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La Cultura e la Società: Strutture e Socializzazione - Prof. Introini, Sintesi del corso di Sociologia

La cultura e la sua influenza sul comportamento umano, le differenze tra culture e ideologie, la struttura sociale e i ruoli, e la socializzazione. Murdock e kluckhohn discutono dei bisogni fondamentali, mentre altri mettono in discussione questa idea. Il linguaggio e l'ideologia vengono introdotti come sistemi di comunicazione e valori, rispettivamente. La controcultura e il conflitto vengono esaminati, e il capitolo successivo discute della struttura sociale, i ruoli, la gestione del conflitto di ruoli e le istituzioni.

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

Caricato il 02/07/2019

19980714
19980714 🇮🇹

4.3

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Scarica La Cultura e la Società: Strutture e Socializzazione - Prof. Introini e più Sintesi del corso in PDF di Sociologia solo su Docsity! sociologia !! CAPITOLO II - LA CULTURA !! 1. il concetto di cultura! prima -> cultura, dal latino “colere” cioè “coltivare”, si riferiva dapprima al raccolto, mentre anni dopo venne applicato anche all’educazione delle persone, serviva in particolare per distinguere la classe aristocratica, colta, dalla massa “incolta”.! dopo -> secondo le scienze sociali la cultura si riferisce a convinzioni, valori, e simboli condivisi da un gruppo sociale. questi tre elementi costituiranno per il gruppo un modo di organizzare l’esperienza e una guida al comportamento.!! animali -> totalmente istintivi -> i comportamenti corretti si producono automaticamente in quanto scritti nel loro dna.! esseri umani -> comportamento solo in parte istintivo -> gli esseri umani devono apprende la cultura per capire qual è il comportamento corretto.!! Il comportamento umano è quindi per la maggior parte esente dal controllo genetico abbiamo:! riflessi -> risposte automatiche a determinati stimoli.! bisogni biologici -> per essere soddisfatti richiedono una serie complessa di azioni, che devono essere totalmente appese. (es. fame, scelta della ricetta, comprare gli ingredienti, cucinare, sedersi a tavola, mangiare).! Gli esseri umani hanno una grande capacità di apprendimento e di conseguenza un’enorme gamma di comportamenti.! L’insieme di comportamenti appresi, comune ad un gruppo di persone e trasmesso dalle generazioni più vecchie alle nuove, o trasmesso in parte da un altro gruppo, è detto CULTURA.!! La cultura da forma al comportamento umano, conferisce forma e ordine alla vita umana. la cultura svolge nell’essere umano la stessa funzione che il comportamento programmato geneticamente svolge negli animali.!! 1.1 cultura e socializzazione! la cultura, non essendo acquisita biologicamente, deve essere elaborata ed insegnata, trasmessa di generazione in generazione. ! Il processo della trasmissione avviene per mezzo della socializzazione, attraverso la quale, valori, ideali, opinioni, norme, regole entrano a far parte della personalità di un bambino e plasmano in parte il suo comportamento. ! fallimento della socializzazione = estinzione della cultura !! 1.2 cultura e controllo! La cultura esercita un forte controllo sul comportamento, in quanto modella la personalità delle persone. ! Secondo Geertz: la cultura è un insieme di meccanismi di controllo, serve per governare il comportamento. senza di essa gli umani sarebbero disorientati in quanto privi di un modello da seguire. Il comportamento sarebbe ingovernabile, un insieme caotico di atti ed emozioni e l’esperienza umana sarebbe priva di forma.!! Senza la socializzazione e la trasmissione della cultura gli esseri umani non sono in grado di acquisire il linguaggio, uno stile di vita ordinato e adeguati mezzi di sussistenza.! Un essere umano, diventa effettivamente umano solo grazie all’interazione con i propri simili che consente lo sviluppo dell’identità umana. (l’interazione è ciò che manca ai bambini selvaggi)!! Freud: la cultura controlla il comportamento umano, è dunque un’istanza repressiva. ! La cultura è in grado di reprimere le pulsioni, ma mai in modo completo, definisce più che altro tempi, luoghi, e mezzi accettabili per la soddisfazione dei bisogni umani.! ! La capacità della cultura di plasmare il comportamento è quindi limitata da diversi fattori:! - limiti biologici dell’organismo umano: esistono dei limiti alle capacità individuali. (es. un uomo non sarebbe in grado di volare nemmeno se la sua cultura attribuisse grande valore all’atto.)! - l’ambiente fisico: pone limiti all’influenza della cultura in quanto alcuni fattori ambientali possono rendere impossibile lo sviluppo di alcuni modelli culturali. ! - l’esigenza di un ordinamento sociale stabile: per permettere la sopravvivenza del genere umano la cultura non può considerare valori comportamenti che la renderebbero impossibile, come l’omicidio, il furto, l’incendio doloso,…!! 1.3 la selezione culturale! La cultura seleziona solamente certi aspetti del comportamento e dell’esperienza. ! A causa della selettività le culture possono essere completamente diverse tra loro.!! 1.4 gli universali culturali! Mentre le differenze culturali possono essere moltissime, gli universali culturali, ovvero i tratti che accomunano tutte le diverse culture, sono più difficili da trovare.! Murdock ha definito più di sestante universali culturali (danza, ornamento del corpo, sport, riti funebri,…), elementi comuni a tutte le culture ma vengono “espressi" in forme diverse a seconda della cultura.! L’ambiente è uno dei fattori che causa queste variazioni di forma, ma anche la storia, ogni cultura nasce ed è plasmata da una catena di eventi unica.!! Murdock e kluckhohn -> stesso approccio agli universali culturali, entrambi ritengono che le culture mirano a soddisfare un insieme di bisogni fondamentali (fisiologici, sociali e psicologici) secondo differenti modalità.!! altri -> mettono in discussione l’idea che esistano dei bisogni fondamentali, inoltre sostengono che le persone soddisfano questi bisogni non solo per il bisogno in sé ma anche per altre ragioni più complesse . Di conseguenza secondo essi è impossibile istituire una corrispondenza tra bisogni fondamentali e cultura.!! 