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Sintesi su Scapigliatura, Fosca, Naturalismo e Verismo, Verga, Sintesi del corso di Italiano

Sintesi su Scapigliatura, Fosca, Naturalismo e Verismo, Verga, nella parte conclusiva sono anche presenti accenni al Decadentismo e analisi di alcuni passi di Leopardi

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

Caricato il 16/12/2020

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giovanni-razzano 🇮🇹

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Scarica Sintesi su Scapigliatura, Fosca, Naturalismo e Verismo, Verga e più Sintesi del corso in PDF di Italiano solo su Docsity! La Scapigliatura contesto storico La Scapigliatura si sviluppa negli anni successivi all’Unità d’Italia con il Governo della Destra e la Sinistra storica. L'Unità d'Italia è un periodo storico piuttosto atavico: l’Unità Nazionale infatti si ottiene mediante la conquista territoriale da parte dello Stato Sabaudo. Ottenuta l’Unità Politica tuttavia mancherà per molti anni l'Unità Culturale effettività. Nasce inoltre la “Questione Meridionale”, un lungo dibattito riguardo alla soluzione del problema dell’arretratezza di quella parte dello Stato non sviluppata rispetto al resto d’Italia. nascita e origine del termine Si sviluppa a Milano una nuova sensibilità culturale e letteraria, priva però di struttura organizzativa e di un manifesto programmatico: la Scapigliatura. Il termine fu proposto da Cletto Arrighi con il suo romanzo “la Scapigliatura e il 6 Febbraio”. Protagonista un gruppo di giovani intellettuali scontenti e ribelli che prendono come modello di vita quello “bohème”, caratteristico di un gruppo di persone in Francia soliti vivere in maniera zingaresca. Quel modello di vita così antiborghese e critico è legato allo stato d'animo manifestatosi negli autori in seguito alla declassazione del ruolo dell'intellettuale e al processo di mercificazione dell'arte. La perdita dell'aureola di Baudelaire comincia ora a prendere veramente forma dando vita ad un conflitto tra intellettuale società e al rapporto fra essi ambivalente: l’intellettuale comprende che il progresso e la modernità sono necessari e dunque, pur provando ribrezzo, decidono di rappresentare quest’ultima. Gli Scapigliati sentono la necessità di rappresentare il vero e di narrare di quella stessa modernità che li ha declassati. Scapigliati veri Romantici La Scapigliatura fa allora da ponte fra Romanticismo e Verismo e Decadentismo, questo poiché la critica ha lungo considerato gli Scapigliati i “veri romantici”, coloro che ripresero le tematiche del romanticismo europeo e allo stesso tempo portarono al centro della scena tematiche tipiche del decadentismo (ad esempio la noia) un movimento non avanguardista La scapigliatura non è un movimento all'avanguardia, cioè in contrasto col passato, poiché non possiede organizzazione, spessore letterario e forza necessaria per un'avanguardia che vuole e deve proporre un modello alternativo a quello criticato. Nel rapporto con Manzoni ad esempio gli Scapigliati decidono di superare la sua poesia religiosa ma riconoscono di non essere all'altezza per farlo. Pagina 1 Il rapporto è dunque in conclusione ambivalente: vogliono costruire una res publica letteraria ma ammettono che l'unica società possibile è quella della modernità. La Fosca di Tarchetti Romanzo tipico di questi anni è la Fosca del Tarchetti: l'autore porta al centro una donna lontana dai canoni della letteratura precedente, Fosca infatti è brutta e malata. Giorgio protagonista, si innamora di Fosca, un amore offuscato tuttavia da un'altra passione quello per Clara. Le due donne rappresentano due temi portanti: Fosca simboleggia tanatos, la morte Clara simboleggia l'amore e la vita. Giorgio tuttavia pur amando Clara comincia a manifestare un amore quasi morboso per Fosca con la quale in conclusione avrà una notte d'amore, dopo la quale la donna morirà contagiando l'amante della sua malattia. importanza letteraria dell’opera Il senso letterario della Fosca è quello di aver inserito nuove tematiche nella Letteratura: la vicenda della morte e un amore morboso per una donna che simboleggia morte e malattia. La forza argomentativa e letteraria tuttavia non è così forte da riuscire a ribaltare un genere. Verismo Italiano e Naturalismo Francese