Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Sistemi sociali comparati unimi primo parziale, Appunti di Sociologia

Sistemi sociali comparati unimi primo parziale

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 02/07/2024

laviniatorelli
laviniatorelli 🇮🇹

2 documenti

1 / 41

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Sistemi sociali comparati unimi primo parziale e più Appunti in PDF di Sociologia solo su Docsity! 1 SISTEMI SOCIALI COMPARATI 3.4 L’essere umano come essere sociale: L’essere umano è un essere sociale à interazione costante con gli altri. È necessario per lo sviluppo cognitivo. Dopo un certo periodo il bambino in isolamento non potrà più apprendere il linguaggio. I social media sono la testimonianza di quanto gli esseri umano abbiano bisogno di comunicare. Le nostre esistenze sono connesse, non si svolgono e dunque non si spiegano in isolamento l’una dall’altra. Siamo coinvolti in interazioni che implicano agire e reagire al comportamento altrui in base a un insieme di norme, grazie alle quali sappiamo ciò che è giusto e ciò che non lo è. L’orientamento normativo produce un ruolo. Per cui so come comportarmi quando ho quel ruolo. Le relazioni sociali derivano da una serie di interazioni sociali. Due o più persone che sono in relazione fra loro agiscono reagendo alle azioni altrui. Con l’interazione si realizza, si riproduce e cambia nel tempo il contenuto della relazione. Interazioni e relazioni si concatenano tra loro e creano reti e gruppi sociali: o Reti sociali: gruppo di individui connessi tra loro da diversi legami o Gruppo sociale: insieme di persone in interazione tra loro con continuità secondo schemi di azione relativamente stabili, e dunque prevedibili. 4.4 Il contesto sociale: La sociologia si occupa principalmente di capire di come gli individui partecipano alla società e come ne sono influenzati. Questa influenza si chiama contesto sociale. Questo può determinare anche il percorso di vita. Le caratteristiche, le preferenze, i comportamenti e le emozioni sono il prodotto dei contesti sociali in cui l’individuo si trova, che attraversa nel tempo, e in cui si svolge la sua vita. È il prodotto di una serie di processi, forze, fattori che esistono solo all’interno di questi contesti e non esisterebbero in loro assenza. È il prodotto della sovrapposizione e interazione dei diversi contesti di cui fa parte. L’individuo non è solo contesto sociale, ci sono anche fattori individuali (psicologici, economici, casuali). Esempio Richard e Paula. Capitale sociale: aiuti dalle conoscenze sociali Soffitto di cristallo: barriere e difficoltà in più che le donne hanno per il fatto di essere donne o Prospettiva individuale: outcome spiegati in base alle caratteristiche, tratti, comportamenti (idiosincratici e non) individuali. o Prospettiva sociologica: la prospettiva individuale non basta per spiegare i fenomeni, dobbiamo conoscere il contesto sociale (famiglia, quartiere, scuola, organizzazioni, gruppo etnico, paese, contesto storico). Ci sono diversi fattori che influenzano la vita di ognuno: o La famiglia di origine: fornendo identità etniche e religiose, insegnando le norme della società, attraverso il reddito dei genitori, le reti che mettono a disposizione e il luogo in cui hanno scelto di vivere o Il quartiere e la comunità locale o L’istruzione o I tipi di organizzazione a cui si ha accesso: le organizzazioni plasmano le identità, incidono sul nostro modo di valutarle e sulle ragioni per cui gravitiamo verso alcune e non verso altre. Persino gli aspetti basilari come l’identità etnica possono cambiare a seconda del tipo di istituzione a cui siamo connessi. o Il tipo di occupazione Ci sono poi contesti più ampi: o Il paese o Il periodo storico L’immaginazione sociologica mette in relazione le biografie individuali e la storia. Sulla nostra vita agiscono contesti sociali ed economici che cambiano nel tempo, contesti appunto storici. Le identità di un individuo e il loro sovrapporsi e intersecarsi costituiscono un altro tipo di contesto sociale (ex. padre e marito allo stesso tempo). Le nostre identità sono idee che noi stessi e gli altri intorno a noi hanno circa chi siano e i gruppi/categorie in cui ci identifichiamo o gli altri ci identificano. 2 Le cause prossime (cause individuali) sono in realtà collegate a cause ultime (cause sociali). o Cause prossime: quelle concettualmente più vicine al risultato/fenomeno di interesse. o Cause ultime: fattori più profondi, nascosti, strutturali, che producono le cause prossime, e quindi, indirettamente, l’outcome/fenomeno. La sociologia è quindi lo studio dei diversi contesti attraverso cui le vite degli individui prendono forma e il mondo sociale viene creato. I mondi sociali hanno due componenti cruciali: o Interazione sociale: è il modo in cui le persone agiscono insieme, modificando o alternando il proprio comportamento in risposta alla presenza degli altri. È governata da un insieme di norme, la cui violazione è causa di problemi. Esse ci forniscono linee guida per la condotta. Anche se generalmente non sono scritte da nessuna parte, le impariamo e le assorbiamo attraverso le interazioni con altre figure importanti o Struttura sociale: modi diversi in cui le regole e le norme della vita quotidiana diventano modelli durevoli che plasmano e regolano le interazioni sociali. Si va dalle tradizioni e i costumi alle norme formali. Ci sono due componenti critiche della struttura sociale: - Gerarchie: è un insieme di importanti e durevoli posizioni sociali che forniscono a individui e gruppi differenti tipi di status. Qualunque ruolo occupiamo, le nostre azioni sono influenzate dalle regole e dal grado di potere associato a tali ruoli e posizioni - Istituzioni: quelle durevoli pratiche, come il matrimonio, la famiglia, l’educazione, i mercati, che forniscono i modelli su cui si fonda la nostra esistenza quotidiana. Esse non cambiano facilmente e sono difficili da eludere. Attraverso le nostre interazioni sociali rafforziamo norme e istituzioni, e queste a loro volta plasmano e guidano le nostre interazioni con gli altri. Raramente ci rendiamo conto dell’esistenza delle strutture sociali, esse diventano evidenti quando crollano o quando sentiamo il loro peso. IMMAGINAZIONE SOCIOLOGICA Approccio sociologico: La sociologia è uno studio scientifico della società. o Studio: presuppone un’analisi approfondita della società o Scientifico: adotta un metodo scientifico o Società: termine sintetico e generico per indicare i contesti sociali La ricerca sociologica non esaurisce mai la complessità del contesto stesso. La sociologia ricerca e analizza patters (regolarità, trend…), come e perché i contesti sociali influenzano gli individui, come e perché i contesti sociali si formano, emergono e cambiano nel tempo. La sociologia si può definire come lo studio dei diversi contesti attraverso cui le vite degli individui prendono forma e il mondo sociale viene creato nelle due sue componenti cruciali: o Interazione sociale: modi in cui le persone agiscono insieme, modificando o alterando il proprio comportamento in risposta alla presenza altrui. È governata da un insieme di norme: le regole fondamentali della società che ci aiutano a sapere che cosa è o non è appropriato fare in una data situazione. o Struttura sociale: modi in cui le regole e le norme della vita quotidiana diventano dei modelli durevoli che plasmano e regolano le interazioni sociali. Ha due componenti cruciali: le gerarchie (insieme di durevoli posizioni sociali che forniscono a individui e gruppi diversi degli status) e le istituzioni (e norme forniscono modelli su cui si basa l’esistenza quotidiana degli individui) 13.4 Immaginazione sociologica: Il termine immaginazione sociologica deriva dal titolo di un libro pubblicato nel 1959 da Mills: connettere l’aspetto individuale all’aspetto generale storico culturale e sociale. L’immaginazione sociologica sarebbe un atteggiamento mentale che permette allo studioso di vedere oltre il proprio ambiente e la propria personalità, al fine di comprendere le relazioni e le strutture di una società. Il fenomeno non può essere separato dal contesto storico. L’immaginazione sociologica è la capacità di riflettere sistematicamente su quanto cose da noi percepite come problemi personali siano in realtà questioni sociali ampiamente condivise da altri individui nati in un periodo e in un ambiente sociale simile al nostro. Secondo Mills l’immaginazione sociologica ci permette di afferrare biografia e storia e il loro mutuo rapporto nell’ambito della società. 5 La ricerca interdisciplinare ha un ruolo sempre più centrale. Ci sono inoltre discipline fondamentali e programmi derivati dalla sociologia che sono diventati campi di studio indipendenti: la criminologia, gli studi di genere, gli studi culturali… TEORIE SOCIOLOGICHE Temi comuni e paradigmi: Una teoria è un modo per guardare la realtà: ci offre schemi generali che suggeriscono determinati assunti su come funziona il mondo. Le teorie sociali sono concezioni sistematiche del rapporto tra individui e società, cornici analitiche che servono a comprendere il mondo sociale. Alcune sono molto ampie, altre più circoscritte. Ci sono divere scuole di pensiero, tradizioni, correnti e paradigmi teorici che spesso sono in contrasto. Oggi i sociologi lavorano sulla base di teorie, argomenti e concetti che derivano da diverse tradizioni teoriche. La sociologia si chiede: o Come agisce l’individuo in società: cioè nelle interazioni e nei contesti sociali, cosa guida il comportamento individuale, come emerge e si sviluppa l’essere sociale dell’individuo. Azione individuale o Cosa tiene insieme le società: quali sono le basi dell’ordine sociale, cosa fa sì che le società si formino e mantengano unite, cosa evita il disordine, la disorganizzazione, la frammentazione sociale, la guerra civile… ordine sociale o Come cambiano le società: cosa produce il cambiamento sociale, come nascono e si sviluppano i movimenti sociali, le riforme sociali, le rivoluzioni. Cambiamento sociale Microsociologia e macrosociologia: La microsociologia si occupa delle interazioni nella vita quotidiana degli individui. L’ordine sociale è spiegabile a partire dal significato che gli attori attribuiscono a tali interazioni. Il comportamento dell’individuo cambia in base al contesto sociale. La macrosociologia si concentra sulle strutture che reggono le società (famiglie, sistemi economici, governi…). L’ordine sociale è spiegato in base ai rapporti tra queste strutture, e a partire dai cambiamenti che avvengono al loro interno. La microsociologia si concentra su una ricerca qualitativa, la macrosociologia su una ricerca quantitativa. Le teorie sociologiche: o Teoria sociale classica (XIX-XX secolo): Marx, Durkheim, Weber, Simmel o Nuove direzioni della teoria sociale (1937-65): struttural-funzionalismo, teoria del conflitto, interazionismo simbolico o Teoria sociale dopo gli anni 60: neomarxismo, teoria sociale femminista, sociologia analitica, Foucault, Bourdieu Tabella slide 12 Funzionalismo (macro): nasce con Herbert Spencer e viene ridefinito da Durkheim. I funzionalisti vedono al società come un organismo vivente, composto da parti che svolgono ognuna una sua funzione. Se una parte non funziona bene o c’è un collasso e l’organismo viene meno, o altre parti cominciano a svolgere quella funzione, in modo che quell’organismo ritorni all’equilibrio. Per spiegare un fatto sociale è necessario mostrare la funzione che esso gioca all’interno della società. o Ha una visione armonica della società, come un sistema di parti interrelate. o I sistemi sociali sono tendenzialmente stabili, grazie alla presenza di un consenso diffuso intorno a un certo insieme di valori. o La dinamica sociale produce ricorsivamente delle disfunzioni fisiologiche, che però vengono risolte per dissoluzione o integrazione nel sistema. o Il mutamento sociale tende a essere graduale piuttosto che rivoluzionario Teoria del conflitto (macro): deriva dal pensiero di Marx. Il conflitto è il centro del cambiamento sociale. La società è un’arena dove i gruppi sociali lottano per il potere. Il controllo del conflitto consiste nel fatto che per un certo periodo un gruppo riesce a prevalere sui suoi oppositori. I valori e le idee sono strumenti usati dai gruppi di potere per controllare gli altri gruppi e mantenere il potere. Interazionismo simbolico (micro): termine coniato da Blumer Studia l’interazione tra il mondo interiore dell’individuo e il comportamento sociale. L’attenzione è focalizzata