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Sistema nervoso centrale e periferico, Sbobinature di Anatomia

Sono sbobine che vanno benissimo per chi fa professioni sanitarie in ambito della riabilitazione

Tipologia: Sbobinature

2021/2022

In vendita dal 09/03/2023

erimoca
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Scarica Sistema nervoso centrale e periferico e più Sbobinature in PDF di Anatomia solo su Docsity! SISTEMA NERVOSO Il sistema nervoso è un sistema molto complesso. Si basa sul tessuto e per questo si chiama sistema: l’unico tessuto che lo forma è quello nervoso e cioè il neurone. Il neurone è costituito da: ● un corpo cellulare, ● un nucleo, ● una serie di processi afferenti, ovvero i dendriti, ● un assone, che è efferente. Un guaina mielinica si avvolge attorno l’assone e gli conferisce determinate caratteristiche morfologiche come il colore biancastro e proprietà fisiologiche per cui lo stimolo viene trasmesso per via saltatoria più velocemente. Nel sistema nervoso periferico la guaina mielinica è data dalle cellule di Schwann che si avvolgono completamente intorno all’assone; nel sistema nervoso centrale, parte della membrana della cellula oligodendrocita avvolge invece gli assoni con questa guaina mielinica. Il neurone è una cellula polare, quindi riceve da una parte e conduce dall’altra: i dendriti conducono lo stimolo verso il corpo cellulare, mentre l’assone conduce lo stimolo in senso centrifugo (dal corpo cellulare verso l’esterno: verso la periferia o verso il sistema nervoso centrale). Ci sono due tipi di cellule: ● il neurone multipolare, tipico neurone motorio, comprende un corpo cellulare (posto su un’estremità della cellula), dei dendriti e un assone; ● il neurone pseudounipolare, tipico neurone sensitivo, ha un corpo cellulare centrale costituito da una parte dall'assone e dall'altra parte da un dendrite. La trasmissione dell'impulso può avvenire: ● tra neurone e neurone; ● tra neurone e cellula muscolare, generando la contrazione muscolare; ● tra neurone e cellula epiteliale ghiandolare, generando la secrezione nell'attività ghiandolare. La trasmissione tra neurone e neurone necessita della costituzione di un circuito. La trasmissione tra neurone e cellula muscolare o epiteliale necessita di una funzione effettrice del neurone che produce contrazione o secrezione. Un neurone può trasmettere ad un altro neurone due tipi di impulso: eccitatorio o inibitorio. La trasmissione neuronale (neurone-neurone) può essere: ● Trasmissione in serie, che forma una catena di neuroni. ● Trasmissione convergente: più neuroni agiscono su un solo neurone, modulandolo. ● Trasmissione divergente: un neurone trasmette a più neuroni, che a loro volta sono collegati ad altri neuroni; questa trasmissione è tipica quando lo stimolo è integrato con stimoli che vengono da altri centri, per cui c'è la formazione di un circuito nervoso integrato. ● Trasmissione riverberante: un prolungamento divergente ritorna indietro e trasmette allo stesso neurone da cui ha ricevuto lo stimolo. Lo stimolo può essere: 1. continuativo nel tempo, se la trasmissione è eccitatoria; 2. se la trasmissione è inibitoria invece il neurone della catena inibisce l’ulteriore trasmissione dello stimolo nella stessa catena. Il sistema nervoso si distingue in centrale e periferico: ● Il sistema nervoso centrale è formato da encefalo e midollo spinale ed è in grado di effettuare una risposta. L'encefalo è tutto ciò che è contenuto nella scatola cranica (cervello, cervelletto e tronco encefalico), mentre il midollo spinale si trova nel canale vertebrale. ● Il sistema nervoso periferico è costituito invece dai nervi spinali e dai nervi cranici (o encefalici), che collegano il sistema nervoso centrale alla periferia. SISTEMA NERVOSO CENTRALE Il sistema nervoso centrale si trova nella scatola ossea, formata dal neurocranio che comunica con il canale vertebrale attraverso il grande foro occipitale. Il canale vertebrale accoglie il midollo spinale che fa seguito al tronco encefalico, il quale corrisponde alla parte più caudale dell’encefalo. Il midollo spinale occupa non tutto il canale vertebrale, ma si ferma alla prima-seconda vertebra lombare: durante lo sviluppo, il midollo spinale si accresce meno della colonna vertebrale, rimanendo attaccato al tronco encefalico. Il sistema nervoso centrale all’interno della scatola cranica ossea è rivestito da membrane connettivali, cioè le meningi. La volta cranica è rivestita da: cute, sottocutaneo, piano muscolare dei muscoli mimici, osso che forma la scatola cranica. Sotto la scatola cranica ci sono le meningi: ● la meninge più esterna è la dura madre, è la meninge più spessa e resistente e nel cranio aderisce alla scatola cranica; ● la meninge aracnoide è come un velo posato sulle circonvoluzioni dell’encefalo; ● nel tratto caudale dà origine al tronco encefalico e al midollo spinale; ● nel tratto craniale origina il cervello e le sue strutture interne. Anche la cavità interna del tubo neurale si sviluppa in modo diverso: ● nel tratto caudale del midollo spinale, la