado di unicità del prodotto offerto Importanza degli obbiettivi di quota di mercato Grado di utilizzo della capacità produttiva a livello di settore Modelli di comportamento prevalenti dei produttori GRANA cosiddetto “Make or Buy”. Ogni attività di acquisto viene giudicata in alternativa alla possibilità di effettuare all’interno le attività svolte dal fornitore. Inoltre i criteri di scelta tra una alternativa e l’altra devono permettere di ottenere il risultato migliore nel lungo periodo. Non conviene quindi spremere i fornitori fino al fallimento per assicurarsi il risultato migliore nel breve periodo. Esempio: Negli anni 90 nel settore automobilistico i produttori di auto avevano spinto al fallimento tutti i produttori di sedili, tranne uno, che ritrovatosi da solo, aumentò notevolmente i prezzi. Sebbene le attività aziendali sono tutte uguali per importanza, sono le attività di vendita che permettono di ottenere la ricchezza. Gli investitori che valutano l’acquisto o la vendita di un'azienda (o parte di essa) cercano di preveder l'andamento futuro delle vendite. La vendita è condizionata dagli stessi elementi che condizionano le attività d'acquisto, ovvero: = il valore attribuito al prodotto; = Il volume di acquisti annuo; - Le alternative disponibili e i relativi prezzi; = I costi e rischi del ricorso a fornitori alternativi = Le relazioni interpersonali stabilite con il venditore - La percezione che il venditore ha con l’equità del prezzo. Solo che affrontati in modo diverso. Mentre il compratore cerca di impiegarli al fine di ridurre il prezzo d’acquisto, il venditore dirige nella direzione opposta. Mentre il compratore cerca di orientare la trattativa in modo impersonale, il venditore tenta di basare il rapporto commerciale sul rapporto di fiducia e amicizia. Mentre il compratore cerca di dimostrare che il prodotto può essere sostituito agevolmente, il venditore punto a dimostrare che si tratta di un servizio unico. Vi è poi la definizione di “prezzo equo”: - Quando lo scambio è realizzato da due aziende, il prezzo spartisce il valore creato da entrambi. In questo caso il prezzo equo è quello che lascia alle parti una percezione di equità nella divisione del valore creato. - Quando invece lo scambio ha come controparte un consumatore, il prezzo equo è quello che lascia al consumatore la percezione che l'azienda abbia ottenuto un guadagno equo in rapporto alle attività svolte. Inoltre bisogna dividere le vendite in: - Vendite occasionali dove chi vende può orientare la trattativa senza conservare necessariamente il consenso e la fiducia della controparte; - Vendite continuative in cui non si tenta di ottenere il miglior risultato in quella operazione, ma si vuole instaurare un rapporto continuativo e duraturo con il cliente detto “lifetime value” Vendite collegate tra loro, ovvero vendite collegate ad altre attività di vendita, realizzate nello stesso momento, che si influenzano a vicenda. E’ il caso dei panettoni venduti ad un prezzo molto basso al supermercato, che però spingono i clienti a spendere di più su altri prodotti. Produrre aumenta le opportunità dell'azienda di realizzare qualcosa di unico. È più facile essere unici offrendo un prodotto trasformato, piuttosto che vendere un prodotto comprato da altri. Le attività produttive comprato un set-up più costoso, più lungo e meno reversibile. Inoltre le attività di produzione oltre ai maggiori rischi e ai maggiori benefici, comportano per l'azienda che le svolge una serie di obblighi, ovvero: 1. 2. 3. 4. 5. La garanzia della sicurezza dei lavoratori; La garanzia delle condizioni di lavoro, anche sotto un profilo diverso rispetto la sicurezza personale; Il rispetto delle norme per la tutela dell'ambiente La garanzia della qualità del prodotto ottenuto, e la possibilità di risalire dal singolo articolo al lotto di produzione (traceability) La garanzia del rispetto delle procedure previste per la lavorazione. In alcuni casi questi obblighi scaturiscono da norme di legge, in altri casi, esse nascono per richiesta delle aziende clienti. Inoltre le attività produttive sono in alcuni casi uno strumento fondamentale per l’unicità delle attività aziendali, che possono distinguersi: 1. Per la qualità del prodotto ottenuto. È il caso delle case automobilistiche di lusso, che basano la loro unicità sulla capacità di produrre vetture migliori di quelle prodotte dai concorrenti Per l’efficienza produttiva raggiunta. In alcune aziende è proprio questa superiore efficienza produttiva a garantire l'unicità, a volte è ottenuta al prezzo di grandi investimenti dedicati, altre volte è ottenuta assicurando alcuni collegamenti tra una attività e l’altra. Per la velocità e flessibilità della produzione. In alcuni casi un’azienda si rende unica, poiché invece di essere vincolata dalla rigidità produttiva, riesce a modificare la sequenza e la qualità delle proprie lavorazioni, riuscendo a soddisfare in tempi brevi le richieste del cliente. Per l’affidabilità del processo produttivo. In altri casi l'unicità delle lavorazioni è ottenuta grazie al superiore livello di affidabilità del prodotto, ovvero in base alla capacità di garantire al cliente un controllo al 100% delle proprie produzioni. Questa variabile ha un peso diverso in base al settore. Nel caso del settore farmaceutico è fondamentale, in quello delle aziende di packaging ha un peso marginale. Questo permette di capire come l'unicità delle attività produttive può essere orientata a diversi obbiettivi e possa essere più o meno importante in base al sistema di attività aziendali. Vi si distinguono così aziende che: = Non realizzano le attività produttive al proprio interno. E° il caso del Mondo dei grandi marchi di moda, che affidano la produzione a produttori esterni, o di Ikea che garantisce un elevato livello di flessibilità delle proprie produzioni, assegnando il compito di produrre a un fornitore esterno e impegnandosi a controllare la qualità del risultato ottenuto. - Realizzano le attività produttive al proprio interno. Un esempio può essere il settore dell’abbigliamento tradizionale di lusso, che ha bisogno di un processo produttivo che prevede una cura elevata dei dettagli, ma anche il settore del mobile di alta qualità. Le aziende hanno bisogno di regole. Sebbene senza di esse possono raggiungere risultati migliori sotto alcuni punti di vista, ciò la espone a rischi e conseguenze. Tutte le regole qui sotto indicate hanno comune una caratteristica: violarle può produrre un miglioramento dei risultati di una funzione nel breve termine, ma un peggioramento nel medio-lungo termine. Esistono regole di varia natura: 1. La necessità di osservare le leggi e gli impegni contrattuali assunti. Le leggi e gli impegni contrattuali definiscono gli obblighi che l'azienda non può violare senza il rischio di una sanzione o di una reazione del cliente. A volte alcune funzioni aziendali possono essere portate a cedere alla tentazione di violare questi obblighi al fine di raggiungere risultati migliori. In ambito legale, oltre alle leggi antitrust, uno dei casi più frequenti è quello delle leggi anti corruzione. In ambito contrattuale, tra gli obblighi più ricorrenti vi sono quelli relativi alle specifiche del prodotto, ai patti di esclusiva o di non concorrenza. Le violazioni degli obblighi di cui l'azienda è responsabile, contribuisce a determinare il profilo di rischio di cui l'azienda è portatrice. Evitare che si verifichino situazioni del genere è compito dell'ufficio legale. 2. Le regole orientate all’assicurazione della qualità. Le attività di assicurazione della qualità sono orientate a far sì che i prodotti consegnati ai clienti siano conformi alle specifiche e che esse rispettino le esigenze di sicurezza e qualità in genere. A volte può capitare che alcuni difetti siano impercettibili dal cliente e che quindi la vendita venga forzata, questo può portare un vantaggio a breve termine Se invece le suddividiamo in base alla loro opportunità di ripetizione, distinguiamo tre categorie principali: 1. Attività destinate a verificarsi una volta soltanto 2. Attività destinate a ripetersi ciclicamente 3. Attività destinate a ripetersi iterativamente, in quanto orientate all’avvio o al rinnovamento di insiemi di attività correnti relativamente simili Esempi di attività di set up differenziate per opportunità di ripetizione e per oggetto Opportunità di ripetizione dell'attività Attività destinate a ripetersi Attività destinate ripete iterativamente, in quanto Attività destinate a assortiti ordinate all'avvio o al i ciclicamente, al verificarsi di insiemi. verificarsi una volta soltanto rinnovamento di insiemi di certe condizioni È attività correnti relativamente simili Revisione del disegno generale delle attività di FCA D°] Attività finalizzate a Attività finalizzate a rendere È na effettuato in occasione 5 definire il disegno possibile la separazione tra Jelraggiornamento del piano 7 