sull’interazione sociale. Gli individui sono artefici del proprio comportamento attraverso una valutazione individuale di ciò che sta succedendo. Importanza del pensiero 6 Le basi della sociologia moderna possono essere ricondotte alla seconda metà del XIX secolo e all’inizio del XX secolo, e sono caratterizzate da quattro trasformazioni: o Il passaggio da un’economia basata sul lavoro nei campi e sull’agricoltura a un’economia fondata sull’industria e sul lavoro in fabbrica o La migrazione dalle aree rurali alle città o Il passaggio dalle monarchie alle democrazie o Il mutamento del ruolo della religione ella società KARL MARX Elementi importanti del pensiero di Marx: o Struttura o Sovrastruttura o Forze di produzione o Rapporti di produzione Gli scritti di Marx si basano sul principio secondo cui il modo in cui gli esseri umano producono ciò di cui hanno bisogno per vivere costituisca il fondamento di ogni società, e le relazioni che esso crea tra gli individui e i gruppi definiscano il funzionamento stesso di quella società. Marx riteneva che la storia dell’uomo potesse essere compresa in modo più efficace ricostruendo la storia dei diversi sistemi economici, in quanto credeva che essi influenzassero profondamente la sfera politica e culturale. Marx pensava questa cosa perché: osserva che tutte le società producono un surplus economico, cioè producono più beni di quelli necessari a soddisfare i propri bisogni materiali qualora tali bani fossero distribuiti equamente. Si chiede quindi chi si appropri di questo surplus. Le forze di produzione sono o Forza lavoro o Mezzi di produzione: strumenti e conoscenze tecnologiche I rapporti di produzione sono forme di relazione tra gli individui, che stabiliscono chi esegue determinati composti lavorativi, chi possiede e dispone dei mezzi di produzione, come viene organizzata la distribuzione del reddito. I rapporti di produzione trovano la loro espressione nei rapporti di proprietà, che sono rapporti necessari e indipendenti dalla volontà degli individui. Ogni rapporto di produzione impone un rapporto di subordinazione tra chi possiede i mezzi di produzione e chi ne è escluso, perciò tra classe dominante e classe dominata. Sono strettamente legati allo sviluppo storico di una società. I rapporti di produzione sono alla base della struttura della società, che è una struttura economica. Dalla struttura economica deriva la sovrastruttura (tutto ciò che c’è nella società). Quindi la classe dominante decide la sovrastruttura. Un determinato grado di sviluppo delle forze di produzione generano determinati rapporti di produzione. Perciò i rapporti sociali sono intimamente connessi alle forze di produzione. Quando le forze di produzione cambiano, gli individui modificano il modo di produrre beni, il loro modo di guadagnarsi la vita e i loro rapporti sociali. Ad esempio, a un modo di produzione incentrato sul mulino a braccia corrisponderà la società col signore feudale; il mulino a vapore genererà una società con il capitalista industriale. Il fondamento di ogni società va ricercato nel sistema economico: modo in cui gli esseri umani producono ciò di cui hanno materialmente bisogno per vivere. Il sistema economico crea relazioni tra gli individui. Queste relazioni deteriorano il funzionamento della società tramite le sue istituzioni. La storia dell’uomo può essere compresa ricostruendo la storia dei diversi sistemi economici. Ogni sistema economico è caratterizzato da un modo di produzione: o Antico: schiavi/liberi, patrizi/plebei o Medievale/feudale: servi della gleba/feudatari e nobili o Capitalista: proletari/capitalisti - libero mercato, economia industriale, capitale, profitto e investimento 7 Nel futuro: modo di produzione socialista - superamento dello Stato, società senza classi e senza proprietà privata. Ciascuno di questi modi di produzione è composto da due parti: o Le forze di produzione: la capacità produttiva e tecnologica di una società in un dato momento, l’insieme degli strumenti utilizzati per produrre beni o I rapporti sociali di produzione: le relazioni e le disuguaglianze tra diversi gruppi di persone all’interno di un sistema economico, il modo in cui le persone si organizzano per svolgere le attività che servono a produrre quei beni Marx pensava che il modo di produzione influenzasse le leggi e i sistemi di Governo. Il capitalismo secondo Marx: La classe è l’insieme delle condizioni oggettive che definiscono la posizione di un gruppo di individui rispetto alla proprietà dei mezzi di produzione. Oppure un aggregato di individui che in una determinata società si trovano nella stessa condizione economica. Marx credeva che al centro delle società capitaliste vi fosse un conflitto cruciale tra i membri di due classi: o La borghesia: possiede i mezzi di produzione e il capitale, deve rivoluzionare continuamente i modi di produzione e di conseguenza i rapporti di produzione al suo interno per incrementare i propri profitti. o Il proletariato: non possiede i mezzi di produzione ma solo la propria forza lavoro, che vende per sostentarsi. È l’esercito industriale di riserva: l’offerta di lavoro è superiore alla domanda, questo fa sì che i salari siano bassi. L’esercito industriale di riserva è il risultato delle crisi cicliche del capitalismo. Marx sostiene che il passaggio da classe in sé (classe senza coscienza di classe) a classe per sé (classe consapevole di potersi ribellare) avvenga attraverso la vicinanza fisica del lavoro all’interno della fabbrica, che farà acquistare agli operai la coscienza di classe. Ogni merce ha un valore d’uso e un valore di scambio: o Valore d’uso: i bisogni che ogni merce è in grado di soddisfare o Valore di scambio: implica una valutazione quantitativa dell’oggetto. Esso è determinato dalla quantità di lavoro umano che in media è necessario per produrre tale merce Plusvalore e pluslavoro: Secondo Marx lo sfruttamento del proletario avviene perché il capitalista si impossessa del plusvalore, cioè la parte del lavoro svolta dal proletario che non gli viene retribuita. È determinata dal pluslavoro non retribuito di cui si appropria il capitalista. Il plusvalore è la fonte di profitto ed è la base dello sfruttamento del proletariato. Contraddizioni del capitalismo: o Tra mezzi e rapporti di produzione: per battere la concorrenza con gli altri capitalisti ricerca continua di nuovi mezzi di produzione. I mezzi di produzione si trasformano più velocemente dei rapporti di produzione. o Progressivo impoverimento di una parte della popolazione. o Crisi cicliche del capitalismo: il capitalismo è a rischio di sovraproduzione: produrre di più di quanto il mercato sia in grado di assorbire, a discapito del profitto. Alcuni capitalisti quindi escono dal mercato e creano disoccupazione. Così si crea l’esercito di riserva. La dialettica tra modi e forze di produzione: A un certo punto dello sviluppo di mezzi e forze di produzione essi possono entrare in contrapposizione. Non si riesce più a sostenere quel tipo di relazione, che quindi deve essere superata. Classe dominante e classe dominata. Ne segue un’epoca di tensione dove una classe è obsoleta, e deve essere superata dall’altra. C’è uno scontro tra la nuova classe espressione delle nuove forze di produzione e la vecchia classe dominante. La classe vincitrice imporrà la propria sovrastruttura. La contrapposizione tra classi sociali è il motore della storia. Il proletariato si trasformerà da classe in sé a classe per sé. Si arriverà alla dittatura del proletariato e quindi alla socializzazione dei mezzi di produzione. Si ha l’avvento del comunismo. “Ognuno secondo le sue capacità, a ognuno secondo i suoi bisogni”. Il proletariato darà vita a una rivoluzione in grado di creare una società socialista, in cui le forze di produzione della società saranno possedute da tutti in virtù dell’abolizione della proprietà privata. Questo avverrà come reazione alla diminuzione dei salari da parte dei capitalisti. È la teoria della lotta di classe. 10 Spiega queste differenze utilizzando: o Livello di integrazione: indica il grado in cui una persona è inserita all’interno di una società. Se è elevato l’individuo è assorbito nella società (come nella società a solidarietà meccanica. Se il livello è basso l’individuo si allontana dalla società. o Regolazione sociale: indica grado di controllo che la società esercita sugli individui. Se è alto l’individuo è oppresso, se è basso c’è l’anomia. Da qui scaturiscono quattro tipologie di suicidio: o Suicidio egoistico: è una mancanza di integrazione nella società, e si suicida perché non si sente integrato. o Suicidio altruistico: eccessiva integrazione nella società, ci si sacrifica per il bene della società. Ex: anziani eschimesi o Suicidio anomico: legato a una mancanza di regolazione sociale, l’individuo non ha più norme di riferimento e si sente perso. o Suicidio fatalistico: le pressioni sono talmente oppressive che l’individuo non può esprimersi. Ex. schiavitù 27.4 Le forme elementari della vita religiosa (1912): Fa lo stesso ragionamento del suicidio. La religione è un’emanazione della società. Egli parte dall’assunto che non esiste nessuna società che non abbia sviluppato una religione, essa è alla base di ogni tipo di pensiero. Lo studio della religione ci può quindi aiutare a capire come la società si imponga sull’individuo. Ogni studio sociologico parte dalla definizione del fenomeno da studiare: Durkheim definisce la religione come un “sistema unitario di credenze e di pratiche relative alle cose sacre, credenze e pratiche che legano in un’unica comunità morale, chiamata chiesa, tutti coloro che aderiscono ad essa”. Durkheim sostiene che ci sono due dimensioni nella credenza religiosa: o Sacro: tutto ciò che è legato ai valori, alle norme e alle pratiche che la religione impone all’individuo o Profano: tutto ciò che si discosta da questo La chiesa è “un’organizzazione cerimoniale, sociale istituzionalizzata di credenti” con precise regole che riguardano un gruppo di fedeli. Totemismo australiano: Durkheim prende in considerazione le società totemiche, e afferma che una caratteristica particolare è che il totem indicava l’identità del clan a cui si attribuiscono qualità speciali. È un oggetto creato dalla società stessa. Egli crede che se la società venera un oggetto religioso, emanazione di un prodotto dell’uomo, vuol dire che attraverso l’oggetto l’individuo venera la società stessa. Vuol dire che la religione è un prodotto sociale culturale, quindi è la società stessa che viene venerata. Teoria dei rituali: l rituali sono una serie di pratiche che gli individui di una comunità religiosa mettono in atto. I rituali sono forme di azione sociale in grado di ricreare i sentimenti di appartenenza e gli oggetti che simboleggiano tale appartenenza. Hanno determinate caratteristiche: o Riunione fisica di più persone: questo amplifica la forza del rituale (caratteristica più importante) o Un comune focus di attenzione tra i componenti del gruppo: i componenti sono attenti ad un unico focus o Sentimento e emozione comune: questo crea solidarietà nel gruppo. Il rituale ha la funzione di creare solidarietà e senso di appartenenza nel gruppo o Presenza di un simbolo di appartenenza o Simboli sacri: creano le linee fondamentali della moralità e dell’immoralità, chi viola il rituale viene sanzionato La religione può essere anche civile, come la fede nella nazione, e è ciò che mantiene unite le società e i gruppi sociali. Essa fornisce agli individui una serie di credenze comuni, rafforzando sia gli individui che la società. 