1.5 etnocentrismo e relativismo culturale ! etnocentrismo -> tendenza a giudicare le altre culture nei termini della propria, considerata superiore. (gli occidentali considerano il proprio modo di vivere come “giusto”, mentre considerano il modo di vivere non occidentale strano o barbaro)! xenofobia -> paura o odio nei confronti di persone o costumi estranei a una particolare società.!! L’etnocentrismo caratterizzò le opere dei primi antropologi, che paragonavano tutte le società alla propria, considerata la più progredita.! Sumner fu il primo ad opporsi a questa tendenza sostenendo che: una cultura può essere capita solo sulla base dei valori che le sono propri e nel suo contesto. -> relativismo culturale.!! Ruth Benedict affinò il concetto di relativismo culturale, sostenendo che ogni cultura va capita nono solo nel suo contesto, ma considerandola come un tutto; nessun singolo valore o cerimonia può essere effettivamente compreso se separato da tutto il resto.!! Il relativismo culturale serve anche a comprendere sottili differenze tra culture simili. (es. porte degli uffici in germania e negli stati uniti)!! 1.6 identità di gruppo e cultura! la cultura può generare:! - solidarietà:! cultura come collante della vita sociale -> trasmessa attraverso la socializzazione, da un senso di appartenenza al gruppo. ! ruolo -> insieme di comportamenti orinati secondo le aspettative proprie di un certo status. Un ruolo è quindi costituito da comportamenti, diritti e doveri collegati ad esso.!! Ad ogni status corrispondono diversi ruoli, tutti i ruoli associati ad un determinato status -> complesso di ruoli.!! I nostri ruoli sono definiti da quello che gli altri si aspettano da noi, nella nostra società infatti ci aspettiamo determinati tipi di comportamenti da persone che ricoprono un determinato status, se queste persone non si comportano in modo conforme alle nostre aspettative ci sorprendiamo/ offendiamo/arrabbiamo. ! Esistono due tipi di aspettative, quelle formali e quelle informali, allo stesso modo anche le reazioni al mancato rispetto delle aspettative possono essere classificate in formali ed informali.!! Le sanzioni:! - punizioni (sanzioni negative) -> quando non si agisce in conformità con le aspettative di ruolo.! - ricompense (sanzioni positive) -> quando si agisce in conformità con le aspettative di ruolo.! le sanzioni rafforzano le regole che definiscono il comportamento adeguato nelle varie situazioni.!! 1.1 caratteristiche dei ruoli! Esiste un’infinita quantità di ruoli, Parsons ha cercato di classificarli in base a 5 copie di caratteristiche (o variabili strutturali)!! - affettività/ neutralità affettiva: alcuni ruoli esigono neutralità affettiva (es. medico), da altri ruoli invece ci si aspetta invece una manifestazione della propria affettività (es amici, genitori).! - ascrizione/acquisizione: alcuni status sono ascritti (dalla nascita), altri status vengono invece acquisiti.! - specificità/diffusione: alcuni ruoli sono più definiti rispetto ad altri. (es. medico-paziente -> si limitano agli aspetti riguardanti la salute. -> definiti. genitori - figli -> riguardano moltissimi aspetti della vita. -> indefiniti.)! - universalismo/parallelismo -> alcuni ruoli prevedono che le persone siano trattate secondo regole universali (es. un poliziotto farà la stessa multa a tutti coloro che parcheggiano dove c’è un divieto). Altri ruoli prevedono invece un trattamento particolare per le persone con cui abbiamo una certa relazione. (es. a un fratello/sorella non faremo pagare il lavoro svolto per loro).! - orientamento verso l’io/orientamento verso la collettività -> ruoli diversi richiedono diversi tipi di motivazione. Alcuni ruoli saranno più motivati da interessi personali, mentre altri agiranno per il bene della società. (es. commerciante, lavoro in un’istituzione pubblica.)! Secondo Parsons ogni ruolo presenta una combinazione di queste variabili. (es. prostituta -> affettivamente neutro, acquisito, specifico, universale, orientato verso l’io).!! 1.2 negoziazione dei ruoli! Il ruolo non è un modello meccanico di comportamento, le persone non reagiscono quindi in modo automatico alle aspettative di ruolo ma le assumono attivamente. ! Il comportamento è il prodotto del modo in cui una persona interpreta le aspettative di ruolo.! Tra l’individuo e le aspettative esiste quindi una relazione negoziata e aperta.!! 1.3 sistemi di ruoli! Dato che ogni individuo ricopre molti ruoli all’interno della società, capita spesso che vi siano conflitti tra questi ruoli.!! - conflitto di ruoli e tensione di ruolo: ! conflitto di ruolo -> aspettative contrastanti relative a due o più ruoli. (es. genitori che lavorano-> aspettative del ruolo professionale e dei loro figli.)! tensione di ruolo -> conflitto tra differenti aspetti di un medesimo ruolo.!! - gestione del conflitto di ruoli:! esistono modi per attenuare i conflitti di ruolo:! - priorità di ruolo -> ovvero viene attribuita una maggiore importanza di uno o più ruoli rispetto agli altri. Nella nostra società famiglia e lavoro sono solitamente considerati prioritari.! - separazione di ruoli -> scissione tra aspettative riguardanti ruoli diversi. Separando due ruoli il conflitto tra di essi si riduce; risulta comunque spesso difficile sostenere due ruoli contemporaneamente (es. mamma in carriera).! - sdrammatizzazione -> attraverso scherzi o barzellette è possibile ridurre il conflitto. (es. barzellette sulle suocere)!! 2. le istituzioni! istituzione -> insieme di status e ruoli che hanno lo scopo di soddisfare determinati bisogni sociali.!! 2.1 bisogni sociali e istituzioni! Per far si che una società persista nel tempo è necessario che vengano soddisfatti quelli che gli studiosi definiscono bisogni o funzioni sociali.! Marx -> il bisogno sociale fondamentale è la sopravvivenza materiale. Gli sforzi umani devono essere organizzati collettivamente per soddisfare questo bisogno, in caso contrario la società cesserebbe di esistere.! Lenski -> elenco dei bisogni fondamentali:! a) comunicazione tra i membri: tutte le società fanno uso di una lingua parlata.! b) produzione di beni e servizi necessari alla sopravvivenza dei membri.! c) distribuzione di beni e servizi.! d) protezione dei membri dai pericoli (fisici, batterici, altri umani)! e) ricambio dei membri attraverso riproduzione e socializzazione.! f) controllo dei membri per garantire che il lavoro sociale venga eseguito e per regolare eventuali conflitti.! Per soddisfare questi bisogni è necessario un impegno collettivo che si concretizza nelle istituzioni. ! Alcuni tipi di istituzioni:! - economiche -> bisogni b e c! - scolastiche e famiglia -> bisogno e! - sanitarie -> bisogni d e e! - politiche -> bisogno f !! 2.2 risorse e istituzioni ! Le istituzioni utilizzano le risorse di cui la società dispone al fine di soddisfare i bisogni sociali.! Le istituzioni non sono però stabili nel tempo, ma soggette a variabilità e cambiamento, poiché anche le condizioni che le influenzano sono in continuo cambiamento.!! 3. la società ! Società -> organizzazione complessiva che che comprende tutte le altre in un insieme integrato.!! 3.1 definizione di società! Marsh -> tenta di specificare le condizioni necessarie perché un raggruppamento sociale possa essere definito società:! - territorio delimitato da confini! - reclutamento di nuovi membri, attraverso riproduzione o immigrazione! - cultura coesa, per provvedere hai bisogni sociali! - indipendenza politica ! Questa definizione presenta comunque problemi; in alcuni paesi non vi è realmente una cultura condivisa da tutti (es. usa, india), molti paesi formalmente indipendenti dipendono da altri paesi per determinate risorse.!! Al concetto di società si sovrappongono quello di:! - cultura -> non implica confini territoriali o indipendenza politica! - stato-nazione -> implica un apparato di governo formale e una specifica identità nazionale.!! 3.2 tipi di società! Il concetto di società è vasto e flessibile, e può essere applicato a situazioni molto diverse tra loro.! Lenski e Lenski hanno proposto un modello di classificazione basato sui mezzi di sussistenza, ai quali corrispondono altre caratteristiche.!! società di caccia e raccolta: (boscimani, aborigeni)! - i membri si spostano per cacciare e raccogliere vegetali commestibili! - utilizzo di utensili primitivi! - proprietà limitata ! - sistema di parentela come principio organizzativo! - struttura politica inesistente. (capo tribù)!! società orticole: (4000 a.c: cina e europa. oggi: africa sub-sahariana)! - società di sussistenza ! - uso di utensili semplici o in metallo (no aratro)! - strutture politiche articolate in due o più livelli di autorità! - sistema di parentela fondamentale! - organizzazione in clan!! società agricole: (antico Egitto)! - uso di aratro e animali da soma ! - surplus agricolo -> permise la nascita delle città, dell’artigianato e del commercio. Nacque successivamente lo stato, la scrittura e la moneta.! - nascita di una struttura di potere complessa!! società industriali: (fine ‘700: Gran Bretagna)! - nascono in età moderna a partire dalla rivoluzione industriale ! - tecnologia -> ruolo fondamentale nello sviluppo delle società industriali. ! - produzione industriale -> applicazione di conoscenze scientifiche al processo produttivo! - fonti energetiche inanimate -> sostituzione di forza umana e animale ! - enorme surplus economico! - urbanizzazione -> popolazione concentrata in grandi centri urbani! - sistemi di governo molto sviluppati con burocrazie e apparati militari!! 3.3 Gemeinschaft e Gesellschaft ! tentativo di delineare le differenze tra società preindustriali e società industriali! Tönnies -> concetti di Gemeinschaft e Gesellschaft! Gemeinschaft -> comunità rurale agricola! Gesellschaft -> società urbana industrializzata!! Differenze:! - motivazioni individuali! Gemeinschaft -> obblighi collettivi! Gesellschaft -> perseguimento dell’interesse personale ! - controllo sociale! Gemeinschaft -> usi e lealtà tradizionali! Gesellschaft -> leggi formali! - divisione del lavoro! Gemeinschaft -> specializzazione limitata, basata sulla parentela.! Gesellschaft -> alta specializzazione, autonomia del ruolo professionale da quello famigliare! - cultura ! Gemeinschaft -> valori religiosi! Gesellschaft -> valori secolari! - istituzioni dominanti ! Gemeinschaft -> famiglia, vicinato, comunità! Gesellschaft ->organizzazioni formali su grande scala! 2. fase del gioco libero -> I bambini cominciano ad interpretare i comportamenti come ruoli (impersonificano un dottore, pompiere,…), assumendone anche più di uno alternativamente. Lo spostamento da un ruolo ad un altro esercita la capacità di dare ai propri pensieri e azioni gli stessi significati che gli verrebbero attribuiti dal resto della società e costituisce un passo importante nella costruzione della personalità. Secondo Mead la personalità (il sé), si divide in due parti: l’io -> il modo in cui mi pongo di fronte agli altri; il me -> la mia idea di come gli altri significativi mi vedono. I bambini, assumendo ruoli differenti costruiscono il proprio Me.! 3. fase del gioco organizzato -> Il bambino impara cosa un intero gruppo di persone si aspetta da lui. L’insieme delle aspettative si fonde nell’“altro generalizzato”. Il bambino regola il suo comportamento in base agli standard che attribuisce a questo altro generalizzato. In questa fase i bambini acquisiscono un’identità sociale.!! Freud:! La teoria di Freud può essere considerata antitetica rispetto a quella di Mead.! La teoria si basa sull’idea che l’individuo sia in perenne conflitto con la società, in quanto le sue pulsioni biologiche, in particolare quelle sessuali, sono in contrasto con le norme sociali; il processo di socializzazione consiste quindi nell’addomesticare queste pulsioni.!! Le tre componenti della personalità:! - l’es -> sorgente di energia che funziona in base al principio del piacere. Quando l’energia viene scaricata, la tensione si riduce, e si genera una sensazione di piacere.! - l’io -> ha la funzione di mediazione tra la personalità e il mondo esterno, ed è guidato dal principio di realtà, ossia dall’esigenza di attendere le condizioni adeguate per scaricare la tensione dell’Es.! - il super io -> rappresenta il principio morale, ed esercita una funzione di giudizio morale. Incarna l’idealizzazione del genitore che esige un comportamento conforme agli standard stabiliti dalla società.! Le tre componenti sono attive nella personalità: L’io obbedisce al principio di realtà per attendere le condizioni adeguate al soddisfacimento delle esigenze dell’Es, che si basano sul principio del piacere; al contempo però deve obbedire alle istanze morali dettate dal super io, che a seconda dei casi premia o punisce.!! 3. la socializzazione continua ! La fase più intensa della socializzazione avviene durante infanzia e adolescenza, ma continua nella vita adulta e nella vecchiaia.! Brim -> descrive la socializzazione come un processo che dura per tutta la vita. ! Definisce inoltre le differenze tra la socializzazione adulta e quella infantile:! - socializzazione infantile -> incentrata sulle motivazioni; forma valori stabili; consente solamente l’adesione acritica alle regole; mette l’accento sull’obbedienza alle autorità.! - socializzazione adulta -> finalizzata a sviluppare capacità specifiche; riguarda comportamenti modificabili; porta alla valutazione critica delle regole; consente di riconoscere il conflitto di ruoli (necessità di stabilire una scala di priorità per potersi destreggiare tra le esigenze di diversi ruoli).!! 3.1 la socializzazione come adattamento alla crisi ! Molti sociologi sostengono che la socializzazione cambi dall’infanzia all’età adulta, in quanto si è confrontati con sfide e crisi differenti. ! Gli autori considerano l’età adulta come una sequenza di crisi, previste o impreviste, alle quali si trova risposta attraverso l’adattamento. ! Un esempio di crisi è la crisi di mezza età, in cui la vita sembra perdere significato, questa crisi può essere espressa sotto varie forma.!! 3.2 lo sviluppo umano come socializzazione continua ! Erikson -> sostiene che lo sviluppo continua per tutta la vita.! La teoria di Erikson si divide in otto fasi, le prime 5 attribuite all’infanzia e le ultime tre attribuite a momenti specifici della vita adulta. In ogni fase l’individuo affronta una crisi o una sfida, e il passaggio da una fase a quella successiva avviene in seguito al superamento della crisi/sfida.! 1. fiducia - sfiducia (prima infanzia) -> grazie alle cure che riceve il bambino impara a sentirsi sicuro del fatto che i suoi bisogni saranno soddisfatti, di conseguenza smette di provare ansia e disperazione quando l’adulto si allontana. se invece viene trascurato la prima fase di sviluppo non viene superata e possono permanere tracce di sfiducia.! 2. autonomia - vergogna e dubbio (1-2 anni) -> Il bambino sviluppa una prima coscienza di sé, e inizia ad apprendere le regole della convivenza con gli altri. Troppe aspettative però possono creare un senso di vergogna e disistima nel bambino, e minare il tentativo di autonomia.! 3. iniziativa - senso di colpa (3-5 anni) -> sviluppo del linguaggio, locomozione e interazione all’interno della famiglia. comincia ad intraprendere attività che possono trasgredire le norme stabilite dagli adulti, se questi sono troppo rigidi nel punirlo il bambino sviluppa un senso di colpa, se sono equilibrati conserva invece lo spirito d’iniziativa.! 4. intraprendenza- senso di inferiorità (primi anni di scuola) -> cominciando la scuola al bambino vengono attribuite nuove responsabilità. Se riesce bene nei compiti assegnati è contento di impegnarsi, mentre se sperimenta ripetuti insuccessi sviluppa un senso di inferiorità.! 5. identità - confusione di ruoli (adolescenza) -> durante l’adolescenza i ragazzi devono prendere importanti decisioni, se non riescono ad affrontare queste sfide potrebbero rimanere incerti circa la propria identità.! 6. intimità -isolamento (inizio età adulta) -> l’obiettivo principale di questa fase e quello di stabilire un rapporto basato sulla fiducia con un partner fisso. Questo tentativo può fallire portando alla separazione/divorzio. A questo punto se il conflitto tra intimità e isolamento non viene risolto la persona può passare attraverso una serie di relazioni temporanee destinate a fallire.! 7. generalità - stagnazione (età adulta matura) -> l’individuo è confrontato con i temi della responsabilità nei confronti della società e delle generazioni successive. Si sente in dovere di contribuire alla vita sociale con la propria attività, generare figli, affrontare i problemi in ambito professionale e famigliare; se queste sfide non vengono affrontate positivamente può insorgere un senso di impoverimento personale e mancanza di mete.! 8. integrità - disperazione (tarda età adulta) -> la persona fa un bilancio della propria vita, se la valuta positivamente prova un senso di integrità, mentre se la valuta negativamente (vorrebbe cambiare tutto ma è troppo tardi) un senso di disperazione. !! 