cavità interna rimane un sottile tubicino; ● nel tratto craniale del cervello c’è la formazione dei quattro ventricoli cerebrali. I due emisferi cerebrali si sviluppano lateralmente, poi anteriormente, posteriormente e inferiormente. Anche le cavità interne diventano due, formando un corno frontale, un corno occipitale e un corno temporale. La cavità del diencefalo (che è la seconda vescicola che si trova nel mezzo) rimane all’interno della struttura del telencefalo e si sviluppa come una fessura mediana che prende il nome di terzo ventricolo. Il terzo ventricolo, attraversando il mesencefalo del tronco encefalico, è collegato con il quarto ventricolo che si trova a livello del ponte del bulbo. Il quarto ventricolo comunica inferiormente con un canale che si trova all’interno del midollo spinale. Formazione del liquor cefalo-rachidiano Il liquor cerebrospinale viene prodotto dai plessi corioidei all’interno dei quattro ventricoli: i plessi corioidei sono delle strutture vascolari specializzate alla produzione di liquor che circola nello spazio interno dei ventricoli. Sul tetto del quarto ventricolo ci sono i fori di Luschka e di Magendie, da cui il liquor esce nello spazio subaracnoidale dallo spazio interno intraventricolare. Il liquor viene continuamente prodotto all’interno dei ventricoli, vi circola all’interno, va nello spazio subaracnoidale sia della scatola cranica che della colonna vertebrale e viene riassorbito a livello delle granulazioni aracnoidali che sporgono all’interno del sistema venoso dei seni venosi della dura madre encefalica. Nel caso di idrocefalo la produzione di liquor è eccessiva, per cui vi è un accumulo di liquor che non viene riassorbito. Si produce quindi una compressione della sostanza nervosa dell’encefalo che causa dilatazione dei ventricoli laterali e deformazione della scatola cranica. MIDOLLO SPINALE Il midollo spinale occupa il canale vertebrale dalla prima vertebra cervicale alla seconda vertebra lombare, dato che si accresce meno della colonna vertebrale risalendo all’interno del canale vertebrale. Il midollo spinale è rivestito da una parete ossea, da uno spazio epidurale con tessuto connettivo e vasi, da dura madre e aracnoide con lo spazio subdurale e lo spazio subaracnoideo, da pia madre e spazio subpiale. Il midollo spinale contenuto nel canale vertebrale è protetto da tessuto adiposo nello spazio epidurale. La pia madre riveste intimamente la superficie del sistema nervoso centrale. Il midollo spinale è costituito da vari tratti collegati a una coppia di nervi spinali che escono da un foro intervertebrale. Tutte le radici dei nervi spinali sotto L2 si radunano in un ammasso di radici, formando la cauda equina che raggiungerà poi il foro intervertebrale corrispondente. Il midollo spinale presenta una profonda fessura anteriore, un solco posteriore, un solco antero-laterale e un solco postero-laterale; da questi ultimi due solchi emergono delle radicole che si uniscono a formare il nervo spinale. Il midollo spinale presenta internamente una struttura grigia a forma di farfalla con un corno anteriore, un corno posteriore e una massa intermedia; e presenta tre cordoni (anteriore, laterale e posteriore) di sostanza bianca. Nella sostanza grigia ci sono i corpi cellulari e i dendriti, mentre nella bianca ci sono fasci di assoni avvolti dalla guaina mielinica. Nella radice posteriore del nervo spinale vi è il ganglio spinale che contiene il corpo cellulare dei neuroni pseudounipolari. Il protoneurone sensitivo si trova sempre nel ganglio sensitivo. Arco riflesso: il primo neurone sensitivo riceve un impulso esterno (dalla periferia tramite il nervo spinale) e lo invia al neurone motorio (del midollo spinale) che dà una risposta. L'arco riflesso è il sistema più semplice, consiste in una risposta involontaria, la prima risposta a livello del sistema nervoso centrale ed è incosciente. La risposta del neurone motorio provocata dell’arco riflesso viene modulata con una risposta cosciente volontaria solo dopo che le vie sensitive abbiano trasportato l’impulso (integrato con altri stimoli) alla corteccia. Solo la corteccia cerebrale è sede di coscienza: tutto ciò che avviene al di sotto della corteccia telencefalica non è cosciente. Tutto ciò che va verso il centro e dal centro alla corteccia è sensitivo (vie ascendenti afferenti); tutto quello che va dalla corteccia verso la periferia o verso il sistema nervoso midollare è motorio (vie discendenti efferenti). Ogni tratto del midollo spinale è collegato a una coppia di nervi spinali. Ognuno di questi tratti prende il nome di un neuromero: un neuromero è una divisione convenzionale per identificare dei segmenti di midollo spinale collegati con una coppia di nervi spinali (uno destro e uno sinistro). I neuromeri sono in numero pari ai nervi spinali; i nervi spinali sono in numero pari alle vertebre ad eccetto del primo nervo spinale che esce tra l’atlante e l’osso occipitale, mentre l’ultimo nervo cervicale esce tra settima vertebra cervicale e prima vertebra toracica. Perciò: ● il tratto cervicale è articolato