11 MAX WEBER Concetti fondamentali: o Metodologia delle scienze sociali o Agire sociale o Origine del capitalismo o Il potere o Gruppi di status (ceti) 1. Metodologia delle scienze sociali: Si inserisce nel dibattito delle scienze umane, sulla domanda se esse dovessero adottare il metodo delle scienze naturali. o Per il positivismo bisognava estendere il metodo delle scienze naturali alle scienze sociali, per giungere ad una conoscenze oggettivamente universale della realtà, con leggi universali sulla società o Lo storicismo tedesco rivendicava la separazione tra i due tipi di scienze: quelle storico sociali venivano definite scienze dello spirito, le altre scienze dure o Per Weber i metodi delle scienze naturali non possono essere applicati alle scienze sociali. Egli sostiene che si può conoscere l’agire umano solo attraverso le motivazioni, e non solo per mezzo dei comportamenti, e che si può giungere a delle generalizzazioni anche nel campo delle scienze umane. Bisogna comprendere il significato che l’attore sociale dà a un’azione, non basta solo guardare i comportamenti. C’è un’azione di immedesimazione dentro l’individuo. Infatti la sociologia di Weber si chiama sociologia comprendente Scienze della natura: o Oggetto: studiano il mondo esterno all’uomo, gli eventi/oggetti non hanno esperienze vissute o Dati: provengono dall’osservazione esterna o Finalità: spiegare i fenomeni casualmente riportandoli ad un insieme di leggi Scienze dello spirito: o Oggetto: studiano il mondo interno all’uomo, le azioni compiute dai soggetti che hanno un loro significato interno o Dati: provengono dall’esperienza interna, vissuta, e dalla comprensione che l’uomo ha degli altri uomini o Finalità: comprendere (Verstehen) sulla base dell’esperienza vissuta, avvalendosi di categorie concettuali (valore/significato/scopo). Avalutatività delle scienze storico-sociali: Secondo Weber l’oggettività è legata all’avalutatività: lo scienziato non deve formulare giudizi di valore Egli distingue tra giudizi di valore e relazione ai valori I valori guidano la scelta del tema di studio del ricercatore. Lo studioso spiega la realtà nei limiti dell’orizzonte che si è dato, senza mai ricorrere ai giudizi di valore e giudicando i propri risultati esclusivamente in base agli obiettivi che si prefigge. Conoscenze e realtà: Le cause che generano un fenomeno sono molteplici, ed è impossibile cogliere i fenomeni nella loro totalità. La conoscenza è sempre parziale. Per spiegare le cause di un fenomeno sociale si possono solo mettere in evidenza alcuni fattori che, secondo il punto di vista particolare da cui muove la ricerca, hanno condizionato l’emergere della situazione specifica oggetto di studio. Il metodo è garanzia dell’oggettività scientifica. La sociologia come scienza comprendente: La scienza sociale deve concentrarsi sulla comprensione del senso che gli individui danno alle loro azioni. “La sociologia si propone di intendere in virtù di un procedimento interpretativo l’agire sociale, e quindi di spiegarlo causalmente nel suo corso e nei suoi effetti”. L’interpretazione e la spiegazione sono le due dimensioni centrali nel lavoro del sociologo: o All’interpretazione si arriva con l’empatia (elemento fondamentale della sociologia di Weber) o Alla spiegazione si arriva tramite l’osservazione empirica 12 Idealtipo: un tipo ideale è una rappresentazione semplificata della realtà, costruita lasciando da parte tutto ciò che non è caratteristico del fenomeno studiato e accentando invece i suoi tratti specifici. Quindi non può fornire una descrizione fedele del reale, essendo un modello astratto, per cui bisogna constatare in ogni caso … l’idealtipo non esiste nella realtà, ma è uno schema per comprendere la realtà. Fornisce al ricercatore un metro di comparazione con i casi reali. È il risultato dell’esasperazione di tratti tipici di un fenomeno. Non è rintracciabile empiricamente nella sua purezza, ma consente al ricercatore di comprendere quanto il fenomeno particolare se ne discosti. 2. Agire sociale L’agire sociale è dato se dotato di senso, l’attore sociale attribuisce un significato all’azione. Il significato si realizza nella relazione e secondo le aspettative e gli orientamenti degli individui che sono in diverso modo coinvolti in quell’azione. Il senso si stabilisce in riferimento al senso dell’agire di altri: io agisco non solo relazionandomi ad altri, ma secondo determinate aspettative, e in base a come penso che gli altri interpretino la mia azione. Ci sono quattro tipi di azione sociale: o Azione razionale volta ad uno scopo o Azione razionale rispetto al valore, senza preoccuparsi delle conseguenze o Azione determinata affettivamente, sia positiva che negativa o Azione tradizionale, motivata dal rispetto delle tradizioni e delle abitudini 2.5 3. Nascita del capitalismo L’etica protestante e lo spirito del capitalismo (1905): Ne l’”etica protestante e lo spirito del capitalismo” Weber utilizzò la propria teoria sulle motivazioni dell’agire individuale per avanzare una tesi sulle origini del capitalismo. Il capitalismo è diverso dalla volontà di sopraffazione, che troviamo in tutte le epoche. «La sete di lucro, l’aspirazione a guadagnare denaro più̀ che sia possibile, non ha nulla di per se stessa in comune con il capitalismo. Questa aspirazione si ritrova presso camerieri, medici, cocchieri [...] Brama immoderata di guadagno non è affatto identica con il capitalismo, tanto meno corrisponde allo “spirito” di questo. Il capitalismo può anzi identificarsi con un disciplinamento o per lo meno con un razionale temperamento di un tale impulso irrazionale. In ogni caso il capitalismo è identico colla tendenza al guadagno in una razionale e continua impresa capitalistica, al guadagno sempre rinnovato, cioè̀ alla rendibilità». L’essenza del capitalismo è: «organizzazione razionale dell’industria orientata secondo le congiunture del mercato e non secondo probabilità politiche o irrazionalmente speculative» È la persecuzione razionale di un obiettivo ben preciso: la tendenza al guadagno sempre rinnovato, cioè alla rendibilità. Il capitalista accumula in modo razionale, con l’obiettivo di reinvestire ciò che si guadagna. Non investe per sé stesso, non ha niente a che vedere con la sete di guadagno e di lucro. Le imprese capitaliste hanno come scopo: o Il massimo del profitto, attraverso l’organizzazione razionale del lavoro e della produzione o Il continuo reinvestimento degli utili Weber nota che il capitalismo non è presente in tutta Europa, ma solo nei paesi dove è più diffuso il protestantesimo. 15 Gli individui assumono determinati ruoli e agiscono in accordo ai propri ruoli. I valori e le istituzioni emergono e persistono nella società perché sono particolarmente efficaci nel mantenere l’ordine sociale. Questioni critiche della prospettiva struttural-funzionalista: o Le caratteristiche durevoli della società possono essere spiegate in termini funzionali. o Gli individui sono estremamente influenzati e vincolati dal sistema sociale in cui vivono. o Il sistema sociale minimizza i conflitti grazie al fatto che gli individui apprendono quale sia il proprio ruolo e accettano il proprio posto nella società. Il cambiamento sociale è qualcosa che avviene gradualmente, attraverso l’adattamento delle norme e delle istituzioni a nuove condizioni, o mediamente il loro rimpiazzo da parte di nuove norme e istituzioni. Nel mutamento sociale operano dinamiche simili a quelle proposte dalla teoria dell’evoluzione. Attraverso un processo di selezione naturale le caratteristiche disfunzionali della società vengono lentamente messe da parte e sostituite da caratteristiche più vantaggiose. La teoria del conflitto: Una delle principali critiche a Parsons evidenzia come la sua prospettiva sembri suggerire che le società siano esenti da conflitti. Parsons invece pensava che la teoria sociale classica avesse sovrastimato il ruolo del conflitto. La teoria del conflitto rappresenta una sorta di sintesi tra i pensieri di Marx e Weber. Dahrendorf riteneva che, nonostante la visione di Marx della lotta di classe come processo generativo del cambiamento sociale fosse superata, fosse comunque vero che nel mondo moderno esistono molti tipi di conflitto economico, e che essi fossero componenti fondamentali della vita sociale. Alcuni sarebbero stati incanalati, altri avrebbero continuato a manifestarsi nella sfera politica. I conflitti che non riguardavano la sfera economica rappresentavano comunque delle forme importanti di conflitto. Il problema secondo Parsons era la negazione del ruolo fondamentale del conflitto nella società. L’opera più importante fu quella di Mills, che sosteneva che gli Stati Uniti fossero governati da un’élite del potere che proteggeva i propri privilegi e decideva quali dovessero essere le politiche governative, limitando l’influenza dei cittadini sulle politiche di Governo. La definizione classica di democrazia come Governo del popolo appariva del tutto irrealistica. Le persone che si sentono oppresse alla fine finiscono per lottare contro i propri oppressori. La teoria funzionalista pareva addirittura giustificare la disuguaglianza sociale: due teorici avevano sostenuto che essa fosse necessaria, e che serviva a spingere gli individui talentuosi verso le carriere più utili rispetto al buon funzionamento della società nel suo insieme L’interazionismo simbolico (Mead, Blumer): Mentre Parsons credeva che gli individui e l’agire individuale fossero fortemente influenzati dalla società, l’interazionismo simbolico considerava l’ordinamento sociale come il risultato delle interazioni individuali e dei significati che gli attori sociali attribuiscono agli oggetti, alle situazioni e alle relazioni con gli altri. Per comprendere la società è necessario analizzare le interazioni sociali quotidiane, perché è attraverso queste interazioni che prendono forma sia le identità individuali che la società. L’interazionismo simbolico si concentra sulla dimensione micro- sociale. Quando interagiamo con gli altri interpretiamo e assegniamo dei significati a oggetti, attività e persone. Ciò che distingue noi esseri umani dagli altri animali è il nostro essere sia soggetti che agiscono nel mondo che oggetti che esistono nel mondo. Mead divise l’identità individuale in due entità distinte: o Io: rappresenta la dimensione soggettiva o Me: rappresenta la dimensione oggettiva del sé, la parte identitaria che viene interpretata dagli altri È attraverso questi processi che il nostro senso del sé prende forma in costante relazione con le interpretazioni degli altri. Blumer distingue tre tipi di oggetti che possono essere interpretati quando interagiamo: gli oggetti fisici, gli oggetti sociali e gli oggetti astratti. Come la disuguaglianza sociale e la distinzione tra i ruoli influenzano l’interazione: Noi abbiamo tendenza a tenere in maggiore o minore considerazione i giudizi e le opinioni degli altri in base alle relazioni che intratteniamo con loro. Il nostro comportamento è influenzato dalle opinioni che gli altri hanno di noi. Attraverso questo processo le disuguaglianze penetrano nelle nostre interazioni quotidiane. Goffman afferma che se il nostro senso del sé è determinato dalle opinioni che gli altri hanno di noi, e dato che tutti desideriamo essere giudicati positivamente, allora ha senso provare a comportarsi in maniera tale da spingere gli altri a 16 interpretare positivamente il nostro comportamento. Egli compara la vita sociale al teatro: anche noi interpretiamo dei ruoli, seguiamo delle sceneggiature e veniamo giudicati da un pubblico composto. Le persone cercano costantemente di influenzare le interpretazioni altrui, assumendo comportamenti strategici che mirano a far sì che gli altri interpretino il loro agire nella maniera desiderata. La gestione dell’impressione è l’organizzazione strategica del comportamento al fine di comunicare agli altri una determinata idea di sé. UNA NUOVA GENERAZIONE DI TEORIE SOCIALI Neo-marxismo: Cerca di sanare i limiti della teoria marxiana per sviluppare una teoria dello stato capitalista, cioè delle istituzioni e della società capitalista. Essa doveva essere in grado di comprendere: o Come e perché i governi delle società capitaliste adottino politiche che proteggono gli interessi delle classi capitaliste o Quali condizioni possano favorire un’apertura dei governi e dei gruppi economicamente più potenti nei confronti delle necessità e delle richieste della classe operaia. Secondo i neo-marxisti le concessioni che il Governo capitalista faceva alla classe operaia puntando sulle politiche sociali non sarebbero potute durare per sempre, a un certo punto il loro costo sarebbe diventato troppo alto. Questa crisi fiscale avrebbe aperto la strada a un nuovo tipo di rivoluzione socialista. . Il capitalismo ha forti contraddizioni in sé stesso, perché protegge il profitto della classe capitalista e sostiene la crescita economica. Il modello a due classi non poteva essere applicato alle società capitaliste moderne. La crescita della classe media non assomigliava affatto al proletariato descritto da Marx. C’è una pluralità di classi. È necessario considerare che oltre al possesso di un’azienda, anche i titoli sono risorse utilizzabili per incrementare i profitti. Il possesso di ciascuna di queste risorse genera un surplus economico. Secondo la teoria mondo-capitalista come fenomeno globale. Per Wallerstein il capitalismo esiste non solo all’interno dei paesi ma anche tra di essi. I neo-marxisti avevano previsto l’avvento della globalizzazione. Ci sono alcuni stati che sfruttano economicamente altri stati. Il capitalismo ha sempre bisogno di estendere i propri mercati per sopperire alla sovrapproduzione. 