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Sintesi libro di testo "Geolab", da pag. 9-93 e da pag.193-224, pagine indicate a lezione., Sintesi del corso di Geografia

Inerente all'insegnamento geografico nella scuola primaria, l'importanza della didattica geografica e altri mediatori grazie ai quali è possibile assimilare informazioni geografiche. La sintesi contiene anche prefazione, introduzione e appendice.

Tipologia: Sintesi del corso

2021/2022

In vendita dal 24/01/2023

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Scarica Sintesi libro di testo "Geolab", da pag. 9-93 e da pag.193-224, pagine indicate a lezione. e più Sintesi del corso in PDF di Geografia solo su Docsity! Geolab La geografia è… il geografo fa Prefazione La geografia richiama la sua propria esperienza scolastica, e in effetti è una disciplina scolastica con cui si interagisce nell’adolescenza. Ma è solo questo? solo una reminiscenza scolastica? ne discusse Andrea Bissanti, geografo barese. Fu il primo a riuscire a richiamare l’attenzione della comunità accademica italiana sul ruolo educativo della geografia. L’uomo è sempre stato un geografo, fin da quando ha capito le sue necessità, da quando ha iniziato a dover provvedere alla sua sopravvivenza, iniziando quindi a relazionarsi con altri popoli, ma soprattutto con l’ambiente. Inizia quindi a legare le prime rappresentazioni spaziali. L’uomo è sempre stato un geografo, ma non per forza un buon geografo. Uomini e donne sono costruttori-distruttori di città al pari degli eventi ambientali. Ognuno di noi è legato ad antenati, e noi a nostra volta siamo legati alle generazioni future per le quali costruiamo un patrimonio materiale e culturale. Nulla è staccato, tutto è connesso e rigorosamente consequenziale. Gli anni a disposizione per formare un geografo non sono molti, anzi praticamente si limitano alla scuola d’infanzia, primaria e secondaria di primo grado. Ogni bambino in questa fase della vita è un esploratore che si dirige verso nuovi mondi; bisogna fare in modo che conservi questo spirito di scoperta. Mario Ortolani: geografo bolognese, ha portato il suo spirito acuto nella geografia. Riferendosi alla geografia umana si esprime dicendo: “ [...] è animata da una visione universale dello spazio, ignora i confini e le nazioni, e costituisce una delle poche discipline umanistiche che contempli, di fatto, la parità dei popoli e la uguaglianza degli uomini”, in poche parole esplica l’aspirazione universale, la parità dei diritti degli uomini e la solidarietà tra popoli diversamente favoriti da condizioni ambientali e storiche. Più giovane di Ortolani troviamo Giuseppe Dematteis, che dona una definizione più articolata: “la geografia diventa piacevole e interessante la dove stimola l’immaginazione, suggerisce analogie e ipotesi, scopre nel palinsesto della superficie terrestre l’organizzarsi di nuove forme e, esplorando lo spazio, esplora i rapporti che legano tra loro individui, classi, gruppi, nazioni, culture”. Una stessa musa ispiratrice può produrre percezioni in tempi e contesti diversi, ma è proprio la molteplicità di apporti e prospettive che fanno di questa una forza irrinunciabile nella formazione non solo dello studente, ma anche dell’uomo e la donna che vengono chiamati ad affrontare un’esistenza attiva da protagonisti. Per questo il geografo non può essere un osservatore passivo e non si limita allo studio, ma prende iniziative e si attiva in prima persona. Nel geografo quindi non ci può essere separazione tra studio e azione. D’altro canto la disciplina, di cui si fa interprete e rappresentante, agisce nella quotidianità. Quindi, il geografo osserva attentamente l’operato di altri specialisti del territorio che cercano di quantificare e misurare le numerose variabili del geosistema terrestre, procedendo quindi con disinvoltura alla semplificazione e riduzione della complessità tipica di ogni sistema. 1 La geografia è e il geografo fa→con questo si stabilisce una continuità tra sapere e operare, tra dovere e piacere della conoscenza. Introduzione Teoria e pratica sono inseparabili e anche il nuovo metodo di laboratorio senza il pensiero, la riflessione e la consapevolezza non servirebbe a molto. Il fare pensando, scoprendo aiuta lo studente all’astrazione, a superare lo spaio e il tempo attuali per formare competenze capaci di produrre nuove acquisizioni e la costruzione di inedite conoscenza con la flessibilità e duttilità necessarie alla soluzione di problematiche sempre nuove e sempre più complesse. Come la geografia anche la didattica è scienza di frontiera e di cerniera, e mostra il suo carattere interdisciplinare perchè capace di intrattenere sinergiche relazioni con discipline e insegnamenti scolastici diversi. Inoltre il maestro non dovrà mai dimenticare lo stretto legame tra ricerca e didattica, ricordando che tra le due c’è una relazione