Questi due movimenti possono essere datati fra gli anni 70 e 80 del 800. Naturalismo Il retroterra storico alla base del Naturalismo è la seconda rivoluzione industriale, che porterà nel mondo innovazioni straordinarie. La filosofia alla base di questa tendenza culturale è il positivismo, di matrice razionalista, carattere strettamente connesso al periodo storico: il progresso di questi anni spinge l’uomo alla fiducia verso la società. Dunque avremo un totale rifiuto della visione religiosa della realtà, e l’elaborazione dell’idea che il mondo sia dominato da leggi di natura chimica e fisica. Il positivismo crede dunque solo nei fatti “positivi” cioè dimostrabili scientificamente, arrivando perfino a sostenere che tutto sia dimostrabile razionalmente, anche i meccanismi psicologici. Ne consegue un amore per il progresso che può davvero migliorare la vita dell’uomo. il Positivismo in Letteratura Questa sensibilità sbarca in Letteratura Dapprima in Francia, con un grande critico Ippolito Taine, che per la prima volta pose i fondamenti teorici del positivismo alla Letteratura. Pagina 2 La produzione “pre Verista” Già in questi romanzi Verga aveva cercato di raccontare il vero, e manifesterà questa tendenza nella lettera a Felice Cameroni in cui afferma “io non voglio essere né realista né naturalista voglio semplicemente raccontare il vero”. Verga cominciò ad essere noto nello scenario Italiano, fino a “Storia di una Capivera “che negli anni 70 gli donerà molta fama. L’’opera riprende ancora tematiche tardo romantiche ma in parte veriste. Tra gli anni 70 e 80 Verga si avvicina al Verismo, non sappiamo di preciso le tappe di questo cambiamento, sappiamo tuttavia che fu un cammino piuttosto che un cambio di rotta. Conosciamo la fase intermedia di tale cambiamento: la novella Nedda, questa manifesta tematiche veriste ma è mancante nel pessimismo e nell’eclissi dell’autore. Sappiamo anche che l’approdo al Verismo fu influenzato dalla lettura di Zola. l’approdo al Verismo con Rosso Malpelo La novella “Rosso Malpelo” segna invece l’approdo definitivo al Verismo dell’autore. Elementi pienamente Veristi sono: l’eclissi dell’autore che si concretizza nelle frasi incipitali della novella, e l’attenzione per gli ultimi con la descrizione delle fasce meno abbienti della popolazione. Trama La novella inizia con la presentazione del personaggio di Malpelo, un giovane che lavora in una cava di sabbia siciliana e che è ritenuto da tutti essere malvagio a causa dei suoi capelli rossi. Per questo motivo il giovane è malvoluto dalla sua famiglia, che si vergogna di lui, e maltrattato dai suoi compagni di lavoro. In risposta a questo Malpelo vive completamente isolato. Nel racconto si dice che lo tenevano a lavorare lì solo perché il padre era morto nella cava in seguito al crollo di una parete. Viene descritta la morte del padre, a cui Malpelo è presente. Tutti gli uomini giunti in soccorso rinunciano subito a salvarlo, giudicando l’impresa impossibile, e solo Malpelo continua a scavare inutilmente per tirarlo fuori dalle macerie. Tornato a lavoro dopo la morte del genitore, Malpelo è ancora più solitario e i compagni si accaniscono di più su di lui. Gli vengono affidati tutti i lavori più duri e pericolosi e il ragazzo sfoga la sua rabbia contro un vecchio asino. A questo punto entra in scena un altro personaggio, il giovane Ranocchio, momentaneamente zoppo dopo un incidente. Malpelo inizia a tormentare il ragazzo, ma in questo comportamento si cela il suo modo di essergli amico e di prepararlo per il mondo. Viene descritto anche un ritorno a casa del protagonista, che si reca dalla madre e la sorella. Le due donne però si vergognano di lui e non vedono l’ora che torni alla cava a lavorare. In questo momento viene ritrovato il cadavere del padre, evento che sconvolge moltissimo Malpelo. Il ragazzo prende i vestiti del genitore e inizia a custodirli con gelosia. La scia di morti, però, non è finita: anche l’asino che Malpelo usava picchiare viene trovato morto e il suo cadavere viene mangiato dalle bestie. Il Pagina 5 protagonista porta Ranocchio a vedere la scena per dargli una lezione sulla vita, ma il ragazzino non vivrà mai la vita a cui Malpelo lo sta preparando: Ranocchio, infatti, si ammala e Malpelo fa appena in tempo ad andare a trovarlo prima che muoia. Dopo