4.5 La teoria sociale femminista: …. Simone de Beauvoir: Ne “il secondo sesso” analizza il fenomeno della patriarchia, concentrandosi sul modo in cui le società si organizzano per far sì che le donne appaiano differenti e inferiori agli uomini, così che esse si ritrovino in una condizione di subordinazione. Effettua una distinzione tra sesso e genere: o Sesso: biologico o Genere: derivante dalla cultura. Proprio per questo afferma che donne non si nasce ma si diventa: il destino delle donne è culturalmente, non biologicamente, determinato. Femminismo marxista: Lo scopo delle femministe borghesi è ottenere nella società capitalista gli stessi vantaggi, lo stesso potere e gli stessi diritti che possiedono gli uomini. L’obiettivo delle operaie socialiste è abolire tutti i tipi di diritti che derivano dalla nascita o dalla ricchezza. Per una donna operaia è indifferente se il suo padrone è un uomo o una donna. Femminismo marxista post (anti) coloniale: La colonizzazione e il patriarcato sono strumenti gemelli dell’accumulazione del capitale (occidentale, bianco, maschile). Femminismo intersezionale: La principale esponente è Angela Davis. I fattori di discriminazione non sono mai unici. Una donna nera vive in doppio fattore di disuguaglianza, quello di essere donna e quello di essere nera. La differenza diventa un fattore di disuguaglianza, e diventa un fattore di identità. Bisogna guardare a come le diverse differenze si intrecciano tra di loro e creano diverse forme di disuguaglianza. 17 L’obiettivo è comprendere come e perché il mondo sociale sia organizzato in maniera tale da distinguere tra uomini e donne. Ci sono tre approcci teorici fondamentali: 1. L’osservazione del mondo sociale dal punto di vista delle donne ha portato alla teorizzazione delle differenze di genere. La psicanalisi, anch’essa revisionata, fu fondamentale per il lavoro delle sociologhe, le quali cercavano di comprendere i processi attraverso cui uomini e donne sviluppano il proprio senso di sé. Si iniziò a sostenere che siccome le donne sviluppano il proprio sé attraverso una forte relazione agli altri, esse si ritrovano ad utilizzare risorse differenti rispetto agli uomini. La divisione del lavoro in famiglia venne identificata come il fattore che influenza lo sviluppo di due percorsi di crescita distinti. 2. Teoriche successive si dedicarono all’analisi dei diversi modi in cui il genere viene vissuto da donne differenti, criticando al passato l’aver trattato le donne come un gruppo unico. Questo nuovo approccio esplora i processi attraverso cui le categorie maschili e femminili emergono e influenzano la vita sociale. 3. Il focus viene spostato dal genere in sé alla sua relazione con le altre gerarchie sociali. Questo approccio pone l’accento sui processi attraverso cui i rapporti tra uomini e donne prendono forma in un contesto pervaso da diversi tipi di disuguaglianza sociale. Esso sottolinea la natura relazionale dell’inuguaglianza, definita intersezionalità e mettendo a fuoco i collegamenti esistenti tra diversi gruppi svantaggiati. Michel Foucault: Foucault sostenne che il potere è ovunque, e agisce in forme a volte nascoste e a volte evidenti. Il potere è inteso sia come processo attraverso cui ci auto-discipliniamo, sia come processo mediante il quale gli altri ci disciplinano. Foucault si interessò alle modalità in cui la scuola e altri tipi di istituzioni formano gli individui, spingendoli a conformarsi a determinate norme. Egli descrive la società come società della disciplina, un potere che ci circonda ma che rimane invisibile ai nostri occhi. Foucault pensava che la disciplina fosse la caratteristica principale e la funzione più importante del potere nella società moderna, tuttavia il potere non può essere pensato solo come qualcosa che ci viene imposto dall’alto Al contrario, tuti noi ci discriminiamo a vicenda. Pierre Bourdieu: Definisce le azioni quotidiane come pratiche. Tutte le differenze del nostro agire dipendono dalla nostra posizione nello spazio sociale, cioè dalla struttura della distribuzione delle risorse, che chiama capitali. Queste differenze sono prodotte dal nostro habitus, un sistema di disposizioni profonde che ci viene inculcato sin da bambini. Di conseguenza i membri di classi differenti si caratterizzino per gusti culturali diversi. Egli afferma che nella società moderna i conflitti tra gruppi non riguardano solo il possesso delle risorse economiche, ma anche quelle culturali. Introduce quindi il concetto di capitale culturale, riferendosi alla conoscenza di ciò che è definito alto nella sfera culturale. Le persone che dispongono di un grande capitale economico spesso possiedono anche un buon capitale culturale, ma le due forme di capitale non coincidono in maniera diretta. Di conseguenza la posizione delle persone nella gerarchia sociale non può essere definita soltanto dal possesso del capitale economico, ma dalla combinazione dei due. Altri capitali che definiscono lo spazio sociale degli individui sono il capitale sociale (le conoscenze) e il capitale simbolico (la nostra reputazione). L’accesso a determinate risorse, effettive o potenziali, dipende sempre dall’appartenenza a uno specifico gruppo. La sociologia analitica, Merton e Coleman: La sociologia analitica è una teoria a medio raggio, cioè focalizzata su specifiche ipotesi di ricerca riguardanti singoli aspetti della società relativi al rapporto tra la struttura sociale e l’agire individuale. I sociologi hanno coniato l’espressione individualismo strutturale, per rendere esplicita l’idea che la società si basa sulle scelte e le azioni individuali, ma esse sono al contempo influenzate dalla società nel suo insieme. Merton rinnegò il programma struttural funzionalista per dedicarsi all’elaborazione di una propria teoria: o Concetto della profezia che si auto-avvera: l’idea che quando si crede che qualcosa possa accadere il verificarsi di questa predizione diventi più probabile o Concetto delle conseguenze inattese dell’azione sociale: l’idea che qualunque azione possa portare quando combinata con le azioni di altri a risultati inattesi 20 Socializzazione primaria: È un processo dalla durata limitata che dura fino all’inizio dell’età scolare. L’esperienza relazionale del bambino si esaurisce nel rapporto con i genitori e con le figure familiari. o Positività: - Ambiente rassicurante e gratificante - Relazioni cariche di affettività - Acquisizione di fiducia nell’ambiente esterno o Inevitabilità: il bambino non può esercitare nessuna influenza sull’ambiente circostante. Il mondo che assume come suo è l’unico mondo possibile. o Interiorizzazione del mondo sociale e delle sue norme: termina con la formazione dell’altro generalizzato. I genitori stabiliscono delle regole comportamentali. Il bambino a sua volta avrà delle pretese nei confronti dei genitori. Il rapporto è reciproco, presuppone un reciproco adattamento alle richieste di ogni parte. I genitori sollecitano il bambino a sottostare alle norme adottando il sistema premi punizione. Il bambino quindi si mette nel ruolo dei genitori e anticipa le loro reazioni, astraendo dal proprio ruolo e assumendo il ruolo di un altro La socializzazione primaria termina quando si forma l’altro generalizzato, e si va a formare la personalità di base, su cui si formeranno poi le altre esperienze sociali. Questo implica da parte del bambino una progressiva astrazione dai ruoli e dagli atteggiamenti delle persone significative e una progressiva identificazione con ruoli e atteggiamenti i generali, cioè con la società. Socializzazione secondaria: Non termina mai, ma accompagna tutta la vita dell’individuo. Entra in gioco ogni volta che mi trovo in un contesto nuovo, è un continuo processo di adattamento e di risocializzazione. A differenza di quella primaria, non richiama aspetti emotivi. Essa inizia quando finisce la socializzazione primaria. La più importante agenzia di socializzazione secondaria è la scuola , perché è la prima con cui si viene in contatto. La personalità di base acquisita con la socializzazione primaria rimane invariata. Agenzie di socializzazione: Le principali sono la famiglia e la scuola per la socializzazione rispettivamente primaria e secondaria. o Agenzie che volgono funzioni socializzative in modo indiretto: partiti, chiesa, aziende… o Agenzie istituzionalizzate preposte alla socializzazione: famiglia, scuola o Strumenti di socializzazione che si rivolgono alla collettività: mass media Erving Goffman: È una sociologia moderna, non più macro ma sociologia micro. Per Goffman qualsiasi situazione della vita quotidiana è utile per studiare l’interazione sociale … L’interazione è un ordine a sé stante, è autonoma dall’ambiente in cui si colloca e dalle dinamiche psicologiche degli individui. Ha regole proprie indipendenti da qualsiasi altro ordine. Qualsiasi contesto dove avviene l’interazione può essere valido per studiarla. Solo guardando dove le regole sono disattese comprendo le regole stesse. 9.5 L’attore sociale di Goffman è un attore le cui azioni hanno come obiettivo il dare all’esterno un’immagine di sé stesso migliore possibile. Una volta che l’immagine dell’attore è stata offuscata è molto difficile recuperarla. Goffman sostiene che ci sono dei comportamenti che possono essere classificati che rientrano in una serie di azioni. Sono dei rituali, distinti in: o Rituali di deferenza: esprimere apprezzamento verso gli altri o verso un determinato simbolo. Un rituale collegato è il rispetto di una certa distanza fisica dal proprio interlocutore (o il distogliere lo sguardo da una persona). È la disaffezione civile, che permette di mantenere l’ordine sociale. Quando si violano questi rituali subentrano dei meccanismi di riparazione, come le scuse o Rituali di contegno: regola l’abbigliamento consono e il modo di esprimersi, per trasmettere un’immagine di sé aderente a un modello di desiderabilità Il Sé per Goffman è qualcosa di sacro che non deve essere profanato. Per Goffman l’intento dell’attore è non violare il Sè, cioè l’identità altrui. Quando un attore si accorge di aver deteriorato l’immagine di un altro attore gli viene incontro attraverso i meccanismi di riparazione. Questa teoria è stata ripresa da Durkheim e la sua teoria dei rituali. 21 A Goffman viene criticato il fatto che l’attore sociale non abbia una base, ma che debba pensare a come apparire in ogni contesto sociale. Goffman risponde che l’attore sociale è come un bambino, assume determinati ruoli ma non viene assorbito del tutto. Modello drammaturgico della realtà: Goffman usa la metafora del teatro per capire come si svolge l’organizzazione della vita quotidiana. I territori fondamentali sono la ribalta e il retroscena. Se l’attore sociale deve dare un’immagine desiderabile di sé deve prepararsi nel retroscena e agire nella ribalta. Il retroscena è il luogo dove si nascondono le parti che non si vuole far vedere. Nella casa corrispondono al bagno e al salotto. I malati di mente non hanno l’esigenza di mantenere la propria immagine, e quindi operano delle violazioni del proprio self. Etnometodologia: Il fondatore è Harold Garfinkel. La sua opera è “Agnese”, una persona transgender. L’importante è il comportamento adottato, non la biologia. L’etnometodologia studia le pratiche che gli attori sociali mettono in atto quotidianamente per gestire la loro vita sociale. Egli voleva svelare le pratiche quotidiane che mettiamo in atto, che semplificano la vita sociale, e senza le quali non potremmo vivere, perché dovremmo continuamente chiedere spiegazioni à in quanto appare donna si dà per scontato che Agnese si comporti da donna. Metodi usati dalla gente comune: o Il contesto, considerato in modo continuo e intensivo. Non esiste un significato in sé, le persone lo costruiscono basandosi sempre sul contesto sociale. o Il non richiedere che le persone forniscano risposte assolutamente complete alle nostre domande. Basandoci sul contesto, abbiamo un’idea di quanto la risposta possa essere esauriente, ed essere soddisfatti da quella misura. Precisione conversazionale: senza esserne pienamente consapevoli, le persone adeguano ogni loro espressione verbale in modo preciso al flusso locutorio altrui (silenzi, cenni del capo…). Questo ci permette di costruire un senso di sicurezza e solidarietà. Un dispositivo conversazionale è l’alternanza dei turni. Emozioni: esse non sono fuori dal nostro controllo, sono anche prestazioni che eseguiamo per specifici scopi. Esistono convenzioni legate al tempo e al luogo per manifestare emozioni nei confronti degli altri. Cerchiamo di usare le stesse tecniche anche quando la comunicazione si sposta sui social media: modifichiamo le nostre pagine in base alle risposte o alle mancate risposte altrui. In realtà una grande quantità di messaggi riguarda l’organizzazione di incontri faccia a faccia, grazie alla ricchezza di informazioni non verbali che solo la compresenza può permettere. Per far fronte agli insuccessi comunicativi spesso si incorporano segnali per chiarire il modo in cui si vuole che le persone interpretino le proprie parole. Stiamo attenti nell’avere contatti con persone che non conosciamo. Le parti praticano la disattenzione civile: si ignorano reciprocamente, fino a un livello adeguato, pur notando la presenza dell’altro. Le persone tendono a stare lontano dagli sconosciuti finchè è possibile, fare il contrario sarebbe considerato strano. ì Il tempismo è tutto. Quando le persone rivolgono una domanda ottengono quasi sempre una risposta, e la ottengono piuttosto velocemente se hanno un interlocutore che desidera conversare. Le persone possono segnalare il loro desiderio di non farlo tramite pause e mancate risposte: gesti di disaffiliazione. Ignorare i segnali è definito vandalismo interazionale. Quali sfide affrontiamo nello spostarci da un contesto sociale ad un altro? Cambiamento di status e ruolo: Un tipo di cambiamento deriva dal fatto che entriamo in differenti status di vita. Uno status è una categoria sociale distinta generata da altri e associata a un insieme di comportamenti e ruoli da rispettare. Ogni status deve soddisfare determinate aspettative di comportamento, o set di ruoli. Il conflitto di ruolo è la situazione in cui il rispetto di uno dei nostri ruoli è in contrasto con la soddisfazione delle aspettative che sono legate ad un altro. A causa della varietà di gruppi di riferimento che esercitano influenza su di noi, si verificano richieste incongruenti in molte situazioni differenti. 22 Etichettamento: Secondo la teoria dell’etichettamento, l’esistenza dei cosiddetti deviati è dovuta all’esistenza di una persona o un gruppo che può essere oggetto di tale etichetta e di un individuo o un’istituzione che la può incollare e far sì che rimanga attaccata nel tempo. Si parla di costruzione sociale della realtà per indicare il processo interattivo attraverso cui il sapere sul mondo viene prodotto e codificato, e reso specifico a un certo gruppo o società. Una conseguenza dell’essere etichettato sta nel cambiare condotta per abbracciare il comportamento per il quale si è stati incasellati nella categoria deviante. È un esempio del fenomeno chiamato profezia che si autoavvera. Uso delle regole: Le regole sono spesso esplicite, a possono anche essere informali e includere norme e aspettative circa i comportamenti individuali. Dobbiamo interpretare i nostri vari status. Ognuno di noi giudica il contesto e usa le capacità che gli umani hanno per identificare i bisogni organizzativi e mettere in atto il comportamento appropriato. Le regole informali sono regole che affiancano quelle ufficiali e che possiamo usare per spiegare agli altri che non stiamo davvero infrangendo una regola. Sappiamo che cosa fare nelle diverse occasioni, considerando quello che gli altri si aspettano da noi. Usiamo le regole per fare quanto sembra a noi e agli altri un’azione razionale e appropriata. Alcuni individui, “giudici inetti”, hanno difficoltà a prendere in considerazione il contesto e insistono a seguire le regole alla lettera. Esperimenti sul conformismo: Gli scienziati sociali talvolta conducono esperimenti in laboratorio per osservare le interazioni tra le persone in condizioni variabili, in particolare il modo in cui tollerano o meno la pressione sociale. Si arriva in questo modo a capire come le peculiari capacità umane di consapevolezza sociale permettano la manipolazione, il conformismo e talvolta la resistenza. Davanti a un esperimento in cui la maggior parte delle persone, d’accordo con gli organizzatori, dà la risposta palesemente sbagliata, la maggior parte degli altri si conforma. Tuttavia basta la presenza di un solo alleato per influenzare fortemente il risultato. Se l’esperimento permetteva a una sola persona di concordare con il soggetto inconsapevole sulla risposta esatta, l’opinione contraria della maggioranza perdeva molto del suo impatto. In determinate condizioni, le persone faranno del male ai propri simili e forse potranno arrivare anche ad ucciderli. Si può bombardare un paese o uccidere una persona senza avvicinarsi o essere presenti sulla scena. Tali azioni non richiedono aggressività diretta, ma solo azioni burocratiche indirette. Agisco in modo da soddisfare il mio gruppo di riferimento, e questo mi pone in contrasto con il tuo. La nostra devianza è la loro normalità. Non considerare questa possibilità è la radice dell’etnocentrismo: l’incapacità di comprendere, accettare o porre in relazione modelli di comportamenti o credenze differenti dai propri. STRUTTURE SOCIALI 1. Le strutture sociali Ci sono alcuni fatti che influenzano la vita individuale à ex tasso più alto di suicidi in uno stato piuttosto che in un altro, meno probabilità di uno straniero arrestato di ottenere regimi alternativi piuttosto che un italiano. Queste differenze sistematiche tra gruppi si spiegano solo con l’esistenza di strutture sociali che influenzano collettivamente comportamenti e circostanze individuali (pregiudizi raziali, diverse possibilità economiche). Non tutti concordano sul fatto che esista una struttura sociale. I sociologi concordano nel ritenere che gli individui abbiano la possibilità di influenzare il proprio destino, ma che la società li influenzi in modo significativo. Le strutture sociali sono qualsiasi elemento che esiste separatamente e indipendentemente dai singoli, ma ne determina e influenza i comportamenti, la visione del mondo e le interazioni tra individui. Determinano tendenze, modelli, contesti o background dell’azione individuale. Esistono a diversi livelli, dalle norme che governano l’interazione in gruppi intimi (micro) a ruoli e gerarchie a livello meso, al livello macro come le istituzioni. L’importanza della struttura diventa chiara soltanto quando essa è assente. 25 Attraverso la nostra partecipazione a diversi contesti istituzionali, la sperimentazione di differenti ruoli, e l’esposizione al potere delle gerarchie sociali, siamo costretti ad adattarci a esse e alle regole fondamentali della società in cui viviamo. Il processo inizia nelle famiglie e continua ad ogni stadio del corso della vita, è un percorso senza fine. Bourdieu ha sostenuto che la socializzazione agisce con maggior forza attraverso lo sviluppo di un insieme di schemi cognitivi chiamato habitus, che si traducono in pratiche e routine per noi scontate. Il nostro habitus guida il modo in cui agiamo nel mondo e rispondiamo alle situazioni. L’habitus rappresenta il risultato dei vari processi di socializzazione attraverso cui siamo passati nel corso della vita. Differenti gruppi sociali ed economici (classi) insegnano ai propri membri differenti modi di vita. Struttura sociale e libertà individuale: Le strutture sociali non determinano interamente il corso delle vite individuali e della storia. Gli individui mantengono sempre margini di scelta e libertà individuali. Data la stessa struttura sociale, due individui possono scegliere tipi di comportamento diverso. Gli studiosi che enfatizzano i modi attraverso cui la struttura sociale influenza gli individui sostengono lo strutturalismo. Essi sostengono che gli individui abbiamo poca agentivity, la capacità di fare libere scelte. Spesso essi si concentrano su una particolare parte o caratteristica della struttura sociale (Marx l’economia, Du Bois la razza). La struttura non è un semplice limite all’azione, ma un elemento che la rende possibile. Per capire l’impatto relativo della struttura sociale in opposizione alla scelta individuale si deve porre enfasi su: o Struttura: influenza radicalmente vite e comportamenti individuali. à limiti o Agency individuale: la capacità di fare libere scelte ed esercitare la propria volontà à libertà o Considerare le strutture non come limiti all’azione ma come elementi che la rendono possibile Questo avviene attraverso: o Azioni individuali: ogni volta che le nostre azioni quotidiane si conformano o allineano a ruoli, gerarchie, norme e istituzioni facciamo la nostra parte nel perpetuare queste strutture sociali nel nostro luogo e tempo. o Azioni e gruppi di interesse: una volta che una struttura sociale è stabilita, spesso genera un gruppo di interesse che ottiene vantaggi e privilegi da quella struttura o Sostegno pubblico: avversione al rischio e conservatorismo delle opinioni pubbliche Perché le strutture sociali cambiano lentamente- la resistenza delle strutture sociali In parte, le strutture sociali resistono perché gli sviluppi precedenti e l’’istituzionalizzazione rendono molto più facile per l’individuo agire al loro interno che cercare di smantellarle. È il processo di path dependence, dipendenza dal percorso. I risultati del passato influenzano attori nel presente, rendendo alcune scelte o esiti logici o illogici. Raggiunto un punto critico, le cose iniziano a cambiare, spesso in risposta a un singolo evento che stabilisce una nuova norma: fase della giuntura critica. Quando sempre più persone e gruppi si abituano a fare le cose in un certo modo può emergere una terza fase di “chiusura”. Da quel punto in avanti i cambiamenti saranno fortemente limitati dalle regole, dalle norme e dalle istituzioni. In che modo le strutture sociali persistono: Le strutture sociali tendono a resistere nel corso del tempo per numerose e concrete ragioni: o Gli individui riproducono le strutture sociali tramite le azioni quotidiane, che si conformano a norme, aspettative e regole istituzionali. Quando obbediamo ai comandi della gerarchia senza sfidarla contribuiamo a mantenerla. o Quando viene istituito un particolare elemento della struttura sociale si generano spesso gruppi di interesse. o Spesso i ruoli e le gerarchie e le norme e le istituzioni esistenti hanno un ampio sostegno pubblico, in parte per le conseguenze che il loro abbattere comporta. In condizioni estreme, le persone possono smantellare parti della struttura sociale piuttosto che riformarla. CULTURA, CLASSE E TRASMISSIONE 1. Cos’è la cultura Il concetto di cultura nasce con l’antropologia di fine 800. Popolazioni e gruppi umani si differenziavano fortemente l’uno dall’altro in termini di comportamenti, abitudini, pratiche quotidiane, valori e norme, gusti estetici, linguaggi e modi di comunicare. 26 La cultura è un fenomeno collettivo, non individuale. È quindi necessaria per distinguere un gruppo dall’altro. La cultura è distinta dalla natura o biologia dell’uomo. Alcune caratteristiche biologiche sono costanti e comuni a tutti, le caratteristiche culturali variano. Tutte le culture hanno universali culturali, cioè tratti in comune. I componenti della cultura sono: o Ciò che gli individui pensano: religione, morale, diritto, norme o Ciò che gli individui fanno: costumi, abitudini o I materiali che gli individui producono: i prodotti del lavoro umano La cultura è un elemento espressivo della vita umana, cioè si riferisce a componenti, oggetti e idee che possono essere visti come simboli di qualcos’altro e perciò vanno compresi nel loro significato. Gli individui creano il loro mondo sociale ed insieme ad esso producono significati. I significati sono prodotti culturali. La cultura è costituita da: o Significati e simboli: un simbolo è un segno che comunica un significato, ma è distinto dal significato stesso. Ogni parola è un simbolo. Sono usati come simboli anche immagini, azioni, comportamenti e pratiche. Essi sono context- specific, ossia legati ad un contesto specifico. Possono essere espliciti (tutti sono d’accordo sul loro significato) o impliciti (ambigui, indiretti, pensati per audience specifiche, non per tutti). o Valori, credenze e pratiche: i valori sono i fini a cui tende la norma. Le credenze sono opinioni sulla realtà condivise da un gruppo. Le pratiche sono comportamenti intenzionali, abituali e ricorrenti in un gruppo. Sono espressi dal significato collettivo dato a oggetti e eventi o Forme di comunicazione: la comunicazione è lo scambio di informazioni tra persone, il linguaggio è un sistema completo di parole e simboli che rappresentano concetti. È un universale culturale. È uno dei fattori che influenzano la cultura, anche se gruppi con linguaggio molto simile possono avere culture molto diverse. La cultura può essere definita come la cassetta degli attrezzi o un repertorio di simboli, rituali, visioni del mondo a cui gli individui attingono e che applicano nelle diverse situazioni, per decidere come comportarsi. La comunicazione di massa: Il linguaggio è usato in comunicazioni di qualunque scala. La comunicazione di massa è rivolta ad intere popolazioni e gruppi sociali, ed è un fattore centrale nella produzione di cultura in una società. L’età contemporanea è forse il periodo storico che registra le trasformazioni storiche più massicce e rapide delle forme di comunicazione di massa. Ha generato nuovi fenomeni di interesse sociologico. La nuova forma di comunicazione internet centrica è chiamata auto-comunicazione di massa, poiché potenzialmente in grado di raggiungere un pubblico globale, pur essendo al contempo caratterizzata da un contenuto che ciascuno può generare e dirigere in autonomia. 