scambievole. Il laboratorio rappresenta un’opportunità per l’insegnante di coniugare ricerca, teoria e pratica e per i ragazzi di acquisire conoscenza sul che cosa fare, come e in che modo, e se vogliamo anche dove, come e quando farne ricorso. Così si educa al territorio e si fa in modo che uomo-donna abbia conoscenza e coscienza della realtà in cui quotidianamente opera. Una conoscenza che deve diventare etica. Il territorio quindi è la fonte di conoscenza della realtà che ci circonda e di comprensione delle scelte a volte imposte “dall’alto”, e la scuola si è posta l’obiettivo di aiutare gli alunni a vedere, pensare e agire autonomamente e responsabilmente, a conoscere il patrimonio locale, le ricchezze naturali e culturali. Il laboratorio rappresenta sicuramente un'occasione importante non solo per verificare materialmente, ma per esercitare il ragionamento, la ponderazione, la valutazione, nonché per addestrare la pazienza, al rispetto dei tempi e alla collaborazione. Insegnare è una missione, è lasciare un segno e quindi sottende una grande responsabilità, bisogna saper proporre con la parola e il comportamento. Il volume si articola in due parti: 1. Dalla teoria alla pratica: sperimentazione territoriale, dei compiti e metodi della geografia, del binomio spazio-tempo, dei traguardi indicati per la nostra disciplina dai documenti nazionali 2. Dalla pratica alla teoria: modell più spiccatamente laboratoriali 2 relazionarsi con i cambiamenti. Si parla di uno spazio costituito da diversi elementi: fisici, sociali e culturali. Per lungo tempo l'osservazione è stata ritenuta il criterio più adatto per una disciplina come la geografia, che aveva il compito di guardare cose concrete. Già Carl Ritter sottolineava l'importanza dell'osservazione, definendola come “regola fondamentale”; evidenziava un'osservazione che coinvolgesse tutti i sensi dell'uomo e qualcosa in più, ovvero l'osservazione mentale, perché l'occhio non riesce a vedere ciò che la mente non conosce. L'osservazione infatti non può limitarsi alla semplice immagine: deve andare oltre la mera operazione visiva, superare la prima facciata dei fatti, comprendere le connessioni, i legami, i rapporti di causa effetto che a loro volta producono altri effetti. Pertanto si fa doveroso ricorso ad un approccio deduttivo che è stato largamente utilizzato soprattutto nel tentativo di rendere la geografia una disciplina strettamente scientifica e con basi quantitative, si parla dell'approccio della deduzione per ragionamento, trarre da. Per concludere, quello geografico, è un metodo che oltre ad essere multitemporale e multiscalare, è anche multifattoriale e multistrumentale. A questo possiamo aggiungere anche globale e trasversale, perché implica la localizzazione, la correzione e la causalità. È un metodo sistematico di insieme, è uno studio che deve accogliere e integrare tutte le prospettive. Da tale principio consegue un importante fondamento educativo, ovvero il messaggio profondamente positivo e possibilista trasmesso dalla geografia. se un tempo l'obiettivo della geografia era conoscere la terra per uno scopo soprattutto pratico, cioè per conquistarne le risorse materiali e strategiche, oggi il fine è molto più ambizioso e nobile, si propone una conoscenza finalizzata alla cura del pianeta, alla tutela degli equilibri sistemici, alla valorizzazione dei luoghi delle risorse, così da far nascere un'armonia che nasce dal rispetto dei diritti e da una corretta e democratica organizzazione del territorio. 1.2 L’equipaggiamento del geografo: vecchi e nuovi ferri del mestiere Come la maggior parte dei professionisti, il geografo si muove con un suo zaino, che lo segue ovunque. All’interno di esso troviamo la presenza di diversi strumenti, indispensabili al geografo, considerati propri della disciplina. Il più importante e conosciuto è la bussola, pratico e utilizzato anche nelle scuole. Ma ciò che maggiorente conferisce ordine allo spazio è la carta geografica, che è sicuramente lo strumento più importante del geografo. Le carte geografiche sono rilevate da un punto di vista verticale e riducono a due dimensioni uno spazio tridimensionale. Inoltre non sono fedeli→sono una riproduzione su un piano di una porzione di superficie terrestre, necessariamente ridotta secondo un rapporto matematico (scala numerica) o geometrico (scala grafica), dal quale dovrebbe derivare una sua oggettività spaziale, ma la carta rimane sempre approssimata. E’ uno strumento che soddisfa precise esigenze, e principalmente: 1. Per orientarsi consentendo di individuare punti di riferimento e direzioni da seguire 2. Per conoscere lo spazio, vicino e lontano 3. Per comprendere le relazioni e le interazioni tra gli elementi fisici e antropici 4. Per sintetizzare e comunicare le conoscenze acquisite 5 5. Per proporre modelli di spiegazione e di utilizzazione dell’intervento