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Sintesi riassuntiva su Sandro Penna+ focus "Il viaggiatore insonne", Schemi e mappe concettuali di Letteratura Italiana

Sintesi riassuntiva su Sandro Penna+ focus "Il viaggiatore insonne"

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2020/2021

In vendita dal 30/05/2021

daniele-rizzo
daniele-rizzo 🇮🇹

4

(13)

22 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Sintesi riassuntiva su Sandro Penna+ focus "Il viaggiatore insonne" e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! Sandro Penna Sandro Penna è un poeta che ha vissuto tutto immerso nella propria esperienza privata, fuori dai grandi circuiti intellettuali, è diventato soltanto nei suoi ultimi anni un singolare modello per le nuove generazioni di poeti e scrittori. Intorno a lui, e alla sua poesia, si è creato un vero e proprio mito. Nel suo personaggio si è avvertito qualcosa di enigmatico ed inafferrabile; nella sua poesia, un miracolo di perfezione e di grazia. Scritte e pubblicate in momenti diversi, le poesie di Penna si dispongono in una specie di canzoniere in continuo accrescimento, caratterizzato dalla ripresa incessante di: temi, motivi e accenti musicali. In esse non si svolge nessuna storia, ma si ripetono situazioni ed immagini illuminate da una luce che esalta ogni minimo particolare. La situazione di base è quella dell'amore omosessuale che a volte si confonde con immagini più generali della gioia d'amore, altre volte richiama situazioni e rapporti concreti, ma sempre trasferiti su un piano sublime. Penna tende in realtà a fare della poesia un'affermazione assoluta del valore della vita, partendo dalla propria condizione di omosessuale, egli sembra cercare attraverso la poesia un risarcimento dalla propria emarginazione. Il valore della poesia consiste per Penna nel verificarsi di un rapporto diretto con la vita: è una forza spontanea ed incosciente che permette di abitare dolcemente dentro la realtà: “ Io vivere vorrei addormentato entro il dolce rumore della vita”. Penna sembra aspirare a una dimensione antica e pagana, come a voler trasformare le proprie avventure, i propri rapporti, gli incontri accidentali del mondo moderno cittadino in qualche cosa di classico in esperienze ferme in piena luce al di fuori del tempo. Questa dimensione classica è confermata dal linguaggio tutto alto, elegante, insieme letterario e nobilmente popolare. L’eleganza di Penna attrae e stupisce, qualsiasi concetto passi attraverso l’inchiostro della sua penna diventa incline alla perfezione, a tratti sapienziale e splendente, per porre un esempio della sua potenza espressiva si potrebbe chiamare in causa una poesia molto breve: Tanto amici eravamo che un segreto dell’uno era dell’altro. D’uno solo egli non ne parlò mai con se stesso. Sembra che Penna sia in grado di conferire alla poesia, oltre che toni radiosi e luminosi, anche aloni di mistero, di oscurità. La poesia di Penna sembra sì dissolvere ogni cosa in un felice candore, così da esaltarsi nella gioia di un'esperienza tutta individuale depositata nella grazia e nella felicità delle cose. Ma dietro la ripetizione della gioia vitale c'è un vano consumarsi che costringe il poeta a sentirsi come un “mostro da niente” , votato a una lenta morte senza disperazione. Tra le pieghe di molte poesie si aprono allora velenosi interstizi celati dal gioioso canto della vita e dell'amore. La poesia della gioia irresponsabile scopre in realtà un fondo amaro e terribile, avverte nel proprio stesso splendore di non essere altro che un gioco marginale, fuggevole, vanamente travestito da valore essenziale, perfetto. Come se in Penna coesistessero due personalità di pari impatto caratteriale, una solare, e una oscura. La temporalità e la meteorologia si mettono a servizio della poetica di Penna, frequenti i ricorsi a parole come: sera, notte, stelle, luna, primavera, pioggia e via discorrendo, queste espressioni si fanno carico dell’interiorità con cui la vita si ritira nell’ombra a seguito delle “solari gesta” e delle “solari prodezze” del giorno, ma è come se la luce ignorasse l’esistenza delle tenebre, e le tenebre, della luce.
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