18.5 2. Cultura e identità sociali Diversi tipi di affiliazione al gruppo: appartenenza formale, partecipazione effettiva, identificazione. La cultura è un elemento essenziale per definire un gruppo e l’identità sociale di quel gruppo, sono simboli e significati, valori, credenze e pratiche, forme di comunicazione che contraddistinguono un gruppo o Cultura dominante: quel complesso di simboli, credenze e valori riconosciuti dalla maggioranza della popolazione. o Subculture: gruppi che sviluppano tratti culturali distinti dalla cultura dominante, ma non si contrappongono ad essa. Se lo fanno sono controculture. Le classi dominanti di una società mantengono il proprio ruolo incoraggiando interpretazioni morali e culturali che siano a esse favorevoli, definendo o rinforzando credenze ampiamente condivise (processo di egemonia). Quando tali punti di vista sono dati per scontati, possono contribuire a rinforzare l’autorità del gruppo dominante. I movimenti intenzionati a trasformare radicalmente una società hanno bisogno anche di sovvertire l’egemonia culturale. 27 Lo stato nazione è uno dei tipi di gruppo sociale più importanti nelle società contemporanee. Esso ha dato origine a culture nazionali. Lo stato nazione e la cultura nazionale sono fenomeni storici, non sono sempre esistiti nelle società umane e non hanno necessità naturale. Generano istituzioni nazionali che incorporano la cultura nazionale e la riproducono. I membri delle culture nazionali un assunto di comune appartenenza anche se provengono da classi e retroterra culturali diversi. Quando il capitalismo si propagò nel mondo non fu solo un sistema economico a diffondersi, ma un intero sistema culturale. Grazie alla globalizzazione determinati sistemi culturali sono diventati davvero globali. Dovremmo pensare alla cultura globale non come a un fenomeno unico, ma come un insieme di flussi. 3. Classe sociale, status e cultura La distinzione tra classi sociali è una delle strutture sociali più importanti e universali nelle società occidentali. Esse tendono a persistere nel tempo e a riprodursi nel medesimo modo. C’è una stabilità intergenerazionale, la classe sociale di provenienza definisce il destino di un individuo à le differenze tra gruppi sono entità materiali o immateriali trasmesse tra gli individui della stessa classe, nelle famiglie, attraverso le generazioni. Il capitale economico è un’entità materiale che viene mantenuta all’interno di una famiglia. Le interazioni quotidiane svelano il livello di ricchezza, potere, status di una persona anche quando la vediamo o le parliamo per la prima volta. I segni culturali rivelano il gusto, e quindi le preferenze culturali di una persona. 4. Pierre Bourdieu Il capitale economico (soldi) e il capitale culturale (ciò che l’individuo apprende nel processo di socializzazione primaria) generano l’habitus: quell’insieme di inclinazioni e comportamenti appresi nel corso della socializzazione primaria. Dall’habitus provengono le strategie di distinzione di classe, che si manifestano con differenti gusti e quindi con differenti costumi. L’habitus è l’insieme di schemi cognitivi e disposizioni che rappresentano il risultato dei vari processi di socializzazione attraverso cui siamo passati nel corso della vita. Si radica nel nostro corpo al punto di diventare una specie di seconda natura. Punto d’incontro fra la volontà dell’individuo e i condizionamenti sociali dell’ambiente in cui l’individuo si forma. Si traduce in pratiche e routine per noi scontate. Il capitale è un’entità che ha valore, è coltivata attraverso investimenti, è usata per ottenere benefici, vantaggi e risorse. Ci sono tre tipi di capitale: economico, sociale e culturale. Il gusto è dato dalla combinazione di questi tre capitali. Per Bourdieu non sono importanti le caratteristiche delle classi sociali, ma sostenere che le classi sociali creano le preferenze. Bourdieu non considerava le esibizioni pubbliche dei simboli di status come una forma importante del capitale culturale, enfatizzava invece i modi in cui le persone manifestano il proprio gusto nella vita quotidiana spesso senza pensarci. Confini simbolici: Le distinzioni che le persone tracciano tra sé stesse e gli altri sulla base del gusto sono soltanto un tipo di confine simbolico. Due altri tipi di confine simbolico riguardano lo status e la moralità. Talvolta questi tre tipi di confini simbolici si sovrappongono. Talvolta esistono anche dei confini spaziali che corrispondono ai confini simbolici, associati a pratiche culturali. La riproduzione di classe porta a mantenere nel tempo i confini e le distinzioni di classe. Questi confini si mantengono grazie al denaro e alla cultura. 5. Chi produce cultura e perché- le condizioni della produzione culturale La sfera pubblica: Secondo Habernas la forma più alta di vita pubblica è l’assemblea di privati cittadini in un organismo pubblico, dove essi mettono da parte i propri interessi e si incontrano da pari. La sfera pubblica è il luogo in cui differenti gruppi sociali si organizzano per diventare attori politici e competono per avere influenza. 30 3. Qual è la relazione fra le organizzazioni e il loro ambiente- le organizzazioni e il loro ambiente Struttura organizzativa: Le organizzazioni devono possedere caratteristiche adatte al loro ambiente se vogliono rimanere in vita e prosperare. Ciò potrebbe significare: o Sia che un’organizzazione ha sviluppato una protezione che la isola dalle domande dell’ambiente circostante, o Sia che essa ha mantenuto una struttura così fluida da potersi muovere e adattare facilmente ai cambiamenti che la circondano. Le organizzazioni che sopravvivono sono di norma quelle che inizialmente erano ben abbinate al loro ambiente e che successivamente si sono rese impermeabili al cambiamento. La forte resistenza al cambiamento è chiamata inerzia strutturale. Questa resistenza può però anche rivelarsi fatale quando l’ambiente cambia drasticamente, e l’assenza di adattamento si rivela mortale per l’organizzazione. Le organizzazioni si possono trovare in una trappola della competenza, per cui tendono ad utilizzare in modo meccanico vecchie soluzioni ormai inefficaci per i nuovi problemi. Le organizzazioni che sopravvivono nell’arena competitiva spesso hanno individuato o occupato una nicchia che richiede i servizi o i prodotti forniti dall’organizzazione. Ognuna di queste organizzazioni ha bisogno di risorse economiche: fonti di finanziamento possono essere individui che donano o politici e altri individui che hanno accesso a ingenti risorse. L’esistenza di un mercato delle donazioni dimostra la dimensione sociale dell’ambiente organizzativo. La similarità organizzativa: L’isomorfismo organizzativo determina che le organizzazioni che insistono sullo stesso campo organizzativo tendono a cambiare nel tempo per diventare sempre più simili tra loro. Ci sono tre diversi tipi di motivi: o Isomorfismo coercitivo: le organizzazioni sono costrette ad adeguarsi alle stesse norme, per non andare incontro a querele e multe. o Isomorfismo normativo: l’organizzazione reagisce alle pressioni sulla sua legittimità. Il termine normativo rinvia alle aspettative che caratterizzano chi è servito dall’organizzazione. Non rispondervi porterebbe l’organizzazione a perdere legittimità. o Isomorfismo mimetico: imitazione di altre organizzazioni visibili nell’ambiente di appartenenza, in modo da non attirare un’attenzione negativa. 4. Come è strutturata l’occupazione- la divisione del lavoro nelle società moderne L’aumento della specializzazione nella divisione del lavoro: Tutte le società prevedono una divisione del lavoro. Grazie alla rivoluzione industriale si è assistito a un aumento vertiginoso dei tipi di lavoro possibili. Con il progresso tecnologico il lavoro si fece sempre più specializzato, le fabbriche divennero caratterizzate dalla catena di montaggio in cui ogni lavoratore compiva una sola mansione. L’aumento del benessere portato dalla rivoluzione industriale richiedeva e incentivava allo stesso tempo la creazione di un vasto insieme di impieghi. Il processo lavorativo: Il processo lavorativo è il concetto per descrivere: o Il controllo esercitato da manager e supervisori o L’insieme delle relazioni fra lavoratori e supervisori Per la produttività è molto importante la cooperazione tra colleghi, anche il semplice atto di osservare sistematicamente i lavoratori per il progetto portò all’incremento della produttività Per massimizzare i profitti le imprese capitaliste limitano il controllo che i lavoratori hanno sulle loro azioni. È la crescita dell’organizzazione scientifica del lavoro. Questo approccio si basa sull’idea che i manager debbano innanzitutto capire e controllare le azioni dei lavoratori. Il punto fondamentale dell’organizzazione scientifica del lavoro è il sistema di produzione della catena di montaggio. Viene praticato il deskilling (dequalificazione), un processo dove il management cercava di impedire che i lavoratori potessero trarre vantaggio dalla loro migliore conoscenza delle operazioni di lavoro. 31 5. Che cosa fa di un lavoro un buon lavoro- buoni impieghi, cattivi impieghi e nessun impiego La soddisfazione sul lavoro: Alcune dimensioni specifiche sono rilevanti per definire un buon impiego: o Il livello di retribuzione o Il livello di autonomia sul lavoro o Lo status o La quantità di fiducia o Il livello di abilità richiesto o L’importanza attribuita ai titoli di studio o Il grado di sicurezza (stabilità) La soddisfazione del lavoratore è minore quanto più elevato è il controllo e monitoraggio delle azioni da parte di terzi. In impieghi ad alta fiducia le persone vengono sottoposte a forme di supervisione molto blande e controllano il ritmo del proprio lavoro. I lavori si differenziano principalmente per il livello di abilità richiesto e il grado di autorità esercitato sulla gerarchia. Due fattori sono particolarmente importanti: o Il ruolo dei sindacati o Il numero e il tipo di leggi e regole che proteggono i lavoratori dal rischio di perdere il posto di lavoro. Alcuni paesi tendono ad avere regolamentazioni più forti che rendono più agevole la creazione di sindacati, mentre altri lasciano che il mercato decida la maggior parte delle condizioni a cui il lavoro viene organizzato. I sindacati aumentano il potere negoziale dei lavoratori e aiutano a monitorare le condizioni di lavoro. Con il declino dei sindacati molte imprese hanno sviluppato strategie di competizione basate sulla produzione snella. Essa consiste nell’identificare e ridurre i costi di produzione. Ciò ha portato all’introduzione di nuove tecnologie, alla riduzione degli sprechi, ma anche all’eliminazione di benefici e forme di sicurezza che i lavoratori prima davano per scontati, e che con la maggiore flessibilità del lavoro vengono cancellati. Un altro importante fenomeno che ha influenzato i benefit legati al lavoro è la crescita dell’outsourcing, che si realizza quando un’impresa esternalizza le funzioni verso imprese esterne. Sistema di protezione sociale in cui la relazione di lavoro si inserisce. STRATIFICAZIONE SOCIALE, DISUGUAGLIANZA E POVERTÀ 1. Che cos’è la disuguaglianza- disuguaglianza, un’introduzione La storia della disuguaglianza: La disuguaglianza è una caratteristica di tutte le società umane conosciute, ma nel corso della storia ha subito ampie variazioni. La schiavitù è stata una delle prime forme di disuguaglianza sistematica. Il sistema dominante di disuguaglianza prima dell’avvento del capitalismo era il feudalesimo. Oggi il mondo della disuguaglianza è molto più complicato, le società sono diventate più ricche e al loro interno sono emerse disuguaglianze maggiori, soprattutto negli anni più recenti. Soggetti e oggetti della disuguaglianza: Gli scienziati sociali hanno concentrato la maggior parte della propria attenzione sulla distribuzione diseguale di: o Reddito: quantità di denaro o beni percepita in un particolare periodo contabile o Ricchezza: valore netto delle risorse possedute da un individuo o da una famiglia Il reddito e la ricchezza non sono le uniche misure rilevanti: o Consumo reale: ciò che gli individui e le famiglie sono davvero in grado di comprare e consumare. Spesso esso supera il reddito nelle famiglie povere o della classe media. o Benessere: la disuguaglianza di benessere riguarda numerose dimensioni della vita, come la salute, l’esposizione al crimine e alla violenza, l’esposizione a rischi ambientali e il livello generale di felicità. Le disuguaglianza di reddito e ricchezza spesso sono collegate al benessere. 