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Sintesi schematica di - Identità e Meraviglia, Sintesi del corso di Filosofia del Diritto

Sintesi del libro identità e meraviglia diviso in capitoli

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

Caricato il 07/08/2021

jak79
jak79 🇮🇹

4.7

(3)

4 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Sintesi schematica di - Identità e Meraviglia e più Sintesi del corso in PDF di Filosofia del Diritto solo su Docsity! IDENTITA’ e MERAVIGLIA di Persio Tincani BEOWULF E GRENDEL: IL NEMICO E IL SUO DOPPIO 1. Il Poema È uno dei più antichi poemetti inglesi, scritto in Alto Inglese all’interno di un codice datato intorno all'anno 1000. La vicenda è ambientata in Danimarca verso la metà del sesto secolo. Un Re, Hroogar, fa costruire un bellissimo palazzo che chiama “Il Cervo”, dove si fanno grandi feste ed i suoni dei divertimenti vengono sentiti da un essere malvagio e mostruoso, l'orco Grendel che vive in una palude lontana e desolata. Quando nella reggia tutti dormono l'orco entra, tutte le notti, e rapisce 30 vassalli finché il re e i suoi si rassegnano ad abbandonare il castello tutte le notti durante le quali l'orco entra e vi si stabilisce. Beowulf, guerriero fortissimo svedese viene incaricato di riconquistare la reggia, affronta Grendel e lo uccide riconsegnando la reggia a Hroogar La madre di Grendel tenta di vendicare il figlio ma viene uccisa da Beowulf che tornato in Svezia diventa re ma muore in un'impresa dove parte per uccidere un drago. 2. Il rifiuto delle regole Un aspetto contraddittorio è che da questa terra lontanissima l'orco sente i rumori delle feste che si svolgono nella reggia del Cervo, compie le sue incursioni di notte ed all'alba è già tornato nella sua grotta quindi, Grendel non è lontano ma, dietro l'angolo. Ma “la distanza” va intesa in senso concettuale ossia, da un lato c'è la reggia e la civiltà degli uomini, dall'altro l’orco e la negazione dell’ordine della civiltà umana che viola tutte le regole perché non le considera. Guidrigildo è un istituto centrale degli antichi diritti germanici, un “freno” alla catena di violenza che segue ad un torto perché innesca la vendetta, chi non paga il guidrigildo quando è tenuto a farlo, commette un illecito. Se è stabilito che per un certo danno deve essere pagata una certa somma, se essa viene pagata, la questione è conclusa, non è una multa ma una compensazione data per indurre la parte lesa a rinunziare ai suoi diritti di vendetta. La società in questo “istituto” vede la possibilità di mantenere la pace evitando lotte interminabili tra famiglie. Il Guidrigildo è codificato nell’Editto di Rotari del 643 quale elemento sostitutivo della faida Faida, nasce e si organizza sempre in ambiente germanico come complesso di regole che consentono a determinati soggetti di vendicarsi e che, stabiliscono quando la legittima vendetta può considerarsi compiuta. 3. Il Beowulf come poema cristiano e come documento storico In The Monster and the Critics Tolkien osserva che il Beowulf è stato studiato per il suo valore come documento storico, strumento per conoscere la struttura sociale e politica della civiltà dell’epoca descrivendola sotto il profilo istituzionale e sotto il profilo culturale. E'un poema cristiano? In parte Sì, intriso di religiosità e mitologia pagana perché la penetrazione del cristianesimo tra i germani avviene in modo graduale convivendo con culti e credenze precedentemente diffuse. Non è cristiana la società che il poema descrive, i suoi notabili pregano un Dio sbagliato, pagano, che non li mette al riparo dalle astuzie e dai piani distruttori dell'avversario. Non riconoscono il Dio dei cristiani che invece l’autore conosce. 