in 7 vertebre cervicali, con 8 neuromeri cervicali e quindi 8 nervi cervicali; ● il tratto dorsale-toracico è formato da 12 vertebre dorsali-toraciche e quindi da 12 nervi dorsali-toracici; ● il tratto lombare è articolato in 5 vertebre lombari e quindi 5 nervi lombari; ● il tratto sacrale è formato da 5 vertebre sacrali e quindi 5 nervi sacrali; ● le vertebre coccigee corrispondono a un nervo coccigeo e quindi a un neuromero coccigeo. I neuromeri sacrali danno origine ai nervi sacrali che formano la cauda equina. Più la lesione del midollo spinale è alta, più sarà esteso il danno a livello periferico: ● una lesione a livello cervicale causa tetraplegia; ● una lesione a livello toracico provoca paraplegia; ● una lesione a livello inferiore causa un danno più limitato. Il sistema nervoso si sviluppa insieme al sistema muscolare e al sistema cutaneo, per cui si ha una distribuzione parallela dell’innervazione da parte dei nervi spinali in regioni del corpo parallele. La zona muscolare innervata dalle fibre di un neuromero prende il nome di miomero. La zona cutanea innervata dalle fibre sensitive di un neuromero prende il nome di dermatomero: tutti i Vicino l’area uditiva primaria nel lobo temporale vi è l’area di Wernicke che corrisponde all’area della comprensione del linguaggio: se questa è danneggiata si riescono a sentire le parole ma non si riesce a comprendere il significato delle parole sentite. Nel lobo frontale, vicino all’area della corteccia motoria primaria che comanda i movimenti della laringe, vi è l’area di Broca necessaria per l’articolazione del linguaggio; quest’area collabora con la corteccia motoria primaria per l’articolazione della parola: una lesione di quest’area causa difetto nell’articolazione della parola. Nella parte posteriore degli emisferi telencefalici, nel lobo occipitale, vi è la corteccia visiva primaria: le informazioni che dall’occhio raggiungono la corteccia visiva primaria diventano coscienti. Se le informazioni dall’occhio non vengono proiettate sulla corteccia visiva primaria non si ha coscienza dello stimolo visivo e si ha quindi una cecità. Una lesione cerebrale può quindi portare a cecità (o sordità o altro). DIENCEFALO Il diencefalo è costituito da nuclei di derivazione telencefalica e nuclei di derivazione diencefalica: ● La vescicola telencefalica, abbracciando la seconda vescicola del diencefalo, internamente dà origine alla sostanza grigia che costituisce i nuclei della base all’interno del diencefalo. ● Per quanto riguarda invece la formazione di derivazione diencefalica: dalla vescicola del diencefalo originano il nucleo talamico e delle formazioni ipotalamiche che sono connesse con la ghiandola endocrina ipofisi. I nuclei della base di derivazione telencefalica si trovano lateralmente al talamo di derivazione diencefalica. I nuclei della base sono costituiti da una serie di formazioni grigie che costituiscono il corpo striato. Il corpo striato è costituito da: ● nucleo caudato; il nucleo caudato presenta una testa anteriore e un corpo, mentre una coda si porta inferiormente; ● nucleo lenticolare. Il nucleo lenticolare è a sua volta costituito da: ❖ putamen ❖ pallido Questi nuclei sono collegati con la corteccia telencefalica tramite il circuito cortico-strio-talamo-corticale di regolazione del movimento. Dal diencefalo originano in particolare talamo e ipotalamo: ● Il talamo è un grosso nucleo che si trova lateralmente al ventricolo diencefalico (terzo ventricolo) ed è un grosso centro di smistamento di fibre, in quanto molti circuiti si collegano al talamo e prendono sinapsi con i nuclei talamici durante il loro decorso prima di essere proiettati alla corteccia o ad altre aree. Il talamo viene definito come un grosso nucleo di Relay perché vi fanno sosta un ampio numero di fibre che appartengono a vari circuiti. ● L’ipotalamo è un insieme di nuclei che si trova al di sotto del talamo ed è collegato con l’ipofisi. A livello dell’ipotalamo si ha il controllo della regolazione delle funzioni viscerali tramite il sistema nervoso e tramite le connessioni con il sistema endocrino. Controllo del movimento Uno dei sistemi di controllo del movimento è il circuito cortico-strio-talamo-corticale che coinvolge i nuclei del corpo striato, il talamo e la corteccia. Questo controllo del movimento avviene attraverso la memoria procedurale, che è depositata a livello del corpo striato e viene rievocata ogni volta che bisogna svolgere nuovamente un determinato movimento appreso in precedenza. La corteccia invia la sua intenzione motoria ai nuclei della base, i quali hanno conservato lo schema motorio che proiettano alla corteccia attraverso una sosta nel talamo. La corteccia non può stabilire momento per momento tutti i vari movimenti fluidi, infatti fatica quando deve compiere per la prima volta un movimento. Successivamente lo schema motorio del nuovo movimento viene conservato e immagazzinato a livello dei nuclei della base e viene revocato in maniera agevole quando necessario. Quando si affrontano patologie del movimento non bisogna considerare unicamente