32 Classi e disuguaglianza: I sociologi usano il termine classe per definire gruppi di persone che si trovano in posizioni sociali ed economiche simili, hanno all’incirca le stesse opportunità di vita e traggono vantaggi dagli stessi tipi di politica governativa. Le classi sono formate da persone che: o Condividono una condizione economica simile o Hanno interessi economici in conflitto con quelli di altre classi o Condividono simili possibilità di vita o Hanno atteggiamenti e comportamenti simili o Costituiscono un soggetto collettivo in grado di intraprendere azioni collettive a sostegno dei propri interessi. L’analisi delle classi è lo studio di come, quando e dove si collocano le classi in relazione a queste molteplici dimensioni. Le classi sono maggiormente visibili quando presentano nette divergenze in merito a qualche fondamentale tema. Il concetto di classe elaborato da Marx prevede che in ogni società esista una singola divisione cruciale tra due classi, risultante del sistema economico, che nelle società capitalistiche sono borghesia e proletariato. È chiaro che questa concezione dicotomica sia troppo semplice. Modalità per distinguere le classi: o Reddito. Anche se alcuni sociologi hanno sostenuto che la fonte del reddito sia più importante della quantità di reddito. o Istruzione, reddito e occupazione come indicatori. Ad ogni individuo viene attribuito un punteggio di status economico sulla base dei tre indicatori. Se sono tutti e tre alti lo status socioeconomico è elevato, se sono bassi è basso, e tutti gli altri si trovano in una posizione intermedia o Occupazione svolta dalle persone. Questo terzo metodo è emerso per ovviare al problema che le persone che possiedono lo stesso status socioeconomico non sempre agiscono in modo uniforme. La maggior parte di questi approcci classifica le varie occupazioni in un piccolo numero di classi distinte. Giustificare la disuguaglianza: Le giustificazioni sulla disuguaglianza hanno assunto molte forme nel corso dei secoli, incluse quelle basate sulla tradizione e sull’ereditarietà dei privilegi. Nella maggior parte delle società contemporanee le giustificazioni sulla disuguaglianza possono essere classificate in due categorie fondamentali: o La disuguaglianza assicura che chi ha talento riceva il giusto incoraggiamento per svilupparlo a beneficio di tutti. o La disuguaglianza comporta una maggiore efficienza economica, incoraggiando le persone ad assumere rischi e a investire. Gli argomenti fondati sulla ricompensa differenziale del talento o dei rischi legati alla produzione di ricchezza si sono dimostrati piuttosto autorevoli in campo politico. Tuttavia, sostenere che la disuguaglianza sia benefica porta a chiedersi quanta disuguaglianza lo sia. 2. Abbiamo tutti le stesse opportunità di successo nella vita?- disuguaglianza, istruzione e mobilità sociale Se ognuno, a prescindere dal proprio retroterra sociale, ha simili possibilità di successo nella vita adulta, allora possiamo dire che le opportunità sono distribuite in modo genuinamente uniforme. Misurare la disuguaglianza delle opportunità e la mobilità sociale: Oggi tutte le società avanzate sostengono il principio ideale dell’uguaglianza delle opportunità. La mobilità sociale è la misura e i modi in cui i membri di una società si muovono nel corso della propria vita, all’interno dello spazio sociale. Essa misura il livello di somiglianza tra le posizioni sociali ed economiche di genitori e figli in età adulta. Una società ad elevata mobilità dunque si avvicina all’idea di uguaglianza delle opportunità. Una società immobile può nel caso estremo diventare una società castale. Fattori che influenzano la mobilità sociale: Il livello di mobilità sociale dipenderà dal modo in cui le famiglie lavorano, da come gli individui sono inseriti all’interno del mercato del lavoro e soprattutto dalle politiche adottate dal governo. Il livello complessivo di disuguaglianza delle condizioni di vita presente in un dato paese è tipicamente correlato con il suo livello di mobilità intergenerazionale. 35 o Le migrazioni forzate sono quelle in cui gli individui si spostano da un luogo all’altro per fattori indipendenti dalla propria volontà. Possono essere interne o internazionali. Buona parte dei migranti forzati è composto da rifugiati, e vengono definiti forzati anche coloro che sono oggetto della tratta degli esseri umani. Le disposizioni che riguardano l’uscita all’ingresso in paese permettono di comprendere l’immigrazione non solo come decisione individuale ma anche come fenomeno plasmato dalle forze politiche, sociali ed economiche. 4. Perché le persone si spostano- autoselezione, fattori di spinta e di attrazione, e dinamiche migratorie I sociologi tendono a mettere a confronto il livello di benessere che un migrante può aspettarsi di raggiungere nel paese d’origine con quello che immagina di poter assicurare a sé e alla sua famiglia nel paese di destinazione: o Fattori di spinta: quelli che inducono a lasciare il paese. Povertà economica, conflitti politici… o Fattori di attrazione: quelli che attraggono le persone a recarsi in un determinato paese. Ci sono fattori strutturali, ma anche fattori più casuali, opportunità, occorrenze che esulano da una valutazione strettamente razionale. In molti casi la scelta migratoria è oggetto di una decisione a livello familiare. Ex. donne che migrano per lavorare lasciando in patria marito e figli. Non tutti coloro che nutrono un forte desiderio di partire partono davvero, mentre emigrano alcuni con un desiderio di emigrare piuttosto debole. Questo avviene per: o Politiche degli stati su partenze e ingressi o Dinamiche familiari 5. Come vivono gli immigrati nel luogo di arrivo- il processo di integrazione Indicatori di integrazione: Il processo di integrazione è quello nel corso del quale gli immigrati si inseriscono nella nuova società. La maggioranza degli immigrati si adatta rapidamente ad alcuni aspetti del paese di destinazione ma non ad altri. Alcuni indicatori per stabilire in che misura gli immigrati siano integrati possono essere: o Scegliere di stabilirsi nel paese, imparare la lingua e diventare cittadini di quel paese. o Misura in cui gli immigrati tendano a diventare simili ai cittadini autoctoni, ad esempio nello status socioeconomico. o Concentrazione spaziale: in che misura gli immigrati vivono isolati dalla popolazione autoctona o mescolati con essa. o Numero di matrimoni misti. SESSO E GENERE o Sesso: è un fatto biologico. Riguarda le differenze anatomiche e fisiologiche che caratterizzano i corpi maschili e femminili. o Genere: differenze psicologiche, culturali e sociali tra maschi e femmine; è collegato alle nozioni socialmente costruite di maschilità e femminilità. Le società si basano su un sistema di genere composto da modelli di comportamento di ciò che ci si aspetta da una persona. Essi sono coinvolti anche nelle istituzioni. Sessualità: La sessualità è il modo in cui le persone pensano e si comportano verso se stessi e gli altri come esseri sessuali. Sesso e sessualità sono due dimensioni differenti. In sociologia la cultura influenza la gestione della sessualità. Lo fa attraverso i ruoli di genere presenti in una società e le dinamiche di potere. Orientamento sesuale: L’orientamento sessuale si riferisce a coloro che desideriamo, con cui vogliamo intrattenere relazioni sessuali e con chi vogliamo mantenere un senso di connessione. Diviso in eterosessualità, omosessualità, bisessualità e asessualità. 36 Identità di genere: Si forma precocemente in base ai comportamenti che gli altri hanno verso di noi in quanto bambini o bambine nel corso del processo di socializzazione. È l’identificazione primaria della persona come maschio o femmina. Essa è connessa con i ruoli di genere, che indicano come gli uomini e le donne si debbano comportare in una data cultura e in un dato periodo storico. Molte persone pensano che le differenze di genere nei comportamenti siano un fatto naturale. È vero che la maggiore quantità di testosterone nei maschi incoraggia comportamenti aggressivi, eppure non vi è un rapporto di causalità unidirezionale. I sociologi sostengono che le differenze di genere derivino da una costruzione sociale del genere: le società si basano su un sistema di genere composto da modelli di comportamento. Agenti del processo di socializzazione: o Genitori o Gruppo dei pari o Mass media La polarizzazione di genere è alimentata da luoghi comuni e stereotipi (insieme di credenze, rappresentazioni ipersemplificate della realtà e opinioni rigidamente connesse tra di loro che un gruppo sociale associa a un altro gruppo). Stereotipi che sono falsi tendono a produrre la realtà che sostengono, anche se a priori la differenza non esisteva. Le donne e gli uomini hanno comportamenti più stereotipati quando sanno di essere osservati, questo suggerisce che alcuni dei modi in cui essi agiscono derivino dal tentativo di mettere in atto comportamenti conformi a ciò che gli altri si aspettano da loro. Gli stereotipi (o i media?) spesso svolgono una funzione di socializzazione anticipatoria, cioè un processo attraverso il quale si sviluppa un orientamento positivo verso norme, valori, comportamenti di un gruppo di cui ancora non si fa parte. FAMIGLIE E VITA FAMIGLIARE 1. Cos’è la famiglia- i molti modi di definire la famiglia Una prospettiva globale e storica: Nei paesi occidentali la famiglia tradizionale è generalmente la famiglia coniugale-nucleare (male breadwinner): la moglie, il marito e i loro figli biologici. Si tratta in realtà di un modello non sempre dominante nel passato, e in alcuni contesti addirittura raro. Nell’epoca moderna occidentale, i matrimoni erano il frutto di strategie familiari, si parla a questo proposito anche di matrimoni combinati, la poligamia e le strutture familiari multi generazionali erano diffuse. In alcune società era autorizzati i matrimoni tra cugini e persino tra fratelli in modo da non disperdere il patrimonio della famiglia. In alcune culture veniva seguita la regola patrilocale, la moglie viveva nella casa dei genitori del marito e obbediva ai loro ordini. In Occidente la famiglia male breadwinner è diventato il modello di famiglia ideale intorno alla metà del XX secolo, in conseguenza dello sviluppo urbano e della prosperità economica del secondo dopo. Il malessere verso questo modello si è iniziato ad avere dagli anni 50. Famiglia o sistema di parentela? o Gli scienziati sociali intendono per famiglia insieme delle persone legate da vincoli biologici e/o giuridici che convivono in una stessa abitazione. Si tratta tuttavia di una definizione molto stretta. Ex. minoranze etniche che creano ampie reti su cui poter contare economicamente, pur senza avere legami di sangue. o I sistemi di parentela sono i legami e confini sociali, definiti dalla biologia dei costumi, che stabiliscono chi è parente di chi. Essi legano le persone in modi molto diversi, a seconda delle regole e dei costumi delle comunità. Possono essere considerati membri della famiglia gli amici più stretti e cani e gatti. Sono i significati culturali a guidare le definizioni, le percezioni e le decisioni riguardo chi sia membro della propria famiglia. I sociologi inoltre distinguono: o Famiglia di origine: formata dalle persone cui siamo legati per nascita o Famiglia di procreazione: parenti che acquisiamo attraverso i partner e la scelta di avere i bambini. La famiglia nucleare è composta dai genitori e i loro figli. Nelle società premoderne le parentele si estendevano talvolta ben aldilà dell’unità nucleare, le società moderne al contrario tendono a includere nella parentela una rete di persone molto contenuta. 