3.3 la risocializzazione ! I tratti acquisiti nei primi anni di vita non sono immutabili, possono essere cambiati attraverso il processo di risocializzazione, che consente un riapprendimento di valori, ruoli e comportamenti che si sostituiscono a quelli precedentemente appresi, magari in modo incompleto o che si rivelano inadatti a nuove circostanze.!! 3.4 la socializzazione alla vecchiaia ! Gli anziani si allontanano da un ruolo attivo nella società, andando in pensione vengono “messi da parte” e considerati “inutili” per la società. ! A differenza delle altre fasi della socializzazione, quella della vecchiaia non è scandita da un rito di passaggio e non comporta un aumento delle risorse, al contrario è caratterizzata quasi esclusivamente da perdite. ! Gli anziani tendono ad isolarsi, in quanto non hanno più un ruolo chiaramente definito, sono contrassegnati da ciò che erano e non sono più, e queste “posizioni” non possono essere definite ruoli in quanto ad esse non corrispondono norme o aspettative specifiche.! L’accettazione della morte costituisce un tabù in quanto la società non è in grado di elaborare e trasmettere modalità di preparazione ad essa.!! 4. gli agenti della socializzazione ! agenti della socializzazione -> istituzioni, gruppi, persone che contribuiscono alla socializzazione.!! 4.1 la prima infanzia ! I bambini hanno bisogno di rapporti affettivi stabili per potersi sviluppare in modo adeguato.! Privazione -> gli studi condotti su bambini vissuti in condizioni di estremo isolamento o abbandono dimostrano gli effetti della privazione sullo sviluppo delle capacità di relazione e di apprendimento.! Istituzionalizzazione -> è il termine con il quale ci si riferisce agli effetti dannosi della permanenza all’interno di istituzioni che negano interazioni affettive.! Un fattore determinante per lo sviluppo e la salute del bambino è costituito dal contatto con la madre.! Per gli esseri umani il principale agente della socializzazione nei primi anni di vita è costituito dalla famiglia; la funzione di questa prima socializzazione è di motivare il bambino alla fiducia e all’obbedienza.!! 4.2 infanzia e adolescenza ! Tra i 3 e gli 8 anni il bambino incontra nuovi agenti della socializzazione, in particolare gli insegnanti. L’accento si pone sull’acquisizione di capacità percettive e cognitive, apprendimento di simboli e conoscenza di regole complesse.! Il gruppo dei pari svolge una funzione importante, che si accentua durante la pubertà. ! Inoltre anche i mezzi di comunicazione diventano agenti rilevanti della socializzazione.! La scuola -> la scuola insegna nozioni e capacità ma anche il rispetto per i valori della società in cui i bambini vivono; trasmettendo i valori dominanti della società e punendo i comportamenti ad essi non conformi la scuola funge da agente di controllo sociale.! Passando dall’ambiente di casa a scuola il bambino deve adattarsi ad una realtà nuova, in questo modo comincia il processo di socializzazione al mondo degli adulti.! I mezzi di comunicazione -> televisione, giornali, cinema,… influenzano il processo di socializzazione incoraggiando determinati valori e comportamenti. ! La televisione è un potente strumento di informazione, tanto che alcuni programmi sono in grado di produrre un miglioramento delle capacità cognitive, tuttavia vengono spesso preferiti i programmi di intrattenimento ed evasione.! I mass media sono inoltre veicoli di persuasione occulta, che diffondono messaggi velati ma pressanti.!! 5. i meccanismi psicologici della socializzazione ! i bambini vengono socializzati secondo 4 meccanismi:! - imitazione -> tentativo consapevole di riprodurre il comportamento di un modello (adulto con il quale il bambino ha stabilito un rapporto affettivo). ! - identificazione -> meccanismo inconsapevole che inducono i bambini ad adottare comportamento, atteggiamento e valori degli agenti della socializzazione. I bambini assorbono certi aspetti della personalità degli adulti con i quali hanno stabilito un rapporto affettivo.! imitazione e identificazione incoraggiano un certo tipo di comportamento.! - vergogna -> ciò che si prova quando ci si sente umiliati di fronte ad altri.! - senso di colpa -> punizione che ci si infligge da soli; coscienza della colpa che ci tormenta.! vergogna e senso di colpa inibiscono certi comportamenti.!! 6. socializzazione: processo unico o molteplice?! Come le differenze di classe, etniche e culturali influiscono sulla socializzazione.!! 6.1 differenze di classe ! Kohn ha individuato importanti differenze nel processo di socializzazione in base alla classe alla quale il bambino appartiene.! I genitori della classe media tendono a promuovere l’autonomia dei figli e li incoraggiano a comprendere i sentimenti altrui.! Le famiglie operaie insegnavano il conformismo verso l’autorità e attribuivano grande valore all’obbedienza. ! Anche il ruolo del padre è differente: nella classe operaia svolge un’importante funzione disciplinare, mentre nella classe media è una figura più di supporto che di autorità.! In seguito alle sue ricerche Kohn trasse la conclusione che le differenze di classe prevalgono sui fattori culturali.!! Si osserva che:! - i paesi sviluppati sono più urbanizzati di quelli in via di sviluppo ma il divario è sempre inferiore.! - il tasso di crescita urbana è maggiore nei paesi in via di sviluppo.! - la maggioranza della popolazione urbana vive nei paesi in via di sviluppo.!! 