la morte di Ranocchio arriva alla cava un uomo evaso di prigione che si sta rifugiando per sfuggire alla cattura, ma che alla fine decide di andar via, preferendo il carcere alla vita sottoterra. Nel finale Malpelo viene mandato in esplorazione in una zona pericolosa della cava e non fa più ritorno, presumibilmente morto nel labirinto dei cunicoli. Elementi di riflessione L’autore si è completamente eclissato, non conosciamo infatti nessun punto di vista se non quello dei personaggi. Il narratore aderisce addirittura alle stereotipo iniziale: quello della cattiveria delle persone con i capelli rossi. L’atteggiamento di pietas per i doni del padre sfociano in una serie di sentimenti da parte dei personaggi che non vengono volutamente descritti: l’autore si limita a descrivere ciò che accade. Assistiamo anche allo straniamento rovesciato studiato da Romano Luperini: Verga presenta un unico punto di questa, quello dei personaggi, e coloro che non aderiscono a questa prospettiva vengono inquadrati come diversi e dunque strani. Uno straniamento non tradizionale, che consiste nel raccontare la vicenda con una prospettiva esterna, piuttosto rovesciato: le differenze vengono portate in luce ma rispetto al punto di vista della maggioranza del gruppo sociale rappresentato. Occorre riflettere anche sul rapporto fra Malpelo e Ranocchio: Malpelo ha compreso la durezza della vita e vuole preparare l’unica persona a cui si è legato a tale esperienza. Non è peregrino vedere in questo passaggio la consapevolezza dell’eroe in Malpelo, il quale è eroe perché ha compreso che nella vita solo il più forte riesce a sopravvivere. In questo modo Malpelo diventa l’alter ego rovesciato dell’intellettuale, che ha la consapevolezza della durezza della vita e dell’idea che per sopravvivere occorre lottare. Malpelo viene inserito in “vita dei campi”. il ciclo dei vinti Contemporaneamente alla stesura delle novelle Verga elabora la scrittura di un ciclo di romanzi sul modello di Zola: una raccolta di 5 opere, Malavoglia, Mastro don Gesualdo, Duchessa di Leyra, Onorevole Scipioni, Uomo di lusso. Scriverà i primi due, comincerà il terzo senza terminarlo. Il ciclo sarebbe stato definito “ciclo dei vinti”, la cui prefazione non a caso si trova proprio nella prima opera: i Malavoglia. Nel progetto del ciclo dei vinti abbiamo una testimonianza: una lettera scritta all’amico Verdura, in cui Verga manifesta la sua intenzione di riflettere sulla lotta per vita a livello sociale globale e dimostrare come tutti gli uomini della terra sono destinati a combattere per la vita e ad essere vinti dal progetto. Pagina 6 Con progresso parliamo di potere, beni materiali (la roba), un progresso sociale inteso in chiave negativa. L’idea dei vinti e della fiumana del progresso viene prelevata da Charles Darwin, il padre del naturalismo, le cui idee saranno prelevate e traslate nel sociale. I Malavoglia Trama Protagonista della vicenda è la famiglia dei Malavoglia: il romanzo si apre con il giovane Ntoni che deve partire per la leva militare obbligatoria. Da qui cominciano una serie di sventure e peripezie per la famiglia: la barca, la Provvidenza affonderà con un carico di lupini, fino a che tutto il sistema familiare entrare in crisi con la possibile perdita della casa, la casa del Nespolo. La Provvidenza è nomen omen, simboleggia il caso, mentre il Nespolo indica l’albero che metaforicamente rappresenta la solidità del legame familiare, che poi verrà meno, non a caso l’abitazione sta per essere venduta. Ntoni vive a Napoli una serie di peripezia che lo allontanano da quel momento rurale del legame familiare. il finale e il suo significato Il finale del Romanzo è significativo: il tempio della famiglia e la sua religione, secondo Vittorio Russo, vengono riconsacrati nonostante la ricomposizione del conflitto non sia comunque idillica. Oggi la critica contemporanea tuttavia ha un’opinione diversa: sostiene infatti che la famiglia in fondo non si sia ricomposta affatto per via della mancanza di quei pilastri fondamentali per garantire unità nel nucleo familiare. La famiglia recuperata infatti è una famiglia nuova, con una nuova consapevolezza, quindi la ricomposizione del nucleo familiare è nuova e ha un equilibrio diverso. elementi di riflessione I Malavoglia sono un romanzo corale, che