37 2. Perché le famiglie stanno cambiando- le famiglie in trasformazione, una questione oggetto di conflitti La pluralizzazione dei modelli familiari ha minato il precedente consenso riguardo cos’è che rende un aggregato di individui una famiglia. La prospettiva della crisi della famiglia: Secondo alcuni critici i cambiamenti subiti dalla famiglia rifletterebbero un indebolimento dei valori della famiglia, sostituiti da un crescente egoismo e individualismo, un’indisponibilità delle persone di farsi carico dei propri doveri di persone adulte, a danno dei bambini. La maggioranza dei sociologi ha due obiezioni a questa prospettiva: o Essa trascura i molti aspetti positivi dei cambiamenti in corso, come la maggiore uguaglianza tra uomini e donne e le crescenti possibilità di scelta personale. o La tesi del declino culturale corrisponde più a una valutazione delle nuove forme di famiglia che a una spiegazione del loro emergere. La prospettiva economica: Secondo l’approccio della ristrutturazione economica all’origine dei cambiamenti della famiglia vi sarebbero fattori sociali strutturali. Certe forze sociali ed economiche hanno eroso la famiglia alle fondamenta e richiesto nuovi assetti. L’attenuarsi delle differenze di genere, l’aumento nelle famiglie delle carriere e la nuova insistenza sulla scelta individuale sono fenomeni da considerare conseguenze dirette del nuovo ordine economico. Questi cambiamenti hanno prodotto nuove opportunità ma anche nuove insicurezze, facendo venir meno la precedente stabilità finanziaria. La prospettiva di genere: L’approccio della ridefinizione dei ruoli di genere insiste sul contrasto sempre più acuto tra struttura dei lavori e bisogni di cura delle famiglie. Mentre l’affermarsi dei nuovi ruoli di genere ha spinto le donne a entrare nel mercato del lavoro, strutture delle occupazioni e modelli di divisione del lavoro di cura non ci sono adeguati a tali cambiamenti. I lavoratori desiderosi di fare carriera devono anteporre il lavoro retribuito alla famiglia. 3. Quali sfide affrontiamo quando stringiamo una relazione con qualcuno e cerchiamo di conciliare famiglia e lavoro- i nuovi contorni dei legami adulti Negli Stati Uniti il matrimonio continua ad avere molto valore. In Europa invece il declino dei matrimoni è uno dei tratti salienti della famiglia contemporanea. Amore e matrimonio: L’industrializzazione favorì l’emergere di una nuova unità familiare, la famiglia coniugale, formata da coppia sposata relativamente autonoma ed eventuali figli, in grado di fare fortuna lontano dalla famiglia dei genitori. Questo riconobbe anche una nuova importanza a sentimenti come l’amore e la solidarietà, anteponendoli all’approvazione dei genitori. L’industrializzazione portò anche alla separazione spaziale, economica e psicologica del posto di lavoro dalla casa. Questo portò a una rigida separazione tra i compiti maschile e quelli femminili. Svolte sociali hanno contribuito a modificare l’istituzione del matrimonio: o Rivoluzione di genere: ha contribuito all’imporsi di un individualismo economico in conseguenza del quale anche le donne hanno considerato fondamentale l’autonomia economica. o Il diffondersi dei mezzi di contraccezione o Gli atteggiamenti più permissivi e tolleranti nei confronti del sesso o Facilità nell’uscire da un matrimonio La de-istituzionalizzazione del matrimonio gli ha affiancato un’ampia varietà di alternative: le convivenze o coppie di fatto, e le relazioni seriali. Anche il tasso di divorzi ha iniziato a salire a partire dagli anni 70 in alcuni paesi, e nella maggior parte dei decenni successivi. A partire dagli anni 60 si è registrato anche un intenso calo della fecondità. Madri, padri e conflitto lavoro-famiglia: Ora che più donne sono entrate nel mercato del lavoro, l’idea della vita famigliare in quanto regno distintamente privato ha lasciato il posto a un’immagine che vede le famiglie in conflitto con il mondo in generale e il mondo del lavoro in particolare. Nel doppio ruolo di madri e lavoratrici le donne sono sottoposte a diversi tipi di tensione, cioè aspettative come madri e come lavoratrici. 40 uno dei meccanismi centrali della società volti al controllo sociale del comportamento delle persone. Infatti in passato spesso erano i religiosi ad amministrare la giustizia. In passato in ogni regione tendeva ad imporsi una sola religione. Gli Stati Uniti hanno invece subito riconosciuto il pluralismo religioso. Denominazioni e congregazioni, servire i bisogni della comunità: Sotto ciascuna delle grandi confessioni si sono formati molti diversi tipi di gruppi, noti come denominazioni, caratterizzati da pratiche peculiari non presenti negli altri aderenti alla stessa religione. È al livello della denominazione che troviamo buona parte dell’organizzazione delle religioni organizzate: esse formano gli uomini religiosi, assistono i luoghi di culto, stabiliscono la corretta dottrina. È all’interno delle denominazioni e tra di loro che si combattono i grandi conflitti religiosi. Un numero crescente di chiese si dichiara non denominazionale. Essi non ritengono di avere bisogno che qualche autorità stabilisca cosa essi debbano fare. alcune di queste si chiamano mega chiese. Tuttavia secondo molti studiosi le denominazioni non individuano il livello chiave dal punto di vista organizzativo della vita religiosa, questo ruolo spetterebbe piuttosto alle congregazioni locali e alle singole chiese/templi/moschee. Non solo le persone religiose vanno in chiesa. Anche individui che non sono davvero fedeli vanno in chiesa per condividere un’esperienza, la celebrazione della comunità, della famiglia e della comune identità. Durkheim ha chiamato questa esperienza effervescenza collettiva. 2. Come incide la struttura sociale sulle scelte religiose- modelli di scelta religiosa La maggior parte delle persone nasce dentro una confessione religiosa, quella dei genitori. La segregazione religiosa, uccelli con la stessa piuma: In ciascuna delle religioni finiscono soltanto persone con certe specifiche origini sociali. Gli ingredienti più importanti della segregazione sono, oltre alla stessa religione, la zona di residenza e lo status sociale. Per gli immigrati la chiesa è il centro della loro comunità anche all’estero. Classe sociale e preferenze religiose: Marx definì la religione l’oppio dei popoli, legandola alle disuguaglianze e alla sofferenza umana in un modo provocatorio che persuase molti osservatori. La religione sarebbe stata un’illusione o un diversivo che avrebbe sia attenuato il dolore delle persone economicamente sfruttate, sia offerto loro un falso surrogato della lotta di classe per la loro liberazione. Vivere in una società che condanna all’insicurezza porta in effetti a cercare serenità nella religione e nella preghiera più di quanto accada nelle società in cui ci si può sentire relativamente sicuri. Chi vive in società relativamente insicure ma se la cava relativamente bene risente degli atteggiamenti prevalenti nei confronti della religione e mostra dunque la stessa religiosità. Nel mondo contemporaneo i membri delle classi sociali superiori sono più religiosi di quelli dei ceti inferiori, alimentando quindi l’ipotesi della religione come instrumentum regni. La conversione: A condurre alla conversione è stato per lungo tempo il desiderio di sposare una persona con una fede diversa. La maggior parte delle religioni cerca inoltre di reclutare nuovi membri (non gli ebrei, più un’etnia che una religione). I nuovi movimenti religiosi: Per comprendere le nuove religioni e riconoscerne il bisogno le persone devono godere di qualche vantaggio sociale e avere la sensibilità necessaria. D’altra parte i movimenti religiosi che tentano di riportare le chiese alla purezza attrarrebbero le classi più basse. I nuovi movimenti religiosi attraggono soprattutto donne, forse perché le religioni tradizionali non riservano loro un buon trattamento. 3. Perché alcune persone sono più religiose di altre- la religiosità per genere ed età Le donne sono generalmente più religiose: La differenza di genere in fatto di religiosità è ampia negli Stati Uniti a causa del prevalere delle tradizioni cristiana e cattolica. Le donne ebree e musulmane invece sono meno coinvolte nella vita religiosa. 41 Perché invecchiando diventiamo più religiosi: Una delle ragioni della maggiore religiosità delle donne rispetto agli uomini è che vivono in media più dei secondi. Per un certo tempo si è supposto che le differenze tra le età nel grado di religiosità fossero un effetto dell'acutizzarsi, con l'invecchiamento, del problema della morte. Tuttavia oggi la maggior parte dei sociologi ritiene che la ragione più importante della maggiore religiosità degli anziani stia nell’effetto di “coorte”: le persone più anziane sono cresciute in epoche più religiose di quelle in cui hanno vissuto le persone più giovani. Poiché i genitori, le scuole e le chiese investono molte energie e risorse nella religiosità dei bambini, la loro devozione è elevata. Diventati relativamente indipendenti dai genitori molti perdono tuttavia interesse. Diventati genitori, tendono a spostarsi in comunità nelle quali le chiese giocano un ruolo relativamente più importante e a pensare che dovrebbero occuparsi della formazione religiosa dei figli. Dopo che i figli sono usciti dalla famiglia alcuni genitori tornano alle loro poco religiose abitudini nelle ultime fasi della vita le persone lasciano il lavoro e perdono amici e coniugi, la chiesa e la religione possono diventare molto importanti. 4. Perché si giunge persino ad uccidere in nome della religione- il conflitto religioso In molte guerre di religione in realtà i conflitti etnici vi hanno avuto un peso maggiore. 5. Qual è il futuro della religione- ascesa o declino della religiosità Per buona parte del XX secolo i sociologi hanno sostenuto che la rilevanza della religione sarebbe diminuita. Si tratta dell’ipotesi della secolarizzazione. Più di recente molti sociologi hanno iniziato a mettere in discussione quest’ipotesi. Alcuni hanno portato come argomento il bisogno di professare e praticare una religione come qualcosa di radicato nella natura umana. I sociologi utilizzano il termine secolarizzazione intendendo la diminuzione dell’autorevolezza della religione sulla vita degli individui. L’irreligione in Europa: Gli europei si sono nel tempo secolarizzati, a differenza degli americani. In Italia in particolare a partire dagli anni settanta. Gli europei vogliono che le persone considerino la religione un fatto privato e che non entri nella vita politica. L’eccezionalismo americano: Gli Stati Uniti hanno un livello di religiosità molto superiore di quello degli altri paesi sviluppati. Mentre nella maggior parte degli altri paesi esiste una sola religione dominante, negli Stati Uniti competono molte diverse confessioni, una situazione migliore per il loro “marketing”. La religione prospererebbe a causa della grande eterogeneità etnica, geografica e religiosa della popolazione. Inoltre negli Usa in mancanza di forti istituzioni di sostegno alternative, gli americani chiederebbero sostentamento alle loro chiese. La motivazione principale è in realtà politica: molte questioni sociali divenute importanti negli ultimi decenni sono entrate nell’agenda politica in conseguenza del potere dei protestanti evangelisti, conservatori o fondamentalisti. Un altro motivo è il loro elevato tasso di fecondità. Il gruppo più in crescita è quello senza preferenze religiose, e se non ci fossero gli immigrati latini il tasso sarebbe ancora più basso. Il crescente numero di persone religiose nel resto del mondo: La percentuale delle persone più religiose è in crescita. Una delle cause è quella demografica, le persone religiose fanno più figli di quelle che non lo sono e in generale le società religiose hanno tassi di natalità più alti. Quando i paesi più sviluppati impararono a controllare la mortalità, anche i tassi di natalità si ridussero. Invece i paesi in via di sviluppo sono riusciti a ridurre la mortalità ma hanno ancora tassi di natalità elevati. Anche la minore autorevolezza della religione non vale sempre, come ad esempio in alcuni paesi musulmani, a causa del rinnovato orgoglio culturale di popolazioni vittime dell’imperialismo politico.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved