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Sintesi Riforma, Controriforma, protestantesimo, Zwingli, Calvino, Concilio., Sintesi del corso di Storia

Riassunti paragrafo per paragrafo del capitolo 14 del libro "La storia" di Barbero, Frugoni e sclarandis. Gli appunti contengono informazioni su le riforme protestanti in svizzera, Giovanni calvino, Enrico VIII, il Concilio di Trento, controriforma, sant'uffizio. Sintesi fatta direttamente dal libro, appunti ottimi per chi vuole una versione più breve del testo originale ma non si accontenta della sintesi fatta dal libro stesso a fine paragrafo

Tipologia: Sintesi del corso

2022/2023

Caricato il 06/05/2023

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pierpaolo-v 🇮🇹

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Scarica Sintesi Riforma, Controriforma, protestantesimo, Zwingli, Calvino, Concilio. e più Sintesi del corso in PDF di Storia solo su Docsity! La riforma luterana nell’Europa settentrionale La propaganda luterana aveva superato i confini della Germania nel 1520 e fu subito abbracciata nei paesi scandinavi di Danimarca e Svezia, dove i sovrani promossero la conversione dal cattolicesimo al luteranesimo confiscando i beni della chiesa che li arricchirono. I testi luterani erano stati tradotti nelle principali lingue europee, molti cristiani si convertirono, ma allo stesso tempo si sparsero interpretazioni violente ed estremiste come quella di Thomas Muntzer. In Germania e in Scandinavia la riforma si organizzò secondo il modello delle chiese territoriali, sottoposte all’autorità del principe locali. In esse i pastori potevano sposarsi; così fece anche Martin Lutero che ebbe 6 figli con Katharina von Bora. A Zurigo, la riforma di Zwingli (elvetico=svizzero) In Svizzera la riforma ebbe molto successo ma assunse un carattere tale da essere essenzialmente diversa dal luteranesimo. Qui la riforma religiosa fu accompagnata da una radicale riforma sociale, entrambe favorite dalla confederazione elvetica, in cui l’autorità aveva grande controllo sulla vita religiosa. Nelle aree svizzere di lingua tedesca, il portavoce principale della riforma fu il parroco Huldrych Zwingli, che fece convertire i sacerdoti cattolici alla sua visione del protestantesimo, più radicale rispetto al pensiero di Lutero. Egli infatti mise in discussione il valore dei sacramenti, il battesimo, l’eucarestia e la comunione. Impose un rito spoglio e intransigente: eliminò l’utilizzo delle immagini sacre, processioni e musica, riducendo la funzione religiosa alla sola lettura commentata della bibbia. La sua idea che la religione e l’azione politica fossero strettamente collegate ebbe un forte impatto sulla cultura europea. Si oppose al mercenariato e non esitò a utilizzare la violenza per riformare i restanti elvetici cattolici. Infatti entrò in contrasto con i luterani, ciò indebolì la sua azione portandolo a morire nella battaglia di Kappel nel 1531. A Ginevra: la riforma di Calvino Nelle aree elvetiche di lingua francese fu decisivo il ruolo del predicatore esule Giovanni Calvino. Era d’accordo con Lutero ma pensava che l’uomo non potesse salvarsi con le sue opere ma solo per intervento divino; egli credeva nella predestinazione assoluta cioè che Dio avesse già deciso chi verrà salvato e chi no e che l’uomo non può fare niente per cambiare il suo destino. Ciascuno deve agire onestamente e credere nelle sacre scritture senza sapere se verrà ricompensato. La dottrina calvinista aveva come idea che il successo personale nel lavoro e nella vita terrena non era uno sfoggio di vanità ma un segno di benevolenza divina. I calvinisti quindi consideravano il lavoro quotidiano come un impegno religioso, il guadagno doveva essere destinato alla propria comunità. Secondo lo storico Max Weber il protestantesimo calvinista avrebbe sviluppato una mentalità nuova che fu base del base del capitalismo moderno. A Ginevra, Calvino costruì una repubblica cristiana di tipo