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Sintesi primo parziale Comte, Marx, Tocqueville, Sintesi del corso di Sociologia Dei Processi Culturali

Sintesi del libro integrato con i power point: Auguste Comte, critica di Max Scheler alla legge dei tre stadi di Comte, Karl Marx, Alexis de Tocqueville

Tipologia: Sintesi del corso

2022/2023

In vendita dal 13/06/2023

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Scarica Sintesi primo parziale Comte, Marx, Tocqueville e più Sintesi del corso in PDF di Sociologia Dei Processi Culturali solo su Docsity! AUGUSTE COMTE Auguste Comte è il sociologo dell’unità umana e sociale, dell’unità della storia umana. Secondo lui infatti esiste un unico tipo di società assolutamente valido, a cui tutta l’umanità dovrà arrivarvi. Le 3 tappe del pensiero di Comte sono indicate dalle sue 3 opere principali ¢ 1. Gli Opuscules de philosophie sociale (1820-26) ¢ 2. Le lezioni del Cours de philosophie positive (1830-42) ¢ 3. Il Système de politique positive (o Traité de sociologie instituant la religion de l’humanité) (1851-54), in cui analizza la società da un punto di vista scientifico. PRIMA TAPPA  Riflette sulla società del suo tempo (come la maggior parte dei sociologi), una riflessione sul momento storico che la società europea all’inizio del XIX secolo stava vivendo. Si sta per assistere ad un passaggio da una società teologica e militare (età medievale), ad una scientifica ed industriale (età moderna). La società che nasce è scientifica nello stesso modo in cui era teologica quella che sta per morire, gli scienziati subentrano ai preti o ai teologi come garanti morali e intellettuali dell’ordine sociale. Essi offrono sia il modello del modo di pensare dominante, sia le idee che costituiscono i principi dell'ordine sociale. Come gli scienziati stanno per sostituirsi ai preti, così gli industriali, cioè gli imprenditori, i dirigenti industriali e i banchieri, stanno per prendere il posto dei guerrieri (da quando iniziano a pensare scientificamente, la guerra, non è più tra gli uomini, ma contro la natura, per sfruttarne le risorse). Comte pensa che il lavoro sostituirà la guerra. Infatti nello stadio teologico la lotta tra uomo e natura assume la forma di una lotta tra gli uomini stessi, data la molteplicità di religioni presenti. Ma se la scienza sostituisce la religione - o meglio le religioni -, allora davanti a un sapere universale e universalmente condiviso spariranno tutte le divisioni. La guerra diventerà inutile. Allo stesso modo, le classi improduttive e oziose, come il clero e la nobiltà, saranno sostituite da classi laboriose, gli imprenditori e le maestranze. La riforma della società pone le sue basi in una riforma intellettuale. Comte, come molti dei suoi contemporanei, ritiene che la società moderna è in crisi, e trova la spiegazione nei disordini sociali che accompagnano il passaggio tra le due società. Il passaggio da una società all’altra, secondo lui, è inevitabile, ma può essere accelerata o ritardata. Il compito della sociologia è comprendere le trasformazioni della storia e la necessità di cambiare la società, per porre fine il prima possibile a questa crisi. SECONDA TAPPA non cambiano le idee direttrici, ma si allarga la prospettiva. Inizialmente pensava che la storia europea come un paradigma (esempio) per tutta l’umanità, poiché il suo fine, l’ordine sociale, è il fine a cui tende l’intera umanità. In questa tappa passa in rassegna le diverse scienze sociali e sviluppa e conferma LA LEGGE DEI 3 STADI e LA CLASSIFICAZIONE DELLE SCIENZE:  LA LEGGE DEI 3 STADI secondo la legge dei 3 stadi, lo spirito umano sarebbe passato per tre fasi successive: 1. Lo spirito umano spiega i fenomeni attribuendoli a esseri o a forze paragonabili all’uomo stesso ETÀ TEOLOGICA 2. Esso è caratterizzato da un sapere critico nei confronti della teologia. Si basa sulla critica e non sull’osservazione, ed è perciò incapace di costruire un vero e proprio ordine sociale. Ecco perché lo stadio metafisico è in sostanza uno stadio di transizione ETÀ METAFISICA 3. È caratterizzato dal pieno dispiegamento del metodo dell’osservazione. La generalizzazione viene fatta a