3. comunità tradizionali e comunità moderne! Fattori in base ai quali classifichiamo le comunità:! - dimensione -> piccoli villaggi - megalopoli! - grado di dipendenza reciproca -> tribù isolata autosufficiente - sobborghi di una città, collegati tra loro da una rete di interazioni e non autosufficienti.! - densità -> grado di concentrazione di una popolazione in un luogo specifico. La popolazione di una società può essere sparsa o concentrata.!! comunità tradizionali:! prima dell’urbanizzazione esisteva il villaggio rurale; piccola comunità, con pochi abitanti spesso imparentati tra loro. Si viaggiava poco al di fuori del villaggio, l’attività principale era l’agricoltura e veniva trasmessa da padre a figlio, la mobilità sociale era minima. I rapporti erano immediati e diretti, tutti si conoscevano, e la comunità era fonte di controllo sociale.!! comunità moderne:! La società urbana moderna è molto grande, la popolazione è numerosa e le persone non si conoscono tra loro, i parenti abitano lontani, la gamma di occupazioni è vastissima e pochissime di esse vengono trasmesse. Spesso l’abitazione è lontana dal luogo di lavoro e ciò crea il fenomeno del pendolarismo. La mobilità sociale è maggiore e lo status delle persone di basa su lavoro e ricchezza. L’anonimato, garantito dalla vasta popolazione, non consente il controllo sociale.!! La distinzione tra tradizionale e moderno non è assoluta, all’interno delle metropoli vi sono infatti numerose comunità che presentano caratteri tradizionali.!! 4. l’ecologia urbana ! I ricercatori della Scuola di Chicago studiano i processi che hanno luogo nell’ambiente urbano.!! 4.1 i processi urbani! Park e Burgess esaminano due processi: l’invasione e la successione.! Meccanismo: ! fase dell’invasione -> in un dato momento un gruppo si sposta in un quartiere già occupato da un altro gruppo; ciò può avvenire per diverse ragioni, alloggi migliori, vicinanza posto al di lavoro, concorrenza per lo spazio.! Inizialmente gli invasori incontrano ostilità e resistenza, ma poi la situazione si inverte.! fase della successione -> il gruppo originario trasloca a sua volta in nuovi quartieri, lasciando il vecchio agli invasori, che diventano il gruppo dominante.!! 4.2 teorie ecologiche della crescita urbana.! Le teorie si soffermano sulla distribuzione spaziale della popolazione e sui rapporti che intercorrono tra differenti segmenti sociali.!! teoria del nucleo centrale:! La popolazione si concentra in determinati luoghi per motivi come la creazione di scambi commerciali, lo sviluppo di un’attività produttiva, la costruzione di un apparato amministrativo che governa l’area circostante. !! teoria delle zone concentriche: (Burgess)! una città si sviluppa secondo una serie di anelli concentrici, ciascuno con caratteristiche economiche e residenziali distinte.! anelli:! - centro direzionale -> prevalgono attività professionali, shopping e divertimento; lavoratori e consumatori vivono altrove.! - zona di transizione -> attività commerciali e funzioni abitative; case povere per immigrati. Alta possibilità che si formino quartieri etnici.! - zona residenziale operaia -> ospita la classe operaia, le abitazioni sono normali, sono zone stabili con molte famiglie.! - zona residenziale della classe media -> abitazioni unifamiliari, risiedono impiegati e professionisti, case di buona qualità, condomini e hotel.! - zona dei pendolari -> abitata da dirigenti e professionisti della classe superiore, fascia suburbana.! Teoria con molti limiti in quanto si basa sullo sviluppo di una città americana in una determinata epoca.!! teoria dei settori:! La teoria prende in considerazione i mutamenti a lungo termine. Essa utilizza dei settori (fette di torta), che si sviluppano lungo le direttrici principali dei trasporti a partire da aree già edificate; ogni settore può crescere nella stessa direzione per 30 anni.! Si tratta di un correttivo alla teoria delle zone concentriche.!! teoria dei nuclei multipli:! Molte città moderne hanno più di un centro direzionale o commerciale, questa teoria tiene conto di questi nuovi modelli di espansione e configura la disposizione dei vari quartieri e dei rapporti reciproci sulla base di criteri diversi; alcuni tipi di attività funzionano meglio se svolte in determinati luoghi geografici (es. industrie vicine ai centri nevralgici dei trasporti).! Con questa teoria i modelli di sviluppo urbano sono meno schematici.!! 5. la vita urbana ! ! 5.1 teoria della differenziazione ! Wirth definisce l’urbanesimo sulla base di tre caratteristiche della popolazione: numerosità, densità, eterogeneità. (popolazioni urbane, numerose, dense ed eterogenee)! Wirth si interessa a come questi tratti influenzano l’esperienza di chi vive in città, basandosi su due dimensioni: gli aspetti psicologici della vita urbana e l’impatto sulla struttura sociale.! Gli abitanti delle città sono sottoposti ad un bombardamento dei sensi, al quale devono adattarsi per conservare l’equilibrio mentale. Il comportamento verso gli alti diventa distaccato, brusco, impersonale. ! Il sovraccarico sensoriale crea angoscia e tensione.! La differenziazione tipica della vita urbana indebolisce i legami sociali; la coesione nella società urbana risulta quindi impossibile. ! Esistono organizzazioni formali che fanno rispettare le norme basilari ma che non sono ovviamente in grado di imporre la coesione.!! 5.2 teoria della composizione! La teoria della composizione si oppone a quella proposta da Wirth, secondo il quale una volta raggiunto un livello di numerosità, densità ed eterogeneità della popolazione, la differenziazione avrebbe cominciato ad erodere i legami sociali.! La teoria della composizione sostiene che i fattori che caratterizzano la popolazione urbana non sono quelli elencati da Wirth.! L’individuo vive all’interno di pisoli gruppi attorno ai quali si sviluppa un mondo sociale, che isola la persona dall’ambiente urbano. ! Il modo di vivere di una persona viene spiegato attraverso differenti fattori come l’appartenenza etnica, la fase del ciclo di vita o la classe sociale.!! 