dunque non presenta un unico protagonista, e ha come protagonista collettivo gli umili, con chiaro riferimento a Manzoni: tuttavia, se in Manzoni questo interesse era sentimentalista e paternalista ma soprattutto idealizzato (gli umili portatori di valori sani) in Verga è distaccato, disincantato, crudo e puramente finalizzato all’indagine scientifica (il mondo degli umili in Verga è disincantato poiché è consapevole che il mondo rurale descritto in passato non è mai esistito). Il Romanzo è costruito in maniera bipolare: da una parte vi sono i Malavoglia, dall’altra il Paese, che giudica le decisioni e gli avvenimenti della famiglia. La dicotomia è dunque fra i valori tradizionali della famiglia, e la storia che tende a disgregarli, a cui si unisce anche la visione provinciale di Acitrezza. Questo elemento non è peregrino ha ma ha un retroterra storico: l’Unità d’Italia porterà non pochi elementi di scompiglio al Meridione dato il suo carattere puramente militare. Questo sistema metterà in crisi un mondo tradizionale come quello dei Pagina 7 Il Decadentismo Con la pubblicazione di….nel….in una rivista chiamata…..nasce ufficialmente il Decadentismo. Il testo è paradigmatico e annuncia il nuovo contesto culturale. Il Decadentismo è contemporaneo al Verismo: l’uno rappresenta la matrice positiva e l’altro negativa come risposta allo stesso retroterra storico. Questa tendenza rappresenta l’ultima grande poetica della Letteratura. Il Decadentismo ha una origine Francese, e sappiamo che in essa ospita più manifestazioni e sensibilità poetiche. Tratti comuni sono possibili: l’atteggiamento tipico del poetica è quello di sentirsi alla fine di un epoca decadente (vv1-4) come quella dell’impero Romano alla fine dei suoi anni d’oro che manifesterà molte problematiche e tendenze stanche e particolariste. La poesia diventa un esercizio di stile quasi del tutto privo di contenuti: essa diventa un acrostico indolente (v3) e allora un puro esercizio formale. Le sensazioni conseguenti la Decadenza saranno la solitudine, il languore che diventa noia e fatica esistenziale. L’anima del poeta è debole e indifferente ai propositi, quasi rassegnata a qualsiasi stimolo esterno. Una tematica cara a questa poetica è dunque la morte (v9) Il termine Decadentismo fu utilizzato inizialmente dalla critica con accezione negativa e dispregiativa, gli intellettuali così etichettati riprenderanno questo termine e ne faranno un motivo di orgoglio e vanto. Ingloba in sè diverse tendenze: quella del simbolismo, quella dell’estetismo. Saranno ascritti al Decadentismo autori come…. Il decadentismo cede il passo al post moderno: elemento comune è la perdita di significato e sostanza della poetica che sembra ora incapace di dire qualcosa e di farsi interprete di una sensibilità capace di dominare il reale nel suo insieme, quindi la sua capacità profetica. Il decadentismo è anche parabola per eccesso del Romanticismo: il critico Salvatore Battaglia sottolinea questo rapporto in particolare per la perdita dell’aureola dell’intellettuale. La perdita dell’aureola assume qui un paradosso: Baudlier dirà che ha “preferito perdere l’aureola piuttosto che fracassarsi le ossa” dunque già rinunciando alla parola prende posizione poetica. Inoltre, nel momento in cui il poeta non ha più ruolo sacrale, può dare libero sfogo alle sue tendenze più soggettive non essendo interprete di un’epoca. Questi elementi tipici del secolo vanno letti tenendo conto della nascita della psicologia ad opera di Freud in questi anni. L’animo umano è suddivisibile in tre parti: l’es sono le funzioni scomposte le cui più importanti sono eros e tanathos, questi impulsi sono ostacolati dall’io, sostanza razionale, e in ultimo dal super io, convinzioni e strutture sociali. Pagina 10 L’intellettuale diventa allora un uomo qualunque, potendosi abbandonare alle tendenze dell’es, esattamente come un uomo qualunque. Il poeta può tuttavia essere utile, poiché può cogliere i legami profondi instaurati fra le cose (tipico della sensibilità simbolista: cogliere i simboli nascosti dietro alle cose). L’espediente utilizzato per cogliere la simbologia è la metafora, una metaforica alogica. Ovviamente il nuovo ruolo dell’intellettuale è connesso al nuovo contesto storico: complesso, complicato, che ingloba tante tendenze diverse. Gli