teocratico, dove la religione ispirava le leggi e il governo della città, l’organo massimo era il Venerabile Concistoro e i diaconi, i pastori, i dottori e gli anziani svolgevano ognuno un proprio compito. Pastori e ministri erano eletti dalla comunità dei fedeli, la quale doveva seguire una disciplina morale e religiosa molto rigida: fu condannato qualsiasi lusso e imposto l’obbligo di pubblica austerità con il divieto 1 di ballare, banchettare e giocare a carte. Diretta conseguenza fu l’assenza di libertà di pensiero e la persecuzione degli oppositori politici, come lo spagnolo Michele Serveto. Il calvinismo ebbe molto successo estendendosi a nord e a ovest con repliche del sistema di Ginevra nei Paesi Bassi dove le chiese calviniste furono chiamate “chiese riformate”, invece in Francia i calvinisti venivano chiamati dispregiativamente ugonotti. Esso attecchì anche in Inghilterra e in Scozia dove si diffuse grazie al predicatore John Knox, del quale i seguaci venivano chiamati presbiteriani. Nel 17esimo secolo arrivò anche nelle colonie inglesi. In Boemia Polonia e Ungheria il calvinismo subentro alle comunità luterane e in Italia si diffuse nelle comunità valdesi. Ortodossia ed eterodossia Il termine ortodossia indica la totale aderenza ad una dottrina riconosciuta come l’unica valida da una comunità. Il concetto di ortodossia che si caratterizza nell’uniformità totalizzante e rigorista, esso è in costante relazione con quello di eterodossia, concetto che indica la diversità o alternatività di certi sistemi di credenze e opinioni rispetto a un’ortodossia, essendo in continua tensione con essa. Gli stessi cristiani delle origini furono percepiti come una setta nata all’interno del giudaismo. Il termine ortodossia identifica comunemente la confessione della Chiesa orientale, controparte, dopo lo scisma del 1504, di quella occidentale, chiamata cattolica che significa universale. Max Weber, un libro per approfondire Nel 1905 lo storico e sociologo Max Weber pubblicò un saggio chiamato “L’etica protestante e lo spirito del capitalismo”, dove egli tenta di capire perché nell’impero germanico le imprese a forte intensità di capitale e le professioni più remunerative erano gestite quasi tutte da protestanti. Weber pensava che i protestanti avessero successo grazie alla loro vita rigida e ascetica, con un grande controllo della chiesa sulla vita privata. Weber afferma che il protestantesimo, soprattutto il calvinismo ha contribuito in modo decisivo alla formazione dello spirito del capitalismo. La chiesa anglicana di Enrico VIII In Inghilterra la riforma protestante ebbe successo, grazie all’approvazione del re Enrico VIII Tudor. In un primo momento Enrico si era schierato con il papa contro Lutero però poi decise di sottrare il culto inglese dal potere papale ricercando due obbiettivi strettamente politici: rafforzare il potere della corona sul clero e risolvere il problema che riguardava il suo erede in quanto egli non aveva avuto figli maschi con la prima moglie Caterina d’Aragona e aveva richiesto il divorzio al papa. Il papa non volendosi inimicare l’imperatore Carlo V non acconsentì al divorzio e dopo le nozze con Anna Bolena scomunicò Enrico, per tutta risposta nel 1534 con l’”Atto di Supremazia”, il re inglese si distaccò dalla chiesa cattolica, confiscandone i beni, si proclamò capo della nuova Chiesa Anglicana. La nascita della nuova chiesa permise al sovrano di sopprimere i monasteri e di confiscare i beni religiosi che rafforzarono economicamente e politicamente l’Inghilterra. 