partire da cose osservate, non più in riferimento a cose assolute, ma a cose relative (L’uomo non si interroga più sulle cause, ma si accontenta di stabilire le leggi che li comandano) ETÀ POSITIVA Secondo Comte, nella storia dell’umanità sono rintracciabili3 grandi sintesi conoscitive, tre forme di ordine sociale. Nella legge dei tre stadi Comte identifica le grandi tappe dell’evoluzione umana: lo stadio teologico, lo stadio metafisico e quello positivo. Passando da uno stadio all’altro l’umanità migliora e completa se stessa, poiché migliora e completa le sua capacità di spiegare e controllare la natura. Per Comte è quindi fondamentale lo sviluppo di un controllo razionale sul mondo. Questo sapere razionale progressivamente diventa riflessivo, cioè consapevole delle sue possibilità. La scienza della società- la sociologia- permette una spiegazione e un controllo razionale dell’ordine sociale. La scienza sociale è l’ultimo dei saperi a diventare scientifico, perché il suo oggetto di osservazione, cioè l’uomo e la storia, è particolarmente complesso e sfuggente. La legge dei 3 stadi ha senso solo se collegata con la classificazione delle scienze, perché il passaggio dall’età teologica a quella metafisica e poi a quella positiva non si attua simultaneamente in tutte le discipline intellettuali.  LA CLASSIFICAZIONE DELLE SCIENZE l’ordine che esse hanno in questa classificazione ci svela l’ordine in cui l’intelligenza diventa positiva nei vari campi. Il modo di pensare positivo si è imposto prima in matematica, fisica, chimica, cioè nelle materie più semplici. La combinazione della legge dei 3 stadi con la classificazione delle scienze, si pone come obbiettivo provare che il modo di pensare che ha trionfato in astronomia, chimica, fisica, matematica, deve imporsi anche nel campo della politica, portando alla formazione di una “scienze della società”, la sociologia. A partire dalla biologia (cambia la metodologia), le scienze non sono più analitiche, come la fisica e la chimica che fissano analiticamente leggi tra fenomeni isolati, ma sintetiche, che prendono in considerazione l’essere vivente nel suo complesso, un organo o una funzione senza considerare il corpo umano nel suo complesso, sono materia morta. In Comte il tutto ha la priorità sulla parte in sociologia, non si può comprendere un fenomeno sociale (es. la religione) se non lo si colloca nel tutto sociale a cui appartiene (es. non si comprende la Restaurazione francese, se non si capisce la Rivoluzione, e questa non si capisce, se non si capisce il regime monarchico che l’ha anticipata). EVIDENTE DIFFICOLTÀ Per riuscire a capire un singolo fenomeno quindi, bisogna guardare al tutto. Questo porta all’idea che l’oggetto principale della sociologia è la storia del genere umano, storia che veniva considerata tutta unita. scuola dell’organizzazione. Sosteneva una teoria dell’organizzazione a prescindere dalla “metafisica” delle teorie economiche astratte ma anche da quelli che egli chiamava “comunisti”, ostili alla proprietà privata. Comte assume una posizione intermedia tra socialismo e liberalismo: vuole conservare la proprietà privata e trasformarne al contempo il significato, riportandola all’esercizio di una funzione sociale da parte di alcuni individui (i patrizi, gli industriali, i banchieri). Questo perché la proprietà privata è necessaria, inevitabile ed indispensabile, quando NON VIENE CONCEPITA PIÙ COME il diritto di ABUSARE per l’esercizio di una funzione collettiva. Alla teoria della proprietà privata Comte aggiunge un’altra idea, l’idea del carattere secondario della gerarchia temporale. L’esistenza degli uomini non è definita soltanto dal posto che questi occupano nella gerarchia economica e sociale, ma esiste anche un ordine spirituale, basato sui meriti morali. Questo non è trascendente (della religione), è un ordine “di quaggiù”. Ognuno deve porsi come scopo supremo di essere il primo nell’ordine dei meriti, non del potere. Comte mirava ad una rivoluzione del potere temporale attraverso quello spirituale, che spetta agli scienziati e ai filosofi, che si sostituiscono ai preti. Il potere spirituale, sarebbe quindi quello che i preti e le