le patologie paralitiche dovute a lesioni della corteccia motoria o del fascio nervoso, ma anche patologie come il Parkinson che coinvolge i circuiti dopaminergici dei nuclei della base e che comporta l'incapacità di svolgere un movimento fluido (causando tremori e movimenti a scatto). Sostanza bianca encefalica - Corpo calloso Mentre la sostanza grigia è costituita da nuclei, la sostanza bianca è costituita da fasci/fibre. Nell’encefalo, oltre alla corteccia e ai nuclei di sostanza grigia all’interno, ci sono anche dei fasci di sostanza bianca: ● Fibre associative intra-emisferiche: sono fibre di sostanza bianca che hanno un significato di associazione intra-emisferico, ovvero che collegano due punti dello stesso emisfero (destro o sinistro). ● Fibre associative inter-emisferiche: che associano invece due zone di emisferi diversi; quest'ultime vengono dette anche fibre commissurali poiché formano le commissure, ovvero formazioni di sostanza bianca che collegano due parti di emisferi diversi. La più importante formazione di sostanza bianca di collegamento tra i due emisferi è il corpo calloso. Il corpo calloso impedisce di separare completamente i due emisferi nel profondo della scissura interemisferica. Il corpo calloso è quindi formato da una serie di fibre di sostanza bianca commissurali. ● Fibre di proiezione: hanno un decorso verticale, per cui salgono e scendono. Le fibre di proiezione appartengono alle vie sensitive e alle vie motorie: ➢ tutto quello che sale costituisce le vie sensitive: fibre ascendenti che salgono dal midollo spinale verso la corteccia; ➢ tutto quello che scende costituisce le vie motorie: fibre discendenti che scendono dalla corteccia verso il midollo spinale, facendo sinapsi con un motoneurone che con il suo assone raggiunge la periferia. TRONCO ENCEFALICO Il tronco encefalico deriva dalle vescicole più caudali del tubo neurale dell’encefalo ed è il tratto di collegamento tra il diencefalo e il midollo spinale. È formato da tre parti: ● mesencefalo (parte superiore), ● ponte (parte media), ● bulbo o midollo allungato (parte inferiore). Il mesencefalo (parte superiore) è il tratto che collega il tronco encefalico con il diencefalo e presenta due peduncoli cerebrali che permettono questo collegamento. Il ponte (parte media) presenta una struttura particolare formata prevalentemente da fibre a decorso trasversale. Il bulbo, o midollo allungato (parte inferiore), presenta una struttura che progressivamente si avvicina morfologicamente alla morfologia del midollo spinale: infatti nella sua parte inferiore presenta un solco anteriore, un solco antero-laterale e presenta poi un solco postero-laterale e il solco posteriore, tipici del midollo spinale. Le formazioni del tronco encefalico sono posteriormente collegate ad un'altra formazione sopra assiale, il cervelletto. Il cervelletto è collegato al tronco encefalico tramite tre coppie di peduncoli cerebellari: ● il superiore collega il mesencefalo con il cervelletto, ● il medio collega il ponte con il cervelletto, ● l'inferiore collega il bulbo con il cervelletto. Tra il cervelletto e il tronco encefalico si crea uno spazio che deriva dalla cavità interna delle vescicole del sistema nervoso, formando il cosiddetto quarto ventricolo. Il quarto ventricolo è quindi uno spazio delimitato anteriormente dalla faccia posteriore del ponte e del bulbo e posteriormente VIE SENSITIVE ● Le vie sensitive sono tutte quelle vie che dalla periferia vanno verso i centri superiori sovrassiali. ● Le vie motorie vanno invece dal centro verso la periferia, ad esempio dall’encefalo vanno verso il midollo spinale da cui originano i nervi spinali. La sensibilità generale e somatica è divisa a seconda della provenienza della sensibilità e cioè dipende da dove sono disposti i recettori. La sensibilità generale e somatica è dunque distinta in: ● propriocettiva, i cui recettori si trovano a livello dell’apparato locomotore nei muscoli e nelle articolazioni; danno informazioni di come si è posti nello spazio; ● esterocettiva, i cui recettori sono posti esternamente sulla superficie cutanea. La sensibilità propriocettiva è a sua volta divisa in cosciente e incosciente: ● la sensibilità propriocettiva cosciente arriva alla corteccia cerebrale; ● la sensibilità propriocettiva incosciente non arriva alla corteccia cerebrale: è necessaria per coordinare il movimento ed è proiettata al cervelletto. La sensibilità esterocettiva è invece divisa in epicritica e protopatica: ● la sensibilità esterocettiva epicritica è molto ben discriminata, come la sensibilità tattile; ● la sensibilità esterocettiva protopatica non permette di discriminare bene il punto di partenza dello stimolo; ne sono esempi la sensibilità termica e la sensibilità dolorifica, in cui non si riesce a discriminare bene il punto di partenza della sensibilità termica (caldo o freddo) o il tipo di lesione che può aver prodotto il dolore. Le sensibilità esterocettive epicritica e protopatica sono entrambe coscienti: la prima è ben discriminata, mentre l’altra lo è meno. Ci sono tre vie della