generaledelleattività —FCAeFerrari realizzata nel ee e HA i a strategico 2014-2018 2 realizzato dal gruppo FCA nel © corso del 2015 v o è È Arriva finlizate Ridefinizione dell'attività Ridefinizione delle attività Ridefinizione delle attività 9 all'avvio 0 al pubblicitaria del gruppo al —’1produttive del gruppo FCAin dell filiali commerciali e dei ò rinnovamento di fine di rendere possibile il vista delle restrizioni alle concessionari FCA al fine di singole attività passaggio dal marchio Fiat al importazioni sul mercato modificare l'orientamento al correnti marchio FCA cinese cliente o l'attività tecnica Le caratteristiche delle attività di set up sono: 1. Sono scarsamente reversibili. Quando esse hanno completato e realizzato il “disegno delle attività correnti” i giochi sono fatti. 2. Spesso finiscono per essere predisposte e realizzate dalle stesse persone responsabili delle attività correnti 3. Nella maggior parte dei casi non hanno natura ripetitiva e trovano spesso impreparate le persone che le promuovono. Le attività di direzione 4.4 Quando l’azienda non è riconducibile all’attività artigianale di pochi soggetti, acquisti, produzione e vendite sono svolte da persone diverse. Ciò aumenta l'efficienza perché la divisione del lavoro produce specializzazione. Ma la divisione del lavoro ha anche altre conseguenze. Prima di tutto richiede che il lavoro delle diverse persone sia diretto, ovvero che: = Siano definiti gli obbiettivi generali = Che siano distribuiti gli obbiettivi individuali - Che sia coordinato e controllato il lavoro svolto dalle singole persone. Di conseguenza le responsabilità primarie del direttore generale si riconducono a tre aree principali: - La definizione degli obbiettivi di carattere generale - L'organizzazione del lavoro dei collaboratori = Il controllo dei risultati del lavoro svolto Le attività di definizione degli obbiettivi generali 4.4.2 In un'azienda, la definizione degli obbiettivi è una delle attività di maggiore importanza. Si tratta di convertire la funzione generale dell’azienda in traguardi specifici e misurabili. Tradizionalmente gli obbiettivi aziendali sono sintetizzati nei preventivi economico-finanziari complessivi, ma da diversi anni hanno trovato diffusione sistemi di determinazione di obbiettivi che guardano a una serie di variabili che tengono conto anche : - Della dimensione dei rapporti intrattenuti con la clientela; - Della dimensione delle principali attività interne = Della dimensione dei principali processi di rinnovamento; Le attività di organizzazione 4.4.3 Una volta definiti gli obbiettivi di carattere generale, l’organizzazione è una delle attività più importanti: consiste nel distribuire e coordinare il lavoro, assicurando la responsabilizzazione delle persone cui il lavoro è affidato. Si tratta di: - Avere un’idea chiara degli obbiettivi generali dell'azienda e del modo in cui essi possano essere riflessi in obbiettivi particolari; - Trasmettere gli obbiettivi particolari ai singoli soggetti responsabili; = Accertarsi che, una volta ricevuti gli obbiettivi, il collaboratore li condivida all’interno del gruppo da lui coordinato. La specializzazione e il coordinamento sono definite di pari passo. - La specializzazione è necessaria affinché un'attività sia esercitata in modo professionale. - Il coordinamento è indispensabile affinché l’attività sia svolta in modo utile rispetto agli obbiettivi aziendali. La specializzazione però prospetta una serie di possibili problemi che chi dirige deve conoscere ed evitare: 1. Uno specialista di un’attività può interpretare il suo ruolo secondo obbiettivi personali, che possono così essere in conflitto con gli obbiettivi aziendali. Può crearsi così una: - Scoliosi tecnica, nel caso in cui la funzione tecnica fissi standard di qualità talmente alti da non poter essere apprezzati dal cliente; - Scoliosi commerciale , nel caso in cui la voce del cliente e della rete di vendita si sovrapponga alla voce della fabbrica e del personale di produzione; Per questo il coordinamento tra le funzioni richiede che le decisioni che interessano le singole attività siano assunte nella prospettiva dell'azienda nel suo insieme. Nel caso di conflitti tra le diverse funzioni, spetta al direttore generale la scelta, che deve essere orientata alla tutela dell’interesse generale. 2. Le forme di specializzazione adottate devono essere compatibili con la soddisfazione dei lavoratori. Questa è la ragione per la quale la divisione dei compiti non può sfociare nella parcellizzazione esasperata delle mansioni. 3. Problema di flessibilità: la ricerca di superiori livelli di efficienza stimola lo sviluppo di competenze specialistiche da parte dei collaboratori e l'adozione di macchinari dedicati a singole attività. Tutto ciò rende difficile conservare la flessibilità dio cui l'azienda ha bisogno per adattarsi all'evoluzione del mercato di riferimento. Chi riesce ad aumentare la specializzazione conservando la flessibilità ottiene un vantaggio rispetto agli altri. Il disegno organizzativo Le decisioni organizzative consistono nelle scelte finalizzate a comporre il disegno organizzativo. Il disegno organizzativo consiste nella definizione di un sistema coerente di istruzioni e stimoli per le diverse persone coinvolte nell'attività aziendale. In parole povere serve per aiutare le persone a svolgere il loro lavoro nel Modo migliore. Istruzioni e stimoli possono essere trasmessi in vario modo: A. Mediante la definizione di relazioni gerarchiche e di coordinamento; B. Mediante la definizione di istruzioni permanenti; C. Mediante la definizione di istruzioni temporanee e la definizione di incentivi; D. Mediante relazioni di influenza interpersonali; Organigramma a matrice L’organigramma a matrice presuppone due linee di specializzazione: 1. Unain base al prodotto seguito; 2. Unain base alla funzione esercitata; Questo organigramma viene utilizzato in aziende che: 1. Hanno centri di profitto distinti sotto la direzione generale; 2. Hanno necessità di sfruttare benefici che derivano dal coordinamento funzionale; È ancora meno diffuso dell’organigramma divisionale, perché presuppone un elevato livello di difficoltà gestionale. Tra i vantaggi troviamo - Permette di coordinare simultaneamente la stessa persone secondo due logiche differenti: per esempio la logica derivante dal progetto e quella funzionale; = Assicura la creazione di centri di profitto al di sotto della direzione generale; = Assicura | possibilità di modificare agevolmente la mappa delle responsabilità organizzative all’insorgere di esigenze gestionali nuove; Tra gli svantaggi: = Sottopone i collaboratori al rischio di conflitti di ruolo, come quelli che possono sorgere tra due capi che sovrintendono lo stesso dipendente; = Costringe diverse persone ad avere come linea di dipendenza principale quella che li collega a persone dotate di una formazione tecnica diversa dalla loro; - Aumenta in modo notevole la complessità organizzativa; B. Le istruzioni permanenti Le istruzioni permanenti sono finalizzate a definire gli insiemi di compiti o mansioni, assegnati alle singole persone. A volte questi insiemi di compiti sono formalizzati in brevi documenti di “job description” che definiscono per diverse “posizioni organizzative”: - Obbiettivi; - Compiti; = Relazioni con gli altri organi; = Caratteristiche della persona idonea a ricoprire la posizione. L’organigramma e il sistema delle job description congiuntamente compongono la struttura organizzativa che identifica il sistema delle istruzioni permanenti per la distribuzione e il coordinamento del lavoro. C. Le istruzioni temporanee e gli incentivi Le istruzioni temporanee sono finalizzate alla definizione di obbiettivi specifici e ad assicurare modalità specifiche di distribuzione e di coordinamento del lavoro a fronte di certe circostanze. Gli incentivi sono invece finalizzati a incoraggiare il raggiungimento di certi obbiettivi, associando a questi risultati dei premi. Le istruzioni temporanee e gli incentivi congiuntamente compongono i sistemi operativi. | principali sistemi operativi definiscono modalità e procedure di una serie di attività che possono essere divise in due gruppi. 1. Le attività del primo gruppo hanno come obbiettivo principale la conduzione dell’azienda e delle persone verso il raggiungimento di alcuni obbiettivi. 2. Le attività del secondo gruppo non sono finalizzate ad assicurare riconoscimenti alla persona, ma sono concepite per assicurare il soddisfacimento di esigenze organizzative “dell'azienda” D. Le relazioni di influenza interpersonali In alcune aziende si osserva che a fronte di una struttura organizzativa formale, esiste una struttura organizzativa “de facto” che si discosta dalla struttura formale. Il comportamento adottato dalle persone scaturisce dalle relazioni interpersonali che si creano all’interno delle aziende e che producono anch’esse un impatto notevole sull’organizzazione. Spesso può accadere che i collaboratori a causa del rapporto capo- subordinato ritardino a riferire andamenti negativi dei risultati. Altre volte può accadere che i collaboratori si comportino di riflesso in base alle preferenze espresse dal leader (Esempio: Apple e il divieto di prendere appunti durante riunioni) In sintesi: = l’organizzazione è l'insieme delle attività con le quali il lavoro è diviso e coordinato tra le persone; = L'organizzazione è un’attività che compete per definizione al direttore generale, che può beneficiare dell’aiuto dei diversi soggetti (es. direttore dell’organizzazione); = L'organizzazione presuppone la responsabilizzazione delle persone, ottenuta anche tramite incentivi; = La responsabilizzazione non risparmia nessuno, anche quando chi dirige è il socio di riferimento, esso identifica due ruoli e due insiemi di interessi differenti; - Il regime di responsabilizzazione del direttore generale è necessariamente accentuato rispetto a quello degli altri ruoli, l'aumento della pressione sui risultati fa sì che i direttori generali che non producono le performance desiderate vengano sostituiti; Le attività di controllo 4.4 L'attività di controllo identifica la definizione degli obbiettivi analitici, l’analisi critica dei risultati e la definizione delle azioni correttive. Essa presuppone una certa dialettica tra soggetti dotati da diversa responsabilità sugli obbiettivi e sui risultati aziendali. La dialettica può avere varie forme. Gli obbiettivi possono essere proposti dal basso o assegnati dall’alto. | risultati e gli scostamenti tra gli obbiettivi possono essere controllati più o meno assiduamente, in modo più o meno rigido: = lL’attitudine a un controllo serrato sui risultati è spesso alla base del Successo; - L’assenza di un'attività di controllo è all’origine di situazioni di “sbando”; In generale ogni attività umana, per lo stesso fatto di essere controllata si modifica, in quanto le persone reagiscono e si comportano in modo diverso quando sanno che i propri risultati sono osservati ed esaminati da qualcuno. Una prima forma di controllo può essere esercitata da chi svolge direttamente le singole attività. Tuttavia questa attività di controllo nella maggior parte dei casi non è sufficiente, per questo nelle aziende il controllo viene spesso affidato in misura significativa a soggetti diversi da quelli che esercitano l’attività in questione. Le attività di controllo consistono in: 1. Definizione analitica di obbiettivi articolati per singoli centri di responsabilità. Si pone in condizioni di continuità con la prima delle attività di direzione, ovvero la definizione degli obbiettivi di natura generale e degli obbiettivi specifici. Chi dirige, crea le condizioni per controllare i collaboratori accertandosi che ognuno assuma obbiettivi chiari e In alcuni casi, ai fini dell’ottenimento del vantaggio di prezzo o di costo, alcune aziende limitano la propria attività ad alcuni prodotti, restringendo così l'ambito competitivo e diventando più specializzate ed efficaci. Le variabili che permettono la restrizione dell'ambito sono: = Ampiezza della gamma di prodotti offerti; = Articolazione geografica delle attività coordinate; Livello di diversificazione in attività correlate; Grado di integrazione verticale; - Numero di segmenti serviti; Sono cinque variabili, ma non significa che se si ha la maggior parte delle variabili definite in modo stretto l’ambito sia stretto, e viceversa. A volte basta una sola variabile a fare la differenza. Qui l'esempio di Hermes e Coca Cola: Ampiezza della Gamma di Ristretto Ampio prodotti offerti Articolazione geografica Ampio Ampio delle attività coordinate p Livello di diversificazione Ristretto Ampio in attività correlate Grado di integrazione Ristretto Ampio verticale Numero di segmenti Ampio Ristretto serviti AMBITO AMPIO RISTRETTO In questo esempio si vede bene come nonostante la maggior parte delle variabili dicano il contrario, l'ambito di Coca Cola è ampio mentre quello di Hermes è ristretto. I rami di gestione diversi dalla gestione tipica. Le operazioni estranee alla gestione 4.6 Oltre alle attività di gestione tipica, nelle aziende vi sono una serie di altre attività: Attività di gestione patrimoniale; Attività di gestione finanziaria; Attività di gestione tributaria; Operazioni estranee alla gestione; * Aumenti di capitale a pagamento; * Riduzioni di capitale a pagamento; * Distribuzione di dividendi; AEON Attività di gestione patrimoniale Hanno per obbiettivo la gestione delle eccedenze di liquidità che possono avere origini diverse: 1. Eccedenze generate dal ciclo finanziario (ciclo incassi e pagamenti) Esempio: quando noi paghiamo al supermercato, esso si trova a disporre per alcune settimane risorse liquide generate dalla gestione tipica. Prima di dover pagare i propri fornitori, il supermercato può impiegare temporaneamente la liquidità ottenuta per ottenere un rendimento addizionale rispetto le attività di gestione tipica. 