chiese erano nelle età teologiche del passato. Predecessori - Montesquieu, “Lo spirito delle leggi” = ha sostenuto il determinismo dei fenomeni storici e sociali, ma in lui mancava l’idea del progresso - Condorcet = idea del progresso, scopre nel passato varie fasi in cui lo spirito umano si è evoluto - Bossuet = tentativo più rilevante che ha preceduto il suo Secondo Comte i fenomeni sociali sono soggetti ad un determinismo rigoroso, che si presenta sottoforma di un inevitabile sviluppo della società umana, determinato dal progresso dello spirito umano. L’UOMO DEVE PRIMA VIVERE E POI FILOSOFARE Problema x la concezione della storia di Comte se la storia è la storia del progresso dello spirito umano, quali relazioni intercorrono tra questo progresso nelle conoscenze e le altre attività umane? Nel corso di filosofia positiva, Comte sostiene che la storia è il continuo sviluppo della mentalità dell’uomo, per questo sostiene che i principali momenti dello sviluppo umano sarebbero potuti essere previsti da una intelligenza superiore, perché rispondevano ad una NECESSITÀ. L’intelligenza è la direzione della storia umana, e si capisce così come la storia umana possa essere intesa come quella di un “unico popolo”. Ma se la storia è la storia di “unico popolo” perché varie frazioni dell’umanità differiscono tra loro? Comte spiega come le diverse frazioni dell’umanità non abbiano uno stesso passato. Questo dipende: dalla razza, dal clima e dall’azione politica. Dalla razza perché ognuna possiede delle caratteristiche e delle condotte predominanti (es. la razza negra era caratterizzata particolarmente dall’impulso sentimentale). Col termina clima, Comte indica l’insieme delle condizioni naturali, ogni società ha dovuto superare degli ostacoli più o meno grandi e situazioni geografiche più o meno favorevoli. Per quanto riguarda l’azione politica, parla di provvidenzialismo, questa teoria sostiene che gli individui non possono mutare il corso della storia. ¢ La nuova scienza sociale proposta da Comte consiste nello studio delle leggi dello sviluppo storico Propone una teoria sull’evoluzione della storia dell’umanità. ¢ È fondata sull’osservazione e sul confronto, metodi simili a quelli delle altre scienze, come la biologia Il divenire storico previene una visione della storia totalmente unificata. Questi metodi saranno inquadrati dalla dottrina positivista, dalla sua concezione della statica e della dinamica (entrambe sintetiche). STATICA e DINAMICA sono le due categorie centrali della sociologia di Comte.  STATICA consiste nello studio di quello che lui chiama il consenso sociale. La società è paragonata ad un organismo vivente: siccome è impossibile studiare un organo senza collegarlo nell’insieme dell’essere vivente, allo stesso modo è impossibile studiare la politica e lo stato, senza collocarli nell’insieme della società in un dato momento. Comporta l’analisi della struttura della società in un dato momento e l’analisi degli elementi che determinano il consenso (collettività). Essendo questa lo studio del consenso, ci porta a ricercare quali sono gli organi essenziali di qualsiasi società, e per tanto ad andare oltre le diversità storiche, per scoprire i principi che stanno alla base dell’ordine sociale. Cosi la statica, che incomincia come una semplice analisi positiva sulla struttura delle diverse società, e dei legami tra le diverse istituzioni, riesce a studiare ciò che è essenziale in ogni collettività umana. La statica diventa l’analisi della struttura di qualsiasi società umana. Poiché esiste una sola storia, con lo studio della statica, ritroviamo i caratteri strutturali di qualsiasi società.  