4. Grendel, il nemico L'estrema pericolosità di Grendel sta nell'essere un nemico di tipo diverso da ogni altro, il suo arrivo non è una minaccia ma una sconfitta dei guerrieri danesi impotenti di fronte ad un avversario che, pur forte, è uno solo ma, i mezzi consueti in questo caso non servono perché Grendel non è un nemico consueto. Grendel è “hostis” perché la sua inimicizia è pubblica ed è uno straniero perché viene “da fuori” ma noi sappiano che il “fuori” è ben all'interno dei confini fisici quindi in sostanza è un “nemico pubblico interno” e, la sua esistenza riafferma il conflitto all'interno della civiltà. Il diritto, è lo Stato; il conflitto è guerra e Le regole del diritto possono maneggiare il conflitto solo dopo averlo reso domestico e trasformato in controversia così come il Guidrigildo sostituiva la vendetta con la compensazione In La città di Dio di Agostino, affrontando il tema del mantenimento dell'ordine sociale, viene tradotta in termini politici una tesi teologica espressa nella Prima Epistola di Giovanni dove l'argomento è la presenza degli anticristi nella comunità cristiana destinandola alla distruzione perché se Cristo è La Regola, l’anticristo è la negazione della regola. Addirittura anche noi, senza saperlo, possiamo essere degli anticristi, per questo ciascuno deve interrogare la propria coscienza, per capire se è un anticristo. Grendel è dunque un anticristo quale portatore di disordine radicale che, non può essere combattuto in modo normale ma, attraverso mezzi disordinati, anormali che non vengono forniti dall'ordine costituito. 5. Senza regola, per la regola Il combattimento, avviene senza armi per uno sfoggio di forza da parte dell'eroe o anche per l'osservanza della regola di correttezza che impone di combattere i nemici ad armi pari ma il punto è che la vicenda è anormale e non può essere risolta con un combattimento normale, la lotta avviene nello stato di eccezione dove le regole sono sospese. Il Re abbandona il dominio sulla reggia che rappresenta la sua sovranità sui danesi decretando così lo stato di eccezione, consegnando la regia a Beowulf il Re non rinuncia alla sovranità anzi ribadisce di essere il sovrano perché detiene il potere di decidere lo stato di eccezione con la sospensione delle regole e del diritto. L'orco sconfitto va a morire nelle sue terre ed i danesi possono festeggiare la liberazione dal flagello che stava distruggendo la loro società. Grendel viene combattuto entro i confini del regno, sebbene al di fuori di ogni regola ed anche se è lì che viene sconfitto, non è lì che muore, torna a casa nei luoghi del disordine. Il combattimento con la madre di Grendel avviene invece nella grotta, al di fuori della società e delle sue regole e Geowulf la affronta e la sconfigge con una spada magica che trova nella grotta. Qui l'ordine e la normalità vengono difesi uscendo dall'ordine e mediante una lotta che si conclude con un'arma che non appartiene alla normalità e che non può essere introdotta nel mondo “normale”. 6 . Gli abitatori dell’altrove Grendel e Beowulf non appartengono alla civiltà dei danesi ed in comune hanno il loro essere smisurati e privi di regola, non rientrano nella misura degli uomini comuni. Tutti gli eroi sono eccessivi e Beowulf è il più straordinario di tutti gli eroi così come Grendel è il più straordinario di tutti i nemici, il loro scontro è la rappresentazione di una simmetria, di due nemici della società che sono uguali sullo stesso piano, due creature “fuori-norma” che si affrontano sul terreno di quella pura violenza che il Guidrigildo ha rimosso dalla società. Ha dunque vinto il re Hroogar che riprende il controllo della reggia ponendo fine allo stato di eccezione, la sua sovranità ha vacillato ma, siccome era stata ben costruita, ha retto superando la cri Le colpe di Ulisse “è all'inferno per due colpe, ma si dà l’idea che la sua sia una colpa ingiusta perché non conosciuta: è andata troppo oltre nella conoscenza e averlo fatto senza una guida); IL ROMANZO E LA REALTÀ. UNA LETTURA DEL CHISCIOTTE 1. Introduzione Per Don Chisciotte il suo compito era quello di “abbattere la prepotenza e soccorrere e prestare aiuto agli oppressi” La sua follia è stata oggetto di molti studi, secondo Tincani l’hidalgo (nobile) Quijana crea un personaggio, Don Chisciotte della Mancia, protagonista di un romanzo che nella sua struttura, sul canovaccio dei romanzi cavallereschi dipenderà da come il mondo accetterà di farsi piegare ai modelli della narrazione. È un gioco ne quale Don Chisciotte dovrà essere vincitore perché è il modello del personaggio che lo impone: “il cavaliere errante dei romanzi che, non viene mai sconfitto”. Ma questo non sempre riesce come nel caso dei mulini a vento dove Don Chisciotte viene disarcionato e finisce a terra malconcio 0, riesce solo in parte dove dopo la loro fortunosa liberazione i galeotti si ribellano al loro liberatore che pretende che vadano a rendere omaggio alla sua amata Dulcinea del Toboso per raccontarle la valenza del cavaliere. Anche nelle sconfitte Chisciotte con una spiegazione salva il proprio personaggio ed io proprio romanzo, per lui l’esistenza dei maghi è un fatto storico provato da tutti i testi sacri che trattano di cavalleria, l'ipotesi entra in gioco quando le vicende non si possono spiegare neppure con l’azione di maghi ed incantatori perché non trovano riscontro nei romanzi cavallereschi. Chisciotte è un metaromanzo scritto da Cervantes che racconta del romanzo creato da Quijana inebriato dalla lettura di altri romanzi che narrano le gesta dei cavalieri erranti e decide di inventarsi un romanzo dove lui è il protagonista. Quijana ha creato un personaggio ed in esso si è immedesimato così, le vicende del libro sono inventate da Chisciotte che agisce seguendo il modello del cavaliere ad immagine del quale è stato creato ed impersonificato, in un gioco di scatole cinesi dove un romanzo ne contiene un altro. 2. Il cavaliere errante e la legge Il Chisciotte si apre con una serie di poesie dedicategli dai personaggi dei grandi romanzi, questo prova che Don Chisciotte è entrato nel mondo dei romanzi amati da Quijana e che i suoi cittadini più illustri lo hanno accettato come loro pari. Il suo romanzo vivente può procedere solo per finzioni funzionali alla storia dove oggetti e persone vere divengono qualcosa d'altro - come i mulini che diventano giganti. Tutto il mondo della Mancia viene rimodellato in funzione del protagonista e del ruolo che questi deve assumere nella storia, Chisciotte inventa sé stesso strada facendo ed è evidente che Quijana sia conscio del fatto di muoverlo nell’invenzione priva di confini. Il problema è che il mondo nel quale Quijana lascia che il personaggio Chisciotte si sviluppi non dispone di tutto l'occorrente perché è un mondo diverso da quello nel quale vivevano i cavalieri erranti. Per Chisciotte le armi sono superiori al diritto in due sensi: perché costa più fatica diventare provetto nelle armi che provetto nelle lettere e perché senza le armi il diritto non esisterebbe. Il diritto si fonda sulla forza, i reami e le repubbliche non esisterebbero senza la forza degli eserciti e dei funzionari che mantengono l'ordine, rendendo così credibili le leggi attraverso l'esecuzione delle punizioni che minacciano. Il cavaliere errante è libero da vincoli di diritto, decide la giustizia sulle basi della propria forza fisica e della propria volontà. Chisciotte promette spesso al fido Sancio che lo ripagherà facendolo governare un'isola, in effetti con la collaborazione di un personaggio - il Duca - amante delle burle che governa una cittadina al centro dell'Aragona, finge che il villaggio si chiami Isola Barattaria e per qualche tempo accoglie Sancio come governatore obbedendogli come se lo fosse veramente. 3. La liberazione dei galeotti Nel capitolo 22 Don Chisciotte incontra la colonna di galeotti scortati dalle guardie e, libera gli oppressi, le vittime dell'ingiustizia ma è evidente che essendo state condannate da un tribunale legittimo, la loro condizione è giusta. Chisciotte chiede ai galeotti se sono felici ed al loro no chiede al commissario di liberarli, egli non ne ha la minima intenzione e Chisciotte passa alle vie di fatto liberando i prigionieri. Il cavaliere ha liberato gli oppressi ed ha fatto giustizia come impone la sua missione. 4. L'eroe, la giustizia e la questione della follia Chisciotte travisa il ruolo della cavalleria medievale e l'idea della giustizia che è suo dovere proteggere, “la mia legge è la spada, la legittimazione di questa legge è il mio coraggio”. Quijana avrebbe voluto prendere carta e penna per scrivere lui stesso la continuazione delle avventure che gli autori avevano lasciato in sospeso; ma Quijana ha perduto il senno per aver letto troppi di quei romanzi senza se4nso, così anziché scrivere le gesta di qualche eroe si convince di essere lui stesso quell’eroe. Ma Don Chisciotte è folle? Forse folle è Quijana nel senso metaforico di eccesso, di impresa azzardata ma, Don Chisciotte di certo non è folle. La “follia” di Quijana scompare ogni volta che egli diventa Chisciotte dove il personaggio fa esattamente ciò che il cavaliere errante deve fare secondo il modello sul quale il personaggio è costruito. 