2. Eccedenze generate da circostanze diverse da quelle riconducibili al ciclo finanziario, esempio: * L'azienda ha prodotto in passato risultati economici molto elevati; * L’azienda ha rinunciato a investire le eccedenze liquide per migliorare le attività del business che le ha generate; * L'azienda ha rinunciato a distribuire tali eccedenze liquide agli azionisti; O meno frequentemente: * L'azienda ha provveduto al disinvestimento da uno o più business; * L’azienda ha effettuato operazioni di indebitamento finalizzate a potenziare attività di gestione patrimoniale; * L’azienda ha ricevuto una dotazione di capitale eccessiva da parte degli azionisti; Dalla diversa origine delle eccedenze di liquidità scaturisce un diverso significato e un diverso ruolo del risultato della gestione patrimoniale. " se esse derivano dal ciclo finanziario, il risultato economica della gestione patrimoniale può essere considerato parzialmente integrato con quello della gestione tipica; = Se esse derivano dai risultati economici della gestione tipica, da operazioni di disinvestimento o di raccolta finanziaria, il risultato della gestione patrimoniale può essere considerato come relativamente autonomo. Attività di gestione finanziaria Hanno per obbiettivo la copertura a condizioni convenienti del fabbisogno finanziario, che è generato prevalentemente dal ciclo finanziario della gestione tipica. Il fabbisogno finanziario aziendale può avere due origini principali cui corrispondono altrettanti significati gestionali: 1. Fabbisogno finanziario generato dal ciclo finanziario della gestione tipica; Si verifica nelle aziende che forniscono beni alimentari ai supermercati. Esse quando consegnano tali beni ai supermercati dovrà pagare i propri fornitori e dipendenti prima di incassare il credito dai supermercati. Quindi per poter pagare i propri fornitori: A. Raccoglierà liquidità dalla banca a titolo di prestito oneroso; B. Pagherà i propri fornitori C. Una volta incassato il credito da parte del supermercato rimborserà il prestito e gli interessi maturati alla banca. 2. Fabbisogno finanziario generato da circostanze diverse da quelle riconducibili al ciclo finanziario della gestione tipica * L'azienda ha prodotto in passato risultati economici negativi mediante le attività gestionali; Secondo Warren Buffett è difficile per un manager ottenere buone performance in un settore cattivo. Sebbene esistano delle eccezioni come Ryanair, che ha da anni buoni risultati in un settore molto “difficile”, scegliere un settore difficile vuol dire esporre l’azienda a numerose difficoltà. Il motivo per cui vengono scelti settori difficili, o per il quale le aziende non abbandonino il proprio settore per andare in uno più facile è che vi sono radici che “legano” alcune aziende ad alcuni settori, rendendo difficile uscirne, e vi sono ragioni che portano singole persone ad impegnarsi in alcuni settori: - A volte le radici sono rappresentate da investimenti che è difficile smobilizzare, creando “barriere all'uscita” - Altre volte vi sono ragioni di natura psicologica che legano alcune persone ad alcuni settori, portandole a sottovalutare i rischi e le controindicazioni di un certo settore - In altre occasioni, la ragione che porta ad entrare in un settore è legata esclusivamente all’opportunità. Il posizionamento strategico definisce il disegno delle attività correnti, mentre obbiettivi e rinnovamento del posizionamento strategico definiscono il disegno delle attività di set-up. Il posizionamento strategico presuppone : - Scelte in merito al vantaggio competitivo, che può essere fondato su costi più bassi o prezzi di vendita più alti; * Il posizionamento strategico fondato sul vantaggio di costo è più rischioso di quello fondato sul vantaggio dio prezzo, perchè la minore opportunità di differenziazione del prodotto accentua il rischio di esporre l’azienda ad una guerra dei prezzi - Scelte in merito all'ambito competitivo, che