DINAMICA è la descrizione delle tappe percorse dalle società umane, governate da leggi. Se la statica ha messo in luce l’ordine della società umana, la dinamica sociale ritrova le vicende, attraverso le quali quest’ordine è passato. La statica riguarda le condizioni di esistenza di una società (ordine), mentre la dinamica quelle di movimento (progresso). Comte sostiene che l’unità di base della società è la famiglia, non l’individuo, poiché, quest’ultimo non può essere oggetto di osservazione scientifica. La famiglia è il luogo primo e naturale dove si intrinseca tale socievolezza. Essa è un’unione fondata sugli affetti, e ha perciò una natura morale e non intellettuale. Al contrario la società non è un’unione, ma una cooperazione basata sulla divisione del lavoro. Senza una divisione del lavoro c’è un agglomerato di famiglie e non una società. La natura della società consiste perciò nella capacità di coordinare, cioè di governare, tale cooperazione. Comte analizza la NATURA UMANA (teoria della natura umana), che gli consente di passare poi all’analisi DELLA NATURA DELLA SOCIETÀ. Secondo Comte, l’uomo è egoista (ma non esclusivamente). La storia non cambia la natura dell’uomo. Le caratteristiche dell’uomo sono presenti in lui sin dall’origine, ciò non significa che la successione delle società non apporti nulla all’uomo, anzi, la storia gli da la possibilità di realizzare ciò che c’è di più nobile nella sua natura (scoprire le leggi che governano la realtà). Secondo lui gli uomini non saranno mai mossi da altro che dai sentimenti. Il vero scopo è che siano mossi da sentimenti sempre più disinteressati e non più da istinti egoistici. ¢ Principio base della sociologia è “la coordinazione razionale della serie fondamentale dei diversi eventi umani secondo un unico disegno” LA RELIGIONE DELL’UMANITÀ (Teoria della religione) L’analisi della religione si propone di mostrare la funzione della religione in qualsiasi società umana. ¢ La religione serve a temperare il potere temporale, soddisfa i bisogni umani di amore e unità ¢ Gli uomini devono amare (secondo Comte) il Grande essere, ovvero non la totalità degli uomini, ma coloro che sopravvivono perché i loro predecessori hanno prodotto qualcosa di buono ed eccellente. Quella che Auguste Comte vuole farci amare è l’eccellenza di cui sono stati capaci alcuni uomini e verso la quale tutti gli uomini devono elevarsi. ¢ “Il Grande essere” di questa religione fondata da Comte “è l’insieme degli esseri passati, futuri e presenti, che liberamente concorrono a perfezionare l’ordine universale” Comte pensa che alla religione cattolica si sostituirà una nuova religione positiva, basata su una fede dimostrabile perché razionale, ma anch’essa basata su una serie di culti, gestito da una vera e propria Chiesa positiva. Questa religione deve essere il fondamento del nuovo ordine industriale. Al cuore di questa religione laica c’è la venerazione dell’umanità. Vuole un’umanità pacifica e consapevole. “L’umanità è composta più di morti che di vivi”= tutto ciò che ci lasciano Vuole diffondere il pensiero positivo e trasformare il modo di pensare degli uomini, nuovo modo di pensare che porterà alla giusta organizzazione della società e dello Stato. Paradosso secondo lui questo ordine fondamentale deve realizzarsi da solo. Le leggi concedono agli uomini il massimo di libertà. Il sociologo è una specie di profeta pacifico. Comte ha 2 OBBIETTIVI principali: RIFORMARE LA SOCIETÀ e COSTRUIRE LA SINTESI DELLE CONOSCENZE SCIENTIFICHE (permette di dare fondamento alle idee sociali e di inquadrarle). La sua scienza non è la ricerca di una spiegazione definitiva, si limita a constatare l’ordine che regna nel mondo. Quando riunisce i risultati crede di scoprire una struttura del reale. L’uomo dalla mentalità scientifica non può credere alla Chiesa o alla divinità. Ma d’altra parte la religione risponde a u bisogno permanente dell’uomo, le società hanno bisogno di un potere religioso che consacri e temperi il potere spirituale. Senza ordine sociale regnano caos e disordine. L’ordine sociale è la condizione essenziale perché si dia equilibrio e perché l’individuo possa realizzarsi. Al contrario, i tempi di cambiamento sociale, sono infausti e problematici. Perciò è importante la funzione dell’intellettuale e del riformatore: costui che più di ogni altro è in grado di vedere il nuovo ordine sociale che avanza. Questo perché possiede un sapere vero. L’obbiettivo è quello di La prima idea decisiva di Marx La storia umana come lotta tra classi sociali. Tutte le società sono caratterizzate da classi nemiche, e quella capitalistica non è da meno. Ma presenta alcune caratteristiche senza precedenti: la classe