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La Borghesia e il Proletariato: Storia e Conflitto di Classi, Schemi e mappe concettuali di Filosofia

MarxismoStoria EconomicaStoria della classe lavoratriceStoria Sociale

La storia della lotta tra le classi oppresse e i loro oppressori, con particolare attenzione alla società borghese e al suo antagonista, il proletariato. La sorgente borghese crea un nuovo terreno per lo sviluppo industriale e economico, ma porta anche alla distruzione delle condizioni di vita feudali. La borghesia ha avuto un ruolo rivoluzionario nella storia, distruggendo le condizioni di vita feudali e patriarcali, ma richiede continuamente il rivoluzionare strumenti di produzione, rapporti di produzione e sociali. Il proletariato, invece, vive fino a quando trova lavoro e ha interessi simili a quelli del proletariato. I comunisti non hanno interessi distinti dal proletariato e il loro scopo è la formazione della classe proletaria e l'abbattimento del dominio borghese, con l'obiettivo di conquistare il potere politico.

Cosa imparerai

  • Come i comunisti sono differenti dai partiti proletari tradizionali?
  • Come la borghesia ha distrutto le condizioni di vita feudali?
  • Come la società borghese ha creato il terreno per lo sviluppo industriale e economico?

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2021/2022

Caricato il 07/07/2022

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Scarica La Borghesia e il Proletariato: Storia e Conflitto di Classi e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Filosofia solo su Docsity! Borghesi e proletari Storia di ogni società esistita è storia di lotte di classi. Oppressori e oppressi continuamente in reciproco contrasto. Lotta finita o con trasformazione rivoluzionaria della società. Rispetto alle altre epoche, quella borghese tende a semplificare gli antagonismi di classe, scindendosi in due grandi campi nemici: borghesia e proletariato. Scoperta dell’America, circumnavigazione dell’Africa crearono alla sorgente borghesia un terreno nuovo. Mercato di inie orientali e cina, colonizzazione dell’America, scambi con le colonie, l’aumento di mezzi di scambio diedero rapido slancio inedito all’industria. Con ciò si impresse rapido sviluppo all’elemento rivoluzionario entro la morente società feudale. I mercati crescevano sempre insieme al fabbisogno. All’industria manifatturiera la grande industria moderna. Così nasce il grande mercato mondiale. Dopo aver creato il mercato mondiale, la borghesia si è conquistata il dominio politico nello stato rappresentativo moderno. Il potere statale moderno non è che un comitato che amministra gli affari comuni di tutta la classe borghese. La borghesia nella storia ha avuto parte sommamente rivoluzionaria: dove ha raggiunto il dominio, essa ah distrutto tutte le condizioni di vita feudali, patriarcali, idilliche, lacerando tutti i vincoli feudali che legavano l’uomo al suo superiroe naturale. Essa non può esistere senza rivoluzionare continuamente gli strumenti di produzione, i rapporti di produzione e dunque tutti i rapporti sociali. Questo continuo rivoluzionamento della produzione e l’ininterrotto scuotimento di tutte le situazioni sociali contraddistinguono l’epoca borghese dalle altre. In ogni parte del globo la borghesia ha bisogno di annidarsi per via di uno smercio sempre più esteso. Con lo sfruttamento del mercato mondiale la borghesia ha dato impronta cosmopolitica alla produzione e al consumo di tutti i paesi. I mezzi di produzione e di scambio sulla cui base si era venuta costituendo la borghesia erano stati prodotti entro la società feudale. A un certo grado di sviluppo di questi mezzi di produzione e scambio, le condizioni nelle quali la società feudale produceva e scambiava e i rapporti feudali della proprietà non corrisposero più alle forze produttive sviluppatesi. Questi rapporti incepparono la produzione, divennero catene e furono spezzate. «Sotto i nostri occhi accade qualcosa di analogo». I rapporti borghesi di produzione e di scambio, di proprietà, la società borghese che ha reato mezzi così potenti, «rassomiglia al mago che non riesce più a dominare le potenze degli inferi da lui evocate». I rapporti di produzione borghesi sono divenuti troppo angusti per contenere la ricchezza da essi prodotta. La borghesia supera le crisi mediante la preparazione di crisi più generali e più violente diminuendo i mezzi per prevenire le crisi stesse. Le armi adoperate contro il feudalesimo le si rivolgono contro. La borghesia ha generato il proletariato. La classe che vive fintantoché trova lavoro, e che trova lavoro fintantoché il suo lavoro aumenta il capitale. È accessorio della macchina che compie operazione manuale semplicissima, e dunque le spese da lui causate si limitano ai mezzi di sussistenza per il proprio mantenimento e la riproduzione della specie. «Tra tutte le classi che oggi stanno contro la borghesia, solo il proletariato è veramente rivoluzionaria. Le altre classi decadono e tramontano con la borghesia». Il piccolo industriale, il piccolo artigiano, il contadino, tutti combattono la borghesia. La lotta del proletariato contro la borghesia è inizialmente nazionale, anche se non sostanzialmente, certo formalmente. È naturale che il proletariato di ciascun paese debba anzitutto sbrigarsela con la propria borghesia Proletari e comunisti I comunisti non hanno interessi distinti da quelli del proletariato. Lo scopo è lo stesso degli altri partiti proletari: formazione del proletariato in classe, abbattimento del dominio della borghesia, conquista del potere politico da parte del proletariato. Le proposizioni teoriche dei comunisti non poggiano su idee, principi inventati o scoperti da un qualche riformatore del mondo. Sono espressioni generali di rapporti di fatto di un’esistente lotta di classi, un movimento storico reale. L’abolizione dei rapporti di proprietà esistiti fino a un certo momento è la conseguenza dei cambiamenti rivoluzionari che si sono succeduti nella storia. Il comunismo abolisce non la proprietà in generale, ma quella borghese. essa è l’ultima e più perfetta espressione della produzione e dell’appropriazione dei prodotti che poggia su antagonismi di classe. La proprietà che si imputa ai comunisti di abolire l’ha già abolita la borghesia, poiché essa è la proprietà che precedeva quella borghese. E il lavoro del proletariato nella società borghese non crea proprietà al proletario. Questo lavoro crea il capitale, ossia la proprietà che sfrutta il lavoro salariato, che si moltiplica solo a condizione di generare nuovo lavoro salariato, per sfruttarlo nuovamente. Se il capitale viene trasformato in proprietà collettiva, appartenente a tutti i membri della società, non c’è trasformazione di proprietà personale in sociale. La proprietà perde il suo carattere di classe. Il prezzo medio del lavoro salariato è il minimo del salario del lavoro, cioè è la somma dei mezzi di sussistenza necessari per mantenere in vita l’operaio. Il comunismo vuole eliminare il carattere miserabile di tale appropriazione, nella quale il proletario vive solo allo scopo di accrescere il capitale, e vive solo quel tanto che esige l’interesse della classe dominante. Nella società comunista il lavoro accumulato è un mezzo per arricchire e progredire il ritmo d’esistenza degli operai. Marx rimprovera agli obiettori il fatto che la “proprietà privata” nella società capitalista è abolita per i 9/10 dei suoi membri. Questo per loro vorrebbe dire abolire la persona. «Non discutete con noi misurando l’abolizione della proprietà borghese sul modello delle vostre idee borghesi di libertà, cultura, diritto e così via. Le vostre idee stesse sono prodotti dei rapporti di produzione e di proprietà, come il vostro diritto è soltanto la volontà della vostra classe elevata a legge, volontà il cui contenuto è dato nelle condizioni materiali di esistenza della vostra classe». Trasformano i borghesi (come tutte le classi dominanti tramontate) in eterne leggi della natura e della ragione, da rapporti storici quali sono, transeunti nel corso della produzione, i vostri rapporti di produzione e di proprietà. Si è rimproverato ai proletari di voler abolire la patria e la nazionalità. Ma gli operai non hanno patria. Qui viene da Marx descritto il processo rivoluzionario come lo concepiva nella stesura del manifesto: 1) il proletariato deve innanzitutto conquistarsi il dominio politico, elevandosi a classe nazionale, costituendo se stesso in nazione. Sarebbe ovviamente nazionale non nel senso della borghesia. Già gli antagonismi nazionali vanno scomparendo con lo sviluppo della borghesia e la libertà di commercio, col mercato mondiale. 2) Il dominio del proletariato li farà scomparire ancora di più. Una delle prime condizioni della sua emancipazione è l’azione unita, per lo meno nei paesi civili (questo rappresenta il carattere internazionalista della rivoluzione). 3) Lo sfruttamento di una nazione da parte di un’altra è abolito nella stessa misura in cui viene abolito lo sfruttamento di un individuo da parte di un altro. 4) Con l’antagonismo delle classi all’interno delle nazioni scompare anche la reciproca ostilità tra esse. Anche la coscienza degli uomini cambia col cambiare delle loro condizioni di vita e della loro esistenza sociale: la produzione intellettuale si trasforma assieme a quella materiale. Il proletariato adopererà il suo dominio politico per strappare a poco a poco alla borghesia tutto il capitale, per accentrare tutti gli strumenti nelle mani dello stato, cioè del proletariato organizzato come classe dominante, moltiplicando al più presto possibile la massa delle forze produttive. In un primo momento ciò può avvenire solo mediante interventi dispotici nel diritto di proprietà e nei rapporti di produzione borghesi, cioè mediante misure che appaiono economicamente insufficienti e poco consistenti; ma che nel corso del movimento si spingono al di là dei propri limiti e sono inevitabili come mezzi per il rovesciamento dell’intero sistema di produzione. Misure differenti a seconda dei paesi (i punti a pag 32) Una volta scomparse le differenze di classe e la produzione sarà concentrata in mano agli individui associati, il pubblico potere perderà il suo carattere politico (perché il carattere politico è quello dello sfruttamento di una classe veros l’altra, il comitato d’affari che amministra gli affari della borghesia). Abolendo il proletariato con la forza gli antichi rapporti di produzione, abolisce anche le condizioni d’esistenza dell’antagonismo di classe, e quindi le condizioni d’esistenza delle classi in genere, e quindi anche il proprio dominio in quanto classe. Subentra così un’associazione in cui il libero sviluppo di ciascuno è condizione del libero sviluppo di tutti. Letteratura socialista e comunista Socialismo reazionario a) il socialismo feudale. Soprattutto in Inghilterra e in Francia. Quando i feudali dimostrano che il loro sistema di sfruttamento era diverso dallo sfruttamento borghese, dimenticano solo che essi esercitavano lo sfruttamento in circostanze e condizioni diverse e che ora han fatto il loro tempo. Dicendo che al loro tempo il proletariato non esisteva, dimenticano che la borghesia moderna fu un necessario rampollo del loro ordine sociale
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