può essere più o meno ampio. * Il posizionamento strategico fondato sull’ambito ampio è tendenzialmente più rischioso di quello fondato sull’ambito stretto, dal momento che l’ambito stretto presuppone minore attrattivi e maggiore difficoltà di accesso per i concorrenti. La struttura dei costi può essere definita da un maggiore o un minore ricorso ai costi fissi e i costi variabili - I costi fissi sono i costi che non variano al variare delle quantità di produzione e vendita. Esempi: * Costo dei locali occupati * Costo del personale indiretto. - I costi variabili sono i costi che variano al variare della quantità di produzione e vendita. Ciò significa che l'azienda è in grado di ridurre agevolmente questi costi in caso di riduzione delle vendite. Esempi: * Costo dei materiali e dei servizi acquistati dall'esterno * Costo dei servizi di vendita forniti dagli agenti di commercio La distinzione tra costi fissi e costi variabili è all'origine di un modello di analisi dei risultati, che permette di identificare: - Il punto di pareggio, ovvero il volume di produzione e di vendita che permette di ottenere ricavi totali uguali ai costi totali, superato il quale l'azienda accede all'area dei profitti; - La distanza del volume di produzione e vendita dal punto di pareggio, dal quale scaturisce il margine di sicurezza, ovvero il massimo livello di riduzione del volume di produzione e vendita sopportabile senza entrare nell’aerea delle perdite. L'aumento dei costi fissi comporta di solito la riduzione dei costi variabili e l'opzione per una struttura dei costi più rigida, che ha un impatto notevole su come l'azienda reagisce alle variazioni dei volumi di attività, positive o negative che siano. Possiamo esprimere i profitti totali, mediante un’equazione definita in base a quattro variabili: Questa formula permette di definire il punto di pareggio in un funzione di una delle quattro variabili, lasciando inalterato il valore delle altre tre. Per scegliere la struttura dei costi occorre considerare le differenze che prospettano entrambe nel caso in cui i volumi di vendita aumentino. - La struttura dei costi con maggior peso di costi fissi, prospetta un Break Even Point più alto, quindi per l'azienda è più impegnativo raggiungerlo e si ha quindi un margine di sicurezza minore, nel caso di un aumento dei volumi invece, permette un aumento dei risultati maggiore. - La struttura alternativa dei costi con minor peso dei costi fissi, prospetta un Break Even Point più basso, con un conseguente margine di sicurezza maggiore, tuttavia nel caso di un aumento dei volumi, permette un aumento dei risultati minore. Essa è quindi ideale: * Se il volume di vendita sia più variabile * la propensione al rischio dell’imprenditore sia relativamente minore Le decisioni in merito agli obbiettivi di conservazione o di cambiamento del posizionamento strategico possono essere più o meno ambiziosi, anche alla luce del posizionamento e degli obbiettivi di rinnovamento dei concorrenti. Vi sono infatti: = In alcuni casi non aggiunge valore all'azienda se non per effetto dei benefici fiscali associati alla deduzione degli interessi passivi; = In alcuni casi l'elevato rapporto di indebitamento risulterebbe causa di un aumento forte del rischio finanziario, che nel peggiore dei casi può rappresentare la cause del default dei soggetti indebitati Eccedenze di liquidità e Debiti finanziari: conclusioni 1. Le eccedenze di liquidità a volte sono gestite nelle aziende per vari motivi, legati a obbiettivi aziendali o a obbiettivi individuali degli azionisti. Non è una cosa necessariamente positiva, perchè sottopone risorse finanziare aziendàlmènte inattive al rischio d'impresa Il debito finanziario, se impiegato in misura non eccessiva, può produrre alcuni benefici, associati alla deduzione fiscale degli interessi passivi. Naturalmente comporta sempre un aumento dal rischio per gli azionisti * Il rischio addizionale assunto dagli azionisti è esattamente lo stesso che viene tolto dalle spalle dei creditori quando a questi viene assicurato un privilegio rispetto agli azionisti nella percezione degli interessi attivi e nel rimborso del capitale prestato. Se l'azienda dovesse andare in perdita, invece di dividere proporzionalmente le conseguenze tra tutti i soggetti che le hanno fornito le risorse finanziare,, gli azionisti si ritroverebbero in una situazione ben peggiore. Il problema principale da valutare è se il debito finanziario sia sostenibile