dominante, la borghesia, ha bisogno di cambiare costantemente gli strumenti di produzione, e quindi i rapporti sociali. Nella società borghese inoltre, i capitalisti, sono in grado di produrre sempre di più, ma, e qui si coglie il carattere contraddittorio, all’incremento del regime produttivo, non corrisponde la distribuzione della ricchezza; andando ad aumentare la povertà della maggioranza. Da questa contraddizione un giorno, nascerà una rivoluzione del proletariato, che rivoluzionerà i rapporti sociali. Questa rivoluzione differirà da quelle del passato, che erano fatte da minoranze per le minoranze, questa sarà fatta dalla maggioranza a vantaggio di tutti. Segnerà quindi la fine delle classi e del carattere antagonistico della società capitalistica. Anche il potere politico cambierà, perché normalmente chi lo detiene è la classe dominante, che utilizza per mantenere il proprio dominio e lo sfruttamento, ma ora passa dalla borghesia ai proletari. Secondo Marx la Politica e lo Stato sono fenomeni secondari rispetto a quanto accade nella società. ò Borghesia e proletariato come poli di aggregazione ò L’esplosione del contrasto è ritenuta inevitabile All’interno della prefazione a Per la critica dell’economia politica, Marx ha riassunto la sua concezione sociologica globale (sull’interpretazione economica della storia): MATERIALISMO STORICO 1. I rapporti sociali si impongono agli individui al di là delle loro preferenze 2. In ogni società la base economica è la struttura (forze e rapporti di produzione), mentre la sovrastruttura è tutto ciò che include la religione, la politica, le istituzioni giuridiche. Pensa che è la prima a determinare la seconda. 3. Secondo Marx ogni stadio dello sviluppo storico è la contraddizione tra le forze di produzione e i rapporti di produzione: le forze di produzione rappresentano la capacità produttiva in funzione delle conoscenze scientifiche e i rapporti di produzione rappresentano i rapporti di proprietà, la ripartizione del reddito,.. 4. In questa contraddizione, è facile introdurre la lotta di classe (anche se lui non ne fa riferimento), perché nei periodi rivoluzionari una classe è attaccata ad antichi rapporti di produzione che impediscono lo sviluppo delle forze produttive, e un’altra classe è progressista e rappresenta nuovi rapporti di produzione. 5. Ne deriva una teoria delle rivoluzioni, secondo cui le rivoluzioni sono l’espressione di una necessità storica (= sono eventi necessari) 6. Sono i rapporti sociali che plasmano la coscienza, il modo di pensare degli uomini, non è la coscienza degli uomini che determina la realtà 7. Marx divide le tappe della storia umana in 4 regimi economici o modi di produrre, che a loro volta possono essere divisi in 2 gruppi: i modi di produzione antico feudale e borghese si sono succeduti nella storia dell’Occidente. Il modo di produzione antico è caratterizzato dalla schiavitù; il modo di produzione medievale dalla servitù della gleba e quello borghese dal salariato. Il modo di produzione asiatico non sembra costituire una tappa della storia Occidentale, ed è invece caratterizzato dalla subordinazione/sottomissione di tutti i lavoratori allo Stato. IL CAPITALE Il Capitale per alcuni è un libro di economia scientifica (non filosofico), per altri contiene spunti filosofici decisivi. Secondo Aron: Marx è un economista scientifico (alla maniera degli economisti inglese, di cui tanto si nutriva). Non è un economista classico, lui infatti gli rimproverava di aver considerato come universalmente valide le leggi dell’economia capitalistica. Per lui OGNI SISTEMA HA LE PROPRIE LEGGI ECONOMICHE. Secondo lui non si può comprendere un sistema sociale se non si fa riferimento alla sua struttura economica. Sono infatti le relazioni sociali a definire un determinato modo di produzione. SCOPO DEL CAPITALE spiegare il funzionamento, la struttura sociale e la nascita, sviluppo e affermazione del regime capitalistico + Studiare dal punto di vista economico e sociologico il capitalismo, ma anche leggere la storia dell’umanità dal punto di vista dei modi di produzione Secondo Aron, Marx non riesce in questa impresa Il capitale è diviso in 3 libri, il primo pubblicato da Marx, gli altri due pubblicati postumi da Engels, che li trasse dai manoscritti di Marx. TEMI FONDAMENTALI  L’essenza del capitalismo è la ricerca del profitto. Nel regime capitalistico non avviene più lo scambio merce-merce, ma denaro-denaro, passando attraverso la merce, con lo scopo, da parte del capitalista, di ottenere più denaro di quello anticipato.  