5.3 teoria della subcultura ! La teoria prende elementi da entrambe le teorie precedenti.! Concorda con la teoria della differenziazione sul fatto che l’ambiente urbano influenza l’esperienza degli individui.! Condivide con la teoria della composizione l’idea che gli individui vivano all’interno di gruppi abbastanza coesi.! Secondo la teoria le grandi dimensioni di una città promuovono subculture diverse, che nascono dalla differenziazione che alimenta un grande numero di gruppi con interessi specifici, ciascuno dei quali può costituire il nucleo di una subcultura.! Le città attraggono persone diverse e producono differenziazione, ma al contempo ospitano un numero di individui con interessi comuni, che costituiscono associazioni/organizzazioni e creano un’identità di gruppo.!! 6. problemi ambientali e finanziati delle città! Problemi ambientali: ! Minacciano di sconvolgere o distruggere l’ambiente naturale.! - congestione -> l’espansione delle periferie fa si che le città siano dipendenti dalle macchine. Nelle città antiche (città europee) vi è un’incapacità di sopportare il traffico che porta al caos e alla paralisi della circolazione. Le città più moderne si sono adattate meglio sviluppando una rete stradale fatta di autostrade e superstrade, che però a loro volta richiamano traffico che porta inevitabilmente alla congestione.! - consumi energetici -> Il costo dell’energia necessaria nei grandi agglomerati urbani è un problema grave e lo sarà anche in futuro.! - inquinamento dell’aria -> la concentrazione di automobili, abitazioni e industrie crea varie forme di inquinamento, che mischiate all’umidità creano lo smog, che è un pericolo sia per l’uomo che per la natura.! - smaltimento dei rifiuti solidi -> I rifiuti sono sempre di più in particolare nelle città, per questo motivo sono nate soluzioni come la raccolta differenziata, il riciclaggio, e la produzione di energia dai rifiuti.! - inquinamento acustico -> il rumore del traffico crea irritazione nervosa e malessere fisico, che possono far insorgere vere patologie.!! Problemi finanziari:! La moltiplicazione dei servizi porta ad un aumento dei costi, ma le entrate sono spesso in diminuzione.! La manutenzione, la conservazione e la costruzione di edifici,… costituiscono ulteriori costi.! Anche i servizi sociali richiedono una capacità di spesa crescente, che non sempre può essere sostenuta.!!! CAPITOLO IX - DISUGUAGLIANZA, STRATIFICAZIONE E CLASSI SOCIALI!! disuguaglianza -> condizione in cui si trovano gli individui che, rispetto ad altri, non godono delle stesse possibilità di accesso a ricompense sociali come denaro, potere e prestigio.! stratificazione -> creazione di strati sociali dovuta alla trasmissione delle disuguaglianze di generazione in generazione.! classe sociale -> gruppo il cui accesso a ricchezza, potere e prestigio è diverso da quello di altri gruppi.!! 1. la disuguaglianza è universale?! La disuguaglianza esiste in tutte le società, le differenze di status vengono però rappresentate in vari modi. (segni sul corpo, uniformi, decorazioni,…)!! variabilità della disuguaglianza:! La disuguaglianza è più evidente nelle società più grandi e complesse.! Lenski -> mette a confronto i diversi tipi di società:! - società di caccia e raccolta -> basso grado di disuguaglianza, il lavoro è diviso per età e genere.! CAPITOLO XII - ETÀ E DISUGUAGLIANZA !! 1. età e struttura sociale ! Differenza tra status ascritto, assegnato alla nascita, e status acquisito, in seguito a prestazioni.! Lo status di età è una posizione sociale assegnata in base all’età, quindi uno status ascritto; in realtà però l’età può essere considerata uno status acquisito, alcuni anziani attribuiscono la loro buona salute allo stile di vita che hanno mantenuto per anni.!! 1.1 età anagrafica e aspettative sociali! Ogni società definisce dei ruoli di età, dati dalle aspettative sociali attribuite all’età anagrafica. (es. inizio delle scuole in età scolare, approccio all’altro sesso durante l’adolescenza, intraprendimento di un attività lavorativa in età adulta,…)! L’assegnazione di determinati ruoli a seconda dell’età, avviene su base biologica, i fattori biologici hanno infatti un peso rilevante, con l’avanzare dell’età vi è un deterioramento delle condizioni fisiche oltre che delle funzioni celebrali che non permette più di svolgere determinati tipi di ruoli. !! 1.2 norme sociali e relative all’età! Norme sociali che definiscono i comportamenti ritenuti adeguati alle diverse età:! - norme formali: alcune norme sono formali e chiaramente definite; solo a 18 anni una persona può votare, acquistare alcolici, guidare determinati tipi di veicoli, a 5/6 anni un bambino comincerà le scuole obbligatorie, a 60/65 anni una persona può andare in pensione.! - norme informali: altre norme non sono definite, i limiti di età per fare certe cose non sono definiti (es. avere un figlio, finire di studiare,…) ma la società offre modelli abbastanza precisi, esistono “orologi sociali” o “tabelle di marcia”, che stabiliscono indicativamente i tempi “giusti” per ogni cosa. !! La società ha quindi un sistema di status e ruoli collegati all’età, sancito da norme formali ed informali. A questo sistema corrisponde un sistema di ricompense sociali che producono stratificazione sociale per età.!! 2. la stratificazione sociale per età! 2.1 le basi sociali del ciclo di vita ! Siamo abituati a suddividere il ciclo della vita in