5. Ancora sulla metanarrazione HU 6 . La vita e la storia Secondo la tesi della follia Quijana ha nel suo delirio momenti di lucidità, uno di questi è nel dialogo con il contadino che lo riconduce a casa al termine della sua prima disastrosa spedizione. Lì Quijana svela il gioco, senza che il suo interlocutore capisca: “questo personaggio è frutto della mia fantasia, e come ho creato questo posso crearne quanti altri mi pare. Nulla che avviene nel tempo può accontentare Quijana che per noia e disinteresse si inventa in Don Chisciotte in altro tempo e in altro luogo, entrare nel romanzo e far diventare reali i suoi personaggi fa sì che quella vita che lì si svolge possa continuare anche da questa parte, nelle vite che noi questo romanzo leggiamo e che leggendolo portiamo quel mondo a mescolarsi con il nostro. Reale è l'uno e reale è l’altro a seconda di dove decidiamo di collocarci. Don Chisciotte da parte sua, è sia da questa parte che dall'altra. POSSIBILI DOMANDE D'ESAME: Don Chisciotte è matto? ALICE. LE REGOLE DEL GIOCO E DEL PROCESSO 1.1 soliti problemi di interpretazione Alice nel paese delle meraviglie è un’opera che si espone ad una molteplicità di interpretazioni diverse. E' un libro per bambini, ma non soltanto, si rivolge anche agli adulti; è un romanzo pieno di sottintesi e di rimandi extra testuali non sempre chiari e spesso incomprensibili al lettore non inglese senza l’aiuto di una spiegazione. 2. Chi è Alice? Le difficoltà di traduzione del libro ed i suoi passaggi incomprensibili dipendono dal fatto che il contesto culturale nel quale esso è stato scritto è diverso da quello nel quale ci troviamo noi. Alice viene descritta come una bambina intelligente avveduta e responsabile, come mai quel mondo sembra sfuggire del tutto alla sua comprensione e le sue avventure creano quella sensazione di fastidioso spaesamento che abbiamo provato tutti quando, leggendole non troviamo un senso in ciò che fanno gli altri personaggi. Alice è un libro che si rivolge agli adulti per raccontare la fine dell'infanzia La terra d'incanto di Alice è analoga alla Toscana magica di Pinocchio dove il fantastico produce trasformazioni e metamorfosi La storia di Pinocchio si conclude con la fine della sua infanzia e anche la storia di Alice si conclude con la protagonista che si sveglia da un lungo sonno scoprendo che tutto era stato un sogno di una ragazzina che ha sognato di ritrovarsi nel mondo fatato di quando era bambina. Leggendo la storia pare che in quel mondo non vi sia la possibilità di raggiungere un punto stabile sul quale porsi in una prospettiva confortevole. Alice è una persona “in transizione” tra l'infanzia e l'età adulta, Alice è poi troppo adulta per quel mondo dove è la più adulta tra tutti gli adulti finti che incontra nella sua avventura e che si comportano e parlano in modi per lei insensati che le generano spaesamento, la bambina è adulta e gli adulti sono bambini, in quel mondo che anche solo per questo, suscita disagio e meraviglia. 3. La partita a croquet e la questione delle regole La terribile Regina di Cuori minaccia tutti di far loro tagliare la testa ma nessuno è davvero spaventato e non è spaventata Alice che reagisce con la stizza di un adulto che perde la pazienza di fronte alle continue minacce di un bambino capriccioso. Le regole sono ciò che assegna alle cose il posto nel mondo e Carroll ci dice che nel mondo nel quale Alice si è venuta a trovare dopo la caduta nella tana del coniglio, non ci sono regole che la riguardano e che con questo mondo lei, non può misurarsi mentre i suoi abitanti sono perfettamente a loro agio. E' Alice che lì è “sregolata” e sfugge ad ogni definizione. Le regole sono fondamentali per la comunicazione e la comprensione, il gioco è le sue regole, non è possibile giocare ad un gioco senza le regole, sono le regole che causano gli eventi del gioco e se nessuno le segue il gioco non va da nessuna parte.
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