sensibilità: ● via del cordone posteriore, che trasporta due tipi di sensibilità cosciente: la sensibilità propriocettiva cosciente e la sensibilità tattile epicritica; ● via spino-talamica, che trasporta la sensibilità protopatica tattile, termica e dolorifica (mal discriminata); ● via spino-cerebellare, che trasporta la sensibilità propriocettiva incosciente e la proietta alla corteccia cerebellare. Tappe delle vie della sensibilità La via del cordone posteriore si chiama così perché gli assoni passano nel cordone posteriore del midollo spinale. Questa via trasporta i due tipi di sensibilità cosciente: la sensibilità propriocettiva cosciente e la sensibilità tattile epicritica; è una via a tre neuroni: ● il primo neurone è un neurone pseudounipolare che si trova nel ganglio spinale (come il protoneurone sensitivo): il prolungamento centrifugo di questo neurone va nel nervo spinale a raccogliere la sensibilità dalla periferia, mentre il prolungamento centripeto entra, insieme a tutte le altre fibre, nel cordone posteriore del midollo spinale; ● il secondo neurone si trova nel tronco encefalico a livello del bulbo, all’interno del nucleo gracile o del nucleo cuneato. Nel cordone posteriore ci sono infatti due fascicoli: il fascicolo gracile e il fascicolo cuneato; entrambi sono costituiti da queste fibre provenienti dal ganglio spinale che salgono. Il secondo neurone è multipolare e con il suo assone decussa, ovvero passa nell'antimero, e sale fino al talamo per poi proiettarsi alla corteccia controlaterale; ● dal talamo parte il terzo neurone che con il suo prolungamento raggiunge la corteccia sensitiva primaria che si trova dietro la scissura di Rolando, nella circonvoluzione post-rolandica. La via spino talamica è una via che trasporta la sensibilità tattile protopatica e le sensibilità termica e dolorifica; anche questa è una via a tre neuroni: ● il primo neurone si trova nel ganglio spinale: il prolungamento centripeto va nel midollo spinale ma, rispetto a quello precedente, il prolungamento di questo neurone è molto breve e raggiunge un nucleo di sostanza grigia che si trova nel corno posteriore del midollo spinale e qui trova il suo secondo neurone; ● il secondo neurone che si trova nel nucleo di sostanza grigia del corno posteriore del midollo spinale con il suo assone decussa, quindi va nell’altro antimero, e sale in un cordone antero-laterale del midollo spinale raggiungendo il talamo; ● il terzo neurone si trova sempre nel talamo e la proiezione è a livello della corteccia sensitiva primaria, in rapporto alla provenienza dello stimolo. La via spino cerebellare trasporta la sensibilità propriocettiva incosciente e proietta le informazioni al cervelletto, non arrivando dunque alla corteccia cerebrale. I neuroni di questa via sono due. Il primo neurone è sempre nel ganglio spinale: il suo prolungamento centrifugo va verso la periferia con il nervo spinale, mentre il prolungamento centripeto va in un nucleo del corno posteriore del midollo spinale (diverso da quello della via spino-talamica) e da qui ci sono due tipi di fasci: ● un fascio sale nel cordone anteriore controlaterale, fa una prima decussazione a livello del midollo spinale, sale, arriva fino al ponte e poi decussa a livello del ponte; si proietta omolateralmente al cervelletto; ● il secondo fascicolo spino-cerebellare dorsale nasce dal corno posteriore del midollo spinale, la fibra sale e attraverso il peduncolo cerebellare inferiore si proietta omolateralmente alla corteccia cerebellare. VIE MOTORIE - Via piramidale Le vie motorie sono quelle vie che scendono: dalla corteccia vanno verso il basso, arrivano al midollo spinale nel caso dei nervi spinali o ai nuclei del tronco encefalico nel caso dei nervi cranici (encefalici) e da qui parte il neurone che va verso la periferia. La via motoria principale è la via piramidale. Il sistema piramidale determina il movimento volontario: è un sistema a due neuroni che costituiscono la via cortico-spinale o la via cortico-nucleare. La via piramidale nasce dalla corteccia motoria primaria, precisamente dalla circonvoluzione precentrale che si trova anteriormente al solco centrale. In questa corteccia ci sono dei neuroni giganti a forma piramidale: sono le cellule piramidali giganti di Betz. Le cellule piramidali giganti di Betz si trovano in questa circonvoluzione corticale e danno origine a delle fibre molto lunghe che raggiungono poi i ● i nervi coccigei CO1-CO2. Questi nervi escono dal canale vertebrale e una volta usciti si comportano in maniera diversa. Esclusi i nervi toracici, che decorrono in maniera parallela l’uno all’altro, tutti i nervi presentano delle connessioni tra loro, ovvero delle anastomosi che vanno a formare dei plessi. I plessi in successione sono: ● il plesso cervicale e il plesso brachiale che originano dai nervi cervicali, ● il plesso lombare, ● il plesso sacrale, ● il plesso pudendo che si forma per l’anastomosi degli ultimi nervi sacrali e innerva prevalentemente il pavimento della cavità addominale (il perineo); ha quindi un ruolo importante nell'innervazione