alla luce del rischio finanziario che esso comporta. N Non è possibile stabilire il “giusto” livello del rapporto di indebitamento senza comprendere il rischio di business. Il rischio finanziario infatti, finisce per amplificare il rischio di business. Il rischio complessivo massimo, dipende dalla propensione al rischio degli azionisti, elemento inevitabilmente soggettivo. Essa può essere condizionata da elementi razionali e irrazionali. Tra gli elementi razionali che contribuiscono a formare la propensione al rischio ci sono: - l'utilità marginale decrescente della ricchezza; - Il livello di diversificazione dell’investimento ottenuto dall’investitore nella gestione del proprio portafoglio di investimenti; Esso dipende dal livello di diversificazione realizzato dall’investitore. Ciò premesso, un azionista che abbia concentrato i propri investimenti in una sola azienda dovrebbe essere pronto ad accettare un rischio aziendale complessivo relativamente minore rispetto all’azionista che abbia diversificato i propri investimenti. Quindi a parità di rischio di business l’azionista che non ha diversificato dovrebbe essere meno propenso ad assumere il rischio finanziario rispetto a un investitore che ha diversificato. L'impatto di eventi specifici invece (che sono forse i più importanti) non sono ancora misurabili tradita gli strumenti forniti dalla scienza economica. Inoltre ogni business risente di : - componenti di rischio non neutralizzabili tramite diversificazione (ES. componente di rischio sistematica) = Specifici fabbisogni di investimento Il modo in cui l'azienda risponde a questi fabbisogni di investimento può influire a sua volta sul rischio di business. Un esempio sono i numerosi casi di aziende che hanno visto aumentare la dimensione minima necessaria per garantire l'efficienza. Diverse aziende si sono così ritrovate costrette a scegliere tra due alternative: 1. Investire risorse finanziare ingenti per lo sviluppo del business 2. Rinunciare a investire risorse finanziarie ingenti e rassegnarsi all’indebolimento della propria posizione competitiva nel proprio settore. In molti casi, gli azionisti e gli amministratori chiamati a decidere non avevano accesso alle risorse finanziarie necessarie. Di conseguenza la composizione del rischio di business e del rischio finanziario in questi casi non è stata semplice. Vi sono così essenzialmente due possibilità: 1. Rinunciare al controllo della società e vendere a grandi gruppi 2. Non rinunciare alla propria autonomia nonostante i crescenti rischi finanziari che si sono aggiunti ai rischi di business. Questa scelta può portare a sorti alterne * In alcuni casi, nonostante il rischio finanziario sia aumentato e il rischio aziendale complessivo fosse diventato molto alto, le cose sono andate bene e l’azienda è riuscita a conservare e rafforzare la propria posizione competitiva * In altri casi, l'azienda ha progressivamente perso la propria capacità di produrre ricchezza e si è trovata nell’impossibilità di tenere il passo con gli investimenti necessari. Di conseguenza si è ritrovata costretta a essere ceduta a terzi, spesso per prezzi di vendita molto inferiori rispetto a quelli che avrebbero potuto essere ottenuti in passato. Di conseguenza, nella composizione dei problemi di business con i problemi finanziari, esiste un ordine di priorità, in cui i problemi di business vengono prima. A volte la gestione tipica subisce: = “Salti dimensionali” indotti prevalentemente da cambiamenti di mercato o di tecnologia. Quando questo accade la prima cosa è assicurarsi che l’azienda non sia condannata a un processo involutivo, a indebolirsi fino a scomparire - “Salti dimensionali” compatibili con la capacità finanziaria dell’azienda e dei suoi azionisti, anche se a prezzo di rischi crescenti. Quando questo accade, l’azienda può conservare il suo spazio, a condizione che le condizioni del settore non peggiorino in un tempo successivo e che gli azionisti accettino il rischio maggiore. * Dal punto di vista intellettuale la cosa più difficile è capire gli scenari che concretamente si prospettano, e definire le conseguenze che tali scenari possono produrre sulle necessità di investimento e la produzione di ricchezza * Dal punto di vista emotivo, la cosa più difficile è conservare la serenità necessaria per non viziare la percezione della realtà, per distinguere quello che si crede da quello che si spera.
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