dell’uomo sul territorio 6. Per progettare nuove forme di organizzazione territoriale Sarà compito dell’insegnante presentare progressivamente gli argomenti, ma è bene ricordare che il bambino vede e vive lo spazio in rapporto all’età e al vissuto, per questo esso struttura lo spazio in base alla percezione costruendo carte mentali, che arricchiscono la visione spaziale. Tali carte sono significative per l’insegnante in quanto ne stimolerà la produzione rivolgendo loro particolare attenzione. In più sollecitano l’immaginazione riuscendo a coniugare oggetto e simbolo, mostrando l’evoluzione e la trasformazione dello spazio. Sulle carte il bambino formula un viaggio, immagina, sviluppa memoria visiva ecc…, gli consente soprattutto di scoprire cose nuove. Solo usando correttamente una carta e sapendo valorizzare tutte le informazioni è possibile approdare alla conoscenza dello spazio: ad es. grazie ai toponimi si possono dedurre le origini di un sito, la sua storia, la sue caratteristiche ecc… La carta negli ultimi decenni ha costituito una spizzata evoluzione nelle tecnologie geo-spaziali (=immagini aeree, GPS, GIS). La scuola è in grado di utilizzare software, come google heart, con programmi cartografici moderni, preziosi per rendere l’apprendimento accattivante e innovativo. Le geo-tecnologie offrono quindi una quantità di informazioni che arricchiscono la documentazione statica e problematica dell’oggetto di studio. Inoltre le tecnologie sono anche strumenti per applicare quanto imparato, ad es. attraverso modelli di simulazione. La tecnologia però non può sostituirsi alle uscite, all’escursione, un’occasione educativa che permette di fare esperienza, di impadronirsi dello spazio. Inoltre garantisce la scoperta di componenti del paesaggio che non possono essere riprodotti su carta, quali odori, sensazioni o suoni. Così facendo il bambino si abituerà a osservare, analizzare, intraprendere e descrivere una realtà urbana. Dopo l’escursione il lavoro continua in classe, dove sarà utile descrivere l’uscita ed evidenziarne i punti salienti. Di grande rilievo in questa fase è il disegno, con il quale si approda alla realtà spaziale consolidando le relazioni tra se e l’esterno attraverso la presa di coscienza del corpo. Con il disegno, in particolare con l’ubicazione degli oggetti raffigurati in uno spazio-foglio, il bambino esprime i ruoli, le empatie, i legami affettivi che lo uniscono a tale spazio, fornendo all’insegnante informazioni non solo a livello topologico, ma anche e soprattutto sentimentali del bambino, attraverso la comprensione di cosa per quest’ultimo è importante. Disegnare il mondo esteriore è quindi un metodo per comprendere il mondo interiore dell’individuo. Proporre attività riguardanti riproduzioni grafiche porta a comprendere le mappe mentali del bambino. Altri mediatori didattici Fotografia: ha avuto grande rilevanza in quanto ritenuta imparziale, veritiera, ma ci sono degli elementi del paesaggio che non possono essere catturati dalla macchina fotografica, come ad es. suoni, emozioni, odori e sensazioni. La realtà è polisemica, tutto dipende dallo sguardo di chi la osserva, come anche nel caso del fotografo, che decide secondo i suoi obiettivi e interessi cosa/che parte del paesaggio fotografare. 6 Nonostante ciò, la fotografia permette al bambino di comprendere che non possono rappresentare tutti gli aspetti, ma solo alcuni, e che il loro linguaggio non è affatto assoluto. Trasmette solo il legame sensoriale della vista. Le foto possono costituire un aiuto prezioso anche per processi di inclusione, quando ad es. le differenze linguistiche o culturali si fanno sentire, l’immagine riesce a favorire con immediatezza la comprensione dei fatti, la diversità/affinità dei luoghi e delle situazioni. Cinema: stereotipa la realtà, che in realtà è varia, mutevole e con sfumature. In più, come per la fotografia, dietro la cinepresa c’è una visione personale, che ci fa guardare quanto, cosa e come vuole. E’ la sua visione del mondo. L’immagine può fornirci tante informazioni, ma si presta ad arbitrarie alterazioni. Lettura, mappe concettuali, schemi, diagrammi, grafici: allenano ad elaborare dati statistici e modelli di analisi della realtà territoriale.In questo modo il bambino può constatare, osservare differenze e analogie, confrontare ed elaborare ipotesi, comparare territori vicini e lontani. Il docente abituerà gli alunni ad avere, non solo, dati sempre aggiornati, ma a ricercare le fonti, a selezionarle per attendibilità e a farne un uso accorto e ben contestualizzato nei tempi e nei luoghi. Filatelia: collezionare francobolli (hobby) aiuta la capacità di classificazione, comparazione e conoscenza degli oggetti, in più è da tenere in conto che il bambino ha la tendenza a collezionare, ad es. con le figurine. E’ una maniera divertente di fare geografia, soprattutto dona un collegamento