degli sfinteri che si trovano nel pavimento pelvico; inoltre il plesso pudendo innerva anche i genitali esterni e termina con un piccolo nervo che va ad innervare la regione anale. Plesso Cervicale Il plesso cervicale si forma per la confluenza dei primi 4 nervi cervicali: C1, C2, C3, C4; il nervo C4 in particolare non dà tutto il suo contingente al plesso cervicale, ma partecipa anche al plesso brachiale che si trova inferiormente al plesso cervicale. Il plesso cervicale si trova nella parte alta del collo, lateralmente alla colonna vertebrale, per cui i nervi di questo plesso innervano prevalentemente i muscoli laterali del collo, come il muscolo sternocleidomastoideo. Il plesso cervicale si trova in un interstizio importante tra due muscoli, lo scaleno anteriore e lo scaleno medio, dando un contributo anche alla loro innervazione. Innerva inoltre il muscolo trapezio. Il plesso cervicale forma delle anse da cui poi nascono una serie di nervi: i rami terminali del plesso cervicale. ❖ Uno dei nervi del plesso cervicale è il nervo frenico, molto lungo e importante. Questo è infatti il nervo destinato al diaframma e origina dal plesso cervicale perché il diaframma originariamente si trovava in alto ed è poi migrato in basso portandosi dietro anche il suo peduncolo vascolare nervoso. Il nervo frenico quindi nasce dal plesso cervicale, attraversa il collo, passa davanti allo scaleno anteriore e poi penetra nel torace dove decorre nel mediastino anteriore, tra la pleura polmonare e il pericardio. I rami del nervo frenico sono destinati al pericardio, quindi al rivestimento del cuore, ma non al cuore in quanto esso è innervato da fibre del sistema nervoso autonomo. Arrivato al diaframma, il nervo frenico si sfiocca con una serie di fibre e va ad innervare pleure e peritoneo dal punto di vista sensitivo, ma un ramo del nervo frenico innerva anche la componente motoria del diaframma; perciò l’inspirazione è comandata da fibre nervose che nascono dal plesso cervicale. Plesso Brachiale Il plesso brachiale è formato dai nervi cervicali da C5 a C8 e dal primo nervo toracico. Il nervo C4 non partecipa completamente ma dà comunque un contributo alla formazione di questo plesso. Il plesso brachiale ha numerose radici nervose ed è molto esteso poiché deve innervare tutto l'arto superiore, sia dal punto di vista sensitivo che dal punto di vista motorio. Il plesso brachiale si trova in una regione laterale del collo, in rapporto all’emergenza dei nervi cervicali che escono dalla colonna vertebrale passando nei fori intervertebrali. Questo plesso presenta un tratto che si trova nello stesso interstizio laterale del collo, tra lo scaleno anteriore e lo scaleno medio al di sotto delle anse cervicali, con i tronchi primari: ● il tronco primario superiore è formato dall'unione di C5 e C6, ● il tronco primario medio è formato solo da C7, ● il tronco primario inferiore è formato dall’unione di C8 e T1. Il plesso brachiale raggiunge poi l’arto superiore. Nell’interstizio tra lo scaleno anteriore e lo scaleno medio c’è l’arteria succlavia: la succlavia esce dal collo, passa proprio per questo interstizio, va al di sotto della clavicola e attraversa il canale cervico-ascellare, che si trova tra la clavicola e le coste, per poi andare nel cavo ascellare insieme ai tronchi primari del plesso brachiale. Per quanto riguarda il canale cervico-ascellare, al di dietro dello sterno, precisamente nella regione sopraclavicolare dietro il muscolo sternocleidomastoideo, c’è una fossetta che in profondità corrisponde proprio al canale nel quale l’arteria e la vena succlavia, insieme ai tronchi del plesso brachiale, passano dal collo al cavo ascellare. Un trauma del collo può portare ad un deficit dell’innervazione dell’arto superiore. Un trauma del collo può essere causato da caduta, strattonamento oppure anche da una manovra sbagliata eseguita durante il parto, per cui i neonati poi presenteranno dei deficit funzionali dal punto di vista nervoso. I rami terminali del plesso brachiale sono una serie di rami che innervano l’arto superiore e i principali sono: il nervo ascellare, il nervo radiale, il nervo mediano, il nervo ulnare e il nervo muscolocutaneo. ❖ Il nervo ascellare è un nervo che origina dal cavo ascellare e innerva principalmente il muscolo deltoide, comandando l’abduzione dell’arto superiore. ❖ Spesso i nervi hanno lo stesso nome dei vasi, ma non per questo hanno lo stesso loro decorso: mentre l’arteria radiale si trova lateralmente nell’avambraccio, il nervo radiale nasce dal cavo ascellare e si porta posteriormente nel braccio e nell'avambraccio arrivando fino alla mano. Quindi il nervo radiale innerva tutti i muscoli posteriori del braccio e dell’avambraccio e la metà laterale della mano, con fibre sensitive fino alla metà del terzo dito. ❖ Il nervo mediano e il nervo ulnare originano anch’essi nel cavo ascellare e si portano nella regione anteriore del braccio, lo attraversano (medialmente al muscolo bicipite brachiale) ma non danno rami nel braccio. Arrivati a livello del gomito continuano nell’avambraccio: il nervo mediano si porta in una posizione mediana, mentre il nervo ulnare si porta medialmente. Questi due nervi arrivano fino alla mano, innervano la cute della parte ventrale della mano e i muscoli della mano che sono muscoli dell’eminenza tenar, dell’eminenza ipotenar e i muscoli lombricali e interossei che si trovano nel palmo della mano. ★ In particolare il nervo mediano attraversa il braccio senza dare rami collaterali, mentre nell’avambraccio va ad innervare quasi tutti i muscoli anteriori e quindi tutti i muscoli flessori delle dita, ad esclusione dei muscoli più mediali dell'avambraccio che sono il flessore ulnare del carpo e il flessore profondo delle dita che sono innervati invece dal nervo ulnare. Arrivato nella mano il nervo mediano passa nel tunnel carpale (al di sotto del legamento trasverso carpale) e raggiunge la parte laterale della mano, dove innerva quasi tutti i muscoli dell’eminenza tenar, che sono quelli che comandano il movimento di opposizione del primo dito e quindi la prensione, e innerva anche i muscoli lombricali più laterali. Nel tunnel carpale passano tutti i tendini dei muscoli flessori delle dita. Un’infiammazione del tunnel carpale può provocare una compressione del nervo mediano e può portare ad un deficit funzionale del nervo mediano che va ad innervare i muscoli dell’eminenza tenar: è come se il paziente non avesse forza nella mano, ma in realtà non riesce ad opporre il primo dito agli altri. Una lesione del nervo mediano porta ad un'incapacità di flettere le prime dita, mentre le ultime dita sono flesse dal flessore profondo delle dita comandato dal nervo ulnare. ★ Il nervo ulnare attraversa il braccio, raggiunge il gomito, sull'avambraccio si fa mediale e innerva i capi più mediali del muscolo flessore profondo delle dita e del muscolo flessore ulnare del carpo. Il nervo ulnare, dalla loggia anteriore del braccio, passa a livello del gomito nella loggia posteriore, in un canale osseo che è il canale mediale tra l’epitroclea e l’olecrano, e quindi passa proprio dietro al gomito, tanto che viene chiamato il nervo della scossa: un colpetto in questa zona del gomito dà la Il nervo olfattivo è il primo paio dei nervi encefalici: non origina dal tronco encefalico ma dal telencefalo, precisamente emerge dal lobo frontale del telencefalo. Questo nervo raccoglie la sensibilità olfattiva: parte infatti dai recettori olfattivi che si trovano nella mucosa olfattiva. I recettori olfattivi sono delle cellule nervose specializzate che con i loro prolungamenti centripeti attraversano la lamina cribrosa e vanno verso il bulbo olfattivo che si trova al di sopra della lamina cribrosa; da qui parte il tratto olfattivo che raggiunge il telencefalo. Questo nervo è quindi responsabile della trasmissione degli stimoli olfattivi al telencefalo. NERVO OTTICO (II) Il nervo ottico è il secondo paio di nervi encefalici e trasporta la sensibilità specifica che proviene dai fotorecettori della retina; è una sensibilità specifica importante per la visione, dato che trasporta gli stimoli visivi; da qui partono le vie ottiche che trasmettono gli stimoli visivi alla corteccia occipitale. NERVI OCULOMOTORI (III; IV; VI) Il nervo oculomotore comune (III), il nervo trocleare (IV) e il nervo abducente (VI) sono tutti destinati ai movimenti dell’occhio e hanno un'azione sul sistema oculomotore. Il bulbo oculare (all’interno della cavità orbitaria) presenta dei muscoli che prendono attacco sulla sua superficie esterna e hanno un'origine a livello dell’apice della cavità orbitaria: sono quindi in grado di muovere il bulbo oculare in modo tale da dirigere lo sguardo nei vari campi dello spazio. Il nervo trocleare (IV) innerva il muscolo obliquo superiore dell’occhio. Il nervo abducente (VI) innerva il muscolo retto laterale dell’occhio: è detto abducente in quanto la contrazione del muscolo retto laterale porta lateralmente lo sguardo con un’azione di abduzione dello sguardo. NERVO TRIGEMINO (V) Il nervo trigemino è noto per la sua componente sensitiva: è infatti il nervo sensitivo della testa e questa componente sensitiva nasce dal ganglio di Nasser che si trova nella base cranica. Da questo ganglio originano poi le tre branche del nervo trigemino: ● la branca oftalmica raggiunge la cavità orbitaria e innerva il bulbo oculare dal punto di vista della sensibilità generale. In questa branca il nervo trigemino emerge sulla superficie anteriore della faccia, a livello dell’arcata sovraorbitaria, dove ci sono i punti trigger di emergenza che possono evidenziare una nevralgia del trigemino. Se si ha una lesione del bulbo oculare, come una lesione corneale, è il trigemino che trasporta lo stimolo doloroso; ● la branca mascellare raggiunge l’osso mascellare e poi emerge nella regione anteriore della faccia, al di sotto della cavità orbitaria, nella cosiddetta fossa canina dove vi è il punto trigger di emergenza per l’evidenziazione di una nevralgia della branca mascellare del trigemino; ● la branca mandibolare va verso la mandibola: ha dei rami per la mandibola, e quindi per tutti i nervi dell’arcata mandibolare, e