Ma come si fa ad ottenere di più di quanto si aveva in partenza? Con la teoria del plusvalore. Questo perché ogni merce ha un valore d’uso, legato cioè alla sua utilità rispetto a certi bisogni e un valore di scambio, che permette di scambiarla con altre merci. Il valore di scambio deriva dalla quantità di lavoro socialmente necessario per produrla. Nel regime capitalistico non è più finalizzato ad ottenere beni utili, con il denaro mezzo dello scambio, ma il denaro diventa il fine dello scambio (diventa Capitale), perché se ne vuole accumulare sempre di più. Da M.D.M. D.M.D. Denaro+, ossia il plus-valore, deriva da un tipo di merce particolare che il capitalista può comprare ed . . usare: la forza-lavoro, che produce più valore. Il capitalista compra la forza-lavoro (l’operaio) secondo il valore che corrisponde alla quantità di lavoro socialmente necessario a produrla, ovvero la compra al prezzo del salario che permette all’operaio di vivere e produrre. Il plus-valore deriva quindi dalla capacità dell’operaio di produrre un valore maggiore rispetto a quello che percepisce nel salario. Il plus-valore è la quantità di valore prodotta dall’operaio al di là del tempo di lavoro necessario, cioè del . tempo di lavoro necessario per produrre un valore uguale a quello che egli riceve sotto forma di salario. ò Il plusvalore deriva quindi dal pluslavoro dell’operaio ed è il quantitativo di valore “offerto” al capitalista a titolo gratuito.  L’operaio diventa merce. Questo perché mentre il capitalista possiede i mezzi di produzione, l’operaio possiede solo la propria capacità di lavoro, per vivere, deve venderla sul mercato.  Il profitto deriva dal plusvalore: Profitto = Plusvalore / Capitale costante + Capitale variabile Capitale costante: es. investito per il funzionamento dei macchinari di un’azienda, per le materie prime Capitale variabile: capitale mobile investito per i salari  Il capitalismo è anarchico e irrazionale, perché è senza regole, non ci può essere una pianificazione e un’organizzazione della produzione. Basandosi sulla valorizzazione del capitale e non sulla soddisfazione di bisogni concreti, è esposto al pericolo di crisi economiche ricorrenti, e quindi ad un collasso.  L’interesse del capitalista, perciò, è puramente privato e non si misura con la collettività  Con il capitalismo si assiste ad un processo di universalizzazione, che agisce a tutti i livelli, non solo a quello economico, nel capitalismo tutto diventa merce. Si crea un unico mercato mondiale, che non ha più confini, e si produce un’universalizzazione dei rapporti umani: tutte le culture sono costrette ad entrare in contatto reciproco. ò Alienazione: è la condizione di scissione dell’operaio rispetto al prodotto del proprio lavoro. Egli ne viene privato, così come ritrova la sua attività piegata a fini estranei (quelli del capitalista) e sacrifica libertà e creatività individuale ai ritmi forzati e ripetitivi della produzione. Si creano così le premesse per un conflitto con il capitalista ò Uomo totale: designa l’uomo non scisso, non mutilato dalla specializzazione dei meccanismi produttivi che impediscono il pieno e armonioso sviluppo delle capacità personali Gli equivoci della sociologia marxista: 1. Sebbene concetti chiave del pensiero di Marx (come struttura e sovrastruttura) non veicolino necessariamente alcun dogmatismo nella visione della storia, si può ugualmente sospettare il contrario  = L’interpretazione della storia di Marx non è legge Per passare da una societa gerarchica a una democratica bisogna stravolgere la struttura gerarchica delle società aristocratiche del passato: rompere le reti di gerarchie. Solo così la società sarà democratica ossia caratterizzata da individui che godono di pari opportunità. PRIMO ASPETTO AFFRONTATO DA TOCQUEVILLE SECONDO