intellettuali faranno anche uso di sostanze stupefacenti poiché quella condizione incoraggia l’es. Il poeta diventa spesso maledetto: Avanguardie Gli intellettuali cercheranno di risolvere queste “problematiche” non in maniera unitaria e coesa, trovando diverse risposte e soluzioni diverse. Questo sottolinea proprio l’incapacità del movimento di farsi globale e unitario. Anche le tematiche sono strettamente collegate: il sogno, la follia, l’oscurità. Esistono tematiche più positive: il vitalismo e il superomismo, entrambe prelevate dalla filosofia di Nietzsche. La differenza principale quindi fra Romanticismo e Decadentismo il Romanticismo era capace di rappresentare con forza le istanze del suo secolo, al contrario il Decadentismo perde questa capacità e si limita ad essere cornice in cui inserire diverse tendenze. La poetica del frammento acquista allora sempre più valore: sul piano formale la poesia non è un testo coeso ma un frammento, il quale, sul piano letterario, rappresenta proprio quella incapacità di mostrare una visione unitaria di mondo contemporaneo. Cambia la figura dell’eroe: l’eroe non solo è umanizzato, ma non è nemmeno più essere umano, è un inetto, parliamo quindi di un antieroe. L’eroe con queste caratteristiche rappresenta proprio il poeta che è stato declassato ai margini della società. Il Decadentismo utilizza molte figuri retoriche per comprendere i simboli della realtà, non solo la metafora ma anche la sinestesia. Il mondo è allora foresta di simboli che possono essere compresi solo dall’autore: il nuovo ruolo dell’intellettuale dunque gli fornisce una certa importanza rispetto a quella che aveva nel Romanticismo. Diventa ora sacerdote e riottiene la dimensione sacrale, attribuita a sé da sé stesso, non dalla società ormai capitalista. Questo ruolo tra l’altro è elitario, poiché non appartiene a tutti. I modi in cui questa funzione viene esplicitata possono essere diversi: da una parte il poeta diventa maledetto, dall’altra diventa esteta, cioè fa della letteratura un arte. L’estetismo è una delle manifestazioni del Decadentismo. Ciascun autore inoltre viaggerà nella stessa opera in diverse sensibilità. Pagina 11 Infinito (38) Da un elemento autobiografico Leopardi comincia una riflessione di tipo universale che riprende al meglio gli elementi della sua poetica. La visione della siepe nella prima parte, e il suono del vento fra gli alberi stimolano l’immaginazione del poeta che, soddisfatta la tendenza all’infinito, si perde nella propria identità affermando che questa sensazione (il naufragar in questo mare) gli induce piacere e felicità. La sera del dì di festa (44) Leopardi riflette sulla propria infelicità e sulla possibilità che la grande poetica del passato ritorni. Il componimento comincia con un canto lunare in cui Leopardi contrappone la figura di una fanciulla serena e in armonia con la natura a sé stesso, infelice per destino. Come tutti i giorni di vita del poeta sono destinati a cadere nell’oblio così tutte le cose, fra queste senza dubbio la gloria dei popoli passati, totalmente ignari ai contemporanei A Silvia (63) La poesia ricalca il rapporto che Leopardi ha con Silvia, non un rapporto di tipo amoroso ma legato alla fanciullezza rubata: questo rapporto viene interpretato attraverso una serie di filtri: Filtro letterario: Silvia tesse la tela come Penelope in Omero Filtro immaginazione: Leopardi ascolta la voce di Silvia uscire dalla stanza Filtro fisico: la visione di Silvia dalla finestra Filtro filosofico: consapevolezza della malignità della natura La quiete dopo la tempesta (80) Leopardi descrive una situazione di felicità e leggerezza successivo ad una giornata di pioggia, e da questo elemento autobiografico riflette sulla nozione filosofica di felicità, che è figlia del dolore, poiché nasce quando la sofferenza termina. Il sabato del villaggio (84) Il tema ripreso è identico a quello di quiete dopo la tempesta, dunque l’idea che la felicità derivi dalla fine della sofferenza, per questa ragione il sabato sera, giorno antecedente il giorno di festa, si è felici. Leopardi inserisce qui una riflessione ulteriore, quello della giovinezza, come età dell’oro dell’uomo, poiché antecedente la vecchiaia (come il sabato antecede la domenica) Pagina 12
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