2 Confessione e devozione Il potere di confessione, dunque di assolvere i peccati, fu concesso ai soli sacerdoti, ciò rappresentava un grandissimo potere in una società in cui la superstizione era diffusissima. La chiesa insistette perché i fedeli raccontassero al sacerdote i loro peccati aumentando ulteriormente il controllo del parroco sulla vita e la coscienza di ogni singolo cristiano, quindi sulla comunità intera; questa pratica risultò molto più efficace nei piccoli centri abitati. Si sfruttò il confessionale che evitava situazioni di eccessiva intimità tra parroco e fedele. Venne esaltata la condivisione collettiva della fede attraverso una liturgia sempre più fastosa che utilizzava processioni ed eventi legato alla religiosità pubblica. La liturgia assunse le sembianze di uno spettacolo della fede al quale contribuì l’estetica dell’arte barocca. Controriforma e repressione delle eresie Il Sant’Uffizio e l’Inquisizione Su richiesta di Carlo V e Filippo II venne data alla Controriforma anche un’impronta repressiva istituendo la Congregazione del Sant’Uffizio, una commissione di cardinali che amministrava tutti i tribunali dell’inquisizione, già introdotti per contrastare le eresie e molto attivi in Spagna contro i musulmani e gli ebrei e ora tutti coordinati da Roma che gli garantiva un potere senza limiti. L’inquisizione raggiunse tutti i ceti sociali che colpiva qualsiasi forma di dissenso religioso o politico o anche un semplice desiderio di una Chiesa più pura. Il tempo libero del popolo Le chiese cattoliche si sforzarono di disciplinare certi comportamenti folkloristici della gente comune, fece così pure la dottrina protestante che sopprimevano il più possibile le forme più genuine di distrazione popolare: le danze il teatro, gli spettacoli di piazza, come se ci fosse l 11esimo comandamento “non divertirti”. Solo una volta all’anno era permesso scatenarsi per davvero, durante il carnevale contadini e lavoratori si ubriacavano, mangiavano e ballavano senza ritegno, intonando canzonette oscene o prendendo in giro le persone potenti. Prima di allora, in occidente, questo succedeva durante il martedì grasso, poco prima della Quaresima Gli “eretici” italiani L’efficienza del Sant’Uffizio fu un’altra delle cause per cui la religione protestante non attecchì in Italia e Spagna. In Italia gli eretici non erano abbastanza da scatenare vere guerre di religione. I mercanti che viaggiavano di più erano più sensibili alla riforma mentre gli artigiani erano sotto una maggiore influenza di frati e monaci itineranti che portavano la parola di Lutero. Venezia, essendo indipendente da Papato e impero, fu tollerante con i protestanti. Tra i riformatori italiani si distinsero i senesi Lelio e Fausto Socini e Juan Valdes a Napoli. 5 Dopo la nascita dell’inquisizione romana molti eretici furono costretti all’esilio, si fermarono appena dopo le Alpi, in Svizzera o Inghilterra, Germania e Polonia. Altri restarono in Italia fingendo di essere cattolici, i cosiddetti “nicodemiti”. La caccia delle streghe L’accusa di eresia riguardava soprattutto gli uomini mentre le donne venivano accusate di stregoneria. La superstizione popolare attribuiva alle donne soprattutto a quelle anziane e sole poteri magici e occulti, come quello di far grandinare sul raccolto o morire gli animali; si pensava fossero al servizio del diavolo, con il quale ballavano durante i sabba. La caccia alle streghe generò quindi una psicosi collettiva che non riguardo soltanto i paesi cattolici ma anche la Germani, dove fu particolarmente spietata. Dal 1550 al 1650 morirono in migliaia per impiccagione o rogo. L’indice dei libri proibiti La cultura dell’intolleranza fu sostenuta anche da un progetto di repressione culturale: si dava la caccia anche ai libri. Nel 1559 fu stampato l’Indice dei libri proibiti, una lista di letture ritenute pericolose per la fede. L’organo della Congregazione dell’Indice che perseguitava sia gli autori che gli stampatori nel caso una pubblicazione fosse bollata come eretica. Il libro più severamente proibito era la stessa bibbia, precisamente le edizioni in volgare, cioè le traduzioni delle sacre scritture in italiano, francese e spagnolo. Le sacre scritture dovevano restare in latino e i sacerdoti erano gli unici in grado di spiegare il significato della parola divina. 6
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