un ramo linguale che si distribuisce sulla lingua per raccogliere la sensibilità generale e somatica. A livello del foro mentale si ha il terzo punto di emergenza del trigemino per evidenziare una nevralgia della branca mandibolare. Sono dunque note le nevralgie del trigemino. Ad esempio quando si sente dolore ad un dente è il trigemino che trasporta gli stimoli dolorifici. Il trigemino ha anche un’altra componente importante che è la componente motoria per i muscoli masticatori: il trigemino, dal punto di vista motorio, innerva il muscolo massetere, il muscolo temporale, i muscoli pterigoidei interno ed esterno. Il trigemino innerva anche altri muscoli che sono alcuni dei muscoli sopraioidei, come il ventre anteriore del digastrico e il muscolo miloioideo (che forma il pavimento della cavità buccale). Il ventre posteriore del digastrico e il muscolo stiloioideo sono innervati invece dal nervo faciale. NERVO FACIALE (VII) Il nervo faciale è un nervo misto che ha una componente sia sensitiva che motoria; quest’ultima è molto importante perché innerva i muscoli mimici della faccia. Il nervo faciale ha anche altre componenti importanti come l’innervazione delle ghiandole salivari sottomandibolari e sottolinguali, mentre la parotide è innervata dal nervo glossofaringeo. Il nervo faciale stimola quindi la secrezione delle ghiandole salivari sottomandibolari e sottolinguali. Il nervo faciale innerva anche alcuni dei muscoli sopraioidei, come il ventre posteriore del digastrico e il muscolo stiloioideo. Innervando i muscoli mimici, il muscolo faciale è responsabile della chiusura della cavità boccale e della rima palpebrale, in quanto il muscolo orbicolare della bocca e dell’occhio sono innervati dal nervo faciale. Una paralisi del nervo faciale, legata per esempio ad un’infezione virale o ad un semplice colpo di freddo, porta ad un'asimmetria della mimica facciale: con una lesione del nervo faciale di sinistra può verificarsi una difficoltà nel chiudere l’occhio sinistro e la bocca. Il nervo faciale ha anche una componente importante per quanto riguarda l'innervazione sensitiva specifica dei ⅔ anteriori della lingua e quindi per la sensibilità gustativa. NERVO STATOACUSTICO (VIII) Il nervo statoacustico trasporta gli stimoli della sensibilità che provengono dall’orecchio interno, che sono sia stimoli acustici che stimoli vestibolari che provengono dagli organi dell'equilibrio. NERVO GLOSSOFARINGEO (IX) Il nervo glossofaringeo si distribuisce al terzo posteriore della lingua per raccogliere la sensibilità sia generale che gustativa. Innerva inoltre la ghiandola parotide e quindi eccita la sua secrezione. Risulta importante sia per la sua componente sensitiva, poiché innerva la mucosa della faringe e della cavità timpanica, sia per l’innervazione di alcuni muscoli della parte alta della faringe, ovvero il muscolo costrittore superiore e il muscolo stilofaringeo, che hanno una funzione nella deglutizione. NERVO VAGO (X) Il nervo vago è un nervo misto che ha tutte e quattro le componenti, ma le sue componenti principali sono legate all’innervazione dei visceri e quindi sono componenti del sistema nervoso autonomo parasimpatico. Il nervo vago decorre nel collo, dove ha rapporti con il fascio vascolare del collo che è formato dall’arteria carotide e dalla vena giugulare interna. Proprio insieme a questo fascio il nervo vago forma il fascio vascolo-nervoso del collo, che si trova lateralmente al collo protetto dal muscolo sternocleidomastoideo. Il nervo vago attraversa il collo e raggiunge il torace, dove genera una serie di rami che formano i plessi per i visceri del torace e quindi forma un plesso polmonare, partecipa alla formazione del plesso cardiaco insieme a rami che provengono dal sistema ortosimpatico, attraversa l’orifizio diaframmatico e si distribuisce in numerosi visceri della cavità addominale: in particolare si distribuisce allo stomaco, all’intestino tenue, al fegato e a parte dell’intestino crasso (l’ultima parte del crasso, dal colon discendente fino al retto, è innervata invece da un'altra componente del parasimpatico che deriva dai neuromeri sacrali). Grazie a questa componente viscerale il nervo vago è responsabile dell’attività peristaltica, ma ha anche delle fibre che sono destinate a dei muscoli volontari, che in particolare sono i muscoli striati della faringe e della parte superiore dell'esofago; per cui il nervo vago, insieme al nervo glossofaringeo, è responsabile dei movimenti di deglutizione. Inoltre il nervo vago, dal punto di vista motorio, innerva i muscoli della laringe ed è quindi responsabile della fonazione attraverso i nervi laringei. I nervi laringei sono i nervi laringei superiori di destra e di sinistra e i nervi laringei inferiori di destra e di sinistra: ● il nervo laringeo inferiore di sinistra nasce dal nervo vago di sinistra a livello toracico e prende il nome di nervo ricorrente di sinistra perché fa un arco al di sotto dell’aorta e risale poi tra la faringe e la trachea; ha rapporti con la tiroide;
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