con la storia; infatti il francobollo, attraverso le immagini, riproduce la storia e cultura del paese, alimentando il desiderio di conoscere, aprendo gli orizzonti oltre le dimensioni regionali. Letteratura: si parla di uno spazio raccontato da un narratore o da un poeta che può svelare un paesaggio chiarire diverse culture e tradizioni, ma può anche identificare una realtà territoriale, renderla riconoscibile a tutti. Il testo offre la possibilità di andare ben oltre le semplici parole, consente di recepire emozioni e impressioni dello scrittore. Attraverso racconti o poesie è più facile penetrare nell’anima di una società e lo spazio plasmato da essa. Lo scrittore entra in contatto con un territorio che fa da sfondo ad una storia, narrandone alcune caratteristiche fisiche, geologiche e climatiche ad esempio. Es.: Alessandro Manzoni ne “I promessi sposi”, nell’addio di Lucia ai monti, dove rappresenta una sorta di cartolina d’addio, ci dona un’identificazione del luogo, del paesaggio, che non rimarrà solamente nella memoria di Lucia, ma anche dei lettori, i quali potrebbero anche non conoscere il luogo descritti, ma finiscono per averne immagine. “addio, monti sorgenti dall’acque, ed elevati in cielo; cime ineguali, [...]; torrenti, de’ quali distingue lo scroscio [...]”. Manzoni non arriva a pensare che i luoghi raccontati nel suo romanzo possano accendere il desiderio di una visita da parte dei suoi lettori, diversamente farà Tonino Guerra, il quale, come molti altri letterati del 900, lavorerà sul concetto di paesaggio. Concentra tutta la sua opera sul rapporto fra uomo e terra che egli coltiva e abita, perciò trasforma. Fonda una conoscenza geografica del posto del quale il poeta ha deciso di scrivere: il Montefeltro. 7 2.2 Spazio geografico,memoria storica e intenzionalità sociale Premesso che tutto si genera in ambito spaziale, dovremmo porci subito una prospettiva di molteplicità di spazi, che si complica a seconda dei percepiti e delle relazioni instaurate con questi nel corso della vita. Ci sono diverse tipologie di spazio, da quello fisico (con forme e funzioni ben distinte), a quello immaginario (individuale e collettivo). Diviene un fatto geografico quando si fa concetto, entità con funzioni, quindi anche con confini e compiti sociali, economici, relazionali e rappresentativi. In questo caso è una realtà culturale e politica che si carica di simboli e significati. Nei confronti di questi spazi si instaurano subito atteggiamenti di empatia o avversione, o comunque una gerarchia di valori per cui alcuni sono preferiti ad altri. Il territorio è dunque uno spazio impregnato di umanità, rappresentato e rappresentativo, che muta nel tempo perchè mutano le sollecitazioni sociali e le finalità politiche ed economiche che i suoi abitanti si pongono nel presente e in previsione delle esigenze a venire. Lo spazio è vissuto perchè fruito costruito e ricostruito. E’ alternativamente egocentrico, riferito all’io corporeo e spirituale, e allocentrico, riferito all’intorno come soggetto dei diritti. Qui segue una scelta coerente con l'orientamento, che diventa una pratica di vita dove l’autonomia di pensiero e di coerenza operativa guida gli uomini e le donne nelle opzioni essenziali. L’orientamento si traduce in percorsi mentali, consente la rappresentazione progressiva di un territorio come tessuto ben connesso e continuativo dove sarà sempre più facile muoversi e prendere decisioni in definitiva di vivere meglio. Sempre di qui possono nascere l’intuizione e il desiderio di disegnare la propria rappresentazione del territorio conosciuto. 2.3 Concetti irrinunciabili per un laboratorio geografico Territorio→tramite e, contemporaneamente, separatore tra i concetti di ambiente e paesaggio. Ambiente: gli si aggiunge un qualificativo (naturale, sociale, politico, economico ecc…), per indicare di volta in volta un ambito, un insieme. Nella sua origine etimologica significa ciò che circonda, ciò che sta attorno, diventa anche il termine di una babele concettuale. Ambiente senza aggettivi fa riferimento proprio a quello naturale o ecologico, dove le grandi sfere telluriche intrecciano tra loro le dinamiche e instabili azioni: geosfera, idrosfera e atmosfera. Con queste interagisce la sfera della vita, la biosfera. Uomini e donne hanno avviato la costruzione di una nuova sfera, che ha finito con il cambiare il volto del sistema organizzativo originario: l’Antroposfera, la sfera dell’uomo, delle sue visioni culturali e politiche. Essendo che è la sfera del pensiero dell’uomo, delle sue interpretazioni, la si può ancor meglio chiamare Noosfera, specchio delle idee ed aspirazioni umane. L’insieme ecosistemico si sviluppa in uno spazio circoscritto e delimitato, che costituisce un sistema aperto, con scambi più o meno intensi di materiali e energia anche con gli altri ecosistemi con cui viene a contatto. 10 L’uomo inizia a modificare l’ambiente circostante in un primo momento preoccupandosi della propria difesa, per poi evolvere verso i materiali necessari alla sopravvivenza. Si avvia quindi il fenomeno della territorializzazione, che cambia lo spazio vissuto e progettato, quindi il territorio, formato da una base naturale e dalle trasformazioni insediative che donne e uomini hanno saputo dare e che hanno assunto le dimensioni e le caratteristiche delle regioni amministrative. Quindi il territorio→è una complessa entità spaziale, ad alto grado di organizzazione funzionale. E’ un'espressione sociale, che ubbidisce a regole e norme collettive, ma poggia le sue intenzioni su un assetto ambientale che segue finalità e leggi molto diverse. Paesaggio:è un livello ulteriore di complessità, quindi superiore al territorio. Il paesaggio è il risultato, su archi di tempo molto lunghi, dei tanti territori che si sono susseguiti sul medesimo spazio. Come impregnazione delle tante modificazioni ambientali che, in parte per le attività umane e in parte per l’opera della natura, si sono prodotte attraverso i tempi. Di questa ha conservato le tracce, ha memorizzato le svolte della storia sociale e della storia naturale. Il paesaggio è una realtà geografica che non rispecchia i limiti spaziali politici, non coincide con uno stato o una regione amministrativa ma abbraccia areali propri spesso con una connotazione naturalistica. Capitolo 3 Geografia nei programmi ministeriali: linee guida per l’attività laboratoriale 3.1 Nella scuola dell’infanzia La geografia sviluppa le sue potenzialità in un arco scolastico piuttosto breve, ma comunque basilare, in cui il bambino si sviluppa fisicamente da un anno all’altro. Ne deriva che la professione del docente mette a contatto con un insieme di piccoli cittadini apparentemente sempre uguale, ma in realtà sempre diverso: il nostro partner per esempio non differisce esteticamente, bensì per differenti padronanze. All’eterogeneità di situazioni corrispondono necessariamente varietà di tematiche e di modalità organizzative, sicché ogni laboratorio ogni volta si presenta come una novità. Prendere consapevolezza dello spazio attraverso i sensi e le percezioni rappresenta un traguardo raggiungibile e perfezionabile sin dalla scuola dell'infanzia. Ne fanno cenno gli orientamenti per la scuola materna (1969), che riconoscono al bambino un cospicuo grado di autonomia nell'individuare percepire alcuni aspetti del suo intorno, sottolineando il ruolo del punto di vista. Esplicitano meglio finalità e modi dell'educazione spaziale e in particolare le relazioni tra corpo e movimento, le problematiche dello spazio, dell'ordine e infine i rapporti tra le cose, il tempo e la natura. Con tematiche simili la scuola materna si definisce ambiente educativo di esperienze concrete e di apprendimenti riflessivi che integra le differenti forme delle fare, del sentire, del parlare, dell’esprimere e altro da parte del bambino. Pertanto pone in luce l'importanza della scoperta intenzionale e dell'esplorazione dell'ambiente, che va letto e interpretato, con lo scopo di raggiungere una crescente autonomia e un'adeguata consapevolezza della propria appartenenza ad un luogo e ad un gruppo (identità). 11 3.2 Nella scuola primaria Una vera e radicale innovazione teorica di pratica nella scuola primaria sia solo nel 1985, quando compaiono nuovi più grandi della primaria che ha aperto fine la formazione dell'uomo e del cittadino nel quadro dei principi affermati dalla Costituzione della Repubblica, ispirandosi quindi alle dichiarazioni internazionali dei diritti dell'uomo e del fanciullo e opera della comprensione e la cooperazione con gli altri popoli; valorizza nella programmazione educativa le risorse culturali, ambientali e strumentali offerte dal territorio e dalle strutture inizianti, e al tempo stesso educa Il fanciullo a cogliere il valore dei processi innovativi come fattori di progresso. L'obiettivo è quello di rendere capace l'alunno di orientarsi e collocarsi nello spazio qui sotto e utilizzare le conoscenze e gli strumenti concettuali e metodologici necessari per la comprensione dell’interazione uomo-ambiente, quindi di acquisire uno specifico modo di osservare ed un linguaggio appropriato per descrivere e per rappresentare. Nella pratica però questi obiettivi si rivelano abbastanza prescrittivi e categoriche sul profilo educativo. Per una maggior comprensione, va detto che le capacità riguardano le potenzialità di ognuno, quindi distinte dalle abilità, cioè quello che sappiamo fare, e dalle competenze, ovvero quello che siamo effettivamente in grado di fare, pensare e agire adesso. Quindi come dichiarato dalle Indicazioni nazionali, al termine della prima classe la scuola deve avere organizzato attività educative didattiche che hanno lo scopo di aiutare lo studente a trasformare in competenze le seguenti conoscenze e abilità: - Organizzatori temporali e spaziali - Elementi dello spazio vissuto Con una nuova edizione delle indicazioni per Il curricolo per la scuola dell'infanzia per il primo ciclo di istruzione, 2007, la geografia viene affiancata alla storia perché entrambe si interessano delle società umane nello spazio e nel tempo, ma la novità maggiore risiede nella continuità dell'intero primo ciclo per cui una disciplina si sviluppa con progressività dalla primaria, (studio del vicino e dell'Italia), alla secondaria di primo grado, (l'Europa e il mondo). Scuola del primo ciclo, cioè primaria e secondaria di primo grado, coincide con un arco di tempo fondamentale per l'apprendimento e lo sviluppo di identità degli alunni, nel quale si pongono le basi e si acquisiscono gradualmente le competenze indispensabili per continuare ad apprendere a scuola e lungo l'intero arco della vita. Entrando nel merito delle discipline e quindi della geografia si afferma: è disciplina di cerniera per eccellenza perché consente di mettere in relazione temi economici, giuridici, antropologici, scientifici e ambientali di rilevanti importanza per ciascuno di noi, e inoltre consente il confronto sulle grandi questioni comuni, quali la conoscenza dei processi di trasformazione progressiva dell'ambiente ad opera dell'uomo o per cause naturali. In definitiva, forma persone autonome critiche in grado di assumere decisioni responsabili nella gestione del territorio e nella tutela dell'ambiente, con un consapevole sguardo al futuro. 12 La lettura di un brano narrativo o di una poesia può costituire un buon inizio soprattutto se riguarda località noto ai bambini. Questo vale anche per un brano musicale. Iconico: l'immagine rientra nell'ambito dell'osservazione visiva e prima dell'avvento della fotografia era il pittore che dipingeva su altro supporto quanto vedeva. i dipinti contribuivano ad una conoscenza indiretta per altri osservatori, che utilizzano oggi tali documenti del passato per testimonianze. Con l'800 e la messa a punto di camere ottiche nascono le prime fotografie, immagini che riguardano località circoscritte più o meno ampie: rurali o urbane. una facile esercitazione è quella di scoprire In che stagione è stata scattata una foto, se è recente o vecchia, quale ambienti e forme sociali riguarda, a quali attività produttive fa riferimento. La foto è più immediata lettura rispetto ad altri linguaggi, ma non va sottovalutata la sua complessità ed utilizza comunque un solo senso: la vista. Anche qui si riconosce solo ciò che la nostra mente già conosce, e quindi la lettura di una riproduzione fotografica richiedono preparazione e conoscenza degli oggetti e dell'area rappresentata. Statistico: riguarda la conoscenza e il reperimento delle fonti disponibili, cioè degli enti che sottopongono a misura e a registrazione un determinato fenomeno naturale o un processo sociale ed economico. Tali riscontri sono effettuati periodicamente, allora si parla di censimento, oppure senza precise cadenze temporali. Le raccolte statistiche per lo più sono tematiche, e tra queste hanno un carattere speciale i censimenti distinti da periodicità piuttosto precisa (sulla popolazione o sull'economia). Nell'ambito statistico possiamo far rientrare anche i sondaggi, su campioni più o meno circoscritti, ad esempio per verificare opinioni, azzardare previsione sugli orientamenti del campione di intervistati prescelti, sempre in termini percentuali. Ma attenzione: - Anche i dati, pur con l’incisiva chiarezza dei numeri, possono essere fuorvianti, potrebbero non rispecchiare la realtà nei suoi compositi aspetti, o indurre a valutazioni ingannevoli - i dati statistici vanno sempre contestualizzati nei luoghi e nei momenti, quindi nello spazio e nel tempo Se vogliamo indagare sull'attività del nostro villaggio dobbiamo necessariamente avventurarci in un sondaggio-inchiesta tra gli anziani, ma prima dovremmo conoscere e studiare le condizioni economiche e politiche del territorio di cui ci interessiamo. Grafico: un valido modo per sintetizzare una problematica sociale-ambientale nella rappresentazione grafica quali quantitativa dei dati rilevati sulla stessa sono maggiormente diagrammi e cartogrammi. I diagrammi sono i più semplici e fanno riferimento a due variabili rappresentanti sugli assi ortogonali di un piano cartesiano. Nella scuola primaria si fa frequente impegno di ideogrammi facendo ricorso a simboli convenzionali scelti da bambini, ad ognuno dei quali viene dato un peso. Ma le variabili possono essere maggiori, e se sono tre si ricorre a triangoli equilateri; Ad esempio se vogliamo 15 rappresentare gli addetti al primo, secondo e terzo settore produttivo, posso costruire un diagramma triangolare su cui lati sono indicati i valori percentuali delle tre variabili. Nel caso di più variabili, 4 e oltre, si ripiega sugli areogrammi circolari, circonferenza al cui interno le variabili considerate sono riportate con settori circolari proporzionali ai loro valori. Per evitare inconvenienti, nel caso di molteplici variabili, si ricorre alla rappresentazione grafica a punti, che è tra le più semplici e di facile interpretazione. Rappresenterà una sorta di nebulosa dove i punti si infittiscono in corrispondenza delle maggiori concentrazioni di abitanti e di radano proporzionalmente dove la presenza dei residenti si riduce. 3.5 Paesaggio: bene comune e fondamento dello sviluppo Qui ci si limita a ricordare che l'ambiente è un insieme di ecosistemi, formati da componenti naturali legate da processi fisici e biochimici che, attraverso azioni contrapposizioni, raggiungono un equilibrio perennemente instabile e dinamico. Tale equilibrio si perde ristabilisce ogni volta che, all'interno di un sistema, si verifica un cambiamento, anche minimo delle sue componenti o delle relazioni tra questi. Il territorio è il prodotto dell'organizzazione sociale ed economica di un ambiente naturale, quindi di un sistema con proprie leggi, spesso inderogabili e ripetitive, cui si sovrappongono esigenze e comportamenti umani caratterizzati da rapidità di mutamenti per rispondere a nuove esigenze materiali e i materiali connesse con il profitto, il benessere, modelli di vita e altro. Il territorio quindi rappresenta un sistema superiore. Il paesaggio costituisce un insieme ulteriormente Superiore, ancor più composita e complesso, fortemente interdinamico in cui i territori o geosistemi si sovrappongono e integrano, impegnandosi di simboli e significati e assumendo forme e strutture Che rispecchiano le attività e giudizi di valore di tutte le generazioni che vi sono avvicendate, con le loro opere, scelte, aspirazioni, progetti e illusioni. Il paesaggio modellato dalle più recente manipolazioni umane può mascherare, ma mai cancellare, totalmente i territori i paesaggi precedenti che sopravvivono sotto forma di tracce di relitti monumentali. La convenzione Europea del paesaggio lo definisce in termini apparentemente semplici: “una porzione del territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni”, “rappresentano un elemento chiave del Benessere individuale e sociale e la sua salvaguardia”. Una bella sperimentazione laboratoriale inizia col lavoro di caccia agli indizi nascosti e la ricostruzione dei paesaggi dei secoli precedenti. Apparirà subito la distinzione tra paesaggio sensibile e paesaggio della mente e quello dell'anima, così da cogliere il vero senso del paesaggio. Ci si potrà interrogare su cosa sia veramente il paesaggio geografico e sulla sua abissale distanza concettuale dal panorama, quello che appare sulla cartolina, che in sé rappresenta la “mortificazione” del paesaggio. Bisognerà sperimentare e far scoprire la mobilità dei paesaggi→ ad un bambino i paesaggi possono sembrare statici, immobili nei tratti generali; la linea dell'orizzonte lo skyline della città sembrano sempre gli stessi da un anno all'altro, invece i paesaggi si muovono, seppure per lo più lentamente e questo sia nello spazio che nel tempo, come espansione del bosco dopo l'introduzione di gas e gasolio nell'uso domestico. 16 Disponendo di una foto aerea e di una planimetria dell'insediamento, supponiamo di Urbino, potremmo dunque iniziare dalla scomposizione e riconoscimento degli aspetti principali del paesaggio cittadino, quindi, per grandi categorie, possiamo distinguere gli aspetti a prevalenza naturalistica, come formazioni geologiche e reti idrografiche, da quelli a forte incidenza umana, come la costruzione di residenze. L'esame dell’insieme foto-cartografico produrrà alcune osservazioni e susciterà tra i partecipanti al laboratorio numerosi interrogativi del tipo: Perché l'asse del centro storico è orientato al nord-sud, perché le mura forniscono alla parte antica una curiosa forma geometrica. Prima di passare la verifica del terreno dovremmo riflettere sull'entità degli agenti e degli attori del paesaggio. I primi saranno ancora distinti in naturali come l'acqua e il vento. Fattori attori umani saranno ad esempio la diversa concentrazione degli abitanti, l'invecchiamento della popolazione e le attività produttive. Consapevoli di questi elementi è dotati delle foto e carte geografiche della cittadina è possibile ricercare un punto di osservazione da cui ripensare lo sviluppo urbano sull'accidentata morfologia ordinante e il suo modularsi nel tempo anche per opera di illustri casati, in particolare dei Duchi Montefeltro e degli Albani. Ricapitolando, sull'ambiente agiscono principalmente: - Litologia: composizione delle rocce - Strutture: ripiegamenti e fratture delle masse rocciose che hanno prodotto la formazione dei rilievi - Morfologia: macro e micro forme della terra - Condizioni bioclimatiche - Attività umane diverse volte alla produzione, trasformazione e scambio di materie e informazioni Nel paesaggio possiamo quindi distinguere: - Le componenti, cioè i suoi costituenti (morfologico, idrografico, climatico ecc…) - I determinanti, o fattori, cioè le condizioni che modificano le sue componenti ( altitudine, distanza dal mare, regime termopluviometrico Cambiare un componente o un fattore del sistema fa cambiare tutto il sistema che ricerca un nuovo equilibrio, ciò richiede tempi lunghi e la transizione è distinta da forte instabilità, con eventi estremi ed effetti contrapposti. Molte sono le attività pratiche, da poter realizzare sul paesaggio in un gruppo scolastico, ad esempio: - Descrivi, disegna e fotografa il paesaggio che vedi, chiediti perché è così suggestivo e profondamente suadente per te. Segnala i suoi mutamenti nel corso della giornata del mese e dell'anno, chiedi ai tuoi nonni e ai genitori com'era quando essi avevano la tua età, e se poi raccoglie testimonianze come foto o cartoline Quali sono, Quali scambi materiali e quali relazioni in materiali li legano? - Osserva con i sensi e con la mente il paesaggio della tua cittadina e tenta un giudizio di valore In merito a qualità edilizia e successione storica dei vari aggregati edilizi, stato dell'arredo 17 - In alcune parti del mondo l'educazione geografica è trascurata, mentre in altre manca di strutture e supporto Questa nuova versione della carta si rivolge nello specifico ai responsabili del settore educativo. 3. Il contributo della geografia all’educazione Lo studio della geografia aiuta le persone a capire e apprezzare come si sono formati i luoghi e i paesaggi, come interagiscono le persone e gli ambienti, quali sono le conseguenze che derivano dalle nostre decisioni quotidiane che riguardano lo spazio e il mosaico delle culture e delle società diverse e interconnesse che esistono sulla terra. L'educazione geografica aiuta le persone ad apprendere come convivere in armonia con tutte le specie viventi. Le prospettive offerte dalla geografia aiutano a una comprensione approfondita di molte sfide attuali, come il cambiamento climatico, la sicurezza alimentare, le scelte energetiche, il sovraffollamento delle risorse naturali e l'urbanizzazione. 4. La ricerca nell’educazione geografica L'educazione geografica è fondamentale per fornire alle nuove generazioni le conoscenze, le competenze, gli atteggiamenti e le abilità pratiche per valutare le situazioni e prendersi cura del pianeta attraverso decisioni ragionate. Il modo in cui il segnale la geografia ha un'ampia gamma di discenti è una questione complessa e profonda che richiede una ricerca significativa e continua. Chi insegna geografia nella scuola primaria e secondaria, deve essere sostenuto dalle conoscenze che provengono dalla ricerca. Gli insegnanti hanno bisogno di approfondimenti critici avanzati, ad esempio sull'uso delle nuove tecnologie, sulle strategie di apprendimento per problemi e sul futuro dell'educazione. Questo perché i docenti sono la chiave per lo sviluppo dei sistemi educativi. 5. Cooperazione internazionale L'educazione geografica offre alle persone un contributo unico allo sviluppo di una prospettiva critica globale. Un modo per sostenere lo sviluppo globale dell'educazione geografica consiste nell'incoraggiare la cooperazione internazionale attraverso la condivisione di risorse limitate e aiutando gli educatori di diversi paesi all'apprendimento reciproco. 6. Un piano d’azione internazionale Per consentire a tutte le persone di beneficiare di un educazione geografica di alta qualità, l'unione geografica internazionale propone il seguente piano d'azione: - I responsabili nazionali e locali delle politiche di istruzione dovrebbero rendere più esplicito l'oggetto dell'educazione geografica e il suo contributo per la società, per incoraggiare livelli più elevati di supporto pubblico - I decisori politici nazionali e locali nel campo dell'educazione e dell'Istruzione dovrebbero fissare i requisiti minimi per l'insegnamento della geografia e l'alfabetizzazione geografica di chi insegna geografia - I decisori politici nazionali e locali nel campo dell'educazione e dell'istruzione e le associazioni degli insegnamenti di geografia dovrebbero sviluppare processi per incoraggiare gli scambi nazionali e internazionali sulle pratiche più significative di insegnamento apprendimento della geografia 20 - I decisori politici nazionali e locali nel campo dell'educazione e dell'istruzione e la comunità dell'educazione geografica dovrebbero sviluppare un rilevante programma di ricerca per l'educazione geografica e facilitare questa ricerca per la sua valorizzazione - I decisori politici nazionali locali del campo dell'educazione e dell'istruzione, le associazioni degli insegnanti di geografia e gli insegnanti dovrebbero strutturare e mantenere reti professionali forti 21
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