ASPETTO AFFRONTATO DA TOQUEVILLE IL MANTENIMENTO DELLA DEMOCRAZIA il sistema sociale democratico non è immune da pericoli. I rischi nascono dalla tensione che si crea tra uguaglianza e libertà. La democrazia coincide con l’eguaglianza, ma non è detto che coincida anche con la libertà. I popoli democratici hanno davanti a sé un’alternativa radicale tra 2 possibili esiti della loro forma sociale:  LIBERTÀ DEMOCRATICA coordina libertà e eguaglianza  DISPOTISMO DEMOCRATICO  rinuncia alla libertà per l’eguaglianza I 3 PERICOLI DELLA DEMOCRAZIA: 1. L’INDIFFERENZA VERSO LA COSA PUBBLICA: nei secoli aristocratici gli uomini erano legati tra loro da una struttura gerarchica. Il far parte di una stessa catena di rapporti creava un legame tra loro. ora gli anelli sono staccati e non c’è più niente che li leghi reciprocamente. Ognuno è portato a mettere se stesso al centro delle cose. Viene meno il senso di appartenenza a una realtà superiore che non sia quella meramente individuale. Società basata sull’individuo (atomizzato). 2. IL VENIR MENO DELLA DIVERSITÀ: l’eguaglianza spinge all’uniformità. Prima le classi sociali erano tra loro diverse e complementari, e in base ala classe di appartenenza, ognuno aveva un ruolo preciso. Ma ora, con l’avvento della democrazia, si crea un grande ceto intermedio indifferenziato (si impone l’opinione pubblica). L’opinione individuale non riesce ad emergere. Logica della quantità. 3. UN POTERE SENZA CONTROLLO (E SENZA LIMITI): con il venir meno dei ceti aristocratici, viene meno la loro funzione di mediazione e di controllo del potere sovrano. Quindi il potere non è più vincolato. Questo è il potere più pericoloso, perché prodotto da una passione senza limiti per l’eguaglianza, si rischia di avere un potere senza limiti. Questi sono gli effetti sociali dell’eguaglianza. Bisogna rendere possibile una democrazia fondata sull’equilibrio tra eguaglianza e libertà. • Se così non avvenisse c’è il rischio di un nuovo dispotismo, più terribile di ogni dispotismo passato, perché senza freni. Il dispotismo democratico è la fine di libertà e diritti ed è il prodotto dei tre rischi della democrazia. • DISPOTISMO = quando l’eguaglianza diviene una minaccia per la libertà. • L’eguaglianza della tirannide comporta l’essere uguali poiché nessuno possiede più diritti. Solo la libertà può far uscire i cittadini dall’isolamento nel quale la loro stessa indipendenza gli fa vivere, per costringerli a riunirli. Come affronta la società americana i rischi della democrazia? Secondo Tocqueville gli americani per primi hanno affrontato i rischi della democrazia. I principali modi con cui l’America riesce a salvaguardare la libertà nella democrazia sono: 1. La presenza della religione 2. La presenza di associazioni (indipendenti dal potere politico) che permettono ai cittadini di far sentire la propria voce nelle questioni che li riguardano direttamente. Permette di combinare il benessere individuale con quello collettivo. Gli individui partecipano ad una grande quantità di associazioni civili, con obbiettivi che vanno dai più piccoli problemi della vita quotidiana a prospettive di respiro nazionale e generale. 3. Ruolo dei giornali (o mass media) come voce delle associazioni: un megafono sociale, uno strumento fondamentale per contrastare la formazione di un’opinione pubblica standardizzata e omologata. La democrazia ha bisogno della religione, essa infatti fornisce - Un insieme di valori alla collettività - È un limite al potere sovrano, che non può andare contro le credenze generali e condivise Gli americani sono liberi perché credono  “In God we trust”. Libertà ↔ religione. Tocqueville ritiene che il dispotismo è impossibile in una società in cui c’è religione. Associazioni, stampa e religione costituiscono così gli antidoti messi a punto dagli americani contro il rischio della tirannide democratica. CORPI ISTITUZIONALI INTERMEDI = “associazioni civili” che nascono come corpo sociale di mediazione tra individuo e potere dello Stato. • L’individuo evita di cadere nella indifferenziazione quindi di essere isolato e facile oggetto delle lusinghe del potere.
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