fasi distinte: infanzia, adolescenza, prima maturità, mezza età, vecchiaia.! La maggioranza di queste suddivisioni per noi naturali sono in realtà molto recenti.! In passato l’età adulta cominciava molto precocemente, e non era suddivisa, bensì durava fino a quando la persona non era più autosufficiente. ! La mezza età è un concetto moderno.! La vecchiaia in passato coincideva con l’impedimento fisico, mentre oggi coincide con l’età pensionabile, nonostante molti pensionabili siano totalmente autosufficienti.! Il concetto di adolescenza nasce con l’industrializzazione, in quanto quest’ultima minava i modi che fino a quel momento erano stati utilizzati per favorire il passaggio dall’infanzia all’età adulta, ovvero l’apprendistato e il servizio domestico. Dato che in seguito alla promulgazione di alcune leggi i minori non potevano più essere impiegati in fabbrica, si venne a creare un intervallo tra l’infanzia e l’età di ingresso nel mondo del lavoro, nacquero in seguito i riformatori e le istituzioni superiori per gestire gli individui che si trovavano in questo intervallo, che venne definito adolescenza.!! 2.2 i riti di passaggio ! La transizione da una fase all’altra della vita è spesso segnata da riti di passaggio, spesso pubblici e sottolineati da cerimonie.! I riti di passaggio facilitano la socializzazione degli individui ai loro nuovi ruoli, fornisco una base all’identità personale, e consentono agli altri di mutare le proprie aspettative.! Inoltre quando le persone si radunano per celebrare un rito riaffermano o rinforzano i legami di gruppo.! Nei paesi occidentali industrializzati i riti sono sempre meno importanti e quindi sempre meno celebrati o celebrati da rituali trascurabili.! I riti di passaggio hanno sostanzialmente due funzioni: creano solidarietà sociale, e danno significato ad alcuni cambiamenti della vita.!! 3. teorie dell’invecchiamento! gerontologia -> studio delle persone anziane. ! Sviluppo di teorie sul fenomeno dell’invecchiamento:! - teoria del disimpegno -> le persone che invecchiano e quelle che le circondano passano attraverso un periodo di reciproco distacco, in questa fase del disimpegno gli anziani vengono liberati dai propri obblighi (produttivi e di responsabilità sociale), per far si che si adattino alle proprie diminuite capacità e alla prospettiva della morte. nel frattempo le posizioni occupate in precedenza dagli anziani vengono affidate agli individui più giovani.! - teoria dell’attività -> quando gli anziani devono rinunciare ai propri ruoli provano un senso di perdita, si sentono esclusi e possono perdere l’identità personale. La soluzione a ciò consiste in u rinnovato impegno, gli anziani che continuano ad avere ruoli attivi anche dopo il pensionamento godono di una migliore salute psicologica.! - teoria della subcultura -> gli studiosi sostengono che gli anziani si adattino più facilmente alla vecchiaia se entrano a far parte di una subcultura di anziani, in questo modo viene conservato il senso di appartenenza, si evita l’isolamento w si mantiene un buon livello di autostima nonostante la perdita di alcuni ruoli precedentemente svolti.! - teoria delle risorse -> questa teoria può essere applicata alle famiglie, i componenti che controllano le risorse sono coloro che lavorano e guadagnano, e perciò negano queste risorse ai giovani e agli anziani, che non contribuiscono al reddito famigliare. La teoria sostiene che i diversi gruppi di età possono essere considerati come strati sociali definiti che possiedono una maggiore o minore quantità di ricchezza, potere e prestigio. (la parte più anziana è lo strato più svantaggiato)!! Nessuna delle teorie offre un quadro esaustivo dei processi di invecchiamento, in quanto non tengono conto dei tratti individuali posseduti da ogni persona.!! 4. i problemi degli anziani! 4.1 dipendenza e perdita di ruolo! La vecchiaia porta con sé la progressiva diminuzione delle prestazioni fisiche e mentali, e dunque la dipendenza dagli altri. (la dipendenza dagli altri riguarda per lo più la quarta età e non la terza)! Gli anziani devono via via rinunciare ad alcuni ruoli svolti in precedenza, la socializzazione alla vecchiaia è però un processo più difficile rispetto alla socializzazione con le altre fasi, in quanto esistono poche ricompense collegate al ruolo di anziano.!! 4.2 problemi economici e isolamento ! Capita che a volte gli anziani siano più ricchi rispetto ai giovani grazie ai risparmi accumulati nel corso degli anni, ma nella maggioranza dei casi la situazione economica degli anziani è problematica a causa delle pensioni sempre più basse che non sono in grado di garantire il livello di vita precedente.! Anche i cambiamenti della struttura delle famiglie, sempre meno ampie, ha influito sugli status degli anziani; sempre meno anziani vivono con le proprie famiglie, la maggior parte vivono da soli o in case di riposo. ! Ciò può portare ad un isolamento, secondo gli esperti la condizione migliore per un anziano è una comunità all’interno della quale ha la compagnia dei propri coetanei ma è al contempo in contatto con persone di altre età.!! 5. la mobilitazione politica degli anziani! In certe condizioni un gruppo di età può mobilitarsi per affermare i propri bisogni e chiedere riforme.! Nel corso degli anni sono aumentati i gruppi di pressione di anziani, che lottano per la provvidenza sociale, l’assistenza sanitaria e i problemi che interessano la terza età.! ! In futuro probabilmente gli anziani saranno più istruiti, ricchi, sani e politicamente attivi, ma esisteranno comunque delle disuguaglianze dovute al fattore biologico, che impedisce alle persone molto anziane l’adempimento di determinati ruoli.!!!!!!!!!!!!!!
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